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Autore: WibblyVale    03/02/2015    1 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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"Un brindisi a Kakashi e Shiori. Chi avrebbe mai creduto che avessero il coraggio di fare questo passo!" li prese in giro Anko.
"E chi mai avrebbe pensato che Kakashi uscisse da quel buco che chiama casa?" si aggiunse Aoba.
"Chi avrebbe mai pensato che decidesse di sistemarsi seriamente!" gli fece coro Genma.
"Smettetela ragazzi! Siamo davvero felici per voi." commentò Asuma. "E del fatto che, per comprare una casa, ci sia voluto meno tempo di quanto non ci abbiate messo a mettervi insieme!"
"Ci siamo scordati una cosa! Dobbiamo fare un brindisi alla casa, sperando che questi due non la facciano implodere." ridacchiò Tenzo.
I due giovani ninja stavano a guardare gli scambi di battute dei loro compagni riuniti in casa loro con i loro calici alzati e due bei sorrisi dipinti sul volto.
Non appena la notizia che loro due avevano deciso di comprare una casa aveva fatto il giro del Villaggio, i loro amici si erano autoinvitati per visitarla e per festeggiare con l'oro quell'evento. Così se li erano ritrovati quella sera improvvisamente in casa.
Stavano studiando insieme alcuni obiettivi per i furti di antiche opere d'arte che avrebbero dovuto inscenare. L'aria era gelida, si dicevano solo ciò che poteva essere utile per la missione. Non avevano la minima idea di come rapportarsi l'uno con l'altro. Quella situazione era un casino e Shiori si odiava per aver dovuto incastrare il suo ragazzo. O quello che era stato il suo ragazzo. Nessuno dei due aveva ancora detto quella nefasta parola, ma prima o poi doveva succedere. Non potevano più essere una coppia.
Shiori in quella casa si sentiva in imbarazzo. Sapeva cosa significava per lui, cosa avrebbe significato per loro. Sin dal primo secondo in cui era entrata lì dentro l'aveva trovata perfetta. Si aveva bisogno di qualche modifica, ma l'avrebbero resa loro in tutto e per tutto.
Ad un tratto sentirono bussare alla porta. Si mossero velocemente per raccogliere i vari rotoli sparsi per terra e per nasconderli all'interno di una qualche dispensa.
"Arriviamo!" urlò il copia-ninja. Aprì la porta con il viso rosso e affannato.
"Disturbiamo?" fu la maliziosa domanda di Tenzo.
"N... No assolutamente. Che ci fate qui?"
"Siamo venuti a festeggiare la vostra nuova casa, mio eterno rivale!" sbraitò Gai nel suo solito modo espansivo.
"Shiori! I nostri amici hanno voluto farci una sorpresa!"
La ragazza corse al suo fianco, arpionandogli un braccio e sorridendo felice.
"Ciao ragazzi! Forza entrate che vi mostriamo la casa."
Dopo il tour si erano seduti per terra, in quello che sarebbe dovuto diventare il salotto, per brindare. Non era facile stare lì a sentire i propri amici brindare per la loro vita felice insieme e mantenere un'espressione gioiosa sulla faccia. A ogni risata, a ogni brindisi, ad ogni presa in giro loro due ridevano più forte, brindavano con più entusiasmo, ma dentro si sentivano sempre più svuotati.
"Bacio!" urlò Kurenai, che avendo bevuto qualche bicchiere di troppo, era più giocosa del solito. Immediatamente fu seguita dal resto degli amici che intonarono insieme un coro. "Bacio! Bacio! Bacio!"
Shiori ridacchiò.
"Abbiamo solo comprato una casa, ragazzi!"
Non voleva farlo, non così. Non riuscivano nemmeno a guardarsi, figuarati a baciarsi. Non l'aveano più fatto da quella sera.
"Chi se ne importa! Forza bacio!" Raido cominciò a battere anche le mani a ritmo.
"Da quando siete così timidi?" chiese Tenzo.
"Dai accontentiamoli! O non ci lasceranno più in pace!" esclamò con dolcezza Kakashi. Poi avvicinò il suo volto a quello di lei, i loro respiri si fusero l'uno nell'altro, poi le labbra si incontrarono. Durò pochi secondi e in mezzo a loro c'era pur sempre la maschera del ragazzo, ma entrambi sentirono i loro cuori stringersi per il dolore. Si separarono in imbarazzo, ma continuando a sorridere.

"Tutto bene, amico?"
