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Autore: ButterflySeven    07/01/2015    10 recensioni
Belle è una ragazza di 23 anni, iscritta al terzo anno di Beni Culturali all'accademia di Belle Arti.
I sui problemi iniziano quando il professor Hood la rimanda per la seconda volta all'esame di storia dell'arte contemporanea 2.
Cercherà disperatamente aiuto in qualcuno che ne sappia più di lei in fatto d'Arte ed il padre dell'amico Baelfire, famoso storico dell'arte, sembrerebbe il candidato ideale... Ma tutto ciò, a quale prezzo?
[Rumbelle - coppia principale] secondarie Baelfire/Emma ed Emma/Killian
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17
 
Piccoli vagiti interruppero all’improvviso il silenzio della stanza.
- Emma, è un maschio!- disse il ginecologo rivolto alla giovane mamma.
- Un maschio? Ma è meraviglioso!- commentò Mary Margaret stringendola forte, dimenticandosi che aveva appena fatto nascere quella piccola creatura.
I medici le avvicinarono il piccolo, consegnandolo tra le sue braccia, ancora sporco dal lungo travaglio.
- E così sei arrivato, piccolo Henry…-
Emma lo strinse a se con cura, spaventandosi di farlo cadere per terra.
L’emozione che provò in quell’istante, fu la più intensa della sua vita. E senza che potesse rendersene conto, pianse di gioia, perché per la prima volta, dopo tutti quei mesi di sofferenze, seppe che quel bambino fu un vero e proprio dono del cielo.
Emma credeva di aver perduto tutto, ma non era così. La sua nuova vita iniziava adesso, perché finalmente aveva qualcosa per cui lottare davvero.
Sollevò il capo istintivamente e osservò il tetto immaginandosi che lo spirito di Bae fosse lì con loro.
“Stai tranquillo, Bae. Lotterò per lui con tutte le mie forze. E’ il nostro piccino e ne avrò cura come il più prezioso dei tesori”.
 
-Perché sono ancora lì dentro?- le chiese Robert, che non faceva che muoversi da una punta all’altra della sala d’attesa, seguito in buona compagnia da Killian e David, che proprio non volevano saperne di rimanere tranquillamente seduti.
- E’ un parto!- disse Belle esasperata – è normale che ci voglia del tempo… Possono passare anche intere nottate! Sta dando alla luce un figlio, non è una cosa da poco! E non è nemmeno come aspettare il proprio turno alla cassa del supermercato!-
- Sì, ma qui non si vede nessuno! Il ginecologo non è uscito nemmeno una volta per informarci!- aggiunse Killian preoccupato.
- Non posso credere a ciò che ho appena sentito. Non puoi pensare sul serio che il ginecologo si preoccupi di noi, in questo momento! La priorità è Emma!-
- Si, però qualche infermiere può anche degnarsi di farci sapere qualcosa!- insistette David.
A quel punto Belle capì che non c’erano speranze con tre uomini contro, così li lasciò fare e si concentrò ad osservare le lancette dell’orologio per distrarsi.
Per sua fortuna, dopo meno di dieci minuti, Mary Margaret uscì dalla sala parto e le infermiere si affrettarono a portare Emma nella stanza che le era stata affidata.
- Allora?- chiese David avvicinandosi alla moglie.
- E’ un maschio! Ed è bellissimo…- disse entusiasta baciando il marito.
- E quando possiamo vederli?- chiese Killian apprensivo.
- I medici hanno detto che sarebbe meglio aspettare domani all’orario di visita. Potete venire dalle 10 in poi-
- Allora saremo qui domani, così le posso portare un mazzo di fiori!- disse Belle emozionata.


 
Tornarono a casa che era quasi l’una di notte.
Era successo tutto molto in fretta.
Belle stava chiudendo la biblioteca quando Killian la chiamò agitato, per dirle che stava accompagnando Emma in ospedale perché erano iniziate le doglie.
Era un’afosa serata di fine luglio, ma Belle iniziò a sudare nonostante ci fosse il climatizzatore acceso.
- Ok, sto arrivando!- rispose riattaccando.
Così corse da Robert e insieme si affrettarono a raggiungere l’ospedale.
In sala d’attesa avevano trovato Killian e David, mentre Mary Margaret aveva seguito la figlia in sala parto, data la mancanza del padre.
Erano state delle ore piene di tensione, ma soprattutto di una forte dose di emozione. E tornare a casa, sapendo che Henry era finalmente nato, fece assaporare loro ancora di più la leggera brezza estiva della notte.
 
 
L’indomani si presentarono in ospedale all’orario di ricevimento.
Belle vide Rober stringere convulsamente il bastone e seppe cosa gli stesse passando per la testa.
- Non essere nervoso, conoscerai tuo nipote!-
- Esatto! Conoscerò il figlio di Bae! Conoscerò mio nipote!... E se non fossi all’altezza?-
Belle arrestò il passo e lo fissò intensamente.
- Ascolta, capisco le tue paure, ma vedrai che sarai un nonno adorabile… Lo sono tutti, con i nipotini!-
Robert non sembrò particolarmente convinto, ma lei non ci pensò due volte ad afferragli la mano e trascinarlo nella camera di Emma.
- Ehi!- salutò entrando – si può?-
- Belle, signor Gold! Benvenuti!- li accolse Emma.
In stanza c’erano anche Mary Margaret, David e Killian, così Belle salutò tutti loro e poi si avvicinò a Emma, che teneva in braccio il piccolo appena nato e gli fece vedere il cesto di fiori che le aveva portato.
Belle lo osservò attentamente ed era così piccolo e minuto tra le braccia di Emma.
- E’ bellissimo…- commentò Belle emozionata.
- Sì, lo penso anch’io… E grazie per i fiori, sono stupendi!-
- Questo piccoletto si merita solo il meglio!- rispose sorridendo.
- Signor Gold, avvicinatevi pure…- disse Emma, alzando appena il corpicino di Henry.
Belle si fece da parte, così come David che era accanto a lei.
Robert camminò lentamente, poi Belle lo vide poggiare il bastone e avvicinarsi esitante al bambino.
 Alcuni momenti, Belle aveva l’impressione che l’uomo camminasse un po’ meglio quando era in preda all’emozione e quello era sicuramente uno di quei momenti, perché il suo passo risultò molto più sicuro del solito.
Emma scoprì il corpo del piccolo, completamente avvolto in candide lenzuola e quando l’uomo si avvicinò, il bimbo alzò un braccio e lo portò in avanti.
Robert, a quel punto, avvicinò le dita tremanti e fu lì che nonno e nipote ebbero il primo, timido contatto. E Belle lo vide compiere un gesto che raramente si concedeva in pubblico.
Sorrise. Sorrise di pura e semplice gioia.
 
