You're my end and my beginning
« Cause all of me
Loves
all of you
Love
your curves and all your edges
All
your perfect imperfections
Give
your all to me
I'll
give my all to you. »
Diciassettesimo
capitolo:
“Un giorno troverai la persona giusta, Leeyum. E
capirai tutto quanto.”
Ricordava
il momento
preciso in cui Kaylyn aveva pronunciato quelle parole, il suo tono di
voce, la
luce soffusa della torcia e loro due ancora bambini al sicuro nella
casa sull’albero.
Ricordava quelle sere con nostalgia e rimpianto, riportava alla memoria
i loro
sussurri e i loro visi vicini, i loro corpi esili nascosti sotto le
coperte
pesanti, rubate durante la giornata e trascinate nel loro covo segreto.
Ricordava come lei fosse una sognatrice, come fosse simile a tutte
quelle
bambine della loro età ma allo stesso tempo così
diversa. E i loro discorsi
infantili sul vero amore, dopo un pomeriggio nel piccolo cinema del
paese a
seguire la proiezione di un film incredibilmente sdolcinato.
C’era sempre stata
quella differenza tra loro: lei fin troppo sognatrice e lui con i piedi
ben
piantati a terra. Di conseguenza dopo un film del genere i commenti di
lei
erano sempre un elencare la storia d’amore che avrebbe
desiderato, mentre lui
teneva le braccia incrociate e le labbra arricciate in una smorfia.
C’era
stato un periodo
in cui aveva cercato di andare incontro alla sua visione del mondo, a
seguire i
suoi consigli e “Mary dice che sei
carino, dovresti chiederle di uscire”, ma dopo due
settimane si era arreso
e le aveva ripetuto che erano tutte sciocchezze, che preferiva
riprendere
quella loro avventura nello spazio rispetto al parlare di ragazzine stupide. Aveva evitato di
informarla sulla pazzia del suo
ragionamento, Mary l’aveva rifiutato per tutti quei giorni
perché lui doveva
insistere di più?, e aveva semplicemente ripetuto che non
era per lui quel
mondo, che il suo destino era viaggiare per mondi paralleli.
“Non ti piacerebbe avere qualcuno al tuo fianco?”
gli aveva chiesto
lei in una giornata di sole, mentre stavano sdraiati
nell’erba e con gli occhi
puntati sul cielo azzurro. “Come una
compagna, qualcuno con cui condividere le tue avventure”
aveva insistito,
obbligandolo a rigirarsi su un fianco e rispondere un “Ma ci sei già tu”
con la voce intrisa di confusione. L’aveva
osservata mentre sbuffava, incrociava le braccia esili attorno al
corpicino e aggiungeva
con un velo di irritazione: “Io
parlavo
di un’altra bambina, un po’ come Mary.. o Tess, nei
bagni l’ho sentita dire che
tu sei..”
Ricordava
di averla
interrotta con un verso scocciato, di averle ripetuto che tutte le
bambine
erano stupide e non voleva averne a che fare, che lei era
l’unica eccezione.
Poi non sapeva come o perché aveva iniziato a fargli domande
strane, sui
genitori e su un probabile futuro in cui avrebbe avuto qualcosa di
simile. Lui
aveva scosso il capo, aveva arricciato le labbra in una smorfia
infantile e
disgustata, aveva spinto una mano contro la sua spalla e aveva
ripetuto: “Io non sono uno di quegli
scemi dei tuoi
film”.
Aveva
dovuto
raccogliere tanti più fiori di campo che poteva per colpa di
quella frase, per
farsi perdonare e non essere più ignorato da lei, che
s’impuntava sempre in
un’espressione orgogliosa non appena lui cercava di
avvicinarsi e parlarle. Non
aveva capito appieno le occhiate invidiose delle altre bambine,
nonostante
Kaylyn gli avesse spiegato che erano gelose perché per lei aveva insistito e non si era
fermato ad un rifiuto, e aveva
deciso di ignorare il suo sorriso divertito, borbottando un semplice
“L’ho fatto
perché sei mia amica”.
Quand’erano
poi
cresciuti, quando aveva iniziato a notare il cambiamento nei lineamenti
della
compagna di giochi, quando aveva iniziato a vederla con occhi
leggermente
diversi, aveva ripensato a tutti quei loro discorsi, al fatto che forse quel mondo complicato poteva
cercare di capirlo. E quando poi alla domanda “Cosa
guardi per primo in una ragazza” - dannata Kaylyn e
la sua
fissa per quei test stupidi - aveva risposto un tentennate “Il sorriso, credo.. sì, il sorriso e gli
occhi”, aveva ascoltato la sua risata e il suo
“Solo una cosa, Leeyum!”,
nella sua testa la risposta era cambiata
immediatamente in “La tua risata”. Aveva deciso di
tenere per sé
quel particolare, non volendo rendersi ancora più ridicolo
di fronte a lei, e
aveva continuato a rispondere alle domande di quel test, cercando di
trovare
quante più risposte ridicole solo per ascoltare ancora una
volta la sua risata.