Gai aveva raggiunto Kakashi al piano di sopra. L'aveva visto salire con un'espressione strana sul volto e voleva capire cosa gli passasse per la testa. Kakashi che era salito per liberarsi dalla folla cercò di mantenere la sua solita aria indifferente.
"Si, è solo che sta succedendo tutto così... Sta diventando reale."
"Non dirmi che ci stai ripensando!"
"No certo che no!" disse fin troppo in fretta.
Gai capì che c'era qualcosa che non gli diceva, ma evitò di farglielo notare.
"Allora questa sarà la camera dei bambini?" chiese spostando la sua attenzione sulla piccola stanza davanti a loro.
Kakashi arrossì, balbettando qualcosa di incomprensibile, quando un rumore alle loro spalle fece intuire loro di non essere soli. Si voltarono e videro Shiori. Questo fece diventare ancora più rosso il volto del ragazzo.
La ragazza era fuggita dalla confusione sperando di trovare un po' di pace al piano superiore, ma senza alcun successo. Sostituì l'espressione depressa, che doveva avere la sua faccia, con un sorriso e raggiunse i ragazzi.
"Che ci fate qui?" mise le sue braccia attorno ai fianchi dell'Hatake che le pose dolcemente un braccio sulle spalle.
"Parlavamo di come avreste arredato questa camera per i vostri bambini."
Kakashi non potè trattenersi dal fulminarlo con lo sguardo, mentre Shiori perse la capacità di respirare per qualche secondo. Entrambi si erano irrigiditi, incapaci di proferire parola. In una situazione normale, lei avrebbe cominciato immediatamente a prenderlo in giro, ma in quel momento le mancavano le forze. Però sapeva che dovevano comportarsi il più naturalmente possibile. Così sperando che lui le perdonasse almeno quello cominciò.
"Così con i tuoi amici parli di queste cose. Sei davvero tenero certe volte, lo sai?"
"E' Gai che ne ha parlato. Io... io nemmeno ci avevo pensato." si mise sulla difensiva lui.
"Mi ricordo una cosa diversa. Tu mi hai detto che un giorno, forse..." cominciò a punzecchiarlo il Verde.
Kakashi strinse i lembi della maglietta di Shiori. Nello spirito della giornata Gai li stava prendendo un po' in giro e lui non era la causa della sua rabbia. In quei giorni però avrebbe preso a pugni chiunque. Si ricordò che dovevano fingere. Si staccò dalla ragazza, posandole un leggero bacio sulla fronte, si mise al centro della stanza.  
"Forse un pensierino ce l'ho fatto. Pensavo che qui potremmo metterci il lettino e qui un cassettone per i vestiti." disse indicando i due lati della stanza. "La coloreremo con colori vivaci e la riempiremo di peluche. Che ne dici?"
"O... Ottima idea." tremolò la ragazza.
"Anche io lo trovo carino." si unì Gai.
Kakashi tornò da Shiori, stringedola a sè di nuovo. Poteva sentire che tremava.
"O... Ora sarà meglio se scendiamo al piano di sotto o gli altri si chiederanno dove siamo finiti."

Nel salotto il resto del gruppo chiacchierava tranquillo, quasi non notando l'assenza dei due padroni di casa. Quasi tutti. Tenzo non era esattamente dell'umore per festeggiare. Qualche giorno prima aveva avuto "La Chiacchierata" con Anko. Non era andata bene. Aveva sempre saputo come sarebbe andata ma... Chissà forse aveva sperato che finisse diversamente.
Volevano cose troppo diverse. Lei aveva bisogno di più tempo, mentre lui non aveva voglia di aspettare. Era giovane certo, ma vedere Kakashi e Shiori andare a vivere insieme, amarsi senza alcun timore, gli aveva fatto capire che quella relazione non era ciò che voleva. Così aveva fatto il suo discorso alla ragazza, che non l'aveva presa molto bene. Quella sera lei lo aveva ignorato, non che a lui dispiacesse. Se non fosse stato che dovevano festeggiare i loro amici non si sarebbe nemmeno mosso di casa.
Alzò lo sguardo e vide i due padroni di casa e Gai scendere le scale. Shiori si staccò dal gruppo per dirigersi verso la cucina. Tenzo la seguì. Fin da quando era arrivato aveva notato qualcosa di strano, ma l'aveva ignorato incolpando il suo umore nero. Più la serata andava avanti però, più realizzava che non era solo una sua impressione.
