7.
*Ed’s POV*“Devo ammettere che questo colore si addice mille volte di più a questa casa” dissi soddisfatto.
“Te l’avevo detto io” canzonò Ania la saputella e scoppiammo entrambi a ridere.
Eravamo sdraiati sul tappeto della sala mentre osservavamo, fieri di noi, la parete arancione vivo.
Mi voltai per guardarla in viso. Aveva gli occhi chiusi e un’aria così serena… Era cambiata tantissimo negli ultimi mesi. Giorno dopo giorno, riuscivo a notare che in quegli occhi nero pece, cominciava a brillare qualcosa. Ripensai alla sera che la colpii con la porta del bar e mi invase per un attimo il terrore che il suo viso avrebbe potuto ritrovare la tristezza e l’afflizione di quella sera. Scossi la testa per scacciare via quei pensieri. Era così bella. Avrei voluto tanto baciarla o forse anche qualcosa di più. Ah, smettila!
*Ania’s POV*
Sentii i suoi occhi puntati su di me e mi scoprii essere finalmente felice. Non avevo più sognato mia madre, non avevo più pensato al mostro o a Dean e mi sentivo… LIBERA.
La mano di Ed si avvicinò alla mia e senza neanche esitare, la strinsi forte. Sentivo ancora i suoi occhi che mi fissavano, ma io non aprii i miei.
Lo sentii avvicinarsi ancora di più. Il suo respiro mi solleticava il collo, ma non mossi neanche un muscolo. Sentii le sue labbra posarsi sulla mia fronte, poi sulla mia guangia. Fin qui ok. Con una mano mi accarezzò i capelli, con l’altra mi strinse il fianco mentre continuava a baciarmi il viso, poi il collo. Christopher, vacci piano. Ti prego. Cominciò a sbottonare la camicetta blu che avevo addosso. Ecco, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
“No. No basta!” mi scansai all’improvviso.
Sentivo il viso bagnarsi di lacrime incontrollabili. Ma chi volevo prendere in giro? Il mostro non mi aveva mai lasciata, riuscivo ancora a sentire le sue mani su di me, il suo respiro sulla mia pelle e le sue labbra ovunque. Io non stavo per niente bene.
*Ed’s POV*
Era raggomitolata su se stessa nell’angolo del tappeto e piangeva. Piangeva disperatamente. Se fino a due minuti prima ero terrorizzato dall’idea di vederle in viso la tristezza di quella sera, ora ero sconvolto nel vederla mentalmente a pezzi, a terra, chiusa nel suo guscio. Mi avvicinai piano e le posai la mano sulla spalla, ma urlò un “Lasciami stare, mostro!” e si scansò nuovamente. Cosa potevo fare? Ero nel panico. Di impulso, mi avvicinai a lei e la strinsi forte a me ignorando tutti i suoi sforzi di staccarsi dal mio petto e dopo qualche secondo, si rillasò e la sentii abbandonarsi in singhiozzi silenziosi tra le mie braccia.
“Scusa” La sentii sussurrare. Non dissi nulla, la strinsi ancora di più a me mentre una domanda mi ronzava nella testa.
Cos’è successo veramente a questa ragazza?
Mi rendo conto che gli ultimi due capitoli (questo e il sesto), sono cortissimi e mi dispiace, ma tra il lavoro e lo studio, non ho una mente così aperta da fare capitoli lunghi chilometri. Fatemi sapere cose ne pensate su questo capitolo, per me è importante questo pezzo. Grazie ancora a chi mi segue silenziosamente e soprattutto, GRAZIE DI CUORE a chi ha messo la mia storia tra le seguite e le ricordate. Adios ;)