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Autore: Edlyn    30/01/2015    1 recensioni
Trovava strano che proprio lì, così fuori mano, si fosse deciso di costruire un parco con tanto di altalena, scivolo e una fontanella con una buffa statua al centro. Buffa non era l'aggettivo giusto. Anzi, la trovava decisamente inquietante. Aveva le sembianze di una bimba che si portava le mani al volto per bere e, dalle mani sgorgava l'acqua che andava a ricadere nella vasca della fontana.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angeli Piangenti, Doctor - 12, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Darwin fece strada verso l'accampamento. Spiegò che avevano lasciato la nave solo due giorni prima e fino ad ora si erano spostati lungo la costa. Per domani avevano pianificato di addentrarsi nella foresta.

Darwin era entusiasta. Parlava senza sosta, fiero del suo lavoro, indicando al Dottore e a Lisa ora questa pianta, ora quella formazione rocciosa, ora la forma del becco di quell'uccello laggiù, incredibilmente adatta a spaccare proprio quei piccoli semi di quel particolare albero, così abbondante in quest'area... Un fiume di parole, che Lisa ascoltava rapita. Anche il Dottore sembrava divertirsi molto. Faceva domande, di cui molto probabilmente conosceva già le risposte, solo per il piacere di sentirsi rispondere da Darwin.

A un certo punto si fermarono sotto un albero dove un gruppo di scimmiette stava mangiando delle bacche.

- Guardate! – esclamò Darwin indicando le bestiole. - Qui in America le scimmie sono dotate di coda prensile. Nel Vecchio Mondo non è così...

La spiegazione di Darwin fu interrotta bruscamente da un lancio di frutta, bacche e noci. Cercando di ripararsi in qualche modo con le braccia almeno la testa e il volto, i tre batterono la ritirata. Una scimmia, dalla mira particolarmente acuta, riuscì a prendere in pieno Lisa mentre correva via. Il seme che aveva lanciato era abbastanza grande e fece un bel rumore sordo (“stock!”) rimbalzando sulla testa della ragazza.

- Mai state particolarmente simpatiche le scimmie. - Si lamentò Lisa massaggiandosi la testa.

Il Dottore raccolse il seme e si accigliò. Era un grosso seme, poco più grande di una noce, perfettamente rotondo, eccetto un piccolo picciolo a un'estremità. La scorza era irregolare, come se fosse composta da tante minuscole scaglie di color porpora.

- Che seme strano, mai visto prima d'ora. – osservò Darwin allungando una mano per prenderlo.

- Strano, sì... - borbottò il Dottore, non consegnando a Darwin il seme. - Mai visto, no...

Con un unghia cercò di scalfirne la scorza, ma invano. Mormorando qualcosa fra i denti, si mise il seme in tasca.

- Dunque, - disse, come se non fosse successo niente. - Vogliamo continuare la nostra passeggiata?

- ----- -

Arrivarono all'accampamento che era quasi il tramonto. Come “Ispettori della Marina di Sua Maestà”, Lisa e il Dottore furono trattati con tutti i riguardi, gli fu offerta la cena e ospitalità per la notte.

Durante la cena, Lisa si era ormai ripresa dallo shock e cominciò a chiacchierare del più e del meno con Darwin.

- … per farla breve, due colleghi hanno dovuto portarmi fuori dalla sala operatoria in braccio.

Lisa rideva di gusto.

- Non c'è da ridere! - protestò Darwin, ma rideva anche lui. - E' stato drammatico, sono svenuto “pluf!” come un sacco di patate. Dovevi vedere il professore come era arrabbiato. Sbraitava “Lei, signor Darwin, non potrà mai diventare un bravo medico se alla prima goccia di sangue sviene come una mammoletta. Compatisco il suo povero padre!”.

Lisa aveva le lacrime agli occhi dal ridere, immaginandosi il pomposo professore di medicina impegnato nella sua ramanzina.

- E fu così che mi cacciarono dalla scuola di medicina, con mia grande gioia... Quindi anche lei signorina, è una studiosa delle scienze naturali.

Lisa annuì - Per ora sono solo una studentessa. Quegli insetti che stava cercando di catturare oggi...

- Ah sì, dei cosini meravigliosi. Ma saltano come diavoli.

- Ho notato – rispose Lisa sorridendo. - Venendo qui ho trovato del bambù abbastanza sottile, mi vuole prestare la sua borraccia? Quella piccola, di pelle.

