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Autore: Shine_    30/01/2015    11 recensioni
Liam Payne ha ventisei anni, uno studio da dentista nel centro di Brooklyn e una vita molto più complicata di quel che sembrerebbe. Le cose sembrano andare sempre peggio quando, volendo fare un favore ad un amico di vecchia data, assume come stagista un ragazzino arrogante e pieno di sé, con amici altrettanto particolari.
Dal testo:
Si era vestito lentamente, allacciandosi con cura la camicia, mentre pensava all’identità di questo strano ragazzino di quasi diciotto anni che avrebbe passato con lui tutti quei mesi estivi. Sperava solamente di non finire in casini più grandi di lui.
[Ziam; una leggera sfumatura di Lirry in qualche capitolo e punk!Louis che non ci abbandona mai]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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You're my end and my beginning

 

« Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me
I'll give my all to you. »

 

 

Diciottesimo capitolo:

 

Quel lunedì mattina si era svegliato con delle voci in sottofondo, era ancora troppo presto per dare il buongiorno a quella giornata e si era quindi rigirato nel letto, sprofondando il viso tra i cuscini e coprendosi con il lenzuolo. Il fatto che quella notte Zayn si fosse divertito a colpirgli gli stinchi con i piedi, l’avesse poi obbligato a farsi una doccia e rifare il letto - “Non voglio dormire nel tuo sperma, Lee!” - non rendeva quel risveglio uno dei migliori e non preannunciava una buona giornata. Era stanco, avrebbe dato di tutto pur di restare nel letto e le voci della nipote e del ragazzino sembravano trapanargli le orecchie, portandolo a sbuffare e imprecare tra i borbottii.

- Dobbiamo andare, Lili.-

- Abbiamo deciso di rovesciarti un bicchiere d’acqua in testa, Lee.-

- Ma solo se non ti alzi entro il cinque, vero Zee?-

- Certo, principessa. Inizia a contare, vuoi che arriviamo fino al dieci?-

Aveva trattenuto il grugnito in fondo alla gola, mentre la bambina ripeteva i numeri ad alta voce e si perdeva poi a spiegargli tutto quel che sapeva dell’addizione, si era sdraiato supino e aveva portato l’avambraccio a coprirsi il viso, cercando di scacciare con la mano libera quelle dei due che cercavano di pizzicarlo per obbligarlo a uscire dal tepore delle lenzuola. Non era riuscito a trattenere la risata divertita al loro grido - “Tre, due, uno e..” “Zero!” “Non puoi scappare, vero Zee?” -, cercando di vincerli con un sorriso ammaliatore ma, non appena sentì le dita di Zayn stringersi attorno ai polsi e bloccarli contro i cuscini, capì di essere nelle mani della bambina, del suo sorriso entusiasta e del bicchiere che aveva rovesciato contro il suo viso.

- Ora sei sveglio?- gli aveva domandato con un sorrisino il più piccolo, sporgendosi per premere le labbra contro la guancia bagnata, e l’aveva osservato con un broncio mentre saltava giù dal letto, completamente vestito, e prendeva Aileen sotto le ascelle, sollevandola come se avesse vinto chissà quale gara.

Li osservò per qualche minuto, come lei stringeva le dita sulla sua maglia o come lui le lasciava tanti piccoli baci tra i capelli, e si mise poi seduto nel letto, sollevando le braccia per sciogliere i muscoli intorpiditi. C’era un qualcosa che gli faceva scaldare il petto nel modo in cui Zayn stringeva la braccia attorno la sua vita o per come la bambina stava ancorata a lui con l’uso delle gambe sottili, il suo sorriso allegro e gli occhi persi nello sguardo del moretto mentre ascoltava rapita una delle sue avventure. Si vestì con lentezza, lanciando delle veloci occhiate ai due, e solo dopo altri minuti si decise a interrompere i loro discorsi sui pirati, schiarendosi la voce e indicando la porta con un gesto della mano. Non riuscì ad avercela con Zayn quando, non appena misero piede fuori dalla porta del condominio, Aileen preferì stringere la sua mano e chiedere: - Mi ripeti ancora la storia di quei cattivi che volevano portarti via?-

Scosse il capo con un sorriso divertito, rassicurando Zayn di non star superando alcun confine, e infilò le mani nelle tasche dei jeans, iniziando a camminare sul marciapiede e tenendo un orecchio teso per ascoltare l’entusiasmo che il più piccolo utilizzava nel descrivere le sue avventure, i disastri in cui si era cacciato e “Però tu devi ascoltare sempre Lili, se dice che non si può fare.. non devi disubbidire”.

