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Autore: Elly J    12/01/2015    2 recensioni
Mi chiamo Tess, sono nata a Phoenix, Arizona, il 14 gennaio 1993.
La mia vita trascorreva tranquilla, perfetta.. tutto era perfetto. Ero una ragazza allegra, solare, sempre felice e piena di vita. Uno dei miei punti di forza è sempre stata la dolcezza. Cosa c'è di più bello di una persona che ti sorride e ti mette allegria?
Tutto era perfetto..
Mi chiamo Tess, sono nata a Phoenix, Arizona, il 14 gennaio 1993.
Ora, nell'anno 2033, risiedo nel Massachusetts, a Boston, nella zona di quarantena. La vita qui è un inferno. Violenza, sangue, morte.
Ho ucciso molte persone, sia infetti che umani.
Sono cambiata e non so più chi sono. L'unica cosa che so è che non sono un'assassina, sto solo sopravvivendo.
Mi chiamo Tess ed ero una sopravvissuta.. ora sono un'infetta.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi chiamo Tess, sono nata a Phoenix, Arizona, il 14 gennaio 1993.
La mia vita trascorreva tranquilla, perfetta.. tutto era perfetto. Ero una ragazza allegra, solare, sempre felice e piena di vita. Uno dei miei punti di forza è sempre stata la dolcezza. Cosa c'è di più bello di una persona che ti sorride e ti mette allegria?
Tutto era perfetto..
Mi chiamo Tess, sono nata a Phoenix, Arizona, il 14 gennaio 1993.
Ora, nell'anno 2033, risiedo nel Massachusetts, a Boston, nella zona di quarantena. La vita qui è un inferno. Violenza, sangue, morte.
Ho ucciso molte persone, sia infetti che umani.
Sono cambiata e non so più chi sono. L'unica cosa che so è che non sono un'assassina, sto solo sopravvivendo.
Mi chiamo Tess ed ero una sopravvissuta.. ora sono un'infetta.





Boston, Massachusetts - U.S.A.
Zona di quarantena, ore 14.35
12 luglio 2033

 
Anche quel fottuto giorno le avevo prese, per colpa di quel coglione di Robert.
Vaffanculo, Robert.
Prima o poi ti avrei trovato e allora si che mi sarei divertita.
Tornai al rifugio incazzata e dolorante. Sperai con tutto il cuore che nessuno mi rivolgesse la parola. Odiavo quando la gente faceva: - Tess, che hai fatto al viso? Tess, stai bene? Oddio Tess, sei ferita!
Cazzo, lo so che sono ferita. Lo siamo tutti, anche nell’animo.
Entrai nella stanza sbattendo la porta. Mi sentivo amareggiata fin nel profondo, come se qualcuno mi stesse incidendo il cuore con un coltello. Che sensazione di merda.
- Che hai combinato, Tess? - la voce di Joel mi fece fermare.
- Nulla. - risposi con tono secco.
Mi sentivo sempre in colpa quando rispondevo male a Joel, ma proprio era più forte di me. Odiavo perdere, ma soprattutto odiavo venire fregata da uno stronzo come Robert, stronzo e pure ignorante. Ma la cosa che veramente mi faceva imbestialire era quando la gente infieriva su tutta la situazione.
- Tess, chi sei andata a stuzzicare questa volta? - chiese nuovamente Joel.
Feci una piccola risata sarcastica. - Joel.. vaffanculo.
L’uomo non rispose e si avvicinò a me stringendo un panno nella mano destra.
- Vieni qua. - mi disse afferrandomi dolcemente il mento. Dopodiché prese a pulirmi le ferite sanguinanti che avevo sul viso, premendo con delicatezza il panno sulla mia pelle.
- Robert ha tutte le nostre armi, Joel. - dissi guardandolo negli occhi.
- Avevo immaginato che fossi andata a cercare guai da Robert.. - rispose lui continuando a medicarmi - Per di più da sola.
Alzai gli occhi al cielo. - Joel, ti prego, non iniziare con la paternale. Se qui nessuno fa qualcosa devo agire per conto mio. Lo sai meglio di me che quelle armi ci servono. Questa notte degli infetti hanno superato il perimetro est e per abbatterli hanno usato quasi tutte le munizioni. - feci una piccola pausa di riflessione, dopodiché ripresi - Oltretutto mi chiedo perché abbiano messo Edward e Samuel di vedetta. Qui al rifugio lo sanno tutti che hanno una mira di merda.
Joel non fiatava, ma in compenso continuava a medicarmi le ferite sul viso. Dopo la mia sfuriata lo guardai in silenzio a mia volta, osservando con attenzione la piega dei suoi occhi, del naso e della bocca.
Da quanto tempo conoscevo Joel? Non lo ricordavo. Dieci anni forse? Poteva essere. Alle volte mi chiedevo che cosa era lui per me, ma soprattutto io per lui. Buoni amici? Questo di certo, ma alle volte sembrava che ci fosse qualcosa di più.. o forse sembrava e basta, appunto. Solamente una volta era successa una cosa strana, una cosa di cui io e Joel avevamo sempre evitato di parlare. Più volte lui aveva cercato di tirare fuori l’argomento, ma io avevo sempre tergiversato. Perché? Perché non riuscivo a spiegarmi quello che era successo tra noi due.
  
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