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Autore: Sisya    24/11/2008    15 recensioni
Liberamente ispirata al film Forse un angelo, la mia primissima long fiction su Sakura e Sasuke. Una storia un po’ particolare, abbastanza fuori dagli schemi, ma darò il massimo, lo prometto *O*
Sasuke Uchiha è il ricchissimo erede di un impero finanziario. Sakura Haruno è una ragazza spigliata ma in grosse difficoltà economiche.
Sasuke Uchiha è un dongiovanni incallito con la fama di scapolo del secolo, un irraggiungibile bastardo. Sakura Haruno ha un piccolo angelo di cinque anni di cui deve prendersi cura.
Sasuke Uchiha ha un grosso affare da concludere, e urgente bisogno di una moglie. Sakura Haruno si vedrà fatta una proposta impossibile da rifiutare.
Soltanto tre settimane, poi tutto quanto tornerà come prima … ma se il destino (o l’amore) come al solito decidesse di mettersi in mezzo?
Quante cose possono cambiare, in tre settimane di inaspettata convivenza? *O*
Coppia principale: SasuSaku. Questa non cambia per niente al mondo, mi spiace XD Comunque anche tutte le altre sono abbastanza definite. Saranno: InoShika. NaruHina. Un piccolo accenno di NejiTen.
Recensite in tanti, mi raccomando! *O* Un grosso bacio a tutti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun contesto
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13. Mondi diversi e baci sul naso: mai più solo?


Sasuke si appoggiò con un gomito al finestrino, sbuffando nel lanciare l’ennesima occhiata sommaria e annoiata al vecchio edificio scolastico, al cui ingresso, come ogni mattina, si era radunata una piccola fiumana di gente. Non fece alcuna fatica a individuare subito Sakura e Chiyo, in mezzo alla folla. Madre e figlia spiccavano nel grigiore mattutino come due puntini colorati e sgargianti, appariscenti anche più del solito se comparate alla discreta sobrietà degli altri abiti. Sakura era accucciata sui talloni di fronte alla bambina, la lunga treccia rosa e scarmigliata che le ricadeva scomposta su una spalla; le due stavano parlottando fitto fitto, i nasi vicini e le guance accese dal freddo. Sasuke distolse in fretta lo sguardo, leggermente accigliato.
Alle volte sembravano davvero vivere in un mondo tutto loro. Un mondo, però, di cui lui non avrebbe mai potuto far parte.
Non che poi lo volesse, beninteso! Era solo che … che … Sospirò, premendosi due dita sulle tempie e scacciando quella sgradevole sensazione.
Qualche minuto dopo, Sakura si lasciò cadere sul sedile di fianco, richiudendo la portiera con uno scatto secco e portandosi la cannuccia del milkshake alle labbra. Si voltò a guardarlo, inarcando un sopracciglio. - Beh? - domandò, sbattendo le palpebre - Perché mi fissi? Che cosa c’è? -
- Nh - fece Sasuke, mettendo in moto - C’è che a volte mi chiedo chi tra le due sia la bambina -
- Ma dai? - rispose lei con una risata, giocherellando distrattamente con la cannuccia - Pensa un po’, io invece non me lo chiedo mai chi sia il musone antipatico della situazione. Tanto conosco già la risposta - Sasuke fece una smorfia di disappunto, ma non replicò. Sakura si volse di nuovo a fissarlo, stupita.
- Beh? Come, non dici niente? Guarda che c’è scritto così sul copione, eh - esclamò, ridendo di nuovo - Tu insulti me, io insulto te, tu mi dai della noiosa, e io ti mollo un pugno in testa. Lineare, no Sas…? - le si spense il sorriso sulle labbra, quando notò l’espressione di lui - Ehi. Ehi, che ti prende? Stavo solo scherzando … non te la sarai mica presa? -
- No - ribatté lui aspramente, tagliando corto, la fronte aggrottata.
Sakura lo fissò di rimando, battendo le palpebre - Sasuke? -
- Dannazione Haruno, ti riesce tanto difficile chiudere quella bocca per due secondi, eh?! -
La ragazza ammutolì, rimettendosi composta sul sedile con lo sguardo fisso davanti a sé.
Continuò a giocherellare nervosamente con la cannuccia durante tutto il tragitto, ma stavolta con le mani che si agitavano irrequiete e il mento infossato nella sciarpa per nascondere il tremolio delle labbra. Scoppiare in lacrime davanti a lui sarebbe stato decisamente patetico, ma sentiva gli occhi gonfiarsi e non poteva farci nulla. Sasuke le lanciò un’occhiata di sottecchi, aggrottando appena le sopracciglia.
