You're my end and my beginning
« Cause all of me
Loves
all of you
Love
your curves and all your edges
All
your perfect imperfections
Give
your all to me
I'll
give my all to you. »
Diciottesimo
capitolo:
Quel
lunedì mattina si
era svegliato con delle voci in sottofondo, era ancora troppo presto
per dare
il buongiorno a quella giornata e si era quindi rigirato nel letto,
sprofondando il viso tra i cuscini e coprendosi con il lenzuolo. Il
fatto che
quella notte Zayn si fosse divertito a colpirgli gli stinchi con i
piedi,
l’avesse poi obbligato a farsi una doccia e rifare il letto -
“Non voglio dormire nel tuo sperma,
Lee!”
- non rendeva quel risveglio uno dei migliori e non preannunciava una
buona
giornata. Era stanco, avrebbe dato di tutto pur di restare nel letto e
le voci
della nipote e del ragazzino sembravano trapanargli le orecchie,
portandolo a
sbuffare e imprecare tra i borbottii.
-
Dobbiamo andare,
Lili.-
-
Abbiamo deciso di
rovesciarti un bicchiere d’acqua in testa, Lee.-
-
Ma solo se non ti
alzi entro il cinque, vero Zee?-
-
Certo, principessa.
Inizia a contare, vuoi che arriviamo fino al dieci?-
Aveva
trattenuto il
grugnito in fondo alla gola, mentre la bambina ripeteva i numeri ad
alta voce e
si perdeva poi a spiegargli tutto quel che sapeva
dell’addizione, si era
sdraiato supino e aveva portato l’avambraccio a coprirsi il
viso, cercando di
scacciare con la mano libera quelle dei due che cercavano di pizzicarlo
per
obbligarlo a uscire dal tepore delle lenzuola. Non era riuscito a
trattenere la
risata divertita al loro grido - “Tre,
due, uno e..” “Zero!”
“Non puoi scappare, vero Zee?”
-,
cercando di vincerli con un sorriso ammaliatore ma, non appena
sentì le dita di
Zayn stringersi attorno ai polsi e bloccarli contro i cuscini,
capì di essere
nelle mani della bambina, del suo sorriso entusiasta e del bicchiere
che aveva
rovesciato contro il suo viso.
-
Ora sei sveglio?- gli
aveva domandato con un sorrisino il più piccolo, sporgendosi
per premere le labbra
contro la guancia bagnata, e l’aveva osservato con un broncio
mentre saltava
giù dal letto, completamente vestito, e prendeva Aileen
sotto le ascelle,
sollevandola come se avesse vinto chissà quale gara.
Li
osservò per qualche
minuto, come lei stringeva le dita sulla sua maglia o come lui le
lasciava
tanti piccoli baci tra i capelli, e si mise poi seduto nel letto,
sollevando le
braccia per sciogliere i muscoli intorpiditi. C’era un
qualcosa che gli faceva
scaldare il petto nel modo in cui Zayn stringeva la braccia attorno la
sua vita
o per come la bambina stava ancorata a lui con l’uso delle
gambe sottili, il
suo sorriso allegro e gli occhi persi nello sguardo del moretto mentre
ascoltava rapita una delle sue avventure. Si vestì con
lentezza, lanciando delle
veloci occhiate ai due, e solo dopo altri minuti si decise a
interrompere i
loro discorsi sui pirati, schiarendosi la voce e indicando la porta con
un
gesto della mano. Non riuscì ad avercela con Zayn quando,
non appena misero
piede fuori dalla porta del condominio, Aileen preferì
stringere la sua mano e
chiedere: - Mi ripeti ancora la storia di quei cattivi che volevano
portarti
via?-
Scosse
il capo con un
sorriso divertito, rassicurando Zayn di non star superando alcun
confine, e
infilò le mani nelle tasche dei jeans, iniziando a camminare
sul marciapiede e
tenendo un orecchio teso per ascoltare l’entusiasmo che il
più piccolo
utilizzava nel descrivere le sue avventure, i disastri in cui si era
cacciato e
“Però tu devi ascoltare
sempre Lili, se
dice che non si può fare.. non devi disubbidire”.
