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Autore: DoctoRose91    31/01/2015    2 recensioni
Dopo che Regina ha gettato il suo sortilegio, tutti i personaggi delle favole si sono trovati privi di memoria in una cittadina di nome Storybrooke…compresa una giovane ragazza amante della bella vita e dell’alcol di nome Lacey, la quale non ricorda che un tempo era stata Belle. Come riuscirà Mr.Gold , una volta recuperata la memoria, ad aiutare Belle a recuperare la sua?! Speranzoso che lei , prima o poi, si ricorderà di lui!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricordati...'
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Capitolo 8: Raccontami

Era una giornata tranquilla al castello, Belle era da sola, Rumple era uscito per alcune faccende. Era rimasta un’intera mattinata in solitudine, chiunque sarebbe stato felice senza quel mostro in casa, e forse qualcuno avrebbe provato anche a scappare, ma non lei. Ormai si era istaurata una certa fiducia tra loro due e non voleva essere proprio lei a romperla. In fin dei conti si trovava bene al castello e la compagnia del folletto  le piaceva sempre di più, addirittura da sentirne anche la mancanza.
Aveva da poco finito di spolverare  la vetrinetta del salone, guardò le lancette dell’orologio segnare le 15:00 del pomeriggio. Chissà se sarebbe venuto per l’ora del tè? Si affacciò all’enorme finestra e si mise ad osservare la vasta distesa di alberi che si estendeva davanti ricoprendo tutto il territorio circostante. Non poteva che essere preoccupata, e se gli fosse capitato qualcosa? E se avesse avuto qualche problema con un accordo? Ogni volta che usciva le venivano tante preoccupazioni.
Andò in biblioteca per ammazzare il tempo con uno dei libri cercando di impegnare la mente.
……
Lacey si alzò di soprassalto affaticata e con il fiatone. Le sembrava di aver vissuto intensamente quel sogno: lei preoccupata per l’assenza di qualcuno. Indossava nuovamente quell’abito blu e aveva i capelli raccolti. L’ambientazione ricordava gli anni del medioevo: castelli, niente elettricità, candele, abiti antichi. Le sembrava tutto così reale. Si voltò verso la sua destra toccando il cuscino affianco. Si immaginò Gold disteso che riposava tranquillamente nel suo letto. Scosse la testa spalancando gli occhi. Come era possibile? Si era immaginata Gold insieme a lei e non Gaston?! Era in conflitto con sé stessa e non sapeva neanche lei il perché. Si accostò al cuscino stringendolo possessivamente tra le mani annusando l’odore immaginandosi il suo profumo di muschio selvatico che la faceva impazzire. Chiuse nuovamente gli occhi riprendendo a dormire.
……
Quel romanzo era bellissimo, raccontava di un uomo profondamente innamorato che narrava ad un suo amico, attraverso delle lettere, il suo amore soffocato per una donna. Era una storia struggente e piena di emozioni. Le regalò due ore intense vissute insieme ai protagonisti.
Alzò lo sguardo verso un piccolo orologio posto su una mensola e commossa e straziata dal finale si alzò dal  triclinio e asciugandosi gli occhi  si avviò in cucina con un cuore profondamente spezzato. Già era abbattuta perché lui non era con lei, poi si aggiunse anche quel romanzo d’amore malinconico e sofferto a darle la botta finale. Tirando su col naso cercava di riprendersi da tutte quelle emozioni preparando il tè con la speranza che il folletto ritornasse da lei.
……
La sveglia smosse la ragazza che si era nuovamente addormentata profondamente continuando quello strano sogno. Si sentiva come nel sogno: molto amareggiata, sofferente e addolorata per quello che aveva letto, ma soprattutto per l’assenza di una persona. L’unica cosa che la faceva imbestialire era che nel sogno non veniva mai menzionato il nome di quella persona, l’unica cosa che sapeva è che era un uomo.
Si alzò dal letto, regalandosi una bella doccia fresca che la mise in sesto, fece colazione da Granny, e per suo stupore e quello della locandiera stessa, non prese nessun alcolico insieme alla crostata di albicocca che di solito mangiava.
Si sentiva diversa quella mattina, come se tutto doveva essere visto sotto una nuova prospettiva. Si toccò il labbro superiore sorridendo nel ricordare la serata precedente in cui aveva sfiorato la bocca di Gold. Ancora aveva la pelle d’oca nel solo pensare a quell’istante. 
Vide che erano quasi le 10:00 e decise di avviarsi per un nuovo giorno di lavoro.
Arrivò puntuale al negozio, ma non vide nessuno. Non c’era neanche un cartello che spiegasse il ritardo. Questo la preoccupò molto. Si sentiva come nel sogno. Che cosa gli era accaduto? Forse non si era sentito bene? Le preoccupazioni iniziarono a popolarle la mente rendendola ansiosa e agitata. Iniziò a camminare su e giù davanti al negozio passando da un eccesso all’altro.
E se per caso quel quasi bacio l’avesse turbato? E se era stata invadente? Forse lui non provava niente per lei. E se aveva oltrepassato la linea?
Da qualche giorno lui era molto distante, forse quel quasi bacio aveva solo peggiorato la situazione? Forse non la voleva più vedere? Stava impazzendo.
Il rumore del bastone la fece rinvenire. Si voltò vedendo Gold  tranquillo con in mano le chiavi del negozio. Prese un enorme respiro rilassandosi.

