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Autore: _joy    05/01/2015    13 recensioni
[Seguito de "Il principe e la strega - tra ciò che è giusto e ciò che vuoi"]
Hermione e Caspian si sono separati, pur con il cuore spezzato: lei è tornata sulla Terra per combattere la guerra contro Voldemort e lui è rimasto a Narnia, ad aspettarla.
Non hanno certezze, se non che vogliono stare insieme.
Ma una nuova minaccia incombe su di loro e su Narnia: chi è il nuovo nemico?
E cosa succederà a Hermione e Caspian?
"...Sì. Sì sono tornata e sì, resterò con te… e stavolta non ci sarà nessuno, nessuno, che potrà portarmi via!"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aslan, Caspian
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache della Grande Magia'
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Aslan li condusse in cima alla più alta delle torri di Cair Paravel.
 
Terminati i gradini, Harry si concesse un sospiro di sollievo.
Accanto a lui, Ron occhieggiava ancora perplesso l’enorme Leone.
Harry gli diede di gomito e l’amico batté le palpebre: gli avevano detto che era stato Aslan a guarirlo dal maleficio di Lilliandil, ma ancora quella presenza imponente lo metteva in soggezione.
Eppure, dal Leone traspariva bontà e affetto: era impossibile averne paura.
Hermione aveva salito le scale chiacchierando animatamente con Lui, mentre Caspian li ascoltava in silenzio.
Harry aveva raccontato a Ron dei fatti accaduti dopo che Lilliandil lo aveva tramortito e, se c’era una cosa che gli dispiaceva, era non aver visto Caspian in difficoltà davanti ad Aslan.
Mica per nulla, il re era un tipo a posto, alla fine… Ma un po’ troppo sicuro di sé, secondo Ron.
 
Ora, terminata la salita, il gruppetto udì distintamente il pianto di un neonato.
Fu come una molla, per Hermione: scattò in avanti, senza neppure preoccuparsi di sguainare la bacchetta.
Caspian le corse dietro mentre lei faceva irruzione in una stanza sul pianerottolo.
Harry e Ron si affrettarono dietro la coppia, con la presenza di Aslan rendeva tutti più sicuri e fiduciosi.
Infatti, Caspian e Hermione non degnarono quasi di uno sguardo Ramandu, ritto vicino alle ampie finestre, mentre correvano a sollevare la loro bambina dal grande letto che troneggiava nella stanza.
Hermione strinse a sé Rosalind e scoppiò in lacrime, mentre Caspian le abbracciava entrambe: baciò il capo della moglie e la tenne stretta, mentre osservava con sollievo la bimba che urlava, paonazza.
Harry e Ron sguainarono le bacchette, ma l’ex guida di Aslan teneva gli occhi fissi sul Leone.
«Tu» disse Ramandu, livido in volto «Sei arrivato, infine!»
«Non riesci più a pronunciare il mio nome, Ramandu?» chiese Aslan, serio «A tal punto hai perso la strada? Ma lo so bene: conosco i metodi cui sei ricorso per procurarti il potere che ha traviato te e tua figlia!»
«Lilliandil…» disse Ramandu, senza traccia di amore «Avevo legato lei e Desiderio con il sangue e i voti coniugali… La loro unione, coronata nella prima notte di nozze, aveva fatto risorgere l’esercito di Charn! E ora… ora è tutto perduto»
La sua voce sfumò in un bisbiglio, ma Aslan disse:
«Quell’esercito era un’illusione di vita, come il vostro potere era un’illusione di forza… La legge di Narnia non permette che la magia venga dalla morte, ma solo dalla vita! Dovresti saperlo, Ramandu: sei stato una mia Guida»
L’altro fece un gesto di stizza:
«Tu mi hai privato dei miei poteri!»
«Sei venuto meno alla promessa di non usare mai quei poteri per scopi personali, lo sai: hai guardato nel futuro, per assicurarti il modo di regnare su Narnia e hai cercato di piegare Caspian al tuo volere per realizzare quella visione che ti ha fatto perdere la retta via»
«Poteva avere un figlio da Lilliandil… e le cose non sarebbero andate così!»
Ma il Leone scosse il capo.
«Non avrei permesso a te e tua figlia di strumentalizzare Caspian per i vostri fini, mai»
«Ed ecco il risultato!» Ramandu indicò rabbiosamente la bambina, tra le braccia di Hermione «Un abominio, frutto di un’unione sbagliata!»
«Sbagliata sarebbe stata l’unione di Caspian con una Guida che aveva tradito Narnia! Ma l’amore che lega Caspian e Hermione è un amore puro e ha la mia benedizione: entrambi sono stati sempre capaci di perseguire il loro dovere con generosità e questo li rende molto diversi da Lilliandil e dal suo egoismo!»
Ramandu scosse il capo.
«Non ho più nulla. Non mi resta nulla. Cosa posso obiettare?»
«Ramandu, perché non hai accettato la mia offerta di ritirarti in una terra a tua scelta? Avrei lasciato che tu e tua foste liberi, sempre»
«Non voglio la tua elemosina! Mi avresti reso esule in una terra nella quale ero stato potente!»
«La tua idea di potere ti ha traviato» Aslan scosse il capo «E ti ha portato alla rovina. Hai sacrificato tua figlia per i tuoi piani di vendetta… Ne valeva la pena?»
Ramandu non rispose.
Era immobile, con lo sguardo rivolto a terra e rassegnato.
 
