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Autore: SSJD    27/01/2015    4 recensioni
Questo racconto è la continuazione di Come Fratelli, pubblicato qualche mese fa. La storia è ambientata nel periodo successivo alla scomparsa di Goku, a causa di Cell. Chichi è incinta di Goten e sta per partorire.
Dal testo:
Dopo che Mirai Trunks era tornato nel futuro, Vegeta aveva perso, oltre a Goku, anche la voglia di vivere e di combattere. Era riuscito con fatica a ritrovare la serenità perduta grazie a Bulma, il piccolo Trunks e, motivazione non trascurabile, la promessa che aveva fatto a Goku, prima dell’arrivo dei Cyborg, quella cioè di prendersi cura della sua famiglia nel malaugurato caso in cui gli fosse successo qualcosa.
Trascorso un mese, da quel terribile scontro, Vegeta sentì che era giunto il momento di mantenere la promessa fatta a colui che, ormai, considerava suo fratello e, in una fresca mattina di primavera, uscì di casa e prese il volo verso il monte Paoz, per andare a far visita a Gohan e Chichi.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Gohan, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Chichi/Vegeta
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mattino seguente si svegliarono tutti tardissimo, come ormai accadeva molto spesso, da quando era arrivato Goten.
Bulma non aveva né le forze, né la voglia di scendere a far colazione che le fu servita su un vassoio portato, nientepopodimeno che da Gohan. Il bambino le aveva preparato il tè con delle fette biscottate e della marmellata ed era entrato in camera di Bulma mentre ancora Vegeta stava dormendo.
“Buona vigilia di Natale, Bulma!”
“Grazie, tesoro. Come ha dormito il mio sayan preferito?”
“Ah, è così? Pensavo di essere io!” intervenne Vegeta che, svegliandosi, si stava stiracchiando.
“Come stai Bulma?” chiese Gohan che aveva saputo tutto dalla madre.
“Molto meglio, grazie Gohan”
TOC TOC
“Posso entrare? Vegeta sei…ehm…presentabile?” chiese Chichi da fuori la stanza sapendo come era abituato a dormire il principe.
“Ma cos’è stamattina? La processione?” chiese Vegeta mettendosi a sedere sul letto facendo attenzione a che il lenzuolo non lo tradisse.
“Buongiorno Bulma, come stiamo oggi?” chiese Chichi entrando senza badare minimamente alle lamentele del sayan.
“Meglio…credo di avere ancora un po’ di febbre però…” rispose lei con aria afflitta.
“Eddai su, vedrai che in due o tre giorni starai meglio! Perché sei triste? Su col morale!” disse allegra Chichi.
“No…è che…non credo di rimettermi in forma per stasera…” disse Bulma sempre più sconsolata “C’era il galà per la raccolta fondi…come faccio ad andare? Uffa, mi ero anche comprata un vestito megafantastico apposta per la serata e anche uno smoking per Vegeta…che disdetta…magari stasera starò meglio…”
“E no cara, non ci devi proprio pensare ad uscire di nuovo in queste condizioni. Vuoi prenderti una polmonite?” disse Vegeta innervosito.
“Ma avevo scritto anche il discorso da fare…questa cena è organizzata dalla mia azienda, che figura ci faccio se, proprio io, non mi presento?” insistette lei.
“La figura di quella che si è presa un malanno perché non ha ascoltato il proprio marito…” la canzonò lui.
“Beh…ma…Bulma…” li interruppe Gohan.
“Sì, dimmi caro”
“Ma se è così importante, il tuo discorso lo può leggere la mia mamma alla festa…può andarci lei con Vegeta…così io e te ci passiamo una bella seratina, eh? Cosa ne pensi?” chiese il bambino facendole pure l’occhiolino.
“Gohan, vuoi prenderle?” chiese Vegeta fissandolo incredulo per tutte le proposte che il bambino aveva fatto.
“Ma dai Vegeta…è una splendida idea! Allora facciamo così, Chichi, tu adesso ti provi il mio vestito con tanto di scarpe, così stasera tu e Vegeta potete andare al Galà, cenare, leggere il discorso e divertirvi…io invece, me ne starò qui con Gohan…abbiamo un appuntamento…io e lui…”
“UOUOUOUO!!! Frena donna. Hai il cervello ancora fuori posto e ti prendi la libertà di dare ordini? Io dovrei andare con Gine ad una cena a cui non avrei voluto partecipare, nemmeno ci fossi stata tu. In più ti dovrei lasciare qui a casa, malata, con questo piccolo insolente di sayan di terza classe che non ho ancora capito se ha imparato ciò che gli ho spiegato io o quello che gli ha insegnato quell’idiota del tuo ex…non ti sembra di esagerare?” chiese Vegeta sempre più nervoso.
