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Autore: LadyKo e Brucy    20/11/2008    2 recensioni
Una vita passata a leggere manga. Fratelli gemelli per non dire siamesi, doraemon in libertà, grembiulini rosa, orsi vaganti, teppisti masochisti e oche formato parassita... ma di che manga stiamo parlando?!
L'Italia incontra il Giappone.

Da LadyKokatorimon & Brucy.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ore 18

Ore 9.45

Sconosciuta libreria di un'imprecisata via d'Ikebukuro

 

Quella è una macchia.

Osservo con aria terribilmente apatica, e molto forzata, quella strana incisione sul muro che, da un quarto d'ora a questa parte circa, ha attirato tutta la mia, poca e quasi inesistente, attenzione.

Sì è una macchia.

Constato poi affermativamente con me stessa che decisamente è una macchia, anche se mi è davvero difficile capire come si possa essere formata in un punto così alto e proprio in modo da prendere la forma di una chiocciola.

-Yaaawn…- sbadiglio senza neanche provare a darmi un contegno, attirandomi lo sguardo irritato della vecchia che si è fermata a spiare le copertine dei libri proprio vicino a me. La ignoro, visto che poteva pure scegliersi un altro punto del negozio anziché avvicinarsi a dove sto vegetando da mezzora io, e finalmente giungo a pormi l'illuminante domanda che mi sarei dovuta porre molto, ma decisamente tanto tempo fa.

Perché non sono svaccata nel mio letto a sbavare sul Mokona-Timer?

Impegnandomi, facendomi anche insultare pesantemente dai miei stessi neuroni che a quest'ora ancora non sanno neppure chi sono o da dove vengono, posso quasi immaginare Gerry Scotti sedutomi di fronte, in attesa della risposta che, se giusta, mi potrebbe far vincere il sudato milione, ma ovviamente i secondi scorrerebbero e io continuerei a guardarlo nelle sue palle enormi degli occhi, a farmi filmini su quanto possa essere rotondo e abbronzato, senza riuscire a dargli una risposta decente.

Sì, perché mi sfugge davvero il motivo per il quale non mi stia rotolando nel letto tirando testate alla spalliera, coccolandomi la sveglia a forma di Mokona, con suo silenzioso disappunto al riguardo.

Un minuto prima facevo quasi le fusa visto che, nonostante avessi dormito solo per qualche ora, stare sul letto in panciolle rappresenta davvero l'azione migliore che un essere umano possa compiere.

Un minuto dopo venivo presa quasi a scarpate dalla sis a cui, all'improvviso e senza dare spiegazioni in proposito, era venuta un'insensata voglia di uscire e andare per negozi, in particolare librerie, e che, per un sempre insensato motivo, voleva essere accompagnata dalla sottoscritta. Certo, si sarebbe comunque dovuta alzare per prepararsi per l'uni ma che bisogno c'era di svegliare pure me??

E come poteva non finire con lei che gironzola per il negozio con aria sognante, correndo da un libro a un altro, e io che vegeto con aria quasi lugubre davanti un muro che dire sporco è davvero, credetemi, un blando eufemismo?

-Sei inguardabile-

Con sforzo che definirei quasi inumano riesco a voltare leggermente il capo alla mia sinistra dove scorgo, anche se in modo molto indefinito, la figura della sis con in mano un libro intenta, però, a guardare me infastidita anziché sfogliarlo come dovrebbe.

La sua voce tanto dolce quanto un pugno nello stomaco mi arriva lontana e ovattata alle orecchie, risvegliandomi dall'ennesimo trance in cui, probabilmente, sono caduta da un buon lasso di tempo.. di abbastanza minuti da infastidirla almeno.

-Eh?- chiedo, con voce d'oltretomba, mentre mi strofino gli occhi visto che se ancora sto in piedi e non sono svenuta è solo per puro istinto di sopravvivenza.

Se penso che adesso sarei potuta stare tra le lenzuola a godermi il silenzio profondo della casa, anziché farmi ringhiare contro dalla vecchietta di turno infastidita dalla mia sola presenza mi viene male.. sigh

-Sto dicendo che sei inguardabile. Ripigliati un po’, per favore- ripete con tono irritato, guardandomi pungente. A quanto pare l'idea di alzarsi presto non ha avuto conseguenze positive neppure su di lei, anche se, a differenza mia, lei non ha bisogno di reggersi a un sostegno per tenersi in piedi.. o meglio, pure lei ne avrebbe bisogno ma non di certo quanto me. Riesco facilmente a immaginarlo in quanto non sono l'unica, in questo negozio, a barcollare apaticamente e sbattere gli occhi velocemente per evitare che si chiudano una volta per tutte e che non si riaprano più.. non che mi dispiacerebbe eh, però non mi sembra una buona idea soprattutto viste le strane intenzioni omicide che provoca la mia esistenza nella mia coinquilina e alla vecchietta che, ecchepalle!, non la finisce un secondo di guardarmi storto da quando le ho sbadigliato in faccia.

-Senti chi parla- strascico tra i denti ogni lettera che riesco a pronunciare, mentre la vedo alzare un sopracciglio leggermente perplessa e con l'incomprensione nello sguardo. E in effetti posso capirla, povera anima pia, visto che quello che sto dicendo dev'essere davvero difficile da comprendere.. non lo capisco neppure io, se è per questo.

-Io almeno evito di grugnire, o meglio, russare in luogo pubblico. Siamo in una libreria, se non te ne fossi accorta-

-Certo che me ne sono accorta- rispondo con tono stridulo, sempre strascicando le parole, mentre mi guardo attorno con aria sognante visto che pile e pile di libri mi circondano in tutto il loro splendore. Con la mia mente malata mi perdo nel mio ennesimo trance fantasioso, non accorgendomi del suo sguardo che si sta facendo sempre più torvo ogni secondo che passa.