Dopo un minuto di silenzio, visto che l’ex Guida sembrava inoffensiva, Harry e Ron si avvicinarono a Hermione.
Rosalind piangeva ancora, ma con meno forza.
«Penso abbia fame» mormorò lei «Caspian, che ne pensi se…»
Alzò lo sguardo per cercare quello di lui, ma il marito aveva ancora gli occhi fissi su Ramandu.
E, improvvisamente, Caspian si scostò dalla moglie e balzò in avanti.
I tre amici si voltarono in tempo per vedere Ramandu che, sfoderato un pugnale ricurvo, era balzato verso Aslan.
Ma Caspian fu più veloce: la sua spada intercettò il pugnale, deviandone la traiettoria.
Ramandu urlò di frustrazione, cercando di ferire il sovrano.
Ma, di nuovo, la Spada di Grifondoro parò il colpo.
«Getta il coltello!» gli intimò Caspian, mentre le lame stridevano l’una contro l’altra.
Con un grido, Ramandu sfruttò il suo peso per spingere indietro il sovrano, facendo gridare Hermione per la paura.
Ma Caspian riuscì a frenare in parte l’impatto e a scivolare di lato.
I suoi occhi scruti cercarono quelli di Aslan e il re vi vide riflessa una grande tristezza.
Poi, un avvertimento di sua moglie lo riscosse e si voltò ancora verso l’ex Guida.
Ramandu brandì il coltello, cercando di menare un fendente verso il cuore del re.
Caspian parò il colpo e, nel deviare verso l’alto la lama dell’avversario, ne trovò con sicurezza infallibile il petto.
La lama di acciaio magico affondò quasi fino all’elsa e, mentre il grido di Ramandu sfumava in un bisbiglio strozzato, Caspian sentì Aslan sospirare tristemente:
«Come, come è difficile chiedere perdono…»
 
*
 
In tanti erano morti sotto i colpi dei soldati maledetti di Desiderio.
 
Ma i narniani sopravvissuti, seppure pochi e malconci, si riunirono festosi nella corte di Cair Paravel.
Harry e Ron si videro salutare festosamente dalla folla e, imbarazzati, risposero ai saluti che venivano loro rivolti.
Poi, Caspian e Hermione apparvero insieme ad Aslan, scatenando un boato di gioia pura.
Le mani di tutti si tesero verso il Leone e il suo ruggito fece gridare di gioia per la libertà ritrovata.
A un cenno del Leone, Caspian prese dolcemente dalle braccia della moglie la loro bambina, che adesso dormiva serena, e la mostrò ai suoi sudditi.
«Popolo di Narnia!» annunciò Aslan con voce possente «Saluta la tua principessa!»
E di nuovo, tra le grida festose di tutti, il ruggito del Leone risuonò fino al cielo.
 