Fu con estrema sorpresa che sentì la richiesta di Aileen di parlare da sola con Zayn, al loro raggiungere l’edificio scolastico e salutare la bambina, li osservò con attenzione, quasi cercando di leggere le loro labbra mentre si svelavano chissà quale segreto, e accolse la piccola tra le braccia, sollevandola e schioccandole un bacio contro la guancia; era rimasto a braccia incrociate a guardarla allontanarsi, muovendo la mano in un ultimo cenno di saluto ogni volta che si voltava verso di loro, e poi aveva sospirato col ricordo del “Sei il vice-papà migliore, Lili” ancora impresso nelle orecchie.

Si risvegliò da quell’ondata di pensieri nel percepire una mano contro la spalla, riconoscendo immediatamente quel tocco e rivolgendo un sorriso di rassicurazione a quello che lo fissava con la fronte aggrottata, la domanda impressa nel suo sguardo e la promessa di un aiuto nei suoi gesti. Scrollò le spalle in un gesto istintivo, mormorando un semplice “Stavo solo..” e venendo interrotto da Zayn e dal suo anticipare tutto con un “Pensando, stavi solo pensando”. Arricciò le labbra in un sorriso divertito, spingendosi contro il suo fianco con una risatina, e avvolse le dita attorno ad un suo polso, facendogli sollevare il braccio e premendo i polpastrelli contro la sua pelle e la sua giacca.

- Mi hai dato appuntamento in uno dei posti più romantici della città, hai già cambiato idea?- gli domandò dopo qualche minuto di silenzio, interrotto solo dal traffico delle macchine, e spinse il pugno contro l’addome del maggiore, stringendo poi le dita sulla sua maglia per attirarlo contro il suo corpo. - Vogliamo andare, dottorino?-

Liam scoppiò a ridere contro le sue labbra, avvolgendo un braccio attorno alla sua vita, e restò stretto a lui con il viso premuto contro il suo collo per un tempo che gli parve infinito, sfiorandogli la pelle del polso con le dita e staccandosi solo dopo aver lasciato un bacio contro la sua fronte.

- Sì, andiamo.- mormorò con la mano tesa verso di lui, intrecciando le loro dita ma tenendo gli occhi fissi sui grattacieli in lontananza. - Ho aspettato anche troppo tempo per questo.- continuò a parlottare tra sé e sé, sentendo il grugnito di approvazione del più piccolo che non fiatò per il resto della camminata. Zayn aveva capito il suo bisogno di silenzio e l’importanza della sua presenza accanto, perché stava al suo passo e strofinava il pollice contro il dorso della mano, rafforzando di tanto in tanto la stretta come per rendere ancora più ovvio il suo essergli vicino.

Erano passati troppi anni dalla prima e unica volta in cui era entrato in quell’enorme campo verde e bianco, ci aveva messo più di qualche minuto per ambientarsi e ricordarsi la strada fatta anni e anni prima. Gli sembrava di essere tornato a quel giorno, stava percorrendo gli stessi passi e sentiva un macigno nel petto all’avvicinarsi di quella lapide, del suo nome inciso e del per sempre che gli risuonava nella testa, assieme alle mille promesse e agli altrettanti infiniti progetti e sogni.

- Lee.- sentì bisbigliare dal ragazzo che l’aveva seguito, tenendo gli occhi fissi su quel nome e le dita strette alle sue. - Stai stringendo un po’ troppo forte.- Quella frase fu tutto quello che gli bastò per sciogliere in un attimo la presa, strabuzzare appena gli occhi e stringere i due pugni, prima di nasconderli nelle tasche dei jeans.

