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Autore: jaj984    30/11/2008    1 recensioni
Ryo e Kaori dopo la dichiarazione della radura, durante la loro vita di routine si avvicinano fino a quando non fanno il passo più lungo della gamba.
Ryo decide di saltare l’ostacolo.
Spinto dal desiderio che provava per la socia, decide di fare l’amore con lei.
Passano una notte d’amore piena di sentimenti, in cui Ryo e dolce e gentile con lei solo che l’alba arriva troppo presto e porta con se tutti i dubbi e le paure di Mr. Indecisione perenne.
Il giorno dopo la loro notte di passione,però, Ryo ritratta tutto e Kaori ferita nell'orgoglio decide di scappare per l'America.
Ryo "Mr indecisione perenne" dopo un anno di torture psicologiche, capisce che Kao è importante per lei. -.-' - Avviso Restyle in corso aggiungerò nuovi capitoli e sistemerò i capitoli precedenti.-
Aggiornamento 2-2-09 Sistemato Capitolo 3
Restyling:
Capitolo 0 - Aggiunto
Capitolo 1 - Rieditato
Capitolo 2 - Rieditato (27-1-09)
Capitolo 3 - Rieditato (02-2-09)
Capitolo 4 - Rieditato (20-2-09)
- 26 - 1 - 09 Aggiunto Capitolo 38 - - 08 - 2 - 09 Aggiunto Capitolo 39 - - 15 - 2 - 09 Aggiunto Capitolo 40 -
Genere: Romantico, Drammatico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Galaxy na sono hitomi wo mitsumetai'
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Disclaimer: Ogni riferimento a fatti, persone o cose è puramente casuale

"Ciao oscurità, mia vecchia amica
Sono venuto qui per parlarti di nuovo
Perché una visione che fa dolcemente rabbrividire
E’ stata lasciata crescere come un seme in me mentre dormivo
E ora la visione che è stata piantata nella mia testa
Rimane ancora
Con il suono del silenzio"


L’indomani Kaori si svegliò abbracciata al suo amore, come ogni giorno del resto.
Un sorriso illuminò la giornata di Ryo che aspettava trepidante che lei aprisse gli occhi e lo guardasse con quello sguardo cui il suo cuore non riusciva a resistere.
Sorrise anche lui e baciò la sua amata.
La casa era già in fermento, Kazue stava già preparando la colazione mentre Mick apparecchiava.
Kaori finalmente dopo un quarto d’ora, di storie con Ryo che voleva le coccole, riuscì ad alzarsi.
Dopo aver salutato gli amici in cucina, prese una bella tazza di caffè e sotto lo sguardo vigile di Mick, Ryo e Kazue mangiò una brioche.
Quando ebbe finito approfittando della distrazione di Ryo prese le sue cose e si chiuse in bagno, sapeva benissimo che se Ryo la placcava al colloquio con il suo ex datore di lavoro non ci sarebbe mai arrivata.
Doveva passare per la TV5 e dare le dimissioni e in oltre doveva passare per l’agenzia e dirgli che si trasferiva ma che comunque avrebbe continuato a collaborare con loro solo che ora avrebbero dovuto tener conto del fuso orario.
Il tutto, però, doveva avvenire entro le 12 orario in cui avrebbe dovuto correre da Eriko per le ultime prove prima della sfilata.
In bagno accese la radio e s’infilò sotto la doccia, mentre canticchiava allegra, si preparava.
Si era stirata i capelli, ormai lunghi fino alle spalle, truccata sapientemente in modo leggero, naturale ma che comunque le dava quel tocco in più.
Aveva applicato un bel fondotinta coprente ma che comunque le desse quel tocco di naturalità, una leggera passata di cipria per poi passare ad applicarsi una terra color bronzo che le donava luminosità e infine due ombretti sfumati, uno più chiaro e uno più scuro, sulle tonalità del viola.
Mise un po’ di matita nera sulle palpebre mobili e all’interno dell’occhio stesso.
Infine applicò un po’ di ombretto bianco sulle punte laterali interne dell’occhio.
Ora l’unica cosa che rimaneva da fare era applicare il fard e il lucidalabbra rosa.
Per l’occasione aveva deciso d’indossare un bel tailleur nero.
Pantalone a sigaretta, camicia bianca con i primi bottoni sbottonati e in più aveva scelto una giacca, sempre nera, corta e avvitata a due bottoni con chiusura al disotto del seno.
Ai piedi indossò un paio di mezzi stivaletti con tacco a spillo di pelle nera.
Mentre si ammirava, allo specchio per controllare gli ultimi dettagli notò che dalla camicia s’intravedeva il reggiseno a balconcino nero merlettato che aveva messo per far sembrare il seno più grande.
