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Autore: Shine_    16/01/2015    7 recensioni
Liam Payne ha ventisei anni, uno studio da dentista nel centro di Brooklyn e una vita molto più complicata di quel che sembrerebbe. Le cose sembrano andare sempre peggio quando, volendo fare un favore ad un amico di vecchia data, assume come stagista un ragazzino arrogante e pieno di sé, con amici altrettanto particolari.
Dal testo:
Si era vestito lentamente, allacciandosi con cura la camicia, mentre pensava all’identità di questo strano ragazzino di quasi diciotto anni che avrebbe passato con lui tutti quei mesi estivi. Sperava solamente di non finire in casini più grandi di lui.
[Ziam; una leggera sfumatura di Lirry in qualche capitolo e punk!Louis che non ci abbandona mai]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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You're my end and my beginning

 

« Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me
I'll give my all to you. »

 

Diciassettesimo capitolo:

 

Un giorno troverai la persona giusta, Leeyum. E capirai tutto quanto.”

Ricordava il momento preciso in cui Kaylyn aveva pronunciato quelle parole, il suo tono di voce, la luce soffusa della torcia e loro due ancora bambini al sicuro nella casa sull’albero. Ricordava quelle sere con nostalgia e rimpianto, riportava alla memoria i loro sussurri e i loro visi vicini, i loro corpi esili nascosti sotto le coperte pesanti, rubate durante la giornata e trascinate nel loro covo segreto. Ricordava come lei fosse una sognatrice, come fosse simile a tutte quelle bambine della loro età ma allo stesso tempo così diversa. E i loro discorsi infantili sul vero amore, dopo un pomeriggio nel piccolo cinema del paese a seguire la proiezione di un film incredibilmente sdolcinato. C’era sempre stata quella differenza tra loro: lei fin troppo sognatrice e lui con i piedi ben piantati a terra. Di conseguenza dopo un film del genere i commenti di lei erano sempre un elencare la storia d’amore che avrebbe desiderato, mentre lui teneva le braccia incrociate e le labbra arricciate in una smorfia.

C’era stato un periodo in cui aveva cercato di andare incontro alla sua visione del mondo, a seguire i suoi consigli e “Mary dice che sei carino, dovresti chiederle di uscire”, ma dopo due settimane si era arreso e le aveva ripetuto che erano tutte sciocchezze, che preferiva riprendere quella loro avventura nello spazio rispetto al parlare di ragazzine stupide. Aveva evitato di informarla sulla pazzia del suo ragionamento, Mary l’aveva rifiutato per tutti quei giorni perché lui doveva insistere di più?, e aveva semplicemente ripetuto che non era per lui quel mondo, che il suo destino era viaggiare per mondi paralleli.

Non ti piacerebbe avere qualcuno al tuo fianco?” gli aveva chiesto lei in una giornata di sole, mentre stavano sdraiati nell’erba e con gli occhi puntati sul cielo azzurro. “Come una compagna, qualcuno con cui condividere le tue avventure” aveva insistito, obbligandolo a rigirarsi su un fianco e rispondere un “Ma ci sei già tu” con la voce intrisa di confusione. L’aveva osservata mentre sbuffava, incrociava le braccia esili attorno al corpicino e aggiungeva con un velo di irritazione: “Io parlavo di un’altra bambina, un po’ come Mary.. o Tess, nei bagni l’ho sentita dire che tu sei..

Ricordava di averla interrotta con un verso scocciato, di averle ripetuto che tutte le bambine erano stupide e non voleva averne a che fare, che lei era l’unica eccezione. Poi non sapeva come o perché aveva iniziato a fargli domande strane, sui genitori e su un probabile futuro in cui avrebbe avuto qualcosa di simile. Lui aveva scosso il capo, aveva arricciato le labbra in una smorfia infantile e disgustata, aveva spinto una mano contro la sua spalla e aveva ripetuto: “Io non sono uno di quegli scemi dei tuoi film”.

Aveva dovuto raccogliere tanti più fiori di campo che poteva per colpa di quella frase, per farsi perdonare e non essere più ignorato da lei, che s’impuntava sempre in un’espressione orgogliosa non appena lui cercava di avvicinarsi e parlarle. Non aveva capito appieno le occhiate invidiose delle altre bambine, nonostante Kaylyn gli avesse spiegato che erano gelose perché per lei aveva insistito e non si era fermato ad un rifiuto, e aveva deciso di ignorare il suo sorriso divertito, borbottando un semplice “L’ho fatto perché sei mia amica”.

