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Autore: MadShipper_96    16/01/2015    1 recensioni
"Il bacio si fa via via più intenso e sento la tensione sparire piano piano. I nostri respiri affannosi si confondo tra loro e il contatto con le sue labbra mi scollega completamente da quello che ci circonda.
Riesco solamente a sentire la sua mano su di me, il suo sapore sulle mie labbra e la sua stretta forte che mi tiene attaccata a lui e al suo completo di pelle che contraddistingue il personaggio che interpreta."

Una FF con protagonisti Jennifer Morrison e Colin O'Donoghue, Emma Swan e Capitan Uncino della serie TV targata ABC "Once Upon a Time",
La voglia di tornare a scrivere mi ha spinta a mettere su questa storia che racconta di un loro ipotetico (o forse no) coinvolgimento emotivo a seguito della scoperta dei loro sentimenti reciproci. Una storia che vola sulle ali della mia fantasia malsana e che spero vi possa piacere.
Genere: Angst, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Trying not to need you was tearing me apart

Can't see the silver lining down here on the floor

And I just keep on trying, but I don't know what for”

 

 

 

POV COLIN

 

Sono dentro la mia roulotte e ho appena finito di togliermi i pesanti vestiti di Uncino. Sono praticamente pronto per tornare nel mio appartamento se non fosse che mi sono ripromesso di andare da Jen a parlarle. Ho questo bisogno impellente di dirle qualcosa, qualsiasi cosa, riguardo il bacio che ci siamo scambiati recitando.

Personalmente, io non stavo recitando affatto. No, signore. Volevo proprio fare quello che ho fatto: baciarla in quel modo, toccarla in quel modo... Semplicemente è un po' che non penso ad altro se non al fatto che ho il bisogno, la necessità costante di sentirla mia. È molto egoista da parte mia e completamente sbagliato, lo so benissimo; il senso di colpa è sempre lì pronto a rinfacciarmi l'errore che i miei pensieri e il mio cuore sembrano ignorare.

So anche che potrei ferire molte persone per questo mio capriccio ma ormai ci sono dentro e non posso più fare marcia indietro. Mi è entrata dentro nell'istante preciso in cui ha posato i suoi occhioni verdi su di me.

Avanzo più deciso che mai verso la sua roulotte e vedo che ci sono le luci accese: bene, vuol dire che è ancora lì. Busso alla porticina e aspetto che mi apra. Ed eccola lì, più luminosa di una stella, spalanca gli occhi appena mi vede e poi mi sorride come è solita fare, dandomi affetto e calore. Proprio quello di cui ho bisogno.

Maledizione, dovrebbe essere tua moglie quella a darti queste sensazioni meravigliose, non la tua co-star! Sì, lo so, okay? Sono uno schifoso bastardo traditore, lo ammetto. Ma non mi pentirò MAI della gioia che provo ogni volta che mi concede uno di quei sorrisi, perché sono davvero rari da una come lei. Ho imparato a capirlo in questi anni conoscendola più a fondo: è una donna che si lascia scalfire poco dagli altri, si apre solamente nei confronti delle persone che reputa veramente importanti e per le quali sa che non la faranno mai soffrire, o che per lo meno ci proveranno. E ho avuto la grande fortuna di fare parte di quelle persone e ne vado enormemente fiero!

-Ciao Colin, hai...bisogno di qualcosa?-

-Hey Jen, ascolta... In effetti sì, ho bisogno di parlarti un attimo, se non ti dispiace.-

-Ehm, no. No, figurati, entra pure. Accomodati.-

Mi fa segno di entrare e io mi faccio strada verso il suo divano, ho bisogno di stare comodo perché le cose che sto per dirle non sono affatto facili da esporre.

Stai concentrato O'Donoghue, stai concentrato.

-Allora, cosa volevi dirmi?- mi chiede sorridendo, quasi a volermi incoraggiare a sputare il rospo. Deve essersi accorta che sono un pelo più strano del solito. Io mi sento strano infatti, ho la gola secca e la salivazione sembra essersi stoppata: il mio organismo non mi sta aiutando per niente. Ora comincerò a sudare come una fontana! Maledizione.

