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Autore: WibblyVale    28/01/2015    3 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Quando si viene istruiti per diventare ninja c'è una cosa che nessuno ti spiega mai. Non lo fanno all'Accademia e nemmeno quando entri nelle forze speciali. Shiori era stata fortunata, lei aveva avuto dei maestri che questa cosa gliel'avevano detta sin dal primo giorno: la vita di un ninja, i suoi sogni e le sue paure appartenevano in tutto e per tutto al Villaggio. Esso veniva prima di qualsiasi altra cosa.
A lei era stato chiaro da subito il concetto di sacrificio, ma non aveva mai capito davvero cosa significasse. Questo almeno finchè i suoi genitori non si erano sacrificati per esso, rinunciando a stare accanto ai propri figli. L'aveva capito quando Kushina e il Quarto Hokage avevavano dato le loro vite per proteggere il Villaggio e il loro bambino. Lo capiva ora più che mai.
Shiori faceva queste riflessioni mentre guardava la casa di Kakashi, senza riuscire a muoversi. La determinazione che l'aveva fulminata, quando era fuggita dalla sua camera, in quel momento l'aveva abbandonata. Stava cercando senza alcun successo il coraggio di entrare. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Come avrebbe potuto spiegargli tutto? Lui meritava di avere una risposta alle sue domande. Temeva però che il suo cuore, già andato più volte in pezzi, potesse non sopportare la notizia. Sapeva bene quanto l'amasse. Si chiedeva come avrebbe potuto guardarlo nel suo profondo occhio nero e spezzargli il cuore. Lui era stato la sua roccia, la persona che più di tutti, persino più di Shikaku, la capiva. Raccolse le poche forze che le erano rimaste ed entrò.

Il copia-ninja era tornato da pochi minuti nel suo piccolo appartamento. Era stato in cucina a prepararsi una tisana rilassante e a ponderare gli eventi di quella serata. Conosceva bene Shiori, qualunque cosa l'avesse gettata in quello sconforto doveva essere davvero grave. Lei normalmente non si demoralizzava anche se le accadevano cose brutte. Aveva smesso di farlo tanto tempo prima. L'unica cosa che la faceva davvero soffrire ancora era quando le persone intorno a lei potevano rimanere ferite, sia fisicamente che emotivamente. Ciò che non capiva era chi tra le persone che amava fosse in pericolo. O chi tra di loro avrebbe sofferto.
Quando finì la tisana, decise di prepararsi per andare a letto. Sapeva che non avrebbe dormito, aveva troppi pensieri per la testa, ma ci doveva almeno provare. Stava cominciando a slacciarsi la cravatta, quando sentì dei passi avvicinarsi sempre di più alla sua stanza. Avrebbe riconosciuto il loro rumore e il profumo che li accompagnava tra mille.
Kakashi si voltò verso di lei, non appena entrò nella stanza. Quella poca determinazione che la ragazza aveva ancora in corpo, se ne andò alla vista del suo viso e le lacrime cominciarono a scendere silenziose sulle sue guancie.
"Hey che succede?"
In un attimo fu accanto a lei, asciugandole le lacrime con le sue dita.
"Shiori, guardami ti prego. Dimmi cosa c'è che non va."
La kunoichi si limitò a lanciare le braccia al suo collo, prendendo a baciarlo. Era una richiesta d'aiuto, un bacio disperato. Kakashi rispose al bacio, stringendola in un abbraccio, cercando di consolarla. Shiori spostò le mani sulla cravatta del ragazzo, sfilandogliela, poi cominciò ad armeggiare con i bottoni della camicia. Quando realizzò cosa stava per accadere, il ragazzo dai capelli argentati le bloccò i polsi, imponendole di guardarlo.
"Non credo che qualunque sia il tuo problema si possa risolvere in questo modo."
"Non importa."
Si liberò dalla sua presa e tornò alla carica. Lui la scostò da sè.
"Shiori! Parlami. Che ti succede? Perché stai piangendo?"
Vide la luce uscire dai suoi occhi. Le ginocchia le tremarono e cadde tra le sue braccia. Lui la fece accomodare sul suo letto e la strinse, accarezzandole dolcemente i capelli. Non riusciva a vederla così debole, non era da lei. Persino quando si era trovata in ospedale dopo aver affrontato Orochimaru non aveva perso la sua determinazione. "
Qualunque cosa sia la possiamo superare insieme. Io ci sarò sempre per te."