*
 
«Ma quindi la profezia dei Centauri alludeva a tutto questo?» chiese più tardi Harry ad Aslan.
 
Mentre il castello tornava alla vita, i sovrani si erano ritirati con la figlioletta e gli amici nella sala del trono.
Hermione e Caspian erano sempre accanto ad Aslan, come se temessero di vederlo sparire nel nulla.
«Oh, i Centauri» rispose con un sorriso il Leone «Creature affascinanti e complesse, non trovate?»
«Anche troppo» bofonchiò Ron.
Aslan ridacchiò, divertito, e lui abbozzò un sorriso.
Era forte, quel Leone.
«Sì, i Centauri hanno visto la luce che ha portato Caspian a Narnia e l’ombra oscura che lo ha seguito: purtroppo, Lilliandil ha capito quasi subito, dopo la sua fuga dal castello, che Caspian non era più a Narnia. Pur non essendo più in sintonia con la magia di Narnia, Ramandu aveva isolato il passaggio che riportò Hermione qui, ma Lilliandil poté usarlo per infiltrarsi nella vostra scuola. E avete visto accadere con i vostri occhi il ratto, quando Lilliandil ha rapito Rosalind; la frattura che si è aperta nel vostro mondo per portarvi qui e il riscatto della vittoria, amici miei»
«”Il tempo di un ratto, di una frattura e di un riscatto”» citò Ron «Ma, allora… Tu conoscevi la Profezia, Aslan? L’hai ascoltata? O… l’hai sempre saputa?»
«Come ho detto, io sono sempre con voi, figli miei diletti… Sempre, fino all’ultimo giorno! E sì, conoscevo la Profezia dei Centauri della Foresta di Hogwarts e ora anche voi siete a conoscenza del suo significato!»
«In effetti» fece Harry, pensoso «Detta così non era troppo difficile da capire»
Aslan rise di nuovo, quindi intercettò lo sguardo di Caspian.
«Dimmi, mio re: che cosa ti turba?»
«Stavo pensando alla spada» rispose lui, lanciando un’occhiata all’arma, posata su uno dei troni «Come ha fatto ad arrivare da Hogwarts fino a me, a Narnia? Voglio dire… Come è possibile che un manufatto di Hogwarts abbia lasciato la scuola? Credevo che appartenesse ai Grifondoro»
Aslan parve divertito.
«Dovresti aver imparato che il coraggio è la dote che mai manca nella Casa di Grifondoro, dico bene?»
I tre Grifondoro presenti nella sala annuirono convinti.
«Ma…» obiettò il re «Io non sono un Grifondoro»
«Caspian, mi deludi» lo rimproverò scherzosamente Aslan «Non hai mai prestato attenzione al fatto che lo stemma di Grifondoro è… un Leone? Pensi sia così per caso?»
E, di fronte agli sguardi attoniti dei quattro, Aslan il Grande rise di nuovo, di cuore.
 
*
 
«Grazie, Aslan, per questo regalo» bisbigliò una emozionata Hermione, mentre un portale luminoso si apriva nel cortile di Cair Paravel.
 
