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Autore: callistas    28/11/2008    11 recensioni
Ciao a tutti! Sono tornata con un'altra storiaccia malefica! E' la classica favola del brutto anatroccolo rivisitata da me. Ovviamente, credo la si conosca e non servono ulteriori dettagli. Ma per chi non la conoscesse è la storia di un anatroccolo che quando è nato è bruttissimo, ma alla fine diventa un bellissimo cigno. In questa storia non ci sono animali ma persone. So che è un obrobrio di presentazione, ma spero di avervi dato l'idea. Commentate!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The wedding date E siamo giunte al quarto capitolo…
PORCA PALETTA COME SON FELICE DI CODESTI COMMENTI!!!
Mie divine fanciulle…mi state stipando l’animo di gioia e felicità nel vedere che la mia storia piace così…assai! Chissà adesso cosa succederà. Premetto che questo sarà un capitolo di transizione in cui rivedremo comparire qualuno di (veramente) odioso nel capitolo. Qualcuno ha già in mente chi può essere questa persona? Beh, vi do un paio di indizi…la chiamano mummia rinsecchita, è odiosa, e nella mia storia si faceva ogni sorta di essere umano maschile sulla faccia della terra…ok, ok, la smetto…altrimenti lo scoprite subito…
Veniamo a noi…come dicevo, questo è un capitolo di transizione in cui, apparizione spudorata a parte, viene narrata la vita di Kagome post-trasformazione. Cosa combinerà la nostra divina fanciulla? Vorrà ritornare alle vecchie abitudini o preferirà perpetrare la sua vendetta su Inuyasha?
Le scommesse sono aperte da subito!
Mi pregio rispondere ai vostri commenti che, come sempre, mi gremiscono (si dice così?) l’animo di felicità.

Marychan89: ciao stupenda! Son contenta di vederti anche a questo capitolo! E sono ancora più contenta nel sapere che la rivincita di Kagome ti sia piaciuta. E sono ancora più più contenta che l’idea di inserire la Mitica ti sia piaciuta. Per quanto riguarda Inuyasha vedrai che cosa gli combinerò, ma ti posso dire che non seguirà Kagome, pensando che si sposi…dopotutto lei è in terza superiore e credo che il matrimonio sia lontanto kilometri e kilometri dai suoi progetti. Dai che non vedo l’ora che mi commenti anche questo capitolo! Besitos!

Kaggy95: certo che aggiorno! Sono contenta di vedere un tuo commento. Mi raccomando…corri, fa presto, ma va a piano…

Cri_91: gioia, mia piccola, dolcissima gioia…è sempre un immenso piacere vedere il tuo nome tra i commentatori. Piaciuto il capitolo rivelazione? Finalmente l’anatroccolo ha messo le carte in tavola e Inuyasha ha perso miseramente! Hahaha! Inuyasha dovrà fare le sue per poter accendere un piccolo interessamento nella “nuova” ragazza. Non ti dico altro altrimenti rischio di dirti come va a finire. Se fosse per me, posterei tutta la storia in un sol colpo, ma poi si perde il divertimento di vedere le vostre bellissime recensioni. Un baciottone gross gross e ci vediamo in fondo al capitoletto.

Ka chan: quando ho letto la tua risata mi sono messa a ridere anch’io. Mi son detta…”ma questa non è normale”…poi però ho letto il commento e ho capito che ridevi per la battuta finale. Bellina, vero? Mi sono permessa di riprendere la famosa frase di Inuyasha, il cui effetto secondo me è stato fenomenale. Sputtanare gli altri usando le loro stesse parole ti riempie di orgoglio l’animo, non credi? Eccoti l’aggiornamento. Besitos!

Pillo: ciao! Mi fa piacere che hai seguito la storia e non ti preoccupare se non l’hai potuta commentare, mi basta sapere che ti è piaciuta. (Oddio…se la vuoi commentare mica ti caccio, eh? hehe…) Mi fa piacere che mi abbia lasciato una tua traccia e spero che anche questo aggiornamento sia di tuo gradimento.

Laretta: GRAZIE! Vero? A Inuyasha gli stava proprio bene e Kagome non si è di certo risparmiata nel freddarlo. Adesso vediamo come si comporterà il piccolo cigno. Prossimamente su questo canale, l’aggiornamento della telenovelas. Besitos!