Che figata sarebbe se potessi rimpicciolire quanto un puffo, magari indossando il vestito di *Gin e avere le ali oppure il potere di fare salti di qualsiasi lunghezza.. saltellerei felice come una pasqua.. se poi mettendo piede su un libro fantasy venissi inghiottita e diventassi il protagonista della storia.. dhaa

-La smetti di sbavare?-

Vengo riportata alla realtà dalla, sempre dolce quanto una spranga sul piede, voce della sis.

Rettifico: vengo riportata alla realtà dalla, sempre delicata quanto un pugno sui denti, gomitata della sis, che mi mozza il fiato per un attimo visto che mi ha colto totalmente impreparata. Ma non perché sia diventata all'improvviso wonderwoman, sia chiaro.

Il fatto è che appena sveglia sono intoccabile. Mi faccio male facilmente, e potrei addirittura rimetterci le penne se non stessi attenta ai pericoli che incombono in casa, quali spigoli e compagnia bella, i quali fra l'altro non ne manco uno e ogni volta che esco di casa sembro aver partecipato a un incontro di wrestling visti tutti i lividi che potrei mostrare.

A dire la verità, la mattina anche un pizzicotto rischierebbe di mandarmi all'altro mondo, ma in fondo questi sono solo dettagli...credo

-Senti ma non potevamo venirci un altro giorno, magari anche di pomeriggio?-

-No-

-Perché?- chiedo infastidita da questo rifiuto totale e schietto, mentre lei finge di ignorarmi e il suo inusuale tic all'occhio mette in moto la mia povera memoria con lo scopo di rendermi nota la causa di questo strano e insensato comportamento.

Vagamente riesco a ricordare l'estrema lotta di ieri sera per l'ultimo dei dango rimasto e sul fatto che entrambe lo volevamo intero, con tutti i suoi pezzi, senza il minimo desiderio di volerlo dividere a metà. E la vincitrice ovviamente sono stata io, in quanto mentre eravamo intente a tirare il piatto le ho viscidamente schiacciato un piede e, confidando sulle mie capacità da brava ladra quale sono, ho trafugato il dango e me lo sono infilato quasi tutto in bocca.

Appena se n'è accorta, prima ha sgranato gli occhi sorpresa, poi delusa dall'aver perso la sua opportunità di potersi scafare il dango più buono che io abbia mai assaggiato, infine disgustata visto che mi stavo quasi soffocando pur di mangiarmelo tutto io.

Brucia ancora la sconfitta?

-Zitta che mi distrai- risponde con tono vago, mentre io m'impunto a fissarla col mio solito sguardo petulante, e quando non ne può più chiude di botto il libro di cui stava, o meglio, cercava di leggere l'introduzione e si volta a guardarmi torva. -Ce la stai mettendo tutta a farmi innervosire o cosa?!-

-Colpa tua che te la prendi per un dango- le rinfaccio mentre scorgo nei suoi occhi il fastidio crescere a dismisura, e quindi capisco pure di averci preso in pieno sulla causa della sua insensata, ora non più, irritazione.

-Senti..- inizia, decisa a dire qualcosa di serio, ma s'interrompe, forse capendo che anche provandoci in questo momento io non riuscirei a seguire il filo del discorso, neppure sforzandomi, e si schiaffa una mano sul viso per voltarsi poi a guardarmi con aria terribilmente stanca. -D'accordo, non avrei dovuto costringerti a venire, ma ormai è andata no?-

-Se lo dici tu-

-Poi non ho voglia di sprecare tempo a litigare con te-

-Per un dango questo e altro- cerco di ghignare come mio solito, visto il mio abitudinario vizio di rigirare sempre più volte possibile il dito nella piaga, ma quello che mi esce deve di certo essere una smorfia orribile e, di conseguenza, inguardabile perché la vedo aggrottare le sopracciglia quasi interdetta.

-Certo che sì. Ma lo avrai già bello che digerito, quindi non c'è bisogno di tirarla ancora per le lunghe-

-Vorrà dire che la prossima volta l'ultimo dei dango toccherà a te.. forse-

-Tsè, ride bene chi ride ultimo-

E detto questo ci allontaniamo l'una dall'altra, cioè più precisamente è lei che s'allontana visto che io non ho intenzione di muovermi da qui. Fra l'altro ormai è diventata una questione di principio visto che la vecchietta di prima non ha smesso un secondo di adocchiare lo scaffale di libri dove sto vegetando da quando sono entrata nel negozio. Quando però sento la sis chiamarmi per uscire incrocio lo sguardo con la vecchiarda, quasi mi sembra di trovarmi in una di quelle scene dei film western dove i duellanti stanno per estrarre le pistole, ma visto che a lungo andare potrei finire per diventare parte dell'allenamento fingo d'inchinarmi al suo cospetto, per farle capire che le lascio il posto, e finalmente raggiungo l'uscita, dopo ovviamente essermi gustata il suo gemito infastidito e la sua smorfia contrariata.

-Trovato qualcosa d'interessante?- chiede sis tanto per fare, con nemmeno un segno di curiosità nella voce, e con lo stesso tono rispondo negativamente, senza neanche rigirarle la domanda. A cosa servirebbe poi? Quando si comprerà qualcosa lo verrò comunque a sapere, quindi perché interessarsi prima del tempo?

-Sappi che se ti aspetti che ti paghi da mangiare solo perché ti ho svegliato contro il tuo consenso ti sbagli di grosso- mi annuncia quando raggiungiamo il bar in fondo alla strada, e io annuisco tanto per darle soddisfazione, visto che non mi era passato neanche lontanamente di pensare una cosa simile.

Diciamo che in questo momento mi è difficile pensare in generale..

-L'altra volta hai insistito tu ad offrirmi il pranzo, tendo a ricordartelo-

-E io ti puntualizzo che non ci sarà una prossima volta- incrocia le braccia, fissandomi perentoria mentre io appoggio il gomito sul tavolino, e la testa sulla mano guardandola indifferente.

