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Autore: civia93    22/11/2008    10 recensioni
Ciao! Questa è la mia prima fanfiction!
Allora, dopo Breaking Dawn sono passati 15 anni, e i nostri eroi continuano a vivere sempre nello stesso posto, evitando di frequentare Forks.
La piccola Nessie è cresciuta ormai, e nonostante si possa tranquillamente definire una donna, preferisce comportarsi da adolescente di 15 anni.
E io qui vi propongo un po' di avventure riguardo proprio la vita di Nessie, che si ritrova a fare i conti con una famiglia di vampiri, un fidanzato licantropo e le classiche cose di un'adolescente di 15 anni.
1° ciclo "Inizio nella nuova scuola": [concluso]
2° ciclo "Vampiro ad Halloween": [concluso]
3° ciclo "Impriting sbagliato": [concluso]
4° ciclo "Christmas time": [concluso]
5° ciclo "Gita in Italia": [concluso]
6° ciclo "Soggiorno dai Volturi": [concluso]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Posto di corsa e vado....grazie come sempre dei vostri commenti!!!

 

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5. Vendetta

Osservavo le nuvole sdraiata a pancia in su sulla spiaggia. Ripensavo a tutta la giornata passata: iniziata tanto male, ma finita tanto bene. Pensavo sul serio che la nomina di “Mostro di Loch Ness” mi sarebbe rimasta a vita, ma poi è bastato semplicemente essere me stessa, ovvero la ragazza di Jacob Black. Mi misi a ridere ripensando all’espressione di Aisha quando mi ha visto sulla moto con Jake.

-A cosa pensi?

Mi voltai: Jacob era in piedi vicino a me, fissava il mare, mangiando una mela.

Mi tirai su sedendomi con le ginocchia attaccate al petto. –Niente di particolare. Di come le cose possano cambiare per un niente.

-Cioè?

Mi alzai in piedi, presi la sua mela, la mordicchiai e mi incamminai per la spiaggia mano nella mano con lui.

-Nel senso che fino a stamattina ero un pagliaccio- spiegai –Mi prendevo tutti in giro, mi ridevano in faccia, facevano battute sul mio soprannome. E vendevano magliette con la mia foto sopra.

Rise. –Le ho viste prima. Mi sarebbe piaciuto comprarne una.

-JAKE!!!!

-Dai Nessie scherzavo! Su, continua con le tue riflessioni.

Gli lanciai un’occhiata, ma poi ripresi. –Quindi, ero lo zimbello della scuola, e a quanto sembrava avrei dovuto esserlo per parecchio tempo ancora. E invece…

-E invece…?

-E invece ora non lo sono più. E perché? Perché sono stata semplicemente me stessa! No me stessa completa, perché altrimenti sarebbero corsi via urlando, ma quel poco che bastava. È bastato soltanto essere la tua ragazza. Non ti sembra un controsenso?

-Beh, effettivamente no. È bastato un secondo per farti inondare in quel liquido verde, e ne sono bastati due per cancellare quell’episodio. Sempre se è stato cancellato…

Lanciai in acqua il torsolo della mela. –Che vuoi dire?

-Sei proprio sicura che lo cancelleranno perché sei la mia ragazza?

-Hai fatto caso a come ti guardavano tutti?

-Si, e la cosa mi ha dato un po’ sui nervi- ammise lui.

-E non ti sei chiesto il perché?

Sfoderò un sorriso. –Per la mia personalità magnetica?

Alzai gli occhi al cielo. –Nah! Per il fatto che fai parte della cricca di Sam. A quanto pare la cerchia dei licantropi è adorata da tutti, anche se nessuno sa che riguarda i licantropi. Vi considerano come degli eroi o come dei modelli da seguire. E visto che io sono la ragazza di uno di loro, sono considerata un mito anch’io.

-Se lo dici tu.

Restammo in silenzio per un po’. L’unico suono erano le onde del mare. Mi piace il suono del mare. Mi persi in quei pensieri, quando mi venne in mente una cosa.

-Poi mi devi spiegare una cosa.

-Cosa?- chiese Jacob.

-Perché mai vi considerano degli eroi?

-Lo sai benissimo che  a LaPush nessuno sa che siamo licantropi (a parte genitori e fidanzate), e sai anche che noi siamo licantropi per proteggere gli umani dai vampiri. Ma gli anziani ci chiamano anche per altri problemi, e così a LaPush siamo diventati popolari.

Annuii, capendo.

-Certo ora hai recuperato la tua dignità,- continuò lui –quindi lascerai perdere la vendetta. Giusto?

-Jacob, tu mi conosci da quando sono nata, anzi da quando ero ancora nella pancia di Bella. E secondo te io lascerò perdere?

Sospirò e alzò gli occhi al cielo. –No. Non lascerai perdere. Sei testarda come Edward.