Ricordava
perfettamente
anche il momento del loro primo bacio, quel leggero sfiorarsi delle
loro
labbra, e i sorrisi celati, segreti, le loro dita che si sfioravano e
poi il
cambiamento improvviso, il suo leggero distacco e il rossore delle sue
guance
ad un semplice saluto del fratello di lui. Aveva deciso di non
mostrarle quanto
ci fosse rimasto realmente male alla sua confessione di aver preso una
cotta
per Paul, borbottando acidità sull’amore e sulla
sua non esistenza, sul fatto
che era tutta un’invenzione per non sentirsi soli. E lei
ovviamente si era
arrabbiata, l’aveva ignorato per tre giorni e poi era tornata
con la notizia di
aver baciato Paul e di voler uscire con lui, che non aveva bisogno del
suo
permesso ma del suo migliore amico. L’aveva lasciata seduta
sul davanzale della
finestra, mentre lui stava sdraiato nel letto con le cuffie e quel CD
di più di
venti canzoni che lei gli aveva regalato per il compleanno; solo
quand’era
finita l’ultima nota l’aveva invitata ad entrare,
aveva messo da parte i
rancori e aveva ascoltato tutte le sue preoccupazioni, ricacciando quel
“È stato davvero
così semplice dimenticarti
di me?”
“Tu la riconoscerai subito, ne sono sicura.
È come succede in quei film,
Leeyum. La guarderai e sarai completamente rapito da lei, come se il
mondo si
fosse fermato. Lo capisci quando incontri la tua anima gemella, lo
dicono
tutti. Melany dice che si chiama amore a prima vista o colpo di
fulmine. Lei
non sbaglia mai su quelle cose, devi solo avere pazienza e tenere gli
occhi ben
aperti.”
Si
risvegliò da tutti quei
ricordi non appena sentì la risata di Aileen, accorgendosi
di averla fissata
così tanto da essere tornato con la mente ai momenti tra lui
e una piccola
Kaylyn, ripercorrendoli in quella manciata di minuti. Aveva rivolto
l’accenno
di un sorriso alla vecchia padrona di casa, non volendo farla
preoccupare per
una sciocchezza, e aveva incrociato lo sguardo di Zayn, che aveva
corrugato la
fronte in un’espressione confusa e a chiedergli quasi
spiegazione, un modo per
accertarsi che stesse effettivamente bene.
Aveva
distolto gli
occhi da lui, concentrandosi sul bicchiere di vino di fronte al proprio
naso, e
aveva sentito gli angoli delle labbra incurvarsi in un sorriso
più marcato,
pensando che quello tra loro non era di sicuro un amore
a prima vista. Al contrario, la prima cosa che aveva provato
per lui era un sentimento simile all’odio, ingiustificato e
dovuto a
pregiudizi, etichette che gli aveva affibbiato. Solo con il tempo, con
quel
muro che aveva ceduto piano piano, era riuscito ad intravedere lati del
suo
carattere che gliel’avevano mostrato sotto
tutt’altra luce. E no, non era amore
a prima vista, non era un colpo di fulmine, non era come nei film che
odiava e
si costringeva a sopportare per Kaylyn. Ma il concetto ora
era lo stesso, perché lo guardava e restava rapito dalla sua
bellezza, da lui, dai suoi occhi e da quello che vi leggeva dentro. Non
era
iniziato come un amore a prima vista, più il suo opposto, ma
in quel momento
non vedeva alcuna differenza tra quel che Kaylyn gli aveva
più volte descritto,
con i sintomi che lei gli aveva elencato, e quello che stava succedendo
dentro
di lui al pensare a Zayn Malik, a quel ragazzino spocchioso con il
ghigno
perenne e la giacca di pelle in estate. Era quel che si avvicinava
più al
concetto di amore che Kaylyn gli aveva definito, rispetto alle passate
relazioni o a quel che pensava di provare per l’amica.
E
la paura del futuro
sembrava improvvisamente passata, mentre sentiva la voce della
ragazzina nella
testa e il suo “Non può
mai finire male,
Leeyum. L’amore vince su tutto e sconfigge tutte le
maledizioni, non c’è niente
che può impedire il lieto fine.. non fin quando
esisterà il bacio del vero
amore”.
Il
resto di quel pranzo
domenicale era passato tranquillamente, Amber sembrava rapita quanto
Aileen dai
racconti del moretto e lui restava a fissarli con quel calore nel petto
e il
pensiero che ora quella era la sua famiglia. Zayn sembrava quasi
destinato a
farne parte, a rispondere alle domande di Amber su ogni minimo
particolare
della sua vita o a passare le dita tra i capelli di Aileen e ripeterle
“Sei la mia principessa preferita”.
