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Autore: Destyno    31/01/2015    0 recensioni
Spin-off della mia storia "Le Cronache di Aetheria".
In questa One-Shot vi descriverò come il Sacro Libro del Creatore narra la genesi di Aetheria.
P.S.: mi sono ispirato alla Genesi della Bibbia per scrivere questo racconto, quindi le ripetizioni sono volute e approvate dalla mia beta.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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All’ inizio dei tempi, v’era il Vuoto.
 
Il Vuoto era abitato da due grandi forze, rappresentanti i due opposti che coesistono in natura. Da una parte v’era il Creatore, rappresentante della luce, e dall’altra la Tenebra, emissario dell’oscurità.
Entrambi vagavano nel Vuoto infinito ed immutabile, ignorandosi a vicenda.
Ma il Creatore, mosso dall’ardente desiderio di adempiere al suo Scopo, violò l’integrità del Vuoto, portando nel Nulla della Non - Esistenza un piccolo Essere.
Quest’Essere fu il primo dei Sette Elementi, e quando esso venne ad esistere, il Fiume del Tempo iniziò a scorrere.
Così nacque il Primo Elemento, il Tempo.
 
La Tenebra provò invidia e rabbia, vedendo il Tempo, e decise di provare ad eguagliare il Creatore.
Ma la Tenebra non portò all’Esistenza un Essere Vivente, quale era il Tempo, ma un Essere Inanimato, che prese la forma di un grande spazio di terra vuota, fluttuante in mezzo all’Immensità del Niente.
Così nacque Aetheria, l’Isola, la Terra Vuota.
 
Ma la Tenebra non era soddisfatta del suo lavoro, così, mettendo da parte l orgoglio, chiese aiuto al Creatore.
Il Creatore vide l’Isola, e in lui nacque il desiderio di creare qualcosa che l’abitasse.
Così, illustrò il suo progetto alla Tenebra, ed essa se ne compiacque, poiché per realizzarlo aveva bisogno del suo aiuto.
 
Così la Tenebra prese una manciata di terra e gli diede forma, secondo la sua maniera di vedere le cose.
Completato tale simulacro, il Creatore infuse in esso la Vita, portandolo all’Esistenza.
 
Così il primo Uomo camminò su Aetheria, l’Isola, la Terra Vuota.
 
Ma il Tempo era invidioso dell’ attenzione che il Creatore rivolgeva a tale Uomo. Infatti Egli era come un padre per lui, essendo stato portato all’ Esistenza dallo stesso Creatore.
Così prese un po’ d’acqua dal Fiume del Tempo, e grazie ad un astuto stratagemma la fece bere ad ogni Uomo presente sull’Isola, poiché nel frattempo il Creatore e la Tenebra avevano deciso di dargli una sposa.
Gli Uomini, allora ingenui, bevettero l’acqua del Fiume del Tempo, e per loro il Tempo iniziò a Scorrere. Furono quindi vincolati al loro corpo di terra, e divennero mortali.
 
Quando il Creatore lo scoprì, s’adirò molto con il Tempo, ma esso era parte di lui e al tempo stesso non lo era, pertanto Egli non possedeva le capacità di annullare ciò che l’ Elemento aveva compiuto.
Il Tempo non si pentì del suo gesto, e quindi gli Uomini, lentamente, iniziarono a morire.
 
La Tenebra tentò di esaudire il desiderio del Creatore, spinta da qualcosa che nemmeno lei poteva comprendere, ma, per errore o per volere del Fato, scisse parte dello spirito di un bambino dal suo corpo.
Quella parte di spirito assunse forma sotto lo sguardo delle Entità, e quando venne all’ Esistenza la discendenza del bambino, ormai adulto, suo figlio ereditò questa caratteristica, e in breve, ogni Uomo ebbe uno spirito che l’accompagnava.
Quando il Creatore vide l’ errore involontario della Tenebra se ne compiacque: nessuno degli Uomini avrebbe mai sofferto la solitudine.
 
Ma gli Uomini erano tristi nella Terra Vuota, e il Creatore pertanto decise di donare l’ Esistenza ad altri Esseri Viventi.
Tuttavia, memore del rancore del Tempo, decise di portare prima all’Esistenza altri Esseri Viventi che lui potesse considerare come fratelli e sorelle.
 
Il primo Elemento a venire all’ Esistenza fu l’Acqua, che ebbe una forma femminile.
Il Tempo, quando la vide, ne fu contento, poiché l’Acqua era gentile e lui le voleva bene come se fosse sua sorella.
Il Creatore se ne compiacque, e portò all’ Esistenza altri quattro Elementi.
Oltre al Tempo e all’ Acqua, adesso c’ erano il Fuoco, la Terra, l’Aria e la Luce.
 
La Tenebra volle aggiungere del suo all’operato del Creatore, e portò all’Esistenza il primo suo Essere Vivente, il primo e unico Elemento mai toccato dal Creatore, l’Ombra.
Il Creatore fu felice di ciò, benché non ne sapesse il motivo.
 
Alla nascita dell’Acqua, il Grande Mare della Notte aveva ricoperto il Vuoto tutto attorno all’Isola, e i laghi presero a formarsi nella Terra Vuota.
 
Alla nascita del Fuoco, gli Uomini poterono sentirsi protetti dal freddo che attanagliava il mondo, e conobbero la potenza e il fragore dei fulmini.
 
