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Autore: TheDarkLightInsideMe    13/01/2015    3 recensioni
Da bambino il mezzelfo San, il nipote di Nihal e Sennar, ha passato del tempo a Zalenia insieme a Ido, venendo ospitato dalla contessa Ondine, per sfuggire alla Gilda degli Assassini. Ma questa è una storia che noi “Emersiani” conosciamo già, immagino.
Licia Troisi ci spiega bene quanto San fosse da subito portato per la magia, e quanto fosse attratto dai libri proibiti della biblioteca, a confermare la sua natura che poi la scrittrice rivelerà nella terza trilogia.
Ma se ci fosse altro che lega il mezzelfo al Mondo Sommerso? Se il rimanere chiuso in camera a provare gli incantesimi fosse solo una copertura? E se in realtà gli Assassini della Gilda incaricati di portarlo alla Casa gli avessero tolto anche qualcos’altro, qualcun altro?
La storia che non è stata narrata, quella che nessuno conosce. E quella promessa che tenne in vita San quando era ancora solo un ragazzo.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ido, Nuovo personaggio, Ondine, San
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Atto III

 


Chara corse dietro a quelle persone di nascosto, senza far accorgere loro della sua presenza. Forse avrebbe dovuto urlare, richiamare le guardie, avvertire Ondine e Ido che di sicuro stavano dormendo o forse discutevano ancora, nonostante l’ora, su ciò che avrebbero fatto nelle rimanenti settimane in cui sarebbero stati sotto al mare. Eppure la voce le rimaneva ferma in gola, senza il coraggio di uscire fuori.
Stavolta me la posso cavare da sola, stavolta me la devo cavare da sola.
Gli Assassini della Gilda –chi altri avrebbe potuto muoversi con tanta rapidità tra quei corridoi senza fare alcun rumore?– la seminarono con facilità, svoltando più volte e facendole perdere il senso dell’orientamento. Però non era difficile intuire dove stessero andando.
La ragazza si mise a correre il più velocemente possibile, sperando di arrivare prima che fosse troppo tardi. Se non ci fosse riuscita non se lo sarebbe mai perdonato.
Era buffo quanto il destino di un mondo su cui aveva sentito solo leggende ora dipendesse da lei e dalla sua corsa contro il tempo. D’altra parte, di certo San avrebbe avuto il sonno leggero, quella notte, a causa del loro litigio.
La porta le si presentò davanti all’improvviso, risvegliandola dai suoi pensieri: era spalancata, accanto ad essa giaceva il cadavere dell’uomo che era di guardia e dall’interno provenivano urla disumane. Tutto, in quella stanza, stava bruciando.
Non appena le fiamme si estinsero, Chara si catapultò dentro, alla ricerca di San. Lo ritrovò che fissava i corpi di due Assassini riversi a terra, immobili.
<< San! San, stai bene? >> la ragazza tentò di scuoterlo, ma l’unica reazione del mezzelfo fu di alzare la testa e fissarla spaventato negli occhi. Con tutto quel fumo che ancora aleggiava nella camera nonostante la finestra fosse aperta, però, si riuscivano a stento a vedere l’un l’altra.
Fu un fruscio a risvegliare i sensi di Chara e a farle dare le spalle al ragazzo, e con esso la certezza di aver visto più di due persone aggirarsi per il castello.
<< Chara! >>
Il primo colpo arrivò alla spalla sinistra, mancando di poco il cuore.
Il secondo, subito dopo, la prese al ventre.
Il terzo coltello le si conficcò dritto al centro del petto.
Chara cadde riversa a terra, venendo accompagnata nella caduta dalle braccia del mezzelfo. Il fumo si era ormai disperso del tutto.
Era stata una donna a lanciare i coltelli, una donna che adesso combatteva per la vita contro Ido, una donna destinata a perdere lo scontro. Ma questo a San non poteva interessare di meno.
Si inginocchiò accanto all’amica, ponendole le mani luminose di una luce benefica sul petto e sul ventre. Quasi quasi stava peggio lui che Chara, dopotutto.
<< San… >> no, niente, non voleva alzare la testa dalle sue ferite. Come doveva fargli capire la realtà senza essere troppo dura? << San, smettila e guardami, per piacere! >>
Il mezzelfo alzò gli occhi lucidi sul volto della ragazza, soffermandosi sul sorriso rassegnato che aveva sulle labbra.
<< Ecco. Ora, per favore, lascia perdere l’incantesimo e ascoltami. >>