- Che cosa vuole farci? - chiese Darwin, porgendole la borraccia.

Lisa non rispose, ma si mise subito al lavoro. Stappò e vuotò la borraccia, cercando di asciugarla alla meglio con la manica della maglietta. Poi con un coltello fece un buco sul fondo e ci infilò la cannuccia ricavata dal bambù.

- Ha qualcosa per sigillare?

- Ho dello stucco.

- Perfetto!

Lisa rimirò il suo capolavoro. Darwin la guardava ammirato.

- Credo di aver capito come funziona.

Lisa avvicinò il tappo della borraccia a una zanzara che si era posata sul terreno accanto a loro e succhiò dalla cannuccia. La zanzara venne risucchiata dentro la borraccia.

- Ecco fatto. Zanzara presa, integra, ancora viva anzi, e non ho ingoiato neanche un granello di sabbia.

- Ahahah! Ma è fantastico!

Darwin volle provare subito e, felice come un bambino, si mise a risucchiare un insetto dopo l'altro. Lisa lo osservava, soddisfatta di se stessa.

 

Improvvisamente fu presa dal panico. Si guardò intorno e vide il Dottore seduto sotto un albero, intento a studiare lo strano seme alla luce del fuoco. Lisa gli si avvicinò.

- Dottore?

- Mmmh?

- Dottore, credo di aver combinato un pasticcio...

Lentamente il Dottore alzò gli occhi dal seme – Che genere di pasticcio?

- Ho... io ho... - Lisa deglutì. Si sarebbe arrabbiato con lei? - Ho insegnato a Darwin come costruire un aggeggio per catturare gli insetti usando una borraccia e del bambù.

Lisa aveva parlato tutto d'un fiato, pugni stretti, occhi chiusi, aspettandosi una lavata di capo. Dopo un attimo di silenzio il Dottore, con tutta calma, rispose - E quindi?

- Beh... ho alterato il passato.

- Sciocchezze. Con una cosa così piccola non si può alterare il passato.

- Ma... in una puntata di Halloween dei Simpson, Homer tornava indietro nel tempo, nel giurassico, uccideva una zanzara e poi quando tornava nel presente tutti avevano la testa di insetto...

Il Dottore la guardò sbalordito, occhi sgranati.

- Mai sentita una corbelleria simile in vita mia.

Lisa si sentì una stupida – Quindi, insomma, è tutto a posto. Sei... sicuro?...

- Ma io mi domando come voi esseri umani riusciate a inventarvi delle simili... - sospirò scuotendo la testa. - Sì, sì sono sicuro. Sono un Signore del Tempo, perdinci! Penso di saperne un po' di più di Homer Simpson sui viaggi nel tempo.

Lisa si mise a sedere accanto a lui, appoggiando la schiena all'albero e tirando su le ginocchia per appoggiarci il mento. - Signore del Tempo?

- Già. - Rispose il Dottore, ritornando a concentrarsi sul seme.

- Che cosa vuol dire che sei un Signore del Tempo?

- Domanda complicata. Risposta lunga. Un altro giorno. Concentriamoci su questo seme. Non è terrestre, questo lo so per certo.

- Come fai a esserne sicuro?

Il Dottore tirò fuori il cacciavite sonico.

- Scansionato con questo, non è terrestre. Ora, ho un paio di ipotesi su cosa potrebbe essere. Entrambe non buone.

- Non buone?

- Non buone. Ipotesi uno: si tratta di un seme di Rosa Spinata della Nebulosa di Castallia. E' una pianta infestante, particolarmente aggressiva. E per aggressiva intendo che ha denti. Non guardarmi così, denti. Sai quei cosi che si usano per masticare. Quelli.

- E questo non è bene.

- No, per niente. Ma è l'ipotesi più ottimistica. La Rosa Spinata cresce molto lentamente, e riesce a produrre un solo seme ogni cinquanta anni... Ora, ipotesi due: è un seme di Grisantium della Notte. E' un arbusto di colore viola, dalle radici profonde. Cresce molto velocemente e consuma rapidamente tutta l'acqua presente in un terreno. In pochi giorni è in grado di trasformare una foresta in un deserto. Ho visto interi pianeti pieni di vita trasformarsi in deserti.

Lisa deglutì, guardando con orrore il seme porpora.

- Ipotesi tre...

- Avevi detto che erano due!

