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Autore: ninety nine    19/01/2015    16 recensioni
Gale e Katniss. Cosa provano l'uno per l'altra e l'una per l'altro? Amore o amicizia? Come si evolve il loro rapporto dal giorno in cui si sono incontrati nei boschi fino al fatidico epilogo?
In questa storia ho provato a dare risposta a queste domande, raccontando di vari momenti, secondo me importanti per scrivere di questi due!
Dal testo:
Mi chiamo Gale Hawthorne.
Ho diciassette anni
e sono innamorato della mia migliore amica.
(...) Al sentire nominare Peeta, il mio cuore perde un battito.
-Tu non ci crederai, piccola peste, ma è proprio questo il problema...- sussurro, anche se troppo piano perchè mia sorella possa sentirmi.
-Il problema è proprio questo.-
(...) Mi chiamo Katniss Everdeen.
Ho diciotto anni
e vedo il fuoco bruciare nel
mio migliore amico
(...) Fuoco che brucia più vivo che mai. Quel fuoco che Plutarch e gli altri vorrebbero vedere in me, io lo vedo in lui.
[Terza classificata al contest ''Friendzone, il concorso degli sventurati migliori amici'' sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Posy Hawthorne, Primrose Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Gale Hawthorne.
Ho diciassette anni
e sono innamorato della mia migliore amica.

 

Fa freddo d'autunno, al Forno. Le vecchie finestre situate sui lati dell'edificio lasciano entrare spifferi pungenti nello stanzone, riscaldato soltanto dal fiato delle persone che si trovano al suo interno.
Mi chino su uno dei banconi fingendo di esaminare la merce, mentre con la coda dell'occhio osservo Katniss che scherza con Darius.
Vedo il giovane pacificatore giocare con la treccia della mia migliore amica come sono solito fare io e sento una fitta di gelosia che mi attanaglia le viscere.
Darius blatera qualcosa a proposito di baci e io stringo d'impulso l'oggetto che ho in mano, provando all'improvviso un'incredibile voglia di strangolare il pacificatore con le mie stesse mani.
Katniss è mia. Io sono suo e nessuno può permettersi di discutere di baci con lei. Dovrei parlargliene io, dovrei dirle ciò che provo. Dirle che sono irrimediabilmente innamorato di lei.
Mi volto dall'altra parte per non vedere la scena e apro il pugno per osservare cosa stringo in mano. E' un cerchio in metallo di scarso valore, ma distinguo l'uccello che vi è fissato all'interno: una ghiandaia imitatrice. Riconosco la spilla come la copia di un qualche monile che ho visto indosso alla moglie del sindaco, in una cerimonia. Sono tentato dall'idea di infilarmela in tasca per regalarla a Katniss nel momento in cui troverò il coraggio di dichiararmi, ma decido di non farlo. Primo, perché non ho mai rubato e non ho intenzione di iniziare, secondo perché se mai regalerò una cosa simile a Katniss, dovrà essere quella originale. D'oro, come lei.

 

Mi chiamo Katniss Everdeen.
Ho quindici anni
e un migliore amico che sembra già un uomo

 

Osservo le cicatrici che ho sulle mani, il risultato di anni di caccia, ingrandite dall'acqua del lago in cui sono immerse e le sfioro ad una ad una, pensando agli episodi a cui sono legate.
La giornata è calda per essere maggio e io e Gale abbiamo deciso di spingerci fino a qui per vedere di racimolare qualche pesce per questa sera.
Sento il rumore di un tuffo leggero e l'acqua muoversi sopra la mia mano. Sollevo gli occhi e vedo che il mio migliore amico è entrato in acqua, silenzioso come sempre, e ha iniziato una lenta nuotata a rana. Noto i muscoli delle braccia lavorare sotto la pelle e mi rendo conto di quanto sia tonico e asciutto il suo corpo. E' alto Gale, con un fisico snello che molti diciassettenni vorrebbero. Ha già le forme di un uomo e si capisce che il prossimo anno non avrebbe problemi a scendere in miniera, cosa che tra l'altro molto probabilmente farà. Lo deve fare per sfamare la sua famiglia, anche se là sotto si sentirà morire, lui che si sente vivo solo nei boschi. Ma darebbe la vita per quei tre bambini, esattamente come farei io per Prim. Forse è per questo che ci capiamo al volo. Siamo come due gocce d'acqua di questo lago: non identiche, ma molto simili, sia a livello caratteriale che fisico. Molti ci scambiano per cugini, mentre chi sa che non è così ci considera praticamente sposati. Personalmente, trovo la cosa piuttosto affrettata, nonché piuttosto stupida. Molto ragazze darebbero oro per trovarsi nella mia stessa situazione, ma io faccio fatica a vedere Gale in un ruolo diverso da quello di compagno di caccia. Dopotutto, è questo che siamo, io e lui. Due ragazzi come tanti altri che hanno avuto la fortuna di incontrarsi e di diventare amici, di poter contare l'uno sull'altra. Nulla di più.