Aveva
ascoltato in silenzio come descriveva il rapporto tra lui e il padre,
come
parlava della sorellina più piccola e come le sue labbra
stavano arricciate in
un sorriso orgoglioso, in particolar modo all’accenno della
madre e di tutto
quello che aveva sempre fatto per spingerlo verso le sue passioni.
Aveva poi
rivolto un cenno alla padrona di casa, invitandola a restare seduta e
di poter
occuparsi da solo del sistemare la tavola mentre lei era tutta presa
dal
racconto di Zayn e di come aveva cresciuto la sorellina; cercava di non
badare
allo strano nodo nel petto, ripetendosi che non era sicuramente
provocato da
Aileen, dal suo stare seduta sulle gambe del moretto con le dita
strette su una
matita colorata, ma non era nemmeno dovuto a come gli occhi nocciola
del
ragazzino si erano fissati sul disegno, a come le aveva scompigliato i
capelli
e sussurrato qualcosa contro il suo orecchio che l’aveva
fatta ridere.
Aveva
ritirato tutti i
piatti e si era quindi chiuso in cucina, appoggiando il tutto nel
lavello e
picchiettando le dita sul legno del bancone, quasi a sfogare la
tensione che
sentiva sulle spalle. Come aveva detto Zayn qualche giorno prima doveva
semplicemente smetterla di opporsi a quel che c’era tra loro,
a quel che stava
nascendo tra loro, doveva fidarsi di lui e non temere quel futuro che
entrambi
sembravano volere. Era tutto concentrato su quei pensieri, distratto
dai
ricordi, quando aveva sentito un palmo contro la schiena, risalire fino
alla
spalla, e poi il proprio nome - quel “Lee?”
sussurrato con preoccupazione e dolcezza - contro il collo.
-
Sto bene.- rispose alla
domanda implicita, andando incontro al suo tocco e inclinando il viso
per
premere la tempia contro i suoi capelli morbidi. - Stavo solo
pensando.. ad un
po’ di cose, ma sto bene.- continuò in un sussurro
lieve, ridacchiando al “Pensi sempre
troppo” borbottato dal più
piccolo. Si strinse solamente nelle spalle, non potendo negare quanto
avesse
ragione, si voltò verso di lui e strinse le dita attorno ai
suoi polsi,
facendogli sollevare le braccia e spostandole sulle proprie spalle e
attorno al
collo. Aveva fatto il tutto sotto gli occhi attenti del più
piccolo, che aveva
le labbra arricciate in un ghigno soddisfatto e un sorriso dolce, e
aveva poi
spostato le mani sui suoi fianchi, attirandolo ulteriormente contro il
proprio
corpo e ripetendo: - Sei bellissimo.-
Da
quella distanza era
riuscito a scorgere delle linee di imbarazzo sulle sue guance, aveva
percepito
il guizzo che era corso tra le sue dita, come le aveva intrecciate tra
le
ciocche di capelli, e si era chinato appena per poter essere alla sua
altezza
mentre premeva la fronte contro la sua e puntava gli occhi nei suoi.
Non
avrebbe mai voluto dare una fine a tutto quello, nonostante a parole
non si
stessero dicendo nulla, gli sembrava uno di quei momenti carichi di
significati
nascosti e ne erano testimoni i sorrisi che si stavano rivolgendo, gli
occhi
luminosi e così pieni di emozioni.
Non
ci mise molto a
prenderlo di sorpresa, stringere le mani sui suoi fianchi e sollevarlo,
farlo
sedere sul bancone e occupare poi il posto tra le sue gambe, cercando
di non
sgualcire i vestiti mentre premeva le dita sul tessuto e desiderava
poter
toccargli la pelle. Non riuscì a trattenere
l’ennesimo “Sei bellissimo”
e sentì la sua risata cristallina contro le
orecchie, che presero immediatamente un colorito rossastro - come le
guance
peraltro - al suo successivo “Questa
è la
quarta volta che me lo ripeti in una giornata. È a questo
che pensavi? A quanto
sono bello?”
Prese
fin troppo tempo
a fissare le proprie dita sui bottoni della camicia di Zayn, cercando
allo stesso
tempo di trovare una risposta ma fallendo miseramente
nell’incrociare i suoi
occhi accesi, stringendosi nelle spalle e farfugliando frasi senza
alcun senso.
Il più piccolo doveva aver avuto pietà di lui,
perché aveva stretto le dita sul
colletto della camicia e l’aveva attirato ulteriormente tra
le gambe, che aveva
poi avvolto attorno al suo bacino per bloccarlo e non farlo andare via.
