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Autore: Tikal    03/02/2015    1 recensioni
Piccola – okay, non proprio piccola – raccolta di fan fiction dedicate ai personaggi più disparati di One Piece, perché mi sono innamorata di quel manga e non potevo non scriverci niente sopra. Attenzione: si prevedono abbondanti precipitazioni di AU.
#01 - Happy new year, Cora-san (Law & Cora) "«Corazon», chiama. L’altro alza lo sguardo, scrutando incuriosito il suo compagno di viaggio. «Dimmi, Law» «Ti va a fuoco la spalla»"
#02 - Hey brother (Ace & Rufy) "Si è addormentato con le lacrime, Rufy, quando le stelle erano già alte nel cielo e il Sole era già scomparso da ore oltre la linea dell’orizzonte, tuffandosi tra le onde del mare blu."
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kaya, Koala, Mugiwara, Sabo, Usop | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law, Franky/Nico Robin, Rufy/Nami, Rufy/Zoro, Sanji/Zoro
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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#01 – Happy new year, Cora-san
 
«Domani sarà il 31 dicembre» se ne esce così, Law, nascosto sotto un ammasso informe di coperte, una sera fredda, mentre la neve scende a coprire le orme di Corazon.
L’uomo entra in un vicolo e si ferma – Law nemmeno ci fa più caso a cose simili, dopo mesi a viaggiare con Cora si è abituato a dormire nascosto tra i cassonetti – per riprendere fiato, mettendo giù il ragazzino e sedendosi su una cassa per accendersi una sigaretta.
«Cosa vuoi dire, Law?» domanda Cora, aspirando il fumo dalla sigaretta appena accesa. Il ragazzino lo osserva inespressivo, prima di parlare: «Corazon», chiama. L’altro alza lo sguardo, scrutando incuriosito il suo compagno di viaggio.
«Dimmi, Law»
«Ti va a fuoco la spalla»
«Ma che stai dic- » l’uomo si interrompe, voltandosi e rimanendo pietrificato ad osservare il suo vecchio giaccone andare a fuoco – per la terza volta in quella settimana, pensa Law –, illuminandogli il volto congelato in un’espressione sorpresa – che sarebbe anche comica, se solo non capitasse quasi ogni giorno.
Cora cade, finendo per rotolarsi nella neve per cercare di spegnere le fiamme (anche se al ragazzino sembra più che altro un cane che si rotola nel fango, ma non glielo dirà mai, perché allora Cora potrebbe finire per farlo davvero); quando si rialza sorride, come al solito, del resto, e si sbatte via la neve di dosso, puntando i suoi occhi su Law. «Allora,» inizia. «cosa dicevi sul 31 dicembre?».
Law sorride, anche se la sua espressione assomiglia più a un ghigno che a un sorriso vero e proprio, come quelli di Corazon, e si stringe tra le coperte. Ha preso a nevicare più forte, e il cappuccio di Corazon è già ricoperto di neve, ma lui continua a fumare tranquillo, soffiando nuvolette grigie che volano lentamente verso l’alto.
«Domani è l’ultimo dell’anno, e ho letto che qui in città festeggeranno in piazza» comincia il ragazzino, interrompendosi però a causa di un colpo di tosse improvviso. Sa già che Cora gli dirà di no, che è troppo rischioso farlo nelle sue condizioni – come se mettersi a vagabondare per i paesi del Nuovo Mondo, esposti alle intemperie e agli sbalzi climatici, fosse stata una sua idea –, che qualcuno potrebbe riconoscerlo e un’intera lista di buone ragioni, ma la sua non è una situazione normale e per una volta non ha intenzione di ascoltare il buon senso. Potrebbe essere – anzi, si corregge Law, sarà – il suo ultimo capodanno, quindi non ha la minima intenzione di passarlo come un fuggiasco.
«Law…» inizia Cora, ma il ragazzino lo ferma, alzandosi in piedi davanti a lui.
«Non sto dicendo che voglio andare in piazza, domani sera, con tutta quella gente che urla e festeggia, ad aprire una bottiglia di spumante e ad ubriacarmi, ma – Law si ferma, interrotto di nuovo da un colpo di tosse – ho visto che, a mezzanotte, nel villaggio vicino, le persone fanno volare delle lanterne sul lago, come auspicio per il nuovo anno, e…»
«Vuoi andare a vederle?» lo interrompe di nuovo Corazon, calpestando la cicca della sigaretta con il tacco dello stivale.
«Sicuro di riuscire a non cadere in acqua?» ghigna il ragazzino, stringendosi ancora di più nel caldo abbraccio delle coperte. Cora, invece, sorride. Un sorriso grande, allegro e spensierato, uno di quei sorrisi che Law non è mai stato capace di fare, ma che quell’uomo continua a regalargli.
«A mezzanotte, hai detto?».
 
«Non riesco a crederci» mormora Law, sottovoce, certo che Cora non possa sentirlo. Il suo volto pallido si apre in un timido sorriso – perché, Cora ne è certo, quello non è un ghigno, ma un vero e proprio sorriso – e per un istante Law sembra il ragazzino tredicenne che è, incantato dal lago salato che si stende a vista d’occhio sotto la collina, sulla cui baia le persone iniziano già a festeggiare, in una danza di luci e di suoni che sa di allegria e di felicità.
«Andiamo?» domanda l’uomo, iniziando a scendere per il pendio. Law, stretto nelle solite coperte, annuisce, e il sorriso scompare dal suo volto, trasformandosi nell’ennesimo ghigno spettrale.
«Sta attento a non cadere, Cora!» urla, in ritardo, il ragazzino; scendendo, Corazon è già riuscito a scivolare ed è rotolato nella neve. «Alle volte mi chiedo chi si deva prendere cura di chi, tra noi due» lo prende in giro Law, raggiungendolo e superandolo senza degnarlo di uno sguardo. Ma Cora ride – è abituato a situazioni del genere, lui: essere maldestro e goffo è nella sua natura, non può farci niente – e si rialza, raggiungendo il suo compagno di viaggio.
 