“Ma smettila, Vegeta. Sei geloso di un bambino di dieci anni adesso? E comunque o fai così, oppure stasera mi vesto e, con la limousine che ho da ben tre mesi riservato, vado io a leggere il mio discorso…e tu non vuoi che io esca…non è così?”
“Mi ricatti? E va bene. L’hai voluto tu…vediamo chi è più geloso, tra noi due”
A quel punto Vegeta, sotto gli occhi sgranati della moglie, si tolse di dosso il lenzuolo che aveva fino a quel momento coperto lo splendore di corpo che si ritrovava e si alzò. Andò incontro a Chichi che si era limitata ad alzare un sopracciglio in un’espressione di perplessità, ma senza spostare lo sguardo di un millimetro da quello di lui e, passandole a fianco, le disse:
“Preparati dolcezza, stasera, a quanto pare, abbiamo un appuntamento…vedi di farti carina, esci con un principe”
Dopodiché uscì dalla camera per sparire dietro la porta del bagno.
Bulma era allibita. Suo marito era definitivamente uno scimmione incafonito. Guardò Chichi e Gohan che non sembravano per nulla turbati della cosa e disse:
“Ma l’avete visto? Scusatelo, per favore, quello è solo uno scimmione, altro che principe”
“Difficile non vederlo” rispose Chichi facendo finta di farsi aria alla faccia agitando la mano davanti a sé, come per calmare i bollenti spiriti. Poi, come se nulla fosse accaduto continuò:
“Comunque, Bulma, io non posso andare stasera con Vegeta, come faccio con Goten? Mica me lo posso portare dietro no?”
“Oh, non ti preoccupare per questo, puoi lasciarmi un paio di biberon di latte, glielo daremo io e Gohan, quando avrà fame” rispose l’amica per tranquillizzarla.
“Ok, se non è un problema. In giornata fammi leggere il discorso, non voglio fare figuracce davanti a tutte quelle persone. Ora, dov’è il vestito che lo provo?” continuò Chichi.
“Sì, è nell’armadio, prendilo, per favore…e…Chichi?”
“Sì?”
“Ti sta bene andare con Vegeta? Dimmelo se ti dà fastidio, può venire Gohan al posto suo…”
“Noooo…eddai Bulma…è la vigilia di Natale e tu mi vuoi mandare ad una noiosissima cena vestito pure da pinguino? Fammi stare qui, per favore! Prometto che ti preparo la cena, curo i bambini e ti faccio anche vincere a quel videogioco che hai inventato tu…ti prego, ti prego, ti prego...” disse Gohan con aria supplichevole.
Bulma guardò Chichi per cercare di capire se a lei andasse bene. Poi, vedendo l’espressione serena sul suo volto, disse:
“Oh Gohan, come sei dolce, come faccio a dirti di no?”
“EVVAI!!!” esclamò il bambino allegro tirando fuori dalla tasca due apparecchietti con cui video giocare con Bulma.
“Va bene, allora vado a provarmi il vestito. Vi lascio ai vostri…impegni. Gohan, non dare troppa noia a Bulma, lasciala riposare, se è stanca, ok?” concluse Chichi prendendo il vestito dall’armadio.
“Sì, sì…ok, ok” rispose Gohan con indifferenza totale, essendosi messo già a giocare con Bulma.

Poco dopo, Vegeta uscì dal bagno, dopo la doccia e tornò in camera.
“Hey tu, sayan, fuori dal mio letto” disse bruscamente Vegeta a Gohan che si era sdraiato a fianco a Bulma a giocare.
“Nooo…Vegeta…mi hai fatto perdere…perché mi hai distratto? Ho perso ancora…” esclamò Bulma con estremo disappunto.
“Eheh…non sei proprio capace, Bulma…” la canzonò il ragazzino alzandosi.
“Aspettami nella gravity room che ci sgranchiamo un po’ i muscoli e te la faccio pagare di esserti fatto trovare così spudoratamente a letto con mia moglie…” continuò Vegeta.
