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Autore: hypsteria    05/01/2015    3 recensioni
Grattava le dita sul muro, grattava la carta da parati.
Lo scricchiolio delle dita che graffiavano l'intonaco non andava affievolendosi, nonostante ormai le sue unghie si stessero inesorabilmente consumando.
Grattava con tutte le sue forze, e continuava ormai da più di venti minuti. Malgrado il sangue che cominciava a sgorgare dai mozziconi che gli erano rimasti al posto delle dita, malgrado il dolore sia fisico che emotivo, malgrado la sua vista fosse offuscata dalle lacrime.
La carta stava cominciando a venire via, ma non c'era più tempo. Doveva fare in fretta, molto più in fretta.
Genere: Angst, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Morgan, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nightmare

Nightmare











Grattava le dita sul muro, grattava la carta da parati.
Lo scricchiolio delle dita che graffiavano l'intonaco non andava affievolendosi, nonostante ormai le sue unghie si stessero inesorabilmente consumando.
Grattava con tutte le sue forze, e continuava ormai da più di venti minuti. Malgrado il sangue che cominciava a sgorgare dai mozziconi che gli erano rimasti al posto delle dita, malgrado il dolore sia fisico che emotivo, malgrado la sua vista fosse offuscata dalle lacrime.
La carta stava cominciando a venire via, ma non c'era più tempo. Doveva fare in fretta, molto più in fretta.

"Tirami fuori di qui, ti prego!"
Un flash, la faccia di Derek apparsa nel video che l'S.I. gli aveva spedito per mail si materializzò davanti ai suoi occhi, come un lampo. Una frazione di secondo che lo rianimò. Sempre più furiosamente grattava, ormai riusciva quasi ad intravedere l'osso bianco del suo dito medio, ma non poteva. Non doveva fermarsi.

"La combinazione la inventai molti anni fa, non me la ricordo più molto bene... Sapete, la memoria gioca spesso brutti scherzi!" ghignò l'S.I., soddisfatto del suo piano e della sua riuscita.
"Però, se non vado errato" ridacchiò, un attimo prima che il pugno destro di Reid si abbattesse violentemente sulla sua faccia.  
"Dimmi dov'è la combinazione!"
Le mani del riccio si erano strette intorno al suo collo. Se l'uomo si era spaventato alla reazione dell'agente, non lo diede a vedere. Fece una smorfia e con la lingua si leccò il sangue che aveva cominciato a fuoriuscire dalla guancia colpita.

"Deve essere qui, deve esserlo per forza!"
Lacrime copiose avevano ormai iniziato a scendere dai suoi occhi.

"Credo di averla scritta con il sangue della mia ultima vittima sulla parete di fronte alla teca" affermò pensieroso, per nulla turbato dallo sguardo di Reid, che in quel momento sembrava un ragazzino pazzo. Gli altri agenti, invece, erano a dir poco terrorizzati. Nessuno si arrischiava neanche a sfiorarlo. Erano giorni che non dormiva e non aveva alcuna intenzione di farlo, ma il suo corpo mostrava molti segni di stanchezza. Gli occhi arrossati, vari tic incontrollati e un nervosismo palpabile.
"Peccato che non sapete nemmeno dove si trovi il vostro caro compagno di squadra..."

"Scusami, ci sto provando, non la trovo!" si voltò un attimo a guardare Derek e lo vide che sorrideva amaramente.
"No, non devi rassegnarti, io la troverò, ho solo bisgno di più tempo!" urlò ancora e si sfilò una scarpa senza slacciarla, facendosi male alla caviglia. Provò a grattare la carta con il tacco e scoprì che funzionava leggermente meglio delle sue dita ormai consunte.

"Vieni qui" sentì sospirare alle sue spalle.
"No, mi avvicinerò soltanto quando riuscirò a trovare quella fottuta combinazione!"
"Uh, perfino una parolaccia. Te le sei risparmiate tutte per questo momento?"
Si rese conto che nella sua voce non c'era alcuna nota di divertimento, nonostante ci provasse.

