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Autore: corvoblyu    02/02/2015    4 recensioni
Dopo tre anni dalla sua scomparsa Harry Potter torna a Londra con il suo bellissimo e affascinante fidanzato norvegese pronto a convolare a nozze. A causa di imprevisti Harry si ritroverà a doversi affidare ad un wedding planner alquanto misterioso che riporterà alla luce ricordi ormai sepolti.
Wedding Planner!Draco
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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-Oh ma è grandioso!- Hermione fu l'unica che commentò mostrando uno dei suoi migliori sorrisi tirati, mentre gli altri restarono inizialmente incerti sul da farsi per qualche secondo fino a quando Ron non si "schiari la voce" come per ricordare ai presenti che io e il mio fidanzato eravamo lì in attesa di una risposta.

-Oh congratulazioni Harry caro- mi abbracciò Molly rompendo il ghiaccio creato nella stanza che si innalzò in un misero applauso.

Sapevo fin dall'inizio che non l'avrebbero mai presa bene.

Era tutto così imbarazzate! Ma fermiamoci un attimo e torniamo indietro nel tempo.

Benchè fosse passata circa una settimana dalla mia improvvisa ricomparsa, Ron non aveva ancora mandato giù la rabbia iniziale e continuava a tenermi il muso. Forse era semplicemente rimasto deluso dal fatto che il suo amico di sempre fosse scomparso dopo la guerra senza nessun preavviso tornando improvvisamente con il suo fidanzato Norvegese e annunciando ai presenti che, non solo è gay, ma è anche in procinto di convolare a nozze in meno di due mesi.

Ma in fondo tutti sapevano le ragioni che mi avevano spinto a lasciare la mia vita così all'improvviso.

Il dolore di una guerra, dei morti, di famiglie che piangono ancora i loro ragazzi, il ministero e una civiltà profondamente scossa dai residui di quelle atrocità commesse sotto i propri occhi. Sebbene io fossi Harry Potter il salvatore del mondo magico, avevo anche io un' anima e una coscienza con la quale fare i conti. Sentivo di dover pensare a me per riordinare le mie priorità e quell'ordine che dovevo a me stesso di certo non l'avrei raggiunto circondato da gente che mi perseguitava o guardando Molly piangere sulla tomba del figlio ogni giorno.

Così un giorno mi ero svegliato avevo preso l'essenziale ed ero sparito dalla circolazione, come un nomade, avevo viaggiato per il mondo fino ad arrivare in Norvegia.

Nessuno mi conosceva, nessuno faceva domande e il mio lavoretto in una piccola libreria di campagna mi bastava. Dopo un anno circa, decisi che sarei rimasto lì per sempre con la pace e la tranquillità che villeggiava in quel viallaggio freddo e nevoso. Avevo paura di ricadere nel passato, di subire tutto ciò che avevo sopportato fin da piccolo e di non riuscire ad uscirne più. Restare isolato da tutto e da tutti mi sembrò la scelta più saggia da fare in quel momento.

Ma un giorno il mio mondo fu capovolto da una chioma bionda che si era persa fra i monti, sarebbe morto se non l'avessi trovato mezzo congelato sotto un porticato abbandonato sommerso dalla neve.

Lo portai con me e gli offrii ospitalità fino a quando ristabilito lo straniero per ringraziarmi decise di portarmi con se nella capitale.

Biondo dagli occhi di ghiaccio , tremendamente attraente e per me che non avevo rapporti sociali da troppo tempo fu una tentazione troppo grossa per resistergli.

Lo seguii e divenne il mio amante in poco tempo, mi fece conoscere il mondo magico Norvegese, imparai nuove cose e nuove culture e finalmente riuscii a chiudere il mio passato in un cassetto.

Un passato fatto di dolore, tristezza, morte e cuori spezzati, perchè si, ero stato innamorato anche io in un passato ormai lontano ed era finita come tutto il resto: Tragicamente.

Ma con Nicolae, ero pronto a cominciare una nuova vita, un nuovo capitolo che prevedeva un Harry Potter pronto a tutto. Avevo un nuovo lavoro al ministero Norvegese e un bellissimo appartamento nella città babbana con l'uomo che mi aveva letteralmente salvato dall'oblio che mi stava risucchiando in quel villaggio sperduto della campagna.

Ma come mi ritrovo qui, circondato da Weasley e amici per festeggiare l'annuncio delle mie nozze?

Non era programmato ma poche settimane fa Nicolae era tornato a casa con un aura diversa dal solito, pensavo che forse non era di buon umore ma poi all'improvviso mi aveva proposto di sporsarlo, niente smancerie, niente fiori o champagne, semplicemente si era avvicinato a me e aveva sussurato uno "Sposami" al mio orecchio.

Come gli era venuta poi l'idea di sposarci nella mia città natale, ancora non lo so , ma aveva insistito così tanto che alla fine non gli avevo potuto dire di no.

Avevo raccolto il coraggio necessario per mandare un gufo ad Hermione sperando che almeno lei avrebbe capito.

Nessuno poteva immaginare il mio nervosismo quando la mattina di una settimana fa io e il mio futuro consorte ci accingevamo a prendere quella dannata passaporta.

Perchè avevo acconsentito a quell'idea balorda di tornare a Londra? Avevo paura che il passato mi ricadesse addosso, che la maschera creata in tre anni crollasse improvvisamente alla vista di Hermione e di Ron.

Invece non era andata così male: Hermione era corsa ad abbracciarmi e aveva salutato con gioia anche Nicolae, mentre Ron si era limitato a stringermi la mano con un espressione tra l'arrabbiato e il felice. Gli altri erano invece erano stati molto felici del mio ritorno alla Tana e tutti non facevano altro che farmi domande. Ero felice, ma anche tremendamente scosso al contrario del mio fidanzato che sembrava a suo agio. Stranamente.

Poi quando avevo annunciato le nozze, BOOM! La bomba era scoppiata e mi ero sentito se possibile ancora più a disagio.

Avevo timore di andare in giro per Londra, di andare a casa mia o peggio ancora a Diagon Alley e probabilmente tutti avevano notato la cosa ma nessuno si azzardava a farne parola con il diretto interessato e per di più Nicolae non aiutava, faceva finta di non vedere e organizzava serate alla mia insaputa con gente del ministero che non vedeva l'ora di incontrarmi.

La notizia si era sparsa e tutti i giornali non facevano che parlare del grande rientro del salvatore del mondo magico e cosa ancor peggiore il mio fidanzato ignaro di tutto il mio passato, ne era stranamente eccitato e questo mi dava la nausea.

 

-Forse è meglio che ora i futuri sposi vadano a riposare, domani ci aspetta una nuova giornata- intervenne Molly sciogliendo la festa di fidanzamento improvvisata che avevano tenuto quella sera.

Ron scomparve ai piani alti con Lavanda, mentre Hermione levò le tende dopo aver salutato tutti.

Mi chiedevo ancora per quale motivo quei due non si erano messi insieme, ma probabilmente era stata una decisione fatta in comune accordo.

George e famiglia si intrattennerò ancora per qualche minuto con Percy e Charlie.

Mi aveva fatto piacere passare una serata con tutta la famiglia ma gli occhi indagatori di tutti non facevano che mettermi a disagio. Tutti volevano sapere di cosa facevo, come ero arrivato in Norvegia e anche se nessuno aveva osato chiedermelo, volevalo sapere il motivo della mia fuga e ovviamente il motivo del mio matrimonio Inglese. Ma purtroppo a quest'ultima domanda non sapevo rispondervi neanche io.

Una volta nella vecchia stanza di Bill, mi spogliai e mi misi a letto senza curarmi del mio ragazzo fermo ancora sulla porta che si guardava attorno circospetto. Quell'ambiente non era fatto per lui, troppo sciatto e alla mano per un fine ed elegante Norvegese, ma continuava a tirare sorrisi e a camminare qua e là fingendosi interessato ai gingilli di Artur e ai giochi dei bambini.

Mi chiedevo ancora la ragione di tutto ciò, ma alla fine voleva solo sapere qualcosa di più riguardo al mio passato e data la mia riservatezza nell'argomento ha fatto di testa sua come sempre.

Ogni volta che voleva indagare sull'argomento ero stato bravo a cambiare discorso o a improvvisare stanchezza e impegni. Lui aveva capito che qualcosa non andava ma mai mi sarei aspettato una mossa del genere.

Gli avevo tenuto il muso per un po' ma avevo ottenuto solo indifferenza .

 

----o----

 

Il giorno dopo eravamo in giardino guardando il piccolo Fred giocare con una scopa giocattolo poco più in là.

Nicolae sospirò ancora una volta in cinque minuti e sapevo che c'era qualcosa che non andava dal modo in cui si dimenava sulla sedia. Ci fissammo per qualche secondo aspettando che qualcuno proferisse parola.

-Harry...- spezzò finalmente il ghiaccio sistemandosi ancora una volta sulla sedia. Addolcì il suo sguardo come ogni volta che voleva dirmi qualcosa di serio e per qualche secondo pensai che volesse mollarmi e annulare tutto.

Sospirai e lo invitai a proseguire.

-Devo tornare-. Mi fissò serio ma sapevo che voleva andarsene da lì, non gli piaceva affatto quell'ambiente e non lo voleva ammettere.

Non gli risposi ancora ed evitai il suo sguardo.

-Devo risolvere alcune cose con la mia famiglia, ma ti prometto che tornerò prima dell'addio al celibato-.

-Addio al celibato? Hai intenzione di star via un mese e di lasciarmi qui?- lo interruppi senza dargli il tempo di spiegare. Io ero tornato solo per una visita e per sposarmi con poche persone della famiglia, e lui voleva lasciarmi un mese solo per sbrigare i suoi affari?

-Posso tranquillamente tornare indietro con te... non abbiamo nessuna fretta e -

-Qualcuno deve pur organizzare tutto Harry, e lo sai che ho lasciato del lavoro in sospeso per venire qui, non voglio che tu sia sballotato per me- mi intereppe lui.

