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Autore: dishorder    12/01/2015    1 recensioni
So che dovrei riaprire il portone e correrti dietro, ma se lo facessi non sarei io e lo hai detto anche tu, a me non piace cambiare.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non cambi mai



Sono ferma sulla soglia di casa e ho le gambe che mi tremano un po' e la voglia di piangere che supera ogni cosa e tu, tu sei davanti a me che mi guardi e io non so cosa fare, cosa dire, perché di cose da dire o da fare ce ne sarebbero anche troppe.
Dovrei dirti che mi sei mancato, che senza di te questi anni sono stati vuoti, che ogni mattina quando mi alzo spero di trovarti in cucina a preparare la colazione, che durante tutto questo tempo non ho smesso di pensarti o di amarti, che sono stata seduta notti intere sul divano ad aspettare una tua chiamata, che se la mattina dopo non parlavo era perché la chiamata non è mai arrivata, che a volte sento ancora la tua voce che mi chiama o che canta qualche pezzo di canzone, che spero ancora di vederti arrivare dallo stesso portone in cui ci troviamo adesso, uno di fronte all'altro e dovrei darti uno schiaffo, tirarti calci sulle gambe e pugni sulla pancia e dovrei baciarti e abbracciarti, dovrei tuffarmi su quelle braccia e aspettare che la morte mi venga a prendere eppure non riesco a muovermi, sono bloccata, il cervello ha smesso di funzionare e il cuore di battere e se ti sento pronunciare il mio nome è solo perché la tua voce mi è mancata da morire.

«Jill» Sei qui e non so che fare, mi guardi con uno sguardo che non riesco a decifrare e non riesco a far uscire le parole dalla bocca.

«So che forse non ti aspettavi di vedermi e nemmeno io mi sarei mai aspettato di aver il coraggio di venire qui - di nuovo - e non sapevo nemmeno se ti ci avrei trovata qui e subito dopo mi sono dato dello stupido perché è ovvio che ti avrei ritrovato perché tu non cambi mai, non ami farlo. E mi sono dato dello stupido per tantissime altre cose, per essermene andato, per non averti dato la possibilità di spiegarti, quella sera, per non averti baciato di più perché in questi anni le tue labbra mi sono mancate così tanto da far male, per aver preferito prendere tutte le mie cose e andarmene piuttosto che affrontare la situazione, per non averti cercato dopo, per non aver fatto niente per riaverti e mi dispiace, mi dispiace non averti detto che ti amavo e che, anche se forse non ci credi, lo faccio ancora. E sono uno stupido anche perché in questi anni mi sei mancata e non ho mai avuto il coraggio di ammetterlo a me stesso perché faceva meno male pensare che non fossi stata niente, che quello che abbiamo passato non è stato nulla e se vuoi darmi uno schiaffo, fallo pure, me lo merito e mi merito anche che tu mi sbatta la porta in faccia ma per favore non farlo, non farlo perché non ce la faccio più ad andare avanti senza di te, perché ci provo a farmi una nuova vita, giuro lo faccio, ma non è semplice senza di te accanto, perché noi un futuro lo avevamo già progettato, ti ricordi? Ma certo che lo ricordi, tu ricordi sempre tutto, tranne le date dei compleanni, quelli li hai sempre scordati, ma a me andava bene così perché anche se non eri perfetta, eri tu e questo bastava. Tu, con i tuoi occhi grandi e neri e contornati molto spesso dalle occhiaie, con la tua pelle bianca e lisca, con le tue mani rovinate per le troppe canzoni scritte e con le quali mi toccavi e mi facevi stare bene. Tu, con le tue labbra continuamente spaccate per il tuo continuo morderle e con le quali mi baciavi e mi facevi sentire vivo, con quella cicatrice sul polso sinistro che amavo toccare, con i capelli sempre spettinati. E tu, con quel sorriso con il quale mi mandavi confusione il cervello. E non mi importa di fare la figura del cretino perché avevo bisogno di dirti queste parole. Molte volte ho pensato di farlo ma puntualmente appena salivo in macchina me ne pentivo e tornavo indietro e tante volte sono arrivato qui davanti e ti ho vista uscire dal portone con il tuo cappotto nero addosso, con i tuoi capelli sempre spettinati e con gli spartiti in mano. E tante altrettante volte sono quasi sceso dalla macchina ma mai ci sono riuscito e se ora sono qui è solo perché la tua assenza mi sta distruggendo e non riesco ad andare avanti, a lasciarti al passato perché voglio che tu sia il mio presente e il mio futuro, voglio passare tutta la mia vita con te, a sbatterci porte in faccia, a urlarci contro per poi finire a fare l'amore. E sì, ti amo Jill, ti amo come prima o forse di più e ti prego non restare zitta e parlami, dì qualcosa, qualunque cosa, dimmi che non sono venuto inutilmente, dimmi che ti manco e che mi ami o che mi odi e che vuoi che me ne vada, ma per favore dimmi qualcosa»

E ti sento sospirare e ti vedo chiudere gli occhi e se prima non sapevo che fare adesso so che devo piangere e che devo dirti qualcosa e sì, la prima cosa la faccio, ma la seconda, quella no, e sento il mondo cadermi addosso quando ti chiudo il portone in faccia e mi ci appoggio sopra singhiozzando, perché non ho il coraggio di dirti che ti amo ancora, che mi sei mancato anche tu e so che dovrei riaprire il portone e correrti dietro, ma se lo facessi non sarei io e lo hai detto anche tu, a me non piace cambiare.



  
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