Mikamey: oh, ciao stellina! Grazie per il commento. Adesso vedrai come si evolve la situazione. So che ci sono delle imprecisioni, ma ti posso confermare che il 4½  c’era e ogni volta erano pianti e urli da panico.
Mi spiace sapere che il tuo computer ha la bua. Beh…chiama il dottore e mettilo a posto! Devo assolutamente sapere come va a finire la tua storia! Bacione anche a te!

Kirarachan: ah, ho capito…hai preso una bella dose di caffè, per caso? Dai, scherzi a parte…eh, si…Kagome glielo ha mes…fatto vedere a quel bulletto chi comanda e sono contenta che il personaggio che ho delineato di Kagura ti sia piaciuto. Mo adesso vedrai che ti combino al matrimonio, ma per la rivincita, dovrai aspettare ancora un po’. E comunque, Inuyasha a volte fa pena anche a me. Mi chiedo se ci è o se ci fa…mah…apriamo un forum di discussione su ciò.

Kagome19: grazieeeeeeeeeeeeeeeeee!! Ma come farei senza i tuoi commenti? Mamma mia…ti giuro che non pensavo che la storia risquotesse tale successo! Ti mando l’aggiornamento e spero che ti piaccia come i precedenti!

Mary_loveloveManga: credo che sverrò…si, si…io ti ringrazio dal profondo del mio piccolo cuoricino per tutti questi complimenti. E comunque, se permetti, Inuyasha avrà ancora qualcosina da scontare e Kagome vedrai cosa farà. Non ti dico altro…eccoti l’aggiornamentoooo!!

X_Mokona: bene, mi fa piacere che sia andato meglio. Giusto per la cronaca, hai notato altro di particolarmente…come dire…esagerato? Mi raccomando, non esimerti dal correggere certi “sproloqui” che scrivo, ne? Adesso ti lascio a questo capitolo, che come ho già detto, sarà di transizione.

Ryanforever: ti piace come l’ho abbigliata? È un vestito che ho visto in una vetrina durante una vacanza al mare. Sono rimasta imbambolata non so quanto tempo a guardarlo e ti dirò che non costava nemmeno tanto. Ma con la piattaforma aerea che mi ritrovo al posto del sedere ho pensato che forse non era il caso…beh…adesso “riusciranno i nostri eroi a farla franca o sarà la Franca a farsi i nostri eroi?” Lo scopriremo solo vivendo…
(Scusa…piccolo sclero momentaneo…adesso passa…)

A voi l'aggiornamento!






Era arrivata davanti al sagrato della chiesa e sorrideva come non aveva mai fatto prima. Quella vittoria su Inuyasha le aveva fatto in qualche modo capire che la bellezza esteriore poteva essere usata anche per altri fini, come la vendetta, che aveva scoperto essere meglio di qualsiasi pietanza elaborata dal miglior chef del mondo. Quando si era vista allo specchio, vestita e truccata di tutto punto, era rimasta sorpresa. Non immaginava di certo di essere così carina. E così, in quel momento, aveva deciso che per il nuovo anno avrebbe abolito la coda di cavallo, che mai come in quel momento le sembrava così brutta e (incredibile!) fuori moda. Lei, che alla moda non ci pensava minimamente!…avrebbe fatto accorciare di poco la gonna della divisa e stringere sul seno la camicetta e al mattino avrebbe messo un filo di trucco, nulla di eccessivo. Interruppe il filo dei suoi pensieri quando il padre si chinò e le parlò all’orecchio.
“Sei bellissima…” – Kagome si girò e gli sorrise, mostrando una dentatura assolutamente perfetta, ma soprattutto senza quel maledetto aggeggio.
“Grazie…ma credo che Kagura lo sarà di più.”

