Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: simonasaretta2002    28/01/2015    1 recensioni
e se jack Frost e elsa fossero in un unica storia?
questa è la storia di due ragazzi, Jack ed Elsa, accomunati da un potere: il gelo.
Jack è lo spirito della neve e guardiano del divertimento. Solitario, problematico e per nulla convinto di diventare una leggenda.
Elsa è una ragazza apparentemente molto riservata soltanto perché ha paura dei suoi stessi poteri, ma in realtà è una ragazza molto forte.
Vivono ai lati opposti della città di Thule. l'uno non sa dell'esistenza dell'altra. ma, per strane coincidenze o per scelta del destino, le loro vite si incroceranno.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Jack Frost, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV. Elsa












Sono chiusa nella mia stanza. È molto grande e spaziosa, anche se dentro non c’è altro che qualche mobile, un comodino con un cassetto con i miei guanti e il mio letto.
Sono affacciata alla finestra, stando ben attenta a non toccare nulla con le mie mani, per non ghiacciare tutto.
Si, io ho questo potere, anche se io vorrei non averlo. Da piccola adoravo poter ghiacciare le cose, mia sorella Anna lo adorava.
Mi ricordo in particolare quando, la mattina di natale, mi svegliò per andare nel salone a fare i pupazzi di neve. Era così felice in quel periodo, progettavamo quella mattinata mesi prima, ogni anno.
Fino a quando accadde l’imprevedibile: Anna si arrampicò su uno scivolo di ghiaccio creato da me, ma scivolò cominciando una rovinosa caduta verso una stalattite.
In quel momento lanciai un fascio di ghiaccio, riuscendo a spostarla ma la colpì alla testa.
Quando entrarono i nostri genitori e videro l’intera stanza ricoperta di ghiaccio e me a terra con la piccola Anna priva di coscienza tra le mie braccia, si spaventarono molto, dandomi dell’ incosciente.
Subito dopo portarono mia sorella dai troll e la curarono. La mia incoscienza fece guadagnare una ciocca biondo-platino che tutt’ora la caratterizza.
Da quel giorno il re e la regina presero coscienza dei mie effettivi poteri e mi donarono un paio di guanti che permettevano di trattenerli. Separarono me e mia sorella, mandandoci in stanze separate.
Da quel giorno non ho più giocato con mia sorella, l’ho sempre evitata e so che anche lei ci soffre molto.
Ogni mattina di natale viene a bussare alla mia porta chiedendomi di andare con lei a fare un pupazzo di neve,  ma non riceve più una risposta da anni.
Lei non sa che quella richiesta mi lacera il cuore e che il ricordo di quella mattina è ancora fresco nella mia mente.
Ho promesso ai nostri genitori che non avrei mai fatto parola di ciò con nessuno.
Ora sono seduta davanti alla porta, sento i miei genitori consolare Anna per l’ennesima volta perché si assume tutta la colpa del nostro distaccamento molto improvviso.
<< Oh, sorellina non fare così, tu non hai colpa di nulla. Tu sei solo la vittima.>>
Nella mia camera cominciano a cadere fiocchi di neve. Succede sempre quando piango.
All’improvviso sento bisogno di aria, di allontanarmi da questo castello, dalla mia vita, dai miei pensieri.
Decido di spalancare la finestra e uscire da lì calandomi dalla finestra con l’aiuto delle lenzuola.
Annodo le lenzuola, le incastro un’estremità nello stipite della finestra e l’altra la lancio giù.
Comincio a calarmi e una volta toccato terra, disincastro le lenzuola e le nascondo dietro un cespuglio.
Dopo essermi assicurata che le lenzuola fossero ben nascoste, mi dirigo verso il bosco che porta in vetta.
Tra gli alberi aleggia un senso di pace e di tranquillità che mi calma, anche se non del tutto.
Sto per arrivare nel mio posto segreto quando noto della neve a terra.
Di primo impatto penso che sia normale, dato che siamo in montagna, ma poi la ragione mi fa notare che è estate.
Da dove arriva tutta questa neve?
I miei quesiti trovano le rispettive risposte non molto più tardi.
Scorsi un ragazzo alto, con i capelli bianchi, occhi color dell’oceano, con un bastone.