Fu
con estrema sorpresa
che sentì la richiesta di Aileen di parlare da sola con
Zayn, al loro
raggiungere l’edificio scolastico e salutare la bambina, li
osservò con
attenzione, quasi cercando di leggere le loro labbra mentre si
svelavano chissà
quale segreto, e accolse la piccola tra le braccia, sollevandola e
schioccandole un bacio contro la guancia; era rimasto a braccia
incrociate a
guardarla allontanarsi, muovendo la mano in un ultimo cenno di saluto
ogni volta
che si voltava verso di loro, e poi aveva sospirato col ricordo del
“Sei il vice-papà
migliore, Lili” ancora
impresso nelle orecchie.
Si
risvegliò da
quell’ondata di pensieri nel percepire una mano contro la
spalla, riconoscendo
immediatamente quel tocco e rivolgendo un sorriso di rassicurazione a
quello
che lo fissava con la fronte aggrottata, la domanda impressa nel suo
sguardo e
la promessa di un aiuto nei suoi gesti. Scrollò le spalle in
un gesto
istintivo, mormorando un semplice “Stavo
solo..” e venendo interrotto da Zayn e dal suo
anticipare tutto con un “Pensando,
stavi solo pensando”. Arricciò
le labbra in un sorriso divertito, spingendosi contro il suo fianco con
una
risatina, e avvolse le dita attorno ad un suo polso, facendogli
sollevare il braccio
e premendo i polpastrelli contro la sua pelle e la sua giacca.
-
Mi hai dato
appuntamento in uno dei posti più romantici della
città, hai già cambiato
idea?- gli domandò dopo qualche minuto di silenzio,
interrotto solo dal
traffico delle macchine, e spinse il pugno contro l’addome
del maggiore,
stringendo poi le dita sulla sua maglia per attirarlo contro il suo
corpo. -
Vogliamo andare, dottorino?-
Liam
scoppiò a ridere
contro le sue labbra, avvolgendo un braccio attorno alla sua vita, e
restò
stretto a lui con il viso premuto contro il suo collo per un tempo che
gli
parve infinito, sfiorandogli la pelle del polso con le dita e
staccandosi solo
dopo aver lasciato un bacio contro la sua fronte.
-
Sì, andiamo.- mormorò
con la mano tesa verso di lui, intrecciando le loro dita ma tenendo gli
occhi
fissi sui grattacieli in lontananza. - Ho aspettato anche troppo tempo
per
questo.- continuò a parlottare tra sé e
sé, sentendo il grugnito di
approvazione del più piccolo che non fiatò per il
resto della camminata. Zayn
aveva capito il suo bisogno di silenzio e l’importanza della
sua presenza
accanto, perché stava al suo passo e strofinava il pollice
contro il dorso
della mano, rafforzando di tanto in tanto la stretta come per rendere
ancora
più ovvio il suo essergli vicino.
Erano
passati troppi
anni dalla prima e unica volta in cui era entrato in
quell’enorme campo verde e
bianco, ci aveva messo più di qualche minuto per ambientarsi
e ricordarsi la
strada fatta anni e anni prima. Gli sembrava di essere tornato a quel
giorno, stava
percorrendo gli stessi passi e sentiva un macigno nel petto
all’avvicinarsi di
quella lapide, del suo nome inciso e del per
sempre che gli risuonava nella testa, assieme alle mille
promesse e agli
altrettanti infiniti progetti e sogni.
-
Lee.- sentì
bisbigliare dal ragazzo che l’aveva seguito, tenendo gli
occhi fissi su quel
nome e le dita strette alle sue. - Stai stringendo un po’
troppo forte.- Quella
frase fu tutto quello che gli bastò per sciogliere in un
attimo la presa,
strabuzzare appena gli occhi e stringere i due pugni, prima di
nasconderli
nelle tasche dei jeans.