A quel punto mi alzai in piedi seccato. Non poteva lasciarmi qui perchè questo avrebbe significato vedermela con il passato, riaprire un capitolo ormai chiuso da tempo.

-E come pensi che io possa organizzare un matrimonio intero da solo in un mese?-

Mi affianco poggaindo le mani sulle mie spalle per rassicurarmi.

-Ovviamente ho pensato a tutto io.- fece una pausa – Un mio lontano parente ha un agenzia che organizza matrimoni e sarebbe disposto ad aiutarti, non dovrai fare niente tranne che rimanere qui per un po', hai una casa qui no? Non dovrebbe essere un problema per te..-

Lo stava facendo apposta, pensai. Sapeva della mia debolezza e la stava sfruttando.

A quel punto mi chiesi se lui fosse davvero l'uomo della mia vita, quello con il quale condividere il letto, la casa e tutto il resto.

Inturruppe nuovamente i miei pensieri cupi scuotendomi leggermente.

-La sua agenzia è una delle migliori qui a Londra e credo che ti troverai davvero bene, ti ho fissato un appuntamento per domani pomeriggio- aggiunse allontadandosi leggermente.

Come al solito aveva fatto i conti senza sentire cosa ne pensavo e questo mi lasciò spiazzato, ma la cose peggiore era che non voleva portarmi con se. Dei dubbi mi assalirono ma ormai non avevo via d'uscita.

-Quindi parti?- sussurai dandogli le spalle.

-Oggi pomeriggio-.

A volte quando stavo con Nicolae mi sembrava di vivere in un film con un copione già scritto, ovviamente da lui. Decideva tutto e non ero mai in grado di dirgli un no, e anche questa volta mi ritrovai ad annuire per poi sparire in cucina dove Molly preparava il pranzo.

In quel momento pensai che sembravamo tutto, fuorché una coppia innamorata in procinto di sposarsi e il mio pensiero dopo tanta resistenza cadde inevitabilmente su un ragazzo biondo dagli occhi color ghiaccio che però non era il mio futuro marito.

 

 

 

 

----oooo----

 

Dopo un pranzo silenzioso il biondo levò le tende salutandomi con un bacio a fior di labbra e sparendo senza salutare nessun'altro. Finalmente solo, fui preso dal panico iniziale cominciando a vagare per il salotto freneticamente, cosa avrei fatto ora? Avevo in tasca un semplice bigliettino con l'indirizzo di quella dannata agenzia ma per prima cosa decisi di sistemare alcune faccende che ormai mi tormentavano da tempo. Presi un respiro e feci per girarmi e quasi saltai sul pavimento per lo spavento.

Ron mi si era piazzato davanti e mi fissava forse da qualche minuto con un espressione seria in volto. Ci fu una lotta di sguardi che durò quasi un'eternità prima che un rumore dal camino e le urla della Signora Weasley ci riportarono alla realtà.

-Oh Hermione cara, benvenuta! Harry dovrebbe essere in salotto- e prima di rendermene conto la ragazza era stata spinta in salotto da Molly che ci aveva chiuso dentro in fretta e furia con un'incantesimo. Fissammo tutti e tre il chiavistello come ipnotizzati per poi guardarci stupidi e scoppiare a ridere come ai vecchi tempi. Fu una risata liberatoria e finalmente mi sentii dinuovo a casa.

Dopo circa dieci minuti eravamo seduti in salotto con una tazza fumante di thé intenti a sorseggiare silenziosamente la bevanda, nessuno fiatò fino a quando Ron non terminò la sua tazza posandola sul tavolino in legno con forza.

-Ora puoi raccontarci cosa ti è successo o dobbiamo aspettare altri tre anni?- Sbottò il rosso esaurendo tutta la calma che aveva mostrato prima.

-Ronald!- sussurrò Hermione – Harry noi ti capiamo perfettamente- si affrettò ad aggiungere la ragazza.

-No io non lo capisco affatto!- obbiettò il ragazzo evitando l'occhiataccia gelida della mora.

-Come credi che mi sia sentito quando mia madre piangeva tutti i giorni nel suo letto senza accennarsi ad alzarsi, quando ti ho cercato a Grimmauld Place e non ho trovato più nessuna traccia di te, quando mia madre sofferente mi chiedeva di te e io ero costretto a mentirle, quando Ginny per disperazione è andata via di casa con un tizio?-

-C..cosa?- Ginny era andata via? Con un estraneo?.- Hermione mi intimò a lasciar cadere l'argomento e tornai a guardarlo lasciando che sfogasse via tutta la sua frustrazione.

-Te lo dico io come mi sentivo!-. Il suo viso si fece livido e i suoi occhi si inumidirono tanto che pensai potesse scoppiare in lacrime da un momento all'altro.

-Mi sentivo solo, tradito dal proprio migliore amico con una famiglia disperata che aspettava te! E io non avevo più parole per spiegare a mia madre che non solo il suo amato Harry se l'era filata senza lasciare traccia ma che anche sua figlia era andata via una settimana prima! Mio fratello sotto terra, mia madre in depressione, mio padre senza lavoro e per completare il quadro il mio migliore amico decide di lasciarmi solo...-. Delle lacrime solcarono il suo viso e a quel punto decisi di restare zitto per aprire le braccia ed abbracciarlo come non avevo mai fatto. Evitai di dirgli che volevo essere egoista e pensare a me stesso per una volta tanto, che avevo bisogno di un po' di tempo per me, che non ero fatto di ferro e avevo anche io un cuore spezzatto da riparare ma chiusi la bocca e lo accolsi pronto a coltivare nuovamente quell'amicizia che mi era tanto mancata.

Sentii Hermione piangere nell'angolo, mi allungai verso di lei inglobandola in un abbraccio a tre mentre Molly spuntava sulla porta del salotto con dei biscotti e ci sorrise come forse non faceva da tempo. Le sorrisi solare e felice di aver ritrovato i miei due migliori amici.

 

 

-----oooo----

 

Sospirai ancora una volta nell'arco di due minuti.

-Harry..- disse lascivamente Hermione.

-Si, ok sono pronto!- confermai cercando di sembrare convinto quando mi si leggeva negli occhi la paura di tornare in quella casa.

Salutai Molly con un bacio sulla guancia, abbracciai Hermione e lasciai una pacca a Ron per guardare il camino con aria di sfida.

-Forse è meglio se prendi questo – disse la riccia porgendomi un mantello scuro di lana pesante – Così eviterai occhi indiscreti-. Dovevo ancora ricordarmi di essere a Londra dove per tutti ero un eroe, una star, tutti non vedevano l'ora di incontrarmi e i giornali non facevano che parlare del mio ritorno nel mondo magico. Fortunatamente ero rimasto isolato dai Weasley per qualche giorno e nessuno mi aveva visto se non di sfuggita il giorno del mio arrivo al Ministero. Afferai l'indumento e una volta nel camino presi la polvere volante che Ron mi porgeva e in un attimo i loro volti sparirono per far spazio ad un luogo sconosciuto pieno di gente. Mi guardai attorno spaesato e mi infilai in fretta il mantello prima che qualcuno potesse vedermi. Il locale molto illuminato, mi sembrava quasi familiare se non fosse per la troppa luce e l'odore di cibo.

Uscii senza essere notato e mi ritrovai in breve tra la folla di maghi e streghe che passeggiavano frettolosamente per le vie di Diagon Alley. Tutto era essattamente come lo ricordavo e inevitabilmente una sensazione di nostalgia mi invase facendomi salire le lacrime agli occhi mentre il mio pensiero perso nei ricordi rievocava immagini del passato dove io Ron ed Hermione correvamo per queste strade tutti eccitati di rincontrarci dopo l'estate per un nuovo anno scolastico.

Per un momento tutti i miei pensieri negativi furono accantonati e mi ritrovai a pensare che forse essere venuti qui per sposarci non era stata poi una cattiva idea.

Feci un giro per godermi il paesaggio che tanto mi era mancato e capitai casualmente davanti al vecchio negozio di Olivander ora drasticalmente cambiato e gestito da un suo giovane parente.

Rividi il giorno in cui comprai la mia prima bacchetta mentre Hagrid mi aveva regalato Edvige.

Ogni tanto ripensavo alla mia cara vecchia civetta e a quanto fosse l'unica parte del mio passato a cui riuscissi a pensare positivamente.

Continuai il mio cammino fino ad arrivare al paiolo magico rimasto ancora lo stesso dopo tanti anni. Esitai un secondo e poi entrai facendomi investire dal solito ambiente caotico che vi regnava.

Osservai per bene la stanza facendo attenzione a non farmi notare e vidi qualcosa di inaspettato o meglio, qualcosa che avrei preferito non vedere. Blaise Zabini comodamente seduto al bancone chiaccherava con un uomo con una lunga barba e gesticolava in tutto il suo splendore. Non lo trovai cambiato di una virgola e fui stupito nel notare che indossava abiti da babbano di ottimo taglio e qualità! Girò la testa distrattamente e i nostri sguardi si incontrarono.

 

-Potter-. La sua voce sembrava quasi stanca come il suo viso ancora sporco e i suoi vestiti strappati e bruciati in più punti. Mi tese la mano sperando che gli consegnassi io stesso l'oggetto che non apparteneva a me, ma quel gesto non fece che spaccare il mio cuore ancora di più e decisi di esitare.

-Lo sai che non hai scelta e con o senza il tuo permesso prenderò quella bacchetta- aggiunse con un lampo negli occhi e gli credetti. Trattenni le lacrime e strinsi ancora più forte l'oggetto in legno che in fin dei conti non mi appartenva.

-Vorrei darlo io stesso al legittimo proprietario- trovai il coraggio di dire ma mi pentii subito dopo della frase detta con tanto egoismo. Non ero io quello che aveva sbagliato, o meglio, non ero il solo ad aver sbagliato ma mi conportavo come se lo fossi.

Sospirò e non ritirò la mano. -Finiscila Potter e dammi quella cazzo di bacchetta, ormai tra te e Draco è finita, ormai tutto è finito.- disse tagliente e senza lasciarmi il tempo di scoppiare in lacrime a quelle parole d'addio mi strappò di mano la bacchetta in legno scuro di Malfoy e se ne appropiò.