Lui le sorrise.
«Di nulla, bimba mia»
Harry e Ron attraversarono velocemente il varco, che non si richiuse.
Dopo poco, tornarono e, con loro, fecero capolino i signori Granger, la professoressa McGranitt e un’infuriata Ginny Weasley, che urlava ogni sorta di insulti contro il suo fidanzato, colpevole di averla – di nuovo – lasciata a scuola mentre lui si cacciava nei guai, senza nemmeno una parola di spiegazione.
Solo la vista del possente Leone zittì Ginny a metà di una frase.
Harry, grato, si precipitò a raccontarle di Aslan, sperando di distrarla.
Ma neppure un enorme Leone poteva distogliere i Granger dalla vista della nipotina.
Jane si sciolse in lacrime di sollievo, mentre Marcus abbracciava a casaccio, ripetutamente, la figlia e il genero.
Hermione affidò la bambina al marito per stringere i genitori, quindi Ginny e la Preside.
«Chi l’avrebbe mai detto…» esclamò quest’ultima, estasiata «Chi avrebbe mai detto che avrei potuto vivere un’avventura simile, alla mia età!»
Aslan si fece avanti, sorridendo, e disse:
«Narnia vi dà il benvenuto, amici miei: la nostra Regina non vedeva l’ora di passare un po’ di tempo con voi! Perché non dobbiate risentire di questo viaggio, sulla Terra non sarà trascorsa che un’ora al vostro ritorno… Mentre potrete stare con noi molti giorni»
«Grazie, Aslan!» Hermione gli tese una mano, riconoscente «Davvero grazie di cuore!»
«Ma…» intervenne Ginny, pensierosa «Allora è grazie a te che, anche quando Hermione e Caspian erano lontani, il tempo qui e a casa è scorso alla stessa velocità?»
Il Leone annuì.
«Non volevo che un’ulteriore prova appesantisse le spalle dei nostri sovrani»
Jane Granger fissò intimidita sua figlia.
«Regina!» mormorò «E sei appena maggiorenne!»
Hermione abbracciò sua madre e mormorò:
«Temo che, alla fine, sarò una Regina che non prenderà mai il suo M.A.G.O. …»
La McGranitt scosse il capo, decisa:
«Oh, allora ci priverai della sorpresa di scoprire che avresti preso tutti Eccezionale nelle tue prove?»
Tutti risero, quindi Ron intervenne con nonchalance:
«A proposito, Preside… Ma lei sapeva che il simbolo di Grifondoro è un Leone perché fu Aslan a dare a Godric Grifondoro la sua spada?»
 
E, per la prima volta in otto anni, i Grifondoro presenti poterono dire di aver visto il Direttore della loro Casa sul punto di farsi venire un infarto.
 
*
 
I giorni degli hogwartiani a Narnia furono felici: Aslan concesse loro un mese da trascorrere con Hermione, Caspian e Rosalind.
 
La gioia era mitigata dalla consapevolezza di un’imminente separazione, ma ogni singolo giorno fu vissuto da tutti con animo sereno e lieto.
La prima cosa che Caspian chiese a sua moglie fu di onorare una certa promessa…  Per cui Hermione coinvolse sua madre nei preparativi per la sua seconda cerimonia di nozze.
E - mentre la McGranitt si seppelliva in biblioteca a studiare voracemente la cultura e la storia di Narnia e Marcus Granger, Harry, Ron e Ginny esploravano con la guida di Tartufello e Briscola il castello e i terreni circostanti - Caspian riprendeva in mano le redini del regno con l’aiuto di Aslan e Hermione, per la prima volta nella sua vita, dovette preoccuparsi solo di stoffe, fiori, dolci e corredi.
Dopo due giorni, gettò la spugna lasciando la sua felicissima madre a occuparsi di tutto e decise che non avrebbe più privato sua figlia di un minuto di attenzione per dedicarlo a dei banali vestiti.
Rosalind aveva cambiato la sua esistenza e quella di Caspian: dopo l’inizio burrascoso, i due si immersero in quella che era, a tutti gli effetti, una nuova vita.
La bambina aveva stravolto le loro priorità ed era diventata il centro dei loro pensieri.
A Caspian capitava di abbandonare senza una spiegazione riunioni che duravano troppe ore per via del desiderio di vedere sua figlia e Hermione si faceva convincere a stento ad allontanarsi più di dieci passi dalla culla della piccola.
Quando Aslan esortò la Regina a partecipare alla vita politica e decisionale del regno, lei stupì tutti portandosi dietro la bambina, avvolta in una coperta.
«Bè, che c’è?» disse ai notabili riuniti, che la fissavano senza parole «Può stare qui con noi: è bravissima!»
Caspian sorrise, orgoglioso, e prese in braccio la piccola.
E presto fu chiaro che la bambina distraeva più i Lord che i genitori: Rhoop continuava a rivolgerle facce buffe appena la vedeva aprire anche solo un occhio e Lord Aspen la salutava in continuazione con la mano.
Dopo un’ora inconcludente, Caspian richiamò all’ordine i suoi notabili, ricordando loro che Aslan in persona presiedeva quella seduta.
I Lord si inchinarono mortificati ma il Leone sorrise e sciolse la seduta, per cui tutti poterono precipitarsi ad ammirare la bimba da vicino.
«È chiaro che Roz porterà scompiglio a corte» commentò Caspian quella sera, dopo che i sovrani si ritirarono per la notte.
Steso sul letto, osservava la moglie asciugare la piccola, dopo il bagnetto.
Quando fu avvolta in una copertina, Hermione la tese al padre e lui si mise subito a cullarla, baciandola sulla testolina.
«Oh, sì, sarà una piccola tiranna, vedrai!» commentò la moglie, accoccolandosi accanto a lui.
Con il braccio del marito attorno alle spalle e la manina della figlia che stringeva il suo dito indice, le sembrò di non poter desiderare altro.
 