-Buongiorno Lacey. Dormito bene?!-chiese  accorgendosi che qualcosa in lei non andava. La vedeva profondamente agitata.
-Oh sì tutto bene! Mi chiedevo come mai non era aperto!- rispose sorvolando sul suo stato d’animo.
-Avevo da fare con lo sceriffo e la detenuta!- rispose brevemente aprendo il negozio.
-Come sta Mary Margarethe?!- chiese cambiando totalmente discorso seguendo il proprietario.
-Come vuoi che stia! È preoccupata che la possano incolpare per un omicidio non commesso!- affermò posando le chiavi in tasca.
 
Lo vide cercare qualcosa sotto il bancone centrale.

 -Cosa cerchi?!- chiese avvicinandosi.
-Solo delle scartoffie!- rispose alzandosi.
Guardò dei documenti e si avviò fuori.
-Gold!- lo chiamò irritata del suo comportamento. Si comportava come se lei non ci fosse.

Si voltò sorpreso dal vocione di lei. Era dai tempi del castello oscuro che non la sentiva irritata come ora.

-Dove vai?!- chiese poi  più tranquilla.
-Devo occuparmi della difesa di Mary Margarethe. Sono il suo avvocato!- rispose semplicemente.
-Quando avevi intenzione di dirmelo?!- chiese  adirata.

Le uscì naturale fargli quella domanda.
Per quale motivo Gold le doveva dire cosa faceva, mica stavano insieme?! Era libero di fare e incontrare chiunque, perché questo l’irritava parecchio?

Anche Gold si sorprese dell’atteggiamento quasi protettivo nei suoi confronti. Gli piaceva molto il suo comportamento, avvalorava che qualcosa provava per lui, e questo non poteva che rallegrarlo.

Era lì in piedi aspettando una risposta. Si sentiva come in quel sogno, in cui lei era preoccupata e all’oscuro delle faccende che faceva quell’uomo, e non voleva sentirsi in quello stato. Non voleva vivere quel sogno nella realtà.

Gold la vedeva abbastanza spaesata e preoccupata. Captava che qualcosa non andava. Posò i documenti sul bancone e lentamente si avvicinò alla fanciulla. Lacey sembrava fragile e indifesa. Gli ricordava molto la sua Belle che lo rimproverava, quando usciva senza avvertirla, preoccupata a morte.

-Tutto bene Lacey?!- chiese accarezzandole un braccio.

Percepire la sua mano sulla pelle fu la cosa più bella e rilassante di tutta la sua vita. La ragazza annuì chiudendo gli occhi.

-Scusami hai ragione dovevo dirtelo!- si scusò lui.

Sembrava riutilizzare una vecchia scusa.