Non
seppe mai quanto
restarono in silenzio di fronte a quella lapide bianca, forse per pochi
minuti o
per qualche ora, e percepì il contatto delle dita del
più piccolo contro il
braccio, subito seguito dal suo sussurro e dalla proposta di poter
aspettare da
un’altra parte, di poterlo lasciare per qualche minuto in
quel momento tutto
loro. Liam scosse solamente il capo, afferrandogli la manica della
giacca
quando gli aveva ormai dato le spalle, e ripeté
più volte quel movimento, prima
di sussurrare: - Resta, ti prego.-
Non
si mossero da
quella posizione per almeno un quarto d’ora, sentiva gli
occhi di Zayn bruciare
contro la pelle ma si obbligava a non distogliere lo sguardo dalla
pietra
fredda, perdendosi di tanto in tanto tra i ricordi, le parole e il
sorriso di
quella ragazza che gli aveva fatto promettere troppe cose. Era come se,
tra
tutte le loro promesse o i loro patti, fosse quella la più
importante, quella
che lo stava facendo aggrappare al ricordo di lei per non lasciarla
andare, per
non dimenticarla. Ora capiva che quella paura di legarsi a qualcuno, di
aprire
il suo cuore, derivava dal suo essere attaccato al passato, di non
voler
voltare pagina e continuare a vivere senza di lei.
Si
passò l’avambraccio
contro il viso, cercando di cancellare le lacrime prima che potessero
essere
viste dal più piccolo, e prese un respiro, lasciando
ricadere le spalle da
quella posizione tesa che aveva assunto all’arrivo.
Inclinò appena il viso,
incrociando lo sguardo di Zayn, e fu proprio quello a spingerlo a
avvolgere le
braccia attorno al suo corpo, tenendolo stretto e premendo la fronte
contro la
sua spalla. Era incredibile come fosse riuscito a calmarsi con le sue
parole
sussurrate e le sue dita tra i capelli, lungo il braccio, preferendo
non
parlare per godere di quel piccolo momento e del calore che riusciva a
trasmettergli. Riuscì a sentirlo per il silenzio, un
semplice “Grazie, me ne
prenderò cura io ora”, e
ridacchiò appena, spingendo un piede contro il suo e
chiedendo: - Ora parli con
le pietre, Malik?-
-
Ci sono persone che
potrebbero offendersi, sai?- ribatté il più
piccolo, incrociando le braccia al
petto con una smorfia risentita sulle labbra. - Il mio baba diceva
sempre che
mamma poteva sentirmi.- insistette al sopracciglio sollevato di Liam,
per poi
aggiungere in modo frettoloso: - Ero un bambino e mi capitava di
sentirmi solo
o avevo bisogno di aiuto e.. e lei c’è, so che
è con me. Non prendermi in giro
ora.-
-
Non potrei mai.-
sussurrò il maggiore, nonostante le labbra arricciate in un
ghigno a metà tra
il divertito e l’intenerito. - Ma io non credo che..
sì, insomma.. non ti ho
portato fin qui per presentarti.- incespicò nelle parole,
cercando di mantenere
un’espressione indecifrabile alle continue occhiate di Zayn.
- Sarebbe
un’idiozia quella.- borbottò infine, sentendo le
guance andare a fuoco al
sorriso del più piccolo e a come ripeteva le ultime parole,
come se intendesse
l’esatto opposto.
-
Ora sei tu a
prendermi in giro, Zayn.- si lamentò con
un’espressione corrucciata, premendo
il palmo contro il punto del braccio contro cui aveva ricevuto un
pugno, e si
chiuse per qualche minuto nel silenzio, sollevando poi lo sguardo nel
suo e
chiedendo in un sussurro: - Ti ho mai raccontato della mia avventura
con la
pesca?-
Vide
gli occhi del più
piccolo accendersi d’improvviso, mentre negava col capo e
riduceva le distanze
tra i loro corpi, allungando un braccio per stringere le dita attorno
al
tessuto della maglia, quasi a trattenerlo, e mormorando: - Non mi hai
raccontato quasi nulla della tua vita, solo le giuste informazioni e
perché ti
ho spinto io a farlo.-
Liam
roteò gli occhi a
quell’ultima affermazione, sbuffando e agitando un braccio
come a cancellare
quell’ultima parte del loro discorso, per poi avvolgerlo
attorno alle sue
spalle e obbligare il ragazzino a seguirlo e lasciarsi dietro la lapide.
