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Autore: _ Arya _    05/02/2015    12 recensioni
Emma Swan è una specializzanda al quarto anno di chirurgia. Durante un tragico incidente dove presterà soccorso, riuscirà a salvare il timoniere della Jolly Roger: Killian Jones. Non ci si dovrebbe mai innamorare di un paziente, ma le regole sono fatte per essere infrante...
"-Sono la dottoressa Swan. Emma. E le prometto che la tirerò fuori di qui- cercai di sorridergli incoraggiante.
-Lei è bellissima dottoressa- sorrise di rimando, e solo allora notai i suoi bellissimi occhi blu." [dal 1° capitolo]
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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What have I done to deserve this?



Mi presi la testa tra le mani incredula. Non poteva essere, dopo tutto quello che avevo passato non poteva non essere ancora finita.
Come potevano essere andate male pure delle semplici analisi di controllo? Ora che mi sentivo finalmente bene, dovevo ricevere un'ennesima brutta notizia.
-Sto per morire? Ho un cancro allo stadio terminale? O qualche altra malattia incurabile?- le domandai in tono sommesso. Tanto valeva che me lo dicesse subito.
-No! No Emma, è altro. Ma sarebbe meglio parlarne in privato, ecco.
-Vai tesoro- fece Killian accarezzandomi gentilmente una mano -se poi vorrai... io sono qui, lo sai che per te ci sono sempre.
Mi alzai riluttante dalla comodità del letto e del calore dell'uomo, e raggiunsi l'infermiera sulla soglia della porta. Aveva uno sguardo preoccupato ma indecifrabile... non abbastanza preoccupato per annunciare la mia morte, ma neanche abbastanza tranquillo da dirmi che avevo la febbre o qualcosa del genere.
-Così tu e lui, eh?- cercò di sorridere.
-Sì... no. Non lo so, non ho ben chiaro quel che sta succedendo... usciamo, dai.
Lanciai un ultimo sguardo a Killian che mi sorrise rassicurante, ma non appena aprii la porta mi ritrovai davanti Regina e mio figlio.
-Mamma! Stai bene!- il ragazzino non mi diede neanche il tempo di guardarlo che mi abbracciò forte, e io non potei fare altro che ricambiare la stretta.
Mi era mancato, nonostante ci fossimo sentiti regolarmente al telefono e lui mi raccontava le sue giornate. Io non gli avevo raccontato le mie, o almeno avevo omesso parecchi particolari... ma l'avevo fatto per proteggerlo, per lasciare che si godesse la sua gita come un normale bambino di 10 anni.
-Sì... Regina, sei tu che gli hai raccontato tutto?- le domandai fulminandola con lo sguardo.
-No, no Emma. Ha sentito della bomba alla radio in pullman, e mi ha chiesto cos'era successo.- si mise sulla difensiva lei.
-Ok, scusa è che... non voglio si preoccupi. Sto benissimo tesoro, e tu? Poi prendiamo hamburger e patatine da asporto e mi racconti tutto al caldo sul divano! E Regina, grazie per essere andata a prenderlo, ti devo un favore...
-Figurati. Tutto ok piuttosto?
Annuii, e baciai le guance infreddolite di mio figlio. Avrei voluto rimanere ancora un po', ma era meglio portarlo a farsi un bel bagno caldo.
-Io vado a salutare Robin... ci si sente Emma, Henry... ciao Hook, Trilli!- ci salutò la donna e uscì per andare a trovare il suo uomo.
Mi scambiai uno sguardo anche con l'infermiera facendole capire che non era il momento di parlare dei miei problemi; magari l'avremmo fatto l'indomani, per ora mi bastava sapere di non avere una malattia letale.
Quindi ci salutò anche lei e mi lasciò sola con Henry e Killian.
-Ciao!- lo salutò il ragazzino con un sorriso -la mamma mi ha raccontato di te! Sei un timoniere, vero? Dev'essere forte!
-Sì, lo è! E tu quindi ti chiami Henry- sorrise a sua volta l'uomo.