 
I mesi volarono velocemente e Belle era impegnatissima con la biblioteca e con le sue mostre d’arte.
Luglio era ormai arrivato e stentò a credere che fosse passato quasi un anno dalla nascita di Henry.
La sua vita si era finalmente stabilizzata. Conviveva con Robert da più di un anno e la loro vita di coppia procedeva senza intoppi.
Ogni giorno trovavano sempre nuove cose da condividere, tanto che diventarono indispensabili l’uno per l’altra.
Questo non le impediva di mantenere i rapporti con gli amici e uscire tutti insieme nei week end.
All’inizio fu dura integrare Robert nel gruppo, specie perché gli amici si sentivano in soggezione di fronte a una persona più adulta.
Ma la tensione si smorzò quando nel gruppo fece il suo ingresso Regina, con il suo fidanzato Robin.
Alla fine il professor Hood e la moglie si erano lasciati di comune accordo. Lei sembrava avere una relazione con un vecchio amico dell’uomo, un tale Little Jon. Così la donna non ci pensò due volte a far trovare le valigie del marito fuori dalla porta e accogliere il nuovo compagno. Ma nonostante ciò, il rapporto tra ex coniugi rimase molto buono, specie per il bene del piccolo Ronald.
La situazione di Regina, non era meno turbolenta. La madre era stata arrestata qualche mese prima, con l’accusa di truffa ai danni dello Stato.
La denuncia era partita da Regina stessa, che aveva conservato accuratamente dei documenti che certificavano come la madre sfruttasse il denaro accademico per usi personali.
La donna aveva subito un processo, che però non ebbe esito positivo. E nonostante un mese dopo era fuori dal carcere, fu obbligata a tre anni di servizi sociali. Inoltre la gente di Storybrooke non volle più vederla in città e lei fu costretta a trasferirsi in un altro luogo.
Regina non sembrava affatto turbata, anzi, per lei giustizia era stata fatta e adesso la direzione era passata nelle mani del vice-rettore, che per elogiarla del servizio reso, la prese come assistente dirigenziale.
Robin e Regina decisero quindi di convivere nella casa di quest’ultima, finalmente liberi di viversi la loro storia d’amore.
L’amicizia tra Belle e Regina, iniziò invece un po’ per caso.
Un giorno, Regina si presentò in biblioteca chiedendole alcuni libri per aiutarsi nella nuova carica che le era stata affidata e tra una chiacchiera e l’altra, le due entrarono presto in confidenza.
Belle fu felice di farla conoscere agli altri e Robert non sembrò risentire della presenza della figlia dell’ex amante, anzi, sia lui che Belle concordarono che Regina era stata fin troppo paziente con le pretese folli della donna. Inoltre Robert e Robin entrarono subito in confidenza dato che condividevano la stessa passione per l’arte e Belle fu felice di vederlo interagire con così naturalezza con qualcun altro. Le dava l’impressione che potesse accettare meglio la morte del figlio, se si fosse aperto ad altri contatti umani. E poi era divertente osservare i due che si elogiavano a vicenda, così come Robin che rimarcava spesso il suo ruolo da cupido nella loro relazione.
- Se non fosse stato per quell’esame rimandato, voi due non vi sareste mai innamorati. Un grazie è più che dovuto- gli diceva spesso, scatenando l’ilarità generale.
Anche per Ariel la vita amorosa procedeva a gonfie vele, ma si era trasferita a Boston per trovare un futuro lavorativo migliore insieme ad Eric.
Ashley e Sean, erano in attesa del secondo figlio e la piccola Alexandra saltava di gioia ogni volta che si nominava la parola “fratellino”.
Ruby era ancora single, ma in compenso sua nonna Granny le aveva affidato la vice-gestione del locale, dandole così la piena fiducia sulle sue potenzialità.
Emma era invece sempre più presa dal suo ruolo di mamma.
La maternità l’aveva resa una donna nuova. Sembrava aver trovato la sua dimensione e anche se si lamentava spesso dei pianti notturni di Henry, era lampante la sua gioia trasparire dagli occhi.
La sua pseudo-relazione con killian procedeva piuttosto lentamente. Emma era stata troppo occupata a fare la mamma per poter intraprendere una relazione sentimentale e Killian non le fece fretta, anzi, si godette la posizione di zio acquisito e aiutò Emma come potè. Inoltre non trascurò lo studio e a Settembre si sarebbe finalmente laureato.
Insomma, la vita a Storybrooke procedeva a gonfie vele e Belle ne fu più che contenta.
 
 
-Belle, ho bisogno del tuo aiuto- le disse Emma, che quella mattina era andata a farle visita in biblioteca.
- Dimmi pure! – rispose mentre sistemava gli ultimi volumi d’arte che le aveva donato un’anziana signora.
- Ecco, insomma…. Sai che con Killian siamo rimasti un po’ bloccati… Insomma, sai meglio di me com’è andata la notte della morte di Bae…-
- Sì, lo so… Avevi scelto lui, ma poi Bae è morto, ti sei scoperta incinta e le vostre questioni romantiche sono passate in secondo piano- sintetizzò Belle. Provava ancora dei forti vuoti alla bocca dello stomaco quando parlavano di Bae, ma il dolore era più sopportabile nel vedere che gli affetti di Bae stavano comunque riuscendo a superare la sua morte. Questo le dava la forza di andare avanti, anche senza di lui.
- Sì, esatto… E quindi non abbiamo più avuto modo di restare da soli e discutere della nostra situazione. Ma adesso… E’ passato tanto tempo e finalmente mi sento pronta! Belle, voglio stare con killian, voglio averlo al mio fianco ogni giorno e non come semplice amico, ma come il mio compagno…-
- E’ una cosa bellissima!- disse Belle soddisfatta della decisione presa dall’amica.
- Sì, ti ringrazio… Ma è qui che entri in gioco tu… Ecco, io ho chiesto un appuntamento a Killian- a Belle caddero i libri dalle mani.
- Gli hai chiesto un appuntamento? Dici sul serio? E dove hai trovato la forza?-
- Non lo so… Stamattina mi sono svegliata e sentivo il bisogno di abbracciarlo e baciarlo e… E altre cose…- Belle sorrise intuendo cosa fossero le “altre cose” – Sono andata al Granny e l’ho trovato lì, che giocava con le freccette con la sua solita aria da finto spaccone… A quel punto non so cosa mi sia preso: mi sono avvicinata e gli ho chiesto di uscire…-
- E lui come ha reagito?-
- Beh, prima ha mancato mira con le freccette, poi mi ha risposto di sì, ma ha detto che organizzerà lui l’appuntamento…-
- E bravo killian… Alcune volte è capace di stupirmi…-
- Già. Però mi servirebbe un favore… Pensavamo di uscire questa domenica, ma i miei genitori saranno fuori per quella gita organizzata da tuo padre ed io mi chiedevo se ti andasse di tenere Henry per il giorno… E forse la notte- le guance si tinsero appena di rosso nell’ultima frase e Belle sorrise.
Si avvicinò alla ragazza e la abbracciò.
- Emma, ma certo che terrò Henry! Lo sai che su di me puoi sempre contare e poi non vedo l’ora di passare un po’ di tempo insieme a lui e a Robert… Sono sicura che anche lui ne sarà entusiasta!-
- Dici davvero?-
- Sì, dico davvero!-
- Oh, grazie Belle! Sei un’amica!-
- Figurati! Per te questo e altro…-
Emma non le diete tempo di aggiungere altro, le baciò le guance e corse via.
- Ok, allora vado a dire a Killian che non ci sono problemi per domenica!-
- Va bene, ma non correre per la strada!-
Ma fu troppo tardi, perché la vide sfrecciare via con il suo maggiolino giallo.


