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Autore: flawmitchie    06/01/2015    0 recensioni
Il lupo mi osserva da lontano, segue le mie mosse, imita i miei passi.
So che vuole avermi, sono la sua preda e un giorno mi catturerà.
Sono cappuccetto rosso, non dovrei dar retta al lupo, ma la sua voce mi ammalia,
il suo respiro mi accudisce mentre le sue braccia mi stringono sempre più forte fino a mozzarmi il respiro.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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In the wood

 Just truts in me 🌷

Prologo

 
Quel mattino mi svegliai presto perché volevo gustarmi il mattino del bosco, il canto degli uccelli, lo scroscio delle foglie, il sussurro del vento fra gli alberi, desideravo sentirmi libera come la natura. Dopo essermi preparata mi misi la felpa color rosso scarlatto per potermi rifugiare sotto il cappuccio  ed uscii di casa. Appena mi accorsi di andare spedita verso la strada asfaltata mi colsi a maledire per l’ennesima volte la mia testa che era perennemente fra le nuvole e poi mi voltai imboccando il sentiero sterrato che conduceva al bosco. Mentre camminavo mi accorsi che il silenzio era devastante, ed avevo i nervi a fior di pelle per questo- so di essere strana dato che la quiete mi innervosisce ma non succede sempre. Mi misi le cuffiette ed iniziai a canticchiare al ritmo di ‘God help the girl’ sollevata dal fatto che nessuno poteva essere nei paraggi. Muovevo un po’ i fianchi a ritmo, cosa non bella da vedere, per quanto sono scoordinata. Appena vidi il mio tronco steso sul terreno fui sollevata perché finalmente potevo sedermi. Avevo diverse ipotesi che spiegavano la caduta di quell’albero ma mi piaceva credere che fosse cresciuto così, come se sapesse della mia esistenza e volesse darmi conforto in tutte le giornate che passavo in quel paradiso. Nel momento stesso in cui mi posai sulla corteccia fui colpita da un colpo di sonno e mi lasciai andare stesa su di essa.
 
Udii un rumore insolito. Aprii gli occhi di colpo alzandomi di scatto. Le cuffiette erano a terra insieme al mio telefono, non vedevo nessun animale. Iniziai ad andare in panico.
“Perdonami.” Una voce profonda mi fece sussultare. Mi voltai. Lui mi guardava con curiosità. I suoi occhi color smeraldo erano puntati su di me. Mi domandai se avevo qualcosa fuori posto e cominciai ad andare in panico. Lui scoppiò a ridere rivelando dei denti perfetti anche se leggermente ingialliti che gli illuminarono il viso, si passò una mano fra i capelli e l’altra sul mento, solleticandosi una barba che stava ricrescendo. Rimasi a bocca aperta senta poter dire nulla. Anche se portava un impermeabile color camoscio riuscivo a vedergli i pettorali dal maglioncino troppo stretto che indossava. Scossi la testa e lui capì. Si alzò e mi venne vicino.
“Tranquilla, sei al sicuro.” Sussurrò con un tono rassicurante mettendomi le mani sulle spalle. Tirai tre respiri profondi. Non capivo nulla. “Sono Elton.”
Scoppiai a ridere. “Come Elton John?” Abbassò lo sguardo nascondendo un sorriso.
“Si, come Elton John. Mi piacerebbe sapere anche il tuo di nome…” Rispose guardandomi divertito. Indietreggiai. Un mare di domande mi balenò in testa: chi era questo sconosciuto? Perché mi stava guardando dormire? Che ci faceva di domenica mattina in pieno ottobre nel bosco?
“Meredith…” Risposi esitante. Mi pose una mano sulla schiena avvicinandosi troppo. Sentivo il suo fiato, lo vedevo mentre si condensava a due centimetri da me. Non riuscivo a respirare, era come avere un angelo davanti agli occhi. Mi dimenticai tutte le mie paure, persi il mio buon senso.
Avvicinò il viso a mio e chiusi gli occhi. Sentii le sue labbra posarsi sulla mia guancia, a pochi millimetri di distanza dalle mie. Tirai un sospiro delusa dal bacio fin troppo platonico e riaprii gli occhi. Davanti a me il vuoto. Non avevo idea di dove fosse finito, a dire il vero non ero nemmeno troppo sicura che ci fosse stato. Recuperai le mie cose e mi avviai verso casa ancora intontita per via di quel che era- o non era- successo.
 

 
 
 
  
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