-
Forse.. forse stavo
pensando al fatto che sei bello con Lyn, che mi piace guardarti con lei
e.. sì,
come una.. famiglia.- tentennò con il cuore in gola,
riaprendo gli occhi solo
ad un terzo richiamo di Zayn, specchiandosi nel suo sorriso e
aggiungendo: -
Potrei volere tutto questo.. con te.-
Il
suo ripetere le
ultime parole, un tono delicato e prudente, lo spinsero a muovere il
capo in un
cenno e insistere con un più convinto: - Voglio questo con
te, voglio vederti
con Aileen e con Amber, forse persino con Harry. Voglio vederti con me,
voglio
che tu stia con me.-
Non
riuscì ad impedirsi
dal continuare un attimo dopo con: - E sì.. sì,
fa paura. Ho ancora un po’ di
paura, ma non sarò io a impedire questa cosa tra noi. Non
voglio obbligarti a
rinunciare ad anni della tua vita per buttarti subito in questa
situazione, ma
se tu vuoi.. se tu vuoi stare con me..- e poi si strinse nelle spalle,
come se
non gli stesse proponendo chissà cosa o non avesse tutto il
corpo bloccato
dall’ansia di un rifiuto, e concluse in un sussurro: - Voglio
che tu pensi a
tutto quanto, non ti do alcuna fretta, e poi possiamo dare un via a
questa.. questa
cosa.-
-
Dare un via a
questa.. cosa?- ripeté il più piccolo, le labbra
arricciate in un ghigno
divertito e le dita strette al colletto della camicia del castano per
non
fargli allontanare il viso. - Se mi stai chiedendo di essere il tuo
ragazzo
dovresti allenare la tecnica.- ridacchiò per prenderlo in
giro, studiando
attentamente il maggiore, i suoi sbuffi e “Non
sei il mio ragazzo”.
-
Sono il tuo amico
speciale?- gli domandò allora, incalzandolo su quella
questione e facendolo
sentire come un topolino in trappola. Liam scosse semplicemente il capo
a
quella domanda, arricciando le labbra in una smorfia e borbottando: -
Sei.. sei
qualcosa.-
-
Tra qualche mese
compirò ventisette anni, Zayn.- riprese a parlare subito
dopo, appoggiando le
mani sulle sue e tenendo gli occhi fissi nei suoi mentre mormorava: - E
tu ne
hai a malapena diciassette, non penso di essere
nell’età per definirti il mio
ragazzo e tu sei troppo giovane per avere un compagno. Quindi sei un
qualcosa
che devo ancora definire.-
Si
finse scocciato dal
lamento di Zayn, dal suo ribadire che “parli
in modo strano, Lee”, spostò un palmo
sulla sua coscia, strofinando i
polpastrelli contro il tessuto dei pantaloni, e ascoltò i
suoi “Non mi piace essere qualcosa”,
“Qualcosa è troppo freddo”
fino al
proporre di essere “Zayn, sono il tuo Zayn”.
-
Il mio Zayn?- ripeté
Liam, assaporando
quasi quel concetto con la lingua, e premette con più forza
le dita contro il
suo ginocchio, accettando quella proposta con un cenno del capo e altri
“mio” sussurrati
tra le loro labbra. -
Quindi io sono tuo?- gli domandò ad un soffio dalla sua
bocca, corrugando le
sopracciglia con fare pensieroso, e vide i suoi denti bianchi incidere
sul
labbro inferiore, come se stesse trattenendo il fiato per una sua
risposta. Lo
sentì con difficoltà il “Non
lo so, tu
sei mio?”, trattenuto quasi in fondo alla gola dal
moro, e ruppe quel
silenzio teso con l’ammissione: - Sì, decisamente.
Sono il tuo Lee.-
Il
bacio che ne seguì
fu in un primo momento un semplice premere i loro sorrisi assieme, le
dita di
Zayn tra le ciocche castane e le mani di Liam sul suo collo e sul suo
fianco,
che si trasformò in qualcosa di dolce, intimo e lento.
Quando si allontanarono,
non così tanto da separare le loro labbra, Liam non
riuscì a trattenere il
sorriso felice e il successivo “Sei
bellissimo, sul serio”, che si guadagnò
un colpetto contro la nuca e un “Non
cederò a queste lusinghe per farmi
portare a letto, devi concentrarti di più”.
Erano
riusciti a
superare indenni persino il pomeriggio, Amber aveva rispolverato tutti
i vecchi
album e Zayn era rimasto seduto sul divano, Aileen in braccio che gli
elencava
tutto quel che aveva combinato con il gatto in quegli anni e i sorrisi
che
rivolgeva a Liam, le dita che premeva di tanto in tanto contro il suo
fianco,
contro la sua gamba, come se volesse assicurarsi di averlo ancora
lì accanto.
