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Autore: Icee    13/01/2015    1 recensioni
Mi hai raccontato tutto il tuo dolore, il tuo male, perché avevi bisogno di una spalla su cui appoggiarti.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi hai raccontato tutto il tuo dolore, il tuo male, perchè avevi bisogno di una spalla su cui appoggiarti.

Chiedi il mio aiuto, come fanno tutti, ti aiuto, ma tu non mi ascolti, come fanno tutti.
Piango e inizio ad alzare la voce, voglio che almeno tu mi ascoltassi, sei intimorito dalle mie parole e ti arrabbi, perchè sai che per una volta ho ragione, ma non hai il coraggio per ascoltarmi e risolvere il tuo prolema.
Esci dalla stanza sbattendo violentemente la porta, che io dopo chiudo, nessuno entra, nessuno esce.
Ci trovavamo in bagno, perchè avevo bisogno di farmi un bagno e quando finalmente l'acqua era pronta, tu sei arrivato e ti sei messo a parlare, ma adesso la voglia di farmi quel bagno è più potente rispetto a prima.
Mi tolgo gli indumenti e nel frattempo mi accorgo che le lacrime non hanno mai smesso di cadere sul mio viso.
Mi immergo in quell'acqua ormani tiepida e non più calda come prima con delicatezza e lentezza, sono le 00:00 nessuno mi corre dietro.
Ormai sono coperta dall'acqua e dalla schiuma, che bella sensazione, ma la tristezza e l'incomprensione mi fanno sentire sola, così sola che sento il bisogno di portarmi le gambe al petto e cingerle con le braccia.
Ho pianto talmente tanto che i miei ochi sono gonfi e stanchi e il mio viso è bagnato da esse, coloro che hanno lasciato sentieri bagnati sulla mia pelle, che a causa del dolore si sono trasformati in lunghi graffi.

Rifletto.

Avrei dovuto correrti dietro e chiederti scusa, non avrei dovuto alzare la voce, ma la sensazione di non essere ascoltata mi ha scatenato solo rabbia, dovrei essere lì con te adesso, ma il mio orgoglio, la mia testardaggine non me lo permettono.
Mi sdraio e infilo il viso sotto l'acqua, con la mano destra chiudo il naso e la bocca, non respiro, non emergo, rimango sotto.
Il bisogno di respirare si fa sentire, così tolgo la mano dal mio viso e libero l'aria che intrappolavo, mentre la bocca si riempe di quell'acqua insaponata, rimango ancora sotto.
Forse per smettere con questo dolore dovrei rimanere lì sotto per sempre, ma nella mia testa continuo a pensare che se Dio mi avesse voluto con se ci avrebbe pensato lui...a quanto pare devo ancora regalare al mondo qualcosa di mio.
La testa esce dall'acqua e finalmente respiro, guardo il mio corpo, quell'orribile massa vivente, di cui mi sono stancata di vedere ogni giorno.
L'acqua prima limpida, adesso sporca.

Sono davvero ripugnante.

Prendo il sapone e lavo ogni centimetro della mia pelle per bene, mi finisce persino negli occhi, sento il bruciore così forte, ma non urlo, non faccio niente, lascio che bruci.
Mi tolgo ogni residuo di sapone ed esco, mi asciugo, mi vesto, mi rimetto a sorridere.

Pronta a riprendere la solita routine. 



   
 
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