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Autore: IsaMor    14/01/2015    0 recensioni
Continuazione di "Ossessione", con i nostri due personaggi preferiti, e in più Jeremy Renner, Chris Hemsworth, Damian Lewis e degli slip commestibili...
Vi lascio immaginare cosa accadrà!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ossessioni inglesi'
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Verso le nove di sera, Will e Thomas lasciarono casa per dirigersi verso l'albergo a cinque stelle in cui alloggiavano i colleghi dell'attore.
Thomas lasciò che l'altro guidasse la Jaguard; gli piaceva guardarlo mentre si divertiva con l'auto. Aveva il brutto vizio di correre in città, ma era un magnifico pilota, quindi lo lasciava sempre fare.
In una piccola saletta privata ed accogliente, con un barman tutto loro, gli attori del cast aspettavano solo i due uomini per darsi ai super alcolici.
Volevano sapere come andavano le indagini, ma per quello dovevano aspettare ancora.
Will aveva sentito sua sorella, che stava collaborando con la squadra in veste d'investigatrice privata e si trovava alla sede centrale dell'INTERPOL, dove erano situati i loro uffici. Eve non aveva nuove informazioni.
Benedict non si riusciva a rintracciare.
Il vice-capo Laing, aveva rimandato quasi tutti a casa e in ufficio erano rimasti solo Moriarty e Damian. Will ebbe un attimo di pena per Moriarty; da un pò di tempo Damian gli ronzava intorno. Il poverino sembrava lusingato dalle sue attenzioni, non immaginava che inferno potesse essere avere uno spasimante come l'agente dei servizi segreti.
Will si concesse qualche bicchiere di whisky, permettendo a Thomas di lasciarsi andare con gli alcolici. Ne aveva bisogno.
Lui aveva ancora un compito da svolgere, individuare il colpevole del regalo a Thomas.
Si accostò a Jeremy, che stava chiedendo dei drink al barman: "E bravo, hai aiutato Thomas a scoprire chi fosse il responsabile del dono, dopo che mi avevi promesso il tuo aiuto!"
Jeremy sorrise divertito.
"State ancora giocando a questo gioco? Guarda che io non ho assolutamente aiutato Tom! Chi è stato a dirti il contrario?"
Will l'osservò, non sembrava che stesse mentendo, ma ricordò a sè stesso cosa facesse Jeremy per vivere. Doveva essere bravo a fingere.
"Quindi non sei stato tu a dare informazioni a Tom?", era incredulo.
"No, anzi è stato lui a svelarmi il colpevole! Deve averlo scoperto prima di te! Aveva anche le prove, ma non me le ha mostrate!", Jeremy sghignazzo sorseggiando uno dei drink pronti, mentre Chris aveva preso gli altri, vedendo l'uomo occupato a chiacchierare con Will.
"Un aiutino, come promesso, no?", domandò addolcendo la voce, nella speranza di sapere finalmente chi doveva picchiare.
Will ci aveva pensato per mezza giornata, chiunque fosse stato, oltre a delle spiegazione doveva all'agente un occhio gonfio per mano sua.
Sperava davvero, a quel punto, che non fosse stato Chris Hemsworth, l'uomo aveva dei bicipiti il doppio dei suoi. Affrontarlo significava un altro ricovero all'ospedale in pochi mesi.
Jeremy riportò la sua attenzione su di lui: "Nessun aiuto, devi cavartela da solo! Scusa, ma ho deciso di passare dalla parte di Tom! Mettiti l'anima in pace, perderai di brutto!", era serio e un pò sadico.
Thomas doveva avergli raccontato chi sà cosa, se ora era dalla sua parte.
"Questa me la paghi!"
Will sembrò serio, ma poi scoppiò a ridere seguito dall'altro, nessuno dei due ne voleva fare un fatto personale, era solo un gioco, anzì una sfida sopportabile.
Thomas si avvicinò: "Voi due! Cosa combinate?"