Era
arrivata
velocemente la sera, aveva ascoltato la chiamata tra Zayn e il padre - il nome di Louis continuamente ripetuto
dalle labbra del moro -, come lo stava rassicurando di non
essersi messo
nei guai e di essere stato invitato a fermarsi per la notte, e poi era
rimasto
in silenzio ad osservarlo mentre si spogliava, restando con un semplice
paio di
boxer, e si infilava sotto le coperte, cercando una posizione comoda e
bloccandosi poi su un fianco con gli occhi puntati su Liam.
-
Hai avuto problemi
con tuo padre?- gli chiese subito lui, distogliendo lo sguardo dal
soffitto per
puntarlo sul ragazzino, e imitò la sua posizione, stringendo
le dita sulle
lenzuola mentre chiedeva ulteriori spiegazioni per l’averci
messo così tanto. -
Hai detto che sospetta qualcosa, giusto? E se dovesse scoprire che hai
questa..
questa relazione con un uomo?-
-
Hai paura di una sua
reazione?- lo anticipò senza timori il più
piccolo, dandogli un pizzicotto
contro il bicipite e ridacchiando al suo lamento. - Lui è
molto occidentale,
nato e cresciuto a New York. Mi spinge solo a essere più
tranquillo e non vuole
più venire a recuperarmi alla stazione di polizia, per il
resto non mi ha mai
detto nulla.- Passarono dei minuti di silenzio tra
quell’ultima frase e la
risata divertita del moro, il successivo spintone contro il petto di
Liam e “Hai paura di papà
Yaser”.
-
Non ho paura di tuo
padre.- sibilò il maggiore, bloccando le mani di Zayn e
avvolgendo una gamba
attorno alla sua. - Ho paura per
tuo
padre, se dovesse scoprirlo e gli venisse un colpo?-
continuò a parlare,
obbligandolo a ridurre sempre più gli spazi tra i loro corpi
e spostando poi un
braccio contro la sua schiena per tenerlo stretto a lui. Gli rivolse un
sorrisino saccente, premendo i polpastrelli contro la sua pelle calda,
e
allentò la presa sui suoi polsi, lasciando che portasse le
braccia attorno al
proprio collo.
-
Non è così vecchio il
mio baba.- ribatté il
moretto,
solleticandogli i capelli fini e risalendo lungo la nuca, si
aiutò con un
movimento sinuoso del corpo per trovarsi sdraiato sul più
grande, allungandosi
con il collo per poter tenere le labbra contro il suo orecchio mentre
sussurrava: - Lui è giovane quasi quanto te, vecchiaccio.- e
scoppiava poi a
ridergli in faccia, premendo il viso contro la sua spalla con il corpo
scosso
dalle risate.
-
Vuoi conoscerlo?
Magari avete fatto qualche corso assieme
all’università.- lo prese in giro
ancora una volta, stringendo le dita sulle sue guance e tirandogliele
tra i
risolini. - Riesco già ad immaginare le serate davanti alla
scacchiera, sei
bravo a giocarci? Baba è
imbattibile,
ha vinto anche delle gare.-
-
Ti stai divertendo,
ragazzino?- gli domandò con
dell’acidità nella voce, fermandogli le mani
contro
il petto e vedendo il suo sorriso sempre più pronunciato al
cenno del capo e “Stavo scherzando,
matusa”. Si ritrovarono
poi con i corpi tutti intrecciati tra le coperte, una volta conclusa
quel che
sembrava una lotta per l’ultima parola, le labbra che si
erano trovate l’attimo
dopo e le dita di Zayn che stringevano l’elastico dei boxer,
abbassandoglieli
lungo i fianchi e tenendo la gamba ferma tra le sue.
Liam
l’aveva seguito quando
si era sollevato e aveva separato le loro bocche, per poi concentrarsi
sull’espressione del suo viso, su come stesse chiedendo quasi
il permesso
mentre strofinava il pollice contro il basso ventre del maggiore. Mosse
semplicemente il capo in risposta, un semplice cenno e tutte le
preoccupazioni
ricacciate in fondo alla gola, e strizzò per qualche secondo
gli occhi nel
percepire la sua presa attorno al membro parzialmente eretto. Stava
cercando di
trattenere tutti i gemiti con gli occhi fissi sulle mani del ragazzino,
su come
lo avvolgevano e si muovevano con decisione e lentezza, sorprendendosi
nel
vederlo chinarsi su di lui e nel percepire il fiato caldo contro la
punta. Spostò
immediatamente una mano sul suo collo, strofinando il pollice contro la
pelle e
i capelli fini, risalendo poi con le dita fino ad afferrare delle
ciocche,
mantenendo una presa salda mentre allargava le gambe e lo invitava a
calarsi
più giù lungo il membro. Fu quando
poggiò l’altra mano sulla sua guancia,
accarezzandogli lo zigomo e percependo il suo stesso membro contro la
pelle,
che perse la cautela e si spinse dentro la sua bocca, obbligandolo a
prenderlo
completamente e fino alla base. Riuscì a riprendere il
controllo solo dopo
qualche altra spinta, allentando la stretta tra i capelli di Zayn, e
fissò con
fare dubbioso le dita che aveva premuto contro la propria bocca,
inarcando un
sopracciglio e grugnendo nel vedere il membro fuoriuscire dalle labbra
rosse e
lucide del più piccolo.
