Posto di corsa e vado....grazie come sempre dei vostri commenti!!!
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5. Vendetta
Osservavo
le nuvole sdraiata a pancia in su sulla spiaggia. Ripensavo a tutta la
giornata passata: iniziata tanto male, ma finita tanto bene. Pensavo
sul serio che la nomina di “Mostro di Loch Ness” mi
sarebbe rimasta a vita, ma poi è bastato semplicemente
essere me stessa, ovvero la ragazza di Jacob Black. Mi misi a ridere
ripensando all’espressione di Aisha quando mi ha visto sulla
moto con Jake.
-A
cosa pensi?
Mi
voltai: Jacob era in piedi vicino a me, fissava il mare, mangiando una
mela.
Mi
tirai su sedendomi con le ginocchia attaccate al petto.
–Niente di particolare. Di come le cose possano cambiare per
un niente.
-Cioè?
Mi
alzai in piedi, presi la sua mela, la mordicchiai e mi incamminai per
la spiaggia mano nella mano con lui.
-Nel
senso che fino a stamattina ero un pagliaccio- spiegai –Mi
prendevo tutti in giro, mi ridevano in faccia, facevano battute sul mio
soprannome. E vendevano magliette con la mia foto sopra.
Rise.
–Le ho viste prima. Mi sarebbe piaciuto comprarne una.
-JAKE!!!!
-Dai
Nessie scherzavo! Su, continua con le tue riflessioni.
Gli
lanciai un’occhiata, ma poi ripresi. –Quindi, ero
lo zimbello della scuola, e a quanto sembrava avrei dovuto esserlo per
parecchio tempo ancora. E invece…
-E
invece…?
-E
invece ora non lo sono più. E perché?
Perché sono stata semplicemente me stessa! No me stessa
completa, perché altrimenti sarebbero corsi via urlando, ma
quel poco che bastava. È bastato soltanto essere la tua
ragazza. Non ti sembra un controsenso?
-Beh,
effettivamente no. È bastato un secondo per farti inondare
in quel liquido verde, e ne sono bastati due per cancellare
quell’episodio. Sempre se è stato
cancellato…
Lanciai
in acqua il torsolo della mela. –Che vuoi dire?
-Sei
proprio sicura che lo cancelleranno perché sei la mia
ragazza?
-Hai
fatto caso a come ti guardavano tutti?
-Si,
e la cosa mi ha dato un po’ sui nervi- ammise lui.
-E
non ti sei chiesto il perché?
Sfoderò
un sorriso. –Per la mia personalità magnetica?
Alzai
gli occhi al cielo. –Nah! Per il fatto che fai parte della
cricca di Sam. A quanto pare la cerchia dei licantropi è
adorata da tutti, anche se nessuno sa che riguarda i licantropi. Vi
considerano come degli eroi o come dei modelli da seguire. E visto che
io sono la ragazza di uno di loro, sono considerata un mito
anch’io.
-Se
lo dici tu.
Restammo
in silenzio per un po’. L’unico suono erano le onde
del mare. Mi piace il suono del mare. Mi persi in
quei pensieri, quando mi venne in mente una cosa.
-Poi
mi devi spiegare una cosa.
-Cosa?-
chiese Jacob.
-Perché
mai vi considerano degli eroi?
-Lo
sai benissimo che a LaPush nessuno
sa che siamo licantropi (a parte genitori e fidanzate), e sai anche che
noi siamo licantropi per proteggere gli umani dai vampiri. Ma gli
anziani ci chiamano anche per altri problemi, e così a
LaPush siamo diventati popolari.
Annuii,
capendo.
-Certo
ora hai recuperato la tua dignità,- continuò lui
–quindi lascerai perdere la vendetta. Giusto?
-Jacob,
tu mi conosci da quando sono nata, anzi da quando ero ancora nella
pancia di Bella. E secondo te io lascerò perdere?
Sospirò
e alzò gli occhi al cielo. –No. Non lascerai
perdere. Sei testarda come Edward.
Sorrisi.
–Ti ringrazio. Adesso potresti accompagnarmi a casa
cortesemente?
-E
perché? Abbiamo ancora tutto il pomeriggio a disposizione.
-Si
lo so. È che mi sento un po’ debole…
sai com’è anch’io a volte ho dei bisogni
vampireschi da colmare- e mostrai un sorriso che assomigliava di
più a un ghigno.
-Non
dirmi niente. Ho capito- e ci avviammo verso la moto.
-Emmett,
rallenta!- urlai, mentre tentavo di stargli alle costole.
Ogni
volta che andavo a caccia con mio zio, mi toccava correre a
più non posso per mantenere il suo ritmo.