-Infatti non verrei a chiedertelo per nulla al mondo. Sai che non sopporto essere in debito con qualcuno-

-Mai dire mai-

-Hn-

-Comunque ho notato che stai tornando dal regno di Morfeo molto più velocemente del solito. Qualche motivazione particolare per caso?-

-Eh?- chiedo con tono perplesso, visto che intenta com'ero a contare gli spiccioli del portafoglio per pagarmi la colazione non l'ho minimamente ascoltata. E se già fatico a seguirla normalmente, figurarsi quando sto facendo dell'altro..

-Ecco appunto.. lascia stare va-

-La smetti di trattarmi da deficiente?- sbotto leggermente contrariata, mentre cerco di esprimere il mio attuale irritamento anche con i lineamenti facciali, senza molto successo visto che lei non sembra notare nessun cambiamento in proposito.

Oggi comunicazione zero tondo eh?

-Non ti sto trattando da deficiente, solo non ho voglia di ripetere le cose-

-Colpa mia se mi parli quando sono già impegnata a fare altro?-

-A fare che?- alza un sopracciglio interdetta, visto che non si era minimamente accorta di quello che stavo facendo mentre mi chiedeva quello che mi ha chiesto e che io non ho capito.

-In ogni caso dovresti ben sapere a che livello stanno le mie capacità mentali e motorie, appena sveglia-

-Sotto, ma molto, tanto, estremamente sotto dello zero infinito?- accenna a un sogghigno divertito, e forse anche perfido, mentre io cerco di imitarla senza però riuscirci. -Elettra, mi spieghi cosa stai facendo?- mi chiede poi, osservandomi perplessa schiacciarmi la faccia con le mani, e con le dita muovere i lineamenti a forza pur di forzare un ghigno ma a quanto pare ne sta uscendo qualcosa di terribile, visto il suo sguardo farsi sempre più basito.

-Oggi non vado molto d'accordo con la mia faccia-

-E?- mi spinge a continuare, anche se posso immaginare quanto non le debba fregare più molto in questo momento visto che, nel frattempo, i nostri cappuccini e le nostre brioches ci hanno finalmente raggiunte. Il suo gettarsi con aria famelica sulla brioche farcita di cioccolato me lo evidenzia senza lasciarmi dubitare oltre.

-Volevo vedere se con qualche aiuto esterno la mia faccia avrebbe potuto sfornare qualcosa.. ma a quanto pare non ho avuto buoni risultati-

-Decisamente no- la sento rispondere vagamente, ma ormai non la sto neanche più ascoltando. Siamo letteralmente partite tutte due per la tangente, in quanto la nutella ha un effetto davvero devastante e sublime su di noi.. tanto da costringere il nostro cervello, e in particolare i nostri Omini del cervello, a perdere la concezione della realtà e tuffarsi in fantasie irresistibilmente dolci e peccaminose.

.. nutella.. dhaa…

 

*Gin = Gintoki Sakata, protagonista dell'anime/manga "Gintama"

 

 

Ore 10 e 28

Dintorni dell’Università imperiale di Tokyo

 

-Io avrei un dubbio- dice la Sis, solennemente.

-Esponi pure- rispondo solennemente.

-Hai presente che io non studio, vero?-

Annuisco. –Perfettamente-

-E che, se anche fosse, in ogni caso non lo farei di certo qui?-

Scuoto la testa in su e in giù un paio di volte. –Assolutamente cristallino-

-E che, per l'appunto, piuttosto preferirei farmi sparare in bocca?-

Annuisco ancora più energicamente. –Ho tutto ben presente-

-Quindi non è minimamente errato chiedermi cosa io ci faccia qui perché, davvero, che diavolo ci faccio io qui?-

Ho pensato molto alla faccenda, seriamente. Non c’entra il fatto che abbia osato sottrarmi il dango più bello e più grosso che c’era tra quelli disponibili, o tra quelli mai creati da quando la pietanza è stata inventata, non lo so, e che avevo strategicamente lasciato per ultimo. Ho tanti di quei pretesti da tirar fuori da far impallidire il mio maggior debitore, ma al momento non me ne viene nemmeno uno decente.

Ad ogni modo, seduta sulle mie bianche lenzuola ancora calde, ho pensato bene a Miss faccia da Cazzo, e ho ponderato bene sulle cazzate responsabili della Sis. E, per quanto potessero essere aliene alla mente che le aveva partorite, mi sono accorta che un senso l’avevano. Insomma, già è un evento straordinario il fatto che mi sia stata data l’occasione di venire in Giappone, non potrei mai permettermi di farmi cacciare a calci in culo per rissa o aggressione aggravata. E, tra i tanti appigli che la mia mente è riuscita a considerare, l’unico tanto resistente da poter trattenere il mio lato oscuro, alla fine, era Sis. Ma la Sis non è mai stata molto incline a far le cose senza sapere il motivo per cui le dovrebbe fare.

Problematica, problematica ragazza.

Prendo aria. –Allora, hai presente Raika?-

Probabilmente, conoscendola, starà pensando al protagonista di qualche manga yaoi troppo spinto per lei.

-… può darsi- ecco, non se lo ricorda.

-Hai presente il fatto che io rispetto il principio del rispetto della vita umana, vero?-

-Sono contenta che tu ‘rispetti il rispetto’…- fa finta di pensarci -… ma dov’è che dovresti arrivare?-

-E ricordi Raika? La mia seconda personalità, quella che il rispetto della vita umana non sa neanche lontanamente che cosa sia?-

I dati riemergono dalla poco capiente banca dati della sua memoria. –Vagamente-

-Ecco, se oggi mi ritrovassi davanti Miss Faccia da Cazzo, Raika verrebbe molto probabilmente a farmi una visitina- termino, allungandomi le dita per il nervosismo.

-E quindi?- chiede, ancora piuttosto scettica e restia a valutare il pericolo.

