Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Mariangiangiola    09/01/2015    1 recensioni
Quali sono i pensieri di una persona in coma? Sogna? Avverte quello che le accade intorno? O semplicemente è in uno stato di profonda incoscienza?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono a scuola, mi annoio. Volgo il mio sguardo verso la finestra. Sempre i soliti caseggiati, niente di nuovo. Provo a guardare la classe. C’è chi dorme, chi usa il telefono, chi parla con i compagni. La prof non sembra curarsi di nessuno di loro. Continua imperterrita la sua “lezione”. Sto di nuovo guardando fuori dalla finestra. Il tempo sembra non passare più. Provo ad appoggiare la testa sul banco nella speranza di trovare una posizione comoda per dormire. Niente da fare. Guardo ancora la finestra. Faccio per distogliere lo sguardo quando con la coda dell’occhio scorgo un movimento. Osservo più attentamente. Avevano tirato una tenda in una stanza dell’ospedale di fronte. Si riuscivano a scorgere delle persone. Sembra stiano ferme davanti a un letto. Guardo di nuovo la classe. Più della metà è assopita sul banco. Torno a guardare l’ospedale, almeno lì vedrò un po’ di movimento. È entrata un’altra persona nella stanza, forse un medico. Si avvicina al letto. Le altre persone volgono lentamente i loro sguardi verso di lui. Dopo pochi attimi scoppiano a piangere aggrappandosi gli uni agli altri, devono aver ricevuto brutte notizie. Per un attimo volgono nuovamente gli sguardi sul medico. Lui li osserva per qualche secondo. Starà pensando come dar loro altre brutte notizie? Abbassa lo sguardo scuotendo leggermente la testa. Indovinato. Le altre persone annuiscono con aria rassegnata. Chissà che tipo di malattia ha quel poveretto. Se solo si spostassero un po’ riuscirei a vederlo. Il medico sistema una flebo prima di uscire dalla stanza insieme alle altre persone. Finalmente riesco a vedere il malato. Se ne sta nel letto, immobile. Starà dormendo, che noia. Do un’occhiata veloce alla classe. Oh, questo è strano. Dormono tutti. La prof continua a spiegare come se niente fosse. Noto con la coda dell’occhio un movimento, torno a guardare l’ospedale. Il malato si è alzato dal letto. Si guarda per qualche attimo intorno. Sembra spaesato. I nostri sguardi s’incrociano. Ci fissiamo per un po’. La ragazza rompe lo stallo avvicinandosi alla finestra. Vedo le sue labbra muoversi, che stia cercando di dirmi qualcosa? Mi alzo in piedi. Faccio per andare a mia volta alla finestra quando realizzo in che luogo mi trovo, ero così presa dal momento da essermene dimenticata. Lancio un timido sguardo verso la prof. dorme anche lei. Non ho tempo per farmi domande, corro alla finestra. La ragazza mi guarda con aria sorpresa. Forse non si aspettava che mi alzassi. Riprende a parlare, ma continuo a non afferrare i suoni.
 «Cosa stai cercando di dirmi»?. Solo un pensiero ad alta voce, era impossibile che mi udisse, eppure sembrava aver capito. Annuisce. Seguo con attenzione ogni suo movimento, ormai mi è impossibile distogliere lo sguardo. Comincia ad indicarmi con insistenza.
 «Non capisco!» le urlo. Cosa vuole che faccia? La guardo con aria ebete. Nessuno risposta. Continua ad additarmi. Un pensiero comincia a farsi strada nella mia mente. E se stesse indicando qualcosa alle mie spalle? Mi blocco. Dietro di me c’è solo la mia classe… o no? Comincio a sudare freddo. La ragazza non accenna a fermarsi. Una folata d’aria fredda mi scompiglia i capelli facendomeli finire davanti agli occhi. Buio. Davanti a me è rimasta solo la finestra dell’ospedale immersa in uno spazio vuoto. Anche la ragazza è scomparsa. Comincio a guardarmi freneticamente intorno. I nostri sguardi s’incrociano di nuovo.
 «Devi svesgliarti Alice...» non capisco, sono già sveglia «…o sarà troppo tardi». Mi guarda, in silenzio.
 «Sono sveglia» decido di risponderle.
 «Stai dormendo un sonno pericoloso». Sembra non avermi sentita.
 «Svegliati, Alice!».
Lo scenario comincia a mutare. Mi ritrovo in una stanza d’ospedale. Davanti a me c’è un gruppo di persone intente a fissare una ragazza che dorme. Sento dei passi provenire dal corridoio fermarsi davanti alla porta della stanza. Dopo qualche secondo la persona si decide ad entrare. Era un medico. Le persone davanti a me volgono lentamente i loro sguardi verso di lui. Nessuno sembra curarsi della mia presenza.
 «Purtroppo è entrata in coma...» senza nemmeno dar tempo al medico di finire la frase scoppiano pianti e gemiti dal gruppo di persone. Finalmente realizzo cosa sta succedendo. Questa scena l’ho già vissuta. È la stessa che stavo osservando prima dalla finestra. Improvvisamente vengo assalita dall’impulso di guardare la malata in volto. Che sia la ragazza di prima? Tento di avvicinarmi al letto ma la cerchia di persone me lo impedisce. Comincio ad annaspare, mi manca il respiro. Un attimo dopo mi ritrovo collassata a terra. La vista comincia a sfumare. Provo a rivolgere lo sguardo verso il letto prima di perdere completamente i sensi. Mi blocco. La ragazza era stata rimpiazzata da uno specchio. Il mio riflesso prende a parlare: «È troppo tardi…».
Non riesco a sentire la fine, il buio mi accerchia.

I medici dichiararono la mia morte cerebrale 2 ore dopo il ricovero.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Mariangiangiola