Erano le dieci e quaranta e della sposa ancora nessuna traccia. Naraku stava diventando nervoso mentre Kagome invece le la rideva di gusto.
“Sai qualcosa che non so?” – Kagome smise subito di ridere.
“Per forza so qualcosa che tu non sai, dato che il matrimonio ve l’ho organizzato io…” – rispose lei saccente. Un coro di puro stupore si levò quando arrivò la sposa. Naraku e Kagome si girarono di scatto verso l’ingresso del vialetto per scoprire una carrozza trainata da sei cavalli, agghindati di tutto punto con due cocchieri. Kagura era seduta in carrozza con affianco il padre ed era bellissima. Naraku, quando la vide, rimase di sasso. Praticamente quello era il sogno della sua ormai moglie! Guardò la figlia che aveva dipinto in faccia un sorriso di pura soddisfazione.
Kagome entrò in chiesa, mentre la nonna paterna prendeva Naraku sotto braccio per portarlo all’altare. Una volta li, la ragazza si sedette assieme ai nonni. Kagura entrò in chiesa avvolta dalle dolci note della marcia nuziale. Si notava un certo nervosismo da parte della sposa, ma d’altronde in un giorno come quello, che cosa si poteva pretendere? Il padre consegnò a Naraku la sposa, nonché sua unica figlia, con la solenne promessa/minaccia che lo avrebbe ridotto in brandelli se l’avesse vista anche per una sola volta piangere. Naraku sbiancò violentemente, ma si riprese subito.
“Credo che in quel caso non vedrà mai sua figlia…” – rispose il padre di Kagome, guardando dritto negli occhi il padre di Kagura, che prima di tornare a sedere gli fece un sorrisetto d’intesa.
La cerimonia ebbe inizio e finalmente poterono scambiarsi gli anelli e le promesse. Fu un matrimonio semplice, ma ricercato nella sua semplicità. Naraku e Kagura andarono a fare le fotografie nel parco che Kagome aveva prenotato loro. Ne avrebbero fatta li qualcuna, mentre il resto le avrebbero fatte nel giardino del ristorante, che aveva anche un ponticello sospeso su un piccolo stagno dove sulla superficie galleggiavano delle ninfee.
Kagome era arrivata al ristorante assieme ai nonni e si diresse subito dal gestore per assicurarsi delle ultime cose.
“…e mi raccomando, non fate entrare nessuno se non vi mostrano l’invito. Se ci sono problemi, venite soltanto da me. Questo è il giorno dei miei genitori e niente lo deve rovinare.” – il gestore annuì e poi lasciò Kagome da sola a riflettere su quello che aveva appena detto.
I miei genitori…
Sorrise. Le era uscita proprio senza pensarci ed era stato sempre senza pensarci che Kagome aveva iniziato a considerare Kagura come la madre che avrebbe sempre voluto avere. Sorrise nuovamente e poi uscì in terrazza per intrattenere gli ospiti assieme ai nonni.

Dopo nemmeno un’ora, arrivarono gli sposi che furono accolti da un fragoroso applauso e, dopo aver parlato un po’ con gli invitati, presero posto ai tavoli ed il pranzo ebbe modo di iniziare. Kagome era seduta con i nonni in una posizione strategica, dove poteva controllare se tutto andava bene. Mangiarono e bevvero a sazietà e fu in quel momento che i camerieri se ne uscirono con il sorbetto, per permettere agli invitati di digerire le ottime portate.
Ma fu durante un secondo che a Kagome fu chiesto di uscire perché c’era una persona che voleva entrare a tutti i costi e che nella saletta d’attesa stava facendo delle scenate. Kagome sgranò gli occhi sorpresa. Ma chi diavolo era?
“Ha detto come si chiama?” – chiese Kagome.
“Kikyo. Mi ha detto di riferire solo questo.” – Kagome divenne un pezzo di ghiaccio in un sol colpo. Si alzò dalla sedia il più tranquillamente possibile e si diresse fuori dalla sala. Naraku si accorse dello sbiancamento della figlia e si scusò con Kagura, dicendole che doveva fare una capatina in bagno.