Alla nascita della Terra, si innalzarono montagne nella Terra Vuota, e nacquero i boschi, che per volere della stessa Terra si popolarono di animali.
 
Alla nascita dell’ Aria, gli Uomini conobbero la sensazione del vento sulla loro pelle, e iniziarono a respirare, e il loro corpo non fu più di terra, ma di carne e sangue: così iniziarono a dover mangiare e bere con ciò che Terra ed Acqua fornivano loro.
 
Alla nascita della Luce, un globo infuocato si alzò alto nel Vuoto sopra di Aetheria. Gli Uomini chiamarono questo globo “Sole”, e lo associarono alla figura del Creatore.
 
La nascita dell’Ombra, invece, fu silenziosa, ma non per questo meno importante. Difatti gli Uomini sentivano la loro pelle bruciare sotto la luce cocente del Sole. L’Ombra offrì loro un riparo, finché la Luce non ebbe pietà di loro e comandò al Sole di scendere sotto l’Isola.
Ma quando il Sole scendeva, l’Ombra dominava il Vuoto sopra la Terra Non Più Vuota, e gli Uomini avevano timore dell’Ombra. E la Luce e l’Ombra ebbero nuovamente pietà di loro, e l’Ombra si ritirò in parte dal Vuoto senza Sole, permettendo alla Luce di tessere nella trama del Vuoto, che gli Uomini chiamavano “Cielo”, piccole luci che illuminavano quella che i mortali chiamavano “Notte”. Ma non era abbastanza. Così la Luce e l’Ombra collaborarono nuovamente, e misero in cielo quattro astri, simili al Sole, ma la cui luce era calma e fredda. Gli Uomini chiamarono questi astri “Lune”, e diedero ad ognuna di esse un nome.
 
Il Creatore vide gli Uomini felici nella Terra Non Più Vuota, e in lui nacque il desiderio di rendere altri felici.
Prese dunque un soffio di vento e lo modellò ad immagine e somiglianza degli Umani. Tuttavia, il Tempo aveva già iniziato a scorrere per tutti gli esseri viventi, e pertanto anche quel nuovo Essere Vivente sarebbe invecchiato e morto.
Ma al Creatore non importò, perché Egli stesso aveva capito il valore della morte.
Fu così che il primo Angelo camminò su Aetheria, l’Isola, la Terra Vuota.
 
L’Angelo era una creatura leggiadra e amante del vento e della luce. Aria, compiaciuta dal suo affetto per lei, gli fece dono di due splendide ali.
L’Angelo ne fu felice, e a lungo vagò nel cielo sopra il Grande Mare della Notte, finché, un giorno, vide un grande strato di nubi dal colore leggermente più scuro delle altre e, incuriosito, vi poggiò cautamente un piede sopra.
Grande fu la sua sorpresa quando vide che esse avevano la stessa consistenza della terra.
Lentamente si innamorò di quel luogo, così vicino al cielo e al vento che tanto amava, e decise di vivere lì.
E così fu, finché non giunse l’Ora Buia ed il Giorno della Battaglia.
 
Nel Grande Mare della Notte vissero le Sirene, che vennero graziate dal Tempo, a causa dell’affetto che lui provava per l’Acqua, che considerava le Sirene alla stregua di figlie. E così le Sirene ed i Tritoni vissero felici nel Mare, finché un Tritone non si invaghì di un’Umana, dando origine alla stirpe dei Sirenidi.
E così fu, finché non giunse l’Ora Buia ed il Giorno della Battaglia, dove le Sirene ed i Tritoni si ritirarono nelle oscure profondità degli abissi marini e mai più si sentì parlare di loro.
 
Nella Piana D’Oro Rosso, terra arida e battuta dai venti, venne all’ Esistenza il primo Jahan.
Plasmato con l’animo del fuoco e della terra, fu, fra tutte le razze, il più rispettoso dell’opera e della volontà del Creatore.
E fece loro il dono di richiamare il loro calore e conservarlo, per non soffrire il gelo nelle notti della Piana.
E così fu, finché non giunse l’Ora Buia ed il Giorno della Battaglia.
 
La Tenebra vide tutto ciò e ne fu felice.
Perché tutto ciò che c’era non sarebbe potuto venire all’Esistenza, senza il suo aiuto.
Il Creatore decise di fargli un dono.
Come fece per gli umani, creò un simulacro d’argilla, ma aggiunse qualcosa.
Durante la notte, mentre la Tenebra dormiva, Egli rubò un suo capello e lo avvolse attorno al simulacro.
Come aveva fatto per gli Uomini, inserì dentro di esso un soffio della sua anima, portando l’ennesimo Essere Vivente nella Terra Non Più Vuota.
 
Il Demone - così decise di chiamarsi - era forte e potente, e non molto ligio alle regole. Il Demone amava la libertà e la notte era la sua casa.
La Tenebra lo vide e si sentì come una madre quando vede il suo figlio appena nato tra le sue braccia.
Nel suo cuore si accese un sentimento potente e distruttivo, ma anche incredibilmente benevolo, verso il Creatore.
Il Demone originario ebbe una compagna e decise di espandersi per tutta l’Isola, e vissero in pace con le altre razze.
E così fu, finché non giunse l’Ora Buia ed il Giorno della Battaglia.
 
Così nacque Aetheria, l’Isola, la Terra Non Più Vuota.
   
 
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