Ed ecco finalmente l’ultimo
capitoletto <3
spero vi piaccia!
~Io so che tu sai
che io so che loro sanno
A KibaIno Story
Atto III
Dove si narra di sbronze,
pettegolezzi e feste di fine anno
Il locale era gremito di gente, dai numerosi tavoli
proveniva un vociare indistinto e, sopra le teste degli avventori, l’ampio
schermo di un televisore al plasma mandava in onda senza volume una partita di
basket.
In un angolo del pub due ragazzi,
evidentemente brilli, intrattenevano l’intera comitiva con un’accesa
discussione.
“Smettila di bere, moccioso!” aveva detto in quel momento Kiba Inuzuka, rivolto al suo
interlocutore. “Perfino un bambino si accorgerebbe che ti ubriachi anche con un
succo di frutta”.
In tutta risposta questi picchiò
il bicchiere ormai vuoto sul tavolo.
“Cosa hai detto Inuzuka?” ringhiò alzandosi in piedi. “Io sono
perfettamente sobrio. Quello incapace di reggere una lattina
di coca cola sei tu”.
Kiba scoppiò in una fragorosa risata,
vedendo il volto arrossato di Naruto.
“Ma ti senti?” celiò con
arroganza. “Straparli già!”.
Le guance di Naruto diventarono
ancora più rosse.
“Se la metti così, allora io ti
sfido!”.
“A cosa?” domandò Kiba,
sollevando entrambe le sopracciglia.
“A dimostrare chi tra i due è il migliore!”.
“Che cosa infantile” rispose Kiba sbuffando. “Non sperare di coinvolgermi in questa
pagliacciata”.
Il biondo rise sicuro.
“Questo perché hai paura” lo sbeffeggiò. “Sai di perdere e
non vuoi esporti”.
“Voglio solo evitarti una misera figura” ribatté
altezzoso. “Il migliore sono io, ma è inutile ribadirlo”.
In quel momento Naruto si voltò
e fece un cenno al cameriere. “Ci porti venti bicchieri di
vodka liscia… paga il mio amico!”.
“Ma che cazz…”
cominciò a dire Kiba, ma l’altro lo bloccò.
“Ti sfido a bere più di me e a rimanere sobrio!” esclamò
con baldanza, gonfiando il petto e mostrando il sorriso smagliante.
“Preparati alla sconfitta Uzumaki”
disse scandendo bene le parole. “Passerai la notte
abbracciato alla tazza del water”.
“Ti piacerebbe” ringhiò Naruto.
“Alla fine sarai così ubriaco che non riuscirai nemmeno a reggerti in piedi”.
“Queste sono parole!” rispose Kiba.
“Dimostramelo con i fatti!”.
Dopo pochi minuti il cameriere ricomparve con un vassoio
pieno di piccoli bicchieri, tutti contenenti un liquido trasparente.
“Chi comincia?” chiese Kiba con
spavalderia.
“Per me è indifferente, ma siccome sono stato io a
lanciare la sfida, è giusto che beva per primo” detto questo prese con sicurezza
uno dei bicchieri, se lo portò alle labbra e in pochi istanti lo svuotò senza
riuscire a trattenere una smorfia.
La bocca di Kiba si piegò in un sorrisetto compiaciuto mentre
imitava l’amico. Prese uno dei bicchieri di vodka e bevve tutto al primo sorso.
“Come ti senti, eh?” provò a chiedere, nella speranza che Naruto decidesse di ritirarsi.
“Benissimo” mentì questi, prendendo un altro bicchiere.
Così, poco a poco, il vassoio si svuotò come per magia.
Nonostante la grande quantità di alcool, Kiba si sentiva stranamente tranquillo e distaccato. Il
mondo attorno a lui gli arrivava stranamente
silenzioso e ovattato, come se avesse immerso la testa in una tinozza d’acqua.
“Hai deciso di arrenderti?” urlò a Naruto.
Si sorprese nel constatare che la sua voce gli arrivava alle
orecchie leggermente distorta, come se non fosse stato lui a parlare.
Non ci badò.
Il volto di Naruto era diventato
di un vivo rosso geranio, così come i suoi occhi, ora più stanchi e lucidi.