-No, non è vero! Ti chiedo scusa, non ho il diritto di chiederti nulla!- rispose lei con un tono più calmo.
“E invece ne hai amore mio!”  pensò Gold sorridendole. Non voleva vederla preoccupata né in passato né  quanto meno adesso.
-Ti spiegherò tutto più tardi!- aggiunse poi abbassandosi. Con due dita le alzò il mento incrociando i loro sguardi.
-Ti devo chiedere un favore…- iniziò poi cortesemente.
-…oggi non ci starò al negozio! Come ti ho detto sarò impegnato con la difesa della maestrina, puoi stare tu al negozio? Se viene qualcuno digli di passare domani! Ok?- sorrise dolcemente.
-Farai tardi?!- chiese la brunetta.
Sembravano marito e moglie.
-Spero di no! Sicuramente chiuderò io stasera! Non preoccuparti! Tu sistema quelle cianfrusaglie di quei scatoloni e poi quando hai finito potrai andartene! Come sempre chiuditi la porta dietro di te!- affermò teneramente accarezzandole la guancia.
La ragazza si godette il suo delicato tocco e annuì.

Uscì subito dopo chiudendosi la porta dietro. Non capiva per quale motivo si sentisse in quello stato. Forse il sogno avuto quella mattina l’aveva un po’ influenzata.

A Gold sembrava che ogni giorno c’era sempre meno Lacey e più Belle. Era profondamente felice. Si avviò spedito dallo sceriffo intento a preparare la linea di difesa della maestra.

Lacey prese il primo scatolone che aveva davanti e iniziò a guardare gli oggetti che c’erano dentro. Scavando tra di questi venne attirata da un piccolo libro dalla copertina antica e i bordi tutti rovinati. Lesse il titolo e si incuriosì parecchio. A lei non le piaceva leggere, lo trovava inutile, banale e una perdita di tempo, ma visto che aveva tutto il tempo per sistemare, decise di prendersi qualche minuto per rilassarsi. Si diresse nel retro e si stese sulla brandina lì vicino. Aprì il libro e in mezzo alle pagine trovò un petalo di rosa rossa. La prese e annusò il suo profumo. Le sembrava familiare, e non perché avesse lavorato per un po’ di tempo al negozio di Moe, proprio quell’odore di antico le era familiare. Posò con delicatezza il petalo infondo al libro e iniziò a leggere.
Da’ colli Euganei, 11 Ottobre 1797*
……
Si avviò nuovamente in biblioteca dove di solito prendevano il tè alle 17:00 in punto di ogni pomeriggio. Si versò la bevanda nella tazza e lasciò vuota quella del folletto. Si affacciò alla finestra che dava all’ingresso per vedere se Rumple era di ritorno, ma nessun segno del Signore Oscuro.  Agitata, frustrata e annoiata si sedette sul triclinio riprendendo l’opera appena conclusa. Era stata davvero una bella storia, molto toccante ed emozionante. Comprendeva perfettamente gli stati d’animo dei personaggi e di certo non voleva essere nei loro panni.
Fu distolta da un rumore proveniente dalle scale. Il cuore le si fermò in gola per l’agitazione. Intravide la capigliatura del folletto ed emise un enorme sospiro di sollievo.

-Alla buon ora!- azzardò a dire lei profondamente adirata.
-Buongiorno dearie!- salutò tranquillamente lui avvicinandosi al tavolo.
-Dove eravate finito?!- gli fece il terzo grado posando il libro sul tavolo avvicinandosi all’interlocutore.
-Affari con una certa regina che voleva mischiarsi tra i popolani!1- rispose facilmente lui versandosi la bevanda nella tazza sbeccata.
-La prossima volta che uscite gradirei che me lo faceste sapere!- continuò  senza sentire la risposta del folletto.

Rumple si sentì attaccato e con le spalle al muro. Ma che voleva? Lui era libero di fare e dire qualsiasi cosa. Era casa sua del resto! Non capiva il perché di tale preoccupazione da parte della sua domestica.