 
La domenica mattina, Belle si svegliò più frizzante del solito.
Aveva proprio voglia di passare una splendida giornata insieme a Robert e ad Henry, soprattutto perché quella era la prima volta che avevano l’opportunità di rimanere soli con il piccolo e Belle aveva deciso che avrebbe sfruttato quell’opportunità per liberare lo spirito paterno di Robert.
Preparò la colazione e stavolta fu lei a fare la sorpresa al fidanzato, svegliandolo con una fumante tazza di tè.
- Ehi, buongiorno…- disse suadente appoggiando il vassoio sul tavolino, per poi dedicarsi al volto del magnifico fidanzato, che dormiva ancora beatamente.
L’uomo mugugnò nel sonno, ma Belle non demorse.
Così lo sovrastò con il suo corpo esile e continuò a riempirlo di baci, finchè Robert fu costretto ad aprire le palpebre e scoprire chi fosse l’intruso.
- Belle… Buongiorno…- disse appena, mentre si stropicciava gli occhi.
- Oggi è il gran giorno… Ed ho pensato che sarebbe stato carino partire con il piede giusto…-
Robert la guardò di striscio, poi le accarezzò la schiena e scese a sfiorarle le gambe.
Un ampio sorriso si aprì sul suo volto. Belle adorava il suo sguardo malizioso.
- Mia cara, tu sì che sai come attirare un uomo… Svegliarlo facendoti trovare con addosso solo la sua camicia, è decisamente un metodo efficace…-
Belle sapeva che gli sarebbe piaciuto quel tipo di accoglienza. A quanto le aveva detto Ruby, le camicie maschili potevano essere il punto debole anche dei maschi, se la donzella le avesse indossate come una sorta di vestito per stare in casa.
- Dici sul serio? Eppure mi sono solo limitata a prendere la prima cosa mi capitasse sotto mano… E a proposito, ti ho anche preparato il tè…-
- Direi che quello può attendere… Che ne dici di fare colazione in un altro modo?-
Robert le afferrò la vita e invertì le posizioni.
Belle si ritrovò aggrovigliata tra le lenzuola, ma Robert non vi badò, in quando a poco a poco, iniziò a sbottonare la camicia.
Belle sospirò quando cominciò a percorrere il petto con piccoli baci.
Si lasciò trasportare dalle emozioni che solo lui era capace di donarle e assaporò il momento come il più dolce dei risvegli mattutini.


 
Qualche ora dopo, entrambi si lavarono e cambiarono.
Robert le confessò che avrebbe preferito rimanere tutta la mattinata a letto, ma Belle lo fece riflettere, dicendogli che non era opportuno spaventare il nipote con scene imbarazzanti già ad un anno di vita.
- Avrai tanto tempo per insegnargli l’arte dello sciupa femmine. Per ora limitati a fare il bravo nonnino che lo porta alle giostre…-
Proprio in quel momento suonarono alla porta e Belle andò ad aprire canticchiando la canzone della bella e la bestia.
- Ehi, buongiorno!!- disse accogliendo i tre arrivati.
Emma era molto carina in pantaloncini e maglia morbida, mentre Killian sembrava quasi fuori luogo senza i suoi amati vestiti in pelle.
- E tu dove hai lasciato i vestiti da cospleyer?- commentò facendoli entrare e aiutando Emma con il passeggino.
- Non capisco a cosa ti riferisci- rispose lui ironico.
- Sai, non pensavo di potermi godere una visione di te in bermuda. Capisco che per la stagione estiva la pelle non sia il capo più adatto, ma mi aspettavo almeno un jeans per un primo appuntamento…-
- I jeans non sono adatti per il posto in cui stiamo andando…-
- A si? E dove state andando?-
Killian si fermò e la fulminò con lo sguardo.
- Non è te che devo sorprendere, quindi per favore, niente domande…-
Emma era entrata in salotto e stava sistemando tutti gli accessori di Henry, così Belle e Killian ne approfittarono per sussurrarsi due parole.
- E comunque potevi anche consultarti con me! Mi sono sentita tradita! Non hai voluto dirmi niente sull’appuntamento…- disse offesa.
-So benissimo come funziona tra voi donne: dite di mantenere un segreto, ma poi lo viene a sapere tutta la città…-
- Io mantengo i segreti!-
- Non con Emma. E con il caro signor Gold…-
Belle si morse la lingua, perché aveva perfettamente ragione.
- Belle- la chiamò Emma dal soggiorno – ho preparato tutto l’occorrente…-
Belle si avvicinò in salotto ed ebbe quasi un mancamento nel vedere quanta roba aveva portato Emma.
- Sei sicura di non aver esagerato? Siamo in estate! Non c’era bisogno di due borsoni!-
- Invece sì, perché ti ho portato tutti i suoi giocattoli preferiti, più i vestitini, gli omogeneizzati, lo sterilizzatore, i ciucci, il biberon…-
- Sì, va benissimo Emma, stai tranquilla…-
- Se avessi bisogno di qualcosa, chiamami immediatamente…-
- Non ce ne sarà bisogno- Emma le lanciò un’occhiataccia, così aggiunse – ma se fosse necessario, lo farò-
- Buongiorno, miei cari…-
Robert entrò in salotto e salutò i ragazzi, poi osservò Henry, che stava dormendo nel passeggino e come sempre Belle si sorprese di come il suo sguardo si perdesse nell’osservare i tratti morbidi del nipote.
- Allora noi andiamo… Belle, se non ci sono novità, passo a prenderlo domani mattina-
- Ok! Divertitevi e a domani!-
Li accompagnarono alla porta, ma Emma si voltò prima di mettere piede nel suo maggiolino giallo.
- Belle, mi raccomando, se ci sono problemi chiama!-
- Sì! Adesso vai!-
Belle e Robert li salutarono per qualche secondo, poi si chiusero la porta alle spalle.
 