Nonostante
sapesse che la mia velocità era inferiore rispetto a quella
di un normale vampiro, non intendeva mai decelerare. Penso che me lo
faccia apposta.
Sentii
una razza di ruggito mai sentita. Poi la riconobbi come la risata dello
zio. –Hai voluto andare a caccia? Adesso corri!
-Tu
però non ti sei rifiutato di accompagnarmi!
Quando
ero tornata al cottage, ho dovuto scongiurare mio padre per un bel
po’, prima che mi diede il permesso di andare a caccia.
Diceva che poteva essere pericoloso e che non ne avevo bisogno. E io di
tutta risposta avevo detto che erano due settimane che non andavo a
caccia e che quindi avevo bisogno di un po’ di sangue; e per
quanto riguardava il pericolo, poteva sempre accompagnarmi qualcuno, e
sapevo già che quel qualcuno sarebbe stato lo zio Emmett.
In
realtà non avevo granché bisogno di sangue, ma mi
sentivo talmente elettrizzata per il cambiamento d’umori
avvenuto durante la giornata, che dovevo sfogarmi in qualche modo. E
qual è il modo migliore se non una bella battuta di caccia,
con un’ottima bevuta di sangue?
Finalmente,
scorsi mio zio fermo su un albero ad aspettarmi. Mi fermai alla base
dell’albero, per riprendere fiato. Sentii la fragorosa risata
dello zio sopra di me.
-Devi
allenarti un po’ Nessie, se no non ci vengo più a
caccia con te- e piombò giù dall’albero.
-Io
sono abbastanza allenata. Sei tu che ti diverti a fare lo spaccone con
chi è meno forte di te!- e gli feci una linguaccia, che lo
fece sorridere.
Fiutammo
l’aria e corremmo per un po’, finché non
fiutai una traccia. La seguii per un po’, finché
non capii che si trattava di un banale cervo. Lasciai stare.
-Ma
che fai?- commentò mio zio da dietro le mie spalle
–Non avevi sete?
-È
solo uno stupido cervo. Dov’è il divertimento?
-Lo
so perfettamente, ma Edward non ti permette di cacciare animali
più grossi. Ha paura che…
-Si,
lo so. …che mi possa far male visto che sono un vampiro per
metà- me lo diceva ogni volta.
Tirai
un sospiro e mi rimisi a fiatare l’aria. Passò un
po’ di tempo, finché lo zio non ruppe il silenzio.
-Come
va a scuola?
-Non
male…
-Oggi
sotto quale liquido sei finita? Blu o rosso?- sorrise.
Gli
lanciai un’occhiata. –Molto spiritoso! Per tua
informazione oggi mi hanno deriso fino alla morte.
-Beh,
l’avrei fatto anch’io.
-Zio!!!
-Anzi,
a dir la verità ho avuto il mio momento ieri sera. Se non
fosse stato per Jasper….
-ZIO!!!!!!!
-Avanti
Nessie ti prendo un po’ in giro! Quale zio non lo fa con la
propria nipotina?- e mostrò un sorriso a trentadue denti.
Alzai
gli occhi al cielo. Dopo un po’ di secondi, riprese il
discorso.
-Quindi
sei lo zimbello della scuola?- la cosa sembrava divertirlo.
-Beh,
fino a stamattina si. Ma poi è venuto Jake.
-E
ora che c’entra il cagnaccio rognoso?
Gli
lanciai un’occhiataccia, e poi gli toccai la fronte
spiegandogli la situazione. Quando ebbe finito sembrava scontento.
-Adesso
grazie al cane non posso più prenderti in giro!
-Perché?
-Perché
se lo facessi sarei l’unico a farlo. E non è
divertente!
Alzai
gli occhi al cielo e mi sfuggì un sorriso.
Poi
Emmett continuò. –E intendi finirla
così?
Non
capivo. –Che vuoi dire?
-Non
intendi vendicarti?
-Certo
che intendo farlo! Ma mi serve un piano.
In
quel momento passò un alce. Mi lanciai contro la mia preda. Tanto
di più non posso trovarne o cacciarne. Dopo aver
colmato la mia sete, dissi che potevamo anche tornare a casa. Ma Emmett
sembrava pensieroso.
-Che
c’è?- chiesi.
-Credo
di aver trovato un piano per vendicarti….
-Ma
non dovresti dirmi che la vendetta non ripaga?
-E
perché mai?
-Beh,
di solito nelle famiglie normali lo zio responsabile dice alla nipote
degenerata che la vendetta è un sentimento meschino e che
è meglio il perdono.
Mio
zio allargò le braccia. –Ti sembriamo una famiglia
normale?
Ci
pensai su. –Qual era il tuo piano?