Shiori strinse la presa sulla sua camicia, bagnandola di lacrime. Come poteva dirgli che era lei che non ci sarebbe stata più per lui? In quel momento si odiava così tanto. Odiava risultare così debole, odiava ciò che avrebbe detto, odiava il fatto che chi amava avrebbe sofferto.
"Cos'è che ti ha sconvolto così tanto?"
La ragazza tirò su con il naso, ma rimase con la testa appoggiata sul petto del giovane ninja. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi.
"La chiacchierata con l'Hokage." La voce che uscì non sembrava nemmeno la sua. Era così flebile. "Lui... Lui mi ha fatto un'offerta. Io..."
"Che offerta?"
Shiori si preparò a raccontare gli eventi della mattina precedente.

"Ti prego Shiori, prendi una sedia. Devo parlarti di una cosa estremamente importante."
La ragazza si sedette, sentendosi sempre più nervosa. Il volto dell'uomo davanti a lei era segnato da un forte dolore.
"Ricordi quasi due anni fa quel gruppo di mercenari che tu e il tuo gruppo avete fermato, mentre perlustravate i confini?"
"Si, li avete interrogati, ma non vi hanno rivelato nulla di importante."
"Ho mentito." Shiori l'aveva sempre sospettato. "Loro lavoravano per Orochimaru e, come il ninja che abbiamo catturato durante l'attacco a Suna, ci hanno rivelato qualcosa di preoccupante."
La ragazza rimase in silenzio, aspettando che il suo capo raccogliesse le idee per continuare.
"Secondo quello che ci hanno detto Orochimaru si serve di un gruppo di ninja mercenari dell'ovest, che si fanno chiamare Kumori, per fare delle ricerche su di un'antica leggenda."
"Perchè si serve di questi mercenari?"
"Questa organizzazione è piramidale. I mercenari dei livelli più bassi, sono quelli che fanno, per così dire, i lavori di fatica e raccolgono fondi facendo lavori di poco conto. Sono coloro che si trovano ai piani alti che interessano ad Orochimaru. Questi sono tutti ninja con conoscenze specifiche e un grande intelletto. Inoltre, lui non vuole che si sappia che sta facendo ricerche su questa cosa. Di conseguenza, ha dislocato le ricerche su un'altra organizzazione, pagandola profumatamente."
La giovane Nara ascoltava attenta l'uomo più anziano. Non aveva mai sentito parlare di questa Kumori. Evidentemente l'Hokage doveva aver sguinzagliato alcuni dei suoi migliori Anbu, per scovare le informazioni necessarie.
"Cosa sta cercando?"
"Sta cercando degli antichi scritti, che spiegano come poter controllare la vita e la morte. Non conosciamo bene le implicazioni di tutto ciò, ma il ninja che abbiamo catturato a Suna è stato molto chiaro: la tradizione vuole che questo potere fosse in possesso di un grande ninja. Se Orochimaru mettesse le mani su un tale potere, sarebbe la fine. Non sarebbe come una semplice tecnica della resurrezione, questo gli donerebbe il potere di un Dio! Non riesco ad immaginare cosa potrebbe accadere..."
Shiori soppesò le parole dell'Hokage. Capiva perfettamente la sua preoccupazione, ma perché le stava dicendo tutto quello e solo dopo così tanto tempo?
"Hokage-sama, immagino che queste informazioni siano riservate. Quindi se ha deciso di informarmi suppongo che abbia bisogno del mio aiuto."
"Si, vogliamo trovare quegli scritti prima che lo faccia Orochimaru. Il problema è che non possiamo agire da soli e sicuramente non possiamo rendere questa una missione ufficiale. Gli altri paesi potrebbero venirne a conoscenza. Per accaparrarsi un tale potere i Kage potrebbero essere disposti ad affrontare un'altra Guerra ninja.
Il ninja che abbiamo catturato a Suna era un archeologo. Aveva appena iniziato a lavorare per la Kumori e a fare ricerche sui testi che l'organizzazione aveva cominciato a raccogliere nel corso di questi anni. Secondo i nostri informatori non hanno ancora trovato nessun ninja che sia abbastanza forte e che abbia le conoscenze necessarie per portare avanti il lavoro."