 
Il sole del mattino le accarezzò le vesta facendola sospirare di piacere, il profumo del mare le fece ricordare le volte in cui da bambina andava in spiaggia a giocare con le sue amichette e facevano a gara a chi costruiva il castello più bello. Il suono dei gabbiani la fece sorridere, perché molto spesso erano loro ad abbattere le loro bellissime fortezze di sabbia.
Si voltò e sorrise a Killian, in attesa di avere delucidazioni.
- Allora, mi dici che ci facciamo al molo?-
- E’ qui che ha inizio il nostro appuntamento…- rispose spicciolo.
Emma si guardò attorno, vedendo però solo lo stabilimento di acciughe e le barche dei pescatori.
- Vuoi portarmi a pescare?- chiese spaventata della sua risposta.
- Ci sei vicino, ma no, non ti porto a pescare… Quello lo faremo al prossimo appuntamento…- rispose iniziando a camminare lungo la piattaforma che si estendeva verso il mare.
- Dai già per scontato che ci sia un secondo appuntamento…-
-E tu dai già per scontato che quello che ho in mente non ti piacerà-
Emma dovette concordare con lui, ma non si arrese.
-Questo non è vero! E’ solo che conosco le tue passioni e diciamo che preferirei non compiere gesti folli-
- So ancora come si organizza un appuntamento-
- Giudicherò a fine giornata…-
-Molto bene. Ma se vinco io, cosa mi darai in cambio?- Killian si fermò per osservarla con attenzione.
- Facciamo così: se quello che hai preparato mi piacerà, la prossima volta verrò a pescare-
- E se non ti piacerà?-
-Vorrà dire che mi toccherà farti vedere come si organizza un “vero” appuntamento romantico- le sorrise complice e lui la imitò, poi tornarono a camminare.
Imboccarono una zona che Emma non vedeva spesso da vicino.
-Che ci facciamo qui?- chiese insistente, provando un leggero brivido lungo la schiena.
Killian si fermò e la prese per mano.
-Diamo inizio al nostro appuntamento…- le sfiorò la mano con un piccolo bacio, poi con un gesto galante, le mostrò la loro destinazione finale.
- Stai scherzando?- chiese senza fiato.
-Mai stato così serio- Killian sistemò la scaletta per salire sull’imbarcazione e le porse nuovamente la mano – Solitamente si dice “Prima le donne”, ma credo sia meglio che segui me…-
Emma afferrò entrambe le mani di Killian ed ebbe paura di cadere giù dalla scaletta e finire in mare.
- Cadrò, me lo sento…-
- Non guardare giù, guarda me…-
Emma ubbidì e un passo alla volta, si ritrovò in quella piccola meraviglia.
- Killian, è stupenda!-
Era uno yacht molto bello, non grandissimo, ma ad Emma piaceva molto.
Era interamente bianco e aveva dei grandi cuscinoni sia a prua che a poppa.
- Killian, ma è tuo?- chiese sconvolta.
In quel posto ci sarebbero potute entrare più di trenta persone!
-Diciamo che è presa in prestito-
-Non l’avrai mica rubata?!- chiese allarmata.
-Ehi! Sarò anche un pirata, ma non voglio certo rubare uno yacht!-
- Davvero?-
- Davvero. E comunque non è importante il come. E’ in affitto. Tutto qua…-
- Te l’ha prestata Regina…-
-Può essere- Emma insistette con lo sguardo, così lui continuò - Avevo un sacco di pagamenti arretrati e lei ha insistito tanto per fare qualcosa per me… Ed io ho chiesto questo. Cioè, in realtà volevo chiederle quella fantastica barca a vela, ma non volevo che l’appuntamento si trasformasse in una giornata da incubo con te che vomitavi continuamente-
-Hai fatto bene, perché soffro un po’ il mare-
-Prometto che andremo pianissimo… Sai, Liam mi ha lasciato una piccola barca che uso per andare a pescare, ma non mi sembrava l’ideale per un primo appuntamento…-
Emma rimase ancora una volta sorpresa di tutte le sue accortezze. Era capace di sorprenderla sempre.
Si avvicinò piano e si concesse alcuni gesti che non gli riservava da tanto, troppo tempo.
Allacciò appena le braccia intorno al suo collo e si avvicinò pericolosamente alle sue labbra sottili.
Amò specchiarsi ancora una volta in quegli occhi così limpidi. Erano della stessa sfumatura del mare ed Emma si perse a cercare di trovarne il fondo.
-Sai, credo che forse dovrò iniziare a informarmi sul come si pesca, perché è già tutto perfetto prima ancora che questo appuntamento inizi… Hai avuto un pensiero bellissimo nel voler condividere la tua passione con me e so che sono in pochi ad aver avuto il piacere di solcare i mari insieme a te… Mi sento davvero parte dell’equipaggio-
Killian le accarezzò i fianchi con i polpastrelli e lei sospirò a quel tocco gentile.
- Tu fai parte del mio equipaggio da tantissimo tempo, Emma. Solo non abbiamo avuto l’occasione di attraversare insieme i sette mari, tutto qui-
Emma si sporse ancora un po’ e gli sfiorò le labbra. Poi si tirò indietro e prese ad esplorare l’imbarcazione.
Quando scese giù, si mise a saltare come una bambina, perché l’arredamento interno era molto più spazioso di quanto credesse e conteneva un living room, con tanto di televisore al plasma e divanetto, una stanza da letto e un bagno confortevole.
- E’ davvero magnifico!- commentò.
- Già… Allora, che ne diresti di partire?- chiese il capitano.
- Signor sì, signore. Siamo pronti a lasciare il porto!-
Salirono entrambi e si posizionarono ai luoghi di comando.
Killian accese il motore ed Emma si emozionò già solo nel vederlo così concentrato, mentre compieva la manovra di partenza.
Il vento li investì, ma la sensazione fu piacevole dato il caldo di quella domenica.
Killian le spiegò tutte le manovre che stava effettuando e quando si trovarono un po’ più a mare aperto, le afferrò le mani e la mise al comando.
- Così vai avanti e se spingi di più aumenti la velocità. Con il timone è semplice, basta che ti orienti per est ed ovest. E poi c’è il sole che ti aiuta a trovare la direzione giusta-
- Oppure c’è il navigatore…- disse indicando l’oggetto accanto a loro, che stava segnando la traiettoria.
- Sì, immagino che se avessimo davvero uno yacht di lusso, potremmo avvalerci di un navigatore…-
Emma rise e si strinse appena tra le sue braccia.
- E’ bellissimo…- commentò non riuscendo a trattenere la gioia che stava provando.
- Ehi, lo stai ripetendo un po’ troppe volte. Potrei pensare che lo dici solo per farmi felice…- le sussurrò suadente.
Ad Emma venne da ridere, adorava quando faceva così.
- Sei uno scemo… Intendevo che mi piace questo senso di… Come posso definirla? Sì, mi piace il senso di libertà! Insomma, siamo liberi di andare dove vogliamo… Siamo solo noi e il mare! E il vento e gli uccelli…-
- Ed i delfini…- aggiunse lui.
- Cosa?...-
Killian le indicò il fianco destro dell’imbarcazione.
- Vai a vedere…- le disse tornando a prendere lui il timone.
Emma si avvicinò barcollante, non ancora abituata all’andatura dello yacht. Si chinò e quando si sporse, vide due delfini seguirli e saltare seguendo la scia della barca.
- I delfini ci seguono!-
- Lo fanno spesso, sono attirati dalle onde…-
Emma vide uno dei due iniziare a saltare e lei si mise a urlare di gioia.
- Killian, sta saltando!-
- Gli starai simpatica!-
Emma si mise ad osservare incantata i due delfini che giocavano tra di loro. Poi ad un tratto si allontanarono e lei istintivamente li salutò con la mano.
Si voltò verso Killian e lo vide concentrato ad osservare l’orizzonte davanti a se.
Si avvicinò cauta e gli cinse la vita con le braccia.
- Sai, questa piccola vacanza mi sta piacendo tantissimo-
- E tu che non ti fidavi di me…-
Emma gli accarezzò gli addominali, che sentiva distintamente, anche se costretti nella maglia leggera.
Si avvicinò ancora, fino a sfiorargli la schiena con il petto e potè sentire nuovamente quell’odore che le aveva inebriato l’olfatto e la mente nella loro gita a New York.
- Sai di mare…- commentò avvicinandosi al collo scoperto.
- Beh, siamo in pieno alto mare…- commentò sarcastico, ma Emma sentì i muscoli tendersi ad ogni suo tocco e seppe con certezza che l’ironia era un modo per smorzare la sua tensione.
- No, è proprio il tuo odore… Hai il profumo della brezza marina… L’ho sentita anche a New York, quella volta che eravamo seduti fuori dal locale… Ed ho continuato a sentirla ogni volta che ti sei avvicinato a me. Ed ho come l’impressione, che la mia stanza si sia imbevuta del tuo profumo, perché continuo a sentirlo anche quando non ci sei…-
Depositò piccoli baci lungo il collo e sentì distintamente il corpo di Killian irrigidirsi.
Il ragazzo iniziò a rallentare, finchè lo Yacht non si fu fermato.
A quel punto la barca iniziò ad oscillare per colpa delle onde che si infrangevano su di essa, ma Emma non sentì altro che le braccia di Killian, che si voltò per stringerla a se e le sue labbra che si erano avvicinate alle sue.
- Emma…- iniziò a sussurrarle.
Ma come spesso le accadeva quando erano insieme, Emma fu invasa da quella voglia di lasciar perdere la ragione e seguire solo l’istinto.
Salì con le mani a sfiorargli il petto e tornò a torturargli il collo con i polpastrelli. Poi gli afferrò alcune ciocche dei corti capelli scuri e li arricciò tra le dita.
Si perse tra i suoi occhi e si stupì di come il riflesso del mare li facesse apparire ancora più brillanti.
Ripensò a tutti quei mesi, in cui le era stata accanto più di un amico, più di un fidanzato… Le era stato accanto come solo un’anima gemella poteva fare.
Aveva sofferto tantissimo, ma lui non l’aveva mai abbandonata.
Se era riuscita a superare la morte di Bae, lo doveva solo a lui.
Killian avrebbe potuto scappare dalle responsabilità, da quel bambino che non gli apparteneva, ma non lo fece ed anzi, accudì Henry amorevolmente, come il migliore degli zii.
Emma si sentiva amata e ogni giorno si faceva sempre più intensa la voglia di poter ricambiare e fargli capire che non gli era solo grata, ma lo desiderava accanto a se per vivere insieme ogni momento della giornata.
Lei lo amava. Non c’era un perché a quello che sentiva per lui. Solo l’amore…
Una lacrima cadde leggera, perché era la prima volta che confessava a se stessa i suoi veri sentimenti.
Avvicinò ancora di più quelle labbra, che aveva desiderato per troppo tempo di poter tornare ad assaggiare. E finalmente si sentì completa quando la bocca di Killian sfiorò la sua.
Si concessero quasi immediatamente di approfondire il contatto, così si lasciarono cullare dal sole intenso e dal battito dei cuori, che palpavano allo stesso ritmo, quello dettato dall’amore…  
 
