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Autore: SaraEManuel95    03/02/2015    1 recensioni
Tornare ad Ashville in North Carolina, tornare a casa, tornare al college per frequentare il terzo anno, dove tutti hanno passato gli anni più belli della loro vita, tutti tranne Amanda Clarck anche soprannominata "bigirl", tutto questo, per via dei suoi 170 kg, ma ora stava tornando alla sua vita, dopo aver passato un anno in Italia per dimagrire, le cose erano cambiate, 110 kg persi grazie all'operazione e alla sua buona volontà, il suo corpo era diventato “perfetto” per gli standard della società dei giorni nostri. La ragazza dai capelli corvini che facevano risaltare gli occhi blu come il mare, che nessuno aveva mai notato, con il suo nuovo fisico Amanda ora si sente bellissima, ed è pronta a mostrare a tutti la nuova sé. Ha dei buoni propositi, finire la scuola, riprendersi delle rivincite, ma tutto passerà in secondo piano, quando incontrerà gli occhi di Josh Moss, un ragazzo dai capelli castani e gli occhi chiari, nonché suo insegnante di difesa personale e figlio del professore di letteratura, che le stravolgerà la vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1

Scesi dal mio Taxi, che mi aveva portata di fronte al campus doveva si trovava la mia vecchia camera, il taxista mi porse le valigie, così, dopo averlo pagato, e ringraziato, mi fermai un secondo ad osservare l’edificio di mattoni rossi, presi un grosso respiro e, mi addentrai nel dormitorio, salii con l'ascensore fino al secondo piano, apri la porta numero 159, e fui felice di trovare tutto esattamente come l’avevo lasciato un anno e mezzo fa’, le pareti erano di un giallo chiaro, due porte si presentavano ai lati subito dopo la porta d'entrata, dove lasciai le mie valigie poggiate al muro, attraversai il corridoio, passando accanto ad’altre due porte,  e alla fine mi trovai un salone e la cucina aperti, di fronte a me un grande televisore con davanti due poltrone e un grande divano su qui era seduta una ragazza dai capelli castani, parlava al telefono, e dalla voce la riconobbi subito, era Nina White, la mia migliore amica dai tempi dell’asilo, una delle poche persone che non mi prendevano in giro, ci conoscevano da una vita, non sapendo cosa dire, tossii, la ragazza si girò, verso di me,  e spalancando i suoi occhioni castani da cerbiatta, si alzò in piedi di scatto, congedò la persona al telefono, corse verso di me abbracciandomi
" non ci credo sei proprio tu, Amanda Dio mio " disse poi emozionata
" mi sei mancata " risposi piangendo come una bambina
" fatti vedere forza " disse Nina liberandosi dall'abbraccio,
portavo dei semplici jeans aderenti e una t-shirt gialla abbinata alle scarpe
" ti piaccio? "chiesi poco dopo
" se mi piace? Sei uno spettacolo "
" già lo sono "
dissi facendo spallucce e ridendo, rise anche lei, poi si sedette di nuovo sul divano colpendo la parte accanto
" forza, siediti e raccontami tutto "
e cosi feci, in Italia avevo fatto tantissime nuove conoscenze, molte persone mi erano state accanto per aiutarmi nel mio percorso, le raccontai degli addestramenti militari notturni, delle lunghe corse nei boschi, o sulla spiaggia che facevamo ogni giorno per almeno due volte, le scalate in bicicletta e le ore passate nella sala cardio della palestra.. Quasi un’ora dopo, avevo finalmente finito il mio racconto, ed entrai nella mia stanza, dove sistemai tutte le mie cose, per poi buttarmi sul comodo letto. In quell'anno ero cresciuta e maturata, avevo trovato la vera me. La mattina seguente mi alzai con un sorriso a 32 denti, e dopo aver passato la mattinata con Nina, alle 14 avevo la prima lezione, del corso di letteratura, e non potevo assolutamente  permettermi di fare tardi, avevo preso un anno sabatico, per motivo al quanto ovvi, quindi dovevo recuperare per mettermi a pari con gli altri, cosa non molto difficile per me, visto che, la mia vita sociale era pari al nulla, tranne qualche uscita con Nina ed il suo ragazzo, l'unica cosa che potevo fare era studiare. Dopo una bella doccia, misi degli short di jeans, così da mettere in mostra le mie 'nuove' gambe, una canottiera blu e le scarpe bianche, presi tutti i libri che mi servivano, li misi nella borsa bianca e blu, insieme al cambio per la lezione di auto-difesa, e uscii dal dormitorio insieme alla mia amica che, invece, seguiva i corsi di psicologia. Mi trovavo davanti alla porta dell'aula, poggiai una mano sulla grande maniglia rossa, ripetei a mente tutti i buoni propositi che mi ero prefissata per questa nuova “Amanda”, presi un respiro profondo ed entrai sedendomi agli ultimi posti liberi, le pareti dell'aula erano nere mentre le poltrone divise in file e disposte a semicerchio erano rosse, la stanza era quasi piena, e tutti parlavano tra di loro, mentre io, me ne stavo in disparte, alcuni dei ragazzi si voltarono verso di me, alcuni, ero sicura che stavano per riconoscermi, mentre altri mi fissavano e basta, mi sentivo già pressata e agitata, odiavo quando mi si fissava, anche se sta volta erano sguardi differenti, di ammirazione, era una cosa che davvero non sopportavo,  stavo per alzarmi e andarmene, ma per fortuna, o sfortuna, il professore entrò,