-Perciò prendi quel che resta della tua coscienza e vai a far l'eroe da un altra parte- continuò lui stringendo l'oggetto come un trofeo.

Ma forse non credevo veramente di essere io il mostro, forse me l'avevano solo lasciato credere, perché la colpa non può essere mai di uno solo.

Zabini sparì insieme all'ultimo ricordo del ragazzo che amavo. Avevo vinto una guerra e perso qualcuno di importante allo stesso tempo ma sapevo di essermela cercata fin dall'inizio, perchè ho sempre saputo che io e lui "giocavamo in due squadre diverse".

 

Distolsi lo sguardo velocemente e mi affrettai a uscire dal locale con la mente ancora in subbuglio per il ricordo spiacevole che la mia mente aveva rievocato.

Mi tolsi il mantello e lo conservai al sicuro sicuro di non attirare l'attenzione dei babbani. Una volta tra la folla di Londra mi lasciai andare dando il via ai ricordi che uno dopo l'altro si affacciavano nella mia mente invadendola di nuovo. Ero sicuro di aver chiuso tutto in cassetto ma era bastato l'allontanamento momentaneo del mio quasi-marito affinchè il lavoro di anni andasse in fumo alla sola vista di un Blaise Zabini seduto al Paiolo Magico mentre chiaccherava per fatti suoi.

É aveva ben poco a che vedere con un certo biondo.

 

-----oooo-----

 

 

Una volta davanti al numero dodici di Grimmauld Place, le gambe presero a tremarmi vorticosamente e per distrarmi presi a osservare quella porticina.

Una volta in cima ai pochi scalini esitai sulla maniglia pochi secondi prima di prendere un respiro e affrontare il mio passato.

Tutto era rimasto esattamente come lo avevo lasciato al contrario della polvere che si era accumulata sui mobili e quadri creando una cappa grigia in tutta la casa.

Il silenzio mi inghiottì e notai con piacere che il quadro della signora Black era stato rimosso in qualche modo, probabilmente da qualcuno di più esperto.

Il mio letto coperto da polvere era rimasto nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato e accanto al comodino la foto con Ron ed Hermione, coperta da polvere era rimasta nella stessa identica posizione di tre anni fa. Nessuno era più entrato là dentrò dopo la mia sparizione o forse nessuno ne aveva avuto il coraggio. Sulla destra una piccola vetrinetta attirò la mia attenzione e sussultai quando mi ricordai cosa ci fosse conservato dentro, sapevo già che non avrei mai avuto il coraggio di aprirla per guardarci dentro e mi andava anche bene infondo perché avrei dovuto disotterare tutti quei ricordi tristi che avevano fatto parte del mio passato?.

Girai ancora per le stanze fermandomi nella famosa stanza di Sirius in cui entravo di rado quando vivevo ancora in questa casa, fissai il letto e i mobili con un velo di tristezza, probabilmente lui era l'unica cosa che più mi mancava del mio passato. Era come un padre e come tutte le cose belle che mio sono capitate mi è stata portata via troppo presto, e potevo prendermela solo con me stesso se era accaduto tutto questo.

Interruppi i miei pensieri e scesi in cucina guardando la stanza con gli occhi lucidi al ricordo di tutti i membri dell'ordine riuniti felicemente intorno a quel tavolo prima della loro triste fine.

Tonks e Remus con il piccolo Ted che non vedevo ormai da anni, chissà com'era cresciuto il mio figlioccio! Silente, Piton e Malocchio delle guide che a Hogwarts non mi hanno mai fatto sentire solo e che mi hanno aiutato nel momento del bisogno anche rimettendoci la vita.

Tutti si sono sacrificati per un semplice ragazzino, per una via di salvezza neppur sicura e molto rischiosa.

Asciugai una lacrima sul mio viso e passeggiai lungo il tavolo mente ricordi del passato riaffioravano nella mia mente.

 

-Kreacher!- provai a chiamare incerto. Pensandoci bene un elfo domestico rimane legato al proprio padrone fino alla sua morte o ad una sua probabile liberazione. Attesi ancora ormai rassegnato a una possibile apparizione dell'elfo.

Anche se ora ero io il suo padrone Kreacher è sempre stato testardo nei miei confrinti e dubitavo potesse ascoltarmi e darmi fiducia un giorno quindi ormai rassegnato uscii dalla cucina.

Un rumore sospetto attirò la mia attenzione e mi voltai di scatto trovando il mio elfo basso e tozzo in cucina in mia attesa.

-Ha chiamato padrone?- disse indifferente come se non mi vedesse da poche ore, di certo non mi aspettavo un benvenuto caloroso con allegria e gentilezza ma almeno un po' di stupore...

Pensai incerto a cosa chiedergli mentre mi scutava con impazienza.

-Qualcuno mi ha cercato?-. Dissi la prima cosa che mi venne in mente senza aspettarmi in realtà una vera e propria risposta da lui. Chi mai avrebbe potuto cercarmi?

Lui parve pensarci su per qualche secondo e questo mi fece ricredere.

-Il Signor Malfoy avere inviato lettere ma Kreacher avere bruciato lettere come ordinato-.

Restai in silenzio e quasi perso il respiro.

 

 

-Il padrone ha chiamato?- disse l'elfo dopo un'ora da quando l'avevo cercato.

-Kreacher ti avevo chiamato un'ora fa!- urlai sommerso da lettere di ammiratori e di gente che mi ringraziava, tra cui avevo trovato anche cinque strillettere.

Ignorò palesemente la mia ultima battuta e continuò a fissarmi in attesa di un mio probabile ordine.

-Brucia tutta la posta! Non voglio nessuna lettera in questa casa!- sbottai spingendo le carte in un angolo delle stanza per bruciarle un secondo dopo.

 

 

Ricacciai in dietro il mio ricordo e scossi la testa per riprendermi. Mai mi sarei aspettato delle lettere da parte sua, non dopo quello che era successo.

Guardai ancora una volta il mio elfo e pensai che ora avevo un ragazzo e che dovevo organizzare il mio matrimonio.

-Kreacher- iniziai - Rendi presentabile questa casa, neanche un granello di polvere- conclusi mentre con uno schicco l'elfo sparì dalla mia vista. Sperai che avesse ascoltato una volta tanto.

Preso ancora dai pensieri presi il bigliettino dove era appunato un indirizzo e mi convinsi che forse non era poi così tanto male organizzare un matrimonio con l'aiuto di un perfetto sconosciuto.

 

 

 

----oooo----

 

 

Al contario di ciò che mi aspettavo l'Iris Organization si occupava proprio di tutto, dai fiori ai vestiti, dalla Location al colore dei centrotavola, per rendere il giorno più importante delle tua vita un giorno davvero esclusivo. Fui sorpreso nell'apprendere che l'indirizzo sul mio bigliettino era solo un punto di smaterializzazione nascosto ai babbani. In realtà l'agenzia si trovata in un palazzo rurale nel pieno dei monti scozzesi.

L'Iris era un'agenzia esclusiva gestita da quattro misteriosi ragazzi d'alta borghesia e solo persone importanti potevo accedervi. Era bastato il mio cognome per entrarvi facilmente mentre la segretaria mi scortava al punto in cui smaterializzarmi con il sorriso sulle labbra e con tanto di complimenti per la scelta della cravatta che poi non aveva niente di così speciale.

Appena arrivato mi fermai ad ammirare il grande palazzo immerso nel verde e il grande giardino curato alla minima perfezione dove ovviamente non poteva mancare il fiore per eccellenza da cui prendeva nome l'agenzia ma fui ancora più sorpreso quando entrando nel gran salottino d'attesa lo trovai arredato da mobili e arazzi dell' ottocento completato da un lampadario in cristallo davvero elegante che dava un tocco di classe all'intera stanza. A centro sala, tra divani e poltrone sorgeva un bancone apparetemente vuoto ma dove una segretaria bassa e occhialuta era concentrata a scribacchiare qualcosa con una piuma bianca. Decisi di avviccinarmi e tossii per attirare la sua attenzione, ma la donna non parve accorgersi della mia presenza e tentai nuovamente di schiarirmi la voce invano. Leggermente infastidito tentai di richiamare la sua attenzione una terza volta ma fui interrotto da una voce gracchiante e acida.

-Mi dica- balbetto la donna continuando a scrivere senza alzare lo sguardo dalla scrivania.

-Avrei un'appuntamento-. Mi guardai intorno decisamente a disagio.

-Lei è in signor...?- balbettò ancora la strega. Notai che aveva gli occhiali sulla punta del naso adunco.

-Potter-. Alzò lo sguardo di colpo e gli occhiali le ricaddero sul tavolo, gli riprese di scatto per poi infilarseli e guardarmi anzi squadrarmi meglio.

-Avrei un'appuntamento- le ricordai indicando le scartoffie sotto di lei ormai incantanta a fissarmi.

Riprese le carte e contollò tra le cartelle ingiallite che teneva accatastate su un tavolino lì accanto.

-Non c'è nessun appuntamento con questo cognome- preciso lei tornando a fissarmi.

-Provi Volkcoff il mio fidanz...-

-Eccolo- mi interruppe indicando qualcosa sul foglio che teneva in mano.

-Camila!- urlò subito dopo guardando un punto indefinito dove poco dopo apparve un elfo domestico che quasi le somigliava.

-Ha chiamato padrona?- disse con una voce sottile e appena udibile.

-Accompagna il signor Potter nel salotto delle rose- le ordinò senza alzare troppo la voce – Sarà ricevuto direttamente dal propietario- aggiunse poi rivolta verso di me e alzandosi in piedi per invitarmi a seguire l'elfo che nel frattempo si stava già incamminando.

 

Il "salotto delle rose" era una stanza enorme ed illuminata decorata con rose dipinte sulle pareti e mobili laccati di un rosa tenue. Mi sembrava di essere appena entrato nella residenza estiva della Umbrige.