-Senti, ho bisogno che ascolti tutto quello che voglio dirti e che non mi interrompi. Okay, quello che devo dirti è che in questi ultimi mesi mi sono accorto di qualcosa: c'è stato un cambiamento, tra di noi intendo, sento che le cose stanno andando veramente bene, la nostra amicizia ha fatto passi avanti e forse...anche troppi. Non fraintendermi però, mi sta bene perché io ci tengo davvero tanto a te, sei diventata una delle persone più importanti nella mia vita. Per arrivare al punto: io stasera, dopo quel bacio, ho sentito qualcosa, non so dirti cosa sia ma l'ho sentita e so che lo stesso vale per te.-

Tiro un sospiro di sollievo dopo aver quasi sputato tutto quello che sentivo, mentre lei è come se stesse trattenendo il respiro: è paonazza in viso, ha gli occhi sgranati e stringe talmente tanto forte il bracciolo del divano che le sue nocche sono bianche.

E bravo Colin, hai fatto la tua cazzata. Complimenti!

Finiscila, maledetta coscienza, ho dovuto farlo o sarei scoppiato.

-Beh, insomma, di' qualcosa. Non lasciarmi sulle spine.- le dico appoggiandole una mano sul braccio per accarezzarla e sperando che si tranquillizzi. Ha davvero una brutta cera...

-Ehm... Eh... Wow- sta ridendo nervosamente. Devo aver toccato il tasto giusto... oppure sbagliato. -Colin, non so cosa dire... Okay, forse è arrivato il momento che sia sincera anche io: hai ragione, anche io ho sentito qualcosa con quel bacio. Ma è sbagliato, sbagliatissimo! Te ne rendi conto, vero? Non possiamo, noi... Non possiamo...- è molto agitata e...triste.

-Jen lo so, credimi, lo so bene. Io sono sposato- indico l'anello al dito -e probabilmente dicendoti queste cose ho fatto proprio male, ma non riuscivo più a tenerle dentro. Sono mesi che vado avanti così, tra il “le dico tutto” e il “non le dico niente”. Sarei scoppiato comunque, da un momento all'altro, e quindi ho pensato fosse arrivato il momento di dirti tutto, semplice.-

La sento tremare sotto la mano che ho ancora appoggiata sul suo braccio, continua a guardarsi le mani che si contorcono tra di loro. È un fascio di nervi.

Vorrei abbracciarla, tranquillizzarla ma so che se lo facessi andrei solamente ad aggravare ulteriormente la nostra situazione già fin troppo delicata.

Mi sembra così piccola, indifesa, e tutto per colpa mia. Non mi bastava avere una moglie che amo e stimo, non mi bastava avere un figlio che adoro e che amo più delle mia stessa vita, no, dovevo prendermi anche Jennifer. Evidentemente nel mio cuore c'era ancora spazio e ho avuto la brillante idea di riempirlo con lei. Nonostante questo, però, non me ne pento. Sarei ipocrita a negarlo.

La vedo che cerca di prendere coraggio, facendo dei lunghi e profondi respiri, probabilmente anche per trattenere e cacciare dentro tutto quel mare salato che altrimenti inonderebbe le sue gote rosee. Faccio lo stesso anche io, pronto a sentire il suo fiume di parole riversarsi sopra di me, pronto ad ogni sua conclusione.

Ormai la bomba è stata sganciata, i feriti siamo solo io e lei, noi, per ora, e io preferirei ridurre al minimo le vittime.

 

* * *


 

POV JENNIFER

 

Questa è dura, Jen, e io che pensavo fossi forte!

Non so se ce la faccio.

Sto ancora metabolizzando quello che mi ha appena detto e non riesco a credere alle mie orecchie, proprio non ci riesco.

Ha detto sul serio quelle cose?! Nah, non è possibile. Devo essermi distratta a guardarlo mentre mi parlava e devo aver immaginato tutto.

Jen respira, cazzo. Non è un buon momento per rimanere a corto d'aria.

Okay, okay. Respiri profondi, respiri profondi. Respiri. Profondi.

Mhh, già mi sento un tantino meglio.

Aspetta.

Lui è ancora qui. Mi sta ancora accarezzando.