Sorrisi. –Ti ringrazio. Adesso potresti accompagnarmi a casa cortesemente?

-E perché? Abbiamo ancora tutto il pomeriggio a disposizione.

-Si lo so. È che mi sento un po’ debole… sai com’è anch’io a volte ho dei bisogni vampireschi da colmare- e mostrai un sorriso che assomigliava di più a un ghigno.

-Non dirmi niente. Ho capito- e ci avviammo verso la moto.

 

 

-Emmett, rallenta!- urlai, mentre tentavo di stargli alle costole.

Ogni volta che andavo a caccia con mio zio, mi toccava correre a più non posso per mantenere il suo ritmo.

Nonostante sapesse che la mia velocità era inferiore rispetto a quella di un normale vampiro, non intendeva mai decelerare. Penso che me lo faccia apposta.

Sentii una razza di ruggito mai sentita. Poi la riconobbi come la risata dello zio. –Hai voluto andare a caccia? Adesso corri!

-Tu però non ti sei rifiutato di accompagnarmi!

Quando ero tornata al cottage, ho dovuto scongiurare mio padre per un bel po’, prima che mi diede il permesso di andare a caccia. Diceva che poteva essere pericoloso e che non ne avevo bisogno. E io di tutta risposta avevo detto che erano due settimane che non andavo a caccia e che quindi avevo bisogno di un po’ di sangue; e per quanto riguardava il pericolo, poteva sempre accompagnarmi qualcuno, e sapevo già che quel qualcuno sarebbe stato lo zio Emmett.

In realtà non avevo granché bisogno di sangue, ma mi sentivo talmente elettrizzata per il cambiamento d’umori avvenuto durante la giornata, che dovevo sfogarmi in qualche modo. E qual è il modo migliore se non una bella battuta di caccia, con un’ottima bevuta di sangue?

Finalmente, scorsi mio zio fermo su un albero ad aspettarmi. Mi fermai alla base dell’albero, per riprendere fiato. Sentii la fragorosa risata dello zio sopra di me.

-Devi allenarti un po’ Nessie, se no non ci vengo più a caccia con te- e piombò giù dall’albero.

-Io sono abbastanza allenata. Sei tu che ti diverti a fare lo spaccone con chi è meno forte di te!- e gli feci una linguaccia, che lo fece sorridere.

Fiutammo l’aria e corremmo per un po’, finché non fiutai una traccia. La seguii per un po’, finché non capii che si trattava di un banale cervo. Lasciai stare.

-Ma che fai?- commentò mio zio da dietro le mie spalle –Non avevi sete?

-È solo uno stupido cervo. Dov’è il divertimento?

-Lo so perfettamente, ma Edward non ti permette di cacciare animali più grossi. Ha paura che…

-Si, lo so. …che mi possa far male visto che sono un vampiro per metà- me lo diceva ogni volta.

Tirai un sospiro e mi rimisi a fiatare l’aria. Passò un po’ di tempo, finché lo zio non ruppe il silenzio.

-Come va a scuola?

-Non male…

-Oggi sotto quale liquido sei finita? Blu o rosso?- sorrise.

Gli lanciai un’occhiata. –Molto spiritoso! Per tua informazione oggi mi hanno deriso fino alla morte.

-Beh, l’avrei fatto anch’io.

-Zio!!!

-Anzi, a dir la verità ho avuto il mio momento ieri sera. Se non fosse stato per Jasper….

-ZIO!!!!!!!

-Avanti Nessie ti prendo un po’ in giro! Quale zio non lo fa con la propria nipotina?- e mostrò un sorriso a trentadue denti.

Alzai gli occhi al cielo. Dopo un po’ di secondi, riprese il discorso.

-Quindi sei lo zimbello della scuola?- la cosa sembrava divertirlo.

-Beh, fino a stamattina si. Ma poi è venuto Jake.

-E ora che c’entra il cagnaccio rognoso?

Gli lanciai un’occhiataccia, e poi gli toccai la fronte spiegandogli la situazione. Quando ebbe finito sembrava scontento.

-Adesso grazie al cane non posso più prenderti in giro!

-Perché?

-Perché se lo facessi sarei l’unico a farlo. E non è divertente!

Alzai gli occhi al cielo e mi sfuggì un sorriso.

Poi Emmett continuò. –E intendi finirla così?

Non capivo. –Che vuoi dire?

-Non intendi vendicarti?

-Certo che intendo farlo! Ma mi serve un piano.

In quel momento passò un alce. Mi lanciai contro la mia preda. Tanto di più non posso trovarne o cacciarne. Dopo aver colmato la mia sete, dissi che potevamo anche tornare a casa. Ma Emmett sembrava pensieroso.

-Che c’è?- chiesi.