*
 
Aslan in persona officiò la cerimonia solenne che confermava i voti nuziali di Hermione e Caspian.
 
La sposa, avvolta in un prezioso abito di pizzo candido, dovette ammettere che ora capiva lo sconcerto del marito di fronte alla burocratica cerimonia avvenuta al Ministero della Magia qualche mese prima.
Narnia voleva omaggiare i suoi sovrani e, per l’occasione, gli uomini e le creature magiche si riunirono a Cair Paravel in quel giorno di festa.
Il giogo di Lilliandil e Ramandu aveva causato molte, troppe morti.
Ma il ritorno di Caspian, finalmente sposato e con un’erede, e la presenza di Aslan diffusero nei cuori una nuova speranza.
Aslan benedì nuovamente la sua terra, funestata dai troppi lutti, e augurò pace e prosperità agli abitanti.
Il cielo splendeva terso e luminoso: le nubi plumbee erano ormai solo un brutto ricordo.
E il giorno in cui Hermione e Caspian, vestiti sontuosamente, si inginocchiarono davanti al loro Signore per ricevere la Sua benedizione fu un giorno meraviglioso.
Jane e Ginny piansero per tutto il tempo, la prima stretta al marito che teneva in braccio la nipotina, la seconda abbracciata a Harry.
Persino Ron cercava di trattenere la commozione.
I due sposi erano radiosi e avevano solo occhi l’uno per l’altra.
Aslan rinnovò i loro voti pronunciando parole d’amore, di fiducia e si lealtà eterne, che loro ripeterono entusiasti.
E Hermione capì quello che Caspian aveva voluto dirle sulla Terra: avevano affidato il loro amore a qualcuno più grande di loro, più saggio e più forte.
Ora la loro promessa aveva un senso compiuto, perché era stata consegnata all’Eternità.
«Finché morte non vi separi» disse il Leone, soffiando su di loro la Sua benedizione.
 
E un brillante arcobaleno illuminò il cielo.
 
*
 
«Oh, Aslan, ti prego, non andartene…» lo pregò Hermione «Sono state così belle, queste settimane con te!»
 