“Che diavolo ci fai tu qui?” – chiese una furente Kagome, mentre fissava Kikyo con odio.
“Kagome…” – esordì lei con voce falsamente gentile. – “…come sei diventata bella.” – Kagome girò la faccia dall’altra parte schifata.
“E di certo il merito non è tuo…” – rispose Kagome, lasciando volutamente la frase in sospeso. Naraku intanto si era nascosto dietro una colonna, pronto a intervenire se ce ne fosse stato bisogno. Ma con che coraggio si presentava al suo matrimonio? Non le era bastato tutto il male che aveva fatto a lui e a sua figlia?
“Si, ho sentito…si è risposato.” – Naraku assottigliò gli occhi come per dire “vedessi come sono felice, adesso…”
“Già…e vedessi com’è felice adesso…” – disse Kagome, sottolineando la parola adesso e dando voce ai pensieri del padre nascosto poco più indietro di lei.
“Kagome, ci sono delle cose che tu non sai…” – Kagome la guardò indignata.
“Cose che non so? Ma ti senti quando parli, almeno? Comunque, evita…le uniche cose che so è che da piccola mi obbligavi a rimanere fuori dalla porta di casa, sole o neve che ci fosse non era importante, perché tu avevi di meglio da fare, un’altra cosa che so, è che mi facevi rientrare quando mancava poco all’arrivo di papà…” – Naraku dietro la colonna ascoltava tutto con gli occhi sgranati. E lui che non si era reso conto di nulla! Pensava che fossero le solite influenze che si prendevano i bambini e non…chiuse gli occhi angosciato. Come aveva fatto ad essere così cieco? – “…so solo che ho perso tanti giorni di scuola da far schifo e che non te ne preoccupavi minimamente. So solo, che se avessi avuto un po’ più di coraggio, avrei detto tutto questo a papà, così almeno avrei passato un’infanzia felice!” – Kagome non aveva urlato. Non era necessario farlo, le parole di per sé erano abbastanza taglienti, ma Kikyo non fece una piega. – “Ma non mi sono mai permessa di farlo e lo sai perché?” – chiese Kagome con gli occhi velati di lacrime. Ma le avrebbe trattenute perché non voleva darla vinta alla donna che stava di fronte a lei. Non le avrebbe permesso di capire quanto lei era stata male per tutto quel tempo. – “Perché pensavo che un giorno ti saresti resa conto che stavi sbagliando e che stavi facendo soffrire due persone che ti volevano bene…” – Kagome smise di parlare. Sentiva che la sua voce la stava tradendo e aveva bisogno di un attimo per riprendersi. Naraku invece era, se possibile, ancora più sconvolto. Ma che razza di padre era, si può sapere? Per quanti anni aveva avuto le fette di salame sugli occhi non accorgendosi di quanto la sua famiglia stesse andando a rotoli? – “So che di quello che ti ho detto non te ne frega assolutamente niente, anzi…mi stupirei se fosse il contrario…” – ammise Kagome con una nota di amara consapevolezza nella voce, ma comunque dal timbro fermo, segno che ora Kikyo non faceva più parte della sua vita. – “…ma adesso papà sta festeggiando il suo matrimonio assieme ad una donna che non è minimamente paragonabile a te, quindi…o te ne vai da sola o ti giuro, e sarei ben lieta di farlo, che ti spezzo le gambe e ti lascio in mezzo alla strada!” – si era pentita subito dopo di averle detto quella cattiveria, ma in quel momento di rabbia le era sembrata adatta per descrivere l’odio che provava in quel momento.
“Non ti ho mai sentito così…cattiva.” – rispose Kikyo, che in realtà era rimasta molto impressionata dalle parole di Kagome, ma soprattutto dal suo tono duro e tagliente. Della vecchia Kagome che se ne stava sempre zitta ormai non vi era più traccia.
“Ti ringrazio, ma il merito è soltanto tuo. E adesso vattene!”
“Mi hanno diagnosticato un tumore al seno, Kagome…” – esordì Kikyo tutto d’un fiato. La ragazza sgranò gli occhi e da dietro la colonna, Naraku ebbe un sussulto.
“C-come?” – Kagome ebbe un mancamento. – “Q-quando?” – chiese lei di getto, mentre gli occhi le divenivano lucidi.
“Circa tre mesi fa…volevo chiamarvi, ma non ne avevo il coraggio…volevo…volevo passare con voi i miei ultimi giorni…” – Kikyo aveva lo sguardo basso, mentre Kagome ancora non riusciva a capacitarsene. La donna alzò lo sguardo e fissò la figlia che d’istinto abbassò il suo. In un nano secondo, tutto il male che quella donna le aveva fatto era sparito e tutto quello che le aveva appena detto si era sciolto come neve al sole.
Di fronte alla morte, tutto cambia…