Il
giorno dopo a scuola, fu un naturalmente un successo. Niente
più risate, niente più magliette. Anzi, la gente
mi evitava. Sembravano quasi che avessero paura di me. Io lo
consideravo una stana forma di rispetto, e mi piaceva.
Mentre
prendevo i libri dal mio armadietto sentii i passi di Sarah e Alex
dietro di me.
-Ciao
ragazze! Tutto bene?
Erano
elettrizzate ed emozionate. Mi sembrava di essere tornata al primo
giorno di scuola.
-Perché
non ci avevi mai detto di essere la ragazza di Jacob Black?- chiese Alex
-Non
me lo avete chiesto.
-In
ogni caso- continuò Sarah –ora tutti ti guardano
con rispetto. Come se la tua figuraccia dell’altro giorno
fosse solo un brutto ricordo!
Sorrisi.
–Sul serio?
-Certo!
Ho controllato stamattina presto su Internet: i tuoi video, le tue foto
e le tue magliette sono sparite! Non c’è
più niente!
-È
vero!- aggiunse Alex –Ora non sei più
“Nessie, il mostro di Loch Ness”, ma
“Nessie, la ragazza di Jacob Black”!
Grazie
impriting! –Questa è una buona cosa.
-Dovevi
vedere la sfuriata che ha avuto Aisha dopo che te ne sei andata sulla
moto con Jacob!- commentò Sarah rise –Quella si
che era da riprendere!
-Quindi
hai avuto anche la tua vendetta- disse Alex
-Non
esattamente- e le ragazze si voltarono verso di me –La mia
reputazione è salva, ma lei è sempre riuscita ad
imbrogliarmi, e questo non posso lasciarglielo permettere. È
una questione di orgoglio.
Lo
sguardo di Sarah si assottigliò.
–Cos’hai intenzione di fare?
Sorrisi
felice di avere due alleate.
La
preparazione ci tenne occupate per tutte le pause della mattina. Ci
sbrigammo per essere presenti a pranzo. Questo per due motivi: il primo
per non destare sospetti; il secondo per vedere la faccia di Aisha.
Entrai
in mensa, e tutti gli sguardi di voltarono verso di me. Ma nessuno si
azzardò a dire una parola: alcuni mormoravano tra di loro,
altri mi guardavano con ammirazione, altri ancora distolsero del tutto
lo sguardo da me. Sorrisi: la cosa mi piaceva. Tra la folla scorsi
Claire, che mi fece l’occhiolino: questa mattina mi aveva
detto che quando avevano saputo di lei e Quil, la reazione è
stata più o meno la stessa, ma dopo qualche settimana tutto
è tornato normale.
Mentre
io, Alex e Sarah ci sedevamo al nostro tavolo, cercai di mantenere uno
sguardo vacuo. Ma appena seduta, guardai il tavolo di Aisha: erano
tutte sedute composte e mangiavano in silenzio, senza mai staccare lo
sguardo dal piatto. Mi fece sorridere: piuttosto bizzarra come cosa!
Poi una delle ragazze si abbassò per prendere un tovagliolo
caduto, e lo sguardo si posò per un istante su di me. Dopo
averlo spifferato a tutto il tavolo, vidi tutte le teste delle ragazze
voltarsi verso di me, e guardarmi con un’espressione persa,
vuota. Io continuavo a sorridere. Non sanno che fare o che
dire. Poi però si voltò anche Aisha, e
sorprendendomi mi guardò come il primo giorno di scuola, con
odio. Non vuole farsi vedere debole. In questo mi assomiglia.
Da parte mia, continuavo a ridere. Anzi accentuai un po’ la
risata quando vidi lo sguardo di Aisha. Poi tornai al mio pranzo,
sentendo ancora il suo sguardo su di me. Tra poco
vedrai…
Dopo
un po’ Aisha e le ragazze si alzarono e andarono verso il
corridoio. Aspettammo due secondi, e poi ci alzammo anche noi tre. Nel
corridoio, ci nascondemmo dietro un angolo, aspettando che Aisha lasci
il suo armadietto per andare in classe. Si mise a posto i capelli
guardandosi su uno specchio affisso all’interno
dell’armadietto, posò un libro e ne riprese due.
Poi chiuse l’armadietto e si avviò verso
l’aula di scienze. Appena ne fu entrata, io, Alex e Sarah
uscimmo fuori dal nostro nascondiglio. Che il piano abbia
inizio!
La
lezione di scienze passò tranquillamente. Lasciai tutte le
risposte ad Aisha, rendendola sospettosa, ma la lasciai fare lo stesso.
Faceva parte del piano.
Quando
suonò la campanella, Alex si precipitò fuori
dall’aula e io mi avvicinai ad Aisha sfoggiando uno dei miei
sorrisi migliori. Si va in scena!