-Credo di aver trovato un piano per vendicarti….

-Ma non dovresti dirmi che la vendetta non ripaga?

-E perché mai?

-Beh, di solito nelle famiglie normali lo zio responsabile dice alla nipote degenerata che la vendetta è un sentimento meschino e che è meglio il perdono.

Mio zio allargò le braccia. –Ti sembriamo una famiglia normale?

Ci pensai su. –Qual era il tuo piano?

 

 

Il giorno dopo a scuola, fu un naturalmente un successo. Niente più risate, niente più magliette. Anzi, la gente mi evitava. Sembravano quasi che avessero paura di me. Io lo consideravo una stana forma di rispetto, e mi piaceva.

Mentre prendevo i libri dal mio armadietto sentii i passi di Sarah e Alex dietro di me.

-Ciao ragazze! Tutto bene?

Erano elettrizzate ed emozionate. Mi sembrava di essere tornata al primo giorno di scuola.

-Perché non ci avevi mai detto di essere la ragazza di Jacob Black?- chiese Alex

-Non me lo avete chiesto.

-In ogni caso- continuò Sarah –ora tutti ti guardano con rispetto. Come se la tua figuraccia dell’altro giorno fosse solo un brutto ricordo!

Sorrisi. –Sul serio?

-Certo! Ho controllato stamattina presto su Internet: i tuoi video, le tue foto e le tue magliette sono sparite! Non c’è più niente!

-È vero!- aggiunse Alex –Ora non sei più “Nessie, il mostro di Loch Ness”, ma “Nessie, la ragazza di Jacob Black”!

Grazie impriting! –Questa è una buona cosa.

-Dovevi vedere la sfuriata che ha avuto Aisha dopo che te ne sei andata sulla moto con Jacob!- commentò Sarah rise –Quella si che era da riprendere!

-Quindi hai avuto anche la tua vendetta- disse Alex

-Non esattamente- e le ragazze si voltarono verso di me –La mia reputazione è salva, ma lei è sempre riuscita ad imbrogliarmi, e questo non posso lasciarglielo permettere. È una questione di orgoglio.

Lo sguardo di Sarah si assottigliò. –Cos’hai intenzione di fare?

Sorrisi felice di avere due alleate.

La preparazione ci tenne occupate per tutte le pause della mattina. Ci sbrigammo per essere presenti a pranzo. Questo per due motivi: il primo per non destare sospetti; il secondo per vedere la faccia di Aisha.

Entrai in mensa, e tutti gli sguardi di voltarono verso di me. Ma nessuno si azzardò a dire una parola: alcuni mormoravano tra di loro, altri mi guardavano con ammirazione, altri ancora distolsero del tutto lo sguardo da me. Sorrisi: la cosa mi piaceva. Tra la folla scorsi Claire, che mi fece l’occhiolino: questa mattina mi aveva detto che quando avevano saputo di lei e Quil, la reazione è stata più o meno la stessa, ma dopo qualche settimana tutto è tornato normale.

Mentre io, Alex e Sarah ci sedevamo al nostro tavolo, cercai di mantenere uno sguardo vacuo. Ma appena seduta, guardai il tavolo di Aisha: erano tutte sedute composte e mangiavano in silenzio, senza mai staccare lo sguardo dal piatto. Mi fece sorridere: piuttosto bizzarra come cosa! Poi una delle ragazze si abbassò per prendere un tovagliolo caduto, e lo sguardo si posò per un istante su di me. Dopo averlo spifferato a tutto il tavolo, vidi tutte le teste delle ragazze voltarsi verso di me, e guardarmi con un’espressione persa, vuota. Io continuavo a sorridere. Non sanno che fare o che dire. Poi però si voltò anche Aisha, e sorprendendomi mi guardò come il primo giorno di scuola, con odio. Non vuole farsi vedere debole. In questo mi assomiglia. Da parte mia, continuavo a ridere. Anzi accentuai un po’ la risata quando vidi lo sguardo di Aisha. Poi tornai al mio pranzo, sentendo ancora il suo sguardo su di me. Tra poco vedrai…

Dopo un po’ Aisha e le ragazze si alzarono e andarono verso il corridoio. Aspettammo due secondi, e poi ci alzammo anche noi tre. Nel corridoio, ci nascondemmo dietro un angolo, aspettando che Aisha lasci il suo armadietto per andare in classe. Si mise a posto i capelli guardandosi su uno specchio affisso all’interno dell’armadietto, posò un libro e ne riprese due. Poi chiuse l’armadietto e si avviò verso l’aula di scienze. Appena ne fu entrata, io, Alex e Sarah uscimmo fuori dal nostro nascondiglio. Che il piano abbia inizio!