Quand’erano poi cresciuti, quando aveva iniziato a notare il cambiamento nei lineamenti della compagna di giochi, quando aveva iniziato a vederla con occhi leggermente diversi, aveva ripensato a tutti quei loro discorsi, al fatto che forse quel mondo complicato poteva cercare di capirlo. E quando poi alla domanda “Cosa guardi per primo in una ragazza” - dannata Kaylyn e la sua fissa per quei test stupidi - aveva risposto un tentennate “Il sorriso, credo.. sì, il sorriso e gli occhi”, aveva ascoltato la sua risata e il suo “Solo una cosa, Leeyum!”, nella sua testa la risposta era cambiata immediatamente in “La tua risata”. Aveva deciso di tenere per sé quel particolare, non volendo rendersi ancora più ridicolo di fronte a lei, e aveva continuato a rispondere alle domande di quel test, cercando di trovare quante più risposte ridicole solo per ascoltare ancora una volta la sua risata.

Ricordava perfettamente anche il momento del loro primo bacio, quel leggero sfiorarsi delle loro labbra, e i sorrisi celati, segreti, le loro dita che si sfioravano e poi il cambiamento improvviso, il suo leggero distacco e il rossore delle sue guance ad un semplice saluto del fratello di lui. Aveva deciso di non mostrarle quanto ci fosse rimasto realmente male alla sua confessione di aver preso una cotta per Paul, borbottando acidità sull’amore e sulla sua non esistenza, sul fatto che era tutta un’invenzione per non sentirsi soli. E lei ovviamente si era arrabbiata, l’aveva ignorato per tre giorni e poi era tornata con la notizia di aver baciato Paul e di voler uscire con lui, che non aveva bisogno del suo permesso ma del suo migliore amico. L’aveva lasciata seduta sul davanzale della finestra, mentre lui stava sdraiato nel letto con le cuffie e quel CD di più di venti canzoni che lei gli aveva regalato per il compleanno; solo quand’era finita l’ultima nota l’aveva invitata ad entrare, aveva messo da parte i rancori e aveva ascoltato tutte le sue preoccupazioni, ricacciando quel “È stato davvero così semplice dimenticarti di me?

Tu la riconoscerai subito, ne sono sicura. È come succede in quei film, Leeyum. La guarderai e sarai completamente rapito da lei, come se il mondo si fosse fermato. Lo capisci quando incontri la tua anima gemella, lo dicono tutti. Melany dice che si chiama amore a prima vista o colpo di fulmine. Lei non sbaglia mai su quelle cose, devi solo avere pazienza e tenere gli occhi ben aperti.”

Si risvegliò da tutti quei ricordi non appena sentì la risata di Aileen, accorgendosi di averla fissata così tanto da essere tornato con la mente ai momenti tra lui e una piccola Kaylyn, ripercorrendoli in quella manciata di minuti. Aveva rivolto l’accenno di un sorriso alla vecchia padrona di casa, non volendo farla preoccupare per una sciocchezza, e aveva incrociato lo sguardo di Zayn, che aveva corrugato la fronte in un’espressione confusa e a chiedergli quasi spiegazione, un modo per accertarsi che stesse effettivamente bene.

Aveva distolto gli occhi da lui, concentrandosi sul bicchiere di vino di fronte al proprio naso, e aveva sentito gli angoli delle labbra incurvarsi in un sorriso più marcato, pensando che quello tra loro non era di sicuro un amore a prima vista. Al contrario, la prima cosa che aveva provato per lui era un sentimento simile all’odio, ingiustificato e dovuto a pregiudizi, etichette che gli aveva affibbiato. Solo con il tempo, con quel muro che aveva ceduto piano piano, era riuscito ad intravedere lati del suo carattere che gliel’avevano mostrato sotto tutt’altra luce. E no, non era amore a prima vista, non era un colpo di fulmine, non era come nei film che odiava e si costringeva a sopportare per Kaylyn. Ma il concetto ora era lo stesso, perché lo guardava e restava rapito dalla sua bellezza, da lui, dai suoi occhi e da quello che vi leggeva dentro. Non era iniziato come un amore a prima vista, più il suo opposto, ma in quel momento non vedeva alcuna differenza tra quel che Kaylyn gli aveva più volte descritto, con i sintomi che lei gli aveva elencato, e quello che stava succedendo dentro di lui al pensare a Zayn Malik, a quel ragazzino spocchioso con il ghigno perenne e la giacca di pelle in estate. Era quel che si avvicinava più al concetto di amore che Kaylyn gli aveva definito, rispetto alle passate relazioni o a quel che pensava di provare per l’amica.