"L'ho trovata! Derek, l'ho trovata!" strillò di gioia, alzando le braccia al cielo come un bambino che aveva appena ritrovato il suo giocattolo. La combinazione era ancora leggibile, sebbene fossero passati quasi vent'anni da quando era stata scritta.
La memorizzò in un attimo e si diresse verso la teca a passo di marcia.  

"Organizziamo più squadre di ricerca che possiamo, non deve essere molto lontano da qui!"
Hotchner si sbracciava, impartiva ordini a destra e a manca e la sua voce stava andando via via affievolendosi, ma non per questo si sarebbe dato per vinto.
Gli uffici del FBI sembravano dei formicai, impazziti per la sparizione della formica regina.
Spencer, nel frattempo, aveva già preso un auto e si era messo a perlustrare tutta la zona che lui stesso aveva provveduto a cerchiare sulla mappa.

"Ecco, ho inserito la combinazione!" esclamò sollevato, ma le rughe di stress e ansia non accennavano nemmeno a voler scomparire dal suo volto.
Aveva un strano presentimento...

Entrambi i suoi pugni si abbatterono sul volante.
Una volta.
Un'altra.
Un'altra ancora.
I capelli lunghi gli cadevano sul viso stanco, solcato da due profondissime occhiaie. Per tutti quei giorni in cui Derek era sparito, si era autocostretto ad ignorare quella mancanza oceanica che avvertiva nel petto, perché altrimenti sapeva che se si fosse abbandonato al dolore non sarebbe riuscito a lavorare.
Ed era il suo aiuto che a Derek serviva di più.
"Deve essere qui da qualche parte. Lo so, me lo sento!"
Per quasi una settimana era riuscito a tenersi dentro tutte le lacrime che aveva da piangere, ma anche lui sapeva di avere un limite.
Scoppiò in un pianto isterico, un pianto disperato. I muscoli della sua faccia si contorsero quasi deformandogli l'intero volto. Si coprì il viso con entrambe le braccia.
"No, non posso fermarmi adesso, ci sono quasi!" si tirò su tutto d'un colpo, con le lacrime che ancora fuoriuscivano dai suoi occhi, un tempo dolci, brillanti d'intelligenza e costante contentezza.

Un suono prolungato, come quello della segreteria telefonica, venne udito da entrambi.
Spencer spostò urgentemente lo sguardo sul timer. Mancavano pochissimi secondi allo scadere del tempo, ma il conto alla rovescia si fermò.


00:13



Reid stava per tirare un sospiro di sollievo, ma si accorse di un altro più terribile e angosciante sibilo.
Era una trappola.
Gli occhi di Morgan si riempirono di paura. Per la prima volta da quando si trovava lì dentro, temette davvero di stare per avere un infarto. Poteva sentire il suo cuore palpitare ad un ritmo eccessivamente incalzante proprio dentro il suo petto, quasi volesse sfondargli la cassa toracica. Il respiro divenne affannoso e con le braccia cercò di arregersi alle strette pareti della teca.
Guardò in alto e lo vide.

"Non so se voglio sapere come sono state uccise quelle povere anime..." sospirò Garcia corrugando la fronte. Eppure, era costretta a dover ascoltare ogni singolo particolare del caso.
"Erano tutte vittime di colore. Probabilmente un crimine dell'odio!" esclamò JJ, accompagnando la sua deduzione con una smorfia a dir poco disgustata.
"Può sembrare, ma le vittime sono state tutte rinchiuse in una teca. Il soffitto di questa teca presenta una piccola bocca, come se fosse una doccia..."
Hotchner non dovette continuare, era già stato abbastanza eloquente e al resto dei componenti del team non ci volle molto tempo per giungere alla conclusione.
Il gelo nella stanza a questa sua affermazione fece rabbrividire Spencer, anima sensibile dal cuore d'oro.
Morgan sbatté violentemente il suo pugno sul tavolo, facendo saltare le matite e le penne di tutti i suo colleghi. Garcia voleva quasi sgridarlo per la sua poca grazia, ma non appena si accorse dei suoi occhi ardenti di rabbia, scuri come ebano, si trattenne.
"Pensavo l'avessimo finita con queste stronzate da qualche decennio, ormai!" ringhiò, alzandosi dal tavolo  e andandosene a passo di marcia, sbattendo la porta in malo modo.
Da quel momento, nessuno l'aveva più visto né sentito.

