Ho modificato il testo per aggiustarlo
E prendo l’occasione per ringraziare Sakura, la mia sballatina
che mi segue sempre.
Ed Etain per la sua lunga, e
accurata analisi, ti ringrazio, significa molto, perché vuol dire che qualcuno
legge la mia storia con passione, non tanto per fare.
Profumo di Vita
Molly, entrò nella
stanza con un’arma in mano, non era una arma babbana,
ne un’arma comune del mondo magico come una bacchetta, era un’arma terribile
chiamata macchina fotografica.
Odiavo le fotografie,
continuare a sorridere davanti a quell’obiettivo mi sembrava inutile e
quantomeno stupido, perché bisogna ridere? Inoltre, ho
sempre odiato che mi facessero delle fotografie non
son un soggetto degno di ricordo, io sono Remus Lupin, un lupo mannaro, dalle
foto non si vede, ma si può notare invece da altri segni come le cicatrici sul
mio volto, ne riporto diverse dall’ultima luna piena, poi i capelli biondicci
castani, striati di grigio, il mio viso e i miei occhi so che appaiono sempre
un po’ malinconici, perché questa è la mia natura, ci son tante cose più belle
da ricordare, che un lupo solitario…
Fortunatamente mamma
Weasley sembra intenta ricordare questa vigilia di natale insieme ai figli, infatti sta prendendo per le braccia i due figli maggiori
convincendoli ad alzarsi per la foto. I due fratelloni, uniti quasi quando i
due gemelli, si alzano a malavoglia, si mettono in posa, ma le foto magiche si sa non catturano solo attimi, quindi i due cominciando a
scherzare con i loro atteggiamenti troppo pomposi, trovandosi a scherzare e a
ridere, sono davvero buffi quei due, ottimi oggetti per una foto. Non sembra
però la donna sazia di aver catturato quel momento, così si avvicina ai figli
minori che insieme a Harry e Hermione stanno giocando. Gli
intima di alzarsi e il ragazzo Ron e la ragazza Ginny si alzano sul
posto rimanendo impalati, la signora Weasley non sembra soddisfatta, Ron si
gira verso sua sorella ridendo e anche lei ricambia, così lui le passa un
braccio sulle spalle e le smuove la chioma con la mano, lei gli ricambia un
versetto simpatico e la linguaccia, gli Weasley erano una famiglia fantastica,
sono tutti così uniti, così dolci tra di loro, tranne Percy, ma quello è un
caso strano e sono sicuro rinsavirà prima o poi. Ecco le altre due vittime fare
a loro insaputa ingresso nella stanza, viste e prese, un attimo dopo i due si
guardano con i loro identici ghigni di gemelli, Fred e George, o George e Fred
solo loro madre riusciva sempre a riconoscerli, anche
se loro fanno in modo di farla impazzire, eccoli li sorridere, come due
angioletti davanti alla macchina, chissà cosa hanno combinato su nella loro
stanza, avranno inventato un’altra delle loro incredibili diavolerie, quei due
sono due menti brillanti, un po’ sprecate magari, ma il loro lavoro sembra
rendere bene gli sforzi.
Altre due vittime
sistemate e adesso? Adesso i due “quasi figli”, hanno passato da quando
conoscono Ron più tempo con questa famiglia che con i loro genitori, bèh Harry
i genitori non gli ha più, ma per quelli che sono i suoi unici parenti, sembra
sempre ben disposto ad abbandonarli alla prima occasione, e Hermione è una
strega davvero brillante, non so cosa le manchi nella
sua famiglia, forse non la capiscono fino in fondo, anche se credo che le
vogliano bene, ma forse si sente più parte di questo mondo che quello dei
babbani da dove viene, in effetti fuori della scuola quella ragazza è un po’ un
mistero. Ecco le vittime alzarsi, si avvicinano l’un
all’altro e sorridono, abituati sicuramente alle foto babbane che riprendono un
attimo però questo non finisce, così che si guardano e si mettono a ridere,
subito Hermione abbraccia Harry che stringe l’amica, un bel quadretto. Nessuno
nota, e nemmeno io, che i loro amici li guardano avidi, gelosi di quel rapporto
affettivo, che non era in realtà niente di più che amicizia, per Hermione e
Harry.