E la paura del futuro sembrava improvvisamente passata, mentre sentiva la voce della ragazzina nella testa e il suo “Non può mai finire male, Leeyum. L’amore vince su tutto e sconfigge tutte le maledizioni, non c’è niente che può impedire il lieto fine.. non fin quando esisterà il bacio del vero amore”.

Il resto di quel pranzo domenicale era passato tranquillamente, Amber sembrava rapita quanto Aileen dai racconti del moretto e lui restava a fissarli con quel calore nel petto e il pensiero che ora quella era la sua famiglia. Zayn sembrava quasi destinato a farne parte, a rispondere alle domande di Amber su ogni minimo particolare della sua vita o a passare le dita tra i capelli di Aileen e ripeterle “Sei la mia principessa preferita”. Aveva ascoltato in silenzio come descriveva il rapporto tra lui e il padre, come parlava della sorellina più piccola e come le sue labbra stavano arricciate in un sorriso orgoglioso, in particolar modo all’accenno della madre e di tutto quello che aveva sempre fatto per spingerlo verso le sue passioni. Aveva poi rivolto un cenno alla padrona di casa, invitandola a restare seduta e di poter occuparsi da solo del sistemare la tavola mentre lei era tutta presa dal racconto di Zayn e di come aveva cresciuto la sorellina; cercava di non badare allo strano nodo nel petto, ripetendosi che non era sicuramente provocato da Aileen, dal suo stare seduta sulle gambe del moretto con le dita strette su una matita colorata, ma non era nemmeno dovuto a come gli occhi nocciola del ragazzino si erano fissati sul disegno, a come le aveva scompigliato i capelli e sussurrato qualcosa contro il suo orecchio che l’aveva fatta ridere.

Aveva ritirato tutti i piatti e si era quindi chiuso in cucina, appoggiando il tutto nel lavello e picchiettando le dita sul legno del bancone, quasi a sfogare la tensione che sentiva sulle spalle. Come aveva detto Zayn qualche giorno prima doveva semplicemente smetterla di opporsi a quel che c’era tra loro, a quel che stava nascendo tra loro, doveva fidarsi di lui e non temere quel futuro che entrambi sembravano volere. Era tutto concentrato su quei pensieri, distratto dai ricordi, quando aveva sentito un palmo contro la schiena, risalire fino alla spalla, e poi il proprio nome - quel “Lee?” sussurrato con preoccupazione e dolcezza - contro il collo.

- Sto bene.- rispose alla domanda implicita, andando incontro al suo tocco e inclinando il viso per premere la tempia contro i suoi capelli morbidi. - Stavo solo pensando.. ad un po’ di cose, ma sto bene.- continuò in un sussurro lieve, ridacchiando al “Pensi sempre troppo” borbottato dal più piccolo. Si strinse solamente nelle spalle, non potendo negare quanto avesse ragione, si voltò verso di lui e strinse le dita attorno ai suoi polsi, facendogli sollevare le braccia e spostandole sulle proprie spalle e attorno al collo. Aveva fatto il tutto sotto gli occhi attenti del più piccolo, che aveva le labbra arricciate in un ghigno soddisfatto e un sorriso dolce, e aveva poi spostato le mani sui suoi fianchi, attirandolo ulteriormente contro il proprio corpo e ripetendo: - Sei bellissimo.-

Da quella distanza era riuscito a scorgere delle linee di imbarazzo sulle sue guance, aveva percepito il guizzo che era corso tra le sue dita, come le aveva intrecciate tra le ciocche di capelli, e si era chinato appena per poter essere alla sua altezza mentre premeva la fronte contro la sua e puntava gli occhi nei suoi. Non avrebbe mai voluto dare una fine a tutto quello, nonostante a parole non si stessero dicendo nulla, gli sembrava uno di quei momenti carichi di significati nascosti e ne erano testimoni i sorrisi che si stavano rivolgendo, gli occhi luminosi e così pieni di emozioni.

Non ci mise molto a prenderlo di sorpresa, stringere le mani sui suoi fianchi e sollevarlo, farlo sedere sul bancone e occupare poi il posto tra le sue gambe, cercando di non sgualcire i vestiti mentre premeva le dita sul tessuto e desiderava poter toccargli la pelle. Non riuscì a trattenere l’ennesimo “Sei bellissimo” e sentì la sua risata cristallina contro le orecchie, che presero immediatamente un colorito rossastro - come le guance peraltro - al suo successivo “Questa è la quarta volta che me lo ripeti in una giornata. È a questo che pensavi? A quanto sono bello?