-E quindi, come tu mi avevi già responsabilmente ricordato, picchiare a sangue o staccare un braccio ad una compagna di università non mi migliorerebbe la reputazione-

Rotea gli occhi, senza ancora aver capito niente. –E quindi?- ripete, a voce leggermente più alta. -Dovrei picchiare e pestare al posto tuo?-

-No! Cioè…- cazzo, è proprio difficile da spiegare. -… se vedi qualcosa, qualunque cosa di strano in me afferrami, bloccami, e portami via il più lontano possibile da qui con tutti i mezzi, anche picchiandomi se necessario-

-E quindi, dovrei picchiare te?-

-NO!- devo proprio fare pace con il mio cervello, non andiamo mai d’accordo-… bè.. se proprio non ci sono altre alternative-

Concludo, ma dubito che abbia realmente compreso l’entità del pericolo, o almeno non sembra guardando le sue palpebre calanti e l’espressione che non so se definire assorta o completamente da demente.

-E non potresti chiederlo a uno dei tuoi gemelli?-

Grugnisco per l’uso dell’aggettivo possessivo: in che cavolo di modo dovrebbero essere miei quei due? Non voglio animaletti troppo impegnativi da accudire nel mio giardino personale, al momento. Ma mi limito solo a questo.

-Non riesco a parlare così liberamente del fatto che la sorella gemella cattiva che non ho mai avuto abiti dentro di me, almeno non a chicchessia- e non so se interpreterà l’affermazione come una dichiarazione della mia fiducia, o come una riscossione dei vecchi debiti. Sinceramente me ne importa poco e niente.

Non ha il tempo di ribattere, dato che una mano si appoggia sulla mia spalla, e forse anche sulla sua. E, come in un colpo di scena che non colpisce proprio più nessuno, ci ritroviamo davanti Ikki e Ikku.

-Di che stavate parlando?- chiede Ikki, stringendomi la spalla destra, con gli occhi che gli brillano della solita luce sinistra. Un pensiero molesto mi attraversa la testa.

-Ma come diavolo fate a trovarmi tutte le cavolo di mattine voi?- chiedo, sospettosa, con un braccio sul fianco teso e un'espressione inquisitrice.

-È il potere del mio amore, my beloved love!- risponde Ikki, e Ikku annuisce con forza, con quella sua faccia che non riuscirebbe a tenere nascosto un delitto neanche se l’avesse già dimenticato. Ma preferisco lasciar perdere.

Poi mi ricordo di avere delle cavolo d’incombenze sociali, di cui farei molto volentieri a meno, e afferro Sis con tutte e due le mani, usandola come uno scudo a protezione della mia persona. A quanto pare è ancora troppo rincoglionita per reagire, e a momenti mi cade addosso di schiena.

-Sumeragi san..- come diavolo faccio a rivolgermi a tutti e due ed essere rispettosa allo stesso tempo? –Vi presento Elettra Alfano san, mia coinquilina, compatriota, sorella acquisita, complice in azioni illegali e/o criminali… e non so che altro ancora-

Nonostante non avesse mai avuto desiderio di fare la conoscenza di nessuno, di questo posso essere abbastanza sicura, la mano di Sis è la prima a tendersi verso di loro, e a rimaner sospesa nel vuoto.. no, non ha perso all'improvviso le poche facoltà mentali di cui dispone. Più semplicemente sono io a tenerle il braccio disteso. A forza.

Meglio prendere il toro per le corna, no?

Sorrido, e tutto quello che fa lei è voltarsi lentamente, come se farlo più velocemente potesse provocarle la rottura delle ossa o dei tendini della spalla, e fulminarmi col più inquietante sguardo assassino mai visto su volto umano.

-Piacere- risponde Ikku, con l’atteggiamento di un moccioso dell’asilo a cui viene presentata una nuova amichetta con cui giocherà a far castelli di sabbia, digrignando gli abbaglianti denti bianchi e scompigliandosi i capelli già disordinati in un gesto del tutto inutile, ma assolutamente affascinante. Ikki sorride ancora, squadrandola da capo a piedi con una sola occhiata, che quasi potrebbe essere ai raggi X.

-Piacere…- sbotta poi, afferrando la mano di Sis ancora sospesa nel vuoto. -… Ikki Sumeragi al suo servizio- ma perché questo dannato ragazzo deve sempre sorridere in questo modo terrificante?

Ma, almeno, Sis sembra rinunciare momentaneamente ai piani di morte che aveva cominciato ad escogitare per me, e sorride a sua volta, altrettanto terrificante, come se la sapesse lunga. Poi si stacca dalle mie braccia, che ancora la tenevano lontana dal suolo e le impedivano di cadere a sacco di patate, e ricambia la stretta.

-Per quanto ne so io, i tuoi servizi dovrebbero già essere prenotati per qualcun altro…- chi? Mica io? Naaaa! Ma quanto è suggestivamente artistica quella cacca di cane che pende sull’orlo della fogna? -… ma piacere- conclude con tono palesemente derisorio.

Ikki guarda Sis, Sis guarda Ikki. Ed improvvisamente lo sento, con quella mia sensibilità che comincia a strillare solo nei momenti meno opportuni. Campi magnetici contrari, auree ostili, e l’immagine di un cane e di un gatto che si azzannano a sangue o fanno i bisognini uno sopra all’altro… chissà perché poi.

Anche se come arma offensiva sarebbe parecchio strategica.

-I miei servizi sono aperti a tutti, mia cara- però, non sarebbe affatto male se concedesse i suoi servizi ad un altro bel pezzo di ragazzo come lui mentre io sono ad assistere con patatine e pop corn a volontà…ecco, sono partita con biglietto di sola andata per il mondo parallelo delle fantasie omo- erotiche, e non penso che tornerò molto presto.

… fantasie omo- erotiche… dhaa…

-Ah davvero?- sento vagamente dire dalla Sis, mentre si china minacciosamente su Ikki. Wow, sembrano avermi aspettato per continuare. –Spiacente ma non sono interessata-

M’immagino mentre mi siedo comodamente sulla testa d’Ikku, che ora sembra più una riproduzione di statua greca da arredamento, lì fermo e imbambolato con la dentatura in mostra come il fotogramma fermo di un film alla “tutti insieme appassionatamente”, mentre continuo a spolverare pop corn lì da dove avevo smesso, e assistendo alla più epica battaglia di frecciatine bastarde dall’invenzione della comunicazione verbale. O forse lo sto facendo davvero, boh.