I suoi amici erano felici, ma non sembravano in loro. Stavano abbracciati, ma i loro sguardi non si incrociavano mai. Era come se avessero paura di guardarsi. Lui passava molto tempo con loro e sapeva che era raro che non si lanciassero ogni tanto uno sguardo, seppur fugace. Shiori poi sorrideva anche troppo, come se avesse avuto una paralisi facciale. Va bene che era felice, ma era evidente che quell'espressione fosse lì solo per fare bella mostra di sè davanti a tutti. Ma era stato Kakashi a fargli capire che c'era davvero qualcosa che non andava. La sua risata era più alta e forte di tutte le altre, persino di quella di Gai. Non era una cosa da lui.
Raggiunse Shiori in cucina e la vide con le mani appoggiate sul lavello. Notò che le sue braccia tremavano.
"Shiori! Che succede?"
Si avvicinò, ma lei lo fermò con una mano, intimandogli di stare indietro. La sentì tirare su con il naso e la vide asciugarsi gli occhi, ma quando si voltò sorrideva più che mai.
"Tutto ok, Ten! Non ti preoccupare."
"A me non sembra."
"Ti spiegherò tutto più tardi. Quando starete per uscire, troverò una scusa per farti restare. Io e Kakashi abbiamo bisogno di parlarti."
"Non sarai mica..." Oh mamma forse erano costretti ad andare a vivere insieme perché lei era rimasta incinta.
"No. Potete smetterla di parlare di bambini vi prego!" Lo interruppe immediatamente la ragazza ormai esasperata.
"S...Scusa." disse scioccato dalla reazione dell'amica.
"No scusami tu. Sono un po' stressata ultimamente. Tu come stai?" chiese con più calma.
"Io bene." mentì.
Lei lo guardò di traverso, incrociando le braccia al petto.
"E' che... Non ti sembra fin troppo felice? Come se non avesse aspettato altro che io decidessi di farmi da parte."
La sua amica sbuffò.
"Voi ragazzi siete proprio stupidi. Lei è dispiaciuta per come è finita almeno quanto te. Sta solo cercando di mostrarti che è forte e che non le importa, ma non è così."
"Credi che io abbia sbagliato?"
Lei lo studiò per qualche momento in silenzio. Il ragazzo non capiva se lo stava leggendo o se semplicemente stesse pensando alla risposta che meno gli avrebbe fatto male.
"No, non credo tu abbia sbagliato."
"Come fai ad esserne certa?"
Sospirò scuotendo la testa.
"Diciamo che se è destino lei tornerà da te." disse lei con un tono mistico nella voce.
"Voglio la verità. Non queste stronzate!"
Shiori scoppiò a ridere. Erano giorni che non lo faceva. Ecco perché lui era il suo migliore amico, anche inconsciamente riusciva a risollevarle un tantino il morale.
"Erano due settimane che ogni volta che ti facevi la barba ti tagliavi. Oggi, invece, sembra che non ci sia stata nessuna guerra sulla tua faccia."
"Quindi dovrei basare le mie decisioni semplicemente guardando se quando mi rado mi sto deturpando il viso o meno?" chiese ridendo a sua volta.
"Credo sia un buon metodo no?"
Tenzo fu felice di rivedere la sua amica sorridere. Qualunque problema stesse affrontando, le aveva tolto un po' della sua vitalità e la cosa lo preoccupava.

Più tardi, finalmente, il gruppo lasciò la casa. Kakashi trattenne Tenzo dicendogli che dovevano parlare dell'ultima missione, così il ragazzo salutò gli amici e attese che la coppia si decidesse a spiegargli che cosa stava succedendo.
Non appena il gruppo uscì, i due ragazzi si staccarono l'uno dall'altra, senza nemmeno guardarsi. Shiori si sedette a terra di fronte a Tenzo, mentre Kakashi si mise un po' in disparte. Si appoggiò al muro con le braccia conserte, fissando un punto indeterminato fuori dalla finestra.
"Tenzo, c'è una cosa che devo dirti e non credo che ti piacerà. Però ti prego di restare fino alla fine, di starmi a sentire. Poi se vorrai dire qualunque cosa... se non vorrai più parlarmi...." lanciò uno sguardo a Kakashi. "Sta a te decidere. Quello che sentirai però non potrai dirlo a nessuno. Ti è tutto chiaro?"
A Tenzo non piaceva essere trattato come un bambino e Shiori spesso aveva l'abitudine di essere fin troppo protettiva nei suoi confronti. Sapeva che lo faceva perché credeva che, dopo tutto quello che aveva passato nella sua vita, si meritasse di avere qualcuno che lo tenesse al sicuro, ma questa cosa gli faceva saltare i nervi.
