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Autore: Debby_Gatta_The_Best    30/01/2015    5 recensioni
[Five Nights at Freddy's]
Chi mai vorrebbe lavorare in una pizzeria piena di robottacci assassini dove ti pagano due dollari l'ora? Solo un barbone come Mike...
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il luogo pareva essere stato abbandonato a se stesso per anni, o forse era solo il risultato dei pochi mesi che aveva trascorso gestito da soli italiani. Mike ebbe pietà di quel luogo, rabbrividendo all'idea della gestione orribile che doveva aver subito... poi ricordò che anche lui aveva sangue italiano e arrossì, cercando di convincersi di non aver mai formulato quei pensieri contro la propria specie. Avanzò un passo, incerto, verso la porta a vetri sporca e scura. Non poteva sbirciare all'interno, era tutto spento e poi il vetro era davvero troppo impolverato. Mike ci passò una mano sopra e quando la ritrasse era nera come il carbone. Ci soffiò sopra e bussò, prima una volta, poi due, poi tre, poi venti volte e alla fine mollò un pugno tanto forte da rompere il vetro e sbucciarsi le nocche della mano. Subito balzò indietro dallo spavento (non credeva avrebbe ceduto così facilmente, ma poi si ricordò che era una pizzeria in crisi e che era stata tenuta per parecchi mesi da italiani), e in quel momento scorse un cartello illuminato da un potente led rosso e verde che indicava un piccolo pulsantino blu. Recitava così: PORTA INSONORIZZATA, IN ORARIO DI CHIUSURA PERFAVORE SUONARE IL CAMPANELLO. A quel punto a Mike venne l'idea di provare a suonare.

Un boato risuonò per il terreno provocando un mezzo terremoto, e qualche minuto dopo la porta venne aperta da un uomo piuttosto giovane, vestito in modo bizzarro.

«Cosa vuole? I tavoli si prenotano dalle 13 in poi»

Brontolò infastidito, come se fino a un minuto prima stesse guardando

la partita e sul più bello fosse stato interrotto dal campanello-terremoto.

«Io sarei qui per lavoro...»

Il tizio travestito ebbe un sussulto, sgranò gli occhi e trattenne il respiro per quelli che parvero lunghi secondi. Poi si voltò verso l'interno e urlò:

«FREEED, CORRI!»

Pareva che il tipo vestito di viola avesse un trombone al posto dei polmoni, e Mike dovette aggrapparsi a qualcosa per non volare via, ma dal momento che il tipo vestito da cameriere stava volgendo la faccia dall'altra parte non ce ne fu bisogno. Però lui per sicurezza si aggrappò lo stesso.

Dopo un nanosecondo, si affacciò un secondo cameriere. Sembrava uguale al primo (a Mike tutta la gente sembrava uguale, perché non aveva un grande interesse per le persone che non iniziassero con Io), solo che invece di vestire lilla e tenere un paio di orecchie da coniglio in capo – e avere i capelli tinti di un viola ormai stinto, che Mike notò solo in quel momento facendo il paragone con l'altro – era vestito di marrone, con un paio di piccole orecchie marroni sulla testa, pantaloni marroni, capelli marroni, occhi marr... no, Mike osservò con attenzione e si accorse che aveva gli occhi azzurri.

Aveva un sinistro ghigno stampato sulla faccia, come quello di un avvocato infido che sta per fregare il prossimo credulone, e porse la mano a Mike.

«Benvenuto, benvenuto davvero! Piacere, sono Fred, il padrone della pizzeria... la prego, mi segua, mi segua...»