Non seppe mai quanto restarono in silenzio di fronte a quella lapide bianca, forse per pochi minuti o per qualche ora, e percepì il contatto delle dita del più piccolo contro il braccio, subito seguito dal suo sussurro e dalla proposta di poter aspettare da un’altra parte, di poterlo lasciare per qualche minuto in quel momento tutto loro. Liam scosse solamente il capo, afferrandogli la manica della giacca quando gli aveva ormai dato le spalle, e ripeté più volte quel movimento, prima di sussurrare: - Resta, ti prego.-

Non si mossero da quella posizione per almeno un quarto d’ora, sentiva gli occhi di Zayn bruciare contro la pelle ma si obbligava a non distogliere lo sguardo dalla pietra fredda, perdendosi di tanto in tanto tra i ricordi, le parole e il sorriso di quella ragazza che gli aveva fatto promettere troppe cose. Era come se, tra tutte le loro promesse o i loro patti, fosse quella la più importante, quella che lo stava facendo aggrappare al ricordo di lei per non lasciarla andare, per non dimenticarla. Ora capiva che quella paura di legarsi a qualcuno, di aprire il suo cuore, derivava dal suo essere attaccato al passato, di non voler voltare pagina e continuare a vivere senza di lei.

Si passò l’avambraccio contro il viso, cercando di cancellare le lacrime prima che potessero essere viste dal più piccolo, e prese un respiro, lasciando ricadere le spalle da quella posizione tesa che aveva assunto all’arrivo. Inclinò appena il viso, incrociando lo sguardo di Zayn, e fu proprio quello a spingerlo a avvolgere le braccia attorno al suo corpo, tenendolo stretto e premendo la fronte contro la sua spalla. Era incredibile come fosse riuscito a calmarsi con le sue parole sussurrate e le sue dita tra i capelli, lungo il braccio, preferendo non parlare per godere di quel piccolo momento e del calore che riusciva a trasmettergli. Riuscì a sentirlo per il silenzio, un semplice “Grazie, me ne prenderò cura io ora”, e ridacchiò appena, spingendo un piede contro il suo e chiedendo: - Ora parli con le pietre, Malik?-

- Ci sono persone che potrebbero offendersi, sai?- ribatté il più piccolo, incrociando le braccia al petto con una smorfia risentita sulle labbra. - Il mio baba diceva sempre che mamma poteva sentirmi.- insistette al sopracciglio sollevato di Liam, per poi aggiungere in modo frettoloso: - Ero un bambino e mi capitava di sentirmi solo o avevo bisogno di aiuto e.. e lei c’è, so che è con me. Non prendermi in giro ora.-

- Non potrei mai.- sussurrò il maggiore, nonostante le labbra arricciate in un ghigno a metà tra il divertito e l’intenerito. - Ma io non credo che.. sì, insomma.. non ti ho portato fin qui per presentarti.- incespicò nelle parole, cercando di mantenere un’espressione indecifrabile alle continue occhiate di Zayn. - Sarebbe un’idiozia quella.- borbottò infine, sentendo le guance andare a fuoco al sorriso del più piccolo e a come ripeteva le ultime parole, come se intendesse l’esatto opposto.

- Ora sei tu a prendermi in giro, Zayn.- si lamentò con un’espressione corrucciata, premendo il palmo contro il punto del braccio contro cui aveva ricevuto un pugno, e si chiuse per qualche minuto nel silenzio, sollevando poi lo sguardo nel suo e chiedendo in un sussurro: - Ti ho mai raccontato della mia avventura con la pesca?-

Vide gli occhi del più piccolo accendersi d’improvviso, mentre negava col capo e riduceva le distanze tra i loro corpi, allungando un braccio per stringere le dita attorno al tessuto della maglia, quasi a trattenerlo, e mormorando: - Non mi hai raccontato quasi nulla della tua vita, solo le giuste informazioni e perché ti ho spinto io a farlo.-

Liam roteò gli occhi a quell’ultima affermazione, sbuffando e agitando un braccio come a cancellare quell’ultima parte del loro discorso, per poi avvolgerlo attorno alle sue spalle e obbligare il ragazzino a seguirlo e lasciarsi dietro la lapide.