"Niente, stavo solo seducendo Jeremy!", confesso ridendo Will.
"Sì, è vero!", confermò l'altro con le lacrime agli occhi per il troppo ridere.
Thomas imbrongiato: "Se lui ti ha svelato il colpevole, la scommessa è nulla!"
Jeremy si affrettò a rispondere: "No, non l'ho fatto! Stavamo ridendo perché il tuo ragazzo mi ha minacciato!"
"Divertente!", disse Thomas, poco convinto che delle minaccie fossero qualcosa su cui ridere.
Il telefono di Will squillò.
Lui rispose, era Damian.
Will ascoltò gli ultimi sviluppi delle indagini sul messaggio di Benedict. Non c'era molto da sapere, il numero non era rintracciabile in nessun modo.
Will stava per chiudere, quando si ricordò: "Damian, fammi un favore! Lascia in pace Jim!"
"Geloso?", rise.
"No! È poco professionale da parte tua fargli la corte! Per di più quand'è al lavoro in ufficio!", era serio.
"Ma per chi mi hai preso?", fece una pausa: "Più tardi lo porto a bere! Così è più professionale?"
La risata di Damian venne bloccata da Will che chiudeva la conversazione.
L'agente riassunse quel pò che sapeva hai presenti.
Qualcuno si rassegnò all'idea che Benedict era solo un'ombra e non esisteva più come amico e collega.
La serata finì con qualcuno un pò brillo riaccompagnato in camera dal partner o dai colleghi. Anche Thomas aveva esagerato, però non lo dava a vedere, mantenendo sempre quell'eleganza da gentleman.
Will lo riportò a casa e lo condusse a letto, prima che decidesse di crollare da qualche altra parte, tipo il divano.
"Ok, mettiti sotto il piumone!", sussurrò Will dopo averlo spogliato.
L'alcol stava facendo effetto a scoppio ritardato in Thomas, ma non abbastanza ritardato da non riuscire a ricordare la scommessa.
"Che ora è?", domandò, osservando Will che si spogliava dell'Armani da lui regalato.
L'altro guardò l'orologio d'oro al polso, sentendo un lieve fastidio per quel regalo che lui non si sarebbe mai potuto permettere.
"Quasi mezzanotte! Perché?", capì appena fatta la domanda.
Non era riuscito ad indagare ulteriormente, doveva tirare ad indovinare.
"Sei ancora in tempo per indovinare chi mi ha regalato gli slip commestibili!", disse ranicchiandosi nel letto.
"Davvero vuoi che te lo dica adesso? Sei troppo ubriaco per ascoltarmi!", la sua premura era finta, aveva bisogno di tempo.
"Dimmi il nome prima che scada il tempo o mi dichiarerò vincitore!", era categorico.
"E tu puoi dimostrarmi se ho perso o no? Hai le prove?", il tono di Will era di sfida.
"Tic, tac, tic, tac. Ho le prove! Fuori il nome!"
I due si guardarono con aria di sfida, sembrava due pistoleri che aspettavano il rintocco della campana per sparare. Solo che Will doveva farlo prima di mezzanotte.
"Ok. Secondo me è stato...", aveva scartato tutti i più probabili, quindi doveva essere il più estroso del cast: "Robert!"
Thomas rimase serio.
Si poteva sentire il ticchettio delle lancette dell'orologio d'oro, per quanto fossero concentrati l'uno sull'altro.
Thomas aspetto qualche secondo che pareva l'eternità per l'agente e poi scoppiò a ridere, tirandosi sulla testa il piumone.
Rideva, rideva.
Will sbuffò un paio di volte, girandosi a guardare per tutta la stanza, irritato.
Era fastidioso sentirlo ridere, anche se tentava di soffocare le sue risate sotto al piumone azzurro.
Will si innervosì e gli saltò addosso tirando via il morbido riparo che l'altro stava usando.
