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Autore: anaiv    05/01/2015    10 recensioni
Sana é una famosa attrice, ma questa sua condizione non esclude che possa frequentare l'università. Il suo mondo sarà stravolto da due eventi fondamentali: un indicente e l'incontro con Akito Hayama. Come cambieranno le cose per la giovane donna, dopo l'incontro con lo scapolo più ambito dell'università di Tokyo?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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POV AKITO

Il mio sguardo è volto verso un meraviglioso tramonto dalle venature dorate e rosee, mai avrei pensato nella vita di arrivare ad apprezzare il sole che, come ogni santo giorno, compie il proprio lavoro... eppure, eccomi qui. Sono qui, avvolto dall'aria fredda e inebriante di dicembre, a godermi il sole che scivola lento tra le onde del mare. Penso a mia madre, a quanto mi manchi sentire la sua sottile risata, a quanto mi manchi osservare i suoi movimenti così fragili e sicuri... eppure, in qualche modo, questo tramonto così caldo e accogliente, di certo in contrasto con il gelo penetrante dell'inverno, mi rassicura, mi rende più vicino a lei di quanto si possa pensare; sono convinto che lei stia bene e che ovunque sia, vegli in modo assiduo sulla mia famiglia.

“Aki...” la sua voce, giunge prima al mio cuore, regalandogli un battito inaspettato,per poi arrivare alle orecchie.

“Kurata.”

“a cosa pensi?”chiede rivolgendomi uno dei suoi incantevoli sorrisi.

“a mia madre. Sai, mi manca, ma sono sereno...” i suoi occhi si addolciscono visibilmente, mi prende la mano e la strofina con cura, come se volesse infodermi coraggio. Da una come biscottino ci si aspetta un monologo sulla vita e la morte, invece, adesso è qui, muta a tenermi la mano e ad osservarmi come se fossi un piccolo cristallo pronto a rompersi in mille pezzettini da un momento all'altro.

“ il gatto ti ha mangiato la lingua?”

“no. So esattamente cosa stai provando... anche io penso che Andrea adesso sia in un posto migliore e sono serena perchè penso sia al sicuro, lontano dal mondo e i suoi dolori” lascia cadere le parole nel vento e una punta di acidità si insinua tra le mie membra. Distolgo lo sguardo e punto nuovamente le mie iridi verso il sole, ormai quasi totalmente calato in questa splendida macchia turchese.

...Andrea. Sono felice che lei sia serena, ma continua a tormentarmi la paura che in qualche modo lei sia ancora innamoata di lui.

“ ei...”

“tu... tu lo ami ancora?”chiedo, cercando di non lasciar trasparire l'orrore nella mia voce di una possibile riposta positiva. Biscottino lascia la mia mano e si avvicina cingendo la mia intera figura, per quanto le è possibile, con entrambe le braccia. Mi lascia una scia di baci leggeri lungo il collo, poi avvicin il suo viso al mio, imponendomi così di guardarla.

“ Akito Hayama... non provare mai, e ribadisco mai, più a pensare che io possa amare qualcun altro. Io amo solo te, sei entrato nella mia vita come un uragano, ti sei impossesato del mio cuore, della mia mente e del mio corpo... Andrea ormai, è solo qualcuno che conoscevo. Gli vorrò bene per il resto della mia vita, ma amo te. Lui non c'è più, è vivo tra i miei ricordi,certo, ma sono legata a lui da un affetto metafisico, difficile da spiegare. Tu sei il mio presente e il mio futuro...lui il mio triste passato.” il suo sguardo è così profondo e sicuro, che mi vien voglia di aprir bocca, ma le parole non si decidono ad uscire. Sono immobile tra le sue promesse inespresse... io sono il suo futuro. Sono il futuro di qualcuno, qualcuno che ama solo me.

Non penso esistano parole per dimostrarle la mia riconoscenza, così mi volta verso la sua esile figura avvolta in un semplice maglioncino color vaniglia, e mentre il sole termina il suo inchino e cede il posto alla notte stellata, io prendo in braccio Kurata e silenziosamente, le comunico la mia promessa d'amore, lei è mia e io l'amerò con tutto me stesso.

Due ore più tardi, dopo esserci amati e aver riso e gioito di tanta serenità, biscottino, cade addormentata tra le mie braccia; osservo i lineamenti così perfetti del suo visino,il mio sguardo cade sulla sua pelle di porcellana e fatico a pensare che lei sia reale e tutta mia. Nel sonno, Kurata mugula qualcosa simile ad un lamento,che non sono in grado di comprendere, perciò, affino l'udito e mi concentro.

“mmm... Kamura perchè?”indispettito, mi avvicino alle sue labbra sperando di aver capito male.

“ perchè...perchè?!?!” quasi lo urla. spazientito e innervosito,la squoto leggermente sperando che non subisca alcun trauma.

“Kurata sveglia! Stai sognando!”ma lei non mi sente, è lontana e imprigionata tra i suoi incubi.

“ Kurata! Ti prego ascoltami!!! devi svegliarti!” stringo più forte le sue esili spalle, sperando che si svegli quanto prima. Improvvisamente apre gli occhi, e da lontano riesco a percepire quanto accellarati siano i battiti del suo cuore.