Accompagnai mio figlio vicino al letto cercando di non fargli notare che zoppicassi e mi sedetti sul bordo. La situazione era piuttosto imbarazzante: gli avevo detto di Killian, ma solo le formalità... non gli avevo detto che mi piaceva o che comunque era un amico “speciale”.
-Posso vedere il braccio senza mano?- gli domandò poi eccitato, squadrandolo.
-Henry! Ma cosa ti salta in mente, non è il caso!- mi vergognai da morire, Henry era sempre stato un bambino curioso, ma arrivare a chiedere a un paziente di fare una cosa del genere era piuttosto imbarazzante.
-Non c'è problema Emma- mi rassicurò, e tirò fuori il braccio da sotto la coperta.
A Henry si illuminò il viso, e io volli sprofondare. Avrei dovuto davvero portare mio figlio subito a casa, non volevo che mettesse Killian a disagio... anche se sembrava stranamente tranquillo.
-Wow! Potresti metterci un Uncino! Sarebbe davvero forte!
-Potrei farlo, tanto già mi chiamano così. Magari quando esco di qui... non penso mi farebbero portare un uncino di ferro in ospedale, vero?
-No, credo di no! Posso aiutarti a cercarlo io quando uscirai.
Restai tutto il tempo in silenzio, a guardarli chiacchierare. Le mie preoccupazioni erano state vane dato che i due sembrarono andare piuttosto d'accordo.
Mi venne da sorridere, e quasi subito mi vergognai del mio pensiero: non eravamo una famiglia, e non era detto che lo saremmo diventati. Non che io non lo volessi...
Ma non era davvero il momento di farmi certi pensieri adesso. Eppure li vedevo così bene... non avrei mai detto che Killian ci sapesse fare coi bambini.
-Scusatemi se interrompo il vostro discorso tra uomini, ma noi dovremmo andare a casa... domani c'è scuola!- mi alzai in piedi e presi la valigia di Henry, che si rivelò piuttosto pesante.
-Oh, di già! Ciao Killian, è stato bello conoscerti! Ci vediamo presto... vero mamma?
-Ma sì, uno dei prossimi giorni ti porto con me dopo scuola se vuoi... vai a salutare papà poi torna qui e andiamo, ok?
Lui annuì e corse fuori dalla stanza: conosceva l'ospedale come le sue tasche ormai, col mio lavoro ero costretta a portarmelo dietro spesso, ma per fortuna a lui era sempre piaciuto.
-Allora Swan, mi piace tuo figlio! È un ragazzino molto sveglio, avrà preso dalla mamma- fece l'uomo prendendomi la mano per farmi accomodare accanto a lui. Io non protestai e mi chinai a dargli un bacio sulla guancia.
-Gli sei piaciuto... scusa se ti ha fatto sentire a disagio.
-Tranquilla, non ha fatto niente di male... anzi! È per te che sono preoccupato... non hai dato modo all'infermiera di dirti cos'hai.- i suoi si erano colmati di preoccupazione, tanto da farmi tenerezza. Per rassicurarlo gli accarezzai la fronte e sorrisi, non volevo passasse la notte ad avere paura per me. Non sarebbe stato nulla di grave, altrimenti avrebbe insistito per parlarmene ora, forse.
-Non ci pensare... non sarà niente. È tornato mio figlio e voglio passare una bella serata. Mi dispiace non poter rimanere a farti da spalla per Piccoli Brividi, forse dovrei davvero regalarti un peluche... così non avrai paura!- scherzai.
Sentivo che dopo l'accaduto il nostro rapporto si era ulteriormente evoluto, eravamo diventati più intimi, ma non volevo che questo rovinasse il nostro divertimento. Era con le sue battute che mi aveva convinta ad avvicinarmi a lui, e non volevo che cambiasse. Anche se ci avevo quasi fatto sesso.
-Oh, quando sarò fuori di qui troverò un cinema che trasmetta l'horror più spaventoso di sempre... così sarai costretta a stringerti a me per la paura e smetterai di prendermi in giro!- mi fece l'occhiolino.
-Wow, è un invito ad un appuntamento questo?
-Ti piacerebbe- ammiccò, ripagandomi con la mia stessa moneta.
-Se paghi tu il biglietto sì! È una vita che non vado al cinema.
-Avvicinati Swan... voglio darti il bacio della buonanotte, se permetti...