"Dimostrami perché ho sbagliato!", era arrabbiato, ma vedendo il viso dell'altro luminoso e allegro si calmo, in fondo nessuno perdeva in quel gioco.
L'altro si ricompose senza smettere di sorridere: "Ok, lasciami alzare e te lo mostro!"
Will lasciò che si sfilasse da sotto il suo corpo, a malincuore.
Thomas si avvicinò al mobile in cui aveva nascosto gli slip e aprì un cassetto diverso da quello in cui erano contenuti. L'altro pensò che doveva essersi dimenticato il cassetto giusto, per via della sbronza, invece prese un piccolo pezzo di carta, forse un biglietto. Thomas tornò a letto e si distese, Will lo seguì senza perdere di vista la mano chiusa intorno al biglietto.
"Hai il biglietto? Dove l'hai preso?", domandò allungando la mano per prenderlo.
L'altro l'allontanò.
"Prima devi promettermi di non arrabbiarti con il colpevole, chiunque sia, per nessun motivo e di mantenere fede alla scommessa!", era un tantino preoccupato.
Will voleva solo rompere la faccia al tizio in questione, ma si sarebbe trattenuto se era Thomas a chiederlo.
"Prometto!", rispose come se stesse giurando in un'aula di tribunale.
Thomas gli consegnò il biglietto. L'altro si ritrovò tra le mani uno scontrino con il prezzo misero di una confezione di slip commestibili per uomo.
Guardò Thomas.
"Sei stato tu! Ma sei impazzito? Come ti è venuto in mente di mettere quella roba sotto l'albero?", era arrabbiato.
Thomas arrossì, il tono della sua voce divenne timido e sottile, gli occhi assunsero l'espressione da cucciolo bastonato.
"È stato un incidente!"
"Incidente?", la spiegazione non addolcì Will.
"Sì. Avevo impacchettato personalmente la confezione degli slip senza mettere il biglietto, tanto dovevo dartelo in privato, ma poi l'ho confuso con gli altri regali e mi sono dimenticato di cercarlo. È finito sotto l'albero!"
"Ho passato l'intera giornata ad indagare, mentre tu ti divertivi alle mie spalle?", si stava allontanando da Thomas.
"No. Non è così! È stato solo un piccolo incidente, però...", era incerto se continuare.
L'altro seduto nella sua parte del letto lo incalzò a continuare: "Però, cosa?"
Thomas fu spietato, forse anche per colpa della sbronza: "Te lo sei meritato!" Will rimase scioccato, fissandolo negli occhi.
Ripercorse mentalmente gli ultimi giorni, non ricordava nulla che potesse aver portato Thomas a comportarsi in modo così crudele.
"Perché? Cosa ho fatto per meritarmi questo trattamento?", era a disagio.
Se Thomas gli aveva fatto passare la giornata a fare una pessima figura agli occhi di Jeremy, Damian, suo padre e altri, che sicuramente avevano notato qualcosa, significava che si era macchiato di una colpa grave, ma non capiva quale.
Pensò a Damian, forse c'era qualcosa di sbagliato nel rapporto con il suo collega, che infastidiva Thomas.
Anche l'altro si tirò a sedere.
"È per il modo in cui reagisci ogni volta che ti regalo un vestito o qualcosa da indossare! Come oggi, con l'abito e l'orologio!", chiarì dolcemente, non voleva vederlo soffrire.
"Cosa? E che non voglio sentirmi...", abbassò lo sguardo.
Si rese conto che stava esagerando, lamentandosi sempre per ogni regalo da parte di Thomas, però era frustrante quella situazione economica.
Thomas si poteva permettere i migliori ristoranti, i più beii vestiti e le cose più raffinate, mentre lui non poteva con il suo stipendio. Non che a Thomas dispiacesse poter condividere tutto con il suo uomo, anzì amava farlo, ma era svilente per Will non poterlo corteggiare con un invito in un buon ristorante romantico, come aveva fatto con altri uomini in passato. Ogni tanto cucinava cene a casa e a lume di candela, ma non era la stessa cosa del potersi prendere cura, anche economicamente, del suo uomo.