 

Mi chiamo Gale Hawthorne.
Ho diciotto anni
Sono rimasto a guardare mentre la ragazza che amo
si offriva per finire al macello.

 

La osservo, ora, chiusa nella grotta con Peeta. Penso di non essere mai stato così a lungo seduto sul vecchio materasso di casa mia, quello posizionato davanti alla piccola televisione che trasmette ventiquattro ore su ventiquattro filmati degli Hunger Games. La maggior parte delle persone li guardano soltanto nei momenti obbligatori, ma io no. Io li guardo più a lungo che posso, escludendo il tempo che passo a caccia. Ogni istante i miei occhi si fissano su quello schermo alla ricerca della ragazza dagli occhi grigi di cui mi sono innamorato. La sento lontana, sempre più lontana da me e so che un po' la colpa è anche mia. Avrei potuto offrirmi volontario e andare con lei in quell'arena, ma non mi avrebbe mai perdonato. Chi avrebbe aiutato sua madre e Prim, altrimenti?
Sento qualcuno che mi tira una manica, mi volto e mi ritrovo a fissare i viso serio e pensieroso di Posy.

-Ehi, piccola peste! Questo non è esattamente un programma adatto alle principesse, sai?-

Probabilmente, la mia voce non suona scherzosa come vorrei, ma ringrazio mentalmente mia sorella per avermi distratto e per avermi ricordato che devo resistere.
Che Katniss è forte e ce la può fare. Lei può vincere.

-Ma io non stavo guardando la TV, sto guardando te! Come mai sei così triste?-

-Vedi Posy...è per via di Katniss. -

Prendo una delle trecce sottili in cui sono legati i capelli di Posy e me la faccio girare tra le dita.

- Ho paura di non poterla rivedere più e di non essere stato sincero con lei. Le ho detto una bugia.-

Ed è vero, perché tacendole i miei sentimenti è come se le avessi mentito.

- Chi non te la farà rivedere più? -

Sospiro. Come si può spiegare un concetto come la morte a una bambina di quattro anni?

- Una signora tutta vestita di nero, Posy. Una di quelle a cui non puoi dire di no, se ti impone di seguirla.-

Posy mi guarda, perplessa.

-Ma la signora che l'ha portata via era vestita di tanti colori, Gale, non ci hai fatto caso? Katniss non la incontrerà questa signora nera, lei è più forte. Proprio come te! E poi la sta aiutando quel ragazzo, quello vestito di fiamme, come lei.-

Al sentire nominare Peeta, il mio cuore perde un battito.

-Tu non ci crederai, piccola peste, ma è proprio questo il problema...- sussurro, anche se troppo piano perchè mia sorella possa sentirmi.

-Il problema è proprio questo.-

 

Mi chiamo Katniss Everdeen.
Ho sedici anni
Sono nell'arena e sento la mancanza
del mio compagno di caccia più che mai.

 

Stringo la mano intorno all'arco e alzo gli occhi al cielo, per l'ennesima volta in questa giornata.
Maledetta la mia idea di portare anche Peeta a caccia con me. Già in questa arena è difficile trovare cibo, ci manca solo questo ragazzo che si muove nei boschi più meno allo stesso modo in cui io mi muoverei nei ricchi negozio di Capitol City. Ovvero in modo impacciato e rumoroso.
Lancio al mio compagno di distretto un'occhiata e lo vedo piuttosto a disagio. Non è un brutto ragazzo, con quelle braccia forti che anni e anni in panetteria gli hanno dato e con i suoi modi dolci e generosi. Devo ancora mettere ordine tra le mie emozioni, ma credo che, al di fuori di questo posto e al di fuori della messa in scena degli innamorati sventurati, potrei veramente provare qualcosa per lui.
Però qui, in questo momento, vorrei soltanto avere Gale con me. Mi sento sola come non mai, con un disperato bisogno di qualcuno che mi capisca come solo lui, in quanto mio migliore amico e compagno di caccia, riesce a fare, di qualcuno che capisca cosa provo veramente sotto la maschera che mi sono costruita intorno su modello di ciò che vuole Capitol City.