Dieci minuti prima che il campanile batta i dodici rintocchi della mezzanotte, una piccola barchetta di allontana verso il centro del lago, dove le altre chiatte si sono radunate, con a bordo uno strano pagliaccio e un ammasso informe di coperte che altro non è se non un ragazzino infreddolito.
«Sai, Law, un tempo mio padre mi raccontò che, in alcuni paesi, si era soliti esprimere un desiderio prima di lanciare in aria la lanterna, così che, una volta arrivata in cielo, esso diventi realtà» mormora Cora, smettendo di remare e fermando la loro piccola imbarcazione.
Law si volta, osservando il suo compagno di viaggio, improvvisamente incuriosito. «Un desiderio?» domanda innocente e, per la seconda volta, a Cora pare soltanto un ragazzino infreddolito.
«Già, un desiderio» risponde, iniziando ad armeggiare con le lanterne che hanno comprato. «Le lanterne volano fino alle stelle, che ti aiuteranno a realizzarlo».
«Stai mentendo» ribatte Law, corrugando la fronte. «Le stelle sono ammassi incandescenti di elio e idrogeno, non realizzano i desideri».
«E invece è la verità»
«Come lo sai?»
Cora tentenna sotto lo sguardo indagatore del bambino, esitando qualche secondo prima di rispondere. «Me ne hanno parlato, anni fa».
Law non sembra crederci, ma non ribatte; si limita a girarsi di nuovo, dando le spalle a Cora, e a puntare lo sguardo verso il cielo. «Muoviti e basta, con quelle lanterne» borbotta infine, senza voltarsi.
 
Quando finalmente – dopo innumerevoli tentativi da parte di Cora di accendere le lanterne, altrettante volte in cui la sua giacca ha preso fuoco e il rischio di cadere in acqua (fortunatamente Law è riuscito in qualche modo a evitare che Cora ribaltasse l’intera barca) – le campane della piazza suonano dodici rintocchi che si sentono fin lì, su quella piccola barchetta in mezzo al lago, nonostante i rumori della festa provenienti dalla costa, il cielo si rischiara della luce calda di migliaia di lanterne di carta che si innalzano verso le stelle, portando con sé i sogni, i desideri e le speranze delle persone. In contemporanea a tutte le altre, due lanterne di alzano verso il cielo da una barchetta sgangherata in mezzo al lago, raggiungendo le altre che hanno già reso il volo e cercano di raggiungere quelle stelle troppo lontane, lassù, nella volta celeste.
Da quella barchetta in mezzo al lago, Law osserva quello spettacolo con un sorriso – il secondo, quel giorno, si appunta Cora – cercando con lo sguardo la sua lanterna, che si è già confusa tra le altre e non si riconosce più. Non sa se credere o meno a Corazon – insomma, quel tipo è un bugiardo patentato e la sua storia non si regge in piedi – e non sa nemmeno se il suo desiderio si realizzerà mai, ma in quel momento non ci vuole pensare, vuole soltanto credere che vada tutto bene e che guarirà, anche se si tratta di un illusione.
«Buon anno, Cora-san» mormora, osservando incantato le lanterne, mentre le loro luci si riflettono nei suoi occhi scuri.
«Buon anno, Law» risponde Cora con un sorriso.
Forse vale davvero la pena di credere a quella vecchia storia, in fondo i desideri potrebbero anche realizzarsi.
 
 
Angolo autrice
 
È la prima fan fiction su questo fandom, ergo sono nervosa come non so cosa. E perché non avevo già abbastanza cose da fare, quindi dovevo anche iniziare una raccolta su One Piece :’)
Anyway, mi sono messa a pari col manga qualche settimana fa, ma è da che ho letto il flashback di Law che volevo scrivere qualcosa su quei due, perché sono semplicemente troppo dolciosi assieme :3
Tra l’altro, questo doveva essere il secondo capitolo della raccolta (all’inizio il primo doveva essere una RuNami AU *^*), ma alla fine ho optato per inserirlo per primo, perché non lo so nemmeno io, probabilmente perché avevo voglia di pubblicare e l’altra storia era troppo lunga (almeno cinque pagine, capitemi lol). E anche così ho un terrore assurdo di aver fatto un OOC grande come una casa con Law ç_ç
La storia delle lanterne è vera, mi sono documentata per essere sicura di non scrivere qualche cavolata, anche se l’ho cambiata leggermente per la trama. E nel mio headcanon il padre di Rocinante prima di rinunciare al titolo di Drago Celeste era solito raccontare ai figli delle leggende di antichi paesi che ormai non esistono più – in questo caso la Cina.
Non so bene quando arriverà il prossimo capitolo, perché sono oberata di compiti e roba da studiare (anche se le lezioni di filosofia e fisica mi lasciano molto tempo libero lol), ma spero di finirlo presto.  
Credo di aver finito e di aver detto tutto (spero, insomma, questa volta le note non sono più lunghe della storia ed è un miracolo!), nel caso chiedete pure nelle recensioni :3 
Alla prossima!
Tikal 

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