 

La lezione di scienze passò tranquillamente. Lasciai tutte le risposte ad Aisha, rendendola sospettosa, ma la lasciai fare lo stesso. Faceva parte del piano.

Quando suonò la campanella, Alex si precipitò fuori dall’aula e io mi avvicinai ad Aisha sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori. Si va in scena!

-Aisha, carissima come va?

Sia lei, che Ashley e Terry mi guardarono con un’occhiata interrogativa. Io continuavo a sorridere. Le stavo facendo insospettire, ed era questo quello che mi serviva.

Poi Aisha si ricompose. –Cosa vuoi Nessie?- cercava di essere spietata, ma non ci riusciva.

-Io? Niente! È che ho saputo della tua sfuriata di ieri, all’uscita di scuola… sai volevo sapere come stavi. Ma qual era la causa? Attacco di nervosismo acuto?

Io continuavo a sorridere, mentre lei era furiosa. Aprì la bocca per ribattere, ma la richiuse subito: non sapeva che dire. Prese la sua borsa e fece per andarsene dall’aula, quando vide la porta chiusa.

-Ho capito tutto....- e diede un calcio alla porta, aprendosi e facendo cadere un secchio d’acqua sul pavimento.

-Pensai davvero di farmi cadere in testa quel secchio d’acqua? Ma per favore! Io non sono stupida come te Nessie. Non seguo tutto quello che mi dice la prima persona che mi fa un bel sorriso!

-Hai ragione Aisha- dissi –Volevo fartela e non ci sono riuscita. Peccato!

Mi rivolse un sorrisetto, e poi se ne andò verso il suo armadietto, facendo rumore con i suoi tacchi sul pavimento.

Uscii dall’aula e mi trovai davanti Sarah e Alex compiaciute.

-È tutto pronto?- chiesi.

-Certamente- disse Sarah –nei minimi particolari.

Perfetto! Il trucco del secchio era tutto un diversivo, la vera vendetta doveva ancora arrivare.

Noi tre ci avvicinammo verso l’armadietto di Aisha, dove tutte le ochette stavano spettegolando. L’armadietto era ancora chiuso. Forza Aisha, apri il tuo armadietto! Aisha diede i libri in mano a Ashley, e inserì la combinazione nel lucchetto, aprendolo.

Io, Sarah e Alex fummo le prime a ridere, seguite subito dagli altri che passavano per i corridoi. L’unico suono più forte delle risate erano le urla di Aisha: da dentro il suo armadietto, una puzzola le aveva spruzzato il suo liquido sulla faccia.

-Ehi ragazzi!- incalzai io, trovando tutte le teste rivolte verso la mia direzione –Che ne pensate del nuovo profumo di Aisha? Esotico non trovate?

Partirono risate, più forti di prima. Aisha mi fissava furiosa. –Sei stata tu! SEI STATA TU!

Alzai le spalle sorridendo.

-Cosa sta succedendo qui?- era la voce del professor Clift, quello che mi aveva messa in punizione l’altra volta. Questa è la ciliegina sulla torta!

-Oh niente di che, signore- iniziai io con la voce da brava bambina –è solo che l’animaletto di Aisha ha fatto un po’ il cattivo. Ma se non sbaglio si non possono portare animali nella scuola, ho ragione?

-Certamente signorina Robbinson- disse lui. Poi si rivolse ad Aisha –Signorina Morrison ci vediamo dopo in punizione- e se ne andò.

Vennero due bidelli a togliere la puzzola dall’armadietto, mentre Aisha e le sue ochette andarono verso le docce. Nel passare nel corridoio, io e lei ci guardammo dritte negli occhi con odio. Lo so Aisha che non è finita qui.

 

All’uscita di scuola non potevo essere più felice: avevo riottenuto la mia dignità e avevo avuto la mia vendetta. E Aisha era diventata lo zimbello della scuola.

-E poi hai visto la sua faccia quando ha aperto l’armadietto?- Alex stava ricordando il nostro momento di gloria –È stato davvero fantastico!

-Non male- commentai.

-Già, veramente non male- aggiunse Sarah –Allora, facciamo la strada insieme?

Stavo per rispondere quando sentii il rombo di una moto. Ci voltammo e vedemmo Jacob già sulla moto con il motore acceso che mi aspettava.

Sorrisi. –Penso proprio di no!

Alex e Sarah mi sorrisero e mi salutarono.

Andai da Jacob e lo salutai con un bacio.

-Allora,- iniziò lui –com’è andata?

-Giudica tu!- e gli toccai la fronte facendogli vedere la figura di Aisha.

Jacob rise. –Complimenti! Ottima vendetta!

Sorrisi. –Grazie! Prima di andare giù a LaPush potresti passare a casa Cullen?

-E perché?

-Devo ringraziare lo zio responsabile della famiglia.

 

 

   
 
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