Io annuii e mi avvicinai lasciando che mi prendesse il viso e mi baciasse sulle labbra con dolcezza. Cercai di godere senza fretta delle sue, calde e morbide come sempre. Insinuò anche la lingua nella mia bocca, facendo sì che mi lasciassi andare completamente a quel “bacio della buonanotte”.
-Emma!
Mi voltai di scatto, e sulla soglia della porta vidi Neal e Henry che ci guardavano sconvolti. Io restai in silenzio non sapendo cosa dire, non avrei mai voluto che qualcuno dei due scoprisse di noi in quel modo... soprattutto mio figlio.
-Sono passato a vedere come stavi. E per accompagnarvi a casa. Ma vedo che stai più che bene.- fece Neal inespressivo.
Non riuscii a spiegarmi quella reazione: ora che non stavo più con August si aspettava di avere qualche chance con me? Dopo quello che aveva fatto in passato non avrei mai potuto desiderare di avere di nuovo una relazione con lui, avrebbe riportato a galla ricordi troppo dolorosi e non sarei riuscita a fidarmi. Possibile non l'avesse capito?
-Io... sì. Sto... sto bene. Grazie. Non c'è bisogno che ci accompagni. Ho la macchina.- balbettai in maniera ridicola, ma non riuscii proprio a controllare la mia voce.
-Hai una caviglia mezza rotta, non puoi guidare. Andiamo, forza.
Feci per protestare, ma prima che avessi il tempo di farlo la porta si aprì di nuovo.
-Emma, devi venire. È per Graham!- Regina entrò in fretta e furia, e dal modo in cui mi guardò sospettai che non dovesse essere nulla di buono.
-Lei deve andare a casa con Henry a riposare, ti aiuto io Regina- si intromise Neal, ma lo fulminai con lo sguardo. Era diventato davvero irritante, e solo perché mi aveva vista baciare Killian, ci avrei messo la mano sul fuoco.
-No, va' tu con Henry, ci penso io. Puoi rimanere a dormire da noi, io vi raggiungo dopo- tagliai corto e diedi un bacio sulla fronte a mio figlio, per poi seguire la donna quanto più in fretta mi fosse possibile in quelle condizioni.
-Scusa Emma, se non fosse stato importante non ti avrei chiamata. Ce la fai?- fece preoccupata la donna mentre percorrevamo il corridoio.
-Sto bene. Che ha Graham?
-Si è svegliato, però è... è strano. Sembra confuso, e continua a ripetere il tuo nome.
Mi morsi il labbro cercando di non guardarla, sapevo quanto questo dovesse costarle. Era stata lei la sua “ragazza”, e adesso che si era svegliato chiedeva di me.
Ero sicura che nonostante avesse Robin un minimo d'amaro in bocca doveva esserle venuto spontaneamente.
-Emma... Emma!- lo sentii farfugliare già mentre aprivamo la porta, così accorsi subito al suo letto e gli strinsi forte la mano.
-Sono qui, sono qui... calmati Graham, va tutto bene...
-Sei viva... Io ricordo la tua voce. E poi l'esplosione, e poi tu che hai urlato...- borbottò ricambiando la stretta, ma il suo respiro cominciò a regolarizzarsi.
-Io sto bene, non ti preoccupare... respira. Sono contenta che tu sia vivo...
L'uomo avvicinò la mia mano alle sue labbra e la baciò; in un altro momento sarei stata imbarazzata fino al midollo, ma ora non potei che chinarmi e baciargli la fronte.
Quell'uomo era un eroe, e a quanto pare anche un osso duro. La prima cosa a cui aveva pensato al risveglio ero stata io.
“Secondo me gli piaci. Viene a letto con me, ma con te vorrebbe una storia seria” erano state le parole di Regina qualche mese fa, ma io ci avevo soltanto riso su. Graham non aveva mai fatto nulla per farmi credere di piacergli; era sempre stato molto tenero nei miei confronti, ma lo ero stata anch'io con lui... ero sempre stata convinta che la nostra fosse una gran bella amicizia, ma niente di più.
Eppure... eppure un fondo di verità ora riuscivo a vederlo. Ma non avrei mai potuto dargli di più, da parte mia non c'era mai stato di più... forse.