Prese fin troppo tempo a fissare le proprie dita sui bottoni della camicia di Zayn, cercando allo stesso tempo di trovare una risposta ma fallendo miseramente nell’incrociare i suoi occhi accesi, stringendosi nelle spalle e farfugliando frasi senza alcun senso. Il più piccolo doveva aver avuto pietà di lui, perché aveva stretto le dita sul colletto della camicia e l’aveva attirato ulteriormente tra le gambe, che aveva poi avvolto attorno al suo bacino per bloccarlo e non farlo andare via.

- Forse.. forse stavo pensando al fatto che sei bello con Lyn, che mi piace guardarti con lei e.. sì, come una.. famiglia.- tentennò con il cuore in gola, riaprendo gli occhi solo ad un terzo richiamo di Zayn, specchiandosi nel suo sorriso e aggiungendo: - Potrei volere tutto questo.. con te.-

Il suo ripetere le ultime parole, un tono delicato e prudente, lo spinsero a muovere il capo in un cenno e insistere con un più convinto: - Voglio questo con te, voglio vederti con Aileen e con Amber, forse persino con Harry. Voglio vederti con me, voglio che tu stia con me.-

Non riuscì ad impedirsi dal continuare un attimo dopo con: - E sì.. sì, fa paura. Ho ancora un po’ di paura, ma non sarò io a impedire questa cosa tra noi. Non voglio obbligarti a rinunciare ad anni della tua vita per buttarti subito in questa situazione, ma se tu vuoi.. se tu vuoi stare con me..- e poi si strinse nelle spalle, come se non gli stesse proponendo chissà cosa o non avesse tutto il corpo bloccato dall’ansia di un rifiuto, e concluse in un sussurro: - Voglio che tu pensi a tutto quanto, non ti do alcuna fretta, e poi possiamo dare un via a questa.. questa cosa.-

- Dare un via a questa.. cosa?- ripeté il più piccolo, le labbra arricciate in un ghigno divertito e le dita strette al colletto della camicia del castano per non fargli allontanare il viso. - Se mi stai chiedendo di essere il tuo ragazzo dovresti allenare la tecnica.- ridacchiò per prenderlo in giro, studiando attentamente il maggiore, i suoi sbuffi e “Non sei il mio ragazzo”.

- Sono il tuo amico speciale?- gli domandò allora, incalzandolo su quella questione e facendolo sentire come un topolino in trappola. Liam scosse semplicemente il capo a quella domanda, arricciando le labbra in una smorfia e borbottando: - Sei.. sei qualcosa.-

- Tra qualche mese compirò ventisette anni, Zayn.- riprese a parlare subito dopo, appoggiando le mani sulle sue e tenendo gli occhi fissi nei suoi mentre mormorava: - E tu ne hai a malapena diciassette, non penso di essere nell’età per definirti il mio ragazzo e tu sei troppo giovane per avere un compagno. Quindi sei un qualcosa che devo ancora definire.-

Si finse scocciato dal lamento di Zayn, dal suo ribadire che “parli in modo strano, Lee”, spostò un palmo sulla sua coscia, strofinando i polpastrelli contro il tessuto dei pantaloni, e ascoltò i suoi “Non mi piace essere qualcosa”, “Qualcosa è troppo freddo” fino al proporre di essere “Zayn, sono il tuo Zayn”.

- Il mio Zayn?- ripeté Liam, assaporando quasi quel concetto con la lingua, e premette con più forza le dita contro il suo ginocchio, accettando quella proposta con un cenno del capo e altri “mio” sussurrati tra le loro labbra. - Quindi io sono tuo?- gli domandò ad un soffio dalla sua bocca, corrugando le sopracciglia con fare pensieroso, e vide i suoi denti bianchi incidere sul labbro inferiore, come se stesse trattenendo il fiato per una sua risposta. Lo sentì con difficoltà il “Non lo so, tu sei mio?”, trattenuto quasi in fondo alla gola dal moro, e ruppe quel silenzio teso con l’ammissione: - Sì, decisamente. Sono il tuo Lee.-

Il bacio che ne seguì fu in un primo momento un semplice premere i loro sorrisi assieme, le dita di Zayn tra le ciocche castane e le mani di Liam sul suo collo e sul suo fianco, che si trasformò in qualcosa di dolce, intimo e lento. Quando si allontanarono, non così tanto da separare le loro labbra, Liam non riuscì a trattenere il sorriso felice e il successivo “Sei bellissimo, sul serio”, che si guadagnò un colpetto contro la nuca e un “Non cederò a queste lusinghe per farmi portare a letto, devi concentrarti di più”.