“No!” grugnì il biondo. “Sei così ubriaco da non notare
che sono ancora in piedi?”.
Kiba sbuffò.
“Non ti arrendi, eh?” domandò retorico. “Cameriere!”
chiamò. “Ancora venti bicchieri di vodka pura!”.
Questi lo guardò perplesso,
indeciso se portare o meno altri alcolici a quel branco di ragazzi, poi scosse
la testa rassegnato. Ragazzini o meno, rimanevano comunque
i loro migliori clienti.
Quando il vassoio nuovamente pieno era
ricomparso al centro del tavolo, proprio tra Kiba e Naruto, quest’ultimo era riuscito
a riprendersi dal giro precedente, mentre il castano era ancora leggermente
intontito.
“Inizio io!” annunciò l’Inuzuka
scolandosi in quattro e quattr'otto tre bicchieri uno
dopo l’altro. “Forza Uzumaki” soffiò rivolto al
compagno. “Prova a fare di meglio”.
Naruto non si fece pregare e in men che non si dica aveva
allineato davanti a sé cinque piccoli bicchieri, perfettamente vuoti.
“Sei indietro di uno, Inuzuka” lo derise sorridendo allegramente. “Superami!”.
Bastò un attimo e i due ripresero a bere a velocità
spaventosa tutto ciò che si trovava davanti a loro, in una folle corsa contro
il tempo. Una volta terminato di bere quello che c’era
sul vassoio, presero con poca cortesia i cocktail ordinati dagli amici e,
sempre guardandosi in cagnesco, li bevvero tutti d’un fiato ignorando le
proteste.
“Io sono meglio di te” si lamentò faticosamente il biondo,
con la stanza che gli vorticava attorno.
“Sei sbronzo, rassegnati!”
ribatté Kiba, che non era da meno. “Ammettilo!”
aggiunse corredando il tutto con una stupida risata. “Io sono il migliore”.
“No, no, no!” cantilenò Naruto.
“E poi io sono più bello!”.
“Ma a chi vuoi darla a bere?” gli
domandò Kiba, sentendosi assalito da una nausea
tremenda. “Se tu fossi veramente come dici di essere, l’Haruno
non ti ignorerebbe tanto palesemente!”.
Senza saperlo, Kiba aveva
infilato il dito in una piaga molto dolorosa.
“Che cosa hai detto?” sbraitò Naruto, alzandosi in piedi rumorosamente. “Non mi sembra
che tu, a differenza di me, abbia molto successo con
le ragazze!”.
“E invece si!” ringhiò Kiba imitandolo.
“E io dico di no!”.
“E io scommetto che tu non hai
mai baciato una ragazza!” rincarò la dose Kiba,
sporgendosi verso di lui con un sorriso derisorio.
“N-non è vero!” balbettò Naruto imbarazzato, ma non per questo meno furioso.
“Sì invece”.
“ E tu, allora?” gli domandò
offeso. “Nemmeno tu hai mai baciato una ragazza”.
Kiba rimase interdetto per un secondo,
poi sorrise mostrando i canini.
“Io ho baciato Ino Yamanaka!”
urlò come ultima risorsa, con tutta la spavalderia dei suoi diciassette anni.
Un silenzio improvviso calò sul tavolo.
“C-che cosa?” balbettò Naruto guardandolo con aria incredula. “Non è possibile”.
“Certo!” ribadì Kiba, sicuro di sè. “Chiedilo all’Uchiha… lui ci ha
visti!”.
Numerose paia di occhi si
spostarono su un ragazzo silenzioso, seduto in disparte nel disperato quanto
vano tentativo di estraniarsi dalla bizzarra compagnia.
Sentendosi chiamato in causa, Sasuke
sbuffò. Odiava queste cose e odiava i personaggi
troppo rumorosi.
“Sì, è vero” confermò seccato. “Li ho visti con i miei
occhi, lui e quella pazza della Yamanaka”.
Naruto posò nuovamente lo sguardo su Kiba, incredulo.
“Hai… vinto!” ammise shockato, lasciandosi andare
stancamente su una sedia. “Inuzuka, hai vinto!”.
Kiba sorrise
soddisfatto, passandosi una mano tra i capelli con aria eroica. Tutto in lui pareva
dire ‘eh già, sono proprio figo’.