 
-Henry, per favore… NO! Quello non si tocca!.... Henry, ti prego, devi ascoltarmi!-
Belle rise a quella bizzarra scenetta comica.
Robert che rincorreva un bimbo di nemmeno un anno, che saltellava allegramente e gli rubava i suoi preziosi oggetti per giocare.
- Belle, dammi una mano!- chiese spazientito.
Ma l’impulso di ridere fu per Belle ancora più forte, perché non capitava tutti i giorni vederlo ridotto a quello stato, con la camicia ormai fuori dai pantaloni e metà bottoni lasciati aperti per far respirare il petto sudato.
- Dai Robert, sta solo giocando! E poi sono solo delle bambole di pezza…-
- Non sono solo bambole di pezza, sono dei pezzi antichissimi!- perché Henry era rimasto particolarmente attratto da due bambole in pezza che Robert esponeva in uno dei divanetti. Evidentemente non aveva previsto che la piccola peste potesse appropriarsene.
- E va bene… Su, Henry, vieni con me…- Belle si chinò leggermente e spalancò le braccia, invitando Henry ad avvicinarsi – dai, vieni da zia Belle…- gli sorrise radiosa ed Henry in risposta fece un piccolo vagito e le corse incontro, abbandonando definitivamente le due bambole, che Robert afferrò prontamente e le nascose – Ma che sei bello!!!- disse felice facendogli fare una piccola giravolta ed Henry le riempì le orecchie con la sua risata pura e cristallina.
- Ma come fai?- le chiese Robert tornando a sedersi – è un piccolo teppista, lo so!-
- Somiglia tantissimo a qualcuno che conosco…- constatò la ragazza, che si sedette accanto a lui e fece giocare il piccolo con i giochi che le aveva lasciato Emma.
- Sicuramente non ha preso da me…-
- Infatti. Non ti somiglia proprio per niente…- rispose ironica.
- E’ una peste, dico davvero! Bae era un bambino bravissimo! Quando lo portavo alle giostre, trovava sempre nuovi amici e giocavano insieme… Invece lui ha tirato i capelli anche ai bimbi più grandi!-
- E’ solo molto piccolo… E devi ammettere che quella bimba con le codine era molto dispettosa!-
- Crescerà un teppista! E lo espelleranno da scuola!-
- Quanto sei tragico… E’ solo un bimbo molto vivace che si difende dalle ingiustizie! Non ci vedo niente di male…-
- La prossima volta non lo portiamo più al parco!-
- Robert…-
- Dico davvero! Gli faremo fare una passeggiata al molo, o in centro…-
- E va bene, come dici tu…-
Henry, però, le tirò la gonna e la invitò a giocare con lui.
Belle si lasciò intenerire da quelle guanciotte rosa, così lasciò Robert nel divano, si sedette per terra e iniziò a suonare la tastiera insieme ad Henry.
Anche se Robert si lamentava, avevano passato una mattinata bellissima al parco giochi. Il sorriso di Robert era più luminoso che mai e Belle adorava il suo sguardo minaccioso quando un bambino più grande tentava di intimidire Henry per sottrargli la giostra in cui stava giocando.
Loro tornarono a casa distrutti, ma Henry sembrava possedere batterie a ricarica infinita, perché non aveva perso un minimo delle sue energie e anche una volta tornati a casa, non aveva smesso un attimo di toccare tutto e voler giocare con loro.
Il pranzo era stato un semi disastro, tanto che Belle dovette lavare per terra per via di tutta la pasta sparsa nel pavimento. E le urla di Robert, che tentava di tenere buono il bimbo in salotto, giunsero alle sue orecchie come una sorta di allarme generale. Ma non corse in suo aiuto, sorrise e continuò a lavare.
- Forse dovremmo fargli vedere un classico disney, così si rilassa un po’…- gli disse lui, quando non ne potè più di vederli isolati nei loro giochi e lui rintanato nel suo divano.
- Sì, potrebbe funzionare… Cosa gli facciamo vedere?-
- Che domande, la bella e la bestia!-
- No, dai! E’ piccolo per quei film… Lui ha bisogno di cose come Winnie the Pooh!-
- E tu ce l’hai questo “coso”?-
- Emma mi ha lasciato i suoi dvd preferiti, dovrebbero essere nel borsone-
Robert rovistò ed estrasse qualche dvd, poi si avvicinò al lettore e lo inserì.
- E Winnie sia…-
Si sedette in divano ormai distrutto nell’anima e Belle si accomodò accanto a lui, tenendo in mezzo il piccolo Henry.
Appena la musica partì, Henry iniziò a ridere e battere le mani.
Seguiva Winnie come se fosse il suo migliore amico e rideva e sghignazzava incessantemente.
- Non posso credere gli piaccia questa roba… Non può essere davvero mio nipote…-
- E’ solo un bambino! E poi adesso non puoi lamentarti che non sta buono-
Henry si era aggrappato alle sue gambe e quando si sporsero per vedere come mai fosse così in silenzio, entrambi si intenerirono nel vederlo dormire così pacificamente.
- Si è addormentato… Allora questo “coso” serve da sonnifero!- commentò Robert, riferendosi al film.
- Fai silenzio, appoggiamolo bene e lasciamolo riposare…-
Lo coprirono con un lenzuolino e rimasero al suo fianco per vegliarlo nel sonno.
- Non sembra nemmeno lui quando dorme…- commentò Robert.
- Chissà da chi ne avrà preso…-
- Che vuoi dire?-
- Niente, mi ricorda solo qualcuno che conosco…-
Belle gli depositò un piccolo bacio tra le labbra, poi spensero il lettore dvd e presero a guardare un documentario d’arte, stando sempre attenti che il piccolo non si svegliasse.
 