***

Io e Regina facemmo compagnia a Graham fino a che non si addormentò di nuovo, stavolta senza bisogno di essere sedato. Lei gli fece un controllo e tutto sommato, per com'era stato ridotto, poteva dirsi fortunato: nonostante non potesse essere ancora considerato fuori pericolo era abbastanza stabile.

-Se vuoi ti accompagno a casa- propose la donna dopo che ci fummo prese un caffé forte, senza zucchero. Ne avevo davvero un gran bisogno, oltre a una bella dormita.
-Ok... non ancora però.- la trascinai a un tavolino e ci sedemmo; mi resi conto che la caviglia mi faceva parecchio male, ma d'altronde non mi ero fermata un attimo.
-Neal e Henry mi hanno vista baciare Killian. Lui... Neal voglio dire, è stato strano. Credo fosse infastidito ma... è assurdo!- se c'era una cosa di cui avevo bisogno più che di dormire, era riuscire finalmente a sfogarmi con la mia amica.
-Graham, Killian, Neal... la lista di uomini interessati a te si allunga. Dovresti esserne lusingata...- alzò un sopracciglio, in tono sarcastico, ma poi sorrise -Ovviamente scherzo. Neal... insomma, secondo me non si è mai arreso. Se hai notato in questi quattro anni non ha avuto neanche una ragazza... mai. Neanche una storiella!
Mi accigliai confusa, era una cosa a cui stranamente non avevo mai fatto caso. Eppure aveva ragione, in quegli anni non aveva mai mostrato interesse per nessuna... ma non si era fatto avanti neanche con me, nemmeno prima che iniziassi a vedermi con August. Perché ora tutto a un tratto aveva deciso di iniziare a mostrare la sua gelosia?
Davvero aveva pensato che io potessi essere interessata?
-A me non interessa nessuno però. Cioé, no, non è vero... Killian. Lui è... non lo so, io credo di provare qualcosa per lui ma non so cosa. Neal ormai è un amico... e anche Graham.- borbottai, buttando giù l'ultimo sorso di caffé. Perché non potevano interessarsi ad altre donne e semplificare la mia vita? Tutto questo interesse più che lusingarmi mi faceva sentire oppressa.
-Dimmi qualcosa tu, dai. Domani cosa ti metti per uscire con Robin?- le domandai per cambiare discorso. Volevo distrarmi e smetterla di pensare agli uomini... almeno ai “miei”, se così si potevano definire.
-In realtà avrei voluto chiedere consiglio a te. Non sono più esperta di appuntamenti... seri. Ma penso che non sia il caso...
-Aspetta. Hai ancora quel vestito blu con le maniche a tre quarti? Quello scollato. L'hai messo alla festa di beneficenza dell'ospedale.
-Ce l'ho sì. Ma non è un po'... troppo? È il primo appuntamento.
-No fidati, andrà benissimo... sarai bellissima- sorrisi, certa che l'uomo avrebbe molto apprezzato. Era tenero che Regina mi chiedesse consiglio, proprio lei che più di me aveva sempre cercato di mostrarsi pronta in qualsiasi campo. Doveva proprio piacerle se aveva questi dubbi...
-Grazie- sorrise sincera, finendo anche lei il proprio caffè.
-E poi dietro ha la zip, è comodo se la situazione dovesse farsi... calda- ammiccai, e scoppiai a ridere per lo sguardo assassino che mi riservò. Certo, era il primo appuntamento ma solo ufficialmente dato che avevano passato parecchio tempo insieme.
Ma decisi di non insistere, altrimenti mi sarei ritrovata con qualche altro osso danneggiato, e non ne avevo bisogno al momento.
-Regina, Emma, siete ancora qui?
Mi voltai, Trilli ci guardava stupita, soprattutto me. Lanciai uno sguardo all'orologio, e mi resi conto che erano le 21 passate, il tempo era voltato.
-Vuoi sederti? O devi lavorare?- fece Regina tirando una sedia dal tavolo accanto e sistemandola vicino a noi.
-Ho il turno di notte, tanto per cambiare. Ma ora ho qualche minuto libero...- disse e accettò l'invito dell'altra a sedersi insieme a noi.
-Trilli. Puoi dirmela adesso la cosa che abbiamo rimandato prima?- feci senza pensarci più di tanto. Se fosse stato qualcosa di brutto era meglio venirlo a sapere in compagnia di una faccia amica che da sola.
-Sei sicura?- mi domandò mordendosi il labbro.
Regina voltò lo sguardo da me a lei e viceversa, confusa. Non le avevo anticipato nulla semplicemente perché mi era passato di mente con la storia dei nostri uomini.
Annuii semplicemente, e lei sospirò.
-Non so come la prenderai. Cioé... è una cosa...- iniziò, e il fatto che non andasse avanti mi irritò parecchio: per mia fortuna se ne accorse.
-Ok. Sai no, quando sei svenuta ti hanno fatto un paio di analisi di controllo... per assicurarsi che non abbia avuto danni per l'impatto quando sei caduta. E ecco... non se ne sono resi conto subito perché dopo l'intervento hai avuto delle perdite normali, però...

