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Autore: katyjolinar    04/01/2015    1 recensioni
Valka si svegliò di colpo.
Di nuovo quell'incubo. Un incubo che la tormentava da anni, ma che si era fatto più opprimente negli ultimi tempi.
Si girò dall'altro lato, sfiorando con la mano il cuscino accanto a lei; quel cuscino che apparteneva a Stoick, l'amato marito che aveva perso ormai cinque anni prima.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Hiccup annuì, alzandosi in piedi e aiutando Astrid, poi si voltò verso i draghi e fece dei segni con le mani, dando loro qualche silenzioso ordine.
Le bestie si dileguarono velocemente, solo Sdentato e Saltanuvole restarono con i due ragazzi. Il giovane li guardò, poi il Tagliatempeste si incamminò, aprendo loro la strada; il castano prese, timidamente, la mano di Astrid e lo seguì, e il piccolo corteo fu chiuso dal Furia Buia.
Camminarono lungo una ripida galleria, addentrandosi ancora nella montagna; la ragazza non mollò mai la mano al nuovo amico, per paura di rischiare di perdersi, anche perché quel tunnel era parecchio buio.
Finalmente, dopo una lunga camminata, si ritrovarono in un ampio spazio luminoso. Astrid restò stupita: era pieno di piante di ogni tipo, e i draghi correvano liberi tra queste, arrampicandosi anche lungo il pendio che scendeva verso una grande pozza centrale. Al di sopra delle loro teste, il cielo era celato alla vista da una cupola di ghiaccio, che invece di scurire l'ambiente, non lasciando passare la luce, lo rendeva ancora più luminoso.
"Wow!" esclamò la bionda "Tu vivi qui?"
Hiccup annui, portandola vicino al bordo della piccola radura dove erano capitati, verso lo strapiombo che dava sulla pozza sotto di loro.
"Questa casa mia." disse il ragazzo "Noi protetti tutti da lui." indicò sotto, verso la pozza.
Astrid guardò, notando un enorme drago bianco, più grande di qualunque altro drago conosciuto, forse addirittura più grande della Morte Rossa, che aveva ucciso Stoick cinque anni prima. Fissò l'enorme rettile, quasi ipnotizzata, mentre Hiccup le lasciava la mano, passandole il braccio attorno ai fianchi per evitare che cadesse giù.
"Lui Grande Bestia Selvaggia." disse "Re dei Draghi, Alfa."
"Wow!" esclamò ancora Astrid "Non ho mai visto un drago così. È... è maestoso!"
"Lui buono." ammise Hiccup. In quel momento l'Alfa sembrò accorgersi di loro e, lentamente, si tirò su, fino ad arrivare con la testa alla loro altezza.
Sdentato si chinò, in segno di rispetto, e anche Hiccup abbassò il capo, pur senza mollare Astrid, che fissava l'enorme bestia con aria estasiata, il quale, dopo un po', soffiò un po' del suo alito glaciale addosso alla bionda, che dovette togliersi la neve dai capelli. Hiccup le sorrise, guardandola "Piaci a lui."
"Oh... Ehm... Grazie..." balbettò la ragazza, infreddolita dal soffio ghiacciato, lasciandosi scaldare dall'abbraccio del giovane, che non l'aveva mollata un attimo.
Si guardarono per qualche secondo, in silenzio. Astrid incrociò nuovamente lo sguardo di Hiccup, notando di nuovo quell'ombra di solitudine. Alzò la mano, posandogliela sulla guancia, delicatamente; lui chiuse gli occhi, lasciandola fare e abbassandosi ancora su di lei, fino a poggiare la fronte su quella della ragazza.
"Perché non sei mai tornato tra gli uomini?" sussurrò, calma.
"Uomini cattivi." spiegò il ragazzo "Draghi non cattivi, loro usano l'istinto, non uccidono se non costretti. Uomini invece fanno."
"Non siamo tutti così." obiettò Astrid, continuando a carezzargli la guancia.
Hiccup aprì nuovamente gli occhi, guardandola serio, poi le afferrò la mano e la abbassò, prima di indicare Sdentato. La ragazza notò solo in quel momento che il drago aveva una imbragatura collegata a una mezza coda artificiale, probabilmente manovrata da Hiccup stesso.
"Trappola uomini." disse Hiccup, poi si indicò la gamba sinistra "Trappola uomini. Io quasi morto, draghi hanno aiutato, Saltanuvole ruba una finta gamba e io costruisco una uguale per me."
"Capisco, ma dico sul serio, non siamo tutti così." insistette la giovane "Noi non cacciamo più i draghi, mia madre non vuole che lo facciamo, anzi stiamo cercando di addestrarli per aiutarci a difenderci, anche se non siamo ancora riusciti del tutto a farlo."
"Draghi intelligenti." continuò Hiccup, chiamando Sdentato con un gesto della mano "Loro fidano, se tu non fai male, ma se tu fai male loro paura, non fidano."
Poi, con delicatezza, prese il polso della ragazza e lo avvicinò al muso del suo drago, che annusò il palmo, prima di poggiarsi e fare le fusa.
Astrid sorrise, tenendo la mano sulla pelle squamosa dell'animale. Era una bella sensazione, come quando coccolava il suo Scheggia, ma su un drago venti volte più grande. Tornò a guardare Hiccup, accorgendosi che la stava osservando, come se stesse analizzando ogni sua reazione.
"Cosa c'è?" chiese.
"Tu non sei come altri che io visto da lontano." disse il giovane, un po' esitante "Tu non hai cuore cattivo, come loro."
"I... io..." balbettò Astrid, senza sapere cosa rispondere, mentre la mano di lui si posava tra i suoi capelli biondi. Cosa stava succedendo? Quello strano ragazzo cosa voleva fare? La situazione era davvero strana: si trovava tra le braccia di quel mezzo selvaggio, figlio dei suoi genitori adottivi, con una mano posata sul muso di un pericolosissimo drago, eppure non aveva alcun timore, l'istinto le diceva che poteva stare tranquilla, che poteva fidarsi.
Hiccup la strinse ancora, facendola avvicinare un po', continuandola a guardare negli occhi.
"Se... se io faccio di nuovo come prima, tu non mi picchi?" domandò Hiccup, esitante. Astrid capì cosa intendesse: voleva baciarla di nuovo. Non rispose, chiuse gli occhi e si abbandonò tra le sue braccia, mentre lui annullava nuovamente la distanza tra le loro labbra.
Questa volta la giovane si guardò bene dall'interrompere il contatto. Per qualche strano motivo, in fondo al cuore stava aspettando che quel ragazzo conosciuto da appena un'ora la baciasse di nuovo, che le trasmettesse di nuovo tutta la sua dolcezza con quel gesto.
E così fu.
Il contatto durò a lungo, non venne mai interrotto, e più i minuti passavano, più ad Astrid sembrò che la sua anima si fondesse con quella di Hiccup.
Cosa stava succedendo? Perché quella reazione? Fosse successo con chiunque altro, come tutte le volte che Moccicoso ci provava, sarebbe scattata e avrebbe picchiato il malcapitato senza neanche aspettare così tanto tempo, invece con questo sconosciuto era diverso, con lui più il bacio durava, più ne voleva.
Si separarono dopo parecchio, guardandosi negli occhi.
"Hiccup, vieni a casa con me..." sussurrò la bionda.
   
 
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