-Peeta?-

-Cosa c'è?-

-Devi muoverti più silenziosamente. A parte mettere sull'avviso Cato, stai mettendo in allarme tutti i conigli nel raggio di quindici chilometri.-

Cosa che, per inciso, Gale non avrebbe mai fatto. Ma Gale non è il ragazzo del pane e soprattutto non è qui. Sento la nostalgia che mi attanaglia le viscere e lo immagino seduto di fronte alla televisione di casa sua mentre mi guarda. Cosa sta provando l'unico amico che abbia mai avuto?
Un sussurro esce dalle mie labbra prima che possa fermarlo.

-Mi manchi, Hawthorne.-

 

Mi chiamo Gale Hawthorne.
Ho diciannove anni
e mi sono dichiarato alla ragazza che amo.
Lei mi ha risposto ''Lo so''.

 

Le mie dita tendono la corda dell'arco con facilità e io prendo la mira, puntando ad un tacchino, il secondo di questa giornata nei boschi.
All'improvviso però con la coda dell'occhio vedo una macchia bianca sul masso dove ero solito a sedermi quando aspettavo Katniss, quasi al centro dello sperone roccioso che un tempo era il nostro ritrovo. Sono quasi sicuro che tre ore fa, quando sono passato di qui, quella macchia non c'era.
Dimentico il tacchino e vado rapidamente verso il sasso. Quando sono abbastanza vicino, distinguo la bisaccia di Katniss e un paio di guanti, insieme a tre rami che indicano una direzione: il lago.
I miei piedi mi portano rapidamente a destinazione attraverso i boschi freddi. Faccio due respiri profondi e osservo lo sbuffo di fiato che esce dalle mie labbra.
Katniss. La mia Catnip. Fino a questa mattina ero arrabbiato con lei più che mai, ora voglio solo rivederla e chiarire ogni cosa. Eppure, so che nei miei occhi non si legge gioia, ma soltanto dolore e tradimento.
Mi avvicino alla soglia della vecchia casa che le piace tanto e mi fermo sulla soglia, stringendo la tracolla della bisaccia e osservando la ragazza di fuoco, seduta a gambe incrociate accanto al focolare.
Sembra incredibilmente normale, sembra uguale alla ragazza con cui ho condiviso tanti pomeriggi e di cui mi sono innamorato. Un filo di speranza si accende dentro di me. Forse, oggi potrei riuscire a dirle quelle due parole che indugiano dentro di me da quando ho diciassette anni.
Katniss si volta, i suoi occhi grigi incontrano i miei e vi si fissano.

-Scappiamo.- mi dice.

La sua voce mi rimbalza nella mente e impiego qualche secondo a capire cosa intende. Quando lo faccio, sul mio viso si apre un sorriso. Mi avvicino a lei e la sollevo da terra, improvvisando qualche giravolta. Per la prima volta dal giorno della mietitura, mi viene da ridere.
La riappoggio dolcemente a terra, ma lascio le mie braccia intorno a lei. Forse qualcosa può davvero cambiare, forse la relazione con Peeta era davvero solo una recita.

-D'accordo, scappiamo- sussurro.

-Davvero? Non pensi che io sia pazza? Verrai con me?-

Le parole mi escono spontanee dalla bocca.

-Io sono certo che tu sia pazza e verrò con te comunque.-

-Sei sicuro?- mi chiede, incredula. Probabilmente, ha pensato che mi sarei voltato e sarei tornato al distretto senza nemmeno prendere in considerazione la sua idea, ma mi aggrappo a quella flebile speranza che si è riaccesa dentro di me.

-Sono sicuro. Al cento per cento.- Ora o mai più. Respiro a appoggio la mia fronte alla sua.

-Ti amo.-

Ecco, l'ho detto. Dopo quasi tre anni, gliel'ho detto. Sento il suo corpo irrigidirsi e lei che apre la bocca per rispondere.

-Lo so- dice.

Quelle due parole mi colpiscono come una pugnalata. Mi volto per non farle vedere l'espressione di delusione che si dipinge sul mio viso.