Ecco spiegato il motivo per cui devo essermi persa mentre stava cercando di parlarmi.

Non farti venire i brividi, sii forte!

Ohhh, ma chi voglio prendere in giro: sono una pappa molla, e una rovina famiglie!

Che cosa diavolo hai combinato Jennifer Marie Morrison?!

Va bene, basta agitarsi. Devi parlare, devi dire altro oltre ai mugugni e quella misera confessione.

Respira Jen, controllati.

Mi faccio coraggio e lascio che tutti i pensieri, i dubbi e le paure nascoste per tutti questi mesi riemergano. -Sinceramente nemmeno io al momento riesco a tenermi tutto dentro, non più. Ho bisogno di dirti ogni singola cosa, dal principio.

Conoscerti è stata un piacevole sorpresa: un nuovo membro nel cast, nella nostra “famiglia”. Mai avrei immaginato di arrivare a questo punto ma eccoci qui. Io sono pazza di te. Col tempo è nato qualcosa, più di una semplice attrazione, almeno per quanto riguarda me personalmente, e questo mi ha spaventata, enormemente. Tu sei sposato, non potrei mai essere la causa della fine della tua famiglia, non me lo perdonerei mai. E per cercare di evitare tutto ciò, ho cambiato i miei atteggiamenti nei tuoi confronti e piano piano ho rialzato quel muro che tiro su ogni volta che mi fa comodo, quando non voglio problemi e non voglio crearne agli altri. È questo quello che faccio sempre: scappare dai problemi. Non li affronto per paura di rimanerne scottata.- Mi sembra giunto il momento di respirare. Ah, aria nei polmoni!

Lo guardo e sento che piano piano le lacrime stanno salendo inarrestabili.

Lo guardo e mi perdo ancora una volta in quel blu color del cielo che sa di casa.

Lo guardo e vedo un uomo combattuto tra i suoi sentimenti e i suoi doveri nei confronti della moglie e della sua famiglia.

Lo guardo e non posso fare altro che piangere, a dirotto.

Mi si annebbia la vista, i miei occhi navigano in un mare in tempesta ma ecco che arriva il mio Capitano a salvarmi.

Lo sento gemere al mio fianco e si avvicina per abbracciarmi, per stringermi forte a sé; mi sento sicura ora, non temo di affogare.

Rimaniamo così per un tempo indefinito quando a malincuore e a lacrime finite mi stacco da lui e abbasso la testa. Non sono una abituata a dare dimostrazioni pubbliche della mia sofferenza e quindi un po' mi vergogno, soprattutto perché mi sono aperta e ho mostrato questa me fragile a lui e perché è proprio lui la causa della mia sofferenza e del mio crollo.

Mi asciugo gli occhi con la manica della felpa che ho addosso e mi arrischio ad alzare lo guardo su di lui.

Due smeraldi e due zaffiri, pietre preziose che si incastonano nell'anello della vita.

Due anime tanto affini quanto distanti che sono destinate a cercarsi senza mai trovarsi.

-Dio, che vergogna. Scusa per lo sfogo, non è da me reagire così.- eccolo, lo sento. Torna ed erigersi l'impenetrabile muro che l'uomo di fronte a me ha distrutto con un battito di ciglia sconvolgendo il mio equilibrio interiore.

 

 

* * *

 

 

POV COLIN

 

Jen, la mia piccola Jen.

Sono un tale egoista. Come ho potuto farti questo? Come ho anche solo potuto pensare di farti questo? Farti del male.

L'accarezzo tra le mie braccia, trema come una foglia sbattuta in qua e in là dal vento autunnale. Singhiozzando si aggrappa alle mie braccia e io la stringo più forte. Sento il suo respiro accelerato dal pianto che mi riscalda il petto e tutto quello a cui riesco a pensare è che è tutta colpa mia.

Sta piangendo per colpa mia.

Passano minuti infiniti in cui piano piano la sento calmarsi.

Ha smesso di piangere.

Ora si stacca da me, non mi guarda in faccia.

Jen, ti prego guardami. Jen fallo, guardami! Ho bisogno che mi guardi negli occhi e che mi trasmetta tutto quello che senti per me. Fammi vedere che c'è ancora speranza per noi, fammi vedere la ragazza forte che adoro tanto quanto quella fragile.