La signora Weasley
sparisce in cucina, sembra finalmente sazia di vittime, e sta tornando alla sua
base la cucina.
Io mi rilasso nuovamente
sul mio libro, un saggio trovato nella libreria Black, rubato per l’occasione e
portato con me alla Tana.
La mia mente impegnata
nella lettura non coglie subitoli il rientro della donna nella stanza, ma sente
distintamente la voce di lei “Remus” “Tonks”…
Mi gelo sulla poltrona,
doppia fregatura questa. Per prima cosa vuole fotografare me, antifotogenico, e
riluttante in queste cose, seconda cosa, come tutte le foto fatte finora devo condividerla, e con chi? con
Tonks! si proprio lei che cerco di evitare; non
evitare nel senso di non stare nella stessa stanza, visto che le due poltrone
in cui ci siam sistemati, entrambi immersi nella
lettura, lei della gazzetta del profeta, io nel mio saggio, non esattamente più
lontane di due metri, ma quel che basta per esser lontana da lei, per non
starle troppo vicino, quel che basta per non percepirla o per non notarla
troppo bene, in pratica sto evitando ogni contatto.
Prima tattica faccio
finta di nulla, non l’ho sentita stavo leggendo, ma
ovviamente non serve a nulla perché lei mi richiama “Remus alzati che facciamo
una foto”questa come posso averla non sentita è davanti a me, alzo lo sguardo e
invento le prime scuse “no Molly meglio di no non son un bel soggetto da
fotografare”, poco convincente, pessima seconda tattica, ma cosa mi credo, ho
Molly davanti “non fare lo scorbutico Remus, andiamo è la vigilia di natale
siamo tutti insieme, ci servono le foto di questi momenti, e non sei affatto un
pessimo soggetto”, “no Molly seriamente rovinerei la foto, lascia stare ci son
tante persone meglio a cui…” lei mi guarda alzando gli occhi al cielo “a cui ho
già fatto la foto! andiamo signor Lupin, (sarcastica)
se la macchinetta ha resistito a una foto ad Alastor Moody resisterà anche al
fascino del nostro professore” ok sono decisamente imbarazzato, Tonks si gira un
attimo, guardando dove sono, ma senza incontrare o cercare i miei occhi.
Lei è ancora innamorata
di me, spesso me lo ricorda e mi fa sentire malissimo, è una ragazza
incredibile, piena di forza, e energia che non ci si
aspetterebbe da una della sua età, è matura, e è, difficile non ammetterlo, una
bella ragazza, ma non è quest’ultimo pensiero ad
avermi attratto di più da lei, ma il fatto che sia un donna forte, ha
un’incredibile energia, vitale e magica, un mix che fanno di lei un perfetto
auror e una bella persona. Peccato che in questi ultimi mesi appaia
più spenta e affranta, anche esteriormente, capelli biondo quasi grigio,
smorto, e non il solito rosa che la rende così buffa e luminosa, sono
consapevole di esserne la causa, ma non posso fare altro che assistere a quel
triste spettacolo, ogni volta che provo a farla ragionare mi trovo inguaiato
nelle sue ragioni, vedendo le mie difese e le mie motivazioni andare quasi in
frantumi e cerco di scomparire, per non cadere del tutto.
Io le voglio bene, le voglio così bene che
dopo un anno di fantastica amicizia, quando anche io ho sentito quel sentimento
più forte, ho cercato di frenarla, perché non è giusto che io stia con lei, è
questo quello che lei desidera, avermi accanto per la
vita, perché insieme potremmo vivere felici, tenerci e curarci l’uno
dell’altra, anche solo pensarlo mi fa male, so che sarebbe possibile, ma
sarebbe per tutta la vita?come potrei pensare che una giovane voglia stare per
sempre con me, io son già vecchio e lei è nel fiore degli anni, si stancherà,
anche se ha dimostrato determinazione in tutti questi mesi, ancora la mia mente
vacilla con lei.