 

Erano riusciti a superare indenni persino il pomeriggio, Amber aveva rispolverato tutti i vecchi album e Zayn era rimasto seduto sul divano, Aileen in braccio che gli elencava tutto quel che aveva combinato con il gatto in quegli anni e i sorrisi che rivolgeva a Liam, le dita che premeva di tanto in tanto contro il suo fianco, contro la sua gamba, come se volesse assicurarsi di averlo ancora lì accanto.

Era arrivata velocemente la sera, aveva ascoltato la chiamata tra Zayn e il padre - il nome di Louis continuamente ripetuto dalle labbra del moro -, come lo stava rassicurando di non essersi messo nei guai e di essere stato invitato a fermarsi per la notte, e poi era rimasto in silenzio ad osservarlo mentre si spogliava, restando con un semplice paio di boxer, e si infilava sotto le coperte, cercando una posizione comoda e bloccandosi poi su un fianco con gli occhi puntati su Liam.

- Hai avuto problemi con tuo padre?- gli chiese subito lui, distogliendo lo sguardo dal soffitto per puntarlo sul ragazzino, e imitò la sua posizione, stringendo le dita sulle lenzuola mentre chiedeva ulteriori spiegazioni per l’averci messo così tanto. - Hai detto che sospetta qualcosa, giusto? E se dovesse scoprire che hai questa.. questa relazione con un uomo?-

- Hai paura di una sua reazione?- lo anticipò senza timori il più piccolo, dandogli un pizzicotto contro il bicipite e ridacchiando al suo lamento. - Lui è molto occidentale, nato e cresciuto a New York. Mi spinge solo a essere più tranquillo e non vuole più venire a recuperarmi alla stazione di polizia, per il resto non mi ha mai detto nulla.- Passarono dei minuti di silenzio tra quell’ultima frase e la risata divertita del moro, il successivo spintone contro il petto di Liam e “Hai paura di papà Yaser”.

- Non ho paura di tuo padre.- sibilò il maggiore, bloccando le mani di Zayn e avvolgendo una gamba attorno alla sua. - Ho paura per tuo padre, se dovesse scoprirlo e gli venisse un colpo?- continuò a parlare, obbligandolo a ridurre sempre più gli spazi tra i loro corpi e spostando poi un braccio contro la sua schiena per tenerlo stretto a lui. Gli rivolse un sorrisino saccente, premendo i polpastrelli contro la sua pelle calda, e allentò la presa sui suoi polsi, lasciando che portasse le braccia attorno al proprio collo.

- Non è così vecchio il mio baba.- ribatté il moretto, solleticandogli i capelli fini e risalendo lungo la nuca, si aiutò con un movimento sinuoso del corpo per trovarsi sdraiato sul più grande, allungandosi con il collo per poter tenere le labbra contro il suo orecchio mentre sussurrava: - Lui è giovane quasi quanto te, vecchiaccio.- e scoppiava poi a ridergli in faccia, premendo il viso contro la sua spalla con il corpo scosso dalle risate.

- Vuoi conoscerlo? Magari avete fatto qualche corso assieme all’università.- lo prese in giro ancora una volta, stringendo le dita sulle sue guance e tirandogliele tra i risolini. - Riesco già ad immaginare le serate davanti alla scacchiera, sei bravo a giocarci? Baba è imbattibile, ha vinto anche delle gare.-

- Ti stai divertendo, ragazzino?- gli domandò con dell’acidità nella voce, fermandogli le mani contro il petto e vedendo il suo sorriso sempre più pronunciato al cenno del capo e “Stavo scherzando, matusa”. Si ritrovarono poi con i corpi tutti intrecciati tra le coperte, una volta conclusa quel che sembrava una lotta per l’ultima parola, le labbra che si erano trovate l’attimo dopo e le dita di Zayn che stringevano l’elastico dei boxer, abbassandoglieli lungo i fianchi e tenendo la gamba ferma tra le sue.

Liam l’aveva seguito quando si era sollevato e aveva separato le loro bocche, per poi concentrarsi sull’espressione del suo viso, su come stesse chiedendo quasi il permesso mentre strofinava il pollice contro il basso ventre del maggiore. Mosse semplicemente il capo in risposta, un semplice cenno e tutte le preoccupazioni ricacciate in fondo alla gola, e strizzò per qualche secondo gli occhi nel percepire la sua presa attorno al membro parzialmente eretto. Stava cercando di trattenere tutti i gemiti con gli occhi fissi sulle mani del ragazzino, su come lo avvolgevano e si muovevano con decisione e lentezza, sorprendendosi nel vederlo chinarsi su di lui e nel percepire il fiato caldo contro la punta. Spostò immediatamente una mano sul suo collo, strofinando il pollice contro la pelle e i capelli fini, risalendo poi con le dita fino ad afferrare delle ciocche, mantenendo una presa salda mentre allargava le gambe e lo invitava a calarsi più giù lungo il membro. Fu quando poggiò l’altra mano sulla sua guancia, accarezzandogli lo zigomo e percependo il suo stesso membro contro la pelle, che perse la cautela e si spinse dentro la sua bocca, obbligandolo a prenderlo completamente e fino alla base. Riuscì a riprendere il controllo solo dopo qualche altra spinta, allentando la stretta tra i capelli di Zayn, e fissò con fare dubbioso le dita che aveva premuto contro la propria bocca, inarcando un sopracciglio e grugnendo nel vedere il membro fuoriuscire dalle labbra rosse e lucide del più piccolo.