 
La sera era ormai calata e loro avevano ancorato lo yacht vicino la costa, per poter rimanere fermi durante la notte, ma non abbandonare il mare.
In quel pomeriggio, si erano concessi lunghe nuotate in mare aperto ed Emma si sentì in pace con il mondo intero.
Killian la sorprendeva spesso con piccoli gavettoni, ma lei era felice di ricambiare e schizzarlo quando meno se lo aspettava.
Tutto ciò venne condito da tanti, dolcissimi baci ed Emma apprezzò anche quel romantico risvolto dell’appuntamento.
Osservare il tramonto seduti a poppa, era stato un momento magico che difficilmente avrebbe dimenticato.
Così, quando il sole sparì all’orizzonte, si concessero una doccia veloce e poi si sedettero per cenare.
- Non sapevo sapessi cucinare…- gli disse Emma, quando addentò l’ultima forchettata degli spaghetti allo scoglio.
- Sai, gli uomini di mare devono sapersi arrangiare da soli. Non puoi stare in mare aperto e morire di fame… Liam era molto bravo e cucinava spesso anche per i colleghi. Cucinava lui a casa e a me piaceva guardarlo. Ma adesso che sono solo, ho preso spunto da quello che vedevo fare a lui per poter sopravvivere. E poi cucinare me lo fa sentire in qualche modo più vicino…-
- Sono contenta che hai trovato questo bel modo per poterlo ricordare. Mi piacerebbe poter raccontare cose di questo tipo ad Henry, quando inizierà a chiedermi del suo papà…-
Killian poggiò la forchetta e la prese per mano.
- Ehi, troverai tante cose da raccontargli, stai tranquilla… La lista delle cose che faceva Bae, è davvero molto lunga, non avrai che l’imbarazzo della scelta- sorrise appena, per poi tornare subito serio – Emma, questo bambino non avrà suo padre, è vero, ma noi non gli impediremo di capire chi fosse davvero. Gli racconteremo tutto e gli sembrerà quasi di averlo accanto, proprio come un angelo custode. Henry è ancora piccolo e ci sarà tempo per spiegargli tutto con calma. Ok?-
Emma lo guardò ancora una volta e trovò conforto dal suo tocco e dalle sue parole.
- Ok… Andrà bene…-
Continuarono a mangiare e l’atmosfera si fece nuovamente distesa.
 