" ben tornati ragazzi, spero che abbiate passato bene l'estate, quest’anno avremmo cosi tante novità, ma prima di tutto vorrei salutare, una delle alunne, più brillanti del mio corso, che, dopo un po’ di tempo, con mio piacere, è tornata da noi "
ti prego Dio fai con sta succedendo davvero pensai, ho già detto che odiavo mettermi in mostra? ma sapevo, che, le mie preghiere non sarebbero bastate
" Amanda Clarck, vieni qui forza " disse il professore cercando tra le poltrone
" attenti al terremoto " disse una voce così fastidiosa che la riconobbi subito
a parlare era Giuliette Dawson, la stronza della situazione, capelli castani chiari e occhi verdi, fisico perfetto e miliardi di ragazzi che gli corrono dietro,
" sempre la solita stronza è " dissi io alzandomi e incamminandomi verso il professore lasciando tutti a bocca aperta, mi guardavano come se fossi un'aliena, ero cambiata, dimagrita e finalmente se ne stavano accorgendo
" signorina Clarck, non è un linguaggio appropriato il suo, ma devo dire che questa volta ci stava " 
il professor Moss era sempre stato il mio professore preferito, ha una cinquantina d'anni i capelli brizzolati e gli occhi celesti, un bellissimo uomo e molto simpatico , arrivata davanti alla cattedra  presi i fogli che il signor Moss mi stava porgendo
" ti trovo in forma Amanda " disse lui sorridendomi
" grazie professore "
quando mi girai, mossi un po’ i fianchi, e tutta la classe riprese a fissarmi a bocca aperta, per fino Giulietta era rimasta senza parole, ma lo splendido silenzio fù interrotto da Matt Mccarthy, il figo senza cervello e tutto palestrato di turno, fidanzato Giuliette dal il tempo dei tempi, forse fidanzati non è proprio la parola giusta, amici con benefici ecco, e comunque anche lui mi prendeva in giro, ero la vittima preferita dei suoi scherzi idioti
"wow Clarck, sei uno spettacolo "
disse l'idiota leccandosi le labbra, a parte la mia faccia schifata, l'unica risposta che ricevette fu una pizza sulla testa da parte della ragazza. La lezione passò velocemente, e appena usci dalla classe tutti, tranne Giuliette che pensò solo a trascinare via Matt che mi guardava come un bambino guarda una caramella, mi fecero le loro congratulazioni, le domande erano sempre le stesse 'come hai fatto? Stai bene ora? Sei fantastica sai?' E io rispondevo sempre con dei sorrisi, finti, la maggior parte delle volte, non conoscevo neanche la metà di loro eppure mi parlavano come se fossimo amici da tempo, mi liberai da loro e mi diressi la palestra per l'ora di difesa personale alla quale mia madre appoggiata da Nina, la quale sosteneva che il ragazzo che insegnava era davvero carino, mi avevano obbligata ad iscrivermi ,così tutti i giorni dalle tre alle cinque mi dovevo allenare
" chi è la mia cognata preferita? "
a quella voce mi voltai subito, e corsi verso il ragazzo biondo dagli occhi azzurri, e gli saltai in braccio abbracciandolo forte urlando
" ciao cognatone "
il suo nome è Brian Dawson, il fratello di Giuliette, ma molto più maturo e buono della sorella, è il ragazzo di Nina, da due anni, da questo il nomignolo che ci siamo dati, i due sono la coppia perfetta, e sono sempre più convinta che sono l'amore in persona
" allora dove vai? " mi chiese lui mettendomi giù
" corso di difesa personale, sai dicono che mi serve, e poi il movimento mi serve, tu invece? " risposi io riprendendo a camminare verso la palestra, che si trovava nell’edificio vicino al nostro dormitorio
" da Nina, sai gli do’ una mano a studiare "
" si certo, studiare " dissi i ridendo e dandogli diedi una piccola spinta
" ma finiscila, allora com’è l'Italia? "
"favolosa, se fosse per me ci sarei rimasta, ma sai.." lasciai la frase a metà e feci spallucce
" anche perché, noi ti aspettavamo, non potevi dimenticarti di noi " 
" non lo avrei fatto, e non lo farei mai, siete i miei migliori amici "
lui mi sorrise e continuammo a camminare e parlare per qualche altro minuto finché non arrivammo a destinazione, dove ci salutammo, entrai negli spogliatoi per cambiarmi, purtroppo per me,  quest'ultimi erano pieni, e il panico si fece spazio, di nuovo, nel mio corpo, nessuno poteva biasimarmi, ne avevo passate tante, e anche se mi ero ripresa, e alla grande aggiungerei, la mia autostima ne risentiva ancora, mi chiusi in uno dei bagni, mi tolsi i vestiti ed indossai una tuta grigia e una canotta nera, presi un lungo respiro ed uscii. 
  
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