Peccato che tutto quel figheggiare
venne interrotto da una tremenda quanto improvvisa
sensazione.
“…cazzo, devo
vomitare”.
Quella era decisamente l’ultima volta
che avrebbe toccato alcool.
“Quell’idiota deve per forza
rimanere alla finestra a spiarti tutto il tempo?” domandò Ino, rivolta a Sakura, la sua migliore amica.
Sakura le lanciò uno sguardo scocciato,
poi si alzò dal letto e la raggiunse, chiudendo con decisione le tende.
“A me non da fastidio, ok?”
disse infastidita, tornando a sedersi sul proprio letto.
“Ok” rispose Ino. “Non pensavo te la prendessi tanto…”.
Come ogni sabato pomeriggio le due ragazze si erano
trovare nella graziosa villetta degli Haruno, chiuse
in camera a spettegolare, leggere riviste e parlare di ragazzi, il tutto
ovviamente con la scusa di studiare per la settimana successiva.
“Non me la sono presa” rispose Sakura
sfuggendo lo sguardo dell’amica. “Ci tenevo solo a dire che Naruto non è un idiota”.
“Ma l’hai visto bene?” si
assicurò la bionda. “È da quando abbiamo sette anni
che passa i suoi pomeriggi a spiarti dalla sua camera… se fossi stata io ad
avere la finestra di fronte alla sua, avrei chiesto di cambiare stanza. Non ti
mette i brividi?”.
Sakura sospirò, continuando a guardare
altrove.
“Naruto non mi spia, non è un
maniaco” disse. “Stai tranquilla, la mia virtù non è in pericolo”.
“Ne sei sicura?” domandò Ino con un ghigno che non
prometteva nulla di buono, nel tentativo di risollevare la conversazione.
L’altra ragazza assunse un’espressione platealmente
indignata.
“Certo che ne sono sicura, Miss Yamanaka!”
rise falsamente offesa. “Dovrebbe piuttosto pensare alla sua di virtù!”.
Ino scoppiò in una risata, portandosi la mano destra al
petto.
“Io non voglio perdere tempo a rimuginare su queste cose”
ribatté scuotendo la lunga chioma.
“Hai ragione” concordò Sakura
con l’aria di chi la sa lunga. “Mi hanno detto che c’è Kiba Inuzuka che lo fa per te…”.
L’atmosfera scherzosa della stanza si congelò.
“Kiba Inuzuka,
hai detto?” chiese Ino glaciale, diventando improvvisamente seria.
“S-sì” rispose l’altra,
titubante. “c’è qualcosa che non va?”.
“Cosa sai esattamente di me e Kiba Inuzuka?” domandò
nuovamente, cominciando a presagire il peggio.
“Oddio, non saprei…” iniziò Sakura,
torturandosi una ciocca di capelli. “È una storia lunga. Stamattina, mentre
uscivo di casa, ho incontrato per puro caso Naruto e abbiamo parlato un
po’, come semplici amici…”.
Ino non cambiò espressione, rimanendo la maschera di
terrore e furia più spaventosa che Sakura
avesse mai visto.
“Ieri sera è uscito con alcuni nostri compagni di classe,
compreso Kiba Inuzuka”
spiegò. “Erano un po’ brilli e, sai com’è, una cosa tira l’altra; praticamente hanno iniziato a discutere su chi dei due fosse
il migliore, nemmeno lui sa bene perché. Si sono sfidati a chi avrebbe retto
meglio venti bicchieri di vodka pura e… si sono ovviamente ubriacati.”.
“Che idioti” commentò Ino a mezza
voce.
“A questo punto, siccome nessuno dei due era crollato in
coma etilico, hanno iniziato ad insultarsi, finché Kiba
non ha ‘accusato’ Naruto di aver
poco successo con le ragazze. Naruto si è
arrabbiato parecchio e gli ha risposto a tono dicendo
che nemmeno lui era particolarmente popolare…”.
“Ripeto, che idioti!” sibilò furente.
“Allora Kiba ha detto… beh, ha detto che tu e lui vi siete baciati, ieri pomeriggio, e che Sasuke Uchiha poteva
confermarlo!”.
Ino strinse i pugni. “Immagino che abbia confermato”.