-
Ti stavo dicendo..-
iniziò il discorso con un sorriso luminoso, tenendo quel
braccio attorno alle
sue spalle e le dita a sfiorargli il collo e i capelli. -.. mio padre
ogni
sabato andava a pescare, era proprio fissato, e voleva che uno dei suoi
due
figli ereditasse questa sua passione. Il garage era pieno di quegli
strumenti
strani, penso non sia cambiato nulla da allora.. anche se non li vedo
da
qualche anno. Francamente i vermetti mi facevano ribrezzo, lui invece
diceva
che dovevano essere squisiti perché tornava a casa sempre
con un cesto pieno di
pesci enormi. E ricordo di essere stato scelto io, perché
Paul è sempre stato
più gracilino di me.-
Si
stavano allontanando
velocemente da quel nome e lui si sentiva sempre più
leggero, mentre raccontava
a Zayn di particolari della sua infanzia e lo sentiva ridere con gli
occhi
attenti e fissi sul suo viso, per non perdersi nemmeno una parola o
un’emozione. Aveva aspettato forse troppo ma quello gli
sembrava il momento
giusto per cambiare pagina, per lasciarsi il passato alle spalle e
ricominciare
a vivere, soprattutto per se stesso.
“Perché proprio lui? Tra tutti quelli che
conosci o che hai conosciuto,
perché lui? Perché mio fratello?”
“Non ho scelto io di chi innamorarmi, Liam”
“L’amore, certo. L’amore
è una stronzata, non esiste!”
“Ancora, Liam? Non ti stanchi di ripetere sempre la
stessa idiozia?”
“Cosa? Ora sono diventato ripetitivo e ti annoio?
Non sono io ad aver
scopato tuo fratello e avertelo sbattuto in faccia, Kaylyn!”
“Per la millesima volta, Liam, abbiamo fatto
l’amore e c’è una bella
differenza con il..”
“Abbiamo sedici anni, non sai nulla
dell’amore”
“.. sesso. E davvero pensi l’abbia fatto
solo per ripicca? Da quando sei
diventato così.. stronzo? E egoista”
“Penso sia colpa tua, Kaylyn. Prima mi dici che sono
l’unico e poi mi
rimpiazzi con mio fratello, che mossa da bastarda”
“Sei uno.. Non ti riconosco più, Liam. E
spero tu possa conoscere la
persona che ti faccia cambiare idea, che ti faccia vedere
quant’è bello essere
innamorati e amare”
Avevano
deciso di
fermarsi in un fast food, quando la fame aveva iniziato a farsi
sentire, e
erano riusciti a occupare un tavolino nascosto, ottenendo
più di un’occhiata
curiosa - o infastidita - alle risatine che continuavano a lasciarsi
sfuggire.
Zayn stava cercando di coprirsi il viso, all’ennesimo
tentativo di Liam di
sporcargli la guancia con del ketchup, e stava sovrastando con la sua
risata il
chiasso dei clienti, cercando poi di scacciargli la mano e trovandosi a
sbuffare nel sentire il suo dito contro la pelle.
-
Ti stai divertendo?-
cercò di apparire serio nel fargli quella domanda ma non
riusciva a tenere le
labbra in una linea dritta, sentendo gli angoli arricciarsi verso
l’alto. - Sei
un bambino, Payne.- borbottò mentre si stava ripulendo la
guancia con un tovagliolo,
mostrando la lingua a quello che spinse la schiena contro la sedia e si
lasciò
andare a una risata fragorosa.
Liam
era troppo
impegnato a ridere per notare come gli occhi di Zayn si fossero
focalizzati su
di lui, lo stava studiando silenziosamente e con un sorriso sulle
labbra, e
sentì le guance andare a fuoco al “Sei
carino, Payne”, che riuscì a farlo
zittire con un’improvvisa timidezza
addosso. Aveva tenuto lo sguardo fisso sul tovagliolo sporco di
ketchup,
intrattenendosi in quel modo pur di non ricambiare quello del
più piccolo, ma
mise a tacere ogni resistenza per poterlo guardare mentre mangiava
tranquillamente le patatine e aggiungeva: - Quando sei rilassato e
butti giù
tutta quella corazza, mi piaci così.-
-
Ti piaccio?- gli
chiese con la fretta evidente nella voce, cercando di ignorare il
battito
frenetico del cuore al suo cenno del capo, al suo sorriso sghembo e
“Fin troppo”. -
Anche tu.- biascicò
quando passò troppi minuti nel silenzio, premendo un piede
contro il suo da
sotto il tavolo. - Se non si fosse già capito,
cioè penso di essere stato
piuttosto chiaro in questi.. giorni e..- si zittì pur di non
rendersi
eccessivamente imbarazzante, agitando una mano nell’aria e
mordicchiandosi il
labbro inferiore per scaricare la tensione.