- Sappi solo che … non vedo l’ora che finisca tutto quanto - mormorò lei, abbassando le palpebre.
Il piede destro di lui scattò sul freno, e la macchina inchiodò bruscamente.
- Scendi qui -
- Che cosa …? - esclamò Sakura, lanciando un’occhiata spaesata fuori dal finestrino.
- Scendi dalla macchina, Haruno - replicò lui atono, senza guardarla, i pugni serrati sul volante.
- Eh?! E io come faccio a tornare a casa? Vuoi … vuoi mollarmi qui come una scema? -
- Prendi l’autobus. Vai a piedi. Fai come ti pare, non è un problema mio -
- Ma si può sapere che ti è preso, eh? - esclamò lei, voltandosi a fronteggiarlo con gli occhi ancora un po’ lucidi.
- Scendi. Dalla. Macchina. Ora. Cosa non ti è chiaro di questo concetto? -
Sakura serrò i pugni lungo i fianchi, aprendo poi la portiera con uno strattone e sgusciando fuori.
- D’accordo! - gridò appoggiandosi con le mani al finestrino aperto - Benissimo! Sai che cosa ti dico? Vattene al diavolo, tu e le tue paranoie! Vattene. Al. Diavolo! Non ti reggo più -


Sakura rimase sul ciglio del marciapiede ad osservare la porsche che si allontanava sgommando.
Attese perfino qualche minuto, quasi aspettandosi di vederlo ricomparire da un momento all’altro che tornava a prenderla.
Ma lui non tornò, non tornò affatto. Sakura inspirò profondamente, contando fino a dieci. Non conosceva neppure quel quartiere, come se non bastasse! Si sarebbe messa a battere i piedi per terra per la stizza. Questo … questo era davvero troppo! E lei, lei era arcistufa di avere a che fare con uno … con uno così. - Pretendo il divorzio - borbottò, stringendosi nel giubbotto e incamminandosi lungo il marciapiede.


- Che diavolo …? -
Ino socchiuse appena gli occhi, sbattendo le palpebre intontita.
- Oh. Ben svegliata, peso piuma - borbottò di rimando Shikamaru, sbadigliando.
- Oh, buongior … eh? Che cosa?! - scattò Ino, tirandosi su e dandogli una gomitata nella foga.
Shikamaru gemette, dolorante, portandosi entrambe le braccia alla pancia.
- E stai un po’ attenta! Sono già tutto rotto! Hai proprio deciso di farmi a pezzi allo…? -
Il ragazzo si zittì, sentendosi improvvisamente a disagio.
Ino lo stava fissando con un’espressione indecifrabile, seduta sulle ginocchia e tutta scarmigliata, il trucco sbavato intorno alle palpebre gonfie.
- Che … che ti prende? Guarda che stavo solo scherzando … non intendevo mica … - balbettò nervosamente, sapendo bene quanto l’amica fosse suscettibile ai commenti riguardo alla sua linea. Era stata capace di tenergli il muso per un intero pomeriggio quando una volta, soprappensiero, le aveva fatto notare che comprare le caldarroste non era proprio il massimo per una che doveva perdere qualche chilo. Ovviamente, neanche un secondo dopo, un’offesissima Yamanaka gli aveva svuotato l’intero cartoccio sulla testa, sotto lo sguardo esterrefatto del proprietario del carretto. Da allora, era sempre stato molto, molto cauto su quel genere di commenti.
- Cosa … cosa ci fai tu qui?! -
Shikamaru la fissò, senza capire. Eh?
- Ino, ma accidenti ti prende? Quale … qual è il problema? -
- Noi … noi abbiamo … Shikamaru, dimmi che noi non abbiamo …! - agitò le mani, gesticolando.
Incontrò lo sguardo incredulo di Ino, che lo guardava come sul punto di scoppiare in lacrime. - Senti … - tentò lui, tirandosi leggermente a sedere.
- Merda! Merda! Merda! Non doveva … ! - fece lei, prendendosi la testa tra le mani. Sembrava sconvolta. Shikamaru l’afferrò con decisione per le spalle, costringendola a fissarlo. - Ino, per la miseria, vuoi farmi parlare?! Non è successo niente! Proprio un bel niente! Eri completamente sbronza e mi sei crollata addosso! Non è successo niente! - esclamò il ragazzo alzando la voce.