-Gale...lo so, ma non riesco a pensare a nessuno in quel modo, ora...-

Non la lascio nemmeno finire di parlare, mi volto e inizio a correre verso la recinzione.
Un illuso, ecco quello che sono.

 

Mi chiamo Katniss Everdeen
Ho diciassette anni.
Ho visto una foto del mio migliore amico
dentro ad un medaglione.

 

Peeta afferra il medaglione regalatogli da Effie e fa scorrere il dito sul suo bordo, sollevando una levetta che non avevo notato.
A dire la verità, ho sempre pensato al medaglione come un semplice gioiello che a Capitol City avrebbero preso come un simbolo del nostro gioco di squadra, nulla di più.
Il medaglione si apre con uno scatto secco, mostrando due foto.
Sulla prima, mia madre e Prim, sorridenti. Mi fisso sui loro visi, provando un improvviso desiderio di rivederle e di abbracciarle. Ma non è questa foto che mi scuote le viscere, è la seconda.
I miei occhi percorrono il viso di Gale, si fissano sui suoi occhi grigio tempesta e sul ciuffo ribelle che gli cade sugli occhi, su quel sorriso sghembo così raro ma così bello.

-Gale- sussurro.

-La tua famiglia ha bisogno di te, Katniss. Non c'è nessuno che abbia davvero bisogno di me, invece.- mi dice, prendendo una mia mano tra le sue.

Dicendomi ciò, Peeta mi lascia intendere che vuole che Gale sia davvero la mia famiglia. Vuole che abbia una famiglia con il mio migliore amico e non con lui..
Il mio dito va a sfiorare la fotografia, ma non capisco fino in fondo ciò che provo. I miei sentimenti per Gale sono sempre stati piuttosto confusi, ma quando ero vicina a lui non ho mai sentito le farfalle nello stomaco. Lo conosco troppo bene, siamo troppo simili. Prevediamo quasi sempre le nostre mosse prima ancora che l'altro abbia finito di pensarle. Invece, ho sempre la sensazione che Peeta mi possa stupire da un momento all'altro e quando l'ho vicino le farfalle nello stomaco si fanno sentire più vive che mai.
Penso alle urla del mio migliore amico che ho sentito dalle bocche delle ghiandaie chiacchierone, all'angoscia che ho provato. Penso alla paura che ho provato quando l'ho visto accasciato sulle ginocchia, legato al palo delle fustigazione privo di sensi.
Certo, questi sentimenti sono paragonabili a quelli che ho provato nel vedere Peeta sbattere contro il campo di forza e morire, ma di una sorta completamente diversa.
Stacco lentamente il mio indice dal ritratto di Gale incrocio i miei occhi con quelli azzurro cielo di Peeta.

-Io ho bisogno di te.-

 

Mi chiamo Gale Hawthorne.
Ho vent'anni.
Una delle bombe che ho creato ha ucciso Prim
e ora ho perso per sempre la ragazza che amo.

 

Non so cosa abbia pensato esattamente quando ho visto le bombe esplodere la prima volta. Di sicuro, non avrei mai immaginato che quelle bombe fossero quelle inventate da me, che Capitol City aveva avuto in qualche modo. Non avrei mai immaginato nemmeno che avrebbero minato così in profondità il mio rapporto con Katniss. Lei, che dopo quel giorno non è più riuscita a vedermi allo stesso modo.
La odio perché la amo, la odio perché lei mi odia e io non so se ha ragione oppure no.
Mi odio per quelle bombe, che ho creato, ma che non sono stato io a sganciare. Katniss ne è consapevole, ma so che non riuscirà mai più a vedermi nemmeno come il suo più vecchio amico. Ormai, per lei, sono un assassino. Sono la persona che ha messo fine all'innocenza di Prim, per sempre.
Nel momento in cui la seconda tornata di bombe è esplosa macchiando le camicie bianche dei medici, il suo cuore ha scelto Peeta. Anche se molto probabilmente lo aveva già scelto prima.
Ogni volta che ripenso a quel momento, sento l'amaro in bocca. Amarezza che ha il sapore della polvere di carbone del Giacimento, per tutti i pomeriggi in cui avrei potuto dichiararmi senza avere mai il coraggio di farlo, che ha il sapore dei boschi di casa e del periodo felice che vi abbiamo passato e che ormai sarà difficile che ritorni, che ha il sapore delle sue labbra quando l'ho baciata, che ha il sapore delle rape del Distretto Tredici e della polvere di Capitol City durante i combattimenti, che ha il sapore dello sciroppo che la stessa Prim mi ha dato per cercare di acquietare il dolore, il pomeriggio in cui mi hanno frustato.
Cosa avrei fatto, se i nostri ruoli fossero stati invertiti? Se fossi rimasto a guardare Rory esplodere, colpito da un cecchino che aveva rubato una freccia a Katniss?
L'angoscia mi stringe il cuore.