- Ti stavo dicendo..- iniziò il discorso con un sorriso luminoso, tenendo quel braccio attorno alle sue spalle e le dita a sfiorargli il collo e i capelli. -.. mio padre ogni sabato andava a pescare, era proprio fissato, e voleva che uno dei suoi due figli ereditasse questa sua passione. Il garage era pieno di quegli strumenti strani, penso non sia cambiato nulla da allora.. anche se non li vedo da qualche anno. Francamente i vermetti mi facevano ribrezzo, lui invece diceva che dovevano essere squisiti perché tornava a casa sempre con un cesto pieno di pesci enormi. E ricordo di essere stato scelto io, perché Paul è sempre stato più gracilino di me.-

Si stavano allontanando velocemente da quel nome e lui si sentiva sempre più leggero, mentre raccontava a Zayn di particolari della sua infanzia e lo sentiva ridere con gli occhi attenti e fissi sul suo viso, per non perdersi nemmeno una parola o un’emozione. Aveva aspettato forse troppo ma quello gli sembrava il momento giusto per cambiare pagina, per lasciarsi il passato alle spalle e ricominciare a vivere, soprattutto per se stesso.

 

 

Perché proprio lui? Tra tutti quelli che conosci o che hai conosciuto, perché lui? Perché mio fratello?

Non ho scelto io di chi innamorarmi, Liam

L’amore, certo. L’amore è una stronzata, non esiste!

Ancora, Liam? Non ti stanchi di ripetere sempre la stessa idiozia?

Cosa? Ora sono diventato ripetitivo e ti annoio? Non sono io ad aver scopato tuo fratello e avertelo sbattuto in faccia, Kaylyn!

Per la millesima volta, Liam, abbiamo fatto l’amore e c’è una bella differenza con il..

Abbiamo sedici anni, non sai nulla dell’amore

.. sesso. E davvero pensi l’abbia fatto solo per ripicca? Da quando sei diventato così.. stronzo? E egoista

Penso sia colpa tua, Kaylyn. Prima mi dici che sono l’unico e poi mi rimpiazzi con mio fratello, che mossa da bastarda

Sei uno.. Non ti riconosco più, Liam. E spero tu possa conoscere la persona che ti faccia cambiare idea, che ti faccia vedere quant’è bello essere innamorati e amare

 

 

Avevano deciso di fermarsi in un fast food, quando la fame aveva iniziato a farsi sentire, e erano riusciti a occupare un tavolino nascosto, ottenendo più di un’occhiata curiosa - o infastidita - alle risatine che continuavano a lasciarsi sfuggire. Zayn stava cercando di coprirsi il viso, all’ennesimo tentativo di Liam di sporcargli la guancia con del ketchup, e stava sovrastando con la sua risata il chiasso dei clienti, cercando poi di scacciargli la mano e trovandosi a sbuffare nel sentire il suo dito contro la pelle.

- Ti stai divertendo?- cercò di apparire serio nel fargli quella domanda ma non riusciva a tenere le labbra in una linea dritta, sentendo gli angoli arricciarsi verso l’alto. - Sei un bambino, Payne.- borbottò mentre si stava ripulendo la guancia con un tovagliolo, mostrando la lingua a quello che spinse la schiena contro la sedia e si lasciò andare a una risata fragorosa.