-Emma... dì qualcosa. Mi preoccupi. Per favore...- Regina cercò di riscuotermi per l'ennesima volta, ma io non ero riuscita a dire una parola dal momento in cui Trilli mi aveva detto cosa non andava in me.
-Non ora.- mi alzai da lì e lasciai le due donne a guardarmi mentre uscivo dalla stanza, senza parole.
Non sapevo se essere sollevata o distrutta. Non stavo per morire, e non c'era neanche lontanamente il rischio che succedesse.
Non avevo né il cancro, né nessuna malattia grave. Il che avrebbe dovuto rendermi felice, dopo tutto quello che avevo passato voleva dire molto.
Eppure... eppure non ci riuscivo. E non seppi neanche dire perché dato che quel che probabilmente avevo perso non l'avrei neanche mai desiderato. Forse.
Era quel forse che mi metteva in confusione.
Quando alzai lo sguardo mi accorsi che i miei piedi mi avevano portata davanti alla stanza di Killian. L'istinto mi aveva guidata da lui, e l'istinto mi diceva di andare avanti.
Quindi decisi di entrare, nonostante mi aspettassi di trovarlo addormentato. Ma ancora una volta mi sbagliai.
-Swan... sei ancora qui! Dovevi andare a casa a riposarti, mannaggia a te. Sei quasi morta oggi, puoi concederti di dormire una volta tanto!
Io lo guardai, continuando a non riuscire a parlare, quindi mi limitai a raggiungerlo nel letto e stringermi al suo petto, mentre le prime lacrime cominciavano a farsi strada sul mio viso.
-Tesoro... cosa è successo...- fece lui preoccupato, stringendomi con un braccio e accarezzandomi i capelli con l'altra mano.
Mi costrinsi a respirare e cercare di riprendere l'uso della parola solo per lui, perché non volevo si tormentasse per me, non volevo infliggergli questa sofferenza.
-Trilli ha detto di quelle analisi, ricordi? Io sto bene... in un certo senso. Sai, quando me le hanno fatte non avevano dato molta importanza alle perdite... ero stata operata ed era normale. Ma in realtà non erano più solo perdite, è stata un'emorragia. Visto che non ero ancora guarita, l'urto col pavimento ha causato più danni del dovuto... Non so perché ci sto male, insomma... non so neanche se ne avrei mai voluto uno... però...- non riuscii a trattenere un singhiozzo, e mi strinsi a lui ancora con più forza -probabilmente non potrò mai più avere un figlio.
 


Non esiste niente come la magia, non nel senso tradizionale del termine,
nell'abracadabra o nel genio della lampada.
Ma c'è una magia nel sapere che, anche se non tutto può essere risanato,
a quasi tutto si può sopravvivere. (cit. Grey's Anatomy 9x22)


 





















Angolo dell'autrice;
Ciao! Innanzitutto, l'ultima frase non sono sicura sia proprio adattissima alla situazione... ma penso che ci possa stare.
Comunque, per chi mi dava della sadica (quando mai io lo sarei u_u), come vedete non ho ucciso nessuno :P Non odiatemi troppo, lo so che il problema non è comunque dei più felici....
Buonanotte/Buongiorno... dipende dai punti di vista!
Un abbraccio!

 

   
 
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