“Evvai, così dopo aver battuto Bulma, posso battere anche te…eheh…che bella vigilia di Natale!” esclamò Gohan sfacciatamente mostrando di essere di ottimo umore, oltre che in ottima forma.
“Che cosa? Ma guarda tu che insolenza…vedi di riscaldarti per bene, che con me non sarà così facile vincere, io non sono conciato male come Bulma, sai?” gli gridò dietro il principe, prima che Gohan uscisse dalla camera.
Quando i due rimasero soli, Bulma fece un mezzo sorrisino al marito e gli chiese:
“Il mio principe è veramente geloso di un ragazzino di dieci anni?”
“Bulma, ascoltami bene. È solo perché lui rimane qui con te, che sono disposto ad andare alla cena di stasera con sua madre. Mi fido di lui più di chiunque altro su questo pianeta. Non potrei fare altrimenti, visto che mi ha anche salvato la vita, durante lo scontro con Cell…” rispose Vegeta mentre si rivestiva.
Prima di infilarsi i guanti, si andò a sedere sul letto a fianco a lei. Le toccò la fronte per sentire se le fosse tornata la febbre che, in realtà, non sembrava essere risalita affatto. Le accarezzò i capelli e stette a contemplarla per dei lunghissimi minuti. Poi, come ridestandosi da un sogno, le disse:
“Quanto sei bella, Bulma. Questa notte sono stato malissimo…io penso sarei morto se ti fosse successo qualcosa di…oh…non voglio nemmeno pensarci. Non so cosa avrei fatto senza Chichi”
“Mi dispiace tanto di averti fatto preoccupare, Vegeta…ti amo tanto”
“Anche io, Bulma”
Il principe la baciò sulla guancia e concluse:
“Riposati ora, vado a vendicare la tua sconfitta al videogioco”
“Ok, fagliela pagare…ma non troppo, intesi?”
“Ok, a dopo, Bulma”

La giornata trascorse in modo molto tranquillo per tutti, tranne che per Chichi. Bulma infatti, aveva pensato bene di chiamare una manicure e una parrucchiera per far tornare la sua amica ad essere una donna e non solo una, a detta sua, trascurata neomamma. Con poca voglia, Chichi si era sottoposta a tutti i trattamenti, compresa una non poco dolorosa ceretta e una altrettanto poco piacevole pedicure.
Quand'ebbe belle che finite tutte le torture che la sua amica aveva definito "assolutamente necessarie", era ormai giunta l'ora di cena. Chichi si infilò velocemente il vestito che Bulma aveva comprato per sé: un abito troppo sexy per lei che arrivò a pensare che sarebbe stato adatto per una cena con Vegeta solo se l'avesse indossato la legittima proprietaria. Si infilò i sandali con un piccolo tacco sottile e corse in camera dell'amica per chiedere se avesse qualcosa di più "appropriato" per lei.
"Ma se stai benissimo così, vedrai che farai un figurone! Ora vai che Vegeta è già di sotto ad aspettarti. Credo sia già arrivata la limousine" fu la sua sentenza senza appello.
Poco prima dell'ultimo tentativo di Chichi di cambiarsi d'abito, Bulma aveva assistito divertita alla "vestizione" di suo marito. Era così strano e allo stesso tempo così sexy vederlo così elegante, che Bulma iniziò a chiedersi se fosse proprio il caso di farlo uscire con quel pezzo di donna che era Chichi. Ma ormai era tardi per i ripensamenti e, mentre gli annodava il papillon gli disse:
"Tesoro, stai magnificamente! Sono un po' invidiosa di Chichi stasera"
"Io invece mi sento un deficiente, vestito così. Spero almeno di mangiare bene, così il tempo passerà più veloce e posso tornare da te" rispose lui finendo la frase con un bacio.
Quando Chichi scese le scale, Vegeta la osservò attentamente, da capo a piedi. Sì, si era fatta decisamente bella per uscire con lui. Quando arrivò sul penultimo gradino, lui le andò incontro, le prese la mano e ne sfiorò leggermente il dorso con le labbra. Poi alzò lo sguardo fino ad incrociare quello raggiante di lei, fece un sorrisetto malizioso e le sussurrò:
"Enchantè, madame"
"Ah, Vegeta...piantala di prendermi in giro. Non rendo affatto giustizia a questo bellissimo vestito. A Bulma sarebbe stato cento volte meglio"
"Forse, ma addosso a Bulma, con me intorno, non sarebbe durato molto...andiamo?" rispose lui porgendole il cappotto.