"E qui entro in gioco io."
"Si, hai le capacità adatte per acquisire le conoscenze basilari in poco tempo e fingerti un'archeologa per poter entrare nell'organizzazione. Inoltre sei molto forte, ma... Sono i tuoi poteri quelli che mi hanno fatto pensare a te. Tu puoi capire le persone molto velocemente e ti darebbe un vantaggio su quelli della Kumori. Riusciresti ad adattarti alla situazione meglio di qualunque altro ninja."
C'era qualcos'altro, qualcosa che lui non voleva dirle. Provò di nuovo quella strana sensazione che aveva sentito provenire da lui dopo lo sterminio degli Uchiha: l'Hokage non la voleva vicino.
"Significa che dovrò allontanarmi da Konoha per molto. Quanto dovrebbe durare la missione?"
"Le ricerche sono appena iniziate e i documenti di cui l'organizzazione è in possesso sono tutti da tradurre dal linguaggio antico. Questa missione potrebbe durare anni."
"Anni? Ma signore, la mia famiglia? Kakashi?"
"Lo so che ti sto chiedendo molto, per questo ti do qualche giorno per pensarci. Puoi anche parlarne con loro, anche se la cosa ovviamente dovrà rimanere il più segreta possibile. Credo che meritino di sapere. Kakashi, inoltre, ha già dovuto sopportare molte perdite, forse sapere la verità lo farebbe stare meglio."
Non sapeva cosa rispondere. Quale altra obiezione poteva fare? Forse che studiare l'archeologia e imparare a tradurre testi antichi si sarebbe rivelato impossibile in così poco tempo? Ma chi prendeva in giro? Forse peccava di superbia nel pensarlo, ma lei ci sarebbe riuscita senza alcun problema. Poi un'idea la folgorò.
"Orochimaru mi conosce molto bene. Come posso lavorare con un'organizzazione che è in combutta con lui."
"Lui comunica solo con il capo dell'organizzazione. Ciò che è successo a Suna è stata una semplice casualità. Entrambe le parti si dovevano trovare lì: Orochimaru per te e loro per una pergamena. Entrambi hanno avuto ciò che cercavano. Se siamo fortunati tu non dovrai mai avere a che fare con lui."
"Ma la mia sparizione verrà notata. Non sono la più popolare di Konoha, ma ho degli amici."
Il Terzo sospirò triste.
"Lo so, mi dispiace. E' per questo che, se decidi di intraprendere questo viaggio, tu dovrai morire. Shiori Nara dovrà essere cancellata."
La ragazza sbarrò gli occhi e senza rendersene conto cominciò ad urlare.
"Mio nipote! Come posso fargli una cosa del genere?"
"Se non vuoi, puoi rinunciarci. E' per questo che ti sto dando la possibilità di pensarci, di parlarne con i tuoi cari. So che è una decisione difficile."
La giovane ninja rimase in silenzio per quella che parve un'eternità.
"Signore, se io accettassi e avessi successo, questo pericoloso potere verrà portato a Konoha. Qui non siamo tutti dei santi, c'è più di una persona che lo userebbe per i propri interessi. Anche lei potrebbe farsi corrompere da questa forza. Sarà anche l'Hokage, ma è pur sempre un essere umano, anche lei ha le sue debolezze. Pure io potrei cadere nella trappola e usarlo per i miei scopi."
Non sapeva dove aveva trovato il coraggio di parlare con tale franchezza. Forse era stata la consapelozza di essere l'unica speranza di quell'uomo, forse il fatto che sentiva che continuava a tenerle nascosto qualcosa. Onestamente non lo sapeva, ma era certa che se non l'avesse detto se ne sarebbe pentita.
Sarutobi la guardò senza alcun aria di rimprovero, la stava solo studiando impressionato e anche con una leggera punta di orgoglio.
"La piccola bambina indifesa che Tsunade mi ha messo davanti quando ha scoperto che avevi dei problemi è sparita. Sei sempre stata una ragazza sveglia Shiori, non c'è che dire. Si è vero il potere corrompe anche il migliore degli uomini e io ho smesso di essere tale molto tempo fa. Sarei il primo a trarre beneficio dalle tue ricerche. Per questo quando avrai trovato ciò che cerchi lo riporterai al Villaggio e lo rinchiuderemo in un luogo sicuro di modo che nessuno ne venga a conoscenza. Io nemmeno mi avvicinerò a quei manoscritti."