Kaori: Perfetto, sono sexy e sobria al tempo stesso. Ora mi tocca solo la prova del nove. La reazione dei maniaci n.1 del Giappone.
Spense la radio e dopo aver dato gli ultimi ritocchi, due gocce di Chanel n°5 dietro all’orecchio e nell’incavo del seno, si preparò ad affrontare i due maniaci, Ryo e Mick.
Andò in camera prese la borsa e la 24 ore e infine in cucina da Kazue.
In cucina trovò Kazue e Mick, Ryo era fuori a fumare.
Mick quando la vide fischiò d’ammirazione e tentò di palparle il sedere ma per sua sfortuna non uno ma ben due martelli si posarono magicamente e “delicatamente” sulla sua testa e in oltre si ritrovò una bella pistola dietro il collo.
Ryo era rientrato e vedendo la situazione istintivamente aveva puntato la sua fedele phyton dietro alla nuca del povero Mick.

Ryo: Dove vai vestita così?
Kaori: Dal mio capo, anzi dai miei capi!
Ryo: Mhm!
Kaori: Che c’è forse sto vestita male?
Ryo: No anzi …
Kaori: Allora perché fai quella faccia?
Mick: Perché sei sexy e lui è geloso!

Kaori a quest’affermazione si mise a ridere come una matta, fino alle lacrime.

Kaori: Bella questa come battuta ma per favore se continui così mi fai sciogliere il trucco.
Sexy io? Mi avete visto bene? Ho in dosso un semplice tailleur pantalone.
Ryo: Sì ma hai bottoni della camicia sbottonati e si vede tutto il seno e il reggiseno, i pantaloni poi mettono in evidenza il tuo sedere.
Kaori: E che fa?  Non sono una monaca e come tale mi posso vestire come voglio io. Non sono né scandalosa, e tanto meno volgare.
Kazue: Lasciatela in pace voi due, sta benissimo vestita così! Ryo non puoi essere geloso anche dell’aria che respira. Se fosse uscita in maniera diversa con una minigonna e una maglia scollata direi anch’io che non è un abbigliamento consono per un incontro di lavoro.
Kaori: Kazue lascia correre, per loro dovrei uscire con un Burka. Ora andiamo o facciamo tardi.
Ryo: Ok, vengo.
Kaori: Dove vai tu? No, no tu rimani qui con Mick, esci vai dagli altri fai quello che vuoi ma non puoi, e ripeto NON PUOI venire con me. Non posso presentarmi con il mio ragazzo al colloquio, farei una mega figura di merda.
Mi puoi venir a prendere, però, e andiamo da Eriko insieme.
Ryo: Va bene.
Erano l’uno di fronte all’altro guardandosi negli occhi.
Kazue intuendo il momento prese Mick per la collottola e lo trascinò in un'altra stanza.

Kaori: Ci hanno lasciato soli! Dì la verità, sei molto arrabbiato, per come mi sono vestita oggi?
Ryo: Non è questo, ha ragione Kazue io sono geloso. Geloso di ogni cosa che ti riguardi.
Poi per me sei sexy anche la mattina appena sveglia, con i capelli arruffati, gli occhi pieni di sonno, la bocca impastata.
Mi devo rassegnare, però, ho capito che sei cresciuta e come tale hai le tue esigenze e dovrò abituarmi a non vederti più girare con i maxi maglioni che ti nascondevano le forme.
Ero più tranquillo, prima, quando ti vestivi in modo da nascondere il tuo essere donna. Nessun uomo ti poteva portar via da me.
Intimoriti dal tuo aspetto, non ti si avvicinavano.
Kaori: Diciamo le cose come stanno erano intimoriti soprattutto da una certa persona che mi seguiva.
Ryo: Ehm, te ne sei accorta!
Kaori: Come spia in quel caso facevi pena.
Ryo: Onestamente sì, ero più casinista io che un dilettante però non volevo … come del resto non voglio ora che qualcuno ci provi con te e soprattutto non voglio che nessun uomo ti porti via da me.
Kaori: Tesò, nessuno mi potrà portare via da te perché ora sono felice. Mi mancherai queste ore ma so che devo farlo, devo farlo per me stessa. Non posso sempre stare con te 24 ore su 24 … anche se ... anche se mi farebbe piacere.
Amore ho paura che tutte le mie fobie e tutte le mie paure ritornino a galla. Abbracciami ti prego.
Ryo l’abbracciò stretta a se e vedendola così bella, piccola e fragile il suo cuore cominciò a battere sempre più forte.
Poi quel profumo lo faceva impazzire.
Tutti questi fattori messi insieme, compresa la dolce visione dei suoi seni e del suo sedere, fecero svegliare il suo amico.
Nonostante tutto, però, si voleva controllare.
Mentre teneva stretto a se la sua cucciola, dal nulla sussurrò:
- Che buon profumo che hai … sai di buono!
