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Autore: thelostgirl    18/01/2015    0 recensioni
Presto Margot si sarebbe trasferita a Montréal. Ha sempre odiato il freddo e ha sempre sognato di andarsene in una qualche costa calda negli Stati Uniti o in una città d'arte in Europa con Peter, il suo migliore amico di sempre. Ma le cose cambiano, le persone crescono e i sogni si adattano. A venti anni compiuti Margot era pronta per cominciare la sua nuova vita passando da un piccolo paese freddo del Canada ad una enorme metropoli fredda del Canada. Tutti i suoi ex compagni di scuola e i suoi amici avrebbero intrapreso una vita più emozionante della sua ,inseguendo i propri sogni, ma per Margot era diverso, per lei le cose non andavano mai come desiderava. Perciò quando si era presentata l'occasione di partire l'ha colta al volo.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Margot strinse la tazza blu notte tra le sue mani fredde e raggiunse con passo lento la sua stanza. Dopo una lunga occhiata allo strano ordine - che probabilmente da li a poco sarebbe andato a mancare - che regnava nella sua stanza decise di raggomitolarsi in centro a un letto troppo grande per una ragazza che era sola da troppo tempo. Bevve un sorso del suo thé fumante inspirando a fondo il profumo dei frutti di bosco. Quel piccolo gesto la metteva ogni volta un'inspiegabile allegria, era come se tutto ad un tratto tornasse bambina ,all'età di sei anni, quando lei e un'altro bambino si divertivano a giocare a fare gli esploratori nel boschetto dietro al parco giochi del loro quartiere. Sorrise ricordano quei grandi occhi verdi che ogni volta sembravano leggerle dentro. Una lacrima amara le rigò il viso, ma la asciugò velocemente con la manica del suo maglione e si maledisse per essere così emotiva.

Proprio mentre ripuliva la tazza nel lavandino il silenzio pacifico del suo nuovo appartamento fu interotto dallo squillare fastidioso del suo cellulare. Rispose senza guardare chi era. Le persone che mi chiamano sono solamente tre: mamma, la zia July e Cassie. « MARGIE! » la voce squillante della sua migliore amica rischiò di romperle un timpano « Cass, lo sai che odio quando mi chiami Margie. » l'amica squittì nella sua solita risata ,e Margot sentì solo allora la mancanza di casa. Scosse la testa e cercò di concentrarsi sulla domanda che le aveva appena posto l'amica. « Sto bene, mi mancate un po' te e mamma, però mi sono sistemata e presto questo appartamento sarà marchiato Margot. Ah, quasi dimenticavo. Puoi ogni tanto fare visita alla mamma? Sai ..dopo ..dopo papà siamo sempre state insieme, non l'ho mai abbandonata e saperla in quella casa piena di ricordi da sola. Non so, Cass. Sai che odio chiedere favori, che preferisco cavarmela da sola e se avessi potuto scegliere sarei rimasta a marcire - come dici tu - a casa di mamma per tenerla personalmente d'occhio. Però tu e mamma vi siete coalizzate contro di me e avete persino coinvolto la zia! Perciò ti prego, ogni tanto puoi accertarti che mamma sta davvero bene? »sentì l'amica fingere un sbadiglio dall'altra parte della cornetta « Mi stavo addormentando alle tue stupide supplliche e ,sinceramente, mi sento un po' offesa. Cioè ,Meg, sono o non sono la tua migliore amica? Non mi racconti ogni minima cosa dela tua vita? Non diciamo sempre di essere praticamente sorelle separate alla nascita? » non le diede nemmeno il tempo di rispondere che continuò a parlare con tono più dolce ,ora « Tesoro, tua madre è sempre stata gentile con me e mi ha aiutata a scegliere l'università giusta per me e c'è stata quando Phil mi ha lasciata. Perciò lei è come una seconda mamma per me e ,sai bene che ,anche se non me lo avessi detto, sarei andata a controllarla lo stesso. »
Margot sorrise intenerita e la sua mancanza di casa aumentò.
Passarano una mezz'ora a parlare delle novità. Cassie le raccontò che alle lezioni di psicologia aveva incontrato un ragazzo carino, si chiama Dean, con cui sarebbe uscita quel venerdì sera. Poi toccò a Margot raccontare la sua prima settimana nella nuova, grande e emozionante città. Ma Margot non era mai uscita di casa ,tranne per le sue lunghe passeggiate mattutine ,o per fare la spesa o per comprarsi un libro. Non aveva mai incontrato i suoi vicini di casa. Perciò fu minacciata da Cassie. « Giuro che ti combino un'appuntamento al buio - e sai come disastroso e imbarazzante sarebbe - perciò cerca di socializzare con i tuoi vicini di casa almeno, per l'amor di Dio. » Dopo svariati sospiri di Margot chiusero la conversazione. La sua amica avrebbe voluto vederla finalmente felice con un ragazzo, ma Margot non si sentiva ancora pronta per lasciarsi alle spalle il suo passato. Cassie ,ovviamente, in qualità di sua migliore amica, era di un altra opinione. Lei vedeva nel trasferimento di Margot in una città così grande ,la sua più grande occasione per poter voltare pagina. E per Cassie essere felice equivaleva avere al proprio fianco un'uomo che ti rendeva felice e ti faceva sentire amata e apprezata. Margot non era di questa opinione, almeno non per ora.