-
Non puoi lasciarmi
così.- si lamentò con gli occhi fissi su di lui,
passando la lingua sui
polpastrelli che premevano contro il labbro inferiore, e
annuì al “Vuoi che torni
tra le tue gambe?”,
ignorando la sua risatina divertita per la mano che si era stretta
attorno al
membro duro, percorrendolo interamente e facendolo sospirare di
piacere.
Schiuse subito dopo le labbra, succhiando le dita del moretto al suo
“Mostrami come lo vuoi, quanto lo
vuoi”,
e avvolse una gamba attorno al suo bacino, premendo il tallone contro
la sua
schiena per invitarlo a riprendere quel che aveva lasciato inconcluso.
-
Zayn, smettila di..-
lo stava richiamando con un rimprovero nella voce, chiudendo gli occhi
con uno
scatto e gemendo nel percepire le sue labbra attorno alla cappella, le
dita di
una mano contro il fianco e quelle bagnate di saliva a tracciare segni
strani
lungo l’interno coscia, soffermandosi sui testicoli e
scivolando lungo le
natiche. - Cosa stai..- cercò di chiedere, vedendolo
staccarsi dal membro con
uno schiocco e sussurrando un semplice “Fidati
di me”, prima di violarlo con la prima falange del
medio.
Era
stato così
impegnato in quegli anni a occuparsi di Aileen da non ricordarsi
nemmeno
quant’era passato dall’ultima volta in cui qualcuno
l’aveva toccato in quel
modo, riuscendo a rilassarsi in poco tempo per via dei sussurri di Zayn
e dei
baci che stava lasciando contro lo stomaco. Lo stava lasciando
completamente
fare, mentre teneva gli incisivi contro il labbro inferiore, e rompeva
il
silenzio di quella stanza e della notte con dei mugolii o il respiro
affannato;
solo nel percepire le falangi del moretto contro il fascio di nervi
inarcò la
schiena e spinse il capo contro i cuscini, grugnendo e spingendosi
contro le
sue dita mentre teneva gli occhi chiusi e aveva la fronte imperlata di
sudore.
-
Voltati.- sentì la
voce di Zayn molto più bassa e roca di qualche istante
prima, sollevando una
sola palpebra e vedendolo con una mano tra le gambe e
un’espressione decisa. - Metti
le mani lì sopra e non toccarti. Muoviti, Payne.- si fece
sentire nuovamente
lui, premendo i palmi contro i suoi fianchi e obbligandolo a seguire
quel che
gli aveva ordinato. - Tieni le mani qui e lascia che sia io.-
sussurrò poi
contro il suo orecchio, facendo aderire il petto contro la schiena del
castano
e intrecciando le loro dita attorno alla testata del letto. Liam non si
era
opposto, troppo concentrato a non mostrare i brividi che stavano
percorrendo il
suo corpo al passaggio delle labbra del più piccolo contro
la spalla e lungo la
schiena; aveva trattenuto persino il fiato, rafforzando la stretta
attorno alle
barre di metallo, nel seguire la traccia che i baci di Zayn stavano
lasciando,
nel riuscire ad anticipare il momento in cui si posarono contro una
natica, non
riuscendo ad impedire il gemito rauco al morso successivo.
Gli
sembrava quasi Zayn
lo stesse prendendo in giro, per come teneva entrambi i palmi attorno
al sedere
e li muoveva in un massaggio, ripetendogli di rilassarsi mentre gli
sfiorava la
pelle con le labbra. Prese un respiro tremante, puntando le ginocchia
sul
materasso per poter sollevare il bacino dal materasso, e
camuffò tutti i gemiti
e i grugniti contro il bicipite, tenendo le braccia rigide e incidendo
i denti
sulla pelle ad un affondo della lingua del più piccolo.
Aveva la testa
completamente vuota, tutti i sensi erano concentrati nella zona a cui
il
moretto si stava dedicando, spingendosi di tanto in tanto con il bacino
contro
il suo viso, ricevendo in risposta ogni volta un morso e un “Non muoverti”. Aveva cercato
persino di
stringere una mano attorno all’erezione, cercando di
scaricare almeno in parte
tutta la tensione accumulata, ma Zayn aveva inciso le unghie nei propri
fianchi
e sibilato la minaccia di incatenarlo al letto, che aveva provocato una
scossa
nel corpo del maggiore e aveva raggiunto in poco tempo il membro sempre
più
duro.