- Me ne è venuta in mente un'altra mentre parlavo. Ipotesi tre: è un seme di Quercia di Billinopolis. Pianta maestosa. Ma ora che ci penso bene, è estinta da millenni. Da quando cioè Billinopolis è stato risucchiato in un buco nero insieme alla sua stella e a tutto il sistema di cui faceva parte. Non saprei proprio come potrebbe essere arrivata qui. Quindi, lasciamo perdere la Quercia. Si torna alle prime due ipotesi.

Lisa fece un profondo respiro. - Quindi? Cosa facciamo?

- Beh... Quelle scimmie avranno trovato il seme qua nei paraggi. Non ci resta che esplorare l'area alla ricerca della pianta da cui proviene.

- Trovare una pianta in mezzo a una foresta... - Borbottò Lisa guardandosi intorno. – Il classico ago nel pagliaio...

- Idee migliori?

- Immagino che riconoscere una pianta aliena, anche se nel bel mezzo di una foresta, non sia poi così difficile. In fondo è... aliena. No?

- Oh, se è come penso, non sarà affatto difficile individuarla. - Rispose il Dottore a voce bassa, tornando a fissare il seme.

- Questa tua ultima affermazione non è molto rassicurante, in realtà.

- Ah davvero? In effetti non voleva esserlo. Su su, vai a dormire. Con il buio non possiamo fare un bel niente. Domani mattina, con la luce del sole, riusciremo a venirne a capo.

- Va bene.

Lisa si alzò e si avviò verso il fuoco, dove Darwin e gli altri esploratori si stavano organizzando per la notte. Dopo aver fatto un paio di passi, tornò indietro.

- Buonanotte Dottore.

- Mmmh? Ah sì, buonanotte, sogni d'oro, eccetera eccetera...

- ----- -

Lisa si fece dare un paio di coperte e si sistemò un po' lontana da gli altri, cercando comunque di non allontanarsi troppo dal fuoco. Sapeva che gli uomini si erano organizzati con dei turni di guardia, ma comunque avrebbe dormito all'aperto, ai margini di una foresta pullulante di animali dai denti affilati e la pancia vuota. Senza dimenticare la presenza minacciosa della pianta aliena. Sigh! Sarebbe stata una lunga notte.

Si rigirò un paio di volte, cercando di scavarsi nel terreno morbido una nicchia più o meno confortevole. Alla fine riuscì a trovare una posizione quasi comoda. Tuttavia, nonostante la stanchezza, il sonno continuava a scappare via. Cercò di concentrarsi sui rumori di sottofondo, le onde del mare, la brezza fra le foglie, il canto di un uccello notturno... Stava finalmente per addormentarsi quando all'improvviso sentì un ruggito, e non poi così lontano! Lisa spalancò gli occhi, determinata a non richiuderli più per il resto della nottata.

In quel momento vide il Dottore.

Era ancora seduto sotto l'albero, dove lo aveva lasciato, perso nei suoi pensieri. Alla debole luce del fuoco Lisa studiò ancora una volta i suoi lineamenti. Le aveva detto di avere duemila anni. Beh, in questo momento non faticava a credergli. C'era qualcosa di antico nel suo volto, e non per le rughe o i capelli grigi. Era per gli occhi. Lo sguardo stanco, di chi ne ha passate tante, ha visto la guerra, ha perso amici...

Lisa sbadigliò. Lo conosceva solo da poche ore, ma chissà perché questo Dottore si era guadagnato subito la sua fiducia. In genere era diffidente come un gatto, eppure si fidava di lui. Strano. Si fidava di un matto con una cabina blu. Ed era convinta che, se effettivamente esisteva una vorace pianta aliena pronta a distruggere il pianeta, lui sarebbe stato l'unico in grado di fermarla. E lo avrebbe fatto.

E senza neanche rendersene conto, piano piano, si addormentò.

 

 

NdA: Charles Darwin viaggiò sulla nave Beagle come naturalista di bordo dal 27 dicembre 1831 (aveva solo 22 anni all'epoca!) al 2 ottobre 1836. In questi cinque anni Darwin visitò le isole di Capo Verde, le isole Falkland, la costa del Sud America, le isole Galapagos e l'Australia. Nello scrivere questi capitoli mi sono presa qualche libertà poetica (altrimenti invece di un racconto avrei scritto un saggio su Darwin), ma molte cose prendono spunto da fatti reali (per esempio, Darwin ha realmente abbandonato la scuola di medicina perché si sentiva male durante gli interventi). 

  
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