Era sincero, mentre diceva queste parole. Shiori non potè fare altro che credergli.
"Per quanto rigaurda te, invece." continuò. "Non credo che saresti capace di usarlo per i tuoi scopi. Tu puoi sentire questo mondo soffrire e gioire. Probabilmente, anche se in modo inconscio, capisci le sue trame più oscure e i suoi scopi meglio di chiunque altro. Non faresti mai nulla per distruggerne l'equilibrio."
Ancora confusa, si alzò dalla sedia, ma dovette appoggiare le mani sul tavolo per reggersi in piedi.
"E' un onore per me che lei mi abbia ritenuto degna di una tale missione. Ci penserò."
Si voltò ed uscì dalla porta, disperata perchè nel momento stesso in cui l'Hokage le aveva fatto la proposta e detto le ragioni che lo avevano portato a scegliere lei, aveva capito immediatamente di essere la persona giusta. Solo lei poteva impedire che il mondo venisse governato da un dio pazzo.


Kakashi ascoltò il racconto in silenzio. Le sue mani avevano smesso di accarezzarle i capelli già da tempo, il suo corpo si era irrigidito. Non disse nulla per molto tempo, dopo che il racconto di Shiori fu terminato. Lei, nonostante desiderasse sapere cosa gli passava per la testa, gli lasciò elaborare quelle informazioni senza invadere la sua privacy.
Ancora non era stata capace di guardarlo negli occhi. Teneva la testa sul suo petto, che si alzava e abbassava ritmicamente. Lui avrebbe voluto allontanarla da sè, urlarle contro, chiederle spiegazioni, abbracciarla, confortarla, dirle ce l'avrebbe aiutata in qualsiasi modo. Invece non fece nulla. Troppi sentimenti contrastanti vorticavano in lui. Anche se i più chiari e presenti di tutti erano la frustrazione e la rabbia. Quindi rimase lì, immobile ad attendere di riottenere l'uso della parola.
"Allora hai deciso di andartene?" disse infine con un tono talmente gelido da farla rabbrividire.
Finalmente lei alzò la testa per guardarlo.
"No, volevo parlarne con te e la mia famiglia prima."
"Certo ed è per questo che sei così sconvolta." Era sarcastico, era furioso.
"Sono sconvolta perché non so quale sia la decisione più giusta da prendere!"
"Almeno non prendermi in giro! Ti conosco abbastanza bene, da sapere che hai già preso una decisione. Credevo di essere più... Lascia perdere. Ci sono abituato." Era rassegnato, triste.
"Kakashi io..." provò a dire.
"Così sei venuta qui per divertirti un po' con me, prima della grande fuga. Mi dispiace di aver rovinato i tuoi piani, ma se vuoi non è mai stato da me deludere le tue aspettative."
Ora era volutamente crudele. Shiori sapeva che non aveva diritto di arrabbiarsi con lui, ma non riuscì a trattenersi. Si alzò dal letto e andò verso la finestra.
"Sai essere un vero stronzo quando ti ci metti!"
"Non lo sono stato abbastanza." disse con indifferenza, ma in realtà soffriva.
La ragazza saltò sul davanzale ed uscì. Le lacrime le impedivano di vedere la strada, ma non ne aveva bisogno. Forse quando fosse riuscita a raggiungere casa sua, si sarebbe sentita ancora per una volta al sicuro.

Yoshino si era alzata per bere un goccio d'acqua e trovò sua cognata nella cucina che divorava famelica gli avanzi della cena. Corse velocemente nella sua stanza e dopo aver scosso il marito per circa un minuto, riuscì a svegliarlo.
"Che succede?" chiese assonnato.
"E' fuori dalla sua camera."
Shikaku fece un balzo dal letto e seguì la moglie in cucina. Quando li sentì arrivare, Shiori alzò la testa dal piatto. Aveva l'aria stanca e gli occhi arrossati.
"Peste, stai bene?"
"Ho avuto una brutta giornata e qualche minuto fa ho litigato con Kakashi."
"Io quel ragazzo..." cominciò a minacciare suo fratello.
"Non è colpa sua. La colpa è tutta mia questa volta." Nonostante il suo tono di voce fosse triste, lei manteneva un atteggiamento tranquillo e rilassato.
