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Autore: Anmami    16/01/2015    6 recensioni
One shot Beth/Daryl (come al solito). Post 4x12. Salvata sul pc e abbandonata al suo destino. Dopo mesi eccola qui.
Beth e Daryl hanno appena bruciato il capanno e sono nel loro accampamento in mezzo al bosco. Un momento di spensieratezza e leggerezza.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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LEI, LA LEGGEREZZA.

Eravamo vivi. Certo, due sciocchi irresponsabili ma, ad ogni modo, vivi.
Avevamo trovato un rifugio, avremmo potuto passare una notte al coperto ed invece.

-Dovremmo bruciarlo!-

Lei lo aveva proposto ed io l'avevo assecondata.
Mi ero lasciato convincere a commettere quel gesto stupido ed infantile. La ragazzina era lei, ma in quel momento... oh al diavolo! Per una volta volevo permettermi il lusso di essere immaturo, volevo poter fare qualcosa di sconsiderato senza pensarci troppo sopra.
Certo, ciò aveva significato dormire all'aperto, l'ennesima nottata in mezzo al bosco, quindi ancora una notte insonne, sempre con l'orecchio teso pronto a captare ogni segno di pericolo, eppure quella che molti avrebbero considerato una follia, mi aveva reso... felice. 
Bruciare quello stupido capanno, mandarlo a farsi fottere e con lui anche ciò che rappresentava, mi aveva lasciato una strana leggerezza nel petto all'altezza del cuore. Stavo provando quella sensazione di benessere, a me sconosciuta fino a quel momento, solo per merito di una persona... Beth.
Non l'avrei mai scelta ad essere sincero, ma, smentendomi, si era rivelata per quello che era: la compagna ideale per uno come me.
Il sole stava sorgendo e lei era sdraiata a pochi passi da me, usando un tronco ricoperto di muschio come cuscino.
Ero certo che non stesse dormendo, ma sembrava rilassata e non avevo alcuna intenzione di disturbare il suo momento di riposo.
Mi passai una mano sul viso e... cazzo... dovevo sembrare un fottuto barbone. Non che fossi mai stato un tipo vanitoso e di sicuro non lo sarei diventato in mezzo a tutta quella merda, ma avrei dovuto trovare il modo di radermi appena possibile.
Un pensiero così sciocco non avrebbe dovuto nemmeno sfiorarmi, non c'era spazio per quelle stronzate.
Era ormai giorno, ma Beth non accennava a volersi alzare da quella posizione, tanto che mi convinsi che forse stesse davvero dormendo.
Aprii lo zaino che ci portavamo appresso e mi trovai tra le mani il vecchio specchietto dell'automobile che ci aveva dato riparo.
Guardai in esso il riflesso del mio viso. Dio... avevo davvero bisogno di radermi.
Cercai un po' lì intorno e trovai l'albero dell'altezza giusta, adatto al mio scopo.
Appoggiai lo specchietto, incastrandolo tra due rami, per impedire che si muovesse e estrassi il mio coltello.
Non era sicuramente il modo migliore o il meno doloroso, ma avevo sopportato cose ben peggiori e non era la prima volta che mi capitava di radermi così.
Il pericolo di tagliarsi era in agguato, ma con attenzione riuscii ad evitarlo fino all'ultima passata, anche se...
-Buongiorno signor Dixon!- urlò Beth spuntandomi alle spalle.
Era stata piuttosto silenziosa ed era riuscita a sorprendermi. Sarei stato molto fiero, in altre circostanze, mi sarei congratulato con lei se il suo scherzetto non mi avesse procurato un taglio, fortunatamente non troppo profondo, sotto il mento.
-Ti ho sorpr...- 
Beth iniziò soltanto la frase, ma dopo essermi voltato, si accorse del rivolo di sangue che sgorgava dal mio collo e si ammutolì.
Senza pensarci, strappò un lembo della sua t-shirt e tamponò la mia ferita per fermarne il sanguinamento.
Non le avevo urlato contro, non mi ero arrabbiato, ma lei mi osservava con quei grandi occhi azzurri con un'espressione colpevole.
-Daryl... scusa... sono stata una stupida.- sussurrò continuando a premere il pezzo di stoffa con le sue dita sottili.
Era incredibilmente vicina. Cercai con tutte le mie forze di distogliere lo sguardo, avrei voluto almeno tentare di allontanarmi, ma quel contatto con lei fu come una boccata d'aria fresca.
La osservai un attimo e mi accorsi di un rametto incastrato tra i suoi capelli. Allungai una mano e lo tolsi delicatamente.
Lo portai davanti al suo viso e lei mi sorrise imbarazzata.
Il disagio tra noi si era fatto palpabile, ma tuttavia né lei né tanto meno io, sembravamo aver intenzione di spostarci di un millimetro.
-Scusa davvero, non mi ero accorta che tu...- disse.
Non riuscì a finire la frase perché scoppiò a ridere.
Sempre continuando a premere sulla mia ferita, non che ormai ce ne fosse ancora bisogno, rise di gusto, senza riuscire a fermarsi.
-Che hai da ridere?- chiesi parlando per la prima volta.
-Scusa... è solo che tu...- disse lei non riuscendo a parlare per via delle troppe risate.
-Allora?- domandai ancora io.
-Come ti è venuto in mente di raderti usando il coltello? E' da pazzi!- affermò lei continuando a sbellicarsi.
Non l'avevo mai vista ridere, ridere per davvero e dovevo ammettere che era uno spettacolo.
Resasi conti di aver fermato l'emorragia, diminuì la pressione sulla mia gola e abbassò la mano. D'istinto la bloccai stringendola nella mia.

Non ero ancora pronto ad interrompere quel contatto.

Restammo così per qualche minuto, senza dire o fare nulla. Lei non si spostò e non cercò di divincolarsi dalla mia presa, forse aveva bisogno di quella vicinanza quanto ne avevo io.
Fui costretto ad allontanarmi da lei quando un errante si avvicinò alle sue spalle. 
Afferrai il coltello, ancora macchiato del mio sangue e glielo conficcai nel cranio.
-Dobbiamo andarcene da qui, questo stronzo potrebbe non essere solo.- dissi osservando attentamente gli alberi che ci circondavano.
Raccogliemmo le nostre poche cose e ci avviammo nel fitto della boscaglia.
Camminammo in silenzio per un po', mettendo un bel po' di distanza tra noi ed il nostro precedente accampamento.
Quando ci fermammo per riposarci qualche minuto e reidratarci, notai che Beth mi fissava in modo strano. Le lanciai un'occhiata interrogativa, aspettando che mi spiegasse e le passai la bottiglia d'acqua che portavo nello zaino.
Lei mi ringraziò e, dopo aver bevuto un lungo sorso d'acqua, ricominciò a fissarmi.
-Così, tanto per la cronaca... ti preferisco con la barba.- disse alzandosi e ricominciando a camminare davanti a me.
  
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