-Non ti fai catturare dal fascino dell’oriente?- chop chop.. questa è proprio pessima.. chop chop. Vai sister! Distruggilo! Disintegralo! Fallo nero! Stupraloooooooo!

-Oh beh, finché continui a sbattermelo in faccia in questo modo non credo proprio.- ed è uno a zero! Uno a zero signori e signore! -E poi quando ci si prende un impegno bisogna portarlo a termine…- oh, ma che carina quell’ape spiaccicata e spappolata sul vetro dell’aula al pian terreno! -..no?-

-Assolutamente d’accordo…- ora perché guarda me? -… porto sempre a termine i miei impegni…- oddio, Siiisss! Perché non l’hai ancora stuprato come si deveeeee? -.. ovviamente-

Da comodamente seduta sulla testa d’Ikku, non so ancora se in modo immaginario o se ci stessi davvero, sento l’impulso irresistibile di raggomitolarmi dietro le sue lunghe gambe forti e solenni.

-Voglio proprio vedere- ma lei da che diavolo di parte sta?

Sto cercando ancora di valutare la bellezza della cacca di cane di prima, quando vedo lei, e stringo un po’ troppo l’appiglio a cui mi sono aggrappata.

-Ahia- sento da Ikku, a cui ho probabilmente disintegrato un polpaccio.

Oh no, Miss Faccia da Cazzo a ore dodici, e la Sis è impegnata in un guerra di frecciatine, e lei non se ne va mai prima di aver finito la guerra. Oddio, ci uccideremo.. io ucciderò lei… se proprio le cose vanno male lei mi ferirà un pochino. Merda, merda, merda. Si, avvicina, ha puntato proprio me.

“Calmati… tu rispetti la vita umana… tu rispetti la vita… tu rispetti la vita umana… non ti farai cacciare a calci nel sedere… tu rispetti la vita umana…”

Niente… cazzo d’inutile Mandra buddista!

-Vittoria san?- oddio.

-Si?- rispondo, alla faccia gigantesca che ha improvvisamente occupato tutto il mio campo visivo. -… dimmi pure.. I… Ikku san-

-Io devo proprio andare a lezione adesso.. ti va di accompagnarmi?-

-I.. io..- devo proprio tutti interrompermi quando balbetto? E perché mi faccio tutte queste domande? La dannata vita non è mai dannatamente chiara, dannazione. Non mi da neanche modo di rispondere che mi trascina via, per quanto cerchi di puntare i piedi e scalciare come una mocciosa.

Ikki e la Sis non se ne accorgono nemmeno, e Faccia da Cazzo sembra odiarmi ancora di più di quanto mi odiava prima –e ce ne vuole proprio per odiarmi di più di così-

Uffa.. mica vorrà giocare a fare castelli di sabbia?

Uff.

 

Ore 18.00

Negozio di alimentari "Kichigai discount"

 

Possibile che sia davvero difficile da capire cosa io stia pensando in questo preciso istante? Eppure la mia espressione facciale dovrebbe essere diventata più comprensibile vista l'ora.

-.. sì perché poi, sa come sono gli uomini, non sono mai soddisfatti di ciò che viene loro servito, e finchè hanno voce trovano sempre il motivo per poterti criticare!- continua a bofonchiare la vecchietta maniaca, che ogni giorno e alla stessa ora si fa sempre trovare qui, pronta a descrivermi tutti i dettagli della sua vita, a quanto dice lei, movimentata e peccaminosa nonostante sia palese cosa io ne pensi al riguardo.

Due palle.. no aspetta, due palloni belli grossi direi.. che tra l'altro germogliano ad ogni secondo che passa..

Mentre sono concentrata a ordinare le scatole di mais per poter formare una piramide alta almeno un metro, anche se ancora devo capire a che cosa serva.. probabilmente è solo l'ennesima trovata della socia del capo, di cui non ricordo mai il nome, volta a rendere più "originale" il locale, vallo a capire.. quella donna se ne inventa sempre una, e ovviamente a chi altri è se non alla sottoscritta chiede di eseguire compiti simili così, fra una scatoletta e l'altra, che riesca a farmi saltare i nervi e non solo quelli??

-.. comunque alla fine ho preso il mestolo e gliene ho dette quattro, zittendolo come si deve e costringendolo pure a lavare i piatti! È finita l'era dove la donna serviva solo ad accudire casa e far da mangiare, no?- s'interrompe, mentre io sto per finire il capolavoro di tutta la mia vita, o per essere precisi, di tutto questo pomeriggio.. in effetti è da troppo che sto qui, chissà che ore sono.

-Alfano san?- mi sento richiamare con tono perplesso e in attesa, e quando mi volto a guardare la vecchiarda, e sbattendo gli occhi all'unisono con lei mi accorgo finalmente che teoricamente mi stava parlando,  che teoricamente avrei dovuto ascoltarla e sempre teoricamente avrei dovuto rispondere alla sua domanda.. che tra l'altro, ovviamente, non so neanche quale sia..

-Ehm, ha ragione lei, signora- concordo annuendo col capo, senza neanche sapere a cosa io stia effettivamente dando ragione, mentre la donna si stampa un sorrisone in faccia come se la sapesse lunga, quasi come se avesse previsto la cosa già da prima.

Non mi dire che ha finalmente capito che non la stavo minimamente cagando.. davvero svegli questi giapponesi, complimenti.