"Si, ho capito. Vuoi dirmi qual è il problema o no?"
Shiori ringhiò leggermente, ma cominciò cercando di non rispindergli a tono.
Presto il ninja dell'Arte del Legno si pentì di aver avuto tanta fretta di scoprire la verità. La sua amica gli stava parlando di un'assurda missione che avrebbe dovuto intraprendere, di una morte da inscenare, di lui che avrebbe dovuto essere il suo unico legame con Konoha.
Tutte queste informazioni erano imbellettate con delle espressioni di dolore e dispiacere, con dei "per favore", dei "so che sarà dura" e dei "avrei voluto che le cose andassero diversamente". Il succo della storia però era lo stesso: Shiori se ne sarebbe andata dal Villaggio.
Quando ebbe finito il racconto, il ragazzo si prese qualche minuto per ponderare la situazione.
"Non me l'avresti mai detto vero?" chiese con rabbia.
"L'idea di dirtelo è stata di Kakashi. Io avrei evitato volentieri di farti portare questo peso." Non aveva senso mentire.
"Vuoi dire che avresti evitato volentieri di confrontarti con me!" urlò.
"Tenzo, Shiori sta per affrontare una missione segreta. Credo che cercasse di proteggerti dai rischi che ciò comporta."
Tenzo sbuffò. Era evidente che fosse una frase che si era preparato per l'occassione. Era tutto finto come le risate di quel pomeriggio.
"Perché?"
"E' un ordine." si limitò a rispondere lei.
"Ti è stata data una scelta."
"Tu come avresti agito?" chiese stanca.
"E' diverso! Io..."
"Cosa? Ti hanno allenato anni per essere così? Perché tu non provi emozioni? Ten, sappiamo tutti e due che queste sono balle che ti racconti solo per stare meglio!"
Non sapeva perché, ma in quel momento aveva ritrovato un po' della sua grinta. Forse perché sapeva che in fondo loro due si sarebbero sempre rivisti, o perché Tenzo poteva sopportare, o perché in quel frangente lui avrebbe agito allo stesso modo, quindi poteva capire cosa l'aveva spinta a prendere quella strada.
Il ragazzo scattò in piedi raggiungendo la finestra. La aprì, lasciando che l'aria gli rinfrescasse il volto.
"Kakashi puoi lasciarci soli un momento?" chiese il giovane ninja.
Senza dire una parola il copia-ninja uscì dalla stanza.
"Gli stai facendo del male, lo sai?"
"Si, lo so. Ti ricordo che..."
"Si, i tuoi stramaledetti poteri!" sputò quelle parole esasperato.
Rimasero in silenzio per quelle che parvero ore. Poi Shiori prese il coraggio per parlare.
"Avevi ragione. Non te l'avrei detto perché temevo il confronto. Temevo che se te l'avessi detto anche tu mi avresti odiato o avresti smesso di parlarmi."
"Io non ti odierò mai. E nemmeno Kakashi."
Si voltò verso di lei. Il suo sguardo era pieno di comprensione.
"Si però ce l'ha con me e non mi perdonerà mai. Mentre Yoshino ha smesso di parlarmi. Cerca di comportarsi normalmente davanti a Shikamaru, ma per il resto mi evita. Shikaku, invece, mi sostiene, ma ha talmente tanta paura di ferirmi che non mi dice ciò che pensa."
"Devi dare tempo a tutti loro di abituarsi e anche a me se per questo." disse incrociando le braccia al petto.
"Certo lo capisco."
La ragazza comiciò a torturarsi il ciuffo rosso con le dita.
"Però ti aiuterò. Sarò sempre pronto a darti una mano ora e quando sarai là fuori. Siamo una squadra, giusto?" disse con un sorriso.
Lei annuì.
"Io non smetterò di parlarti e nemmeno ti tratterò come un pezzo di porcellana. Quindi devi sapere che in questo momento sono abbastanza arrabbiato, anche se capisco cosa ti ha portato a fare questa scelta. Onestamente ora non ho molta voglia di stare qui. Vorrei andare a casa per pensare. Ma tu resti sempre la mia più cara amica. Domani sarò di nuovo qui e ti aiuterò."