Non
si era aspettato il
gesto repentino di Zayn, non appena aveva pronunciato il suo nome con
la voce
intrisa di supplica, e si era trovato con le sue dita a bloccargli i
polsi e il
battito frenetico del suo cuore contro la schiena, le loro pelli sudate
a
contatto e il suo fiato contro il collo, mentre spostava una mano per
violarlo
con le prime falangi. E sentì poi un immediato calore alle
guance non appena il
ragazzo alle proprie spalle ridusse ulteriormente gli spazi tra i loro
corpi e
lo rese partecipe dell’erezione che gli aveva causato. Non
riuscì a trattenere
l’imprecazione nel percepire la punta bagnata e calda tra le
gambe e il pollice
che Zayn stava strofinando contro la propria cappella, facendolo quasi
tremare
per via di quell’eccessiva stimolazione, e allungò
il collo per lasciare che i
suoi denti incidessero nella pelle tenera, trattenendosi dal fare
qualsiasi
cosa mentre lo sentiva succhiare con una certa foga e ripetere il
meccanismo
sulla spalla e contro la nuca.
Liam
raggiunse
l’orgasmo tra un succhiotto contro la scapola, una mossa del
polso di Zayn e il
suo membro che rilasciava liquido preseminale che scivolava lungo la
propria
gamba, lasciandosi poi cadere con la schiena contro il materasso e
puntando i
piedi tra i cuscini sporchi. Aveva stretto immediatamente i fianchi del
più
piccolo, non appena aveva preso posto sulle proprie cosce, e se non
fosse stato
così stanco si sarebbe eccitato ancora una volta per i
gemiti che rilasciava
mentre si masturbava, per come aveva gettato indietro il capo al
raggiungimento
del piacere e per come si era chinato a ripulirgli tutto
l’addome con cura,
risalendo con la lingua e concentrandosi su ogni centimetro della pelle
del
maggiore.
-
Tregua, non farmi
eccitare di nuovo.- si lamentò Liam, cercando di
allontanarsi o bloccare il suo
viso ad un ennesimo succhiotto contro il pettorale. - Mi ispiri molte
cose ma
al momento mi hai.. distrutto.- confessò con le guance in
fiamme e un broncio
nel sentire la risata di Zayn e il pizzicotto contro il fianco. - E
domani
sistemo le lenzuola.. o facciamo una doccia. Ora.. ora vieni qui.-
mugugnò con
le braccia già avvolte attorno a lui, facendolo posizionare
sopra di lui e
allungando il collo per premere le loro labbra assieme, approfondendo
il bacio
e arricciando poi il naso in una piccola smorfia. - Riesco a sentire il
tuo
sapore e il mio.- spiegò alla sua occhiata confusa,
assumendo un’espressione
quasi disgustata al suo spiegare che “Ci
sono persone che lo trovano molto sexy” e
borbottando: - Non mi piace, però
non riesco a smettere di baciarti.- con quella piccola confessione che
gli
aveva arrossato appena le guance.
Avevano
ripreso a
baciarsi l’attimo dopo, le dita di Zayn tra le sue ciocche e
le proprie a
tracciare linee lungo la sua schiena, e ora Liam teneva gli occhi
puntati sul
soffitto, il respiro delicato del minore contro il petto e le dita che
passava
tra i suoi capelli morbidi, sentendolo rilassarsi sempre più
contro di lui. Non
seppe nemmeno il motivo per cui si trovò improvvisamente a
chiedergli: - Tu non
vai più a scuola? Sei stato sospeso, giusto?- e
percepì il suo sbuffo prima del
suo cenno del capo, tenendo gli occhi fissi sulla parete mentre
deglutiva e
sputava fuori ad una velocità quasi incomprensibile: - Posso
chiederti di
accompagnarmi in un posto?-
Sentì
il corpo di Zayn
muoversi tra le proprie braccia, abbassando lo sguardo su di lui e
trovandolo
intento a fissarlo, per poi arrossire completamente al suo “Vuoi comprare qualche giocattolino, dottor
Payne?” e scuotere il capo con un accenno di
sorriso sulle labbra.
-
Io.. è un po’ più..-
si strinse nelle spalle quando non riuscì a trovare le
parole, intrecciando le
dita tra le sue ciocche e strofinando il pollice contro la sua tempia,
sussurrando con un filo di voce: - Voglio andare al cimitero, dove
è seppellita
Kaylyn. Io.. non ci sono mai tornato dal funerale e quindi penso sia un
buon
modo per.. per voltare pagina e cacciare il suo fantasma dalla mia
vita.-
Prese
un profondo
respiro prima di confessare: - Non la dimenticherò mai,
vivrà sempre in Aileen
e in me.. però ho bisogno di dirle addio e so che
può sembrare un’idiozia ma ne
ho bisogno.- e sbatté velocemente le palpebre per cacciare
via le lacrime nel
momento in cui Zayn afferrò la sua mano e vi premette contro
le labbra,
promettendogli che gli sarebbe stato accanto, specificando un
“domani” ma
lasciando intendere un “fino a
quando avrai bisogno di me”.