- Grazie amore mio, ora però devo andare.
Lo baciò e con fatica si staccò da lui.
-Ti chiamo appena arrivo, tu nel frattempo cerca di rintracciare Tony, vorrei risolvere la faccenda Aleck prima della nostra partenza.
-Va bene amore, voi due potete entrare … lo spettacolo è finito.
Mick e Kazue entrarono con un’espressione di chi è stato beccato in flagrante con le mani nella marmellata.
Kaori: Kazue sei pronta?
Kazue: Sì, prendo la borsa e andiamo.
Kaori: Ok, ti aspetto qui!
Kazue: Mick vieni un attimo non riesco a prendere una cosa, mi aiuti?
Mick: Va bene, arrivo!
Kaori si avvicinò al suo amore e si strinse ancora un po’ tra le sue braccia.
Ryo: Non aver paura, andrà tutto bene. Ce la farai di sicuro e poi c’è Kazue con te.
Kaori annuì e si strinse ancora di più aspirando l’odore di Ryo.
Kaori: Mi prometti che ci sarai quando torno?
Ryo: Ti dico di più, quando avrai finito a lavoro, mi troverai sotto il palazzo ad aspettarti.
Kaori: Va bene amore mio però prima è meglio che ti  fai una bella doccia gelata o il tuo amico non si calmerà facilmente.
Ryo leggermente imbarazzato e preoccupato per un’eventuale reazione della sua dolce cucciola: Ehehe! Questo è l’effetto che mi fai amore mio. Io sono giovane e forte e vicino a te il mio amico s’impenna.
Kaori cominciando ad adirarsi: Siamo sicuri?
Ryo con una leggera fifa: Sì tesoro mio, tu sei l’unica donna che mi fa questo effetto. Ti amo, credimi!
Kaori sorridendo maleficamente: Va bene, questa volta voglio crederti. Sei salvo, però ti devi far perdonare. Desidero un bacio dal mio principe e mi devi giurare che mi verrai a prendere.
Ryo sorridendo: Che bella penitenza, allora devo farti arrabbiare più spesso!
Ryo l’abbracciò e la sollevò leggermente da terra per baciarla dopodiché le sussurrò : Ci vediamo più tardi amore mio. Ti amo! Mi mancherai!
Kaori: I will miss you! Kazue sei pronta?
Kazue: Eccomi, andiamo! Ciao a dopo!
Kaori: Mi raccomando fate i bravi o torno a usare i martelli.
Ah! Mick! Non provare ad avvicinarti alla biancheria mia e di Kazue, lo stesso vale per te Ryo.
Se non volete avere un brutto ricordo oggi … Umi mi ha insegnato un altro tipo di trappola che ho subito messo in pratica contro voi due. Pertanto se non volete diventare tutti neri di fumo … fate i bravi!
Ryo: Va bene, tu chiamami quando stai andando in agenzia!
Kaori: Ok!
Dopo aver sussurrato il suo ok, rimase a guardare Ryo negli occhi.
Kazue stanca di tutto ciò prese Kaori per la collottola (come fa con Mick normalmente) e la trascinò fuori: Andiamo Kaori o farai tardi! Ryo non scappa stai tranquilla. Vi vedete dopo.
Le due donne uscirono e dopo aver fatto le corse riuscirono ad arrivare in orario all’appuntamento.
Kaori appena arrivò si chiuse in bagno e si sistemò.
Uscì e fu chiamata per entrare, guardò Kazue con occhi terrorizzati.
L’amica le sorrise dolcemente come a volerle dire andrà tutto bene.
Kaori non riusciva a capire di cosa aveva paura infondo doveva solo dare le dimissioni e apparentemente non c’era alcun problema invece lei era terrorizzata di stare nella stessa stanza con un uomo che non sia un suo amico o qualcuno di fiducia.
Aleck le aveva creato l’ennesima paura, come avrebbe voluto che ci fosse anche Ryo con lei in questo momento.
Kaori: * No, Kaori calmati! Respira! Non c’è bisogno di avere paura cinque minuti e hai finito. Aleck non l’avrà vinta anche su questo non puoi farti suggestionare da lui e dalle paure che ti ha creato.  Se solo ci fosse Ryo … NO – ALT – FRENA! NIENTE RYO! ABBIAMO DETTO CHE DOBBIAMO FARCELA DA SOLE! RYO NON POTRA STARCI ACCANTO IN ETERNO! RESPIRA! 3 – 2- 1 Vai! Entra!*
Prese un lungo respiro ed entrò per poi uscirne trionfante dopo circa mezz’ora.
Kazue: Allora com’è andata?
Kaori: Bene, si è dispiaciuto ma ho spiegato che tornavo a casa, in Giappone con il mio compagno.