-Se ci tieni a sapere quando esco per poterti divertire, va bene la prossima volta te lo dirò!- rispose secco sorseggiando il suo tè.
-Sapete che non è per questo che lo voglio sapere! E solo che mi preoccupo tutto qui!-
-Ma perché mai ti dovresti preoccupare mia cara. Nessuno può farmi niente!- rispose tranquillo con una vena di sarcasmo nel discorso.
La ragazza gli afferrò la mano guardandolo fisso negli occhi.
-Io mi preoccupo lo stesso!- fu seria.

Si rese per la prima volta conto  di quanto fosse importante per lei la sua vita. Era davvero bello sapere di valere qualcosa per qualcuno. Sorrise annuendo.

-Dimmi… tu che cosa hai fatto durante la mia assenza?!- chiese interrompendo quel profondo gioco di sguardi.
-Ho oziato!- rispose scherzando.
-A…a…a mia cara non si fa lo sai!- rispose a tono indicandola.
-Non vi preoccupate, non ho tralasciato le mie mansioni, ma oggi sono riuscita anche a leggere!- informò la brunetta prendendo il libro in mano.

Rumple la vedeva particolarmente catturata da quel romanzo e si era incuriosito.

-Raccontami!- chiese poi lui sedendosi sul triclinio con in mano la tazzina.

Belle alzò lo sguardo su di lui scioccata dalla richiesta. Di solito l’interrompeva sempre quando iniziava a narrargli una storia letta, invece quel pomeriggio era predisposto ad ascoltarla. Sorrise contenta e prese a raccontare.

-Il libro si intitola Le ultime lettere di Jacopo Ortis! Narra di una storia d’amore di  Jacopo verso una donna di nome Teresa raccontata attraverso dell’epistole scritte dal protagonista al suo caro amico Lorenzo…!- iniziò a narrargli emozionandosi.

Le si illuminavano gli occhi ad ogni passo che raccontava. La storia era affascinante e coinvolgente non c’era che dire, ma la cosa più bella era vedere lei che si animava per ogni cosa che diceva. Era uno spettacolo che Rumple si promise di non rinunciarci mai più.
……
Si svegliò di soprassalto. Si era appisolata un secondo e aveva continuato il suo sogno. Come era possibile continuare i sogni? Quella cosa la preoccupava un po’. Chiuse il libro. I suoi occhi caddero nuovamente sul titolo Le ultime lettere di Jacopo Ortis.  Ci rimase di stucco. Posò il volume sul tavolo e incominciò a lavorare.
…..
-Beh una storia affascinante !- commentò il folletto alzandosi dal triclinio.
-Nient’altro…solo affascinante?!- chiese la fanciulla scendendo dal tavolo.
-No… sicuramente è una bella storia!- continuò lui.

Sul volto del Signore Oscuro si notava un velo di tristezza. Quella storia sofferente dei due personaggi e il suicidio del protagonista l’avevano scosso.
Belle si stava preoccupando del suo stato d’animo, ma prima di potergli chiedere qualcosa scomparve davanti ai suoi occhi. Rimase sbigottita con la bocca aperta per l’accaduto. Dopo un secondo riapparve.

-Ho una visita…vado all’ingresso!- l’informò  evitandole nuove preoccupazioni.

Belle annuì sorridendogli. Appena scomparve, lei, raggiunse di tutta fretta l’ingresso nascondendosi per non farsi vedere. Non riusciva a vedere chi c’era, ma riusciva a sentire il loro discorso.

-Non mi serve una domestica cara…ne ho già una ed è anche molto brava!- sentì dire da Rumple. Sorrise a tale complimento.
-Perché non sei venuto quando ti ho chiamato?!-chiese una voce femminile dal tono molto adirato.

Belle ricordò che durante il suo racconto Rumple si comportava come se sentisse delle voci, forse era quella donna che lo chiamava. Si sentì tremendamente in colpa per averlo trattenuto in biblioteca costringendolo a tralasciare i suoi impegni. A giudicare dal tono arrabbiato della donna era importante la presenza di Rumple. Non riusciva a perdonarselo per quell’atto di egoismo.

-Ti avevo detto di chiamarmi, ma non che sarei venuto!- lo sentì sogghignare.
-Sì, sì ora fammi ritornare come prima grazie!- chiese la donna irritata.