Sollevò
lo sguardo non
appena percepì la sua mano sopra la propria, sporgendosi con
il busto verso di
lui per vedere meglio i suoi occhi, e si fece attento per ascoltarlo
mentre
sussurrava: - Quel che voglio sentirti dire è.. come hai
fatto a trovarti nel
mezzo del lago e con un pesce in testa?-
Si
allontanò con uno
scatto, incrociando le braccia al petto e puntando lo sguardo fuori
dalla
finestra, mentre ascoltava la sua risata divertita e i “Ti prego, Lee” o “Voglio
sentirla di nuovo”. Roteò gli occhi con
fare esasperato, puntando un gomito
contro il tavolo per poter premere il pugno contro la guancia e
mantenere
un’espressione offesa, per poi schiarirsi la voce e dire: -
Ero terrorizzato,
Zayn. Non ridere di me. E quella.. quella
cosa mi ha trascinato per almeno cinque metri!-
-
Scommetto che era un
piccolo pesciolino innocuo.- ribatté il più
piccolo, immergendo una patatina
nel ketchup e portandosela alle labbra. - Stai esagerando per
ingigantire la
tua impresa e conquistarmi.- concluse con un’alzata di
spalle, tenendo gli
occhi fissi sull’ennesima patatina pur di non fissare Liam
negli occhi.
-
E sta funzionando?-
gli chiese quest’ultimo dopo qualche minuto di silenzio,
vedendo un sorriso
prendere posto sulle sue labbra a discapito del “Nemmeno un po’”.
Era
sceso nuovamente
quel silenzio tra loro, uno di quelli leggeri e ‘Con te sto bene, mi fai stare bene e possiamo anche
non parlare’,
si stavano studiando senza che l’altro se ne accorgesse,
sguardi che duravano
pochi secondi e non si intrecciavano mai. Fu Liam il primo a spezzarlo,
sussurrando il suo nome e resistendo dal distogliere gli occhi per non
dover
affrontare i suoi, tutti quei sentimenti in essi e la sicurezza di
starli
riflettendo.
-
Tu pensi che io.. sì,
pensi che possa essere.. sono un bravo padre?- domandò dopo
qualche incertezza,
gesticolando con una mano e scuotendo subito dopo la testa. - Non che
sia davvero un padre,
però sto crescendo
Aileen come una figlia. Sono il suo tutore, certo.. e sono quasi una
figura
paterna per lei, o sbaglio?- incespicò più volte
nelle parole, non sapendo come
porre quella domanda nel modo più semplice possibile, come
racchiudere tutte le
incertezze e le preoccupazioni in frasi brevi.
Non
appena concluse con
quell’ultima domanda fissò lo sguardo sul vassoio,
quello che avevano usato per
trasportare l’infinità di cibo fino al tavolo, e
non sollevò gli occhi nemmeno
ai vari richiami del più piccolo, strizzandoli appena nel
percepire la sua mano
contro il polso. Zayn aveva smesso di chiamarlo all’ennesimo
tentativo andato
in fumo e aveva iniziato a strofinare il pollice contro la sua pelle,
facendolo
rilassare gradualmente e ottenendo infine la sua attenzione,
rivolgendogli un
sorriso incoraggiante e una leggera stretta al polso.
-
Sai cosa mi ha detto
Aileen?- Scosse il capo a quella domanda, trattenendo il labbro
inferiore tra i
denti, e lo osservò di sottecchi mentre gli sorrideva
apertamente e continuava:
- Ci sono giorni in cui sente la mancanza di sua mamma, tutti i suoi
amici ne
hanno una e lei è molto gelosa. Mi ha detto che non
è giusto che un bambino
cresca senza la mamma, che dovremmo averla tutti.-
Aveva
chinato il capo a
quelle parole, percependo uno strappo nel petto e una patina a
coprirgli gli
occhi, e grugnì in risposta al nome ripetuto, al “Vuoi sapere che altro ha detto?”,
stringendo un pugno per scaricare
tutta la rabbia che provava a quell’ingiustizia.
