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Autore: Niglia    02/02/2015    4 recensioni
[Klaus/Caroline]
Una raccolta di piccoli e brevi momenti di quotidianità tra due creature immortali che hanno superato infiniti ostacoli prima di riuscire finalmente a stare insieme.
Con la speranza che questo amore si possa coronare, in a year or even a century...
Genere: Dark, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Caroline\Klaus, Klaus
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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4. 
Sleepless









Da quando era diventata un vampiro, Caroline non era più riuscita a godere della deliziosa sensazione che procura un sonno notturno di almeno otto ore ininterrotte. Il minimo rumore la svegliava, e una volta che apriva gli occhi trovava terribilmente difficile riaddormentarsi subito; così infilava una maglietta – più per abitudine e senso del pudore che non per un fattore di temperatura – e scendeva al piano di sotto a mettere qualcosa sotto i denti. A volte le bastava una cioccolata o un tè caldo, e se così non era doveva ricorrere alle sacche di sangue che sua madre, con invidiabile noncuranza, teneva nel frigorifero accanto al latte e alle verdure.
Andare a vivere con Klaus non aveva cambiato questa sua fastidiosa abitudine.
Non dipendeva da lei: gli incubi non rientravano nella sua area di competenza e, per una da sempre abituata ad avere ogni cosa sotto il più totale controllo, il non poter gestire la propria mente era qualcosa che la faceva diventare matta. Non che potesse biasimarsi: era passata attraverso parecchia schifezza nel corso della sua breve vita – in meno di due anni era morta, tornata come vampiro, catturata e torturata un’infinità di volte e sempre con lo scopo di far del male a qualcun altro, dato che lei, fondamentalmente, non aveva nemici – e non c’era da stupirsi, dunque, se ogni volta che chiudeva gli occhi quegli orribili ricordi tornavano a tormentarla.
Negli ultimi decenni l’aveva aiutata il fatto di risvegliarsi e non trovarsi da sola. Talvolta il suo sonno era talmente agitato che riusciva a svegliare persino Klaus, che la stringeva e le sussurrava parole confortanti finché il suo respiro non si calmava e non scivolava nuovamente in un riposo più pacifico; altre volte era come riprendere a respirare dopo una lunga apnea – passava dal sogno alla veglia in un battito di ciglia, e di solito era così confusa dal brusco cambiamento da fare fatica a mettere a fuoco la realtà. Poi sentiva il peso di un braccio avvolto intorno al proprio stomaco, una fronte posata contro la spalla, il respiro leggero dell’uomo con cui condivideva il letto e tutti i tasselli tornavano al proprio posto: la paura provata nel mondo onirico svaniva, sostituita da una calda sensazione di sicurezza.
Quando tornò in camera da letto, rinvigorita dallo spuntino di mezzanotte – o, per meglio dire, delle prime ore del mattino – trovò Klaus esattamente come l’aveva lasciato, a pancia in giù sul materasso con la testa sepolta nel cuscino, e il lenzuolo che a malapena gli copriva le natiche. Caroline si lasciò sfuggire un sorrisetto: doveva essere uno dei pregi dell’essere ibrido, il non soffrire il freddo a metà febbraio…
Ancora prima che la sua mente formulasse il pensiero la vampira si ritrovò gattoni sul letto, le mani ai lati dell’ibrido e le labbra sulla sua pelle bollente, pronte a saggiarne il sapore familiare. Dall’incavo del collo iniziò a disseminare minuscoli baci leggeri come le ali di una farfalla, cercando ufficialmente di non svegliarlo ma sperando in fondo di farlo, e per una lunga manciata di secondi si godette il semplice piacere di poterlo avere in suo potere, così, semplicemente, e ogniqualvolta lo desiderasse.
La faceva sentire potente. E Klaus aveva ragione, il potere era inebriante.
Pochi secondi dopo un mormorio sommesso e soffocato provenne dalla creatura sotto di lei. «Caroline, sono le tre e mezza.»
«Mh-mh, lo so. Continua a dormire», gli sussurrò, proseguendo nel disseminare una morbida scia di baci lungo il profilo della sua spina dorsale.
Klaus si lasciò sfuggire un gemito quando Caroline gli raschiò inavvertitamente la pelle con la punta delle zanne. «Un po’ difficile, visto come mi stai torturando», ribatté sul medesimo tono, sollevando il viso dal cuscino e cercando di voltarsi senza tuttavia disturbare la sua piacevole attività.
«Oh, poverino. Vuoi che smetta di ‘torturarti’?» Sorrise maliziosa, mordicchiandogli appena un fianco. «La brutta vampira cattiva si sta approfittando di te…»
«Caroline.»
«…Hai intenzione di non fare nulla al riguardo?»
«Mh.» Klaus si ostinava a tenere il viso contro il cuscino, ma Caroline poteva quasi sentire il suo sorriso.
«Suppongo che la vecchiaia faccia questo effetto. È dura stare al passo con le voglie di una ragazzina…»
«Va bene, ora basta. Se inizi a mettere in dubbio la mia virilità non posso che raccogliere la sfida.»
Klaus si sollevò talmente tanto in fretta da sparire per qualche secondo alla sua vista, e quando i suoi occhi si posarono nuovamente su di lui lo vide torreggiare minacciosamente sopra di sé; le proprie mani erano state catturate in una morsa gentile e tenute sopra la testa, e Caroline si ritrovò a fronteggiare Klaus e lo strano sorriso divertito e provocante che aveva stampato sul viso ancora assonnato.
«Se sei troppo stanco possiamo lasciare la sfida a domattina», propose lei con una risatina, non facendo caso al bagliore cupo e colmo di promesse che aveva attraversato gli occhi dell’ibrido.
«Te la faccio vedere io, la stanchezza», ribatté lui, prima di metterla a tacere con un bacio. Il suo corpo sembrò improvvisamente molto sveglio e attivo contrariamente a quanto aveva creduto lei, e quello fu il suo ultimo pensiero lucido prima che Klaus rispondesse con solerzia invidiabile alla sfida.
Quasi come se sapesse il motivo per cui si era svegliata nel cuore della notte senza bisogno di conferme, e sapesse anche cosa fare esattamente per placare il suo animo e distoglierle la mente da pensieri cupi e tormentosi. Non era la prima volta, dopotutto, che doveva rassicurarla dopo uno di quegli incubi - e inoltre lui stesso si era trovato diverse volte nella sua stessa situazione, lungo i secoli. Le conseguenze di un'esistenza eterna, suppose Klaus, dovevano di certo trattare anche un eterno tormento.
       