Set da tè erano esposti in una grande vetrina in fondo alla stanza, e in un angolo vicino al grande camino era stato creato un salottino completo di poltrone in pelle beige e un tavolino in legno elegante decorato, anch'esso, con rose di un rosso fuoco e rami sui bordi.

Una volta entrato constatai che in realtà la stanza era vuota e non vi era nessun propietario in giro. L'elfa che mi aveva accompagnato sparì all'improvviso lasciandomi completamente solo ed in un silenzio assoluto decisi di avvicinarmi alla finestra per guardare il meraviglioso panorama sul giardino dove una piccola fontana scorreva normalmente al centro del prato.

Mi persi nel guardare i colori lucenti dei fiori e la rugiada ancora fresca sul prato che scintillava al sole, e il via vai di maghi e streghe che ora iniziava ad affluire all'esterno del locale. Forse erano collaboratori o forse persone che come me volevano finalmente convolare a nozze.

Alla fine incominciai a chiedermi se sentirsi insicuri e nervosi fosse normale per un uomo in procinto di organizzare le sue nozze completamente da solo (anche se proprio solo non lo ero), Hermione mi aveva già dato la sua collaborazione e sapevo di poter contare anche sulla famiglia Weasley ma speravo comunque un aiuto da parte del mio futuro marito e famiglia.

Parlando di famiglia, Nicolae non mi aveva mai presentato a tutta la sua famiglia, a stento avevo incontrato due o tre volte sua madre e sua sorella, due donne con la puzza sotto il naso e perennemente gelide come due ghiaccioli. Di suo padre non mi aveva mai parlato e non sapevo nemmeno se avesse altri fratelli oltre a sua sorella minore, ma da una parte non lo potevo certo biasimare visto che io di me gli avevo detto poco e niente! Pensai così che dopo il matrimonio avremmo avuto più occasioni per conoscerci meglio.

Ero così preso dai pensieri che non sentii lo sbattere della porta fino a che qualcuno tossicchiò alle mie spalle e decisi di girarmi subito incuriosito di conoscere il mio consulente per il matrimonio.

Ma appena i miei occhi inquadrarono quell'immagine il mio cuore sembrò fermarsi e il mio sguardo non poteva credere alla persona davanti ai suoi occhi.

Draco Malfoy.

 

 

-Draco- sussurrai per svegliarlo, era l'alba e le lezioni sarebbero ricominciate a breve.

Di risposta lui bablbettò qualcosa nel sonno. Lo scossi leggermente fino a che non aprì i suoi occhi color ghiaccio incollandoli nei miei.

-Dobbiamo sbrigarci, è tardi- lo avvisai frettolosamente.

-Harry- mi voltai per guardarlo trovando il suo sguardo serio a fissarmi.

-Mi lascerai vero?- chiese riferendosi alla nostra ultima discussione avvenuta la sera prima.

Non risposi e spostai lo sguardo per evitare la domanda.

-Harry...- continuò ancora afferrandomi il braccio con insistenza.

-Draco non rendere le cose ancora più difficili- affermai con risolutezza scostando la sua presa.

-Perché tutto questo? Perchè dobbiamo arrivare a questo?- parlò con disperazione cerndo di commuovermi.

-Non ti fidi di me?- chiese con il tono che usava spesso per rinfacciarmi qualcosa.

Sospirai e mi alzai ignorandolo per qualche minuti fino a che non ebbi finito di rivestirmi.

-Lo sai cosa non va- dissi nuovamente fissandolo mentre ancora mezzo nudo nel letto si alzava.

-Cosa c'è che non va? Io non vedo niente che non va! E non dirmi sempre le solite cose perchè ormai dirmi " molla tutto e vieni con me" non funziona,lo sai che non posso farlo!- quasi urlò alterato. Sbuffai scocciato.

-Volere è potere Draco, e a te purtroppo manca sei troppo codardo per affrontare tuo padre e io non pretendo questo da te!- risposi mantenendo la calma al contrario di lui che ormai in piedi tirò un pugno al muro dietro di me.

-Lui gli ucciderà se non fanno quello che lui vuole lo capisci?- mi urlò in faccia questa volta, mentre delle lacrime si riversavano sul suo bel viso.

-Ma questa situazione ucciderà me prima che io uccida lui- quasi gli sussurai prima di baciarlo.

E fu un bacio bagnato, salato e feroce come non lo era mai stato, un bacio che avrei ricordato, ci baciammo come non mai mordendoci e assaggiandoci nel modo più intimo possibile.

Alla fine quando uscii da quella stanza ero in lacrime anche io.

 

Fu un altro colpo di tosse del presente a farmi tornare a respirare e a chiudere la bocca ancora aperta dallo stupore. Lo guardai per la prima volta dopo quattro anni e sembrava sempre lo stesso di sempre se non più bello. Portava jeans babbani aderenti e una camicia blu notte leggermente aperta sul petto mostrando la sua pelle diafana e il suo corpo sempre snello e un po' più muscoloso da come lo ricordavo. I suoi capelli leggermente più lunghi erano pettinati in modo morbido all'indietro aprendo il suo sguardo e mettendo in mostra i suoi occhi color ghiaccio più luminosi che mai.

 

Ma il mio stupore parve non scuoterlo più di tanto e ne fui ancora una volta sorpreso. Mi lasciò lì e andò ad accomodarsi su uno dei divanetti più in là invitandomi tranquillamente a sedermi con lui, cosa che feci dopo pochi secondi di shock. Possibile che non mi avesse riconosciuto dopo tutto quello che avevamo passato insieme? Una volta seduto di fronte al mio ex-ragazzo mi sembrava di essere salito al patibolo e non vedevo l'ora di uscire di lì. Quando aprì bocca i miei sospetti furono più che confermati.

 

-Bene, signor Volkoff...- borbottò estraendo delle carte dal nulla.

Draco Malfoy mi aveva completamente rimosso dalla sua mente.

Deglutii a disagio.

-Io sono il signor Malfoy ma può chiamarmi anche Draco – iniziò facendomi un sorriso abbastanza tirato.

-Sarò il suo consulente per il matrimonio e organizzeremo al meglio le sue nozze – finii cercando delle carte tra le scartoffie che aveva sparso per l'intera scrivania.

Tossii senza proferire parola e mi concentrai sui particolari della stanza per evitare di guardarlo negli occhi.

-Signor Volkoff?- mi richiamò lui in fretta passandomi delle immagini che nemmeno guardai preso da altro. Volevo andarmene. Mi guardai attorno disorientato cercando un motivo per andar via.

-Ecco... in realtà io non penso di aver bisogno di un consulente per il mio matrimonio- dissi a disagio lasciando il foglio sul tavolino e alzandomi imbarazzato.

-Non volevo fargli perdere tempo ma improvvisamente ho cambiato idea e penso di portercela fare benissimo da solo- inventai cercando di essere credibile mentre arretravo verso la porta. Lui restò in silenzio e mi fissò sgusciare verso l'uscita.

-Mi dispiace tantissimo e... mi scuso ancora per l'intrusione – tirai un sorriso per completare il quadro e afferai la maniglia gelida al mio tatto pronto per andare via.

Mi voltai e abbassai la maniglia.

-Credo di non poter accettare le tue scuse Harry-. Gelai sul posto e istintivamente mollai la maniglia.

Lo sentii alzarsi per poi avvicinarsi a me. Primo colpo al cuore.

-Mi credi davvero così stupido da non poterti più riconoscere?- chiese con una punta di ironia alle mie spalle.

-Nicolae è un mio lontano parente è so benissimo che tu sei il suo nuovo fidanzato-.

Secondo colpo al cuore.

-E non me ne importa niente perchè io sono andato avanti e spero che lo abbia fatto anche tu-.

Terzo colpo al cuore. Diedi una calmata al mio cuore impazzito e decisi a girarmi per guardarlo finalmente neglio occhi.

-Certo che l'ho fatto- confermai più a me stesso che a lui.

Abbozzò un sorriso e tornò a sedersi accavallando le gambe con fare disinvolto come se io non fossi lì.

-Allora non sarà un problema per te farti aiutare da me – cercò di convincermi – Lo sai a quanto Nicolae ci tenga particolarmente e sai anche bene che non ce la faresti mai ad organizzare in così poco tempo- concluse con fare soddisfatto.

-P..poco tempo? - chiesi incuriosito – Ho perfettamente due mesi- sbottai sapendo che purtroppo avrei dovuto accettare lo stesso.

Lo sentii tossire imbarazzato per poi tornarmi a guardare con un ghigno malefico sulle labbra.

-A me è stato detto che avrei dovuto organizzare tutto in una settimana-.

In quel momento, i miei occhi se avessero potuto sarebbero saltati dalle orbite per andarsi a fare un giro per la stanza.

 

 

 

-------ooooo-------

 

-COSA?!- Urlai mentre notai un ciuffo biondo spuntare dalla porta della stanza adiacente.

-Dai Harry non è una tragedia! Non vedo perchè te la prendi in questa modo- parlò Nicolae che era collegato a uno dei camini dell'Iris, l'agenzia a cui si era rivolto per organizzare le loro nozze.

-Una settimana! Per la barba di Merlino! Non posso sposarmi così all'improvviso, cosa diranno gli altri per questo poco preavviso... Hermione, Ron, i signori Weasley-

-Harry stai calmo, ci ho già pensato io, questa mattina ho inviato a tutti gli invitati delle lettere per avvisarli dell'anticipo e poi Draco è perfettamente in grado di organizzare tutto quanto- mi interruppe cercando di calmarmi senza risultati. Non mi erano mai piaciuti gli imprevisti, e ora perché tutta questa fretta per un matrimonio? E perchè ancora una volta aveva deciso tutto lui?.

-Non c'entra l'organizzazione! Mi chiedo solo il perchè di tutta questa fretta imminente, è successo forse qualcosa?- chiesi per dar voce ai pensieri.

-No no... e che- lo sentii esitare e incominciai a spazientirmi mentre potevo giurare di aver visto Draco sghignazzare sullo stipite della porta, lo ingorai e tornai a concentrarmi sul mio fidanzato che stava ancora cercando la risposta alla mia domanda.