Trascinò poco elegantemente Mike per un braccio, seguito dall'uomo-coniglio-viola, che richiuse la porta alle sue spalle. Il locale non era male dentro, un po' buio per le finestre accostate, ma nel complesso Mike se l'era aspettato peggio. L'unica cosa che non gli piaceva erano le mattonelle tutte maledettamente uguali. Erano grosse e presentavano un motivo a scacchi bianco-nero molto poco alla moda, e si susseguivano per tutto il pavimento e per metà parete in modo angosciante. Ad un tavolo erano sedute altre due persone: una ragazzina più o meno dell'età di Jeremy, bionda-oro, vestita di giallo che si intonava bene ai capelli, con una tovaglia bianca legata davanti con scritto: “MANGIAMO CHE HO FAME” in lingua straniera che forse era aramaico pensò Mike – senza pensare che riuscendo a leggerla si trattava solo di inglese scritto in calligrafia orrida –, intenta a truccarsi davanti ad uno specchietto tascabile grande quanto un I-pad, ed un tipo accigliato, più grande di Mike di almeno cinque o sei anni, vestito da capitano di una nave pirata (cosa che in contrasto agli squallidi completi da camerieri degli altri te spiccava fighissima e, wow, cioè, ganza pensò Mike), intento a... Mike sobbalzò nel vedere che al posto della mano destra il tizio dai capelli rossi (ma non rossi alla Weasley, rossi rossi come il sole! No, il sole è giallo, allora come il fuoco) aveva un uncino affilato quanto un rasoio da barba consumato, nero come la ruggine e lo stava pulendo delicatamente con un panno umido. Alzò pigramente lo sguardo e serrò un attimo la mandibola alla vista di Mike.

«Lui è Bernard»

Il Capo indicò quello vestito da coniglio radioattivo.

«Lei è Claire»

Non c'è bisogno di dire a chi si riferiva.

«E lui è Fawkes... in realtà è stato allevato da delle volpi di mare dopo essere stato abbandonato, quindi il suo vero nome non lo sa e questo se l'è dato da solo. Noi lo chiamiamo Fonzie»

Ridacchiò Fred. Fawkes-Fonzie alzò un sopracciglio come se avesse troppa poca voglia di muovere la testa e annuire.

«Fonzie? Come le patatine gialle al formaggio che se non ti lecchi le dita godi solo a metà!»

Esclamò Mike rammentando i bei momenti da ricco passati a guardare la TV e ingoiare cibo spazzatura a non finire.

In risposta il tipo-volpe-pirata digrignò i denti ferocemente, come una belva, e si portò in piedi. Fulmineo, afferrò il colletto ristretto dal giorno prima di Mike:

«Ascolta – sibilò con voce grave – con la tua sfacciataggine non sopravviverai una notte da noi...»

Ma Fred l'afferrò e lo scaraventò lontano semplicemente spingendolo (si dovevano nascondere parecchi muscoli sotto quel corpo mingherlino) e si rivolse alla vittima rosso in faccia.

«Non farci caso... è sempre scontroso, è la sua natura...»

«Ha detto che non sopravviverò!»

Piagnucolò Mike.

«Ma noo, non starlo a sentire...»

S'intromise la ragazza ridacchiando nervosamente.

«Lui è un gran burlone, scherza sempre...»

Fred batté le mani e raddrizzò a schiena, come se si fosse ricordato solo adesso di aver lasciato l'introvabile arma per salvare il mondo da un attacco alieno sotto lo zerbino di casa.

«Non indugiamo oltre, signor...»

«Mike»

«Mike...»

Tentò di pronunciare il suo cognome, con il solo risultato di gracchiare uno strano verso in lingua elfica o trollesca, neanche lui sapeva dirlo. Sul documento Fred disegnò uno scarabocchio.

«Allora... signor... Mike Shmzindint – Fred coprì la brutta pronuncia con un colpo improvviso di tosse vero come un controller della Playstation con scritto sopra Fony – le basta una firmina qui.... e il gioco e fatto, sarà assunto in prova per una settimana!»

Mike afferrò con tale destrezza la penna portagli che gli cascò in terra un paio di volte, con il Capo che gocciolava dal terrore che il pollo avrebbe cambiato idea se si fosse accorto in tempo della truffa, e quando stette per firmare si bloccò.

«Aspettate, aspettate un attimo. Io entro qui, buongiorno buongiorno, stringo la mano a tutti, scopro un fonzies gigante che il mondo non sapeva esistesse, mi date una penna e se firmo mi date il lavoro, giusto?»

«GIUSTO»

Ripeterono tutti (tranne Fawkes ancora svenuto) piuttosto tesi.

«Ma non mi avete ancora detto che devo fare»

Si accorse Mike.