"Non vuoi sentirti?", domandò ancora più gentile nel tono di voce.
"Mantenuto da te! A volte è fastidioso immaginare cosa pensino di me gli altri, soprattutto quando indosso i tuoi regali!", aveva abbassato lo sguardo sul piumone azzurro.
Thomas cercò di sdrammatizzare: "Ecco perché ti ho comprato gli slip commestibili! Ero sicuro che non avresti fatto le solite storie nell'indossarli!", sorrise malizioso, ritrovando gli occhi allegri di Will nella sua direzione.
"Will, non ti regalo quelle cose per dimostrare qualcosa a qualcun'altro! Lo faccio perché ti stanno d'incanto e mi piace guardarti quando porti abiti adatti al tuo portamento e alla tua eleganza naturale! Lo faresti anche tu se potessi, quindi permettimi di farlo!", spiegò tirando Will a sè e costringendolo a coricarsi sulla sua spalla sinistra.
Will seguì si suoi movimenti.
"So che non lo fai con cattive intenzioni. Scusami, Tom!", sospirò sulla sua spalla.
"Non c'è nulla di cui tu ti debba scusare!", chiarì l'attore, mentre accarezzava lentamente i capelli neri ancora corti di Will.
I capelli erano un altro motivo di disaccordo, Thomas li preferiva corti, invece l'altro li rivoleva lunghi.
"Will, forse i capelli ti stanno meglio lunghi!", continuando ad accarezzargli la testa.
"Ora non devi darmela vinta su tutto!", rise, mentre si stringeva di più al corpo.
"No! Non te la do vinta! Devi ancora pagare pegno.", Thomas sorrise, mentre chiudeva gli occhi.
"Sono pronto!", sollevò la testa, ma si trovò ad essere ignorato.
"Non stasera. Decido io quando!", si stava appisolando.
Will chiuse gli occhi e seguendo il respiro dell'altro, si addormentò.

Il momento di pagare pegno arrivò la sera del trenta.
La sera seguente avevano un paio di feste di capodanno a cui partecipare e le sere precedenti, Will era sempre tornato stanco morto dal lavoro. Tranne per qualche coccola ricevuta da Thomas prima di andare a letto, non c'era stata una vera occasione di tirar fuori la confezione di slip commestibili. Quella sera la trovò sul letto.
Non sapeva se essere eccitato o umiliato, per aver perso la sfida ed essere costretto a subire la punizione.
Mentre si sfilava l'orologio d'oro e si spogliava per la doccia, Thomas apparve sulla porta della camera. Aveva un portamento severo, quasi militaresco, di chi era pronto a dettare ordini e ad assumere il controllo della situazione.
Will pensò che stesse interpretando uno dei suoi personaggi, non era il suo modo di fare.
La situazione non lo disturbava minimamente, in fondo lui era quello che doveva aspettare che l'altro gli strappasse le mutande di dosso a morsi, la cosa andava a suo favore.
"Will, dopo la doccia, indossale e vieni in cucina!", la cadenza della voce era marziale, non ammetteva repliche e lui non intendeva farne.
Andò in bagno, mentre l'altro si dileguava oltre la porta della camera, sotto la doccia iniziò a riflettere su cosa potesse voler fare Thomas in cucina. Il pensiero andò al tavolo.
Avevano dovuto cambiare quel tavolo, quando avevano scoperto che il precedente era solo un oggetto d'arredo fatto di vetro e ferro battuto. La scoperta era avvenuta un paio di giorni dopo la sua dimissione dall'ospedale, a causa dei pessimi tentativi di Thomas di cucinare.
Era dovuto intervenire Will con il braccio appeso al collo e la spalla ancora dolorante. Thomas gli girava così tanto intorno, mentre Will cucinava, che alla fine l'agente l'aveva scacciato dalla cucina perché troppo apprensivo.