-Il lavoro è troppo e temo che dovrò fare un ulteriore viaggio d'affari per il ministro il mese prossimo- sospirò e abbassai lo sguardo visibilmente scocciato, passava più tempo con il ministro che con me ultimamente.

-Un viaggio abbastanza lungo..- continuò dispiaciuto -E voglio sposarti al più presto! Sposarci ora è la soluzione migliore, credimi-.

Era sempre così convincente e anche se mi spaventava l'idea di dovermi sposare in meno di una settimana, non potevo dirgli di no ora che ci eravamo così vicini.

Diedi un'ultimo sguardo a Draco che continuava a fissarmi dalla porta e per un attimo i nostri sguardi si incrociarono provocandomi una scossa. Per un attimo il pensiero di dirgli di no attraversò la mia mente ma fu subito scacciato dal leggero tossicchiare provenire dal camino che mi riporto alla realtà.

-Va bene.- conclusi infine mentre lui esultava dandomi consigli e informazioni sul matrimonio.

-Allora a Venerdì- disse.

-A Venerdì- risposi e senza aggiungere altro interrupì la comunicazione fissando per qualche secondo le ceneri dell'ormai spento camino.

Spostai lo sguardo e mi avvinai al biondo che mi aspettava con un leggero sorriso su quella bocca impertinente.

 

-Allora – lo incitai – Da dove si parte?-

Via il dente via il dolore no? Se proprio Draco Malfoy doveva essere il mio organizzatore mi doveva aiutare come si deve a organizzare un matrimonio coi fiocchi.

Mi fisso per qualche minuto e mi sentii veramente a disagio. Tossii per attirare la sua attenzione e ottenni solo un sorriso tirato.

-Se ne sei veramente convinto- sussurrò sorpassandomi per tornare nell'altra stanza.

 

--------------oooooooooooooo-------------

 

-Allora Location?- Domandò lui di bottò e io mi chiesi per la millesima volta perchè questo triste destino fosse toccato proprio a me.

Era passata una buona oretta da quando io e Draco eravamo seduti nuovamente nel salotto delle Rose completamente circondati da depliant per scegliere i fiori da abbinare ai centro tavola e al luogo della celebrazione. Aveva servito del buon té e uscito dalla sua valigetta magicamente apparsa un numero davvero sorprendente di carte d'ogni genere e dopo aver raccolto le informazioni essenziali si era concentrato ai particolari del ricevimento, dagli abiti alle fedi nuziali per poi passare alle possibili location per la celebrazione e ricevimento.

Volevo qualcosa di molto intimo ma molto elegante e raffinato solo per accontentare Nicolae.

Se fosse stato per me ci saremmo sposati da Madama Rosmeta con due boccali di burrobirra.

 

-Ecco, io stavo pensando a qualcosa di molto inusuale ma per me molto intimo- proposi un po' incerto sulla sua possibile reazione.

Dopo mezz'ora di chiacchierata il ghiaccio si era sciolto ma ciò non mi dava la spigliatezza che avevo di solito, mi sentivo ancora un po' insicuro su questa bizzarra situazione.

-Spara-

-Ecco.. pensavo che i giardini di Hogwarts sono molto grandi e che-

-Stop, Stop , Stop- mi interruppe lui alzando ironicamente il sopracciglio come di suo solito e questo mi fece sorridere leggermente.

-Hogwarts? Ma se serio o cosa?-. Mi lasciai scappare un sorrisino che a lui non sfuggì ma tornai serio quando capii che la mia proposta non per niente convincente.

-Perchè no? Hogwarts è sempre stata la mia casa e quale posto migliore per sposarti se non a casa tua?- cercai di convincerlo.

-Parli come un anziano di 90 anni con la nostalgia dei bei tempi, non come un fidanzato ansioso di sposarsi- mi fece notare e non potevo non ammettere la verità racchiusa nelle sue poche parole.

-Dammi almeno una possibilità per dimostrarti la mia tesi – insistetti.

-E tu dammi una possibilità per dimostrarti la mia! Montagne svizzere, una villa immersa tra i monti verdi e la natura, un posto silenzioso e tranquillo- disse con enfasi e dovetti ammettere che forse la sua proposta non era niente male.

-Va bene ma a una sola condizione- proposi.

Storse il naso ma alla fine fece un cenno per sentire di cosa si trattava.

-Facciamo una piccola gita in entrambe le Location e valutiamone i pro e i contro- spiegai gesticolando leggermente.

Parve pensarci su per qualche momente e poi annuì.

-Anche se dovremmo organizzare ancora un centinaio di cose! Come gli inviti, non mi hai ancora detto quale carta preferisci!- sbottò subito mostrandomi un'altro pacco contenente altre cianfrusaglie.

Alla fine passammo il resto del pomeriggio davanti al camino scegliendo i giusti inviti da spedire a tutti entro un giorno.

A tarda sera tornai a casa trovandola pulita da cima a fondo e pensai che forse quella situazione non era per niente spiacevole finchè Draco Mafoy fosse stato solo il mio wedding planner.

Una volta a letto un gufo grassottello bussò alla mia finestra con una lettera per me.

 

"Passo a prenderti domani alle 8.00 per la nostra -gita-

Fatti trovare pronto e non tardare,

Draco."

 

Non mi stupii del fatto che sapesse dove abitavo e sorrisi leggendo ancora il messaggio scritto con la sua calligrafia leggera ed elegante di un tempo. Ripiegai il foglio e diedi un biscotto al gufo che aspettava una ricompensa e poi volò via probabilmente dal suo padrone.

 

Il mattino seguente Draco Malfoy suonò puntualmente il mio campanello come al solito.

Lo feci accomodare tranquillamente e cercai di offrirgli qualcosa da bere che lui declinò, era ansioso per la visita e si poteva capire dal suo sorriso fintamente sereno e da come picchiettava insistentemente il piede sul legno del pavimento. Tipico di Draco.

Optai per una semplice camicia imitando Draco che ne portava una color avorio abbinata stranamente a dei jeans babbani di ottima marca, presi le ultime cose dalla cucina e raggiunsi Draco in salotto. Quando mi vide gli si illuminò il viso e questo mi fece tornare indietro nel tempo ai nostri incontri clandestini nella stanza delle necessità o quando il tempo lo permetteva, sulla torre di astronomia sotto il cielo stellato della Scozia.

Decise di smateriallizarmi con lui direttamente sul luogo tanto atteso e senza preavviso mi afferrò il polso facendomi sussultare, la sua mano calda mi avvolse ma non ebbi nemmeno il tempo di godermi quello strano momento che la classica sensazione sgradevole delle materializzazione mi invase provocandomi una terribile nausea. Non ci ero più abituato come una volta.

Quando aprii gli occhi la sua mano non mi stringeva più e un venticello piacevole soffiava tra i miei capelli scompigliandoli se possibile ancora di più. Un bellissimo panorama mi si piazzava davanti e spalancai la bocca per il maestoso edificio che mi si presentava davanti. Tra i monti di un verde acceso e casette in pietra o in legno sorgeva su un dirupo una grande costruzione in pietra splendente in stile molto moderno ed elegante nonostante l'ambiente campagnolo. Un ruscello probabilmente scorreva nelle vicinanze e un lago enorme occupava gran parte del giardino anteriore al palazzo. Continuavo a guardarmi attorno con stupore e notai solo dopo pochi minuti che Draco si era già incamminato verso una meta ignota, lo rincorsi e capii solo allora che dietro il grande palazzo un immenso bosco si apriva rivelando alberi giganteschi e qualche animaletto che sguazzava qua e là tra i cespugli. Quando ci inoltrammo nella foresta i dei dubbi incominciarono a sorgere ma guardando la sicurezza con la quale Draco mi guidava attraverso gli alberi decisi che era inutile aver timore di una cosa così sciocca.

-Dove stiamo andando?- chiesi lo stesso sentendo il rumore dell'acqua farsi più forte.

-Ora vedrai- disse afferrando completamente la mia mano lasciandomi basito e continuando a farsi strada tra gli alberi e i cespugli. Dall'altro lato avrei dovuto scostare la mano e mettere tutto in chiaro una volta per tutte, ma non lo feci, al contrario sorrisi come un ebete pensado che non c'era niente di male a tenersi per mano in una foresta nella quale avrei potuto perdermi e la strinsi di rimando anche io godendomi il suo calore pieno di ricordi e nostalgia.

Quando gli alberi sembravano diradarsi si fermò su un ciglio di un dirupo dove una piccola cascata scorreva per più di cinqua metri fino a raggiungere un fiume sotterraneo.

-Wow- esclamai soddisfatto avvolto dalla boscaglia – È davvero fantastico-. Mi guardai ancora intorno e notai un sentiero che scendeva dritto al fiume.

-Se vuoi possiamo scendere- propose lui capendo le mie intenzioni, annuii eccitato all'idea e senza lasciargli la mano lo segui attentamente sul sentiero ripido e poco adatto alle mie scarpe facendo attenzione a scansare i massi scivolosi a centro strada.

Mi ritrovai quasi per terra quando inciampai in un ramo e senza pensarci mi aggrappai alla mano del mio compagno trascinandolo con me sul terreno umido.

-Ops- imprecò lui cercando di rimanere in piedi e con uno scatto si girò afferrandomi per le spalle e salvandomi dall'irrimediabile caduta. I nostri visi erano a pochi centimetri di distanza e sentii il mio cuore sussultare all'improvviso mentre il mio viso doveva essere ormai rosso come un peperone.

-S..scusa- balbettai non accenando ad alcun movimento. Fu lui infatti a staccare il contatto visivo che si era creato tra noi e a riportarmi sulla terra ferma ricordandomi che ero lì per scegliere un luogo per il mio matrimonio e non per una villegiatura in sua compania, anche se la seconda opzione mi sembrava più alletante.

Scendemmo in basso e mi ritrovai ad osservare quella magnifica cascata all'interno di una grotta illuminata dal riflesso azzuro dell'acqua e trovai quel luogo molto intimo e romantico forse non adatto a me e a Nicolae. Fissai estasiato l'atmosfera cristallina e mi abbandonai allo scorrere incessante dell'acqua.