-Aisha,
carissima come va?
Sia
lei, che Ashley e Terry mi guardarono con un’occhiata
interrogativa. Io continuavo a sorridere. Le stavo facendo
insospettire, ed era questo quello che mi serviva.
Poi
Aisha si ricompose. –Cosa vuoi Nessie?- cercava di essere
spietata, ma non ci riusciva.
-Io?
Niente! È che ho saputo della tua sfuriata di ieri,
all’uscita di scuola… sai volevo sapere come
stavi. Ma qual era la causa? Attacco di nervosismo acuto?
Io
continuavo a sorridere, mentre lei era furiosa. Aprì la
bocca per ribattere, ma la richiuse subito: non sapeva che dire. Prese
la sua borsa e fece per andarsene dall’aula, quando vide la
porta chiusa.
-Ho
capito tutto....- e diede un calcio alla porta, aprendosi e facendo
cadere un secchio d’acqua sul pavimento.
-Pensai
davvero di farmi cadere in testa quel secchio d’acqua? Ma per
favore! Io non sono stupida come te Nessie. Non seguo tutto quello che
mi dice la prima persona che mi fa un bel sorriso!
-Hai
ragione Aisha- dissi –Volevo fartela e non ci sono riuscita.
Peccato!
Mi
rivolse un sorrisetto, e poi se ne andò verso il suo
armadietto, facendo rumore con i suoi tacchi sul pavimento.
Uscii
dall’aula e mi trovai davanti Sarah e Alex compiaciute.
-È
tutto pronto?- chiesi.
-Certamente-
disse Sarah –nei minimi particolari.
Perfetto!
Il trucco del secchio era tutto un diversivo, la vera vendetta doveva
ancora arrivare.
Noi
tre ci avvicinammo verso l’armadietto di Aisha, dove tutte le
ochette stavano spettegolando. L’armadietto era ancora
chiuso. Forza Aisha, apri il tuo armadietto! Aisha
diede i libri in mano a Ashley, e inserì la combinazione nel
lucchetto, aprendolo.
Io,
Sarah e Alex fummo le prime a ridere, seguite subito dagli altri che
passavano per i corridoi. L’unico suono più forte
delle risate erano le urla di Aisha: da dentro il suo armadietto, una
puzzola le aveva spruzzato il suo liquido sulla faccia.
-Ehi
ragazzi!- incalzai io, trovando tutte le teste rivolte verso la mia
direzione –Che ne pensate del nuovo profumo di Aisha? Esotico
non trovate?
Partirono
risate, più forti di prima. Aisha mi fissava furiosa.
–Sei stata tu! SEI STATA TU!
Alzai
le spalle sorridendo.
-Cosa
sta succedendo qui?- era la voce del professor Clift, quello che mi
aveva messa in punizione l’altra volta. Questa
è la ciliegina sulla torta!
-Oh
niente di che, signore- iniziai io con la voce da brava bambina
–è solo che l’animaletto di Aisha ha
fatto un po’ il cattivo. Ma se non sbaglio si non possono
portare animali nella scuola, ho ragione?
-Certamente
signorina Robbinson- disse lui. Poi si rivolse ad Aisha
–Signorina Morrison ci vediamo dopo in punizione- e se ne
andò.
Vennero
due bidelli a togliere la puzzola dall’armadietto, mentre
Aisha e le sue ochette andarono verso le docce. Nel passare nel
corridoio, io e lei ci guardammo dritte negli occhi con odio. Lo
so Aisha che non è finita qui.
All’uscita
di scuola non potevo essere più felice: avevo riottenuto la
mia dignità e avevo avuto la mia vendetta. E Aisha era
diventata lo zimbello della scuola.
-E
poi hai visto la sua faccia quando ha aperto l’armadietto?-
Alex stava ricordando il nostro momento di gloria
–È stato davvero fantastico!
-Non
male- commentai.
-Già,
veramente non male- aggiunse Sarah –Allora, facciamo la
strada insieme?
Stavo
per rispondere quando sentii il rombo di una moto. Ci voltammo e
vedemmo Jacob già sulla moto con il motore acceso che mi
aspettava.
Sorrisi.
–Penso proprio di no!
Alex
e Sarah mi sorrisero e mi salutarono.
Andai
da Jacob e lo salutai con un bacio.
-Allora,-
iniziò lui –com’è andata?
-Giudica
tu!- e gli toccai la fronte facendogli vedere la figura di Aisha.
Jacob
rise. –Complimenti! Ottima vendetta!
Sorrisi.
–Grazie! Prima di andare giù a LaPush potresti
passare a casa Cullen?
-E
perché?
-Devo ringraziare lo zio responsabile della famiglia.