Sakura annuì, indecisa se dispiacersi per
l’amica o no.
“Quello che non capisco” continuò “è perché non me lo hai detto prima!”.
“Detto prima cosa?” domandò Ino stranita.
“Che ti piaceva Kiba!” rispose Sakura con
semplicità disarmante. “Non avrei mai avuto il coraggio di giudicarti, lo sai, sei la mia migliore amica!”.
La bionda arrossì vistosamente,
arretrando di qualche passo.
“No, Sakura, no!” si affannò a
negare. “È tutto un grande malinteso, credimi. Io
fingevo solamente di essere innamorata di Kiba per
far ingelosire Sasuke! E l’Inuzuka era d’accordo con me!”.
Sakura sbatté le palpebre dei suoi
grandi occhi verdi prima di capire, poi la consapevolezza si impossessò
del suo volto.
“Ino, ma è orribile!” esclamò scandalizzata. “Come puoi
aver fatto una cosa simile?”.
“Io?” chiese Ino alterata. “Come
può l’Inuzuka aver fatto una cosa simile: mi aveva
promesso che non ne avrebbe parlato con nessuno”.
“Su, calmati” le ingiunse Sakura.
“Ci dovrà pur essere una soluzione”.
Ino annuì. “Certo. Andare a cercare Kiba
e sfigurarlo con le mie stesse mani. O ucciderlo”.
Sakura si alzò dalla sua postazione e si
diresse alla finestra.
“Come sei drastica!” la
rimproverò.
“E in più non ho uno straccio di
cavaliere per il ballo… potrebbe andare peggio?”.
“Se ti va potresti venire con me
e Naruto, per stare un po’ in compagnia!” provò a
suggerire Sakura, cercando di migliorare l’umore
dell’amica.
“Tu e Naruto?” gracchiò Ino,
sconvolta. “Ci manca solo questa!”.
“Vedrai che a lui non dispiacerà!”.
“Non ne dubito…”.
“E smettila di fare quella faccia
scura, ci divertiremo!”
“Certo fronte spaziosa, certo”.
Erano quasi le otto e mezza
quando il campanello di Sakura trillò per la seconda
volta ed Ino comparve sulla soglia. I lunghi capelli biondi erano raccolti in
una stretta coda alta ed indossava un elegante abito viola che terminava poco
sopra le ginocchia, abbinato ad un paio di lucide decoltées
anch’esse viola.
Nel vederla Sakura sorrise,
stringendosi nel vestito rosso.
“Sei bellissima!” affermò prima di farsi da parte per
accoglierla in casa.
Naruto sedeva imbarazzato nel salotto,
in un silenzio pieno di disagio da ormai mezz’ora.
“Ecco l’amico di quel decerebrato”
commentò Ino nel vederlo.
Il biondo la guardò confuso. “Di cosa parli Yamanaka?”.
Ino sbuffò.
“Del tuo caro amico Kiba Inuzuka, quell’idiota. So che ha
raccontato a mezzo mondo che ci siamo baciati” disse
con astio.
“Ah… quindi… ehm… così Sakura te
l’ha detto” fu l’unica cosa che riuscì a balbettare lui, rimpiangendo la
presenza di Sakura che, nel frattempo, era andata a cercare la propria borsa.
Ino annuì. “Esattamente, e sappi che
appena lo vedrò mi occuperò personalmente di cavargli gli occhi. È una
promessa!”.
Uno sgradevole brivido gelido corse lungo tutta la schiena
di Naruto. Kiba era un
idiota, questo era vero, stupido quasi quanto lui… ma
quella Yamanaka sembrava proprio una strega e, in un
certo senso, provava pena per l’amico.
“…oppure gli stacco tutti i
capelli uno ad uno…” continuava a mormorare la bionda. “O
magari gli riservo una bella ceretta all’inguine con cera d’api bollente!”.
Inquietante, pensò Naruto, decisamente inquietante.
Doveva fare qualcosa.
“Io… Io vado un attimo in bagno!” disse cercando di
attirare l’attenzione di Ino, poi sparì nel corridoio
mentre con il cellulare in mano cercava di comporre il numero di Kiba.
“Ino, posso sapere…”.
“Shht!” sibilò Ino portandosi l’indice alle
labbra. “Parla piano”.