-
Dice che ha una
persona molto speciale accanto, che sa di non essere sola e che ci sono
bambini
molto più sfortunati di lei. Non molti bambini hanno la
fortuna di avere un
Lili, sai?- riprese a parlare Zayn, prendendo quel verso come un invito
a
spiegare, e risalì con le dita lungo il suo braccio,
cercando di trasmettere
quanto più conforto possibile con quel semplice tocco. - Ti
adora, Lee. Sei il
suo zio, sei il suo eroe. E non importa se non è figlia tua,
lei vede in te
quello che tutti gli altri vedono in un papà. Sei
meraviglioso, Lee. E daresti
la sua vita per lei, proprio come un papà qualsiasi.-
Non
rispose
immediatamente, prendendo un respiro e coprendosi il viso con una mano,
per poi
allargare lo spazio tra le dita e chiedere: - Sono davvero
così bravo?-,
vedendo il ragazzino scoppiare a ridere e sporgersi verso di lui, un
“Sei il migliore”
sussurrato con le
labbra premute contro le sue.
Angolo
Shine:
Scusate
per il ritardo
di una settimana ma non avevo la testa ultimamente (motivo per cui il
seguito
di Car Wash si sta facendo desiderare). Cerco sempre di scrivere
qualche
paginetta al giorno, purtroppo il risultato non è mai
soddisfacente e io penso
troppo, decisamente troppo.
Leggete
questo perché
penso sia fondamentale, anzi è piuttosto importante che
leggiate qui.
Partendo
dal principio,
ho fatto una follia (continuo a ripensarci e sono tipo “Che
cazzo ho fatto?”) e
ho mandato una delle fanfiction a una casa editrice. Era più
un “Figurati se mi
risponderanno mai” e “Tanto vale provare, mal che
vada verrò ignorata”.
Purtroppo - o per fortuna, ancora sono troppo in ansia per capirlo - mi
hanno
risposto e mi hanno.. fatto un contratto?
Continuerò
a scrivere
Ziam, continuerò a scrivere fanfiction..
però voglio
provarci. E vedere se sono davvero così brava a scrivere,
come dite voi nelle
vostre recensioni o nei messaggi che ricevo.
Spero
di avere ancora
il vostro appoggio, perché senza di voi non andrei da
nessuna parte e mi avete
vista crescere, mi siete sempre state vicine e mi avete sempre
dimostrato quell’affetto
che mi ha spinto a continuare a scrivere. Passerei ore a ringraziare
ciascuna
di voi, ogni recensione ricevuta e ogni parola che mi ha aiutato spesso
a
vedere del buono in quello che scrivo o in quello che sono.
EFP
è un po’ la mia
famiglia, per questo non vi lascerò mai (anche se magari
qualcuna ci spera di
non vedermi mai più). E spero di avervi accanto anche in
questa esperienza
bella ma terrorizzante.
Penso
lo sappiate tutti
quanto sia difficile emergere in un panorama simile, immaginate la mia
sorpresa
nell’aver ricevuto una risposta positiva! Quindi nulla, vi
chiedo solo di
seguirmi e non lasciarmi sola in mezzo a tutto questo.
Non
sarei nessuno senza
di voi, solo una ragazza di vent’anni (più due)
con la passione della scrittura
e il sogno di diventare scrittrice.
Se
tutto questo si sta
avverando è sicuramente merito vostro, che mi avete sempre
spinta a dare di più
(o almeno, io ho sempre cercato di mettermi sempre più nelle
storie per
riuscire a emozionarvi come la prima volta) e mi avete quasi tenuta per
mano.
Cercherò
di farmi
sentire venerdì prossimo, in caso rimando di una settimana o
due. (Non
sparisco, tranquille)
(Car
wash arriva, ve lo
giuro.. ho solo tante cose per la testa e non voglio rovinare questa
parte)
Grazie
ancora a tutti
quanti,
Shine
o Bea