«Sì, bambina mia, sono stati giorni splendidi» rispose il Leone «Ma ricordi? Io non sono mai lontano»
Hermione si morse un labbro.
«Sì, ma… è bello averti qui con noi!»
Lo abbracciò forte e, dopo di lei, si avvicinò Caspian.
Il Re non aveva mai osato abbracciare il Leone, per cui si inchinò come faceva sempre.
Quindi, Hermione sollevò Rosalind tra le braccia e la avvicinò al Grande Felino.
La bimba non pianse, anzi: allungò una manina come per fare una carezza.
«A presto, piccola principessina» sorrise il Leone «E a presto, amici: sappiate che Narnia, per voi, sarà sempre una seconda casa!»
Riuniti nel cortile, i Granger e gli hogwartiani lo scrutavano, seri in viso.
Marcus si schiarì la voce.
«Potremo… Potremo tornare? Sappiamo che Hermione è felice… Ma è un dolore così grande separarsi da lei!»
Janne annuì, pallida in viso.
Aslan sorrise, comprensivo.
«Lo so, Marcus. Ma vostra figlia è cresciuta e ha scelto la sua strada: siate fieri di lei e della donna che è diventata»
Hermione rivolse uno sguardo pieno d’amore ai suoi cari e, improvvisamente, si strinse le braccia al petto, come per ripararsi da un freddo improvviso.
«Vi voglio bene» mormorò, con gli occhi che si riempivano di lacrime.
Abbracciò per prima la Preside.
«Scusi, Professoressa, se l’ho delusa…» mormorò.
La McGranitt negò con veemenza:
«Delusa? Tu?! Mia cara, avessi avuto più studentesse come te, io… io…»
Non si seppe bene cosa voleva dire, perché tirò fuori un fazzoletto a scacchi e si soffiò vigorosamente il naso.
Hermione sorrise a Ginny, che la strinse forte, poi abbracciò Harry e Ron.
«Vi voglio bene!» disse «Migliori amici, sopra ogni cosa… Per sempre!»
Tutti e due, tristissimi, annuirono.
Era difficile dire qualcosa in quel momento: Hermione era una parte di loro, da sempre.
Salutare i suoi genitori fu ancora più difficile: Hermione non voleva piangere, ma sua madre scoppiò in singhiozzi e anche suo padre fece fatica a controllarsi.
«Vi voglio bene… Così tanto!» ripeteva lei, triste.
Jane lasciò la figlia solo per abbracciare la nipotina e poi, sorprendendolo, Caspian.
«Abbi cura di loro!» mormorò.
Anche Marcus si fece avanti:
«Te le affidiamo… Ci fidiamo di te! Mi raccomando, non deluderci!»
Caspian annuì, serio, quindi abbracciò i suoceri con affetto.
Rosalind emise uno strilletto di protesta di fronte a tutti quegli sballottamenti e strappò persino qualche risatina.
«Coraggio, amici» disse Aslan «Non è un addio, ve lo prometto!»
E, con un movimento della sua coda, aprì un portale luminoso.
Uno dopo l’altro, si infilarono nel passaggio, rivolgendo a Hermione gli ultimi saluti affettuosi.
Lei rimase accanto al marito, agitando la mano.
Quando anche sua madre ebbe attraversato il varco, la Regina di Narnia chiuse gli occhi e si lasciò stringere dalle braccia del marito.
 
*
 
Il ritorno a Hogwarts fu lugubre per tutti.
 
I Granger, inconsolabili, passarono ancora una giornata a scuola e poi, grazie a una felice idea di Ron, furono invitati dai Weasley per qualche giorno alla Tana: stare in mezzo alla magia li aiutò a sentire più vicino il mondo della figlia.
Marcus e Arthur Weasley divennero amici e, in Molly, Jane trovò conforto e comprensione.
 
A scuola, l’assenza di Hermione pesava molto sull’umore dei suoi amici più stretti.
Harry, Ron e Ginny attraversarono delle settimane difficili: il malumore imperversava ed ebbe conseguenze pesanti sul loro rendimento scolastico.
Ci pensò la McGranitt a strapazzarli, ricordando loro cosa avrebbe detto Hermione di fronte a disastrosi risultati scolastici, che avrebbero pregiudicato le loro future carriere.
E, pian piano, anche grazie a Neville, Luna, Hagrid, Seamus, Dean, Lavanda e gli altri amici, il sorriso tornò sui loro volti.
Grifondoro vinse il Campionato di Quidditch, consacrando Harry come il Capitano Prescelto.
L’ultimo giorno prima degli esami, durante una passeggiata lungo il Lago Nero, Harry prese la mano di Ginny e balbettò qualche frase sconnessa che la fece piangere di gioia e poi quasi strangolarlo nella foga di stringerlo a sé.
Harry affrontò il M.A.G.O. in una sorta di trace estatica.
Poco prima dell’inizio della prima prova, mentre la McGranitt pronunciava le ultime raccomandazioni, si girò verso il banco alla sua sinistra e bisbigliò a Ron:
«Ron… Ho chiesto a Ginny di sposarmi»
«CHE COOOOOOSA?!»
L’urlo del suo migliore amico rischiò di far annullare la prova dagli addetti del Ministero.
 