Ciò che mi stupisce in quel momento è il fatto che quel ragazzo è scalzo, sulla neve.
Mi nascondo dietro ad un cespuglio,quando vedo il ragazzo rimanere sospeso a mezz’aria.
Rimango sbalordita. Mi strofino gli occhi, sperando che quello che ho appena visto sia stato solo frutto della mia immaginazione, ma non appena riprendo il controllo della vista, vedo un raggio luminoso uscire dal suo bastone.
Il raggio era molto simile a quello che usciva dalla mia mano quando facevo comparire pezzi di ghiaccio appuntiti.
Da quel fascio bianco si creano delle lastre di ghiaccio dove lui si muove sereno e tranquillo, come se fosse terreno normale.
Non è possibile. Non può avere i miei stessi poteri. Non può essere cosi tranquillo ad usarli.
Cerco di avvicinarmi con molta cautela per tentare di non farmi scoprire ma, inavvertitamente, calpesto un ramo, spaccandolo.
Noto che il ragazzo si gira verso la mia direzione, stranito. Se scopre che sono qui sono finita.
Lo vedo alzarsi chiedendo chi possa essere e dirigersi verso di me.
Quasi involontariamente mi allontano prima lentamente, poi correndo fino a quando non vado ad inciampare in una radice e cado, sentendo il mio mantello strapparsi attorno ad un ramo, ma non posso fermarmi ora.
Mi rialzo e riprendo a correre senza avere bene in mente dove io stia andando.
Corro fino a quando non mi ritrovo davanti un laghetto. È un lago limpido, bellissimo, avvolto in un paesaggio che gli conferisce un aria così fiabesca, ma ora non ho tempo di fermarmi ad ammirare codesta meraviglia.
Pensa Elsa, pensa. Girare attorno al lago avrebbe richiesto troppo tempo, senza calcolare che il ragazzo scalzo con i miei stessi poteri avrebbe fatto in tempo a raggiungermi.
Opto per attraversare in mezzo al lago. Poso un piede sull’acqua cristallina che si ghiaccia istantaneamente. Riprendo a correre, superando il laghetto e arrivando fino a valle, dove si trova il castello.
Afferro la scala e salgo in camera mia, chiudendo infine la finestra.
Solo ora mi accorgo di aver corso parecchio e di avere il fiatone. Dopo essermi stesa sul mio letto e aver ripreso fiato, decido di riordinare i miei pensieri parecchio confusi.
Quel ragazzo può gelare tutto ciò che egli voglia,esattamente come me. Questo vuol dire che non sono la sola a dover convivere con tutto ciò.
È un sollievo riuscire a comprendere che non sono sola in questa “ avventura”. Devo conoscere quel ragazzo.
In quell’istante entrano i miei genitori. Noto lo sguardo arrabbiato e deluso di mio padre e preoccupato di mia madre.
<> comincia mio padre. Come fa a sapere che sono uscita?
<< Elsa, tesoro, devi smetterla di calarti dalla finestra con le lenzuola. Potresti farti male.>> mi rimprovera mia madre. Ecco come fa a saperlo. Anche io furba, ogni volta le nascondo nel solito cespuglio, oramai lo hanno anche capito.
<< scusatemi, ma non riuscivo a stare in stanza un secondo di più. Avevo bisogno d’aria.>> cerco di giustificarmi, ma non credo di aver convinto i miei, non abbastanza almeno.
<< elsa, tesoro>> mio padre si avvicina a me, accarezzandomi la testa << quello che sai fare non è visto di buon occhio qui a Thule. Ricordi la promessa che ci siamo fatti?>> dice comprensivo mio padre.
<< si ma padre …>>
<>
<< scusatemi ancora, non succederà più.>> si certo Elsa, lo dici sempre. Abbasso lo sguardo fino a quando mio padre e mia madre escono da camera mia.
Tutto ciò è cosi stressante. Ma non posso raccontargli che ho visto un ragazzo volare e far uscire lampi di ghiaccio dal suo bastone. Non ora, per lo meno.
Rivolgo uno sguardo alla finestra, dicendomi che avrei trovato quel ragazzo ad ogni costo. Sapevo com’era fisicamente, cosa sapevo fare e ,soprattutto, che il mio posto preferito era anche il suo.
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buongiorno ragazzi e ragazze!!  ecco il nuovo capitolo. lo dedico a Musa00 e ovviamente a chicca!! 
spero vi piaccia, al prossimo capitolo!! spero in piu recensioni.
baci,
S.S.S

 
  
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