-È magnifico- sussurrai a me stesso ma Draco forse aveva udito qualcosa perchè si girò verso di me e mi lanciò un sorriso sensuale che mi fece rabbrividire fino alla punta dei capelli. Aveva notato il mio rossore quando i nostri visi si erano progressivamente avvicinati e continuava a lanciarmi sguardi quando i nostri occhi si incontravano. Sguardi che dicevano tutto e non dicevano niente.

Cacciò un risatina soddisfatta e tornò a fissare il panorama.

-Per questo ti ho portato qui- si girò verso di me soddisfatto. - Sapevo ti sarebbe piaciuto, e non hai ancora visto l'interno del palazzo!-.

Alzai gli occhi al cielo. Era tipico di Draco fare le cose a modo suo pensando di avere la situazione dalla sua parte.

-Non pensare di avermi convinto!- obbiettai per smontare le sue aspettative.

-Sono ancora di quell'opinione- commentai infine in modo risolutivo.

Sbuffò sonoramente ma con dell'ironia nella sua voce.

-Dovresti smetterla con tutti questi sentimentalismi Potter!-

-Ora sono Potter eh?!- lo osservai ironicamente mentre incrociava le mani.

-Hogwarts!- sbottò avvicinandosi a me. - Non ha niente a che vedere con questo posto- blaterò con fare plateale.

-Ovvio- dissi – Hogwarts è centomilavolte meglio di questo posto- conclusi con una punta di comicità che lui subito colse perchè sentii un piccola gomitata sul fianco.

-Ohì- mi lamentai.

-Su non fare la femminuccia andesso, non ti ho nemmeno toccato!- .

Lo osservai per qualche secondo e scoppiai a ridere di gusto seguito a ruota da lui.

Era questo che mi mancava di noi, la sintonia che avevo con Draco non l'avevo neanche con il mio attuale fidanzato e probabilmente con lui non l'avrei nemmeno avuta dopo il matrimonio.

Le nostre risate rimbobarono per tutta la grotta ed erano anni che non ridevo così! La risata cristallina di Draco sapeva infondermi il buon umore e mi era mancata da morire.

Quando ripresi fiato decidemmo di incamminarci verso il palazzo dove un uomo bassino e grossoccio ci fece da guida lungo i corridoi luminosi adornati da candelabri e fiori freschi di quel magnifico edificio.

Le finestre erano enormi e l'arredamento classico era curato nei minimi dettagli.

Ci fu mostrato un enorme salone in stile orientale, una sala da ballo grande dieci volte casa mia e altri due saloni enormi dai lampadari in cristallo e pavimenti in mosaico.

Era tutto splendido ma non mi rispecchiava, Nicolae di certo avrebbe gradito qualcosa del genere. Sospirai quando entrammo nell'ennesima stanza.

Era fantastica, le finestre la illuminavano completamente e un candelabro in vecchio stile era appeso all'alto soffitto, il pavimento sul quale ci si poteva specchiare era decordato con mattonelle dipinte i cui disegni si muovevano di tanto in tanto e lungo i lati erano disposti divanetti beige in pelle con ricami d'orati, in fondo un piccolo palchetto e al centro una modesta pista da ballo. Sarebbe stata l'ideale per un piccolo matrimonio tra intimi e un cospicuo rinfresco post celebrazione ma abbandonai subito quell'idea pensando alla lunga fila di invitati che Draco mi aveva mostrato distrattamente lungo la visita da una stanza all'altra e sarebbe stato impossibile avere un matrimonio intimo e riservato quando il mio fidanzato aveva deciso di invitare mezzo mondo magico.

-Ti piace?- mi chiese Draco notando il luccichio nei miei occhi.

Annuii e sospirai.

-E praticamente impossibile che io mi sposi qui- conclusi.

Lui annuii e ci incamminammo verso l'esterno del palazzo dove sotto un piccolo gazzebo era stato sistemato un tavolo con un leggero rinfresco.

Tovagliette e tovaglioli ricamate decoravano il tavolino circolare posto al centro di un gigantesco gazzebo verde, tè nero, biscotti e tramezzini posti al centro con del succo di zucca e qualche pasticcino con una strana glassa biancastra.

Ci sedemmo esausti per la lunga camminata e consumammo il rinfresco in silenzio godendoci il cinguettio degli uccellini e lo scrosciare dell'acqua che si udiva in lontananza.

-Non so come faccia a non piacerti un posto del genere- esordì lui poggiando la tazzina da tè ormai vuota sul piattino bianco. Gli sorrisi leggermente senza in realtà ribattere alla sua affermazione ed abbassai nuovamente lo sguardo al mio tavolo.

Probabilmente aveva anche ragione, come non faceva a piacermi tutto questo? Non lo sapevo spiegare neanche io ma di una cosa ero certo: quello non rispecchiava il mio matrimonio ideale.

Ad Oslo tutto era diverso; Quando fantasticavo sul mio matrimonio immaginavo un posto da favola, non molto esagerato, un giardino cospicuo, una sala luminosa ed elegante e un rinfresco degno di un matrimonio, molto simile a quello che il biondo mi aveva appena proposto. Ma allora perchè quando penso al giorno delle mie nozze ho una voglia insopportabile di darmela a gambe e di lasciare quel posto il prima possibile?

Alzai nuovamente lo sguardò e notai con imbarazzo che la sedia di Draco si era fatta pericolosamente vicina alla mia e trovai i suoi occhi ad osservarmi esitanti. Il mio cuore fece un salto di gioia e riabbassai lo sguardo notevolmente imbarazzato per evitare di rimanere iptnotizzato da quegl'occhi che mi avevano già fatto cadere in tentazione un volta ma non ci sarebbero riusciti ancora.

Draco era pericoloso, era un veleno pericoloso e avrei dovuto alzarmi subito quando sentii la sua mano bollente sulla mia coscia, ma invece deglutii a vuoto e mantenni lo sguardo basso mentre la sua mano continuava ad accarezzarmi la coscia lentamente. Ed era sbagliato, era tutto tremendamente sbagliato e non avrei dovuto commettere quell'errore, non avrei dovuto farmi catturare ancora dalla sua rete velenosa ma lo stavo facendo ancora. Sapevo benissimo che tutto ciò avrebbe portato ad eventi nocivi e dannosi ma non me ne importava un bel niente, al diavolo tutto.

Alzai lo sguardo trovando un po' di corraggio nascosto da qualche parte e mi specchiai da i suoi occhi color ghiaccio che ora risplendevano fissandomi e ne rimasi ipnotizzato, incominciai a ricordare quello sguardo e mi sentii quasi a casa rassicurato dal suo viso che mi trasmetteva un senso di benessere e calma interiore. I nostri visi erano poco vicini e il suo respiro mi invase portandomi indietro nel tempo, quando ad Hogwarts facevamo l'amore nella stanza delle necessità, quando i suoi sorrisi rallegravano le mie giornate difficili, quando i suoi baci alla menta mi estasiavano e mi chiedevano sempre di più in una sorta di richiesta silenziosa, perchè io e Draco ci eravamo amati, ci eravamo rispettati a vicenda mentre nessuno sospettava del legame che giorno dopo giorno stavamo costruendo all'oscuro tutti, ma poi era stata proprio quest'oscurità a dividere le nostre strade, l'abisso che si era creato tra noi due era insormontabile e il suo orgoglio non voleva superarlo per raggiungermi. È stata quella la causa principale della nostra rottura, l'armonia che c'era tra noi si era rotta e non si sarebbe mai più ricreata.

Fu questo che mi fece allontanare quando ormai i nostri nasi stavano per sfiorarsi.

Quei tempi erano anche passati, ma la ferita rimaneva ancora vivida in me e baciarlo non avrebbe fatto altro che riaprirla logorandomi dall'interno e finendo il lavoro iniziato anni fa. Non potevo permettermelo, non potevo mollare al traguardo e sopratutto non potevo tradire la fiducia di colui che mi aveva ridato una nuova vita o che per lo meno ci aveva provato.

-Io... non posso- mi alzai di scatto allontanandomi da lui ancora immobile sulla sedia. Il suo viso divenne improvvisamente freddo, scostò la sedia e si alzò anche lui fronteggiandomi e forse nascondendo anche un po' d'ansia.

-Io..noi... non possiamo Draco- cercai di balbettare fissando il pavimento come se fosse la cosa più interessante del mondo.

-Sto per sposarmi io! Per la barba di Merlino, non dovrei neanche pensare a tradire il mio fidanzato!- dissi più a me stesso che a lui stropicciandomi la faccia confuso. Ma forse quella del tradimento era solo una scusa, la verità era che semplicemente avevo paura di riaprire vecchie storie ormai archiviate.

Lo sentii sospirare e alzai lo sguardo con gli occhi lucidi. Non disse assolutamente nulla, si limitò a sospirare una seconda volta e per la prima volta in vita mia lo vidi abbassare lo sguardo mortificato. Mi fece quasi tenerezza e per un istante ebbi l'istinto di lasciar perdere tutto e di correre da lui per avvolgerlo in un dolce abbraccio. Mi limitai a lanciargli uno sguardo di scuse e a correre via da lui con mille pensieri ad affollarmi la testa.

Sapevo benissimo di non poter rinunciare al suo aiuto, sapevo di dovermi sposare tra pochi giorni come sapevo che tra me e Draco Malfoy tutto era finito tre anni fa, ma perchè gli occhi mi pizzicavano e il cuore non mi lasciava in pace?

Arrivai a casa tardi quella sera e con le lacrime agli occhi aprii quella dannata vetrinetta che tanto mi spaventava e ne estrassi un album fotografico babbano, dentro c'erano molte foto: noi due insieme.

 

 

-Finalmente Potter! Ce ne hai messo di tempo, stavo quasi per andarmene- disse il biondo stiracchiandosi languidamente sulle lenzuola di seta. Era mezza notte e avevo dovuto tardare leggermente.

-Scusa ma Ron mi ha trattenuto più del previsto- mi scusai strisciando sul materasso fino a lasciargli un rabido bacio sulle labbra.