Erano passati ormai quattro giorni dalla chiamata di Cassie e Margot : A) Non aveva ancora conosciuto nessuno dei suoi vicini di casa.
B) Non aveva parlato con nessun Montrealese, senza contare il commesso del supermercato a qualche via più in la dal suo condominio o la bibliotecaria o un ragazzo che le ha chiesto indicazione - che lei non ha saputo dargli - .
Sospirò guardandosi allo specchio mentre spazzolava i suoi lunghi capelli castani. Si mise un po' di mascara e ,dopo essersi infilata i suoi stivaletti neri e il cappotto, uscì decisa a prendere l'ascensore ,questa volta. Accese il suo ipod a un volume che avrebbe reso sordo chiunque ,e mantenne lo sguardo basso. Sentiva la presenza di qualche altra persona dentro a quel spazio ristretto ma non riusciva a guardare chi fosse tanto era concentrata a superare la sua fobia per gli ascensori. Avrebbe maledetto la sua migliore amica per questo. Se lei non l'avesse stressata per la sua asocialità lei non sarebbe salita su quella trappola mortale solo per tentare un contatto umano con i suoi vicini - che non riusciva nemmeno a guardare in faccia - e in questo momento starebbe scendendo con calma le scale. Una mano le si appoggiò per qualche interminabile secondo sul suo braccio sinistro. Margot alzò lo sguardo. Un ragazzo dagli occhi color ghiaccio le stava sorridendo furbo mentre le diceva qualcosa di inudibile, solo allora tornò al pianeta terra e decise di smettere di sbavare senza alcun pudore davanti a lui e togliersi le cuffiette. « Come scusa? » « Dicevo bella canzone. Mi piacciono molto gli Imagine Dragons. » Margot sorrise senza sapere come continuare la conversazione ,ma fu salvata dalle porte dell'ascensore e in due passi uscì sospirando di sollievo, ma non notò il ragazzo che l'aveva raggiunta al suo fianco osservandola con sguardo divertito « Fobia degli ascensori? » Margot si strinse nelle spalle non riuscendo a sostenere lo sguardo di quei due occhi glaciali « Già. Sai non è il massimo trovarsi rinchiusi in una scatola che potrebbe schiantarsi fino al piano terra o bloccarsi tra un piano e l'altro. » il ragazzo rise passandosi una mano tra i capelli castano chiari e Margot si ritrovò a sbavare per la seconda volta. « Io sono Kyle, comunque. » lei sorrise spontaneamente « Margot. » « Margot. » ripeté il ragazzo come per imprimere il nome della ragazza in testa ,il pensiero la fece lievemente arrossire « Sbaglio o sei nuova qui? » Margot scosse la testa « Non sbagli. Sono al sesto piano. » Kyle annuì cercando lo sguardo della ragazza che, quando incontrò il suo, le riservò un sorriso inspiegabilmente bello che fece attorcigliare lo stomaco di Margot. « Beh. Io dovrei andare ora.. » lasciò in sospeso la frase non sapendo bene neanche lei come concluderla mentre ,Kyle le sorrise di nuovo « Certo. Ci si vede in giro? » Margot si limitò ad annuire con un cenno del capo sorridendo appena « Guarda che ci conto. Sei la prima ragazza carina che non mi ha riso in faccia per il fatto che mi piacciono gli Imagine Dragons. » disse ridendo e allontanandosi da lei per poi scomparire dietro il portone marrone dell'ingresso del condominio. Margot rimase per un buon minuto ferma nello stesso punto in uno stato confusionale. Non ricordava l'ultima volta che un bel ragazzo avesse flirtato con lei o l'avesse considerata carina. E non le importava molto ,dato che ciò le permetteva di vivere la sua vita tranquillamente senza preoccuparsi di ritrovarsi un giorno di nuovo sola e con il cuore a pezzi. Doveva ammettere che ,però, la sua amica aveva ragione. Trovò improvvisamente interessante vivere a Montréal. Però d'ora in poi si era imposta di fare le scale ,per evitare altri contatti umani indesiderati. Scosse la testa ancora più confusa di prima e si lasciò avvolgere dal tipico freddo canadese mentre vagava per le strade che da li a poco le sarebbero diventate familiari.
   
 
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