Come se mi avesse letto nel pensiero, finalmente decide di alzare la testa e...

Freddo.

Ghiaccio.

Inespressività.

No tesoro, ti prego, non mi tagliare fuori. Non farlo Jen, ne morirei, non rialzare quel maledetto muro!

-Dio, che vergogna. Scusa per lo sfogo, non è da me reagire così.- parole glaciali, la temperatura nella sua roulotte, fino a poco fa calda e accogliente, è scesa bruscamente.

Sono uno stupido. Uno stupido.

Quando si tratta di persone importanti per te, dovresti poter fare sempre il loro bene; e allora perché ho fatto l'esatto opposto CON TE che sei una delle persone più importanti nella mia vita solo per puro egoismo e per eccessiva speranza?

-Jen, non dirlo neanche per scherzo. Perché te ne vergogni? Quello che dovrebbe vergognarsi di qualcosa qui sono io, non c'è dubbio. Ho fatto un casino, ho rovinato tutto e adesso tutto è perduto. Lo sento, lo sento già che ti stai allontanando da me, stai già scivolando via dalle mie mani. E allora io ti chiedo di resistere, di aggrapparti con tutte le tue forze...-

-No, Colin ti prego, basta. Non... dire nient'altro.-

Mi si blocca il respiro.

Rimango a bocca aperta incapace di muovermi.

Lei si alza lentamente dal divano e mi lascia a fissare intontito il bracciolo davanti a me.

Io mi sento... mi sento male.

Mi sta allontanando. Definitivamente. Non c'è termine più adatto, sembra proprio volermi dire questo il linguaggio del suo corpo: allontanarmi per sempre da lei.

Vuole cacciarmi via dalla nostra bolla personale, dalle nostre mattine in cui ci alternavamo i passaggi in macchina per venire qui sul set, dalle nostre pause, dalla nostra intimità.

È in piedi vicina alla porta ora, schiena dritta, sguardo impenetrabile, muscoli tesi: è innaturale tutto ciò, so benissimo che sta cercando di resistere, di farsi forza ma lo sta facendo per sé stessa, non per noi.

Ora è lei l'egoista.

Una strana e alquanto fuori luogo rabbia comincia a montami dentro: perché non lotta e non tiene duro PER NOI? Semplice: perché lei fa così, mette sempre al primo posto se stessa quando si tratta di non rimanere feriti. L'unico momento in cui si concede di essere egoista.

Mi alzo di scatto dal divano e mi dirigo verso di lei ancora dritta sul suo posto. Mi avvicino pericolosamente al suo viso, i nostri nasi quasi si sfiorano. Non indietreggia. Sostiene il mio sguardo.

-Sappi che stai commettendo un grosso errore Jen. Ti stai precludendo la possibilità di essere felice, anche solo per pochi istanti e tutto per quel tuo maledetto istinto di autoconservazione. Ma sappi che io non mollerò, io non mi arrenderò. Cercherò con tutte le mie forze di farti capire che la strada che hai scelto è quella sbagliata. Io non ti lascerò andare. MAI.-

Una lacrima solitaria le riga uno dei perfetti e rotondi zigomi e involontariamente il mio pollice va a catturarla. Vedo un sussulto nel suo sguardo, ma subito cerca di ritornare seria ed irremovibile. Torna in men che non si dica ad indossare la maschera dell'indifferenza.

Vederla così mi distrugge, mi fa morire.

Mi allontano da quella donna glaciale ed esco dalla roulotte dirigendomi a passo spedito dentro la mia. Sbatto con forza la porta e crollo a terra come risucchiato dal terreno. Le lacrime arrivano copiose e senza preavviso: non sono di certo tipe educate loro.

Mio padre mi ha sempre insegnato che un uomo forte sa anche piangere e lo fa senza vergogna; io in questo momento non mi sento affatto forte, mi sento un verme. Non sono neanche più un uomo, non sono degno di essere chiamato così.

 

 

* * *

 

 

POV JENNIFER

 

Vuota.

Mi sento vuota.