-Weasley!- esclamò sarcastico guadagnandosi un'occhiataccia, questa rivalità tra lui e Ron non l'avevo mai compresa fino a fondo.

-Piuttosto cos'è quella roba?- indico l'oggetto che avevo tra le mani, glielo porsi e lo osservai mentre lo analizzava attentamente.

-È una macchina fotografica babbana- decretai riprendendomi l'oggetto.

-Babbana?- chiese alzando il sopracciglio destro con il suo solito charme alla Malfoy.

-Babbana- confermai senza dargli spiegazioni su come ne ero venuto in possesso.

-É come una normalissima macchina fotografica ma le sue foto sono fisse-

-Vuoi dire che non si muovono come le nostre?- domandò come un bambino ingenuo. Annuii e lo vidi scacciare un risolino compiaciuto seguito da un sussurato – Stupidi Babbani!- che feci finta di non sentire.

 

Forse non avevo ancora del tutto rimosso Draco dal mio cuore.

 

---oooo----

 

La mattina dopo mi svegliai alla buon ora con l'intento di mettermi in contatto con il mio fidanzato senza ottenere però dei risultati, sembrava essersi dissolto nel nulla provocando in me ulteriori sensi di colpa.

Feci colazione in silenzio buttando un occhio di tanto in tanto all'orologio, cosa avrei dovuto fare quella mattina dopo l'accaduto del giorno prima? Cercai di non pensarci confinando Draco in una parte remota del mio cervello. Me la sarei cavato da solo e il mio matrimonio sarebbe stato perfetto anche senza il suo aiuto! Mi accomodai in soggiorno sorseggiando del succo di zucca e pensai che ero evidentemente spacciato, cosa avrei raccontato a Nicolae sulla mancata presenza di Draco al matrimonio o sull'organizzazione banale ed affretata a cui mi sarei dovuto sottoporre ? Iniziai a sudare freddo sperando di non dovermi sposare proprio quel fine settimana. Era davvero giusto quello che stavo facendo? Me lo chiesi più volte sull'orlo della disperazione fino a quando il campanello non mi fece sobbalzare dalla sedia facendo rovesciare tutto il succo sui miei pantaloni puliti.

Mi alzai ormai fradicio e tentai di asciugarmi con un tovagliolo in stoffa che tenevo sempre a portata di mano prima che l'ospite entrasse trovandomi in condizioni pessime.

E fu proprio quello che successe vista l'improvvisa obbedienza del mio elfo che aveva accolto l'ospite in questione facendolo accomodare in salotto senza proferire alcuna parola con il sottoscritto.

Tossicchiai irritato ed imbarazzato poggiando il tovagliolo su un tavolo vicino quando Draco entrò in salotto in tutto il suo splendore. Mi trovai a pensare che fosse più bello del solito.

-Vedo che mi stavi aspettando- ironizzò sui miei pantaloni macchiati e i miei capelli senza forma con ancora l'impronta del cuscino.

Tentai di schiarirmi la voce in imbarazzo per l'improvvisa confidenza.

-Ecco io....- volevo spiegargli che avevo sbagliato ad avere una reazione tanto esagerata ma lui mi interruppe con un gesto.

-Harry- mi guardò trafiggendomi con il suo sguardo color ghiaccio, avanzò verso di me e una volta vicino mi posò una mano sulla spalla destra accarezzandola leggermente e facendomi fremere con un solo tocco che mi fece sentire a casa. Chiusi gli occhi inebriato dal suo tocco ma li riaprii subito dopo per camuffare la reazione che le sue mani mi avevano causato.

Lo vidi ritrarre il braccio quasi con insicurezza e alzando gli occhi quello che lessi nel suo sguardo era solo dispiacere.

-Mi dispiace tanto, non avrei dovuto- e forse per la prima volta vidi Draco Malfoy realmente dispiaciuto.

Gli sorrisi leggermente per accettare le sue scuse e vidi il suo viso illuminarsi con un sorriso smagliante che mi fece letteralmente rimanere a bocca asciutta.

-Abbiamo una visita ad Hogwarts no?- avanzò lui risvegliandomi dai miei pensieri.

Annuii.

-Sarà meglio che ti vesta allora, almenò che tu non voglia sfoggiare il tuo bellissimo outfit davanti a mezza scuola- ironizzò ancora una volta passando uno sguardo dalla punta dei miei capelli alla punta dei miei piedi.

-Sarei comunque più fashion di Hagrid- protestai dirigendomi verso la mia camera e lasciandolo lì in salotto seduto comodamente su una poltroncina in pelle.

-Un misto tra Hagrid e la Cooman- lo sentii gridare tra le risate prima di entrare in camera per iniziare un'altra giornata.

 

----ooooo-----

 

Ad essere sincero ero preoccupato. Era da quando avevo intrapeso questo full immersion nell'organizzazione del matimonio che non sentivo il mio fidanzato. Ma chi volevo prendere in giro? La mia reale preoccupazione in quel momento era Draco che camminava a poco più di mezzo centimetro dalla mia spalla, il clima di Hogwarts non lo aveva smosso per niente e il suo viso era rimasto neutro per tutto il tragitto verso i cancelli, persino quando aveva visto Gazza più gobboso del solito era rimasto impassibile rivolgendomi un sorriso di incoraggiamento. Nel profondo sapevo che era turbato, anche se cercava di non darlo a vedere anche lui stava rivivendo tutti i ricordi degli anni passati: Piton, Silente, la guerra e noi... si perchè da quando ci "frequentavamo" il discorso non era ancora caduto sulla questione e questo forse mi rendeva ancora più irrequieto del solito in sua presenza nonostante avessimo deciso in comune accordo di mettere da parte il passato. Ma il mio pensiero riviveva spesso, troppo spesso, i ricordi più felici che mi avevano fatto innamorare di Draco e anche i ricordi più tristi, a partire dalle nostre incomprensioni.

Una volta varcato l'ingresso ebbi l'impressione di essere tornato indietro del tempo dove il me sedicenne correva per quei corridoi insieme a Ron verso l'aula di Piton per evitare l'ennesima punizione o in biblioteca da Hermione, poi rividi me stesso sgattaiolare sotto il mantello per raggiungere il mio amante segreto di cui nessuno sapeva l'esistenza e con il quale passavo la maggior parte delle notti. Ron non se n'era mai accorto ed Hermione probabilmente faceva finta di non sapere niente.

Era il mio sfogo, il mio benessere con il quale potevo smettere di essere " il salvatore" o "l'eroe" e potevo essere Harry, almeno solo per poche ore.

Mi lasciai scappare un sorrisino e seguii Draco che pochi passi avanti era immerso in un aura tetra.

Restai in silenzio e non feci domande anche se in cuor mio sapevo che prima o poi l'irrimediabile sarebbe successo, anche se avevamo cercato di cancellare, l'episodio al gazzebo putroppo era stato inciso nella mia mente con dell'inchiostro indelebile e non potevo fare a meno di ricordare ogni secondo a me stesso che Draco, lo stesso Draco di pochi anni fa, aveva tentato di baciarmi a pochi giorni del mio matrimonio e la cosa più shockcante è la consapevolezza che l'avrei baciato anche io se non mi fossi ricordato improvvisamente di essere già impegnato con un'altra persona.

Sono orribile.

Il cammino verso l'aula della preside sembrava non finire mai e il viso di Draco assorto nei pensieri non aiutava. Avanzai più veloce fino a raggiungerlo ma lui non sembrò quasi accorgersi di me, alzai lo sguardo e notai con dolore che quel luogo portava con se un ricordo troppo grande per non esser svelato.

 

-Harry aspetta!- sentii la voce ovattata del mio ormai ex amante rimbalzare per i corridoi deserti della scuola. Mi fermai di colpo e me lo ritrovai di fronte ansante per la corsa.

-Sei completamente pazzo?! Qualcuno potrebbe sentirci- strillai se possibile ancora più forte, tanto il danno ormai era fatto.

-Harry aspetta solo un'attimo- mi supplicò afferrando cercando di afferarmi il polso.

-Non c'è niente da spiegare Draco sono già stato chiaro pochi minuti fa- confermai ormai sicuro sul da farsi.

-Non fare la parte della vittima ora! Hai avuto la tua opportunità e l'hai sprecata- continuai guardandolo fisso negli occhi e non dimenticai mai il suo sguardo.

-Ci dev'essere qualche modo per...-

-Non c'è più niente da fare tra noi due- lo interuppi bruscamente spostando lo sguardo verso il muro.

-Ma...-

Lo guardai serio per un'ultima volta. -Saresti disposto a mollare tutto e tutti per me?- avanzai infine.

Abbassò lo sguardo e i suoi occhi si bagnarono leggermente ma senza mostrare una lacrima mentre un silenzio assoluto si impadroniva dei nostri due corpi fermi al centro del corridoio in attesa di un importante verdetto che però non sarebbe mai arrivato.

Scossi con delusione, sapevo che sarebbe andata così.

Lo guardai e annuii più a me stesso che a lui.

-Salutami tuo padre- dissi infine con un fil di voce allontanandomi da lui e dalla sua vita con il cuore spezzato e un nuovo obbiettivo: sopravvivere.

 

Quando tornai in me eravamo già arrivati all'imponente entrata dell'ufficio della preside che io in realtà conoscevo molto bene. Gettai un'ultima occhiata al biondo prima di salire le scale e notai con piacere che il suo viso era tornato sereno. Le scale sembravano interminabili e la presenza di Draco a pochi centimetri di distanza in quel piccolo corridoio di pietra non aiutava la situazione. L'entrata in quel vecchio ufficio fu un'ondata di aria fresca e finalmente potevo rilassarmi e godermi ogni particolare di quel luogo che mi ricordava un'uomo veramente importante.

 

-Chi abbiamo qui! Harry!- esclamò una voce vagamente familiare da qualche parte della stanza. Ci misi qualche secondo a capire che quella voce proveniva in realtà da uno dei quadri appesi alla parete, in particolare l'uomo che aveva parlato era una persona davvero cara: Silente.