“cazzo Sana stai bene?”la sua pelle è madida di sudore, le sue pupille dilatate e ha il fiato corto.

“ dio... Akito scusa. Ho avuto un terribile incubo...io....” inaspettatamente, biscottino scoppia in lacrime e si riversa tra le mie braccia, aggrappandosi letteralmente al mio petto.

“ ei... Kurata. Non fare così. Che succede?”

“ oh dio...” continua a singhiozzare e il terrore che sia successo qualcosa, prende il sopravvento. Umi si forma un groppo in gola difficile da mandar giù.

“ Kamura...” dice tra i sospiri mozzati.

“ Sana che significa?” chiedo scostandola leggermente da me per poterla guardare negli occhi.

“Kamura... mi odia...e...” a queste parole, le mie mani iniziano prudere come mai nella vita... la vista mi si offusca e le parole mi si incastrano tra la gola e la lingua.

“... ti ha fatto del male?”chiedo sperando in una risposta negativa.

“ io... no.” dice asciugando ,con il lembo delle lenzuola blu del mio letto, le piccole lacrime che scorrono copiose dai suoi occhi.

“ non mi ha fatto del male, ma c'è qualcosa che non va. Matsui, mi ha detto che Kamura è perfido e... c'entra qualcosa con Andrea... aiutami a capire.”le stringo piano il braccio cercando di infonderle coraggio, poi chino il capo premendo la fronte contro la sua.

“ Kurata... sta tranquilla. Spiegami tutto dall'inizio e insieme troveremo una soluzione”. Mi sorride lievemente e anche io rilasso i muscoli tesi.

“ matsui, alla festa di Rei, mi ha detto delle cose, che tra loro non hanno alcun collegamento... ma … io sto iniziando a pensare che Kamura abbia a che fare con la morte di Andrea.> dice rassegnandosi ai suoi dolorosi tormenti.

“ Kurata come puoi insinuare una cosa del genere?” chiedo in modo scettico. Piccata dalle mie parole, distoglie lo sguardo e punta le sue iridi color nocciola oltre la finestra....

“ quando... quando ero in coma, io ho sentito tutto quello che voi altri avete detto” ammette sospirando. “ sono venuti anche Kmaura e Matsui, sperando così di ottenere pubblicità positiva per la loro immagine; dopo, hanno parlato di un incidente e del fatto che l'abbiano passata liscia. Akito... io penso che abbiano ucciso Andrea. “ sussurra le ultime parole, incredula, come se non fosse stata lei ad averle pronunciate.

“ perchè non me ne hai parlato?”

“ perchè non avevo avanzato un ipotesi come questa... ma nel sogno che ho appena fatto c'era Kamura... e c'era Andrea sull'asfalto.” stringe gli occhi, forse per cacciar via un ricordo doloroso.

“ Kamura mi odia perchè più volte, hanno assegnato a me la parte della protagonista in film molto importanti...”

“ non sarebbe arrivato ad uccidere un uomo per questo...”

“ forse si. O dio Akito... e se fosse così? Se il mio sogno non fosse solo suggestione? Mettendo insieme i tasselli... io...”

“ ok, calma. Non siamo sicuri di nulla.abbiamo bisogno di prove e sopratutto di tenerti al sicuro. Devi parlare di queste tue sensazioni a Occhiali da sole.” mi fissa in modo interrogativo.

“ occhiali da che?”

“ il tuo menager, quello lì con la mercedes.” spiego noncurante.

“ ei!!! Rei... il mio miglior amico, nonché manager, si chiama Rei. Comunque non vorrei coinvolgerlo in un faccenda tanto seria, ne morirebbe.”
“ Sana devi. Sei un'attrice di fama mondiale... se sono arrivati così facilmente ad Andrea, tu sei una preda ancora più semplice da catturare.”

“ oh dio! Che situazione...se Naozumi avesse davvero uccido Andrea... io...”

“ NOI vendicheremo Andrea, sta tranquilla.”

 

 

 

POV MADOKA

fissando le luci dei lampioni riflesse nel Times, mi viene da pensare che per ogni cosa, situazione o persona, esista una realtà altenativa, che mostra le cose un po' sbiadite e meno chiare, ma in modo più efficace. Presa dalle mie riflessioni filosofiche, mi avvicino al fiume, specchiandomi, osservo la mia figura dai contorni sbiaditi, sono io, ma non la Madoka pronta a tutto, sempre solare e disponibile; sono la Madoka riflessiva, la Madoka che vive meglio sola con se stessa. Non ho bisogno di nessuno, non ho bisogno di qualcuno che si occupi di me. Saluto la me riflessa nel fiume e cammino lungo il Tower Bridge; Londra ha un non so che di magico, le sue strade sono intrise di odori e sensazioni ai limiti del reale. Non è difficile immaginare come J.K. Rowling, abbia potuto concepire una storia come quella di Harry Potter. A destarmi da tali pensieri, è il telefono che continua a vibrare nel mio zainetto.

“ pronto?”