- Non puoi lasciarmi così.- si lamentò con gli occhi fissi su di lui, passando la lingua sui polpastrelli che premevano contro il labbro inferiore, e annuì al “Vuoi che torni tra le tue gambe?”, ignorando la sua risatina divertita per la mano che si era stretta attorno al membro duro, percorrendolo interamente e facendolo sospirare di piacere. Schiuse subito dopo le labbra, succhiando le dita del moretto al suo “Mostrami come lo vuoi, quanto lo vuoi”, e avvolse una gamba attorno al suo bacino, premendo il tallone contro la sua schiena per invitarlo a riprendere quel che aveva lasciato inconcluso.

- Zayn, smettila di..- lo stava richiamando con un rimprovero nella voce, chiudendo gli occhi con uno scatto e gemendo nel percepire le sue labbra attorno alla cappella, le dita di una mano contro il fianco e quelle bagnate di saliva a tracciare segni strani lungo l’interno coscia, soffermandosi sui testicoli e scivolando lungo le natiche. - Cosa stai..- cercò di chiedere, vedendolo staccarsi dal membro con uno schiocco e sussurrando un semplice “Fidati di me”, prima di violarlo con la prima falange del medio.

Era stato così impegnato in quegli anni a occuparsi di Aileen da non ricordarsi nemmeno quant’era passato dall’ultima volta in cui qualcuno l’aveva toccato in quel modo, riuscendo a rilassarsi in poco tempo per via dei sussurri di Zayn e dei baci che stava lasciando contro lo stomaco. Lo stava lasciando completamente fare, mentre teneva gli incisivi contro il labbro inferiore, e rompeva il silenzio di quella stanza e della notte con dei mugolii o il respiro affannato; solo nel percepire le falangi del moretto contro il fascio di nervi inarcò la schiena e spinse il capo contro i cuscini, grugnendo e spingendosi contro le sue dita mentre teneva gli occhi chiusi e aveva la fronte imperlata di sudore.

- Voltati.- sentì la voce di Zayn molto più bassa e roca di qualche istante prima, sollevando una sola palpebra e vedendolo con una mano tra le gambe e un’espressione decisa. - Metti le mani lì sopra e non toccarti. Muoviti, Payne.- si fece sentire nuovamente lui, premendo i palmi contro i suoi fianchi e obbligandolo a seguire quel che gli aveva ordinato. - Tieni le mani qui e lascia che sia io.- sussurrò poi contro il suo orecchio, facendo aderire il petto contro la schiena del castano e intrecciando le loro dita attorno alla testata del letto. Liam non si era opposto, troppo concentrato a non mostrare i brividi che stavano percorrendo il suo corpo al passaggio delle labbra del più piccolo contro la spalla e lungo la schiena; aveva trattenuto persino il fiato, rafforzando la stretta attorno alle barre di metallo, nel seguire la traccia che i baci di Zayn stavano lasciando, nel riuscire ad anticipare il momento in cui si posarono contro una natica, non riuscendo ad impedire il gemito rauco al morso successivo.

Gli sembrava quasi Zayn lo stesse prendendo in giro, per come teneva entrambi i palmi attorno al sedere e li muoveva in un massaggio, ripetendogli di rilassarsi mentre gli sfiorava la pelle con le labbra. Prese un respiro tremante, puntando le ginocchia sul materasso per poter sollevare il bacino dal materasso, e camuffò tutti i gemiti e i grugniti contro il bicipite, tenendo le braccia rigide e incidendo i denti sulla pelle ad un affondo della lingua del più piccolo. Aveva la testa completamente vuota, tutti i sensi erano concentrati nella zona a cui il moretto si stava dedicando, spingendosi di tanto in tanto con il bacino contro il suo viso, ricevendo in risposta ogni volta un morso e un “Non muoverti”. Aveva cercato persino di stringere una mano attorno all’erezione, cercando di scaricare almeno in parte tutta la tensione accumulata, ma Zayn aveva inciso le unghie nei propri fianchi e sibilato la minaccia di incatenarlo al letto, che aveva provocato una scossa nel corpo del maggiore e aveva raggiunto in poco tempo il membro sempre più duro.