Dimenticai la presenza di Draco e mi avvicinai velocemente per osservare meglio il dipinto e notai con dispiacere che il quadro di Piton era vuoto.

-Professore!- dissi allora tornando ad osservare l'uomo barbuto di una volta.

 

-Sono felice di vedere che stai bene Harry- aggiunse poi con un ampio sorriso.

-Anche io professore-. Ero davvero felice di averlo rivisto anche se si trattava solo di un semplice dipinto.

Cacciò una strana risata prima di – Ma io sono solo uno sciocco quadro Harry, è ovvio che io stia bene- dire con scioltezza come se fossimo in realtà vecchi amici.

Spostò finalmente lo sguardo alle mie spalle e fu allora che mi ricordai del biondo che era rimasto per tutto il tempo ad osservare la scena.

-Sono felice di vedervi ancora insieme – disse il professore con un tocco di... ironia?

C'era qualcosa che Silente sapeva e che noi non sapevamo?

-Oh noi... si insomma, noi due non – si interrupe quando Silente scoppiò in un'altra sonora risata e divenne rosso come un pomodoro quando lui -Credo che queste siano faccende che non mi riguardino caro Draco- disse come se nulla fosse.

 

-Albus dovresti smetterla di imbarazzare chiunque entri in questo ufficio- lo rimproverò un'altra voce. Girai lo sguardo solo per vedere sbucare la McGranit da chissà quale angolo e raggiungerci.

 

-Minerva lo sai che un povero quadro come me non può fare altro- sorrise lui.

 

-Oh Potter, Malfoy vi stavo aspettando- disse lei rivolgendosi verso di noi per invitarci ad accomodarci.

Scambiai un leggero sguardo con il mio accompagnatore e mi accomodai.

-Bene- inziò la preside indossando i suoi occhiali sulla punta del naso.

-Ora che ci siamo accomodati posso sapere per quale motivo voi due siete qui?-

 

-Ecco- iniziai incerto, come potevo chiderle tutto nella maniera più gentile e delicata possibile?

-Harry vorebbe sposarsi qui- disse Draco tutto d'un botto interrompendo i miei pensieri e guadagnandosi un'occhiataccia. Dovevo essere io a parlare o sbaglio?

Guardai comunque la McGranit strabuzzare gli occhi e poggiarsi lentamente allo schienale delle sedia.

-Gli faccio i miei più sentiti Auguri Potter- sorrise e capii che lo diceva con sincerita, era davvero contenta per me, ma la domanda era un'altra: Io lo ero?

Tossichiai aspettando che le continuasse cosa che non successe.

-Ma..?- intervenne Draco che ormai si era messo in mezzo, ma non potevo biasimarlo ormai.

-Ma la mia risposta è no Potter-

-No? P-perchè?- risposi subito non dandomi per vinto.

Parve non sentirmi e si alzò subito congedandoci e dirigendosi verso la porta, mi alzai lasciando Draco indietro e la seguii per il corridoio.

-Professoressa aspetti!- urlai raggiungendola – Lei mi deve almeno una spiegazione- le chiesi clemente mentre lei continuava a guardarmi senza parole.

-Vedi Potter non è che io non voglia- assunsi un'espressione corrucciata – Ma non credo sia il caso di fare un matrimonio qui a Hogwarts...- cercai ancora di capire quello che volesse dire ma fu solo quando disse – dopo quello che è successo- che capii quello che voleva dire.

Hogwarts era un bel posto, era stata la mia seconda casa ed è uno dei luoghi che porterò sempre nel cuore , ma dall'altro lato era anche un luogo che aveva visto guerra e distruzione, persone morire e complotti agire, in realtà la professoressa aveva ragione.

-Farà sempre parte di me- dissi con non so quale coraggio. Lei sospirò e mi accarezzo leggermente la spalla.

-Vedi è questo il punto Harry, noi tutti siamo andati avanti e penso che dovresti farlo anche tu- ritirò la mano e sorrise ancora ma questa volta notai una scintilla in più sul suo viso tipica del "ascolta quel che sto per dirti perchè non lo ripeterò più".

-E con questo non intendo che tu debba sposarti qui per ricominciare, ma che tu debba andare avanti esattamente da dove hai lasciato-.

La guardai un'attimo prima di annuire – Grazie professoressa- dissi soltanto.

-Dovresti dare un opportunità al passato Harry- concluse prima di riprendere il passo nei corridoi. Capii a cosa si stava riferendo quando una chioma bionda svoltò l'angolo.

 

 

-Draco- dissi andandogli incontro.

-No Harry aspetta, prima io- mi fermò ponendo una mano tra di noi.

-Ecco... noi non ne abbiamo ancora parlato e vorrei finalmente spiegarti un po' di cose, io ti devo una spiegazione- iniziò serio.

-Ecco... la verità è che avevo paura Harry. Avevo terribilmente paura di quello che sarebbe successo se solo avessi disubbidito alle parole di mio padre, e solo ora mi rendo conto che ero solo un ragazzino codardo incapace di prendere decisioni di proprio polso-. Mi guardò con occhi pieni di rimorso appongiando le sue mani sulle mie spalle.

-Mi sono pentito ogni giorno della mia scelta e ogni giorno pensavo a te- sospirò in un sussurro appena udibile.

-Così ho preso coraggio e ti ho scritto una lettera- sussurrò ancora sempre più vicino.

-Ti ho scritto, una, due, tre lettere e tu non mi hai mai risposto. Poi un giorno, mi ero appena svegliato e stavo leggendo la Gazzetta del profeta quando ho visto la notizia, tutti ne parlavano e finalmente ho capito che lasciarti andare era la soluzione più giusta-.

-Draco..- sussurrai vedendo il suo viso coperto dalle lacrime.

-Ma quando ti ho rivisto lì nel mio palazzo non ho capito più niente, sapevo solo che ti rivolevo con me a tutti i costi -. Il suo viso si fece sempre più vicino e allora decisi che lasciarmi andare era la soluzione migliore.

-Harry- mormorò intenzionato a continuare il discorso, ma decisi di interromperlo posando le mie labbra sulle sue per zittirlo.

Non fu un bacio passionale, fu qualcosa di asciutto e veloce del tutto diverso dal nostro ultimo bacio ma il sapore inconfondibile delle sue labbra e il suo odore forte e mascolino mi fece sentire dopo tanti anni finalmente a casa.

Mi staccai con fatica sussurrando – Non ho bisogno delle tue spiegazioni Draco, non più- sorrisi con gli occhi lucidi e rividi il suo sguardo dinuovo acceso e lucido dopo tanti anni di sofferenze.

-Harry- soffiò sulle mie labbra – Ti amo – disse baciandomi ancora ma in modo più passionale e romantico possibile.

-Io non ho mai smesso- risposi a mia volta buttandogli le braccia al collo.

 

Due giorni dopo la gazzetta del profeta brulicava di notizie fresche e tutta la popolazione magica non faceva che parlarne! Ron era svenuto dopo aver letto le prime due parole ( e menomale!) Hermione sorrideva felice e gli altri soccorevano il fratello inerme sul pavimento.

 

"Arrestato il grande trafficante di manufatti magici Grigor Helsinkj mentre scappava dalla sua casa di campagna in Norvegia sotto nome di Nicolae Volkoff"

 

 

 

"Harry Potter scomparso il giorno prima delle nozze con il suo misterioso e biondo wedding planner"

 

 

 

-Trafficante di manufatti Magici!?- esplose Harry quella mattina mentre Draco era intento a preparare la colazione.

Si erano rifugiati entrambi in un elegante chalet tra i monti scozzesi di proprietà dell'Iris giusto per aspettare che le acque si calmassero.

Harry si era svegliato di buon umore ed era intendo a leggere il giornale seduto sulla sedia a dondolo posta in soggiorno accanto al camino in pietra, ma qualcosa tra i titoli di copertina lo lascio completamente sbalordito.

-Nicolae era un trafficante di manufatti magici?- domandò ancora questa volta alzandosi dalla sedia per raggiungere Draco ai fornelli. Lo scrutò con sguardo indagatore, era sicuro che lui sapesse qualcosa.

Finalmente il biondo alzò lo sguardo osservandolo divertito ma continuando a trafficare con le padelle ( si era messo in testa l'idea di voler cucinare qualcosa come fanno i babbani) in modo confusionario.

-Tu non ne sapevi niente vero?- chiese a quel punto Harry affiancando il suo ormai di nuovo ragazzo alle prese con la cucina babbana.

Draco alzò le spalle e rise sotto i baffi.

-Può darsi- disse infine cercando di fare il vago con scarsi risultati.

-Draco!- lo ammonì Harry mettendosi dietro di lui e pressandolo contro il bancone della cucina.

-Ok ok- si scusò Draco rigirandosi nella sua stretta per fronteggiarlo.

-Sapevo qualcosina ma non volevo fare il guasta feste- disse infine .

-Ma.. ma- Harry si allontano senza fiato – Lo stavo per sposare diamine!-.

Era più preoccupato del fatto che lo stesse per sposare e non del fatto che fosse in realtà un criminale e che gli avesse mentito tutto il tempo.

Dracò sbuffo con finto disinteresse.

-Lo sapevamo tutti e due che avresti ceduto alle mie avance- sbuffò con quel suo tono incredibilmente sicuro contornato da una ampio sorriso che fece scoppiare a ridere Harry.

-Certo Certo- concluse Harry stampandogli un bacio che di casto aveva bene poco.











Chiedo scusa in fine per questa cosa obrobriosa che ho scritto, ma a mia discolpa posso dire che l'ho scritta un'anno fa e solo ora mi sono resa conto che è sempre stata là in attesa di pubblicazione.
Bene, che dire, grazie a tutti per aver letto e spero vi sia piaciuto . Se volete potete lasciarmi un commentino per dirmi cosa vi è piaciuto di più e  sarò più che felice di rispondere :)
Detto questo mi scuso per aventuali errori grammaticali od ortografici, ho controllato più che potevo ma sicuramente qualcosa mi sarà sfuggito.

Alla prossima (sperando arrivi presto ) 

 

  
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