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Autore: kamy    20/11/2008    5 recensioni
Mi sto trasformando tra le nebbie dell’oblio della mente e non so cosa diventerò. (La storia è la stessa, solo che per facilitare la lettura l'ho divisa). Recensite vi prego
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball New Adventures '
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Prologo


Prologo

 

Ciò che non ho mai detto

 

 

Goku stava sdraiato sul letto, guardando il cielo azzurro fuori dalla finestra. I suoi capelli erano ancora più spettinati e scompigliati del solito, e in alcuni punti sembravano ricadere come quelli terrestri. Era cadaverico e delle profonde occhiaie gli cerchiavano gli occhi stanchi.

Trasalì sentendo Chichi entrare nella stanza, la moglie impallidì vedendolo in quello stato. Rabbrividendo, borbottò: «Non dovresti esagerare con gli allenamenti! Almeno nei tempi di pace dovresti riposare! Lo sapevo che ieri tu e Vegeta non avreste dovuto combattere tutta la notte. Bulma mi ha telefonato e mi ha detto che suo marito è ridotto nello stesso modo».

Goku si voltò su un fianco, con un grugnito. Chichi, raccogliendo dei calzini da terra, gli rammentò: «Ti lascio riposare, però ricordati che oggi siamo invitati alla festa del compleanno di Trunks», e uscì dalla stanza.

Goku chiuse gli occhi.

Si sentì un bussare leggero alla porta, Goku grugnì più forte.

«Non ti senti bene, papà?» domandò Goten, socchiudendo la porta.

Goku fece un mezzo sorriso e si alzò seduto sul letto. «No, Goten, entra pure» mentì.

Il piccolo si sedette sul letto, accanto al padre, chiedendogli: «Posso stare qui?» domandò.

Goku annuì. «Se non fai tremare il letto» disse gentilmente.

«Certo, papà» sussurrò Goten. Osservò suo padre guardare fuori dalla finestra e irrigidirsi.

Le lancette dell'orologio alla parete giravano, mentre i respiri dei due si confondevano con i ticchettii. Goten sentiva le gambe formicolare e rimaneva immobile, fissando il genitore.

«Kakaroth» bisbigliò Goku a fiori di labbra.

Goten si voltò. «Sono tutti fissati con le carote» si lamentò.

Goku si voltò verso di lui, fissandolo con la fronte corrugata.

«Perché dici questo?» domandò.

«Broly voleva farmi male perché pensava l'avessi mangiata io e il papà di Trunks pensa l'abbia mangiata tu» spiegò il bambino.

«Ah» rispose secco Goku. 

Il figlio lo guardò in viso, chiedendogli: «Ti dà fastidio?».

Il padre scrollò le spalle. «Non lo so» rispose, si portò una mano al viso e sospirò. «Urca, ho passato una nottataccia. Lasciami riposare, figliolo» ordinò, indurendo il tono.

Goten annuì, le sue iridi erano liquide, si alzò e obbedì, uscendo.

Goku si stese e cadde in un profondo torpore.

Avvertì l'aria mancargli, si svegliò di colpo, ansimando e avvertì il fiato mozzarsi. Intorno al suo petto comparve una striscia argentea, Goku si guardò intorno vedendo della nebbia fitta e gelida.

"Dove sono? Questa non è la mia stanza" si domandò, boccheggiando. Tossì ripetutamente e ansimò più rumorosamente, rantolando.

"Nella tua mente, o meglio, nel tuo peggiore incubo" disse telepaticamente un'ombra dalla forma umana, man mano che si avvicinava rideva con cattiveria.

Si fermò davanti a Goku che, riconoscendone i tratti, sgranò gli occhi.

«Tu sei me?!» sbraitò. 

«Sbagliato filo-terrestrucolo. Io sono Kakaroth».

  
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