"Hai idea della paura che ci hai fatto prendere?" urlò Yoshino.
"Cara sveglierai Shika, fa piano. Però è vero: ci hai spaventati a morte. Vuoi dirci cos'è successo?"
"Sarà meglio se vi sedete."
I due coniugi presero posto di fronte a lei e ascoltarono in silenzio il suo racconto. La ragazza spiegò loro tutto per filo e per segno. Mentre raccontava, vedeva le espressioni sui loro volti modificarsi ipercettibilmente. Inizialmente erano interessati, poi solamente preoccupati. Quando ebbe finito di raccontare, fu Yoshino la prima a parlare.
"Ovviamente hai deciso di rifiutare l'offerta, vero?"
Shiori non sapeva cosa rispondere, ma Shikaku la tolse dall'impiccio ponendole un'altra domanda. Aveva le dita delle mani giunte e posizionate sotto il mento. Per quanto gli fosse possibile, cercava di mantenere un'aria riflessiva.
"Cosa pensi di questa missione?"
"Sarebbe utile per fermare Orochimaru. E' difficile assorbire le informazioni necessarie, ma dopotutto inizialmente servirebbero solo quelle basilari per impressionare i capi. Con il tempo si potrebbero acquisire maggiori conoscenze. Certo entrare in un'organizzazione come la Kumori potrebbe essere difficile, ma basterebbe sapere cosa serve per guadagnarsi la loro fiducia. Inoltre prima della m... che il ninja, che compirà la missione, esca di scena dal Villaggio, dovrà già cominciare ad operare sotto copertura con l'identità che prenderà in futuro."
Shikaku annuì.
"Perché ne stiamo parlando? Tanto lei non lo farà!" si intromise Yoshino.
Odiava quando facevano così. Tentavano di razionalizzare ogni discorso, ogni evento. Avevano paura di affrontare i loro sentimenti, dire ciò che realmente pensavano. Questo perché? Perché se non avessero ragionato lucidamente avrebbero perso il loro vantaggio. Al diavolo il vantaggio, pensava lei. Come potevano razionalizzare una cosa del genere? Sapeva che era il loro modo per non soffrire, ma in quel momento avrebbero dovuto comportarsi da esseri umani non da automi!
"Non voglio che te ne vai." si limitò a dire Shikaku.
"Lo so."
"Smettetela di fare così! Non è ancora stato deciso nulla!"
La stavano volutamente ignorando o cosa? Gli occhi di Yoshino cominciarono a riempirsi di lacrime.
"Yoshino io..."
"No! Non parlare! Non ho alcuna intenzione di lasciartelo fare! Tu glielo permetteresti?"
"Non sta a me decidere."
Le mani di Shikaku cominciarono a tremare impercettibilmente. Si sentiva impotente. Come poteva proteggerla ora?
"Sei il suo tutore!"
"Non più. E' adulta ora." disse rassegnato.
"Perché sei così calmo?"
"Perché ci sei già tu che stai perdendo le staffe per entrambi." lo disse con calma, ma era furioso. Non con la moglie in particolare. Lei stava solo soffrendo e lo capiva. Era la situazione che stavano vivendo che gli mandava il sangue alla testa. Shiori aveva seguito quello scambio di battute in silenzio, facendosi sempre più piccola. Odiava vederli così.
"Hai... hai già deciso allora?" chiese più calma.
Shiori annuì. Le parole le erano morte in fondo alla gola.
"Non hai pensato minimamente a noi, non è vero? Sei tremendamente e... egoista."
Uscì dalla stanza quasi correndo.
"Yos..."
"Lasciala andare. Dalle un po' di tempo."
Aveva smesso di guardarla. Osservava il punto in cui la moglie era sparita.
"Shikaku..."
"Io ti sosterrò. L'ho sempre fatto. Ciò non vuol dire che approvi la tua scelta. Sai come vivremo noi dal momento che te ne andrai? Hai pensato a quanto soffrirà Shikamaru?"
"Credi che non l'abbia fatto? Però sono la persona più adatta e tu lo sai."
"Non usare la logica con me! Non ora!" Fu il suo turno ora di urlare.
"Fratellone... Se non lo facessi, lo rimpiangerei. Come posso lasciare che sia qualcun altro a farlo, quando sono io quella che può risolverlo al meglio."