Le labbra di Shiori si alzarono all'insù, finalmente nel primo sorriso sincero della giornata. Dal primo momento in cui l'aveva conosciuto Tenzo gli era piaciuto per la sua schiettezza, era per quella ragione che erano diventati così amici. Dentro di lui c'era una complessa miriade di emozioni e luoghi oscuri certo, ma era rilassante avere vicino una persona che raramente mentiva.
"Grazie." si limitò a dire.
Lui le sorrise di rimando.
"Ora vado. Ho bisogno di un po' di tempo. Salutami Kakashi."

L'Hatake la raggiunse qualche minuto dopo con una piccola scatola tra le mani.
"Allora?" chiese.
"E' un po' scosso, ma ci aiuterà."
"Bene." rispose indifferente. "Sono risucito a recuperare l'occorrente." continuò indicandole la scatola.
"Dobbiamo farlo ora?"
"Il prima possibile. Se comincerai ad andare in missione con la tua nuova identità dovrai averlo già modificato. Ovviamente a Konoha dovrai coprirlo."
Era distaccato e professionale mentre parlava, però la ragazza notò che raramente la guardava dritto negli occhi. Infatti, il copia-ninja, a cui di solito l'indifferenza veniva naturale, pensava che avrebbe vacillato se i loro occhi si fossero incontrati per più di un secondo.
"D'accordo facciamolo!" disse lei determinata.
"Sicura che vuoi che sia io a farlo? Potrebbe uscire un disastro!"
Si portò una mano dietro la testa un po' in imbarazzo e per un momento, un veloce, sfuggente momento, tutto sembrò di nuovo normale.
"Non c'è nessuno di cui mi fidi di più." disse sicura lei.
Così si tolse la camicetta verde che aveva addosso, lasciandola scivolare lungo le braccia. Si sedette quindi a terra a gambe incrociate, aspettando che il giovane ninja la seguisse.
Kakashi prendendo un profondo respiro si sedette accanto a lei, con il corpo rivolto al suo braccio destro. Appoggiò la scatola accanto a sè e tirò fuori il penninno con il colore. Sfiorò dolcemente la spalla dove si trovava il tatuaggio delle forze speciali. Il corpo di lei si irrigidì.
Il ragazzo sembrava non voler cominciare quell'operazione. Era rimasto lì seduto in silenzio con una mano sulla spalla destra della ragazza per almeno dieci minuti. Cercava il coraggio per cambiare quella parte di lei. Shiori gli stava lasciando il tempo necessario, ma cominciava a sentire freddo. Cercò di ignorarlo, non avrebbe messo fretta al ragazzo con i capelli argentati per nessun motivo al mondo.
Lui non riusciva proprio a decidersi di modificare definitivamente quel tatuaggio. Avrebbe reso quella cosa reale e lui ancora sperava che lei alla fine sarebbe rimasta. Quanto era idiota. Ormai era tutto deciso e continuare a dirsi che non era così era veramente da ingenui. E di una cosa era sicuro: poteva essere anche il più grande idiota del pianeta terra, ma non era un ingenuo.
Improvvisamente notò che la pelle di lei si era raggrinzita ed era diventata ruvida. Aveva freddo. Accidenti perché non glielo aveva detto? Si alzò di scatto, prendendo da una sedia il suo giaccone e appoggiandoglielo dolcemente sul petto, come se fosse una coperta. Poi si risedette accanto a lei che, a quel gesto dolce e inaspettato, arrossì. Aveva sempre amato vederla arrossire. Quando lo faceva il suo volto aveva una luce particolare, un aria così innocente.
Kakashi cercò di allontanare quei pensieri e di concentrarsi sul suo compito. Cominciò con il ripassare di azzurro il ghirigoro che rappresentava il simbolo degli Anbu. Poi passò anche sulla lineetta sottostante, cercando in seguito di renderla un esatta replica del ghirigoro che le stava sopra. Imprimere il nuovo colore sul tatuaggio non fu semplice, fortunatamente il rosso con cui era stato precedentemente disegnato era abbastanza chiaro.
Quando ebbe modificato il colore proseguì in linea retta, disegnando altre due volte lo stesso simbolo. La punta del pennino entrava e usciva velocemente dal braccio di Shiori, lasciando un segno sembre più marcato su di esso. Lei non emetteva alcun suono e non dava alcun segno di provare dolore. Il ragazzo cercava di mantenere il più possibile fermo il suo polso, per evitare di rovinare il disegno.
"Io non ti odio." disse ad un tratto.