<< Non posso farlo, tu… tu moriresti… >> balbettò San, gli occhi sgranati e l’intero corpo che gli tremava per lo sforzo mentale di rimanere presente a sé davanti a tutto quel sangue.
<< È temporalmente impossibile che tu riesca a guarire tutte e tre le mie ferite prima che io muoia dissanguata, lo sai, vero? L’ho sognato, stanotte, questo momento. >> fece la ragazza, spostando una delle mani del mezzelfo via dal suo corpo, e San si accorse solo grazie a quel gelido contatto che ormai non c’era più nulla da fare.
<< Mi stai dicendo che devo restare qui, fermo, a guardarti morire?! >> strepitò lui nonostante sapesse che fosse inutile, e difatti Chara era irremovibile.
<< Devi farmi una promessa, San. Devi promettermi che non ti lascerai influenzare dal sentimento di vendetta che ti aleggia nel cuore, che seguirai sempre la via del bene e che smetterai di praticare la magia proibita. Se tu andassi al covo della Gilda degli Assassini ora, San, il mio gesto sarebbe del tutto inutile. Ti prego, giurami che manterrai questa promessa… >>
Il mezzelfo rimase per un attimo immobile, senza neppure respirare. Poi prese la sua decisione:
<< Sì, te lo giuro sulla mia anima, Chara. >>
Il sorriso della ragazza si allargò di un millimetro in più. << Grazie, San. Grazie di tutto. Ti voglio bene. >> le scappò poi, al diavolo la maschera di freddezza che s’era costruita. Gli prese una mano fra le sue, poi chiuse lentamente gli occhi.
Non era facile rimanere coscienti dopo tutto questo, ma San si forzò al massimo. Lo doveva fare per Chara. Lo doveva fare per se stesso.
Alle sue spalle, una voce bassa e stanca lo chiamava preoccupato. Ido. Lo gnomo l’aveva salvato per l’ennesima volta, sia dai pericoli materiali che da sé. Ma non era più la stessa cosa, e San se n’era accorto. Stare fermo, stare nelle retrovie per tanti anni e ora nascondersi nel Mondo Sommerso con la scusa di proteggere l’ultimo mezzelfo; più che tutte le ferite di guerra, più dell’occhio mancante, era questo che lo aveva rovinato.
Però rimaneva comunque il suo salvatore, rimaneva comunque una persona a cui doveva molto, nonostante tutto, e lui continuava a volergli bene.
Dopo tanto tempo, San e Ido si riabbracciarono, ma stavolta in mezzo ai cadaveri.
Quella fu la notte decisiva per la risoluzione della guerra del Mondo Emerso, anche se forse voi tutti lettori lo sapete già. Ma magari non ci avete fatto caso, e quindi ve lo ricorderò io: quella fu la notte in cui San condannò il suo mondo e in particolare Ido, ma allo stesso tempo diede a tutti i protagonisti della trilogia delle Guerre l’opportunità di concludere la faccenda una volta per tutte.
Ma non fu per niente una decisione facile, la sua, nonostante gli occhi vuoti di sua madre e quelli chiusi di Chara lo perseguitassero ogni volta che chiudeva gli occhi e gli chiedevano di vendicarli e quasi lo incolpavano. Perché lui sapeva che era colpa sua, che la sua strada era costeggiata di morti.
Quella notte, prima di alzarsi per andare dal prigioniero e liberarlo, San si chiese se la sua amica, dall’aldilà, l’avrebbe mai perdonato per quello che avrebbe fatto.
“Te lo giuro sulla mia anima, Chara” aveva detto. Ma tanto l’anima l’aveva venduta al Male da tempo, da quella prima volta che aveva aperto un libro di magia proibita.
Silenzioso come sempre –e come lei gli aveva insegnato– si avvicinò alla guardia dietro la porta e sussurrò la formula dell’incantesimo del sonno. Poi scese nei sotterranei, chiedendo mentalmente scusa a Chara. Perché San sapeva che quello sarebbe stato solo il primo dei punti del giuramento fattole che avrebbe infranto.






Agolino autrice.


E così finisce. Mi spiace, ma non sono riuscita a fare un finale alternativo, quella frase mi tentava troppo e un ulteriore finale che mi era venuto in mente stonava in grande stile. Quindi anche questa fanfiction si conclude qui...
Spero di risentirvi tutti presto, con il seguito di "Tre ragazze, due mondi, un destino". Grazie a tutti per aver letto e recensito, dandomi la forza di continuare (no, davvero, le vostre opinioni contano DAVVERO molto! Non è ironico anche se può sembrarlo!)
Ora mi dileguo, prima di iniziare a scrivere un angolino più lungo del capitolo (vi chiedo perdono anche per questo). Ci sentiamo! Un abbraccio grande quanto Zalenia a tutti,


DarkLight
   
 
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