-
Tu non lasciarmi.-
bisbigliò, rafforzando la presa e intrecciando le loro dita,
per poi avvolgere
l’altro braccio attorno alle sue spalle e coprirli entrambi
con il lenzuolo. -
È come se mi stessi risvegliando da un incubo e non
conoscessi nulla di questo
mondo. O solo una cosa, solo questo conosco..- aggiunse con la voce
sempre più
sottile, mostrandogli le loro mani e continuando: -..e solo questa
stretta mi
fa sentire vivo. Senza di te vengo risucchiato ancora da quel vortice
di paure
e so che devo trovare quel coraggio e quella forza dentro di me, ma al
momento
non ci riesco e.. e sei tu la mia forza, devi solo..-
-
Tenerti stretta la
mano.- lo anticipò Zayn, rivolgendogli un sorriso intriso di
dolcezza e
tristezza, e premette il pollice contro il dorso della sua mano,
strofinandolo
e mormorando: - Tenere stretto te e non lasciarti cadere.-
Quando
il moretto si
sporse verso il suo orecchio, ripetendo delle parole in una lingua
straniera e
sconosciuta, sentì le guance scaldarsi per via
dell’intensità con cui le aveva
pronunciate, mordicchiandosi il labbro e chiedendogli una traduzione.
-
Vuol dire che sei
bellissimo anche tu, Lee.- lo accontentò dopo qualche minuto
di ragionamento,
premendo il viso contro il suo petto e bisbigliando: - Per
l’altra cosa c’è
tempo, è meglio aspettare.-
Sentì
la risata di Zayn
vibrare contro il petto quando insistette per conoscere persino quel
significato, arrendendosi dopo qualche minuto e chiedendo in un
bisbiglio: - Me
lo dirai?-, accontentandosi del bacio che aveva premuto in
corrispondenza del
cuore e del suo “Quando
sarà il momento,
Lee”.
“Io
non mi innamorerò mai, Lyn.”
“Un
giorno succederà, Leeyum.”
“Invece
no, è una cosa stupida e per bambine, io sono un uomo. E
non dirò mai nulla di sdolcinato a nessuno e non mi
metterò nei guai
per salvare una qualsiasi principessa. Preferisco stare qui con te e
contare le
stelle, prima che mamma scopra che sono scappato di nuovo dalla finestra.”
“Succederà, prima o poi. Un bel paio di
occhi ti incanteranno e tu sarai
innamorato ancora prima di accorgertene. E non fare quel verso!
Promettimi che
sarò la prima a cui lo dirai, quando troverai
l’amore.”
“Se proprio ci tieni, lo prometto. Sarai la prima
che cercherò, ti
presenterò questa persona inesistente
e ti dirò che avevi proprio ragione.”
“Sei il migliore amico che tutte vorrebbero, Leeyum,
e non ti lascerò
mai, mai, mai!”
“Smettila di dire sciocchezze, hai perso la stella
cadente e non hai
espresso il tuo desiderio. Ora chissà tra quanto
ricapiterà.”
Angolo
Shine:
Anzitutto
le mie scuse
per la settimana di ritardo ma, come avevo previsto, non sono riuscita
a
rispettare la mia pazza idea di poter aggiornare subito ad inizio
gennaio.
(Io
penso di essermi
innamorata del rapporto tra Lee e Kaylyn, quindi dovrete sorbirvi
piccoli
stralci del loro passato e non mi sento in colpa. Cioè sono
adorabili, non si
può non amarli.)
Non
so quanti di voi
hanno capito il verso senso dell’ultimo ricordo Lelyn (Liam +
Kaylyn), Liam
ricorda quel che aveva promesso a Lyn ed è come se pensasse
“Mi sono innamorato
e ora devo farle vedere che aveva ragione”. Come se Lyn
vivesse ancora in tutte
quelle vecchie promesse, è un modo di Liam per renderla
partecipe della sua
vita ma andare allo stesso tempo avanti.
Spero
di riuscire a
mantenere il ritmo nell’aggiornamento, in caso i ritardi sono
sempre di una
settimana e mai più in là. (Tenendo conto che sto
facendo i salti mortali per
scrivere la nuova parte di Car Wash e l’abbozzo di altre due
one-shot)
Spero
di non avervi
annoiato troppo e non avervi depresso eccessivamente, buon fine
settimana a
tutti.
(E,
sì, ancora mille
grazie per la pazienza e per non avermi ucciso con tutti questi ritardi)