-Oh povera me, si è fatto davvero tardi e io che pensavo fossero solo le cinque!- annuncia dopo aver guardato l'orologio allacciatole al polso, che tra l'altro io non indosserei mai visto il suo colore pallidamente rosa e i disegnini a forma di fiorellini celesti. -Sarà meglio che mi avvii. È stato davvero un piacere parlare con lei. Ha davvero una pazienza infinita per volermi ascoltare senza mandarmi via. Buona serata, Alfano san-

-Anche a lei, signora- saluto distrattamente, mentre cerco di trattenermi dallo smuovere il naso in una smorfia e sospirare dal sollievo per essermela finalmente tolta dalle balle, riuscendoci a malapena visto che, appena la vedo girarsi, faccio entrambe le cose contemporaneamente e con estrema soddisfazione.

"Pazienza per volerla ascoltare"? E quando mai le avrei chiesto di sfracellarmi le palle con le sue storie assurde, che tra l'altro non ascolto neanche lontanamente?!

Sì, decisamente questi giapponesi sono mooolto svegli.. si si

-Finalmente ho finito!- esulto leggermente, dopo aver posizionato l'ultima scatoletta a concludere l'enorme, per così dire, piramide di scatolette di mais. Mi stento quasi commossa, visto che per una volta sono riuscita a concludere qualcosa senza fare casini, ma soprattutto senza attentare alla mia stessa incolumità.

-Elettra chan fermalo!!- sento dire alle mie spalle, e con un orrendo presentimento mi volto quasi a rallentatore, e quando vedo..

E che cacchio sarebbe quello?!

Rimango basita quando davanti a me si presenta una sottospecie di cane che sembra aver affrontato la terza guerra mondiale in prima fila.

Le zampe anteriori sono fasciate da delle bende che coprono quasi del tutto delle stecche, che serviranno probabilmente per far riuscire a camminare l'animale anche senza poggiare a terra i palmi. Una strana benda, con un cuore giallo disegnatoci sopra, copre interamente l'occhio destro, mentre un'altra fasciatura gli circonda l'orecchio.

Mentre sono intenta a trovargli una razza di appartenenza, non realizzo in tempo che l'inarrestabile animale si sta dirigendo a tutto gas verso di me, o meglio, più precisamente verso la piramide che ho costruito con tanta fatica e che mi ha preso tutto il pomeriggio. Quando lo capisco è infatti già troppo tardi.

Nuooooooooooo!!!

A bocca aperta guardo il frutto del mio sudore distruggersi completamente, senza poterlo evitare in alcun modo. Una scatoletta, rotolando, mi ha appena sfiorato un piede, quasi a volermi confortare, e osservando gli occhi a forma di mais disegnatici sopra sembra quasi che mi stia fissando compatendomi.

Due ore.. ci avrò messo più di due ore a fare sta merda di piramide e adesso arriva lui.. sto sgorbio inguardabile.. ma io.. ma io lo ammazzo!

Quando vedo la bestia voltarsi e arrancare verso di me, scodinzolante e felice come un uovo di pasqua, incosciente dell'atrocità appena commessa, sento scorrermi nel sangue quell'istinto omicida, che la sis probabilmente chiamerebbe Ranka, che rare volte si riesce a risvegliare completamente in me.

-Chiki! Brutto cattivo, guarda cos'hai fatto!!- lo rimprovera il mio collega degli scaffali, raggiungendoci e guardando desolato il disastro appena compiuto.

-Il cane è tuo?- chiedo, con il tic all'occhio che sembra essermi impazzito del tutto, mentre l'animale inizia a gironzolarmi attorno scodinzolando gioioso.

-Sì, l'ho chiamato Chiki! Non è un amore?!- domanda con sguardo quasi da pazzoide, mentre prende la bestiola in braccio e me l'avvicina a un centimetro dal naso, non sapendo che da un momento all'altro glielo potrei squartare il suo Chiki amore bello!

-Perché si trova qui? E in Giappone non li vendono i collari?!-

-Oh ma io non gli potrei mai mettere un collare, né una museruola! Penso proprio che quelli siano oggetti da mettere al bando! Non trovi anche tu che sia immorale legare questi poveri animaletti?- mi domanda, sempre tenendo il canino a mezz'aria, facendomi innervosire ancora di più nel sentirmelo a distanza così ravvicinata.

-Tu.. Tu.. Ma lo sai quanto ci ho messo a fare la piramide?!- pesto i piedi sbottando infine senza controllare neanche di avere il tono di voce basso, e infatti lui non si aspettava di certo di sentirmi gracchiare con voce stridula, tanto che è pure saltato qualche passo indietro per lo spavento.

Roteo gli occhi, pestando ancora i piedi, per poi accoccolarmi in un angolino, sentendo quasi la nuvoletta nera della sfiga, amica intima mia e di *Nami, apparirmi sul capo, pesandomi addosso in tutta la sua magnificenza.

-S-Su dai, non fare così andiamo. Rimetto apposto tutto io, stai tranquilla!- sento dire, mentre una mano mi si poggia sulla spalla quasi per conforto.

-Mi ci ero pure affezionata alle scatolette!!-

-Semmai te ne regalo qualcuna uno di sti giorni ok?-

-Stai cercando di comprarmi con del mais, per caso?- mi volto con lo sguardo assatanato, mentre lui indietreggia sforzandosi di sorridere visto che non devo essere proprio un bello spettacolo in questo momento.. sì, vabbè, non che normalmente io lo sia, però ammetto che quando fingo questo comportamento infantile sono sempre solita assumere un'espressione che definire inquietantemente satanica sarebbe poco.

-M-Ma no, figurati-

-Metti apposto tu e mi compri del mais?-

-Quanto ne vuoi, sì-

-Allora ok- mi rialzo riprendendo la mia solita aria indifferente, mentre lui mi guarda un pelino inquietato e dopo averlo salutato con un cenno del capo mi dirigo a tutta velocità verso lo spogliatoio, visto che per oggi il mio turno finalmente è finito.

Quando esco, vestita di nuovo normalmente, ritrovo il poveraccio dove l'ho lasciato minuti fa, e quando si accorge di me mi saluta con un sorriso forzato e irrequieto mentre, appena gli do le spalle, un ghigno sadico e soddisfatto mi si apre in volto.

Davvero svegli, sì.