Li lasciò proseguire la conversazione in privato ritornando in biblioteca a prendere le tazze per lavarle. Era profondamente amareggiata per il suo comportamento.
……
Da quando era ritornata al negozio non aveva ancora saputo nulla di Gold. In più non era passato neanche nessuno. Era completamente sola. Quella solitudine le sembrava familiare. Aveva perso tutto il pomeriggio a cercare di focalizzare il volto dell’uomo che aveva sognato, ma con tutti gli sforzi non c’era riuscita.
Nonostante fossero le 16:00 di sera, l’ora in cui lei smontava, decise di aspettarlo continuando a sistemare. Gaston in quei giorni era molto indaffarato con la fioritura di alcune piante giù al vivaio e non riusciva a trovare il tempo per stare con lei. Non le dispiaceva quel fatto, anzi si sentiva più sollevata e libera. Invece non sopportava l’assenza di Gold e questo la diceva di gran lunga.
 Aveva finito le sue mansioni e quindi decise di avventurarsi in quel libro lasciato nel retro. Stranamente  si sentiva di conoscerlo già e gli suscitava anche le medesime sensazioni provate nel sogno. Tutto questo era molto strano, troppo strano.
 
 
Sentì  scattare la serratura. Era sera tardi quasi le 22:00. Per non lasciare il negozio incustodito aveva mangiato un panino fattosi portare da Ruby.
Uscì dal retro con il cuore in gola. Vide Gold che tranquillamente posava i documenti sotto al bancone.

-Ciao!- salutò lei facendo saltare il proprietario.
-Lacey che ci fai ancora qui?!- chiese scioccato alzandosi.
-Non volevo lasciare il negozio incustodito!- annuì  avvicinandosi al bancone.
Non poteva di certo dirgli che lo voleva aspettare, cosa avrebbe pensato?
-Hai già mangiato?!- chiese lui preoccupandosi che la ragazza avesse saltato la cena.
-Tu?- chiese. Avrebbe accettato un invito a cena anche se era piena da scoppiare.
-Io ho mangiato qualcosa dallo sceriffo!- rispose indicando verso fuori.
-Anch’io un panino!- aggiunse poi.
-Gaston sa che sei ancora qui?!- chiese lui premuroso.

Non se ne fregava minimamente di quel ragazzo, ma doveva dare a vedere di essere un uomo corretto.

Ma che ti frega di Gaston! Chiediti piuttosto perché sono qui!”  urlava nella sua testa.
-Ha da lavorare parecchio in questi giorni!- rispose poi soffocando quei pensieri.
-Se vuoi ti faccio compagnia accompagnandoti alla locanda di Granny!- azzardò lui sorridendo.
-Volentieri!- non desiderava altro che passare un po’ di tempo con lui.
Prese il suo cappotto e seguì il proprietario fuori dal negozio.
-Allora tutto tranquillo qui?!- chiese  appena chiuse a chiave la porta.
-Sì tranquillissimo, non è venuto nessuno!-  rispose iniziando a camminare.

Gold gli era accanto.

-Invece a te come vanno le cose?!-chiese poi interessandosi alla sua di giornata.
-La situazione di Mary Margarethe è molto complicata. Auspichiamo per il meglio!- abbreviò il discorso.

Lacey annuì distrattamente e Gold si rese conto che la ragazza era persa tra i suoi pensieri.

-Lacey è da sta mattina che ti vedo strana… è successo qualcosa?!-

La ragazza ritornò in sé fermandosi.

-No niente!- cercò di sorvolare, ma Gold era preoccupato, voleva sapere cosa le stesse succedendo.
-Dai su parla!- invitò poi.
-Ok…beh ti sembrerà stupido… questa mattina ho fatto un sogno, ma la cosa più strana è che ogni volta che mi addormentavo lo continuavo. Ti sembra possibile?- si confidò  guardandolo negli occhi.
Gold sorrise. Forse il quasi bacio avuto la sera precedente aveva iniziato a smuovere i ricordi di Lacey.
-Raccontami!- l’invitò riprendendo a camminare.