"Rimpiangeresti anche quello che ti stai per lasciare indietro."
"Lo so. Lo sto già facendo."
"Vieni qui peste." Shikaku la abbracciò.
Tra di loro gli abbracci erano una cosa rara. Non erano soliti dimostrarsi affetto con gesti così plateali. Shiori però fu ben contenta di sentirsi ancora una volta protetta dal fratello e trovò un po' di conforto in quell'abbraccio. Sapeva che qualunque cosa sarebbe successa lui le sarebbe sempre stato accanto.

"Mi dispiace per prima, ma non riesco..."
Shikaku era entrato nel letto e lasciò che la moglie appoggiasse la testa sul suo petto. Le accarezzava il volto con dolcezza. Doveva essere forte per lei e per Shikamaru, ma anche lui stava soffrendo. Avrebbe perso sua sorella. Quella missione sarebbe durata anni e chissà se l'avrebbe più rivista. Poteva accaderle di tutto. Ad un tratto Yoshino alzò la testa e si inginocchiò sul letto.
"Sei veramente un imbecille!"
"Grazie cara. Ti amo anche io." disse lui, fingendo di sorridere.
"Perché non le hai detto ciò che provi?"
"L'ho fatto e comunque non ce ne sarebbe stato bisogno."
"Puoi non pensare in modo logico per una volta?"
"E' l'unico modo in cui so pensare."
Yoshino cercò di trattenersi dall'aggredirlo, quel fare saccente le dava sui nervi.
"Tesoro, come stai?"
"Mia sorella ha deciso di andarsene dal Villaggio, abbandonando ogni persona che ama e ogni speranza di un futuro felice. Inoltre, sarà in costante pericolo e io non potrò proteggerla. Non potrò più rivederla. Come credi che stia?"
"Come stai?" insistette.
"..."
Yoshino non distoglieva lo sguardo.
"Ti ricordi quando è venuta a vivere con noi? Era un momento orribile. Mamma e papà erano morti. Anche l'Hokage e Kushina se n'erano andati. Il Villaggio era distrutto e nessuno sapeva se ci saremmo mai più ripresi. Lei ha passato due intere settimane ammazzandosi di lavoro e poi rinchiudendosi in camera. Provava troppo dolore. Lo provavamo tutti. Una notte la vidi piegata sulla culla di Shikamaru a cantargli una canzoncina perché si addormentasse. Si voltò e mi vide, poi mi sorrise. Era un sorriso così rassicurante. Mi disse 'Va tutto bene Shikaku. Ce la caveremo.' Sarei stato io a dover consolare lei, ma con quelle parole era stata lei a farlo con me. Da quella notte, ricordo che le cose hanno cominciato a migliorare. Io... Io non... Non so se ce la farò a vederla andare via."
La voce gli tremò. La donna abbracciò il marito, lasciando che appoggiasse la testa sulla sua spalla. Avrebbe perso la sua sorellina. Lui era quello che soffriva di più e lei l'aveva dimenticato. Doveva essere forte per lui.
"Shika, andrà tutto bene. Lei porterà a compimento la missione e lo tornerà a casa. Finalmente potremmo vivere felici. Non ci vorrà poi tanto. Voi Nara siete svegli, giusto?"
Shikaku restava in silenzio. Lei si scostò da lui per guardarlo negli occhi.
"Non c'è modo di convincerla a cambiare idea?"
Lui scosse la testa, calde lacrime silenziose gli scendevano dagli occhi.
"Shikamaru..."
"Ci occuperemo di un problema alla volta. Ora cerchiamo di dormire." disse l'uomo cercando di riprendere il controllo di sè stesso.
Nessuno dei due dormì quella notte. Erano troppe le notizie da digerire e i problemi da affrontare.

A casa sua si sentiva una animale in gabbia, passeggiare per il Villaggio lo faceva star male, ormai non sapeva più dove stare. Il copia-ninja aveva camminato fino alla cima di una collina. La collina del loro primo appuntamento. Aveva dato tutto sè stesso per lei, per quella relazione e cosa ci aveva guadagnato? Un cuore spezzato, come al solito. Ne valeva davvero la pena?