 

Ore 18.45

Imprecisato angolo di un'imprecisata via d'Ikebukuro

 

Ed eccomi qui, totalmente spaesata e incerta su cosa fare, e dove andare.

Qualcuno mi avrà anche scambiato per un palo della luce o qualcosa di simile, visto che me ne sto imbambolata accanto a un semaforo da più di un quarto d'ora circa.

Il problema è semplicemente lo stesso che mi asfissia da quando ero piccola, forse anche quando stavo nella panza di mia madre: il senso dell'orientamento. Devo però ammettere che è anche sbagliato definirlo problema in quanto, lo sarebbe se io avessi mai avuto un briciolo di orientamento in tutta la mia inutile e cinica esistenza.. e ovviamente no, non ce l'ho mai avuto.

Maledetta me e al mio mancato senso dell'orientamento.. maledetto quel vecchio grassone che mi ha detto la strada senza neanche parlare chiaro.. e maledetta quella carretta della mia moto che mi deve sempre lasciare a terra ogni volta che ne ho davvero bisogno!!

E mentre continuo a deprimermi su cosa fare e dove andare la gente continua a passare e a fissarmi come se in testa avessi due antennine verdi e al posto di essere bianca come una morta fossi sul verdognolo andante al pari di Shrek.

Ancora qualche secondo d'incertezza e alla fine, dopo un'interessante ambarabaccicciccocco, di vitale importanza in questo tipo di situazioni, decido di prendere la via a sinistra. Inizio ad avere qualche dubbio sull'aver sbagliato strada però quando inizio a non incontrare più nessuno dopo aver svoltato l'angolo.. e per nessuno intendo neanche un misero pulcioso gatto che di solito compare in queste scene tragicomiche, quasi a voler rendere ancora più patetica la situazione in cui si è venuto a trovare il protagonista. Ma io, ovviamente, dall'alto della mia innegabile esperienza non mi farò minimamente scoraggiare da certi dettagli che, dannazione, in certe occasioni sì che sono importanti.

No io affronterò questa cosa come una sfida personale, a pieno petto.

Morirò sperduta tra le vie giapponesi, me lo sento… mi ritroveranno sepolta da qualche parte e sapranno chi sono solo grazie ai dati sulla patente..

Non finisco però di deprimermi decentemente che all'improvviso vedo la luce.. cioè volevo dire, vedo l'enorme ma allo stesso anonima insegna della fumetteria che sto cercando con tanto ardore da quando sono uscita dal discount.

Allungando il passo raggiungo il negozio camminando a un metro da terra per la commozione, e quasi non mi metto a ballare la danza dei criceti* quando sento il campanellino, posto sulla porta, suonare al mio ingresso.

Rimango poi a bocca aperta, o meglio, con la mandibola che tocca terra quando leggo le super-offerte che ci sono su poster e gadget vari.

Ma questo è il paradiso!

Mentre mi scende la bava alla bocca mi avvicino a mo di sanguisuga ai poster "prendi tre paghi uno", e mi abbasso così tanto sullo scatolone che tra un po’ ci finisco dentro.

.. black lagoon.. bleach.. gintama.. saiyuki.. one piece.. xxxholic… dhaaa.. li voglio tutti.. tutti.. TUTTIIIIIIIII!!!!!

-Scusi, vorrei prendere dei poster- annuncio alla cassa, mentre il tizio che mi guarda s'inquieta un po’ visto il mio sguardo da pazzoide.

-Me li mostri pure- dice, mentre annuisco e frettolosamente ritorno dallo scatolone. Quando mi raggiunge gliene indico quasi la metà, e ghigno soddisfatta nel vederlo impacciato visto che sembro essere la prima a fare un acquisto così spropositato.

-Shuuhei! Vieni a darmi una mano, muoviti!- lo sento chiamare qualcuno, e dopo qualche secondo un ragazzo dai capelli rossi ci raggiunge.

Che hai da fissare?

Alzo un sopracciglio, lasciando da parte l'idillio-poster per qualche secondo, per ricambiare il suo sguardo con aria infastidita, visto che mi sta guardando come se avessi appena detto che sua madre in realtà è un uomo.

Questo qui mi ricorda quel gemello che mi ha presentato la sis.. quel Sumegi, Sameragi o come cazzo si chiama.. tra l'altro dovrò escogitare una vendetta degna della sottoscritta visto che quella stronza se n'è andata lasciandomi in balia del cazzone. E pensare che per togliermelo di torno mi sono dovuta abbassare al suo livello accidenti!

Mentre ripenso a ciò che è successo oggi all'uni il ragazzo nel frattempo ritorna in sé all'ennesimo richiamo del collega, e io torno alla realtà iniziando a fremere quando vedo tutti i poster arrotolati in un sacchetto. Pago il tutto e frettolosamente saluto mentre esco dal negozio, e quando sono fuori non posso che lasciarmi andare e sospirare quasi facendo le fusa.

I miei poster.. tutti miei.. sono tutti miei..

Attenta a non sbrodolarci davvero sopra, inizio a pensare a come potrei metterli in camera, visto che ce l'ho già bella che piena, e non posso fare a meno che gongolare come Gollum, in quanto non mi capita quasi mai di acquistare così tanti poster tutti in una volta.

-Ehi tu, aspetta un secondo!!- sento urlare alle mie spalle, ma quasi non ci faccio caso finchè qualcosa mi tira il bordo della maglia e mi fa quasi cadere all'indietro.

Dopo aver ripreso stabilità col terreno mi volto irritata per incrociare lo sguardo scuro del ragazzo di prima, che continuava a fissarmi come un celebroleso.

-Qualsiasi cosa sia successa, non sono stata io- puntualizzo, mettendomi sulla difensiva come mio solito, mentre lui ridacchia scuotendo poi il capo distrattamente.

-Tranquilla, non ti ho rincorso per questo- dice divertito, mettendosi una mano su un fianco, mentre io alzo un sopracciglio perplessa.