"Certo. Ciao Gohan, ciao Bulma. A più tardi!" gridò Chichi su per le scale, infilandosi un paio di guanti neri.
"Ciao, divertitevi!" si sentirono rispondere i due prima di infilare l'uscita.
La limousine li portò proprio di fronte all'hotel dove una lunga coda di ospiti già attendeva impaziente di entrare. Tirava un vento gelido quella sera e, soprattutto le signore, si stringevano al braccio dei loro accompagnatori per cercare di ripararsi. Quando l'uomo che controllava gli inviti e faceva entrare le coppie vide arrivare la limousine della Capsule Corp. iniziò a far spostare le persone in fila davanti a lui dicendo:
"Fate passare, prego. Sono arrivati i signori Brief, fate largo"
Quando però vide che insieme a Vegeta non c'era Bulma, ma una donna a lui sconosciuta, li bloccò dicendo:
"Scusate signori, il vostro invito?"
"Ma quale invito? Io sono il marito di Bulma Brief, non si ricorda di me? Mi ha visto anche l'anno scorso" gli rispose Vegeta cercando di mantenersi calmo.
"Sì, mi ricordo di lei, ma questa non é sua moglie, la signora Brief. Se vi siete separati non è affar mio, ma lei non può partecipare con un'altra donna" insistette l'uomo con tono insolente, senza rendersi conto del pericolo a cui stava andando incontro.
"Eh? Ma come ti permetti?" disse Vegeta prendendolo per la cravatta e alzandolo di peso.
A quel punto dovette intervenire Chichi che, dividendo come meglio poteva i due disse:
"Mi scusi. La mia amica, Bulma, é purtroppo indisposta e non potrà presenziare. Ha mandato me, al suo posto, per poter leggere il suo discorso e fare la donazione all'asta di beneficienza. Ora, per cortesia, visto che qui fuori fa molto freddo e nessuno ha voglia di ascoltare le sue stupide congetture, ci farebbe entrare?"
L'uomo, ancora leggermente turbato dal tête-à-tête avuto con Vegeta, si limitò a togliere il cordone dorato che delineava l'ingresso e li fece passare con un timido:
"Prego, signori, buona serata"
Una volta entrati, a Chichi sembrò che si fermasse il cuore. La sala era fastosamente ornata in stile natalizio, con molto buon gusto. Al centro, c'era un enorme albero con migliaia di piccole luci che lo illuminavano come cristalli baciati dalla luna. In un angolo, c'era anche una piccola orchestra di violini che, per il momento, si limitava a suonare musiche natalizie creando un'atmosfera magica. Ma la cosa che più le tolse il fiato, furono le centinaia di occhi che si rivolsero a loro, non appena misero piede nel salone. Chichi si bloccò, sentì quasi le gambe cederle per l'emozione. Vegeta avvertì lo stato d'animo di Chichi e, prendendole una mano, se la mise a braccetto e le sussurrò:
"Gine, va tutto bene. Stai tranquilla"
Venne un cameriere per condurli al loro tavolo e, mentre lo seguivano, Chichi continuò:
"Ci-ci guardano tutti...io, non sono abituata"
"Se vuoi gli faccio un kaioken che mi ha giustappunto insegnato oggi Gohan, così la finiscono di darti noia" continuò lui con un sorriso riuscendo nell'intento di far ridere anche lei.
"Ah, Vegeta, sei incorreggibile..."
"E tu sei bellissima, è per questo che ti guardano"
"Grazie, Vegeta, anche tu sei molto elegante, sembri davvero un principe!"
"Sì, ma l'abito non fa il monaco e io un principe lo sono davvero, anche se fossi venuto qui nudo"
"Hehe. A quel punto non credo che le donne che ci sono qui dentro si sarebbero limitare ad osservarti come stanno facendo gli uomini con me adesso"
"Già, anche da vestito non scherzano affatto. Non ce n'è una che ha i battiti del cuore regolari..."
"Vegeta! E smettila di contare i battiti, finirai per impazzire! E non ti permettere di misurare ancora i miei…sono agitata per il discorso, non per te, sai?"