Thomas continuava a tornare per dirgli dove stavano gli utensili e le spezie, tanto che l'uomo ancora convalescente l'aveva spinto contro il bordo del tavolo e costretto a sedersi sopra. Da quella posizione, poteva dire a Will dove trovare ciò che cercava e assicurarsi che non si stancasse troppo, imparando anche qualcosina di cucina.
Il tavolo aveva scricchiolato dal primo momento in cui Thomas s'era seduto, quando Will aveva tentato di approfittare di quel comodo sostegno per fare altro, mentre il pesce si cuoceva lentamente al forno, gli scricchiolii erano aumentate.
Prima che il vetro si lesionasse, i due avevano avuto la rapidità di riflessi di allontanarsi. Avevano ordinato il nuovo tavolo quasi subito, più per ritentare ciò che stavano sperimentando, che non per vera necessità, infatti la posizione che permetteva quel sostegno era la migliore per non stancare e far saltare i punti a Will, mentre aveva parte attiva, cosa che a letto non gli era possibile in quel periodo.
Il tavolo aveva ritardato ad arrivare e una volta guarito Will, non aveva avuto la necessità d'approfittare di un tale appoggio per avere maggiore controllo nel fare sesso con Thomas.
L'idea che il tavolo fosse nei progetti di Thomas, accarezzò i pensieri di Will, nel frattempo che si asciugava i capelli.
Una volta in camera prese la scatola e la rigirò nelle mani per capire se ci fossero consigli d'uso. L'aprì, trovò il capo di vestiario in una busta trasparente, veniva trattato come genere alimentare. Aprì la busta e un odore di fragola arrivò alle sue narici, gli ricordava la prima volta che aveva fatto l'amore con Thomas. Quel sapore di fragola e di Thomas sulla sua lingua, era incancellabile.
Infilò l'indumento, non sapeva se poteva definirlo tale, lasciava poco all'immaginazione e dava l'idea di volersi strappare. Non doveva tenerlo a lungo, pensò.
Si diresse nel sala principale, calcolando che con ogni probabilità sarebbe finito a fare l'amore sul divano o sul tavolo.
L'ampia sala era illuminata da candele e dalla luce proveniente dalla cucina. Thomas era appoggiato con le mani al tavolo, l'atteggiamento severo di un comandante.
Guardò la figura nuda, coperta intimamente dallo slip rosso che faceva fatica a non scendere verso il basso, lasciandogli molta pelle scoperta.
Gli angoli delle labbra di Thomas andarono verso l'alto, mentre cercava di continuare con il suo piano. Si avvicinò a Will, annusando l'odore di fragola che saliva dal basso.
"Soddisfatto?", gli chiese l'agente, aspettando che l'altro decidesse di fare qualcosa.
"Non ancora! Tieni!", gli passò un pezzo di stoffa bianco ripiegato e si allontanò.
"Mettilo!"
Will l'aprì, era un grembiule da cucina molto corto e con pettorina.
"Mettilo, solo se ti va? Non sei costretto a fare nulla che non vuoi fare!", il tono era di sfida e non di comprensione.
Will l'indossò.
"E ora prepara la cena!"
Thomas si sedette al suo solito posto sul tavolo da dove aveva la visuale migliore. L'altro non capiva perché una tale richiesta e mentre infilava il grembiule, intuì che Thomas si sarebbe goduto la vista del suo corpo da quella posizione.
"Preferisce qualcosa in particolare signor Hiddleston?", decise di stare al gioco e di provocarlo ad ogni movimento.
"Scelga lei agente Laing.", il tono era meno serio.
Will sospettò che l'altro sarebbe scoppiato a ridere presto. Doveva solo aspettare di ritrovarsero addosso in pochi minuti.
Il grembiule copriva lo slip solo nella parte davanti, la parte posteriore doveva essere quasi oscena e Will non ebbe alcun ritegno nel mostrarla all'altro ogni volta che poteva.