-Quindi?-

-Anata ga daisukii!-

Oh merda.. che cacchio significa questo adesso?! Sapevo che avrei dovuto stare attenta ai corsi anziché ascoltarmi la musica, accidenti a me, però cazzeggiavo solo quando la lezione riguardava argomenti che non m'interessavano.. che cacchio può aver detto questo qui?? Ah, che frustrazione!!

-Ehm.. scusa ma non so ancora bene il giapponese, ti spiacerebbe dirmelo in inglese?- chiedo mentre si allarga il sorriso sul suo volto, facendomi involontariamente stringere i pugni infastidita.

-I mean, I like you!- dice, per poi avanzare fino arrivarmi a un centimetro dalla faccia.

-Che caz..- balbetto indietreggiando istintivamente, senza neppure accorgermi di aver parlato italiano, mentre lui ridacchia divertito, facendomi inavvertitamente salire l'irritazione. -Tu non sei normale, fatti curare!-

-Aspetta, non andartene! Non mi sono ancora presentato!- dice con tono quasi irrequieto, mentre mi prende per un braccio bloccando la mia fuga improvvisata, visto che gli avevo dato le spalle con l'intento di scappare lontano e mettere più distanza possibile tra me e lui.

-Non mi frega del tuo nome! Lasciami andare, idiota!-

-Ehi, calma, non voglio farti niente!- annuncia, lasciandomi andare, e quando mi volto lo fisso negli occhi gelida.

-Farò finta che tutto questo non sia accaduto, quindi sarà meglio per te tornare a lavorare anziché darmi fastidio-

-Sennò che mi fai? Mi devasti come hai fatto con quell'aula alla Todai?- ghigna incrociando le braccia, mentre io socchiudo gli occhi rimanendo indifferente al riguardo, nonostante non mi faccia alcun piacere sapere che uno sconosciuto sia a conoscenza dell'accaduto. -Vederti quel giorno è stato come una manna dal cielo, un colpo di fulmine in piena regola! E oggi che ti ho rivista non volevo perdere l'occasione di presentarmi, mi spiace quindi di averti dato un'impressione diversa-

-Come ti chiami?-

-Shuuhei Takishima, piacere di..-

-Ora che ti sei presentato spero ti senta soddisfatto, perché mi hai già fatto perdere abbastanza tempo, perciò addio!- lo interrompo con tono acido, per poi dargli le spalle e iniziare a incamminarmi.

-Forse è meglio che ti avverti che questo tuo modo di fare mi spinge a volerci provare ancora di più-

-Provare cosa?! E poi sai che mi frega! Non sai neanche come mi chiamo e non lo saprai mai, stanne certo!-

-Vedremo- riesco a sentirgli dire quasi con tono soddisfatto, prima di svoltare l'angolo e pestare poi i piedi pesantemente irritata.

Cristo, capitano tutte a me! Prima quel cretino di un gemello mal riuscito, che se non era per il rispetto del rispetto.. vabbè quello di cui parlava la sis, gli avrei tirato i capelli e un calcio dritto a castrarlo e fargli togliere quell'aria da figo che si tira tanto! Poi, come se non bastasse, mi si è ripresentata davanti quella puttana di una rosellina a cui non ho tirato il collo sempre facendo appello alla cosa del rispetto e ora questo qua! Non solo mi avrebbe visto in un momento critico, ma si sarebbe anche innamorato di me?? Un colpo di fulmine?!

Ma che s'impicchino lui e il colpo di fulmine!

 

*Danza dei criceti= vedere http://www.unknown.it/materiale/titipa/tititipa.html per capire XD

*Nami = personaggio dell'anime/manga "One Piece"

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICI:

Lady Ko’: Bene, in questo momento sono totalmente presa dalla puntata di Junjou romantica che si sta allegramente caricando, quindi non mi verrà sicuramente nulla di sensato da dire… tu hai qualcosa di sensato da dire Sis?

Brucy: Poni dei quesiti veramente scontati U.U

Lady Ko’: Quindi la risposta è “Ovviamente sì! Non aspettavo altro!”… prego esperta a lei la parola U-U *dorme sugli allori*

Brucy: Anche la nostra sintonia non è poi così impeccabile eh?

Lady Ko’: Tu dici? Uhe… voi quattro gatti di lettori che commentano e comunicano con noi in qualche arcana maniera, avete visto che esce Twilight? XD *discorso campato alla minchia*

Brucy: Io ho pure prenotato per poter trovare posto proprio il 21 *_*

Lady Ko’: Io forse se son fortunata riesco ad andarci sabato sera! U-U anche se ho l’impressione che dovrò urlare qualcosa tipo “Oh mio Edward! CHE COSA T’HANNO FATTO?!” urlando come una comare in menopausa §_§ *triste*

Brucy: Se rimango delusa chiedo di rimborsarmi pure il biglietto, e ovviamente non mancherò a criticare… assolutamente non mancherò *voce minacciosa*

Lady Ko’: Indubbiamente l’attore non è minimamente all’altezza delle mie sfrenate fantasie! U-U ma per criticare prima bisogna vedere *saggezza mode on*

Brucy: Film o non film l'attore è quello, e a me non piace… anche se non c'è un possibile Edward in questo mondo *sigh*

Lady Ko’: La sua bellezza non è di questo mondo! U-U Bene, passiamo ai commenti!

 

Ethlinn: Linn, stavamo pensando di avanzare una richiesta di santificazione per te, che ne dici? XD i tuoi commenti afferrano esattamente il senso più recondito nella nostra opera! §_§ *piange* grazie dal più profondo della mia anima! *eh sì, Sayoko è proprio il modello di persona che merita atroce dolore! XD*

 

Rinoagirl89: *fa patpat* non ti preoccupare Senpai, già il tuo sforzarti nello scrivere un commento è per noi motivo d’indicibile gioia, quindi puoi scriverci tutte le minchiate che ti pare, pure gli elementi chimici ci vanno bene! *oh forse no! XD* grazie del supporto! *inchino*

  
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