Ino lo fissò ammutolita per qualche secondo, per poi finalmente lasciar crollare le spalle, calmandosi.
- Oh … - fece, portandosi una mano al cuore e scoppiando a ridere - Dio, che sollievo Shika … -
- Già, un vero sollievo - ribatté lui, acido, aggiustandosi alla meglio la cravatta e rimettendosi in piedi.
Ino lo seguì con lo sguardo, sgranando gli occhi stupita.
- … cosa … che ho detto? -
- Devo andare al lavoro. Ci sentiamo -
- Ehi, cosa c’è? Hai cambiato umore tutto d’un tratto! -
- Beh, è una tua esclusiva? -
- Io … io sono solo sollevata che noi non abbiamo …! -
- Ti farebbe tanto schifo, Ino?! - proruppe lui, spalancando le braccia - Anche … anche solo pensare di stare con me? -
Ino lo fissò per qualche secondo sbattendo le palpebre. Poi si aprì in uno di quei sorrisi che le uscivano di rado, come intenerita.
Shikamaru la fissò con la coda dell’occhio, e non poté fare a meno di deglutire a vuoto, vedendo che gli si avvicinava, scalza e scarmigliata.
- Scemo - rise lei, dandogli un leggero colpetto a una spalla, divertita, per poi gettargli le braccia al collo e stringerlo forte - Scemo di un Nara - ripeté, continuando a ridere. - Che … che significa? - si arrischiò a chiedere lui, esitante.
- Che tu sei il mio migliore amico, Shika, ecco cosa vuol dire - rispose Ino, sciogliendo l’abbraccio e riappoggiando i palmi dei piedi a terra - E per un attimo ho avuto paura di aver rovinato di nuovo tutto quanto -
- Tutto … quanto … di nuovo? - ripeté lui, faticando a capirci qualcosa.
- Sakura aveva ragione, accidenti a lei. Non sono mai riuscita ad avere amici maschi. Mai. Il sesso ci si metteva sempre di mezzo e rovinava tutto. Il sesso rovina tutto. E adesso, quando mi sono svegliata, ho creduto di averti perso come amico, e il solo pensiero mi ha fatto andare fuori di testa. Oh Shika, promettimi che non accadrà mai … - sussurrò - Promettimi che noi due saremo sempre amici - Shikamaru la fissò, la gola fattasi improvvisamente secca. Come se le sue braccia non rispondessero più ai comandi, la strinse nuovamente a sé, e Ino si lasciò abbracciare. Le accarezzò la testa, dolcemente, premendo le labbra sui suoi capelli biondissimi. La sentì che rideva e qualcosa gli si rimescolò all’altezza dello stomaco.
- Promesso, Ino. Saremo sempre amici. Su, però adesso vai a sistemarti che ti porto in centro -
- Ma come, non dovevi mica andare a lavorare? - rise lei.
- Uhm, Sasuke se la caverà anche da solo … -
Ino sorrise, alzandosi sulla punta dei piedi per schioccargli un bacio e correre poi a prepararsi. Shikamaru la guardò sparire, portandosi d’impulso una mano alla guancia, nel punto in cui le labbra di lei l’avevano sfiorata. Sospirò, spossato, ficcandosi entrambe le mani in tasca e lasciandosi ricadere all’indietro sul divano. Ah, che razza di seccante casino. Perché un conto era farla, una promessa.
Mantenerla però, quello era tutto un altro paio di maniche.


- Vuoi spiegarmi che accidenti ti è preso, sì o no? -
Alzò lo sguardo, trasalendo, e si ritrovò a fissare gli occhi verdi e fiammeggianti della sua quasi dolce metà.