"Lo so, lo so…Ma sai, è una cosa che mi diverte molto e, se proprio lo vuoi sapere, adesso so che sei più tranquilla, di quando siamo entrati"
"É vero, sarà che, ora che siamo seduti, non mi sento più tutti gli occhi puntati addosso. Ma tu come fai? Voglio dire, prendi quelle due signore vicine all'albero di Natale. Non hanno smesso di fissarti nemmeno per un secondo e ancora lo fanno, spudoratamente, direi"
"Ma chi? Quelle due racchie laggiù, sembrano l’alieno del documentario di ieri sera? Dovrei sentirmi lusingato che due mostri simili abbiano voglia di saltarmi addosso, mentre la più bella donna di tutta la sala non mi degna di uno sguardo?" disse il sayan facendole un sorriso.
"Se non ti conoscessi, Vegeta, direi che stai tentando di conquistarmi..."
"No, ho solo detto la verità, sei oggettivamente la più carina qui dentro e la cosa mi aggrada molto. Non mi sembra di aver detto nulla di male..."
Vegeta fu interrotto da una voce femminile che proveniva dal tavolo proprio dietro alle sue spalle.
"Mi scusi..."
"Checc'é?" rispose lui voltandosi e fulminando la donna con lo sguardo, per averlo interrotto.
"Ma lei non è il marito della signora Brief?" chiese la donna che Chichi riconobbe essere una dei due  "mostri" che fissava Vegeta, solo pochi istanti prima.
"Sì e quindi? C'è qualche problema?" chiese lui innervosito.
"Mi chiedevo..." continuò la donna avvicinandosi al suo orecchio per parlare a bassa voce, per non farsi sentire da Chichi che guardava la scena divertita.
"Mi chiedevo...visto che è venuto accompagnato da sua sorella anziché da sua moglie, se lei fosse...ehm...libero e interessato a trovare una 'compagnia' per la serata…lei è così affascinante..."
Vegeta si ritrasse, di tutto ciò che la donna aveva detto la cosa che l'aveva più colpito era stato il presunto rapporto di parentela che lei pensava lui avesse con Chichi.
La guardò un po' perplesso inarcando un sopracciglio, poi, cercando di essere cordiale, le disse:
"Signora, la mia compagna non è mia sorella e io non sono affatto "libero". Quanto alla vostra proposta, preferirei quasi di più ricevere le avances da quel cameriere laggiù. E ora, se non le dispiace, le auguro una buona serata"
La donna fece una faccia allibita e voltandosi gli diede pure del maleducato.
"Non mi sembra di essere stato così scortese..." disse lui tornando a guardare Chichi che gli disse:
"Uau, Vegeta, non conoscevo il tuo lato...ehm...come dire...gay?"
"Nooo, ma cheddici? Anzi, la vuoi sentire una storiella simpatica?"
"Spara!" rispose lei incuriosita.
Vegeta le raccontò della sua prima trasformazione in ssj, grazie al bizzarro espediente che Goku aveva trovato, quasi due anni prima, sul monte Everest.
"Ma dai! Non ci credo! Il mio Goku che fa una cosa simile?! É incredibile! Ecco perché hai detto quella cosa quella volta!" esclamò Chichi allibita alla fine del racconto.
"Di che parli?"
"Al risveglio di Goku, dopo la sua malattia. Dicesti che ti era venuta la sua stessa idea per farti trasformare in ssj. Ricordi? Non ero mai riuscita a capire quale fosse stata l'idea. Ora é tutto chiaro" spiegò Chichi con molta serenità.
Vegeta, ricordando l'episodio divenne un po' rosso, poi disse:
"Non so se mi sono mai scusato abbastanza per quella volta...se non l'ho fatto, ti chiedo di nuovo perdono…l’unica cosa che pensavo veramente di ciò che ti dissi era che mi ricordavi le donne sayan. È per questo che ora ti chiamo Gine...Comunque mi devo scusare anche per stamattina. Mi diverto a far ingelosire Bulma...fa delle facce buffissime. Mi spiace però che ci sia andata di mezzo tu"
"Oh, Vegeta, non ti preoccupare. Quel giorno, a conti fatti, fu uno dei più belli della mia vita. Goku si risvegliò e la sera abbiamo concepito Goten. Cosa avrei potuto volere di più? E per stamattina...beh, anche a me diverte vedere Bulma ingelosirsi. Ha elaborato un piano per farci andare d'accordo che, a mio parere, ha funzionato alla grande e poi, la prima a dubitarne è proprio lei! È buffa, no? Non lo pensi anche tu?” chiese Chichi vedendo Vegeta diventare serio tutto ad un tratto sentendo queste sue parole.
