Non avrei mai pensato di innamorarmi...insomma, non al liceo.Pensavo
più che altro che forse (e dico forse), mi sarei presa una
cotta all'università...non mi ritengo il tipo che si
innamora di ogni singolo ragazzo carino che vede.No.In 2a liceo ero
totalmente diversa dalle mie compagne di classe.Non venivo a scuola
vestita ogni giorno diversa, con abiti firmati e borsrtte d'oro e
d'argento...la mia tenuta gionaliera era: jeans, t-shirt, felpa e
scarpe da ginnastica.Non parlavo continuamente di moda, attori e cose
del genere.
Di solito stavo sola, a farmene i fatti miei.
Pensavo alle mie cose e, sinceramente, mi disinteressavo completamente
di quello che gli altri pensavano.
Potevano darmi della povera sfigata che non ha amici, della vittima che
sta sola per farsi notare, ma non mi importava.Poi, un giorno,
arrivò lui.La cosa più bella che avessi mai visto
nella mia vita...Jasper Havers.
Quel giorno, quella mattina, sentivo che sarebbe successo qualcosa.
Nel mio corpo scorreva l'adrenalina e ancora non capivo
perchè...
Mi alzai dal letto con una strana sensazione.Accidenti...non mi reggevo
in piedi.Avevo le gambe molli.
Ero emozionata per qualcosa...ma cosa?!Mentre osservavo le mie
ginocchia tremare come un budino, inciampai in quel cavolo di tappeto
bianco che mamma adorava.Caddi a terra facendo un gran casino.
-Beth?!Cos'è stato?-La voce di mio padre mi raggiunse dal
piano terra.
-Tranquillo papà!Sono solo caduta...-gli risposi
massaggiandomi la caviglia.Solo una botta, niente di grave.
Andai in bagno, metà zoppicando, metà
camminando.Chiusi la porta e mi aggrappai al lavandino.Le gambe
tremavano ancora, il cuore batteva all'impazzata.
-Sto impazzendo?!-mormorai fra me e me.
Alzai lo sguardo sullo specchio davanti a me.Presi la spazzola e cercai
di dare un'aspetto normale a quell'ammasso di roba marrone che
sarebbero dovuti essere i miei capelli.Ci misi un po' ma alla
fine avevano un aspetto normale.Mi sciacquai il viso e tornai in camera.
Presi i miei soliti jeans sbiaditi, una t-shirt nera e una felpa
bianca.Scesi a fare colazione con la tremarella alle mie povere
gambe.Mi aggrappai al corrimano per non cadere.Ok, ok...stavo
esagerando, ma quando mi trovo in queste situazioni mi faccio prendere
un po' dal panico...
Arrivai in cucina sana e salva e le gambe sembrarono rilassarsi.Diedi
un'occhiata all'orologio.
Le 7.30.Mancava mezz'ora.
Afferrai una tazza e dei cereali e cominciai a divorarli a grandi
cucchiaiate.
-Allora...oggi è una giornata pesante?-papà
arrivò in cucina trascinando i piedi.Era ancora mezzo
addormentato e già mi faceva uno dei suoi interrogatori.
-Uhm...non ci sarà niente di particolare...niente
interrogazioni, gare di corsa o cose così-risposi
distrattamente.
-Pensi di fare un giro con Light nel pomeriggio?
Light è il mio cavallo.Cioè, non è
proprio mio, è di un'amico di papà, ma
lui me lo "presta" volentieri.
-Forse...Pensavo magari di fare un salto in biblioteca...
-Ok-fece uno sbadiglio-io invece penso che tornerò ancora a
dormire...
Non gli parlai della tremarella perchè non volevo si
preoccupasse.Quando vuole papà sa diventare paranoico.Non
osai immaginare cosa avrebbe detto se gli avessi accennato del mio
piccolo problema.Avrebbe temuto la frattura di chissà cosa o
che avessi qualche problema psicologico.
Finii la colazione e uscii.
Era presto, ma non volevo restare a casa ad annoiarmi.Misi le scarpe e
mi diressi verso la scuola.
La giornata era splendida.Il sole picchiava come un martello e mi
rimproverai di non aver preso il berretto.
Camminavo lentamente, con le mani in tasca e lo zaino su una spalla
sola.
Per un po' presi a calci una lattina che si trovava lì sul
marciapiede.Poi finì in un tombino e rinunciai.
Arrivai a scuola con 5 minuti di anticipo.
Nonostante tutto, i miei compagni di classe erano già
lì.Mi sedetti su una panchina e aspettai che la campanella
suonasse.Il cuore aveva diminuito i battiti, ma ero ancora
emozionata.Almeno le gambe avevano smesso di tremare...
La campanella suonò e raggiunsi la classe.Prima
ora:informatica.Mi sedetti al mio posto, sola, con uno spazio vuoto
vicino a me.Non ero io a voler stare sola.Era il professore che aveva
deciso l'ordine dei banchi.La campanella suonò la seconda
volta.Entrò il professore, puntuale come un orologio
svizzero.Ma non era solo.Infatti, dietro di lui, c'era il
motivo di tutta la mia agitazione...
Chi è entrato in classe insieme al professore?Cosa ha fatto
emozionare Beth?Lo scoprirete nel prossimo capitolo!!Leggetelo!!!kiss