Si, aveva origliato la conversazione tra lei e Tenzo. Bè non poteva di certo punirlo più di quanto non avesse già fatto no? Si era trovato anche a pensare di essere geloso della freddezza del ragazzo. Lui era riuscito a ragionare lucidamente a esserle davvero d'aiuto, a farla sorridere di nuovo. Lui invece cosa era stato capace di fare? Aveava messo il broncio e si era chiuso dietro mura fatte di gelida indifferenza e senso del dovere.
"Lo so." si limitò a dire lei.
Normalmente l'avrebbe preso a calci per aver fatto una cosa del genere. Ma il fatto che stesse soffrendo e che si stesse occupando del suo braccio, la fece desistere.
"In realtà non so nemmeno quello che provo." continuò. "Sono confuso, ma perlopiù arrabbiato. Onestamente non so se lo sono con te, con me o con questa situazione. Ma so che non sarei qui se... se comunque... io..." sospirò.
"Non c'è bisogno che continui. So che ti sto facendo del male e mi dispiace." Si morse forte il labbro inferiore cercando le parole giuste per continuare. "Questo era anche il mio sogno." Indicò la casa con il braccio sinistro. "Avrei voluto che le cose andassero diversamente."
"Già anche io."
Quello sguardo triste negli occhi di lei, avrebbe voluto così tanto consolarla, ma questo avrebbe voluto dire infrangere la barriera che aveva costruito tra loro, quindi dare spazio al dolore. Non era ancora pronto per questo.
"Fatto."
Lei si voltò per ammirare il nuovo tatuaggio sulla sua spalla destra. Quattro ghirigori azzurrini si rincorrevano. Sembravano delle piccole onde stilizzate. Quello sarebbe stato l'ultimo segno della sua vita precedente. Aveva voluto quelle onde perché quello era il significato che Shikaku aveva deciso di dare al suo nome.
"E' perfetto. Grazie."
Cominciò a rivestirsi mentre lui rimetteva a posto gli strumenti che aveva usato per farle il tatuaggio.
"Allora ci vediamo domani." disse lui, voltandosi per andare a casa.
"Kakashi?" Tornò a guardarla. "A... Avrei bisogno di un altro paio di favori da te." disse tenendo gli occhi bassi. "M... Mi piacerebbe che mi aiutassi a migliorare le tecniche che si basano sul chakra del fuoco. Quando sarò là fuori non potrò fare affidamento sulla tecnica di famiglia."
"Certo ti aiuterò. L'altra richiesta?"
"Ho bisogno delle tue conoscenze riguardanti la tecnica del richiamo." disse torcendosi le mani.
"Ti ascolto."

Era quasi l'una quando arrivò a casa. Controllò i membri della sua famiglia. Yoshino e Shikaku dormivano abbracciati, mentre Shikamaru sognava tranquillo con una manina sotto la guancia a fargli da cuscino. Richiuse lentamente la porta, quando la vocina del nipote la chiamò.
"Zia! Sei tornata." bofonchiò assonnato.
"Si, tesoro. Ora dormi."
Shikamaru si fece forza sulle braccia per alzarsi a sedere.
"Sei sempre via in questi giorni."
"Si, scusa. Ho tanto lavoro."
Il bambino probabilmente sentiva l'agitazione che permeava la casa. Quinndi anche senza sapere nulla ne veniva infettato.
"Ti va di stare qui un po'?"
"Ma certo."
Si diresse a passi veloci verso di lui e si infilò tra le coperte. Gli accarezzò dolcemente i capelli e lasciò che si accoccolasse sul suo fianco.
Il suo nipotino, così piccolo, ma già così grande. Lui era l'unico che le aveva ridato la speranza in uno dei momenti più bui della sua vita. Era stato per lui che aveva riguadagnato la voglia di combattere. Era dura pensare di doverlo abbandonare e di non poterlo vedere crescere per diventare un uomo.
"Ti voglio bene Shika." sussurrò dolcemente.
"Anche io." rispose lui, mentre ricadeva nel mondo dei sogni.





Angolo dell'autrice
Povero Kakashi :( Che tortura! Certo, nemmeno per Shiori è una passeggiata.
Pensare a come modificare il tatuaggio Anbu è stata la parte più difficile. Mi sono messa con un foglio in mano a provare mille modi per trasformarlo, ma non essendo un granchè nel disegno, più che altro venivano fuori dei pastrocchi. Poi un amico mi ha fatto presente che potevano sembrare onde che si rincorrevano. Niente di più azzeccato! Quindi il mio grazie va tutto a lui!
A presto!!!


 
  
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