“ Madoka! Ciao! Come stai piccola londinese?” Sana. È l'unica persona con cui realmente mi vada di parlare.

“ ciao amica mia! Molto bene grazie... Londra è meravigiosa. Tu... come va con il tuo bel biondino?”

“ bene grazie... lo hai sentito?” ed eccola, la domanda che Sana fatica a rivolgermi ogni santo giorno da due settimane a questa parte. Oliver è morto per me. Non esiste più.

“ no. “ rispondo perentoria.

“ d'ccordo... quando torni?”

“ quando sarò pronta... Sana mi manchi. Cerca di essere felice”
“ anche tu! Torna presto... ti aspettiamo.” chiudo la conversazione e in modo malinconico osservo l'insegna dell'underground che ho di fronte... Sana mi manca, la mia vita a Tokyo sembra così lontana.... ma non posso tornare lì. Non ancora. Non lo sopporterei.

Trascorro l'ora successiva trascinandomi per i marciapiedi di Oxford street, incapace di distogliere lo sguardo dalle splendide vetrine che mi si pongono di fronte; ad un tratto, il telefono prende a vibrarmi nei jeans. Non capisco chi possa essere, visto che con mia madre e con Sana ho già parlato . Incuriosita, estraggo l'apparecchio e fisso incredula il piccolo display “Oliver”. Che faccia tosta! Per settimane nemmeno mi ha cercata, adesso, mi telefona come se nulla fosse.

Una persona normale, con un briciolo di buon senso, si fionderebbe sul tasto rosso evitando di rispndere; ma io, io sono masochista, al punto da volergli rispondere, al punto da voler sentire la sua voce.

“ pronto...”

“ Madoka. Madoka, non riattaccare ti prego ho bisogno di parlarti.” la voce di oliver è concitata e la sua richiesta non ammette risposte di diniego.

“ oliver...”

“ madoka dobbiamo vederci.”
“ non sono a Tokyo” rispondo perentoria

“ e anche se lo fossi, non vorrei incontrarti.”

“ …. d'accordo. Be, ti chiedo scusa... scusa per tutto.” distrutta dalle sue parole, interrompo bruscamente la conversazione. Non ho più voglia di sentire inutili scuse, formulate anche malissimo. Intere settimane di completo mutismo e adesso, mi rivolge una sola ed unica telefonata, il cui senso ancora non è stato capito.

Colta da un improvvisa stanchezza, mi dirigo verso casa; il mio attuale appartamento, si trova a Queensway. È un quartiere decisamente bello, le strade sono ampie, è costeggiato dallo splendido hide park ed è vicinissimo a notting hill. Prima di rientrare, mi concedo la solita sosta al piccolo starbucks, posto proprio accanto alla fermata dell'underground. Adoro questo bar, più degli altri; è piccolo, accogliente e il personale è decisamente cordiale, adoro scambiare quattro chiacchiere con loro prima di terminare la giornata. Entro e mi avvcino al bancone sollevata, in quanto avrò la possibilità di riscaldarmi con una bella bevanda, d'altronde siamo in dicembre e a londra l'inverno è piuttosto rigido.

“ ei, ciao...” mi rivolgo al nuovo ragazzo che è intento a servire un'altra cliente. Non l'ho mai visto prima, probabilmente è stato assunto di recente. Il ragazzo porta un berretto verde e mi riesce difficile ossevare le sue fattezze. Attendo il mio turno, quando la ragazza termina con la propria ordinazione e abbandona il locale, io e il nuovo ragazzo restiamo soli.

“ sei nuovo?” accenno un sorriso, ma lui tiene lo sguardo basso.... come se non potesse sentirmi.

“ io sono Madoka... perdona il mio inglese, ma sono qui solo momentaneamente.” dico sperando di rompere il ghiaccio e di eludere questa sensazione di disagio.

“ ciao.” lo emette in modo quasi impercettibile.

“ come ti chiami?” il ragazzo tentenna per qualche secondo, poi, si decide a togliere il berretto; una cascata di capelli color miele si rovescia sul suo viso, quando poi con le dita scosta qualche ciuffo, il mio cuore ha un sussulto... o meglio fatica a continuare a battere.

Oliver. Oliver è qui, proprio davanti ai miei occhi. Un milione di emozioni mi attraversano il cuore, la mente è offuscata dalla sua immagine... lui è qui, a Londra ed è più bello di quanto ricordassi.

 

 

 

 

e cambieremo il mondo ogni volta che vuoi,

e fermeremo il mondo ogni volta che vuoi.

Perchè non so che dire quando mi guardi così...

.amore senza fine”

 

 

 

 

 

ciao a tutte!!! innanzi tutto, buon 2015! oggi omaggio il grande Pino, che da brava napoletana ho amato e amerò sempre, mi sembrava doveroso omaggiare la sua musica in qualche modo. Poi, ho deciso anche di inserire parte della mia breve esperienza in quel di londra, spero vi piaccia. Passando al capitolo... bè ci sono dei bei grattacapi da risolvere!!! ci aggiorniamo presto vi bacio tutte e grazie per il supporto! Vi adoro! viviana

  
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