Non si era aspettato il gesto repentino di Zayn, non appena aveva pronunciato il suo nome con la voce intrisa di supplica, e si era trovato con le sue dita a bloccargli i polsi e il battito frenetico del suo cuore contro la schiena, le loro pelli sudate a contatto e il suo fiato contro il collo, mentre spostava una mano per violarlo con le prime falangi. E sentì poi un immediato calore alle guance non appena il ragazzo alle proprie spalle ridusse ulteriormente gli spazi tra i loro corpi e lo rese partecipe dell’erezione che gli aveva causato. Non riuscì a trattenere l’imprecazione nel percepire la punta bagnata e calda tra le gambe e il pollice che Zayn stava strofinando contro la propria cappella, facendolo quasi tremare per via di quell’eccessiva stimolazione, e allungò il collo per lasciare che i suoi denti incidessero nella pelle tenera, trattenendosi dal fare qualsiasi cosa mentre lo sentiva succhiare con una certa foga e ripetere il meccanismo sulla spalla e contro la nuca.

Liam raggiunse l’orgasmo tra un succhiotto contro la scapola, una mossa del polso di Zayn e il suo membro che rilasciava liquido preseminale che scivolava lungo la propria gamba, lasciandosi poi cadere con la schiena contro il materasso e puntando i piedi tra i cuscini sporchi. Aveva stretto immediatamente i fianchi del più piccolo, non appena aveva preso posto sulle proprie cosce, e se non fosse stato così stanco si sarebbe eccitato ancora una volta per i gemiti che rilasciava mentre si masturbava, per come aveva gettato indietro il capo al raggiungimento del piacere e per come si era chinato a ripulirgli tutto l’addome con cura, risalendo con la lingua e concentrandosi su ogni centimetro della pelle del maggiore.

- Tregua, non farmi eccitare di nuovo.- si lamentò Liam, cercando di allontanarsi o bloccare il suo viso ad un ennesimo succhiotto contro il pettorale. - Mi ispiri molte cose ma al momento mi hai.. distrutto.- confessò con le guance in fiamme e un broncio nel sentire la risata di Zayn e il pizzicotto contro il fianco. - E domani sistemo le lenzuola.. o facciamo una doccia. Ora.. ora vieni qui.- mugugnò con le braccia già avvolte attorno a lui, facendolo posizionare sopra di lui e allungando il collo per premere le loro labbra assieme, approfondendo il bacio e arricciando poi il naso in una piccola smorfia. - Riesco a sentire il tuo sapore e il mio.- spiegò alla sua occhiata confusa, assumendo un’espressione quasi disgustata al suo spiegare che “Ci sono persone che lo trovano molto sexy” e borbottando: - Non mi piace, però non riesco a smettere di baciarti.- con quella piccola confessione che gli aveva arrossato appena le guance.

Avevano ripreso a baciarsi l’attimo dopo, le dita di Zayn tra le sue ciocche e le proprie a tracciare linee lungo la sua schiena, e ora Liam teneva gli occhi puntati sul soffitto, il respiro delicato del minore contro il petto e le dita che passava tra i suoi capelli morbidi, sentendolo rilassarsi sempre più contro di lui. Non seppe nemmeno il motivo per cui si trovò improvvisamente a chiedergli: - Tu non vai più a scuola? Sei stato sospeso, giusto?- e percepì il suo sbuffo prima del suo cenno del capo, tenendo gli occhi fissi sulla parete mentre deglutiva e sputava fuori ad una velocità quasi incomprensibile: - Posso chiederti di accompagnarmi in un posto?-

Sentì il corpo di Zayn muoversi tra le proprie braccia, abbassando lo sguardo su di lui e trovandolo intento a fissarlo, per poi arrossire completamente al suo “Vuoi comprare qualche giocattolino, dottor Payne?” e scuotere il capo con un accenno di sorriso sulle labbra.

- Io.. è un po’ più..- si strinse nelle spalle quando non riuscì a trovare le parole, intrecciando le dita tra le sue ciocche e strofinando il pollice contro la sua tempia, sussurrando con un filo di voce: - Voglio andare al cimitero, dove è seppellita Kaylyn. Io.. non ci sono mai tornato dal funerale e quindi penso sia un buon modo per.. per voltare pagina e cacciare il suo fantasma dalla mia vita.-

Prese un profondo respiro prima di confessare: - Non la dimenticherò mai, vivrà sempre in Aileen e in me.. però ho bisogno di dirle addio e so che può sembrare un’idiozia ma ne ho bisogno.- e sbatté velocemente le palpebre per cacciare via le lacrime nel momento in cui Zayn afferrò la sua mano e vi premette contro le labbra, promettendogli che gli sarebbe stato accanto, specificando un “domani” ma lasciando intendere un “fino a quando avrai bisogno di me”.