Liam era troppo impegnato a ridere per notare come gli occhi di Zayn si fossero focalizzati su di lui, lo stava studiando silenziosamente e con un sorriso sulle labbra, e sentì le guance andare a fuoco al “Sei carino, Payne”, che riuscì a farlo zittire con un’improvvisa timidezza addosso. Aveva tenuto lo sguardo fisso sul tovagliolo sporco di ketchup, intrattenendosi in quel modo pur di non ricambiare quello del più piccolo, ma mise a tacere ogni resistenza per poterlo guardare mentre mangiava tranquillamente le patatine e aggiungeva: - Quando sei rilassato e butti giù tutta quella corazza, mi piaci così.-

- Ti piaccio?- gli chiese con la fretta evidente nella voce, cercando di ignorare il battito frenetico del cuore al suo cenno del capo, al suo sorriso sghembo e “Fin troppo”. - Anche tu.- biascicò quando passò troppi minuti nel silenzio, premendo un piede contro il suo da sotto il tavolo. - Se non si fosse già capito, cioè penso di essere stato piuttosto chiaro in questi.. giorni e..- si zittì pur di non rendersi eccessivamente imbarazzante, agitando una mano nell’aria e mordicchiandosi il labbro inferiore per scaricare la tensione.

Sollevò lo sguardo non appena percepì la sua mano sopra la propria, sporgendosi con il busto verso di lui per vedere meglio i suoi occhi, e si fece attento per ascoltarlo mentre sussurrava: - Quel che voglio sentirti dire è.. come hai fatto a trovarti nel mezzo del lago e con un pesce in testa?-

Si allontanò con uno scatto, incrociando le braccia al petto e puntando lo sguardo fuori dalla finestra, mentre ascoltava la sua risata divertita e i “Ti prego, Lee” o “Voglio sentirla di nuovo”. Roteò gli occhi con fare esasperato, puntando un gomito contro il tavolo per poter premere il pugno contro la guancia e mantenere un’espressione offesa, per poi schiarirsi la voce e dire: - Ero terrorizzato, Zayn. Non ridere di me. E quella.. quella cosa mi ha trascinato per almeno cinque metri!-

- Scommetto che era un piccolo pesciolino innocuo.- ribatté il più piccolo, immergendo una patatina nel ketchup e portandosela alle labbra. - Stai esagerando per ingigantire la tua impresa e conquistarmi.- concluse con un’alzata di spalle, tenendo gli occhi fissi sull’ennesima patatina pur di non fissare Liam negli occhi.

- E sta funzionando?- gli chiese quest’ultimo dopo qualche minuto di silenzio, vedendo un sorriso prendere posto sulle sue labbra a discapito del “Nemmeno un po’”.

Era sceso nuovamente quel silenzio tra loro, uno di quelli leggeri e ‘Con te sto bene, mi fai stare bene e possiamo anche non parlare’, si stavano studiando senza che l’altro se ne accorgesse, sguardi che duravano pochi secondi e non si intrecciavano mai. Fu Liam il primo a spezzarlo, sussurrando il suo nome e resistendo dal distogliere gli occhi per non dover affrontare i suoi, tutti quei sentimenti in essi e la sicurezza di starli riflettendo.

- Tu pensi che io.. sì, pensi che possa essere.. sono un bravo padre?- domandò dopo qualche incertezza, gesticolando con una mano e scuotendo subito dopo la testa. - Non che sia davvero un padre, però sto crescendo Aileen come una figlia. Sono il suo tutore, certo.. e sono quasi una figura paterna per lei, o sbaglio?- incespicò più volte nelle parole, non sapendo come porre quella domanda nel modo più semplice possibile, come racchiudere tutte le incertezze e le preoccupazioni in frasi brevi.

Non appena concluse con quell’ultima domanda fissò lo sguardo sul vassoio, quello che avevano usato per trasportare l’infinità di cibo fino al tavolo, e non sollevò gli occhi nemmeno ai vari richiami del più piccolo, strizzandoli appena nel percepire la sua mano contro il polso. Zayn aveva smesso di chiamarlo all’ennesimo tentativo andato in fumo e aveva iniziato a strofinare il pollice contro la sua pelle, facendolo rilassare gradualmente e ottenendo infine la sua attenzione, rivolgendogli un sorriso incoraggiante e una leggera stretta al polso.