Sakura le si avvicinò
e sussurrando disse: “Perché stai
origliando alla porta del bagno? Cosa succede?”.
Una voce provenne dall’interno, in
risposta alle sue domande.
“Pronto, Kiba? Sono Naruto!”.
Sakura rivolse uno sguardo interrogativo
all’amica, ma continuò a tacere.
“Sì, sì… sono a casa di Sakura. Haruno. Sì…
senti, scusa per ieri sera, ma ho una cosa da dirti… no, non posso dirtela dopo. Mi ascolti, sì o no?”.
Ino assottigliò gli occhi.
“Stiamo per venire alla festa e… la Yamanaka
ha scoperto quello che hai detto ieri seria. Non è colpa mia,
lo giuro! Sì… sì, davvero. Ha detto che ti
vuole fare la ceretta all’inguine. È
furiosa!”.
“Ceretta
all’inguine?” chiese Sakura, sforzandosi di non
ridere, mentre Ino rimaneva seria.
“Lo so, lo so, è spaventoso… beh, preparati amico!”
continuò Naruto, ignaro di ciò che stava accadendo fuori dalla porta. “Beh, ora ti saluto o quelle due si
chiederanno che fine abbia fatto… ok, ciao!”.
Poco prima che Naruto
riattaccasse, Ino e Sakura erano già corse in
salotto, pronte a far finta di niente.
“Eccomi!” annunciò il biondo, raggiungendole. “Siamo
pronti per partire?”.
“Sì” rispose Ino, stranamente sorridente.
I genitori di Sakura li
accompagnarono fino alla scuola, passando tutto il viaggio a raccomandarsi
affinché non bevessero troppo o decidessero di darsi
alla pazza gioia proprio quella sera. Per sua fortuna Ino aveva smesso di
ascoltare ormai da tempo, concentrata solamente sulla sua vittima.
Il tragitto durò non più di quindici
minuti, quindi i signori Haruno li salutarono,
per ripartire nuovamente nella foschia serale. I tre raggiunsero in silenzio
l’entrata principale, dove dovettero abbandonare borse e cappotti.
“Noi cerchiamo un paio di sedie, vuoi che prendiamo posto anche per te?” chiese Sakura
gentilmente.
“No, grazie” declinò gentilmente
Ino. “Devo andare a cercare… una persona”.
Fu in quel momento che lo vide, in fondo alla palestra
decorata a festa, intento a parlare con Shino Aburame ed Hinata e Neji Hyuuga.
Lo raggiunse nel modo più rapido che le sue splendide
scarpe le permisero.
“Kiba Inuzuka”
gridò. “Hai segnato la tua condanna!”.
Kiba la guardò intimorito.
“Che… che cosa stai dicendo?”
provò a mentire, inutilmente.
Ino, furiosa, gli afferrò violentemente il
collo della camicia.
“Io so che tu sai che io so che
loro sanno!” esclamò innervosita.
Fine Atto III
Ed eccoci qui, immobilizzati in
questa graziosa scenetta. Come già ho detto all’inizio, lei non doveva sapere che io sapevo che lei sapeva che loro
sapevano. Purtroppo è venuta a sapere da terzi e varie altre fonti che io
sapevo che lei sapeva che loro sapevano, quindi continuare a fingere di non
sapere che lei sapesse che io sapessi che lei sapesse che essi sapessero era decisamente stupido.
“Ehm…” cerco di trovare le parole adatte.
“Sei… Sei…” a quanto pare anche lei ha qualche problema ad
esprimersi. “Spregevole!”.
“Io?!” chiedo stordito.
“Sì, tu!” esclama, mollando la presa e puntandomi un dito
al petto. “Avevamo fatto un patto, ricordi? Non dovevi dire a nessuno del
bacio. Nessuno. E cosa hai fatto, invece? L’hai
sbandierato a tutta Konoha!”.
“Io non l’ho sbandierato a tutta Konoha!” protesto
debolmente. “Ero ubriaco, incapace di intendere e di volere! E
poi cosa c’è di tanto terribile?”.
“Io…. Oh, insomma, ti ho
baciato!” replica, come se fosse la cosa più riprovevole del mondo.
“Appunto!” esclamo. “Hai baciato me, non… non.. una piovra gigante o
qualcosa del genere”.