"Reid"
All'iniziò fu solo un singhiozzo, poi si trasformò in un lamento e infine in un grido disperato.
"Reid, fai qualcosa ti prego!"
Batteva i pugni sul vetro, ma quello nemmeno si scalfiva.
Al contrario, Reid sentì la sua vita cadere in pezzi.
"Reid, non startene lì impalato. Reid, Reid guardami!"

"Non c'è più molto tempo..." sospirò Prentiss. L'avevano chiamata per dare una mano. Una volta saputo della scomparsa di Morgan, aveva preso il primo volo da Heathrow per Quantico.
"Mangiarti furiosamente le unghie non cambierà le cose"
La mano grande di David Rossi si strinse intorno al polso esile di Emily in modo paterno.
"Sono molto preoccupata, non riesco a farne a meno quando sono preoccupata" sospirò, infilandosi entrambe le mani nelle tasche e stringendole a pugno.
"Vedrai, lo ritroveremo" dichiarò Rossi, ma nemmeno lui era sicuro di questo.

"La sostanza utilizzata in questa sorta di doccia è lo Zyklon B" lesse lentamente Hotchner. Non dovette nemmeno alzare lo sguardo, che Reid aveva già inizato ad esporre le sue conoscenze in materia.
"Lo Zyklon B è un agente fumigante a base di acido cianidrico utilizzato come agente tossico nelle camere a gas di alcuni campi di sterminio nazisti, in particolare Auschwitz. Si presenta in granuli bluastri composti da polpa di legno o terra diatomacea. Inizialmente aveva anche una componente irritante, in modo da avvertire le persone della sua presenza prima che si dissolvesse nell'aria, ma questo agente venne in seguito eliminato da un ufficiale tedesco".
Reid tentò di deglutire, ma il groppo che gli si era formato in gola era troppo grande da mandare giù.

Gli occhi di Morgan si fecero rossi.
"Spencer"
Stavolta fu più un sussurro, ma il sentirsi chiamare per nome risvegliò Reid dal suo torpore.
Si avvicinò alla teca e la guardo tutta, dall'alto verso il basso. Scrutò il vetro che lo separava da Derek, il vetro che lo separava dal suo mentore, colui che l'aveva sempre sostenuto, aiutato, ascoltato.
"Derek"
Appoggiò il suo palmo destro sulla teca, le dita perfettamente separata tra di loro, quelle piccole dita storte che Morgan soleva accerezzargli quando non riusciva ad addormentarsi sull'aereo, mentre ritornavano da chissà quale città sperduta dell'America.
"C'è qualcosa che puoi fare, dottore?" gli chiese dolcemente il moro.
"No, non credo" asserì, sconfitto. Abbassò lo sguardo e sentì nuovamente le lacrime bagnargli le guance.
"Guarda le tue mani... Sono un disastro!" sorrise Derek, cercando di incrociare il suo sguardo con quello del piccolo Reid.
"Lo.. lo sono sempre state" rispose, strofinandosi gli occhi con la manica della felpa.
"Scusa" mormorò Spencer e in quel momento si accorse di voler morire lui al posto suo. Non era giusto.
Non era giusto che fosse Morgan a perdere la vita prché lui non era stato in grado di trovarlo in tempo.
Derek alzò la sua mano sinistra e la fece combaciare con quella di Reid ancora appoggiata al vetro.
"Non fa niente, piccolo"
Il minore tornò ad alzare lo sguardo.
"Io... credo di amarti, credo di averlo sempre fatto" affermò, pronunciando lentamente quelle parole. Voleva che se le ricordasse sempre, non riusciva ancora a realizzare che l'uomo davanti a lui stava per morire.
Derek sorrise a sentirlo.
"È bello che tu lo dica, Spencer"
Non sembrava più terrorizzato come poco prima.
"Ti amo" ripeté ancora, come per dare più forza a quel suo sentimento, a quell'emozione che gli faceva remare le mani.
"Anche io, Spencer. Anche io..." sospirò, guardandolo negli occhi, poco prima di accasciarsi al suolo. Ed anche il cervello matematico e geniale di Reid, a quella scena orribile, non resse.
 