“Sai, penso…
“Buonasera signore e signori! Ho l’onore di darvi il benvenuto a questa magnifica serata organizzata dalla Capsule Corporation per l’annuale raccolta di fondi…
La voce di un uomo che, microfono alla mano, aveva dato inizio di fatto alla serata richiamando l’attenzione di tutti i presenti, distrasse tutti dai loro discorsi, tranne Chichi e Vegeta che continuarono a fissarsi negli occhi.
“…Come ogni anno rinnoviamo, con spirito natalizio…
“Pensi…” chiese Chichi.
Vegeta le fece un sorriso, poi si sporse in avanti, come per permetterle di sentire meglio ciò che aveva da dirle.
“…quindi invito qui sul palco la signora Brief per il suo discorso annuale…
“Penso che…stiano chiamando te, fatti onore…” le disse Vegeta facendole l’occhiolino e allargando ancora di più il sorriso.
“Oh, sì, certo…vado. Spero di non svenire…” disse Chichi alzandosi in tutta fretta e prendendo il foglio del discorso di Bulma dalla pochette.
“In bocca al lupo” le sussurrò Vegeta.
“Crepi…ma non ti illudere di scamparla, mi devi una risposta…” disse lei allontanandosi dal tavolo per dirigersi verso il palco dove il presentatore l’accolse con un caloroso:
“…OOOOH! Buonasera, rappresenta lei la Capsule Corporation stasera?”
“Sì…ehm…purtroppo la signora Brief era indisposta e non è potuta venire. Si scusa per l’assenza e augura a tutti un felice Natale…Ora vi leggerò il breve discorso che avrebbe lei stessa voluto presentarvi…

‘Buonasera Signore e Signori, vorrei ringraziarvi innanzi tutto…

Mentre Chichi sul palco faceva le veci di sua moglie, Vegeta rimasto al tavolo la osservava attentamente, senza però ascoltare minimamente ciò che lei stesse leggendo.
La sua testa era occupata da un unico pensiero: come rispondere alla domanda che Chichi gli aveva posto. Come poteva rispondere a lei quando ancora nemmeno lui si era ancora domandato se il piano di sua moglie avesse funzionato?

…so che è stato un anno difficile per tutti, ci siamo tutti impegnati a raggiungere un unico obiettivo…

Distraendosi un attimo dai suoi pensieri, il principe riuscì ad udire solo queste parole pronunciate nel discorso di Chichi e, un istante dopo, come un fulmine che illumina una notte troppo buia per poter vedere ciò che ti sta ad un palmo dal naso, capì tutto. Ora sapeva esattamente cosa rispondere a quella donna che, ormai era chiaro, era diventata come sua sorella.

…Concludo augurandovi una buona serata, buon Natale e, infine, buon appetito!’

Seguì un fragoroso applauso con qualche fischio di apprezzamento molto poco carino su colei che aveva letto il discorso. Chichi diventò tutta rossa, scese dal palco e fece per tornare al suo tavolo quando una mano la prese per il polso. Si sentì strattonare e, voltandosi, incrociò degli enormi occhi azzurri, sopra un sorriso da ebete, che la guardavano:
“Hey, dolcezza, ma lo sai che sei veramente carina? Dì un po’, ho visto che sei accompagnata dal marito della signora Brief, vuol dire che sei libera…per un dopo serata?”
Chichi sgranò gli occhi e cercò di divincolarsi da quell’uomo tanto piacevole di aspetto, quanto rozzo nel modo di fare. Quando vide che i suoi tentativi di allontanarsi andarono a vuoto, lo guardò e gli disse:
“Mi lasci, immediatamente. Non sono affatto libera e intendo andarmene con chi sono arrivata”
“Ah, ho capito, fate le cose a tre…bene, bene…interessante, non l’avrei mai detto…comunque per me non è un problema, mi piacciono le nuove esperienze…” continuò lui, in evidente stato d’ebbrezza, con fare provocatorio.