- Ah, ma allora dillo che la tua è una persecuzione! - esclamò lui, seccato, e fece rapidamente dietro front per uscire dall’ascensore. Sakura però fu più rapida, si frappose fra lui e le porte metalliche e fece scorrere le dita su tutta la fila di pulsanti. Il ragazzo osservò impotente le porte che si richiudevano davanti a loro, precludendogli ogni via di fuga. - È una questione di principio. Pretendo le tue scuse! -
- Le mie scuse? -
- Ma certo, e non me ne vado se non …! - Uno scossone violento le strappò le ultime parole di bocca, mentre uno sfarfallio per niente promettente delle luci annunciava loro che l’ascensore si era appena bloccato. - Guarda … guarda cosa hai combinato! Merda! Ne combini una dietro l’altra, Haruno! -
- Che cosa?! Non è certo colpa mia! E comunque, se tu non ti fossi comportato in quel modo stamattina, io non sarei nemmeno qui! Ma no! Tu devi fare lo stronzo in ogni situazione, vero? Altrimenti non sei soddisfatto! -
- Ma cosa cazzo pretendi da me? Prima che voi due arrivaste, andava tutto bene. Ma da quando ho cominciato ad avervi tra i piedi …! -
- Punto primo, non siamo state noi a venirti tra i piedi, ma tu a chiedercelo! Di che cosa vuoi incolparci stavolta? Qual è il tuo dannatissimo problema?! Si può sapere? Vuoi che ce ne andiamo? Beh, diccelo e basta! -
- Io non ho nessun problema, Haruno! Il nostro è un normalissimo contratto. Siete voi che … che siete assurde, che … quando vi guardo, immancabilmente dannazione!, mi ricordate ogni sacrosanta volta che … -
- Che cosa?! -
- Ah, lascia perdere! -
- Insomma, non si può mai avere una conversazione normale con te, mi dici come faccio io a … -
- Sto cercando di dire che ogni volta voi mi sbattete in faccia il fatto che … -
- Che?! -
- Che io sono solo! - esclamò lui di scatto, esasperato. Lasciò crollare le spalle, il respiro accelerato e i lineamenti contratti che andavano distendendosi, increduli, come se lui stesso non potesse credere di averlo appena detto davvero. Sakura, che aveva già la bocca aperta per replicare, ammutolì. Senza incrociare lo sguardo di lei, il ragazzo indietreggiò fino a trovarsi con la parete metallica contro la schiena. Cadde seduto, prendendosi il capo tra le mani, come se quella consapevolezza improvvisa lo avesse steso, come un pugno dritto nello stomaco, portandogli via l’aria dai polmoni e lasciandolo tramortito.
- Quando vi guardo … quando vi guardo, tu e Chiyo … io … -
Sakura si piegò lentamente sulle ginocchia, tenendo lo sguardo fisso su di lui. Le sue dita si strinsero con gentile fermezza tra quelle di Sasuke, scosse da sottili spasmi, costringendolo a scostare le mani dal viso. Lui fece qualche resistenza, ma infine si arrese, lasciando che lei lo guardasse in volto. Sakura trattenne il respiro, sgranando gli occhi. Era la prima volta, la prima volta che lo vedeva piangere. Si era quasi convinta che uno come lui non ne sarebbe stato nemmeno capace, eppure … eppure adesso era lui, era lo stesso Sasuke Uchiha dal sorrisetto irriverente e dai modi perennemente menefreghisti che adesso teneva lo sguardo basso, ma non le nascondeva le lacrime. - Quanta fatica per tirarti fuori le cose, eh, Sasuke? Lo dico io che sei un disastro quando si tratta di quello che senti dentro - sussurrò, appoggiando la fronte alla sua, bollente, e socchiudendo piano gli occhi, le labbra appena arricciate in un sorriso dolce - Ma non è vero, no che non lo sei … non sei solo, ci siamo noi adesso, Sas’ketu hai noi, adesso - Sasuke alzò lo sguardo da terra, riluttante a incontrare il suo.
- Come no … ma se non vedi l’ora di andartene … -
- Se … se tu non mi facessi arrabbiare così tanto, accidenti a te, io parlerei meno a sproposito! -
- E questo - fece lui, esitando, una nota d’incertezza nella voce - questo cosa vorrebbe dire, Haruno? -
La ragazza lo fissò per qualche attimo, come in cerca di una risposta.
- Vuol dire che … - cominciò lei, fissando un punto imprecisato sulla parete, una sottile ruga a corrucciarle la fronte - … che d’ora in poi proveremo ad assomigliare un po’ di più a una vera famiglia, ecco, proveremo a sostenerci a vicenda, e non soltanto a sopportarci l’un l’altro come facciamo ora. Io e te, soprattutto -
- Mh. E la condizione 'nessun coinvolgimento, no, per l’amor del cielo' del nostro contratto? -
- Senti un po’, ma mi hai sentita? Non ho mica detto che mi sono innamorata follemente di te! -
Sasuke alzò finalmente lo sguardo su di lei, l’ombra del suo sorrisetto che s’increspava agli angoli delle labbra.
- Sicura, Haruno? - Sakura scoppiò a ridere, dandogli un pizzicotto scherzoso sul braccio.