Ma poi…
Ma poi si ricordò con chi stava parlando. Alzò con lentezza esasperante il volto, assottigliò gli occhi e li piantò dentro quelli della donna. La fissò per un momento interminabile, come se cercasse di capire se stesse mentendo o meno. Dopo cinque minuti di osservazione, Kagome scosse la testa, indignata per quella falsità.
E tutto l’odio ritornò alla carica decuplicato.
“Dio…quanto fai schifo, Kikyo…sei la peggiore delle donne e la peggiore delle madri. Tu non stai morendo…che schifo…a cosa sei disposta per rovinare la vita degli altri, eh? Ma comunque, sai che ti dico? Non importa. Non mi importa più nulla di te. Adesso me ne tornerò nell’altra sala e continuerò a festeggiare il matrimonio di mio padre e di mia madre.” – Kikyo sgranò gli occhi. – “Si, madre…hai capito benissimo. Una donna che mi ascolta e che mi consiglia al meglio…per me è una madre. E ti posso assicurare che Kagura ha passato in pieno l’esame. Addio Kikyo, spero di non vederti mai più sulla nostra strada.” – Kagome si girò e sbiancò quando vide fermo davanti a lei il padre con uno sguardo che non gli aveva mai visto. Anche Kikyo sgranò gli occhi.
“Na-Naraku…” – l’uomo la zittì con la mano.
“Ho sentito fin troppo…” – disse l’uomo con un tono di voce che rasentava il disprezzo. Voce che fece venire la pelle d’oca perfino a Kagome. – “Vattene Kikyo…se ti è rimasto un briciolo di dignità vattene e non farti più vedere. Mi hai già rovinato abbastanza la vita, non credi?” – Kikyo si drizzò con la schiena e se ne andò.
Aveva abbandonato Naraku per un altro uomo che, all’apparenza, era più ricco di lui ma che dopo nemmeno due settimane di convivenza dovette ammettere alla donna la bancarotta per un affare andato male. Non che Naraku fosse un Re Mida, ma almeno poteva permettersi abiti di una certa qualità e assicurare un certo tenore di vita.
Quando aveva scoperto che si stava per sposare aveva cercato un sistema per poter ritornare assieme a lui. Quello di inscenare la sua pseudo malattia le era sembrato un colpo di genio, ma non aveva fatto i conti con il rancore della figlia. Kagome la stava quasi per bere (e se la beveva lei c’erano ottime possibilità) ma alla fine l’aveva scoperta, odiandola se possibile ancora di più.
A cosa erano disposte le persone pur di far del male ad altri?
Kagome e Naraku tirarono un sospiro di sollievo, guardando la porta del ristorante che si chiudeva. – “Kagome…” – la ragazza guardò il padre che aveva ancora lo sguardo puntato sulla porta dalla quale era uscito il capitolo più brutto della sua vita.
“Si?”
“Perché non mi hai mai detto niente?” – chiese Naraku guardandola arrabbiato. Kagome capì che si stava riferendo a quello che aveva detto prima e alzò le spalle.
“Io…sai che non ti avrei mai fatto preoccupare…comunque!” – esclamò poi con un bellissimo sorriso. Doveva e voleva dimenticare quella brutta scena di poco prima. – “Adesso dobbiamo festeggiare! Un bel sorriso!” – Naraku  non era d’accordo di sotterrare l’argomento in quel modo, ma quello era il giorno del suo matrimonio e obbedì, ritornando in sala.
“Guarda che il discorso non è finito qui…” – specificò Naraku a Kagome, che abbassò lo sguardo, consapevole che il padre le avrebbe fatto una lavata di capo che non se la sarebbe più scordata.
Kagura si stava preoccupando perché erano stati assenti per circa un quarto d’ora.
“Ehi…mi stavo preoccupando…che è successo?” – Naraku le sorrise e la baciò.
“Niente…ho trovato Kagome di fuori e mi sono messo a parlare un po’ con lei. L’ho ringraziata per quello che ha fatto per noi.”
“Ah…ok…” – Kagura tornò a gustarsi il suo pranzo e la giornata passò tranquillamente.

Verso la fine, fu tagliata la torta e distribuite le bomboniere, che suscitarono scalpore tra gli ospiti per la loro bellezza.
“Signori? Un attimo di attenzione, per favore!” – esclamò Naraku dal suo tavolo. Tutti si zittirono per sentire che aveva da dire lo sposo. – “Vi ringrazio per essere venuti qui e per aver festeggiato con noi…”
“BRAVO! BIS!” – fu l’urlo che partì dal tavolo degli amici. Ovviamente tutti i commensali scoppiarono a ridere, Naraku per primo.
“Grazie, grazie…volevo anche fare…”
“BRAVO! BRAVO! ANCORA!” – Naraku rise.
“…un ringraziamento particolare a mia figlia Kagome.” – Kagome stava per strozzarsi con la torta. – “Il matrimonio lo ha organizzato lei, dalla a alla zeta. Quindi io proporrei un applauso per Kagome!”
Tutti iniziarono a battere le mani per la perfetta organizzazione della ragazza che si alzò in piedi imbarazzata. Il pranzo si concluse e tutti tornarono a casa, sposi inclusi. Il mattino successivo Kagome si sarebbe dovuta recare al ristorante per pagare il conto.