- Sai cosa mi ha detto Aileen?- Scosse il capo a quella domanda, trattenendo il labbro inferiore tra i denti, e lo osservò di sottecchi mentre gli sorrideva apertamente e continuava: - Ci sono giorni in cui sente la mancanza di sua mamma, tutti i suoi amici ne hanno una e lei è molto gelosa. Mi ha detto che non è giusto che un bambino cresca senza la mamma, che dovremmo averla tutti.-

Aveva chinato il capo a quelle parole, percependo uno strappo nel petto e una patina a coprirgli gli occhi, e grugnì in risposta al nome ripetuto, al “Vuoi sapere che altro ha detto?”, stringendo un pugno per scaricare tutta la rabbia che provava a quell’ingiustizia.

- Dice che ha una persona molto speciale accanto, che sa di non essere sola e che ci sono bambini molto più sfortunati di lei. Non molti bambini hanno la fortuna di avere un Lili, sai?- riprese a parlare Zayn, prendendo quel verso come un invito a spiegare, e risalì con le dita lungo il suo braccio, cercando di trasmettere quanto più conforto possibile con quel semplice tocco. - Ti adora, Lee. Sei il suo zio, sei il suo eroe. E non importa se non è figlia tua, lei vede in te quello che tutti gli altri vedono in un papà. Sei meraviglioso, Lee. E daresti la sua vita per lei, proprio come un papà qualsiasi.-

Non rispose immediatamente, prendendo un respiro e coprendosi il viso con una mano, per poi allargare lo spazio tra le dita e chiedere: - Sono davvero così bravo?-, vedendo il ragazzino scoppiare a ridere e sporgersi verso di lui, un “Sei il migliore” sussurrato con le labbra premute contro le sue.

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Scusate per il ritardo di una settimana ma non avevo la testa ultimamente (motivo per cui il seguito di Car Wash si sta facendo desiderare). Cerco sempre di scrivere qualche paginetta al giorno, purtroppo il risultato non è mai soddisfacente e io penso troppo, decisamente troppo.

Leggete questo perché penso sia fondamentale, anzi è piuttosto importante che leggiate qui.

Partendo dal principio, ho fatto una follia (continuo a ripensarci e sono tipo “Che cazzo ho fatto?”) e ho mandato una delle fanfiction a una casa editrice. Era più un “Figurati se mi risponderanno mai” e “Tanto vale provare, mal che vada verrò ignorata”. Purtroppo - o per fortuna, ancora sono troppo in ansia per capirlo - mi hanno risposto e mi hanno.. fatto un contratto?

Continuerò a scrivere Ziam, continuerò a scrivere fanfiction.. però voglio provarci. E vedere se sono davvero così brava a scrivere, come dite voi nelle vostre recensioni o nei messaggi che ricevo.

Spero di avere ancora il vostro appoggio, perché senza di voi non andrei da nessuna parte e mi avete vista crescere, mi siete sempre state vicine e mi avete sempre dimostrato quell’affetto che mi ha spinto a continuare a scrivere. Passerei ore a ringraziare ciascuna di voi, ogni recensione ricevuta e ogni parola che mi ha aiutato spesso a vedere del buono in quello che scrivo o in quello che sono.

EFP è un po’ la mia famiglia, per questo non vi lascerò mai (anche se magari qualcuna ci spera di non vedermi mai più). E spero di avervi accanto anche in questa esperienza bella ma terrorizzante.

Penso lo sappiate tutti quanto sia difficile emergere in un panorama simile, immaginate la mia sorpresa nell’aver ricevuto una risposta positiva! Quindi nulla, vi chiedo solo di seguirmi e non lasciarmi sola in mezzo a tutto questo.  

Non sarei nessuno senza di voi, solo una ragazza di vent’anni (più due) con la passione della scrittura e il sogno di diventare scrittrice.

Se tutto questo si sta avverando è sicuramente merito vostro, che mi avete sempre spinta a dare di più (o almeno, io ho sempre cercato di mettermi sempre più nelle storie per riuscire a emozionarvi come la prima volta) e mi avete quasi tenuta per mano.

 

Cercherò di farmi sentire venerdì prossimo, in caso rimando di una settimana o due. (Non sparisco, tranquille)

(Car wash arriva, ve lo giuro.. ho solo tante cose per la testa e non voglio rovinare questa parte)

 

Grazie ancora a tutti quanti,

Shine o Bea

   
 
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