-Riposa in pace, Primrose.- mormoro.

Non me la sento di chiamarla con il soprannome che tanto piaceva a Katniss, non ne sono degno.
Amarezza, rimorso e nostalgia.
Seduto a gambe incrociate sulla sporgenza che un tempo era il nostro ritrovo, nei boschi di casa, queste emozioni mi assalgono.
Prendo una mora tra le dita e sussurro al vento.

-Perdonami, Catnip. Ti amo.-

Nessuno risponde e io lancio la mora in aria, nonostante ci sia solo il vuoto pronto a prenderla.

 

Mi chiamo Katniss Everdeen.
Ho diciassette anni 

e vedo il fuoco bruciare nel
mio migliore amico

 

Gale corre davanti a me, nelle strade di Capitol City. Il suo passo è deciso, la mano stretta sulla cinghia del fucile. Vorrei incontrare i suoi occhi, vorrei capire fino in fondo quello che prova come riuscivo a fare una volta. Ma so che se incontrassi i suoi occhi grigi, non vi scorgerei altro che fuoco.
Fuoco che brucia più vivo che mai. Quel fuoco che Plutarch e gli altri vorrebbero vedere in me, io lo vedo in lui.
Il mio migliore amico arde di rabbia che gli deriva da anni di stenti e sofferenza, che da una parte lo hanno reso più forte e dall'altra hanno alimentato il suo personale braciere.
Una volta, nei boschi, mi ha detto che ad un certo puntodevi smettere di correre e voltarti e affrontare chi ti vuole morto. Il difficile è trovare il coraggio per farlo. Bè, per Gale non è difficile. Lui è un ribelle nato. La ribellione gli ha dato la forza di andare avanti quando la maggior parte delle persone sarebbero crollate. Lo ammiro, vorrei avere anche io la sua capacità di combattere per un ideale. Libertà. Gale vuole la libertà che non ha mai avuto. Né nei boschi, né nel Dodici o nel Tredici, né qui a Capitol City. La vuole per lui, per la sua famiglia, per me, per tutti. Anche per Peeta. Vuole che io scelga tra il giovane dei boschi e il ragazzo del pane con la libertà che ci è sempre stata negata. Vorrei riuscire a farlo in virtù degli anni passati, ma più ci penso, più vedo il presente. Più vedo quel fuoco, più capisco che io e lui siamo troppo simili per stare insieme uniti da un legame diverso dall'amicizia. Due scintille, così simili ma così pericolose. Due particelle esplosive destinate a stare vicine, ma senza mai toccarsi. Amiche, ma non innamorate. Perché se ci innamorassimo, esploderemmo come una granata, distruggendo tutto ciò che ci circonda.

 

 

NDA: Buongiorno! Ho scritto questa storia (l'ennesima storia, direte voi!) per il concorso ''Friendzone, il contest degli sventurati migliori amici'' sul forum di EFP...quale coppia se non la mia adorata KatnissxGale? La storia si sviluppa in otto parti, alternativamente con il POV di Gale e Katniss, che sono ambientate prima di HG, durante HG, durante CF e durante MJ. Ho provato a esaminare in questo modo i rapporti tra Katniss e Gale e la differenza fra i loro sentimenti...spero sia riuscito qualcosa! Le intro a queste ''parti'' riprendono (o meglio, volevano riprendere) il modo in cui Katniss mette ordine nella sua mente in MJ! Come avrete notato, ho accorciato di molto i dialoghi nelle scene di CF, per lasciare più spazio alle emozioni ( e, lo ammetto, per rimanere nelle cinque pagine!) :)

Ciao a tutti quelli che sono arrivati fino a qui...una recensione sarebbe ben accetta per capire se la storia è riuscita almeno un po'....a presto! K_J

 

  
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