“Casa dolce casa…” – disse Kagome, togliendosi i sandali e buttandosi sul divano. Erano le undici di sera e il giorno successivo era domenica. Kagura e Naraku erano in camera che si stavano cambiando, quando ad un certo punto Kagura sentì su di sé le forti mani di Naraku che esploravano la sua schiena.
“Na-Naraku, no…c’è Kagome…” – ma Naraku non l’ascoltava. Baciò il collo della sua sposa, provocando in lei mille brividi, la voltò e la baciò con prepotenza. Ormai Kagura stava per cedere quando un leggero bussare riportò i due alla realtà. Si staccarono velocemente e alla velocità della luce si infilarono qualcosa addosso.
“Si?” – disse il padre.
“Ciao…posso?” – chiese timidamente Kagome.
“Dai entra!” – disse Kagura guardando Naraku come per dire “te l’avevo detto…”
“No niente…io mi faccio la doccia e poi vado a letto. Ci vediamo domani, ok?”
“Ok. A domani.” – rispose Kagura. Kagome chiuse la porta e Kagura si buttò sul letto, stremata. Naraku le montò sopra e ricominciò a baciarla. Kagura rideva, mentre gli chiedeva di smettere per paura che entrasse nuovamente la ragazza. – “Naraku…” – la voce roca di lei lo mandava fuori controllo, la baciò di nuovo e lei gli circondò il collo con le braccia. Naraku smise, conscio che Kagura aveva ragione.
“Da domani sera sarai mia…” – disse per poi ribaciarla e spogliarsi per farsi una doccia.

Kagome era in camera sua a pensare alla giornata trascorsa. A parte l’intoppo Kikyo, era andato tutto bene e un’idea le era balenata per la mente.
“Mi sono già trovata il lavoro…” – si disse, ridendo.
TOC TOC
Il bussare della porta la distrasse.
“Avanti…” – era Kagura che era in tenuta da doccia.
“Ciao tesoro, come stai?” – chiese Kagura, sedendosi sul letto vicino a lei.
“Sono un po’ stanca…” – ammise Kagome.
“Lo immagino…con tutto quello che ti abbiamo fatto fare…” – Kagome scosse la testa.
“No, non è per quello, anzi! Mi sono divertita un sacco ad organizzarvi tutto. Sai, quando ero ancora a scuola ho incrociato Inuyasha quando sono uscita dagli spogliatoi…”
“Davvero?” – esclamò Kagura accomodandosi meglio sul letto della ragazza.
“Si…avresti dovuto vederlo. Subito non mi ha riconosciuta, poi ha tentato di rimorchiarmi e quando ha capito chi ero ci è rimasto malissimo.”
“Hai visto?” – Kagome annuì.
Seguì un attimo di silenzio, interrotto successivamente da Kagome.
“Kagura?”
“Dimmi…”
“Posso…posso…è un problema se…inizio a…a chiamarti…mamma?” – azzardò Kagome, rossa in volto. Kagura era sorpresa, ma felice.
“Ma…ma certo…che razza di domande fai?” – Kagura prese Kagome per le braccia e l’abbracciò, le posò un delicato bacio sulla fronte e le augurò buona notte.
“Buona notte…” – Kagura si girò le donò un bellissimo sorriso. Andò a farsi la doccia e poi a letto. Il mattino successivo dovevano partire per un mese in viaggio di nozze ai Caraibi.
Il che significava avere la casa a disposizione per un mese.
E con quel lieto pensiero, Kagome si addormentò.