"Reid, Reid..."
Tremava, tutto era buio, sentiva due grandi mani stringergli le spalle, scuoterlo potentemente. Poi, un calore strano lo pervase a partire dalla sua guancia e si propagò per tutto il resto del suo viso delicato.
Sentiva di star sudando, aveva la fronte bagnata, ma qualcosa stava asciugando la sua pelle umida.
"Apri gli occhi, coraggio" riconobbe quella voce. Apparteneva a qualcuno di familiare, qualcuno che più di una volta gli aveva fatto tremare il cuore nella sua vita.
Dischiuse lentamente le palpebre, e fu immensamente grato a qualsiasi Dio esistesse in Paradiso quando davanti a se trovò un paio di occhi scuri come la pece. Nonostante gli anni gli avessero avvizzito la pelle, quegli occhi rimanevano ancora brillanti e dolci come lo erano sempre stati.
Sospirò sollevato.
Aveva la gola secca, le labbra erano come incollate tra di loro, ma riuscì comunque a farneticare: "Derek..."
"Spencer, sono qui".
Due grandi braccia lo strinsero e gli dettero la forza di aprire completamente gli occhi.
Il volto di Derek si trovava a pochi centimetri dal suo e il più piccolo ignorò la lieve preoccupazione che aveva letto nel suo sguardo. Gli accarezzava i capelli ormai bianchi con la mano tremante e intanto sorrideva. Mille rughe ricoprivano la sua pelle, ma a Reid sembrò comunque meraviglioso.
"Sempre il solito incubo?"
Il minore annuì piano, tentando di scacciare via dalla sua mente le ultime immagini di quel tremendo sogno che lo perseguitava da anni.
"Ricordami ancora com'è che ne siamo usciti vivi, ti prego" esortò Spencer.



Così Derek, nonostante fosse stanco e gli facesse tremendamente male la schiena, cominciò a raccontargli per la millesima volta come Garcia fosse riuscita a rintracciare il GPS dell'auto di Reid e ad indirizzare appena in tempo i loro compagni di squadra verso l'edificio giusto. Al resto ci aveva pensato la SWAT e l'ambulanza.





Non appena ebbe finito il suo racconto, Derek si accorse che Reid si era rimesso a dormire, ma stavolta un sorriso beato gli solcava tutto il viso segnato dal tempo, tutto il tempo che avevano trascorso insieme.
Quella notte pianse, Derek Morgan, e non solo perché al ricordo del suo rapimento gli tornò in mente tutta la paura che aveva avuto di non farcela, di non uscirne vivo.
Quella notte, Derek Morgan versò tutte le lacrime che aveva in corpo perché, dopo tutti quegli anni in cui l'alzheimer gli aveva quasi completamente mangiato il cervello, Spencer Reid, poco prima di spirare, l'aveva di nuovo riconosciuto.
Ed era l'ultima volta che lo avrebbe fatto.



















Saaaalve a tutti!
Ed eccomi qua, dopo chissà quanto tempo con la mia prima OS in questa sezione. Seguo da sempre Criminal Minds, credo sia una delle mie serie preferite in assoluto.
Perdonatemi lo slash, ma shippo Derek e Spencer insieme più di quanto ami la mia stessa vita.
Bene, grazie mille a chi l'ha letta. Mi farebbe molt piacere se qualcuno la recensisse e mi facesse sapere come l'ha trovata.
In genere ho non poche difficoltà con il genere drammatico, per cui ogni critica è ben accetta :)

Alla prossima,




Adele x.
  
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