- So badare a me stessa, caro il mio Uchiha, non devi preoccuparti … -
Poi però gli lanciò un’occhiata furba, sporgendosi in avanti verso di lui. Sasuke fissò stranito le sue labbra rosee e sorridenti che si facevano sempre più vicine e il suo cuore prese a pompare decisamente più veloce del normale, mentre un colorito rossiccio gli fluiva sulle guance, risaltando in modo alquanto imbarazzante sulla carnagione pallida. Ma le labbra di Sakura non arrivarono mai a far presa sulle sue. Fu invece la punta del suo naso a sfiorare quella di lui, in un gesto buffo e tenero allo stesso tempo. Sasuke sgranò gli occhi, stupefatto, osservando quelli verdi di lei, incredibilmente vicini.
Quel gesto. Quante, quante volte glielo aveva visto fare, con Chiyo? Ma era una cosa loro, soltanto loro. E quindi perché? Sakura si ritrasse lentamente, senza smettere di sorridere. Sasuke sentì qualcosa di caldo sciogliersi all’altezza del diaframma, permettendogli di tornare a respirare normalmente. Poteva voler dire solamente una cosa.
- Sas’ke ma guardati, sei tutto rosso! Che amore! -
- Ah, levati di dosso, quanto sei noiosa …! -

- Bene. Ehm. Dunque … ora … qual è il piano? -
- Aspettiamo. Prima o poi ci tireranno fuori da qui -
- Oh, grandioso. Ci sarebbe un piccolo problema, però -
- Mh. Sarebbe? -
- Chiyo esce da scuola tra mezz’ora, e io dovrei essere a prenderla -
- Beh, chiama Mrs. Nanny e chiedile di andarla a prendere al posto tuo … -
- Non essere idiota, Sasuke, non posso mandare la tua povera governante in giro per la città! -
- D’accordo. Allora chiamo Shikamaru che … -
- Che si è imboscato chissà dove - concluse Sakura, pragmatica.
- Oh, dannazione, non puoi chiedere a quella matta della tua amica? - fece lui, esasperato.
- Okay, mi correggo. Che si sono imboscati chissà dove -
Sasuke diede un sospiro affranto, premendosi una mano sulle tempie.
- D’accordo, d’accordo … ehm, vediamo … tu non avevi mica una cugina? -
- Oh, ma Hinata non può, è ancora troppo sconvolta all’idea di uscire con Naruto! -
- E chi diavolo sarebbe questo Nar… insomma! Chiama una baby-sitter e facciamola finita! -
- Ma sei impazzito?! Non posso certo affidare mia figlia alla prima che passa! No, è fuori questione -
Sasuke si voltò a guardarla, entrambe le sopracciglia inarcate in modo assai eloquente. Sakura fece lo stesso.
- Haruno, sei l’essere più nevrotico che io abbia mai conosciuto -
- Grazie -
- Figurati -
- … -
- Tu il più insopportabile -
- Grazie anche a te -
- Di niente -
La testa di lei ciondolò andando ad appoggiarsi sulla spalla di lui, che sbuffò, ma non si ritrasse.
- Che maritino coccoloso sei diventato - rise Sakura, dandogli un leggero buffetto.
- E piantala! -
- Okay. Ma come risolviamo la faccenda? - I due si scambiarono un’occhiata.
Sasuke sospirò, recuperando il cellulare dalla tasca dei jeans.
Insomma, a mali estremi …


- Pronto? -
- Ehi. Senti, ho bisogno di un favore -
- -
- -
- Uchiha? -
- Proprio io, Hyuuga -


Angolino di Sisya
Bene, questo capitolo sprizza ooc da tutti i pori, evviva XD Vi prego però di cercare di capirmi, se lasciassi Sasuke bastardo e insensibile così com’è credo che finirei per prenderlo per il collo e strangolarlo (quanto mi fa disperare questo ragazzo, non avete idea ò.ò) perciò ogni tanto mi tocca addolcirlo un po’ o qui non si va davvero da nessuna parte. Embè, la licenza poetica, è mia e me la prendo *O* (XD) Perdonate il ritardo, ma questo non è proprio un bel periodo, ve lo assicuro. Vi chiedo solo di portare pazienza, e di non mandarmi troppo a quel paese se non aggiorno. Sono troppo legata a questa fic per abbandonarla, e sapere che è tanto apprezzata mi riempie di gioia. Grazie di cuore a tutti quanti, vi adoro. Al prossimo capitolo, spero!


  
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