Inuyasha quel giorno, invece, non aveva fatto altro che pensare a Kagome e all’enorme figura di merda che aveva fatto nel non riconoscerla. Era come se avesse partecipato a uno di quei programmi dove a caso venivano scelte le concorrenti e venivano sottoposte a cure di bellezza incredibili per poi passare dallo stadio di brutto anatroccolo a cigno. E lo stesso aveva fatto Kagome.
Vederla in quelle sembianze, si era accorto di molte cose che la ragazza tendeva a nascondere. Per esempio, aveva subito notato il seno di Kagome. Non era né troppo grosso né troppo magro, era…giusto. Poteva fare benissimo il chirugo estetico a occhi chiusi da quanto conosceva quella parte del corpo…il fatto che poi venisse risaltato da quel vestito stretto appunto sotto di esso era stata quella che si dice la ciliegina sulla torta. E le gambe? Aveva delle gambe spettacolari e il piede fasciato in un sandalo che lo aveva fatto impazzire. E i capelli? Solitamente raccolti in una coda di cavallo erano lasciati liberi e un po’ mossi sulle punte la rendevano ancora più bella. E poi…tocco finale, il sorriso. Aveva notato che aveva tolto l’apparecchio e il suo sorriso era a dir poco sensazionale. In una parola, Kagome era assolutamente spettacolare. Durante quella giornata, poi, il discorso che gli aveva fatto Miroku gli era tornato spesso alla mente.
“La piglierai in giro pure oggi?”
“Mi sembra ovvio…mi diverto troppo.”
“Sai Inuyasha…ho solo diciassette anni, ma ti posso assicurare che la vita è una ruota che gira.” – Inuyasha guardò il suo migliore amico con aria interrogativa.
“Che vuoi dire?”
“Che tutto quello che di negativo una persona fa nella vita, gli verrà restituita dieci volte tanto.”
“Senti Miroku…pochi giri di parole. Che vuoi dire?”
“Che verrà il momento in cui quella ragazza te le farà pagare tutte con gli interessi.” – Inuyasha lo guardò allibito e poi scoppiò a ridere.
“HAHAHA! Ma tu sei tutto scemo! HAHAHAHA! Cosa vuoi mai che mi succederà? Ma dico io…hai mai visto Higurashi? Sembra uscita da un film orror!”
Già…ma lo aveva detto prima di conoscere la nuova Kagome. E ora, era sicuro che gliele avrebbe fatte pagare tutte con un tasso d’interesse fuor di misura.
Era arrivata la sera anche per Inuyasha, che aveva passato tutta la giornata a pensare alla ragazza.
L’anno successivo avrebbe affrontato la quarta ed era curioso di vedere se avrebbe mantenuto la trasformazione o se sarebbe tornata alle vecchie abitudini. Decise di accantonare l’argomento e di tirarlo fuori solo a Settembre.
Adesso iniziava l’estate anche per lui e voleva usarla solo per divertirsi.

“…e questo è per te. Per prenderti quello che vuoi.” – disse Naraku, porgendo alla figlia un bancomat da usare a suo piacimento.
“Per me? Grazie!” – esclamò Kagome, prendendo quella piccola scheda come se fosse oro.
“Allora Kagome…sei sicura di farcela per un mese intero da sola?” – chiese il padre preoccupato.
“Tieni acceso il telefono che mi sa che ti dovrò chiamare per farmi dire dove sono le pentole…” – affermò lei sarcastica, imbarazzando il padre.
“Ok…allora noi andiamo. Ciao tesoro, mi raccomando…” – disse il padre.
“Ok, ok…” – disse lei, fintamente scocciata. Kagura abbracciò Kagome.
“Ciao gioia…divertiti, mi raccomando.”
“Ok, grazie mamma. Buon viaggio!”
Genitori e figlia si salutarono e Naraku e Kagura presero l’aereo, mentre Kagome prese il taxy per tornare a casa. Una volta arrivata si buttò sul divano e fece la lista delle cose da fare.
Come prima cosa fece la spesa per l’intero mese, stipando il frigo e il freezer, come seconda iniziò a fare acquisti a tutta manetta. Il padre le aveva lasciato una bella sommetta per quel mese di assenza. Kagome acquistò dei nuovi vestiti, mentre quelli vecchi andavano a vedere com’era fatto il secchio dell’immondizia. Ormai la nuova Kagome si piaceva ogni giorno di più ed era venuto il momento di lasciarla libera di agire. Come terza cosa, acquistò dei nuovi costumi da bagno, non più interi e coprenti, ma dei bikini da mozzare il fiato. Comprò delle creme per il viso, shampo, balsami profumati, saponi di tutti i gusti, latte per il corpo…tutto quello che serviva per mantenersi bella. Rivoluzionò anche la sua pochette per il trucco. Aveva aggiunto mille colori differenti oltre al rosa, che rimaneva comunque il suo preferito. Anche la camera era stata rivoluzionata. Aveva eliminato le lenzuola del classico color bianco perla e le aveva sostituite con altre più colorate e a fantasia con animali disegnati sopra. Passò i pomeriggi in piscina a prendere il sole, sotto lo sguardo interessato dei ragazzi che per andare a prendersi qualcosa da bere, facevano il giro del globo per poter passare davanti alla ragazza che si divertiva un sacco a sentirsi così ammirata.
Chissà come sarebbe stato il rientro a scuola…
=Già…la scuola…chissà che effetto farò sui miei compagni di classe…= pensò la ragazza, soffermandosi su uno in particolare. =…chissà che effetto farò su di lui…quando mi ha visto l’ultimo giorno di scuola gli ho fatto una buona impressione…= Kagome rise. Tra meno di due mesi, avrebbe avuto tutte le sue rivincite.