La Yamanaka respira a fondo e mi
guarda con astio.
“Alla luce di tutto ciò avrei preferito pomiciare con lo
Yeti” risponde con voce ferita. “Almeno lui avrebbe mantenuto la parola, si
sarebbe comportato da uomo”.
“Forza, non farne una tragedia greca ora”.
“Inuzuka sei…
un… un… oh, non ti sopporto!”
Gli occhi di Ino cominciano a
diventare lucidi.
Ti prego, fa che non
pianga. Fa che non pianga. Fa che non pianga.
“Nulla di quello che ho fatto è stato intenzionale, te lo
giuro!” mi giustifico in extremis.
“Ma l’hai fatto comunque!” cerca di
urlare lei, finendo di tirar su con il naso. “Io mi fidavo”.
Ecco, ora piange,
dannazione.
“Non volevo ferirti” ammetto in preda al panico. “Ma…
ormai è tutto inutile, il tuo piano si è rivelato comunque
un fallimento”.
“Per colpa tua è
veramente tutto inutile!” grida isterica stringendo i pugni.
Io roteo gli occhi.
“Ok, ho sbagliato, lo ammetto!”
esclamo io esasperato. “Sono stato spregevole, hai
ragione. Non avevo nessun diritto di sbandierare ai quattro venti ciò che è
successo tra noi e ti chiedo scusa! Ma
ti chiedo anche di ammettere che Sasuke Uchiha non è minimamente
attratto da te!”.
Bene, ci siamo, ora sì che scoppia veramente in lacrime.
“Vuoi che non lo sappia?” sbraita questa volta piangendo.
Oddio.
Questa volta l’ho proprio
combinata grossa.
“Lo so che a Sasuke non
interesso, non ci voleva un genio a capirlo. L’hai capito perfino tu!” singhiozza. “Però
mi piace illudermi, va bene? Mi piace credere che certe cose possano accadere
veramente!”.
“Tu sei pazza!” sbotto io. “Completamente pazza!”.
Il volto di Ino si indurisce,
fermando il pianto per pochi istanti.
Il petto le si alza e si abbassa
rapidamente sotto l’abito viola, il trucco le sta colando ai lati degli occhi,
ancora rossi e umidi.
“Io ti odio Inuzuka” dice
chiaramente, riacquistando serietà. “Ti
odio”.
Io rimango a fissarla come un idiota a fissare
un punto nel vuoto.
Nella mia testa rimbomba il ticchettio delle sue scarpe mentre corre fuori dalla palestra, probabilmente
nuovamente in lacrime.
Bah, donne.
Un istante dopo mi accorgo di
avere gli occhi di tutta la scuola fissi su di me. Ad essere sincero queste
centinaia di bulbi oculari sgranati mi fa sentire discretamente a disagio.
“Cosa aspetti?” grida la voce di Sakura, che per quanto ne so è la migliore amica di Ino.
“Non vorrai lasciarla là fuori tutta sola!?”.
Effettivamente…
Senza avere il tempo di deciderlo, le mie gambe stanno già
correndo dietro a quella stramba di Ino Yamanaka. Assurdo.
Come ho fatto a finire in questo guaio?
Solo una settimana fa la mia vita era semplicemente
perfetta, forse non degna di un film, ma tranquilla,
senza particolari scossoni. Ed ora eccomi qui a
rincorrere la
ragazza-bionda-che-si-nasconde-sempre-nel-bagno-in-disuso-del-terzo-piano.
La raggiungo sul viale che conduce a scuola, la trovo
seduta su una panchina con lo sguardo fisso nel vuoto.
“…ciao Yamanaka” mormoro,
sedendomi accanto a lei.
Che ci volete fare, non sono mai
stato un campione di delicatezza.
“Vuoi infierire?” mi domanda scontrosa.
Sospiro.
“No. Volevo solo dirti che…” come
trovare le parole? “Tutta questa storia alla fine è stata anche divertente,
no?”.
Ino non risponde.
“Incrociarlo fuori da scuola,
disturbarlo a pranzo -a proposito, non è che mi prepareresti ancora il
pranzo?-, pedinarlo al centro commerciale… devi ammetterlo, non siamo
esattamente ferrati come spie”.