 
Dopo aver sparecchiato, decisero di rimanere un po’ fuori a guardare le stelle ed Emma fu felice di avere Killian come insegnante di astrologia.
- Io so solo riconoscere il grande carro- ammise la donna dopo un’ora di spiegazioni.
- Sei un caso disperato! Ti ho spiegato per ore come riconoscere le altre stelle-
- Mi dispiace per te, ma così come uno scoglio non può arginare il mare, tu non puoi riuscire nell’impossibile di insegnarmi a riconoscere le stelle-
- Avremo tempo per imparare almeno un’altra costellazione…-
Emma rise, ma allo stesso tempo fu investita da un brivido di freddo.
- Ehi, stai tremando…-
Killian si avvicinò e le strofinò la schiena con le braccia.
- Forse è meglio se rientriamo…- disse Emma, che ormai iniziava a sentire fin troppo freddo.
- Va bene… Potremmo vedere un film…-
- Sì! Andiamo a vedere cosa tiene quella matta di Regina!-
Scesero in coperta e si affrettarono a rovistare nell’armadietto sotto la tv.
- Vediamo un po’…- Killian afferrò alcuni dvd e iniziò a leggerne i titoli – Biancaneve e il Cacciatore, Biancaneve e i sette nani, Biancaneve e gli 007 nani, Biancaneve nella foresta nera… Ma ha una qualche ossessione per Biancaneve? -
- Le piacciono le mele, forse è per questo che è così fissata… Vorrebbe essere come Biancaneve…-
- O forse si rivede nella Regina Cattiva-
- Avanti Killian, sei crudele!-
- Scusa, scusa… Ok, magari è cambiata, però qualche tempo fa avrei pensato davvero che fosse una Regina Cattiva!-
- Ehi, abbiamo tutti una possibilità e Regina non è da meno…-
- Sisi, hai ragione…- le rispose atono continuando a spulciare i dvd – No! Ha Lilli e il Vagabondo!-
- Davvero? Che carino! Perché non vediamo quello?-
- Beh, meglio di Biancaneve è di certo…-
Inserirono il dvd e si sedettero nel divano.
Risero insieme delle scene buffe, specie all’affermazione che un bimbo era “un delizioso fagottino di guai”.
Emma si intenerì per la storia di quella piccola cagna, che era rimasta sola, senza i suoi padroni e costretta in un negozio di animali.
Ma quando aveva toccato il fondo, prontamente era arrivato Biagio, che le mostrò com’era la vita di un cane libero.
Alla scena del ristorante, Emma non resistette e iniziò a canticchiare.
Killian si mise a ridere e la obbligò ad alzarsi in piedi e ballare insieme, sulle note di quella musica tipicamente italiana.
L’ondeggiare della barca li rese ancora più instabili, tanto che sembravano due ubriachi per quanto erano stonati e ballavano male.
Ad un tratto, la barca oscillò di più ed Emma inciampò.
- Ahahahah, cadoooo!!!- disse preparandosi al colpo di frusta.
Ma Killian, ancora una volta, fu più veloce di lei e la agguantò per il polso.
- Ehi, fai attenzione!-
- Ahahhahaha, non mi sono mai divertita così tanto…-
Emma continuò a ridere e inconsciamente si aggrappò alla giacca di Killian e affogò il viso sul suo petto.
Quando la musica finì, Emma tornò a rasserenarsi. Si asciugò le lacrime e alzò il volto, senza però allontanarsi dal calore del corpo di Killian.
- Tutto bene?- le chiese Killian accarezzandole la schiena.
- Sì, sto bene… Era da tanto che non mi lasciavo andare così…-
- Sono contento di vederti così serena…-
Emma alzò il viso e intrecciò le braccia dietro al suo collo.
- Sai, sei stato più bravo di quanto credessi… E’ stato davvero un appuntamento perfetto-
Killian sorrise felice ed Emma si illuminò.
- Quindi ho vinto il secondo appuntamento a pesca?-
- Sì, direi di sì…- e Killian tornò a folgorarla con un sorriso sincero.
Non si era mai accorta di quanto fosse bello quando rideva. Il naso si arricciava e si formavano piccole rughette negli angoli della bocca. O forse succedeva a tutti, ma non le importava. A Killian stavano bene quelle rughette.
Si lasciò trasportare da quel crescendo di emozioni, chiuse gli occhi, si alzò in punta di piedi e lo baciò.
Killian rimase ancora una volta sorpreso dalla sua intraprendenza, ma non indietreggiò, anzi, la strinse a sé con forza maggiore e stavolta non si limitò a quello, ma prese ad accarezzarle la pelle sotto la maglia leggera.
Emma gli fece scivolare la giacca dalle spalle, poi gli tolse la maglietta e dovette inghiottire più volte quando scoprì gli addominali appena accennati, che lo rendevano estremamente sensuale e piacente.
- Ehi, Swan, perché boccheggi?- le chiese mentre mordicchiava il lobo dell’orecchio.
Emma sospirò di piacere e dovette indietreggiare per non lasciarsi cadere al suolo.
Killian iniziò a torturarle il collo e lei si appigliò ai suoi capelli, ormai in balia di quelle emozioni che le avvolgevano ogni parte del corpo.
- Killian, non ce la faccio più…- confessò slacciandogli i pantaloni in un gesto disperato.
- Ehi, possiamo anche non accelerare le cose… Forse è troppo presto-
- No. Io voglio stare con te, Killian… Io… Non posso più aspettare…- inghiottì e gli occhi le divennero lucidi quando sussurrò - Io credo di amarti-
Killian si fermò all’improvviso e la osservò con sguardo indecifrabile.
- Mi ami? Mi ami davvero? O la tua è solo riconoscenza?-
- No! Io ti amo davvero… Io… Io avevo scelto te, quella maledetta notte, ma poi… Sono stata troppo impegnata a ricomporre i pezzi della mia vita per poter costruire un rapporto con te, ma adesso c’è solo un pezzo che manca al mio puzzle. E quel pezzo sei tu-
- Oh, Emma… Ti amo da impazzire…-
Killian cercò le sue labbra e lei fu lieta di poter accarezzare le sue, che erano davvero morbidissime.
Le mani dell’uomo vagarono lungo la schiena, le sfilò la maglia leggera e carezzò suadente ogni angolo del ventre, della schiena, dei fianchi…
Le dita vagavano estenuanti tra l’allacciatura del reggiseno e il basso vita, creando un percorso che fece ansimare la giovane di un piacere quasi estremo.
- Smettila di giocare…- gli sussurrò sfinita.
- Non sto giocando, voglio solo assaporare ogni istante…-
La baciò ancora e poi ancora, non sentendosi mai sazio. E quando finalmente slacciò il gancio e accarezzò i seni perfetti, Emma impazzì.
Lo trascinò a forza nella stanza adiacente, lo spinse nel letto e salì a cavalcioni su di lui.
Si liberarono degli indumenti rimasti e finalmente Emma potè ammirarlo nel suo massimo splendore.
- Cosa guardi?- le chiese suadente. Le afferrò i fianchi con dolcezza e invertì le posizioni. Stavolta fu lui ad osservare ogni angolo del corpo nudo sotto il suo – Sei bellissima, Emma…-
Le guance si imporporarono a quel complimento.
Gli occhi di killian sembravano brillare nel buio della notte ed Emma si sorprese di come il suo sguardo la catapultasse in mondo che non c’era.
Killian si prese cura di lei e la fece sospirare di piacere come poche volte le era capitato.
Si lasciò guidare da lui e con ardore intrecciarono i corpi incandescenti con le fresche lenzuola biancastre.
La brezza marina continuava a impregnare l’aria del suo sapore spumoso ed Emma non riuscì a capire se quell’odore venisse dal mare, o dal corpo di Killian. Seppe solo che nell’attimo in cui i corpi divennero uno solo, Emma si sentì al sicuro dopo tanti mesi di sofferenze.
Pianse di gioia quando raggiunsero il culmine e fu lieta a Killian, che uscì qualche attimo prima per non marchiarla.
Respirarono affannosamente, ma cercarono il contatto con l’altro quasi nell’immediato.
- Va tutto bene?- le chiese Killian mentre copriva entrambi con le lenzuola. Si voltò verso lei e le asciugò le lacrime che le avevano rigato il viso.
- Sì, finalmente sto bene…-
Depositò un bacio leggero tra le sue labbra, poi si voltò ed appoggiò il capo sul suo petto.
Sentì distintamente il cuore di Killian che batteva forte per lei, così si lasciò cullare da quel magico suono e dal suo respiro leggero.
Non seppero quando Morfeo li catturò nel mondo dei sogni, ma dopo tanto tempo, entrambi dormirono profondamente e senza incubi.


 
Belle si sedette con pazienza nel letto e iniziò a cantare una ninna nanna al piccolo Henry, che dopo il lungo riposino pomeridiano, aveva ricaricato le batterie e aveva deciso di regalare a lei e Robert un’allegra notte in bianco.
All’ennesimo pianto, Robert imprecò di rabbia e le disse che non avrebbe mai più tenuto il nipote per le ore notturne.
Così Belle si armò si santa pazienza e iniziò a cullare il piccolino, nella speranza che si calmasse un po’. E dopo tante canzoni, Henry iniziò a giocare con le ciocche dei capelli rossicci, poi socchiuse gli occhi, finchè il mondo dei sogni non lo portò con sè.
Belle continuò a cantare, stavolta per far addormentare anche il suo bellissimo fidanzato e quando tornò a stendersi, mettendo Henry in mezzo a loro, Robert la sorprese allungando un braccio per stringere entrambi.
- Sai, Belle… Anche se questo marmocchio piange a dirotto, devo dire che è bello stare insieme a lui…-
- E’ normale, è tuo nipote… Ed anche se non lo ammetterai mai, gli vuoi molto bene…-
-E’ vero, ma non è solo questo… Vedo come ti relazioni con lui ed Henry ti adora! Saresti una madre adorabile…-
- Ti ringrazio! E’ che mi piacciono molto i bambini-
- Vorrei darti dei figli, Belle…-
- Sì, lo spero anch’io, un giorno!- gli rispose afferrandogli la mano per poterlo accarezzare.
- No, Belle, tu non capisci…- gli prese quella mano e la baciò, poi tornò a guardarla molto intensamente – E’ da un po’ che ci penso e mi sono reso conto che non voglio più aspettare… E’ solo che ho paura che tu possa pensare sia troppo presto…-
- Troppo presto per cosa?-
Henry si avvicinò maggiormente a lei e la strinse nel sonno. Vide Robert sorridere al gesto innocente del bambino. Avvicinò le labbra alle sue e le sfiorò appena, poi indietreggiò, senza però staccare il volto dal suo.
- So che una cosa del genere non andrebbe detta così, ma io non riesco più a tenermi questa cosa dentro…- la baciò ancora una volta, respirò a pieni polmoni e tornò a parlarle - Belle, vuoi sposarmi?-
E Belle in quel momento seppe con certezza cosa significasse provare la gioia più assoluta. Non ci pensò due volte e prima di scoppiare a piangere, sussurrò un emozionatissimo “sì”.
Robert la strinse a sé e la baciò con una dolcezza infinita.
Henry continuò a dormire in mezzo a loro, ignaro di cosa fosse accaduto accanto a sé.
 
