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Autore: elle490    04/02/2015    0 recensioni
Ho scoperto di poter raccontare i miei demoni, e quelli di molti altri, in 792 parole.
"I sogni sono i trofei delle persone di successo e le pistole fumanti di chi non ce la fa".
La mia storia parla di fallire, resistere, cadere e sopravvivere.
La mia storia parla della fragilità dell'io, del tu, del noi, di tutti.
Amelia siamo un po' tutti noi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.

 

E Amelia lo sapeva bene.

Lo aveva inciso sulla pelle da quando aveva 19 anni. Una di quelle sciocchezze che si fanno in gioventù per poi non pentirsene mai perché sono le sciocchezze più belle di tutta la vita, quelle che anche dopo quarant'anni ti fanno sorridere.

Amelia lo sapeva bene, lei era una sognatrice. Lo era stata quanto meno.

Da piccola sognava di diventare qualcuno di importante.

Da ragazzina sognava di diventare ricca.

Da adolescente sognava di diventare una rivoluzionaria.

Amelia era indecisa anche sui suoi sogni, non sapeva nemmeno lei cosa sognava in realtà, l'unica sicurezza era che lo faceva, lo faceva davvero molto, lei sognava tanto.

Ad occhi chiusi, ad occhi aperti.

Mentre guidava la macchina per andare a lavoro sognava di ballare sfrenatamente sul palco di un carro del carnevale.

Mentre stava seduta ad un banco a studiare sognava di urlare i diritti del mondo di fronte ad una folla pronta a seguirla.

Mentre camminava in mezzo alle persone, ogni giorno, sognava di essere amata.

Perché alla fine, anche l'animo più duro ha bisogno di essere accarezzato dalle mani vellutate dell'amore.

Amelia sognava che qualcuno la prendesse per mano, le dicesse che per lui era il mondo, che per lei avrebbe lottato e l'avrebbe amata anche se lei non ne aveva bisogno e odiava essere difesa ma voleva essere amata.

Non sapeva nemmeno lei perché e continuava a domandarselo.

Lei voleva soltanto non avere bisogno di niente e di nessuno, voleva soltanto essere una guerriera solitaria ma non poteva fare a meno di volere l'amore.

Non riusciva ad evitarlo.

 

E così successe che più voleva l'amore e meno riusciva a trovarlo.

E successe che Amelia perse la speranza.

Cominciò a convincersi che non ci sarebbe mai stato nessuno per lei, che non era quella la sua strada, che alcune persone nascono per essere diverse. E lei era una di quelle persone. Smise di cercare di piacere agli uomini che incontrava, smise di farseli piacere, smise di cercare. Durante il giorno poteva anche funzionare, la sera, quando si ritrovava sola nel letto, Amelia voleva solo sparire perché nessuno merita di essere così solo. Come andare avanti ?! Amelia sognava.

Sognava una vita che non avrebbe mai avuto. Non smise mai di soffrire ma almeno nell'immediato stava un po' meglio.

 

E così la vita di Amelia andò avanti.

Le persone di lei dicevano che era la migliore, la più forte, che era così forte che non aveva mai avuto bisogno di nessuno.

Ogni volta le chiedevano come potesse una ragazza così bella ed intelligente non aver mai trovato l'amore. Amelia rideva e rispondeva che nessuno sarebbe riuscito a stare al suo passo.

E così la vita di Amelia andò avanti.

 

Ogni volta che qualcuno le chiedeva perché fosse sola nonostante la sua bellezza, la sua simpatia e la sua intelligenza, Amelia rideva e rispondeva che nessuno poteva tenere il suo passo.

 

Ogni volta che qualcuno le chiedeva perché fosse sola Amelia moriva un po' dentro.

Con il tempo Amelia scoprì di non riuscire più a mentirsi.

Non era vero che non aveva bisogno di nessuno.

Non era vero che non voleva nessuno.

Lei voleva tutto.

Voleva l'amore.

Voleva essere travolta da qualcuno.

Amelia un giorno scoprì che non era nemmeno vero che lei non provava sentimenti; lei soffriva e soffriva così tanto che non riusciva a provare altro.

Non era vero che lei non provava più sentimenti, era solo la troppa sofferenza.

 

E così la vita di Amelia non poté più andare avanti.

Lei adesso sognava solo di stare in pace, di sedersi nel silenzio senza che i suoi demoni le urlassero nella testa.

Lei aveva così tanti demoni.

Così tanti che alla fine Amelia scoprì di non essere sola.

Ok, forse non erano persone, forse non erano allegri, non erano felici, non parlavano, ma erano reali. Ed erano li per lei. E l'amavano.

 

E così Amelia si innamorò di loro.

Ogni giorno di più.

Ne diventò dipendente.

Loro non la lasciavano mai, non se ne andavano, non la giudicavano.

Loro la amavano.

E lei amava loro.

La solitudine, la disperazione, i disturbi alimentari, l'apatia, la cattiveria, il rancore, l'odio, l'invidia, la gelosia.

Erano tutti li per lei.

Eccolo il sogno di Amelia, disperatamente realizzato.

 

Il sogno.

I sogni.

I sogni sono i trofei delle persone di successo e le pistole fumanti di chi non ce la fa.

Un sogno può uccidere molto più di un coltello.

Sicuramente lo fa con più dolore.

Perché non c'è niente di peggio al mondo di pensare di avere una possibilità, di crederci, di amarla, di volerla, quando invece non ce l'hai.

 

Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.

Quando sono niente loro, siamo niente anche noi. 

  
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