Kagura e Naraku erano ai Caraibi a godersi la loro meritata vacanza. Durante il soggiorno Naraku le raccontò di come Kikyo avesse avuto la faccia tosta di presentarsi li come se niente fosse e del sangue freddo di Kagome. Kagura se ne risentì un po’ perché voleva che Naraku glielo avesse detto subito, ma bastò solamente un bacio di lui per placare l’animo inquieto della donna. Di giorno i due erano sempre fuori per escursioni, mentre di notte…impegnavano il proprio tempo in qualcosa di più costruttivo. Il mese stava per scadere e per Naraku e Kagura venne il momento di rifare le valige e tornare a casa.

Per Kagome, quel mese, fu l’apoteosi della pacchia assoluta. Grazie al suo rendimento scolastico non aveva avuto compiti in più e quelli che le erano stati dati li aveva fatti tutti la prima settimana, in modo tale da aver liberi i restanti mesi.
Venne il giorno che i suoi tornavano dal viaggio e decise di far loro una sorpresa: preparò ogni sorta di ben di Dio, tutti i piatti che piacevano ai suoi genitori. Finì tutto e in quel momento la porta di casa si aprì.
“Siamo tornati!” – avvisò Naraku.
“Ciao! Com’è andato il viaggio?” – chiese Kagome salutandoli calorosamente.
“Tutto bene, poi ti raccontiamo…che profumino…” – disse Kagura alzando gli occhiali e portandoli sulla testa, tirando indietro anche la frangetta.
“Sorpresa!” – Kagome li fece accomodare e pranzarono insieme, raccontando alla figlia com’era il posto. Kagome ascoltava interessata fino alla fine.
“…e l’ultima sera c’è stato un falò sulla spiaggia.”
“Dai…” – disse Kagome contenta.
“E tu che hai fatto?” – chiese la madre.
“Spese pazze!”
Kagome portò la madre in camera e le mostrò tutto quello che aveva fatto in quel mese, lasciandola sbalordita per quel cambio di personalità.
L’estate passò tranquillamente ma si sa, che dopo di essa, arrivava anche l’inizio dell’anno nuovo.

Kagome era pronta per affrontare il nuovo anno scolastico con un nuovo atteggiamento. Durante l’assenza dei genitori, aveva colto l’occasione per far accorciare impercettibilmente a occhio nudo la gonna della divisa e il restringere la camicetta.

Arrivò anche il tanto atteso lunedì d’inizio anno e Kagome come al solito si era alzata presto per preparare la colazione…










Buono. Anche questo è andato.
Che ve ne è parso? Troppo audace la scena tra Kikyo e Kagome? Se si mi dispiace, ma io Kikyo proprio non la sopporto. Mi dispiace per quello che ha passato e cosa è obbligata a fare per mantenersi in vita nel manga, ma ad un certo punto io mi chiedo…ma puoi mica lasciar vivere le persone? Cosa ti rende così acida? Beh, forse il fatto di morire ed essere riportate in vita contro la propria volontà può essere una motivazione, ma ad un certo punto io credo che se si tiene veramente ad una persona bisogna lasciarla andare e non obbligarla a vivere ancorata al passato, come fa lei.

Postilla a parte…vi è piaciuto il capitolo?
E Kagome come si comporterà a scuola? Cosa farà? E Inuyasha? Mamma mia quanti quesiti in sospeso, ma spero di poter rispondere a tutti.
Vi mando un…15-16 mila besitos!
callistas.
  
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