 
Alle 9 del mattino, ormeggiarono al molo e a malincuore salutarono quella meraviglia di yacht per tornare alla vita quotidiana.
- Prima di andare a prendere Henry, vorrei portarti in un posto…- le disse Killian.
- Dove dobbiamo andare?-
- Non posso dirtelo… Tu parcheggia in centro e facciamo due passi a piedi…-
Emma si incuriosì da tutto quel mistero, ma decise di stare al suo gioco.
Così entrarono nel maggiolino giallo e parcheggiò accanto alla biblioteca.
- Siamo in centro… E adesso?-
- Lo vedrai…-
Killian la prese per mano e la trascinò a forza sul marciapiede.
- Ehi! Cos’è questa fretta? Se continui a tirarmi, cadrò per terra!-
- Scusa, ma non posso resistere un minuto di più…-
Emma pensò che quella frase potesse essere facilmente fraintendibile, ma non alimentò il suo solito senso dell’umorismo.
- Eccoci qui!-
Killian si fermò davanti a un piccolo edificio, che all’esterno sembrava ancora da rifinire nelle porte, finestre e verniciatura.
- Cos’è?-
Killian non le rispose, ma estrasse un mazzo di chiavi e aprì.
- Mia signora, vi do il benvenuto alla Jolly Roger!-
Accese le luci ed Emma per poco non svenne.
- Killian! Ma… Ma è tuo? Insomma, è… Hai comprato tutto tu?-
- Sì. Ho utilizzato i soldi messi di lato negli anni in cui ho lavorato da Regina. Questo è sempre stato il mio sogno: aprirmi uno studio grafico tutto per me…-
Emma osservò stupita la schiera di computer e stampanti, così come molti attrezzi professionali e le pareti sobrie, che però erano smorzate da stampe molto particolari, raffiguranti il mare e antichi velieri.
- E’ stupendo! Dico sul serio, questo è l’inizio del tuo futuro… Ed è tuo! Insomma, si capisce che è tuo! Ti rispecchia tantissimo! E sono sicura che porterai avanti splendidi progetti…-
- Ti ringrazio… Volevo dirti del mio progetto molto tempo fa, ma poi ho pensato che sarebbe stato meglio farti vedere tutto a lavori quasi ultimati. Non volevo stressarti e volevo che questo progetto fosse interamente mio… Però adesso non so quale porte scegliere, così pensavo che magari, se ti va, potresti accompagnarmi a scegliere quelle giuste…-
Emma si avvicinò lentamente, lo tirò per la maglia e senza dargli il tempo di fiatare, lo baciò.
Schiacciò il petto contro il suo e portò le mani ad accarezzargli la nuca, mentre lui si riprendeva dallo shock e le accarezzò la schiena leggermente scoperta dalla maglia intrecciata al collo.
- Ovvio che ti aiuto. Non oso immaginare cosa potresti combinare tutto da solo…- gli rispose quando sciolsero l’abbraccio.
- Mi aiuterai? Non so cosa farei senza di te…-
- Lo dite tutti, voi uomini… E’ una di quelle classiche “frasi fatte”-
- Ma lo penso davvero!-
- Sì, come no…-
Emma sorrise ed uscirono dal negozio mano nella mano.
- Sai, stavo pensando una cosa, ma volevo chiederti un tuo parere…- iniziò mentre mise in moto per andare a prendere Henry.
- Dimmi tutto…-
- Ci sto pensando da un po’, in verità… Adesso che ho un figlio, non so quanto tempo potrò dedicarmi allo studio, ma papà mi aveva chiesto di diventare vice sceriffo, visto che nessuno in questa città sembra potergli dare una mano e tu sai benissimo quanto brava sia ad aiutare gli altri, ma soprattutto a scoprire i malfattori…-
- Sì, lo sanno tutti che sei “la salvatrice”… Secondo me è una buona idea. E’ ora che anche tu prenda in mano la tua vita. Non puoi rimanere per sempre studentessa universitaria, è ora di crescere e trovarsi il proprio posto nel mondo. E la proposta di tuo padre non è che un inizio… Inoltre saresti molto sexy con le manette e la pistola… E a proposito di manette, avrei giusto qualche idea per come utilizzarle-
- Sei il solito idiota… Non si può mai fare un discorso serio con te…-
Ma in cuor suo rise, perché come sempre, Killian era capace di sorprenderla con la sua inaspettata sensibilità. Adorava il suo essere un teppista nato, ma dai profondi sentimenti.
Non avrebbe sopportato l’idea di perderlo per sempre.
- Killian…-
- Sì?-
- Ti amo-
Killian le sorrise ed appoggiò la mano sulla sua, intenta a cambiare le marce.
- Ti amo anch’io…-
Se quello era un nuovo inizio, Emma fu lieta di avere lui come membro della ciurma.
 
 

Continua…
 
 
Buonasera, miei cari!
Passate bene le feste? Siete ingrassati? Avete messo su un bel pancino come il nostro amato Bobby? Beh, io sono stata malata per la maggior parte del tempo (e lo sono ancora, sigh), ma pazienza.
Parlerò dei dettagli dell’appuntamento in zona spoiler, ma intanto possiamo dare il benvenuto al piccolo Henry! E quant'è tenero Bobby nostro con il nipotino ♥… E arriva anche la proposta di matrimonio! (finalmente senza pugnale).
E niente, stavolta non riesco a commentare molto, la febbre mi devia. Però Regina che tiene tutti quei dvd su biancaneve merita una citazione particolare! Mitica!
 
E’ con tanta tristezza, che vi annuncio che la settimana prossima posterò l’ultimo capitolo di questa ff… Ebbene sì, siam giunti alla fine di questo bellissimo cammino svolto insieme…
Ma lasciamo spazio al prossimo capitolo per le lacrime.
Ci tengo tantissimo a ringraziare le persone che hanno lasciato un commento per lo scorso capitolo, nonostante fosse ancora pieno periodo di feste, quindi grazie ad Ariki, RosePiaf, Spaponci, loveplacido e Chrystal_93, vi amo, sappiatelo! ç_ç
E grazie anche a tutti coloro che stanno continuando a seguire la storia! Potete lasciare un commento, se vi va… Mi farebbe tanto piacere!!!! ;)
 
A mercoledì prossimo, kiss!!!
 
 
ATTENZIONE!!! SPOILER S4
 
Parlando del capitolo, come avete potuto vedere, ho cambiato un po’ la dinamica dell’appuntamento tra Killian ed Emma (anche se in realtà avevo stravolto anche quello tra Belle e Gold). In OUAT, se devo essere sincera mi è dispiaciuto non vedere più Killian con una barca qualsiasi (tranne quando è con Henry).
Così come lui cerca di avvicinarsi ad Emma, mi sarebbe piaciuto vedere Emma che si avvicina alla sua più grande passione e cioè il mare. Però non ho rinunciato alla spaghettata in stile lilli e il vagabondo e ne ho approfittato per farli ballare un po’ insieme.
Spero vi sia piaciuto questo riadattamento.
Fatemi sapere cosa ne pensate in un commento. Ho scritto questo capitolo con tanto amore, si meritavano tutti questo momento di serenità.
Ancora un bacio e alla prossima ;)
  
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