Ma ormai il pensiero quasi non lo turbava più.
Più tardi, mentre una piacevole spossatezza la trascinava verso il sonno, Caroline udì distrattamente le parole del suo ibrido, sussurrate così piano che forse non erano davvero intese per essere udite.
«Dormi, tesoro. Non hai più niente di cui avere paura.»  
        E Caroline sorrise, perché si fidava di lui, e si permise di addormentarsi.





















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BEH – avete chiesto e io ho dato, più o meno xD Non mi aspettavo tutta questa calorosa accoglienza dopo tutto questo tempo di non-aggiornamenti, e la cosa mi ha lasciata sorpresa, perplessa e lievemente gongolante. Sono tanto contenta vi piaccia, dunque, e ringrazio tantissimo chi ha recensito lo scorso capitolo e chi ha appena trovato questa raccolta insieme a chi già la conosceva e niente, benvenuti e bentornati!
Su un tono un po’ più serio: onestamente non me ne intendo molto di psicologia, ma sono convinta che dopo tutto quello che ha passato – è stata praticamente torturata da ogni singolo personaggio apparso in Vampire Diaries, dopotutto – Caroline possa soffrire di una sorta di sindrome post-traumatica, magari una forma lieve o chessò io, anche se un vampiro immortale e potente eccetera eccetera. In ogni caso è così nel mio headcanon.
Ovviamente, Klaus è sempre al suo fianco per rassicurarla. Belli loro ♥
(Also, capitolo principalmente Caroline!centric - scusate la troppa introspezione e la zuccherosità e la mancanza di qualche interazione profonda o decente come lo scorso capitolo, lol. Mi rifarò, prometto).
Per ora è tutto, gente! Sempre vostra,
Niglia.
   
 
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