Gli tornavano alla mente il suo sguardo triste, le sue lacrime. Era stato forse troppo crudele con lei. Stava solo facendo il suo dovere di ninja. Kakashi però avrebbe preferito che scegliesse di rimanere, che scegliesse lui. Rimase per ore su quella collina a pensare, a cercare una soluzione, ma non c'era.
Solo quando il sole cominciò a fare capolino dall'orizzonte decise di scendere per tornare a casa. Le persone avrebbero presto invaso le strade di Konoha e lui non aveva nessuna voglia di incontrare qualcuno.
I suoi desideri non erano destinati a realizzarsi. Quando raggiunse il pianerottolo di casa, infatti, vi trovò Shikaku. Aveva le spalle appoggiate alla porta e lo sguardo rivolto al pavimento. Il giovane ninja avrebbe voluto essere in qualsiasi altro posto. Non aveva voglia di sentire l'uomo parlare di quanto tutta la situazione lo preoccupasse. Shikaku si mosse appena lo sentì avvicinarsi, staccandosi dalla porta.
"Devi venire con me e Shiori dall'Hokage." si limitò a dire.
"Perché?"
"Dobbiamo organizzare un piano."
"Per farla andare via? No, grazie. Io non parteciperò a questa follia." La rabbia stava ricomincando a montare dentro di lui.
"Invece devi! Dobbiamo mantenere tutto il più normale possibile per proteggerla."
"Tu glielo lasceresti fare?"
"Tu hai qualche piano geniale per risolvere la cosa facendola restare?"
Kakashi non rispose.
"Dico sul serio ce l'hai?"
Il ragazzo scosse la testa. L'uomo era davvero disperato. Avrebbe fatto qualsiasi cosa.
"Non puoi chiedermi di fingere di essere felice."
"E' quello che faremo tutti. Se non lo facciamo lei sarà in pericolo."
Shikaku stringeva i pugni, non si sarebbe fatto dare un no come risposta. Di certo il ragazzo davanti a lui era più forte fisicamente, ma lui l'avrebbe trascinato lo stesso dal Terzo che lui lo volesse o no. Avrebbe fatto qualunque cosa perché sua sorella non corresse rischi.
"Andiamo dall'Hokage." disse rassegnato.

Erano seduti tutti attorno alla scrivania del Terzo. Kakashi non era riuscito a guardare Shiori, nemmeno una volta. Teneva lo sguardo fisso sull'Hokage e su Shikaku.
"Ti assicuro Shiori, che il tuo sacrificio non sarà inutile." aveva affermato il capo Villaggio.
"Come dovrò comportarmi?" chiese lei.
"Ci ho pensato tutta la notte." cominciò Shikaku. " Devi farti conoscere prima della tua... uscita di scena. Dobbiamo fare in modo che quelli della Kumori ti notino. Quindi cominceremo con dei piccoli furti di opere d'arte di valore da rivendere sul mercato nero. Inoltre, dovremo trovare qualche indizio riguardante le ricerche di Orochimaru per impressionare l'organizzazione. Poi, dovremo inscenare la tua morte. Ho stimato un tempo di due, tre mesi perché avvenga."
Nonostante l'uomo cercasse di mantenere un tono professionale, la sua voce tremava.
"Va bene." rispose piatta la ragazza.
"Ci sarà bisogno di me?" chiese Kakashi.
"Si, dovrà sembrare una missione normale." rispose. "Hokage-sama avremo bisogno anche di altri attori per recitare questo copione."
"Hai in mente qualche nome suppongo."
"La mia squadra."
"E Tenzo. Lui fa parte della squadra e se Shiori m... morisse davanti ai suoi occhi non se lo perdonerebbe." lo interruppe il copia-ninja.
"Potremmo andare in missione solo io e te. Lui... non deve per forza portare questo peso." disse con voce talmente bassa Shiori da poter essere a malapena sentita.
"E credi che non sarà un peso sapere che la sua migliore amica è morta?" La voce del ragazzo, che ancora non la guardava, era salita di qualche ottava."Inoltre, quando sarà fuori, avrà bisogno di un contatto con il Villaggio. Tenzo è il migliore in queste cose. Sarebbe perfetto. Io o Shikaku desteremmo troppi sospetti."
"Shiori? Sei d'accordo?" chiese l'Hokage.
La ragazza si morse il labbro.
"Si, gli parlerò io. Però..."
"Andrò anche io. Noi tre siamo una squadra."