- Tu non lasciarmi.- bisbigliò, rafforzando la presa e intrecciando le loro dita, per poi avvolgere l’altro braccio attorno alle sue spalle e coprirli entrambi con il lenzuolo. - È come se mi stessi risvegliando da un incubo e non conoscessi nulla di questo mondo. O solo una cosa, solo questo conosco..- aggiunse con la voce sempre più sottile, mostrandogli le loro mani e continuando: -..e solo questa stretta mi fa sentire vivo. Senza di te vengo risucchiato ancora da quel vortice di paure e so che devo trovare quel coraggio e quella forza dentro di me, ma al momento non ci riesco e.. e sei tu la mia forza, devi solo..-

- Tenerti stretta la mano.- lo anticipò Zayn, rivolgendogli un sorriso intriso di dolcezza e tristezza, e premette il pollice contro il dorso della sua mano, strofinandolo e mormorando: - Tenere stretto te e non lasciarti cadere.-

Quando il moretto si sporse verso il suo orecchio, ripetendo delle parole in una lingua straniera e sconosciuta, sentì le guance scaldarsi per via dell’intensità con cui le aveva pronunciate, mordicchiandosi il labbro e chiedendogli una traduzione.

- Vuol dire che sei bellissimo anche tu, Lee.- lo accontentò dopo qualche minuto di ragionamento, premendo il viso contro il suo petto e bisbigliando: - Per l’altra cosa c’è tempo, è meglio aspettare.-

Sentì la risata di Zayn vibrare contro il petto quando insistette per conoscere persino quel significato, arrendendosi dopo qualche minuto e chiedendo in un bisbiglio: - Me lo dirai?-, accontentandosi del bacio che aveva premuto in corrispondenza del cuore e del suo “Quando sarà il momento, Lee”.

 

 

 

 

 

“Io non mi innamorerò mai, Lyn.”

“Un giorno succederà, Leeyum.”

“Invece no, è una cosa stupida e per bambine, io sono un uomo. E non dirò mai nulla di sdolcinato a nessuno e non mi metterò nei guai per salvare una qualsiasi principessa. Preferisco stare qui con te e contare le stelle, prima che mamma scopra che sono scappato di nuovo dalla finestra.”

Succederà, prima o poi. Un bel paio di occhi ti incanteranno e tu sarai innamorato ancora prima di accorgertene. E non fare quel verso! Promettimi che sarò la prima a cui lo dirai, quando troverai l’amore.”

Se proprio ci tieni, lo prometto. Sarai la prima che cercherò, ti presenterò questa persona inesistente e ti dirò che avevi proprio ragione.”

Sei il migliore amico che tutte vorrebbero, Leeyum, e non ti lascerò mai, mai, mai!

Smettila di dire sciocchezze, hai perso la stella cadente e non hai espresso il tuo desiderio. Ora chissà tra quanto ricapiterà.

 

 

 

Angolo Shine:

 

Anzitutto le mie scuse per la settimana di ritardo ma, come avevo previsto, non sono riuscita a rispettare la mia pazza idea di poter aggiornare subito ad inizio gennaio.

(Io penso di essermi innamorata del rapporto tra Lee e Kaylyn, quindi dovrete sorbirvi piccoli stralci del loro passato e non mi sento in colpa. Cioè sono adorabili, non si può non amarli.)

Non so quanti di voi hanno capito il verso senso dell’ultimo ricordo Lelyn (Liam + Kaylyn), Liam ricorda quel che aveva promesso a Lyn ed è come se pensasse “Mi sono innamorato e ora devo farle vedere che aveva ragione”. Come se Lyn vivesse ancora in tutte quelle vecchie promesse, è un modo di Liam per renderla partecipe della sua vita ma andare allo stesso tempo avanti.

Spero di riuscire a mantenere il ritmo nell’aggiornamento, in caso i ritardi sono sempre di una settimana e mai più in là. (Tenendo conto che sto facendo i salti mortali per scrivere la nuova parte di Car Wash e l’abbozzo di altre due one-shot)

Spero di non avervi annoiato troppo e non avervi depresso eccessivamente, buon fine settimana a tutti.

(E, sì, ancora mille grazie per la pazienza e per non avermi ucciso con tutti questi ritardi)

 

   
 
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