Thomas faceva grande fatica a restare seduto sul tavolo, la tentazione era tanta, ma visto che era anche affamato, decise di aspettare di cenare prima. Aveva apparecchiato sul tavolo poco dietro di lui, si era assicurato di mettere un po' di distanza tra di loro.
Will preparò in meno di mezz'ora un po' di spaghetti con vongole, Thomas aveva riempito il frigo di prodotti freschi quella stessa mattina. Quando li portò a tavola, seguito dagli occhi dell'altro che indugiavano su tutto il suo corpo, si aspettò una reazione che non avvenne.
Si sedettero per cenare e Will dovette appoggiare il suo granbiule sulla sedia che era un tantino fredda. L'attore trattenne le risate e riuscì a cenare portando avanti una tranquilla conversazione come se nulla fosse.
Quando Thomas si alzò per raccogliere i piatti a fine cena dicendo: "Ora puoi andare a cambiarti!", Will ci restò malissimo.
"Come? Ma...", non capiva.
"Volevo solo farti indossare quei slip.", diede come spiegazione l'uomo mentre caricava la lavastoviglie.
"Avevi detto che volevi mangiare...", solo allora si rese conto che Thomas aveva detto di voler cenare con quelle ed era ciò che avevano appena fatto.
"Vado a togliermi questa roba!", sospirò rassegnato.
Thomas continuava a riordinare la cucina e quando senti quella frase restò deluso, ma quella doveva essere una specie di punizione per le continue lamentele dell'altro che non erano cessate dopo Natale, anche se in quel momento la cosa gli dispiaceva un po'.
Si sentì afferrare e voltare da Will. Non era andato a toglierseli.
Le labbra dell'altro afferrarono le sue e le mordicchiarono.
"Potresti indossarle tu!", propose continuando a morderlo sul collo, era un invito eccitante.
"No, se ora te le strappo di dosso!", gli mancava già il respiro dall'eccitazione.
Will si stacco soddisfatto del risultato ottenuto e si diresse verso la camera da letto ipnotizzando l'altro, mentre gli dava la visuale sulla sua schiena. Thomas lo seguì e appena poté lo spinse sul letto.
Gli blocco le mani ai lati del corpo e prese a baciarlo sul petto.
Si fermò solo per affermare: "Hai dimenticato di preparare il dolce, per te!", così dicendo Thomas diede una leccata al bordo degli slip.
"Magari la prossima volta ne compri due di queste, così nessuno resterà a digiuno!", la voce spezzata dal piacere.
Will non osò guardare ciò che l'altro stava facendo con la bocca, la lingua e soprattutto i denti, era deciso a chiudere gli occhi e a godersi quelle attenzioni.
Ogni tanto sentiva piccoli morsi molto vicini a zone delicate del suo corpo, altre volte erano delle carezze con la lingua o baci dove la pelle iniziava a scoprirsi. Si sentì girare e capì che Thomas sarebbe andato avanti per molto tempo in quel modo.
L'eccitazione di Will veniva portata all'estremo.
I morsi erano preoccupanti, temeva che oltre agli slip addentasse molto di più, però poi la lingua passata nello stesso punto lo tranquillizzava e gli faceva perdere il controllo.
Gemeva e chiamava il nome dell'amato, cercando allo stesso tempo di mantenere un pò di contegno, ma quel gioco lo stava sfinendo.
Pensò, che se avesse saputo prima quanto degli slip commestibili fossero utili, li avrebbe regalati lui a Thomas.
Venne rigirato più volte dall'altro senza sapere a che punto di quello strano dessert fosse.
Quando senti i morsi sul sedere, capì che l'altro stava richiamando la sua attenzione.
Aprì gli occhi voltandosi a guardare Thomas, era senza respiro anche lui e aveva terminato il suo compito, non c'era più traccia degli slip, forse di un paio di morsi sul sedere che ora non poteva vedere, sentiva.