Lacey si sentì sollevata per non averla presa per una matta e iniziò a raccontargli quel suo strano sogno.
Ad ogni cosa che narrava Gold sorrideva sempre di più. Non era un sogno, era un vero e proprio ricordo.

-E ti ricordi il viso dell’uomo?!-
-No…e questo è uno dei motivi per cui mi arrabbio!- gesticolava adirandosi.
-Non ti preoccupare è solo un sogno! Forse sei stressata!- aggiunse  per sembrare più normale e possibile.

Non poteva prendere come oro colato ogni cosa che diceva, poteva destare sospetti.

-Tu dici?!- chiese poi  appoggiandosi al muro di uno degli edifici retrostanti.

Come era carina quella sera, indossava una gonna voluminosa rossa che si fermava sulle ginocchia, una camicia nera e un cappotto blu semiaperto.
La luce del lampione le risaltava i suoi rosei zigomi e le sue rosse e carnose labbra, illuminandogli gli occhi rendendoli due stelle brillanti. Quanto avrebbe voluto scioglierle il codino per accarezzarle la chioma ramata, percepirla tra le mani e strofinarla fra le dita. Quanto avrebbe voluto prenderla tra le braccia e sussurrarle all’orecchio che tutto ciò che aveva visto era reale, e non era frutto di uno stress,ma era un episodio della loro vita.
……
-Tutto bene?!- chiese Rumple appena mise piede nel salone principale.

Belle era in piedi di fronte alla vetrata con lo sguardo perso verso il paesaggio.

-Come?!- chiese ritornando in sé.
-Cosa c’è che non va?!- ripeté avvicinandosi.
-Ditemi…è per colpa mia che non siete riuscito ad andare da quella donna?!- si fece coraggio.

Il folletto rimase scioccato dalla domanda. Belle l’aveva spiato.

-Nessuno ti ha mai detto che non si origlia?!- affermò.

Non si sentiva affatto minacciato dal comportamento della ragazza, ormai le sue piccole curiosità le aveva accettate ed anche imparate ad amare.
Lo fissava senza rispondere con un rossore sulle gote che intenerirono il folletto.

-Senti Belle…!- iniziò lui fermandosi dietro di lei.

Belle si sentiva tutta un fuoco. Percepiva il respiro di lui sul viso.

-…non preoccuparti…!- continuò con un tono più profondo.

Le sue mani si poggiarono sui fianchi stringendoli possessivamente. Belle era pervasa da quella sensazione e sperava con tutta sé stessa di non svenire.

-…lei doveva imparare la lezione da sola!- affermò accostando la testa contro i suoi capelli accarezzandoli con il viso.

Belle chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dalle sue emozioni. Rumple la sentì più rilassata e tranquilla da addirittura appoggiare la schiena sul suo petto.
Percepì quel profumo di muschio selvatico che aveva, la faceva sempre perdere i sensi.
La strinse per i fianchi accarezzandole la curva del collo con la punta del naso percependo il suo dolce profumo di rosa.
Quell’attimo se lo stamparono nelle loro menti come uno dei momenti più belli che avessero vissuto.
Desiderava mordere, mangiare, baciare, leccare quella sua soffice pelle. Non voleva altro che farla sua completamente, percepire sotto i polpastrelli la sua morbida e tenera epidermide.

L’orologio batté le 20:00, puntuale come ogni sera, disturbando quel meraviglioso momento da favola. Entrambi si resero conto e realizzarono cosa stavano facendo. Avevano superato quella sottile linea di confine che separava un normale rapporto di convivenza basato sul rispetto reciproco, ad un momento ricco di sentimento che preannunciava un rapporto più solido e coinvolgente.
Era davvero un enorme problema.
……
-Dimmi Lacey come finisce il tuo sogno?!- chiese Gold interessandosi.

Voleva vedere se ricordasse anche il loro tenero abbraccio avuto davanti alla finestra.

-Allora fammi pensare!- disse lei poggiando la nuca contro il muro.

La fissava speranzoso di un buon esito.