Privata di tutte le emozioni.

Non sento più niente. Niente.

Questa volta il muro si è eretto più solido che mai e chissà quanto altro tempo ci vorrà prima che riesca a buttarlo giù.

Non so perché io abbia reagito così alle sue parole. Erano mesi che non aspettavo di sentire altro, che mi è preso?

Quando se n'è andato sbattendo la porta alle sue spalle, si è portato via anche un pezzo di me: le mie speranze nell'amore vero, il mio desiderio di essere felice, la mia voglia di ricominciare e riaprirmi a qualcuno per davvero.

Sono sdraiata sul letto cercando di stabilizzare il respiro e il battito del mio cuore impazzito.

Lacerato.

Dilaniato.

Preso a morsi da un intero branco di lupi che hanno tutti una cosa in comune: un paio di bellissimi, stupendi, penetranti e glaciali occhi blu.

L'unica cosa a cui riesco a pensare in questo momento è alle sue ultime parole, alla forza con cui me le ha sussurrate. Non posso dire di non aver sussultato dentro di me come se mi avessero dato la scossa, ma il mio scudo impenetrabile ha attutito il botto e non l'ho fatto trasparire.

Mi sento una stupida per aver anche solo permesso a me stessa di lasciarmi prendere così tanto da un uomo che è così tanto ora per me. Tutt'ora è tanto per me.

 

--------------------

 

L'indomani mattina mi sono svegliata dopo circa tre ore o poco più di sonno continuo, causa pianto infinito, e allo specchio ho visto una donna distrutta in tutti i sensi: occhi gonfi e rossi, capelli peggio della paglia, labbra secche e screpolate. Fortunatamente oggi devo presentarmi sul set nel pomeriggio così ho tutto il tempo per riprendermi e riacquistare un minimo di dignità almeno esteriormente.

Mi faccio un bagno caldo per distendere i muscoli indolenziti.

Mentre aspetto che l'acqua raggiunga la temperatura giusta controllo se magari qualcuno degli altri mi abbia cercato e quando sblocco l'iPhone vedo che ho 3 messaggi non letti su Whatspp... e sono di Colin.

Oh. Oh. Oh.

Scorro su di essi per aprire la chat e compaiono 3 semplici frasi inviate una dopo l'altra a distanza di pochi secondi questa notte alle 3:08.

Jen, io ho bisogno di te, non immagini neanche quanto.

Non faccio altro che pensarti, giorno e notte, anche adesso e so che la discussione che abbiamo avuto e il modo in cui hai reagito erano dettati dalla paura.

E anche io ho paura Jen, ho paura di non riuscire ad andare avanti senza te accanto.

-Oddio.- mi esce automatico esclamare.

E oggi dovrò rivederlo sul set. Di nuovo.

Mondo crudele.

Guardo il suo ultimo accesso ed è ancora a quell'ora di stanotte. Tempo 2 secondi e compare la scritta “online”.

O mamma, e questa agitazione da dove salta fuori?! Mi sento tanto una liceale alla prima cotta.

La scritta continua ad esserci e io egoisticamente spero che sia perché è nella mia chat e sta forse aspettando una mia risposta vedendomi anche a me online.

Non so che fare: scrivo o non scrivo?

Scrivo o non scrivo?

SCRIVO O NON SCRIVO?!

Meglio entrare nella vasca prima che l'acqua diventi congelata.

 

 

 

 

 

ANGOLO DELL'AUTRICE: rieccomi! “You missed me, love?” ahahah giusto per citare Hook :P

E' stato un parto questo capitolo, sia per la stesura che per il poco tempo a disposizione in queste settimane di rientro a scuola.

Non ero partita con l'idea di farlo diventare un capitolo così triste, diciamo che lo è diventato da sé, scrivendo. Beh, del resto la nostra amata ship non naviga in “chiare, fresche et dolci acque” (sono in vena di citazioni, comprendete la mia poca sanità mentale plis ahahahah).

Detto ciò, fatevi sentire e recensite per dirmi la vostra!

Al prossimo capitolo (che spero di pubblicare a breve, ma tutto dipende dal tempo e dall'ispirazione), Sara xoxo.

   
 
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