Shiori lo apprezzò. Stavano davvero chiedendo tanto a quel povero ragazzo.
"Ragazzi so che è difficile, ma dovreste continuare a frequentarvi come se nulla fosse."
Shiori si alzò in piedi, sbattendo le mani sul tavolo. Non potevano domandare a Kakashi di fare anche quello!
"Shikaku. Potremmo fingere che ci siano state delle incomprensioni e che ci siamo lasciati. Non possiamo chiedergli..."
"Sarebbe irrealistico. Fino all'altro giorno eravamo felici. Porteremo avanti la scenetta della coppia serena. E' una missione come le altre." la interruppe freddo come un vento invernale l'Hatake.
Shikaku lo fulminò. C'era davvero bisogno di trattarla così? Non lo vedeva come soffriva? Doveva ammettere però che riusciva a capire anche le ragioni del ragazzo.
"C'è un problema però..." aggiunse poi con voce più bassa, quasi imbarazzata.
"Sarebbe?" L'Hokage si sporse dalla sua scrivania.
"Io... avrei mostrato un certo interesse per... per l'acquisto di una casa. Di questa cosa ne sono a conoscenza il proprietario e Gai. Sarebbe strano fare la commedia della coppia felice..."
"Tu hai comprato una casa?"
"Non l'ho comprata, ma si avrei voluto farlo."
"Perché?"
Kakashi sbuffò e, per la prima volta dalla sera precedente, la guardò.
"Davvero non lo immagini?"
"Kakashi io..." I suoi occhi si riempirono di lacrime.
"Non guardarmi così. Non te l'avrei nemmeno detto se non fosse stato importante per la missione."
I due ragazzi distolsero gli sguardi in parte imbarazzati e in parte tristi.
"La casa ha bisogno di essere ristrutturata o è già perfetta così?" chiese Shikaku.
Shiori capì che aveva già in mente un piano. Riusciva a seguire perfettamente il ragionamento che stava facendo e l'idea non le piaceva affatto. Sarebbe stato troppo doloroso.
"E' vecchia. Ha bisogno di molte modifiche."
"Perfetto. Allora mi è venuta un'idea."
"Sarebbe?" "La comprate."
"Cosa?" chiese sbalordito Kakashi.
"Questo è assurdo Shikaku. Noi non possiamo..."
Ormai però l'uomo era convinto, la ragazza poteva vederlo dalla luce che gli brillava negli occhi.
"E' perfetto, invece. La useremo come base, mentre mettiamo a punto i dettagli del piano. Kakashi poi tu potrai farci quello che vuoi quando tutto questo sarà finito."
Shiori era tornata a guardare il pavimento, incapace di alzare lo sguardo verso le altre persone nella stanza. Il strusciare di una sedia sul pavimento le fece capire che qualcuno si era alzato. Kakashi prese a camminare verso la porta.
"D'accordo. Se qui non c'è più niente da chiarire, mostrerei a Shiori la nostra 'base'." disse quell'ultima parola con disprezzo.
Lui aveva pensato di aver finalmente ritrovato un luogo da poter chiamare veramente casa. Un luogo che avrebbe condiviso con la persona che amava. Invece, anche quello era diventato un asettico luogo di lavoro, una "base" dove si sarebbero elaborati piani che gli avrebbero cambiato, anzi rovinato, la vita.
Shiori uscì con lui, camminando timidamente al suo fianco. Era silenziosa e continuava a guardare in basso. Quando lui le cinse la vita, si sentì come sollevata.
"Devi sorridere o sarà tutto inutile." disse indifferente.
Con le lacrime agli occhi gli sorrise e si strinse a lui in quel freddo abbraccio.











Angolo dell'autrice.
Ciao!
I sensi di colpa stanno deprimendo Shiori, che in questo capitolo mi è uscita un tantino deboluccia di carattere, cosa che non è proprio da lei. Ma i geni Uzumaki presto faranno ritorno dandole una bella svegliata. 
Kakashi dovrà affrontare un ulteriore perdita. Sarà necessario che trovi un nuovo scopo nella vita.
Tenzo accetterà di prendere parte a questa missione segreta e diventare il suo contatto? 
Che ne pensate? Aspetto con ansia le vostre critiche, le vostre idee e le vostre opinioni.
A presto!
  
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