-Raccontavo la storia di Jacopo a quell’uomo!- arrivò poi  a dire spostandosi.

Gold fece una faccia rammaricata, purtroppo non ricordava oltre, ma comunque era già un gran passo avanti.

-E’ importante?- chiese  incuriosendosi.
-No…volevo solo sapere come finiva, tutto qui!- sorvolò  prendendo a camminare.

Lacey lo seguì sospettosa. Per un istante sembrava che lui ne sapesse di più di lei su quello strano sogno. Voleva indagare.

-Senti Gold…!- iniziò  cogliendo la sua attenzione.
-Hey Lacey…ti ho cercato al Rabbit Hole ma non ti ho trovata!” la voce di Gaston dall’altro lato del marciapiede interruppe il suo discorso.

Lacey si voltò verso il fidanzato sorridendogli. Gold fece uno sguardo da assassino.

-Buonasera signor Gold!- rispose educatamente il ragazzo avvolgendo con il braccio il fianco di lei.

Lacey si sentiva strana, a disagio, come se il suo corpo rifiutasse le carezze del ragazzo.

-Gaston!- salutò freddo lui notando il braccio intorno alla vita di lei.

Se avesse potuto gliel’avrebbe mozzato.

-Che ne dici se andassimo a prenderci un bicchierino?!-  ideò il muscoloso ragazzo.
-Vi lascio, devo andare!- interruppe l’uomo voltandosi.
-Ok!- rispose semplicemente il ragazzo portandosi la ragazza con sé.

Lacey si scostò delicatamente. Corse contro Gold afferrandolo per il braccio.
L’uomo sorpreso dal quel contatto si voltò verso di lei.
Un flash veloce colpì la ragazza. Non aveva focalizzato, ma ricordava solo due braccia introno alla sua vita che la stringevano, una delicata carezza sul suo collo e un profumo di muschio. Spalancò gli occhi appena realizzò la fragranza. Era lo stesso di Gold. Stava davvero confondendo realtà e fantasia? Sicuramente era stressata.
Si accorse dello sguardo scrutatore di lui  che la fissava intensamente. Lasciò la presa sorridendogli.

-Buonanotte Gold a domani!- salutò poi avviandosi dal ragazzo che l’attendeva poco distante.
-Buonanotte anche a te!- annuì sorridendole.

Entrambi presero strade opposte,allontanandosi dall’altro facendosi accompagnare da molte incertezze e insicurezze speranzosi di poter dare delle risposte ai loro dubbi, ma  inconsapevoli che solo insieme le avrebbero potute trovare.

 


1:Questo passato l’ho collocato nell’episodio 3x20 (Evil Queen) :D
 

Angolo dell’autrice
Ci sono riuscitaaaa!! :D :D Ce l’ho fatta a mantenere la mia promessa *esulta come una ragazzina* . Beh qui c’è davvero tanta roba, Lacey inizia a rivivere il passato credendo che fosse solo un sogno e Gold si sta rendendo conto che man mano la sua Belle sta uscendo fuori, per non parlare del passato in cui abbiamo visto una piccola attrazione tra i due ;) Chissà cosa accadrà a Belle e Rumple e a Lacey e Gold! ;) Ho pensato di aggiornare la prossima settimana con il capitolo 9 che tratterà di una interessante colazione tra Gold e Lacey, mentre nel passato avremo un classico momento di Skin Deep ;)
*Ps: Ho scelto il romanzo epistolare di Ugo Foscolo per un semplice motivo…lo adoro, anche se so che ovviamente la data in cui è stata composta l’opera è molto oltre il periodo del passato Rumbelle, ma accettatelo così...sono i miei scleri della letteratura!! :D
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite-ricordate-preferite ! Ne sono contenta e vorrei salutare tutti i fans delle pagine I will see you again Rumbelle , e All crazy for Rumbelle che seguono con interesse questa storia. In oltre un saluto speciale va a libellula.s e a libellula.a che sono le fans numero uno di questa long!!  <3 <3
Beh vi saluto e alla prossima settimana (speriamo) ;)
À bientôt!! :)
DR
  
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