*
 
Due mesi dopo la loro seconda cerimonia di nozze, Hermione e Caspian avevano abbandonato per un pomeriggio i loro doveri e avevano portato Rosalind a passeggiare nei boschi attorno al castello.
 
Ora, sdraiati sull’erba l’uno accanto all’altra, ridevano osservando la piccola che sgambettava felice stesa a pancia in giù su una coperta.
Con la testa poggiata nell’incavo della spalla del marito, Hermione socchiuse gli occhi, mentre la mano di lui le accarezzava pigramente il fianco.
«Vorrei che potessimo essere sempre e solo noi tre» bisbigliò lei.
«Sei felice, amore mio?» le chiese il marito.
«Ma certo! Puoi dubitarne?»
«So che ti manca casa… Ma io e Roz siamo davvero, davvero fortunati ad averti qui!»
Sollevò la piccola e le baciò una guancia rosea.
«Io sono fortunata ad avere voi, Caspian»
Hermione sorrise al marito sopra il capo della loro bambina e si protese per accarezzargli una guancia, quando all’improvviso lanciò un grido di sorpresa.
Caspian, di riflesso, strinse forte la bambina e si voltò a guardare.
«Cosa c’è? Hermione?» chiese, allarmato.
Lei stava fissando un punto oltre le sue spalle, ammutolita.
Seguendo il suo sguardo, il re di Narnia notò con stupore un gufo che li osservava compito, appollaiato su una roccia.
«Quello è… un gufo? E ha una lettera legata alla zampa?» mormorò lei, attonita.
Caspian scosse il capo, passandole la piccola.
«Non sembra una delle creature di Narnia… Ma aspetta: vado a vedere»
Si avvicinò all’animale e sciolse la pergamena che era legata alla sua zampa, quindi la svolse.
Un sorriso si disegnò sulle sue belle labbra.
«Guarda qui, piccola» disse, tendendole il foglio.
Hermione lesse, sgranando gli occhi:
 
 
Non serve il M.A.G.O. per certificare che sei la strega più brillante del tuo anno, Hermione.
Questa mia per attestare quanto dico… e per mandare un bacio a Rosalind.
Con affetto,
Preside Minerva McGranitt
 
Sotto le parole della Preside, campeggiavano altri saluti: dei genitori, di Harry, Ron, Ginny, Hagrid, Luna e Neville.
 
Gli occhi della Regina di Narnia si riempirono di lacrime di gioia.
Il marito la riprese tra le braccia e lei rise, stringendolo a sé e rovesciando il capo all’indietro, per godere della vista del meraviglioso cielo azzurro di Narnia.
 
 
***
Ed eccoci qui, alla fine di un'altra avventura.
Vorrei trovare le parole adatte a ringraziarvi tutti del tempo che avete trascorso con me, facendomi sentire amata e apprezzata come non mai.
Grazie alle mie fantastiche amiche che sono sempre con me e grazie alle persone che ho conosciuto grazie a questa storia e che spero di ritrovare in futuro!
Grazie a voi che avete letto, recensito, seguito, ricordato e preferito, o anche solo passato qualche momento con Hermione e Caspian.
Sto scrivendo la terza storia di questa saga: spero che sarete ancora con me quando la posterò.
Davvero grazie ancora, di cuore!
Vostra,
Joy

   
 
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