Ma comunque
non è giusto, io sono…sono un licantropo, un lupo mannaro, un bestia, una
creatura temibile e estremamente pericolosa, come potrei stare con una persona
per tutta la vita giurando di proteggerla, quando la prima cosa da cui devo
proteggerla sono io stesso, lei dice che questa cosa non gliene importa, ma
importa a me, sento sempre le sue parole ripetermi ogni volta che glielo ricordo,
dirmi che non c’è bisogno di difenderla, che sa farlo da sola, e che per quel
poco tempo in cui la mia natura sarebbe uscita, avrebbero preso precauzioni,
era una cosa giusta e realizzabile ma bastava uno sgarro, un portone, una
gabbia chiusa male, per distruggere tutto, ma persino con queste paure nel
cuore, ogni volta che penso alle sue ragioni rieccoli i pensieri vacillavano.
E adesso Molly chiedeva
a me di avvicinarmi pericolosamente a lei, per una fotografia, rischiando di
farmi perdere la ragione e l’equilibrio nato in me, tenuto su solo dal fatto
che io riesco a mettere sempre almeno un metro o più
tra di noi.
“Andiamo gente non ho
tutta la sera è già tardi e sono stanca quindi avvicinatevi e facciamo questa
foto” Molly sembrava perdere la pazienza, faccio un passo nella sua direzione,
lei fa lo stesso, siamo come due pali in piedi, non
collaboriamo neanche lontanamente, e che facciamo? Niente!,
nemmeno Harry e Hermione abituati alle foto babbane stavano così impalati. La
signora Weasley che si era portata la macchina
fotografica pronta per scattare, rilascia questa lungo i fianchi, guardandoci
storto “possiamo fare di meglio, credo che la cena vi abbia già saziato non
penso proprio che vi mangerete”, potrebbe succeder di peggio Molly, un altro
passo di entrambi, ecco sto abbattendo i confini che mi stavo ponendo da lei,
questo è pericoloso. “ok Remus fai un passo avanti...Tonks tesoro vai verso la
tua sinistra…ancora un po’” lei si trova accanto a me, i nostri corpi solo per
un precario equilibrio non si sfiorano siamo troppo vicini, perché lei è qui
“ecco quasi perfetto Tonks indietreggia un paio di centimetri” la signora
Weasley ha la macchina fotografica e finalmente sta scattando. E Io sono qui,
con il suo braccio e il calore del suo corpo appoggiato al mio addome, il mio
mento sfiora i suoi capelli leggermente viola scuro stasera, forse sei riuscita
a cambiarli, non me ne ero accorto. E’ incredibile, ma
come fai a farmi sentire così, era talmente tanto tempo che non ti stavo vicino? Questi capelli vicini al mio volto hanno
sempre avuto questo magnifico profumo?
Perché adesso lo sento
il tuo profumo e sento che mi entra dentro, che mi inonda
e mi dona vita, fa andare in tilt ogni cellula del mio corpo. Il tuo calore,
posso sentirlo qui che sfiora il mio, anche tu te ne accorgi
vero? e quando smuovi il braccio per far qualcosa in
questa situazione imbarazzante, ma forse te ne accorgi anche tu che non è stata
la soluzione migliore, perché questo finisce per toccare, e poggiarsi
involontariamente sul mio petto, in questi pochi secondi di contatto ho sentito
il mio corpo andare in fiamme, e mi è venuta una voglia matta di guardarti. Ma
il perché, questa cosa è venuta in mente anche a te nello stesso momento, non
me lo spiego, siamo a un soffio l’uno dall’altra, due
volti già imbarazzati e rossi, perché anche tu lo sei si nota sulle tue dolci
guance, non devo pensarlo! ma sono catturato dai tuoi
occhi blu, perché lo faccio, non devo guardarti, mi faccio solo del male,
eppure mi sento benissimo perso in quell’oceano di emozioni, sostengo tutto
questo per qualche secondo prima di fare qualcosa di sensato o molto stupido mi
giro imbarazzato verso un’altra direzione, un secondo dopo tu fai lo stesso. E ecco finalmente che Molly e il suo strumento si abbassano,
lei lancia uno sguardo verso di noi, non voglio sapere quale, sto dando le
spalle, son sicuro che lei la sa lunga.