Thomas risalì il suo corpo, avido di avere qualcosa di più. Lasciò qualche bacio lungo il percorso, per poi perdersi sulle labbra dell'agente.
Will assaporò il gusto di fragola sulla bocca dell'attore, era così famigliare e dolce, gli ricordava tutta la dolcezza della prima volta che aveva preso Thomas.
Indugiò in quel ricordo, anche quella volta aveva perso completamente il controllo, come ora. Si era pentito di non essere stato più attento in alcune cose. Sapeva essere molto più delicato quando non era troppo eccitato e in quel momento anche Thomas sapeva esserlo.
Si era infilato tra le sue cosce senza che lui se ne rendesse conto e ora lo guardava, sapeva già cosa avrebbe detto: "Posso?"
Era un'abitudine di Thomas chiedergli sempre il permesso, come se il corpo dell'amato già non gli appartenesse.
"Dopo questo, puoi fare di me quello che vuoi!", era completamente perso negli occhi di Thomas.
"Deve esserti piaciuto il mio regalo?", la voce era un sussurrò dolce.
"Anche a te, visto che l'hai divorato!", sorrise.
Thomas si allontanò il tempo di prendere l'ultimo dei tubetti di gel per giochi erotici, che Will gli aveva fatto comprare per ripicca mesi addietro.
Sapeva essere più premuroso di quanto Will s'aspettasse da un uomo con poca esperienza in quel campo. Lo lasciava sempre fare, quando era lui a prendere l'iniziativa, certo di non doversi pentire.
Infatti, fu delicato.
Will lo vide chinarsi sulla sua spalla e sussurrargli parole dolci, forse versi Sheskepeariani, mentre si muoveva con una lentezza esasperante. Non sapeva assolutamente essere sbrigativo quando si trattava di sesso.
I movimenti erano sempre più lenti o era Will a sentirli come tale. Il tempo pareva rallentare.
Ricordava ancora la prima volta che aveva fatto fare tutto a Thomas, non era stato niente male, ma Will si era più che altro divertito ad osservare quanto l'altro cercasse di nascondere la sua estrema eccitazione. Erano abituati guardarsi negli occhi, ma quando Thomas raggiungeva l'orgasmo nascondeva sempre il viso sulla spalla dell'altro.
Will non glielo aveva permesso quella prima volta e non glielo permise neanche in quel momento, gli afferrò il viso e lo portò di fronte al suo, sfiorandogli le labbra con le proprie. Il respiro e i gemiti, quasi silenzioso, di Thomas avevano il sapore di fragola, quando chiuse gli occhi completamente perso negli spasmi dell'orgasmo, Will lo baciò, raggiungendo anche lui l'apice.
Dopo pochi secondi erano occhi negli occhi a cercare di riprendere fiato tra un bacio e l'altro.
Will sospirò: "Sai di fragola. Mi piace!"
"La prossima volta proviamo gli slip al gusto di cioccolato fondente!", propose stringendosi al petto dell'altro.
"La prossima volta ci andiamo insieme nel negozio in cui li hai presi! Cos'altro vendono in quel posto?", chiese malizioso.
"Non credo che le altre cose ti piacerebbero! C'erano anche un paio di manette rosa maculato perfette da usare a lavoro, volevo comprarle!", scherzò Thomas.
"Se vuoi le manette, posso metterti le mie!", affermò lanciando uno sguardo al mobile sul quale erano posate, accanto alla pistola e al tesserino dell'INTERPOL.
"Magari possiamo limitarci agli slip, non mi sembra una buona idea farmi ammanettare da te! Chi sa che brutte intenzioni hai in quella testolina?", scherzò, puntando il dito alla fronte dell'uomo sotto di sé.
"Non puoi immaginare! Dammi qualche minuto di tregua e ti mostro un paio di cattive idee che mi sono venute...", il tono sensuale di chi aveva progetti per il resto della notte.
E forse, della vita.


~FINE~
   
 
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