Le scappa una piccola risata.
“Forse tu non te ne sei accorta, ma
tutti i commessi ci guardavano malissimo: pensavano fossimo dei ladri!”
aggiungo sogghignando. “E quando hai detto all’Uchiha
che ‘giocare alle spie’ era
una mia strana fantasia sessuale? Non ho fatto esattamente una bella figura…”.
Ino sorride e mi guarda incerta.
“Però la tua faccia era uno
spettacolo” ammette.
“Mi hai fatto fare la figura del
pervertito” le faccio notare, roteando gli occhi.
“Non vorrai lamentarti, vero Inuzuka?”.
“…no”.
Entrambi tacciamo per qualche attimo, senza
più parole da dire.
Io e la Yamanaka non abbiamo grandi argomenti da discutere, non siamo amici nel
vero senso della parole, ma nemmeno due persone con gli stessi interessi.
Allora perché sono qui?
“Esattamente, tu…” inizia guardandomi seria. “…cosa vuoi?”.
Capisco che anche Ino si dev’essere
posta la domanda.
“Hai presente cosa ti ho detto ieri, dopo che Sasuke ci ha scoperti?” le chiedo dopo un attimo di
silenzio.
“No…” risponde, risponde
scuotendo la testa.
Io sorrido in modo inquietante.
“Diciamo che potresti rimediare
alla cocente delusione che mi hai
dato!” concludo saccente.
Ino continua a guardarmi stranita.
“Non capisco di cosa stai…
…sei un idiota!” urla infine, capendo il sottinteso.
Cosa ci posso fare?
Adoro complicarmi la vita.
“Ma
almeno avresti potuto mettere un po’ di lingua… sai che delusione!”.
~ The end ~
______________________________
Insomma,
che faticaccia!
Dopo mille tribolazioni ecco che metto online
l’ultimo capitolo.
Oggi è
stata una giornata deprimentissima, è da stamattina
che tutti se la prendono con me ingiustamente.
Non sono paranoica né voglio fare la vittima, ma vorrei
consigliare un intero flacone di Xanax a tutti quelli
che mi stanno attorno, da mio padre alla bidella del mio piano, oppure una
bella dose di paroxetina, eh?
Se sono nervosi io non sono il loro punchiball.
AGWEHRG!!!!!!
è__é
Ora
torniamo in versione “^_^” e rispondiamo alle recensioni:
LalyBlackangel: Yep,
contenta di farti ridere <3 grazie!
Talpina Pensierosa: Kiba
e Ino sono un’inesauribile fonte d’ispirazione **
Certe perle con loro mi vengono naturali XD E il gioco delle spie… beh, sono
loro, non poteva essere altrimenti!
Nunichan: Ino in realtà è un genio del
male, infatti non capisco chi la dipinge come la
solita bionda oca. Un sacco di gente sottovaluta il suo potenziale di malvagità
XD Soprattutto se tale malvagità è diretta sul povero Kiba ù_ù Sasuke
potrebbe aver capito tutto, ma non si vuole immischiare. Lui non vuole avere
nulla a che fare con certa marmaglia XD
Bambi88: In certe situazioni non c’entra
la prontezza di riflessi ma lo spirito di conservazione u__u poi che lei sia decisamente più sveglia del suo compare di sventure, su
questo non ci piove. Ino è un genio del male, Kiba
non è ai suoi livelli XD
Kaho_chan: già un bacio? XDN se vuoi nella
prossima FF li faccio figliare dalle prime righe, per
renderti orgogliosa di me <3 Ovviamente Kiba non
ha avuto voce in capitolo, è stata Ino a fare tutto, però non è che a lui sia
dispiaciuto u__u Sasuke li ha beccati perché quei due
sono pessimi, in tutti i sensi: partendo dal piano che fa acqua da tutte le
parti, fino al loro dubbio modo di attuarlo. Eh sì, sono destinati a fallire
>__<
Miroku90: Oh, ma cosa vedo? Un baldo giovine tra i miei recensori, cosa più unica che rara XD
Comunque sì, felice di informarti che la recensione è giunta sana et salva! Grazie per i complimenti ^^ spero
non rimarrai deluso dalla brevità della storia!
Hasta
luego!
Mela