Quando mi volto
nuovamente se n’è andata, ma al suo posto c’è sempre Tonks, mi guarda un
attimo, leggermente gli si increspano gli angoli della
bocca, in un accenno di sorriso. Prima che il mio corpo possa
rispondere, prendi la direzione della porta, e esci in giardino, forse ti stai
per smaterializzare, ma non hai salutato nessuno prima.
Io ascolto per un po’ il
battito del mio cuore, perché questo non vuol proprio rallentare, devo aver qualche problema cardiaco, o magari il cuore vuol
dirmi qualcosa, ma il cuore può parlare? No, non credo, ma lo
si può ascoltare, tun tun
tun, ecco la cosa più stupida che si possa pensare
perché il cuore ha detto: Tonks, invece che tun? Ma che centra lei, lei non è nel mio cuore o forse si? Un
attimo, un secondo dopo, mille colori mille immagini di lei appaiono davanti a gli occhi, come tante fotografie, lei che mi sorride, lei
che mi spinge, lei che cade, lei che mi rimprovera, lei che mi si avvicina, lei
con uno sguardo di supplica e infine lei poco fa con i suoi occhi azzurri, e
quel profumo, perché lei è tutto questo.
Non me ne accorgo nemmeno, le gambe fanno un passo e poi un altro,
verso la porta d’ingresso. Lo sguardo vaga per il prato bianco di neve. Quella
neve ha un bianco così naturale, che potrebbe far luce e
infatti ti vedo sotto un albero, dove non c’è neve, che sei seduta
guardandoti intorno. Non me n’èro nemmeno accorto, ho
preso il mantello prima di uscire, lo sento sotto le mani mentre mi avvicino
verso di te. Tu alzi il tuo sguardo sorridente, quanto tempo che non ti vedevo così, vorrei fosse per sempre, e io cosa faccio…ti
rispondo.
L’avevo detto che tenere
le distanze di sicurezza sarebbe stato necessario, adesso che queste erano
state abbattute ero caduto, lo ero io, e lo erano le mie vacillanti certezze,
mentre mi siedo vicino a te, sento nuovamente quel
profumo straordinario, che fa venir voglia di saltare, sorridere, cantare. Sono
seduto accanto a te, tanto vicino che le nostre ginocchia sono attaccate, le
braccia e le spalle sono praticamente adiacenti. Mi
giro e tu sei li, la tua chioma è così vicina, ti volti verso di me e ci
rincontriamo in quello sguardo, sorridi e abbassi gli occhi
nuovamente rossa in volto, io ti guardo ancora, come avevo potuto
perdermelo per così tanto tempo?
“Tonks hai davvero un
buon profumo” potrebbe sembrare una cosa stupida, anche per cominciare un
discorso che non veniva fatto da diverso tempo
“grazie” risponde lei calma, io continuo
“sa di te, mi ricorda
sempre te, perché è profumo di Vita” lei si volta, la vedo emozionata, e sento
in lei un leggero brivido scorrere, so che non è il freddo ma l’emozione, ormai
le barriere son crollate, prendo il mantello e le dico
“stai tremando vieni, ho
portato il mantello”. Per chi non conosce i mantelli dei maghi
questi sono molto grandi e ampi tanto che lei viene coperta sulle spalle e
questa basta incredibilmente anche per coprire me, senza bisogno di stringersi
tanto, ma perché privarsi di quel contatto.