A quel punto Vegeta, vedendo la scena, stava per intervenire quando vide l’uomo accasciarsi al suolo stringendo le mani attorno a ciò che era rimasto del suo “basso ventre”. Chichi girò i tacchi lasciandolo per terra rantolante e tornò al tavolo. Si sedette e con totale non calanche guardò il sayan che aveva uno sguardo tra l’allibito e l’allucinato e gli disse:
“Dicevamo, scusa?”
Vegeta scosse la testa, come per riprendersi da uno strano sogno. Guardò l’uomo ancora a terra che veniva soccorso da alcune persone che si erano avvicinate per vedere cosa gli fosse successo, poi, tornando a fissare Chichi le disse:
“Sto sentendo male per lui…cosa…cosa ti ha detto per meritarsi una fine così orribile?”
“Oh, niente, voleva venire a letto con te, gli ho detto di mettersi in fila…”
“CHE COSA? Ma, ma, ma…
“Hey, bello, non cambiare discorso sai? Mi dovevi una risposta, o sbaglio?”
Vegeta tornò in sé. Era sbalordito. Quella donna era una continua sorpresa. Si schiarì la voce e continuò:
“Beh, grazie per aver difeso…ehm…il mio ‘onore’…Comunque, la risposta è sì” disse accogliendo con gioia il piatto del primo antipasto che un cameriere gli aveva appena servito.
“Sì?”
“Sì, buon appetito, Gine” concluse iniziando a mangiare.
“Vuoi dire che anche tu la pensi come me, sulla riuscita del piano di Bulma?” insistette lei per sapere se avesse capito bene.
“Sì, è quello che ho detto”
“E?”
“E, cosa?”
“Non so, ne sei…felice o cosa?” chiese Chichi non riuscendo proprio a decifrare lo stato d’animo del sayan.
Vegeta fece un mezzo sorriso che rese ancora più enigmatico il suo pensiero, poi, dopo aver ingerito il boccone che aveva in bocca, prese il bicchiere colmo di vino bianco e le disse sottovoce:
“È difficile…per me…dire ciò che provo…a chiunque mi stia attorno…Ancora più difficile è dimostrarlo senza essere…ah, non lo so…Solo due giorni fa e solo grazie a Gohan sono riuscito a capire…come…cioè, cosa sento…per te…ma ti prego, non…non chiedermelo…Ora vorrei solo trovare il modo per dimostrartelo, come Gohan fa con me…come Kaaroth ha sempre fatto con me…ma io non credo di esserne ancora capace…con nessuno. Mi dispiace, ma per ora è tutto ciò che sono riuscito ad imparare…Quindi, ti va di brindare a noi?”
Chichi era esterrefatta. Non poteva credere che Vegeta, l’orgoglioso principe dei sayan, fosse arrivato a capire di poter provare dei sentimenti diversi da quello che sicuramente sentiva per Bulma e per Trunks che non fossero odio o totale indifferenza. Si limitò a prendere il suo bicchiere e, facendolo tintinnare contro quello del principe gli disse:
“A noi, Vegeta, grazie per ciò che hai detto, vale di più di mille carezze”
Chichi aveva intuito perfettamente ciò che il sayan aveva cercato di dirle con estrema fatica. Gli fece un sorriso ed entrambi si bevvero lo spumante tutto d’un fiato, come per sigillare per sempre il loro brindisi.
La cena continuò in modo estremamente piacevole. I due scoprirono di avere molti interessi in comuni, primo tra tutti Gohan, seguito da Goku e dalle arti marziali che anche Chichi, a suo tempo, praticava.
Quando l’ennesimo cameriere portò l’ennesimo secondo piatto, Chichi lo guardò sconsolata. Le piaceva tantissimo il sushi, ma proprio non ci stava più niente nel suo stomaco.
“Vegeta, non l’ho nemmeno toccato, lo vuoi tu?” chiese al principe che viceversa sembrava insaziabile.
“Cosa? Ma sei sicura? È buonissimo! Comunque certo, lo finisco io, lascialo”
“Ok, ti spiace se faccio un salto alla toilette? Credo di aver bevuto troppo e ho bisogno di rinfrescarmi il viso”
“No, figurati. A patto che al ritorno non atterri nessun altro…” concluse lui prendendo il piatto di sushi lasciato dal Chichi.
“Meglio da me che da te, Vegeta…comunque starò attenta, torno subito, ok?”
“Fa con comodo” disse lui prima di addentare un boccone che sembrava veramente squisito.

 



 
   
 
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