«GIUS.... ah già»

Fred sembrò trovare la punta dei piedi molto interessante per parecchi minuti, poi ebbe il coraggio di alzare lo sguardo.

«Vede, signor... Mike, la nostra pizzeria era famosa, a suo tempo, per delle creature meccaniche, delle mascotte, in particolare quattro animali: Un orso, una volpe, una papera – qui Claire esclamò “è una gallina, povera Chica, non una papera! – e un coniglio»

Mike lo lasciò andare avanti nella storia, incuriosito.

«Gli animatroni erano le star del posto, e il lavoro andava a gonfie vele. Intrattenevano i bambini, intimidivano chi chiedeva lo sconto... insomma, facevano un lavoro perfetto. Poi...»

La temperatura iniziò a scendere. Mike tremolò come la fiamma in estinzione di una piccola candela.

«Poi una serie di... piccoli incidenti... con gli animatroni... e non... hanno contribuito alla... chiusura della Pizzeria»

Concluse Fred senza aggiungere altro.

L'intuito infallibile di Mike non colse il vero significato di quella frase a spezzoni. Pensava che i piccoli incidenti fossero stati causati dagli italiani in compagnia degli animatroni, il “e non” si riferisse ai clienti stessi, e non pensò a qualche tipo vestito di viola con la faccia viola, i capelli viola, il cappello viola, i denti bianchi e le mutande viola. No, non gli venne in mente.

Mentre qualsiasi altro ragazzo al mondo con un briciolo di buonsenso se ne sarebbe tornato a chiedere l'elemosina per le strade, Mike rimase lì fermo come un baccalà ad aspettare che gli dicessero quando poteva iniziare.

«Embeh' ? Non mi avete ancora detto che dovrei fare»

Bernard di aggiustò quel ridicolo fiocco rosso che teneva sotto il collo:

«Oh, nulla di pericoloso. Ormai gli animatroni sono vecchi e funzionano male, quindi finché non avremo i soldi per ripararli non permettiamo loro di muoversi di giorno. Ti starai chiedendo perché non li buttiamo allora, ma devi sapere che la tassa per la spazzatura è piuttosto alta e nemmeno per quella abbiamo i soldi, quindi per il momento li lasciamo chiusi nello sgabuzzino blindato, comunque apparte questo, devi sapere che il tuo compito sarà quello di controllarli la notte»

Mike fece due più due, ma visto che non sapeva contare molto bene gli venne fuori 5. E qualcosa gli disse che non era il giusto risultato.

«Ma... non avete appena detto che li tenete spenti nello sgabuzzino?»

Bernard e Fred si scambiarono un'occhiata angosciata. Claire invece si stava mangiando quello che sembrava un muffin rosa. Di Fonzie nemmeno l'ombra.

«Sì, ma la notte li lasciamo liberi di passeggiare. Perché sennò potrebbero smettere di funzionare. Sai, sono vecchi e malconci, farebbero come la batteria di una macchina in disuso: senza moto finirebbero con lo spegnersi del tutto, e a quel punto costerebbe molto di più la riparazione»

Spiegò in fretta quello travestito da coniglio.

Mike rifletté un attimo, poi siccome gli faceva fatica si limitò ad accettare l'offerta. Firmò sotto il sorriso da orecchio a orecchio di Fred – che lo faceva assomigliare ad un avvocato infido che ha appena fregato un altro credulone – e strinse la mano a tutti e tre (il pirata si era volatilizzato)

«Torni qui questa notte, il lavoro inizia a mezzanotte e finisce alle 6!»

Gli ricordò Claire mentre Mike usciva dalla Pizzeria.

«E... attenzione a mio fratello...»

Lo avvertì Fred.

«Da quando è morto si comporta in modo strano»

Mike si bloccò fuori dalla Pizzeria. Deglutì, e si chiese se aveva fatto la scelta giusta.




Commento

Ciao, e scusate il leggerissimo ritardo ^^ probabilmente non potrò postare ogni sera, ma comunque ci proverò. È una storia abbastanza stupida per il momento? Ma soprattutto, vi piace? Spero che commenterete in molti, al prossimo capitolo!

  
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