Qualche minuto di
silenzio scende sul nostro covo sotto il grande albero, è incredibile come non
riesco a percepire il freddo della sera e della neve. Devo parlare, devo
decidermi, tu lo hai fatto anche troppe volte, devo essere io questa volta, ma
trovare le parole è davvero difficile
“Ecco, tonks tu sei
sempre, cioè tu vuoi sempre…” incredibile quanto fosse
difficile, ma qui lei arriva in soccorso e con un’incredibile energia per
pronunciare solo due lettere, per esprime il tuo
“si” mi volto sorpreso
dalla sua risposta, senza che io abbia formulato davvero una domanda, i tuoi
occhi brillano, riesco a vederlo anche al buio
“io, ecco, Remus io la
penso come prima su di te, non cambierò mai i miei sentimenti” sento una
promessa nel vigore nelle tue parole, ma come fai?, la
tua forza la tua speranza vive sempre nonostante tutte le volte che ti
allontanata e rifiutata. Abbasso lo sguardo
“lo sai vero che non è
facile per me, io sono quello che sono, non sarò mai umano completamente, e
quando mi trasformo non sono più la creatura che potresti amare, quella non
ama, quella vive d’inerzia e d’istinti” la mia voce si è abbassata
“Remus, io accetto tutto
di te, so cosa sei quelle notti e non l’ho mai sottovalutata, ne cercherò mai
di farlo, quando staremo lontani e non potrai amarmi io lo farò per te anche se
in un’altra stanza anche se in luoghi diversi” lei avrebbe amato, ci credevo,
lo credeva possibile, lei aveva capito quanto fosse pericoloso, era un’auror
dannazione ne avrà magari affrontati altri come me, la
sto proteggendo da qualcosa che lei conosce, ha capito, perché mi frenavo
allora…
“sai anche che io sono
già avanti con l’età, tu sei una bella e giovane ragazza, potresti volere
qualcuno più giovane più forte più sicuro” scuoti la testa e sorridi, i tuoi
occhi sono lucidi
“non lo voglio uno più
giovane, con te Remus io mi sento al sicuro, tu sei un mago estremamente
forte e capace insieme possiamo fare una coppia brillante” il tuo sorriso mi
illumina sento qualche battito, fare cilecca,
“Ninfadora non ho niente
da offrirti tranne me stesso, non ho casa, non ho soldi e nemmeno un lavoro” un
piccolo singhiozzo mentre ridi, come sei buffa e tenera adesso non posso non ridere guardandoti
“non ho bisogno della
tua dote, io ho già la mia casa e può diventare la nostra, il lavoro verrà ti
darò io una mano, e i soldi, non voglio una persona
per i suoi soldi, se tu mi ami questo varrò più di tutti i galeoni che la gringott contiene.” Ti guardo fisso
i tuoi occhi prima di rispondere
“questo posso farlo”
eccola, la piccola e umida lacrima solitaria che scende dai tuoi bellissimi
occhi sulla guancia, l’asciugo. E nel farlo mi chino
verso di te con lentezza, per assaporare questo momento, le mie labbra sfiorano
le tue, e ti bacio.
Un tenero bacio carico
di tutti i sentimenti che riusciamo ad esprimere, che
ci unisce non solo fisicamente, ma che fa battere i cuori all’unisono, che fa
dimenticare del resto del mondo, della guerra, degli altri, perché in questo
momento nel mio cuore ci sei solo tu Ninfadora, e io sono nel tuo. Ci separiamo
e appoggio la fronte sulla tua, e tu sorridi, come faccio a non fare lo stesso,
adesso siamo una cosa sola. Quel lungo bacio viene seguito da tanti piccoli e dolci baci.
“Dora come posso
scusarmi per tutto quello che ti ho fatto passare, per il tempo che ti ho fatto
attendere”
“niente Remus, non puoi
fare nulla, non si può cambiare il passato, ma nel presente puoi cominciare
abbracciandomi” le mia braccia passano sotto il
mantello e dietro la tua schiena, ti cingo e tu ti appoggi a me, il mantello è
troppo grande adesso, la tua testa sul mio dorso, ci lascio sopra un tenero
bacio, e ispiro ancora il tuo profumo, promettendomi di non dimenticarlo mai,
di far si che quel profumo di Vita sia la mia ragione di andare avanti.