Mi ha chiesto se era Aleck e gli ho risposto di no, gli ho detto della denuncia suo carico quindi se mai si dovesse far vivo, era pregato di non dire nulla al mio riguardo.
Lui ha capito e ora eccomi qui.
Ho avuto la liquidazione e l’ultimo stipendio ben 1890 dollaroni.
Kazue: Wow! Ora dai andiamo che ci aspettano all’agenzia. Ricordati di chiamare Ryo!
Kaori: Già fatto quando ero dentro gli ho mandato un messaggio. Ci raggiungeranno all’agenzia.
Uscirono dall’edificio e durante la strada chiacchierarono, ora Kaori era più tranquilla.
Parlarono del più del meno e dell’argomento Mick.
Kazue per la prima volta esternò i suoi dubbi su Mick e su quello che sentiva.
Lei ha sempre ricercato in lui, la sicurezza di un amore stabile.
Una persona che quando stava con lei, pensasse solo a lei e non che vagasse con la mente altrove.
Una persona che non corresse dietro altre cento donne quando a casa c’era la sua donna ad aspettarlo.
Voleva una persona che le fosse compagno, amante, amico e che soprattutto fosse presente nella sua vita.
Tutte cose che ora Mick sembra volerle dare ma adesso nella sua vita c’è Mamoru che rappresenta tutto quello che cerca in un uomo.
La chiacchierata fu interrotta perché videro da lontano l’oggetto delle chiacchiere e l’unico consiglio che fu in grado di dargli Kaori fu di vivere la sua vita così come viene senza allontanare Mick.  Averlo affianco come amico è una di quelle cose che lei non rimpiangerà mai, le starà affianco in ogni situazione e la proteggerà dai pericoli, a volte sarà opprimente ma basterà una chiacchierata e tutto torna al suo posto. Lei per Mick è importante e non ha intenzione di perderla perché ora lei ha un altro.
Arrivarono e salutarono i ragazzi.
Ryo quando riesce finalmente ad averla più vicina la prende per un braccio tirandola a se per poi abbracciarla, sussurrando:
- You are missed me!
- I missed you too!
Si baciarono e quando Kazue sbuffando riuscì a farli staccare, entrò per affrontare questo colloquio, andò in bagno e si sistemò sbottonò il terzo bottone della camicia per far vedere meglio il seno e sorridendo trionfalmente bussò all’ufficio del capo.
Uscì circa un’oretta dopo, felice e contenta, spiegò a Kazue che era andato tutto ok, che il capo non aveva fatto storie anzi che avrebbe continuato a mandarle il lavoro rispettando i suoi fusi orari.
La scollatura era servita molto a suo scopo, non aveva tolto gli occhi un solo momento da quel po’ di seno che s’intravedeva  e quando lo sguardo si era fatto più insistente lei aveva chiuso la camicetta con finta aria imbarazzata.
Risero e scherzarono immaginando la faccia di Ryo se mai avesse saputo una cosa del genere.
Infine le raccontò del lampo di gioia che aveva intravisto negli occhi del suo datore di lavoro quando aveva saputo della sua rottura con Aleck ma lo stesso lampo sparì nel momento in cui l’aveva comunicato di Ryo.
Kazue volle poi sapere che tipo era questa persona, se era uno di cui si potevano fidare.
Kaori rispose che era un bel ragazzo intorno ai 36 anni, alto circa come lei anzi un po’ più basso, capelli neri, occhi verdi.
Era sempre stato simpatico e fu lui a fare in modo che la storia tra lei e il marito iniziasse.
Era stato anche testimone alle loro nozze.
Poi con l’arrivo di Aleck si era un po’ defilato.
Ora invece sapendo che non c’era più Aleck ma Ryo l’era sembrato un po’ dispiaciuto, aveva il sospetto che non le fosse del tutto indifferente.
Naturalmente questa era solo una sua sensazione che non avrebbe mai detto a nessuno, perché non doveva venire all’orecchio di Ryo o sarebbe successo il finimondo.
Naturalmente questo Kazue lo sapeva e lungi da lei se avrebbe parlato.
Quando videro da lontano Ryo con un mazzo enorme di rose, sorridente.
Kaori perse letteralmente la testa e corse da lui, l’abbraccio al volo ridendo felice e per poco in quell’attimo non caddero entrambi a terra perdendo l’equilibrio.
Ryo la strinse a sé e la fece scendere lentamente ma quando l’ebbe le sue labbra, vicino alle sue non resistette a catturarle in un bacio dolce e passionale.
Un uomo guardava la scena attraverso le vetrate del palazzo e sorrideva.
Era un uomo sulla trentina dai capelli neri e gli occhi verdi.
Un telefonino posto sulla scrivania del grande ufficio; ufficio dalle pareti color crema e adornato da riproduzioni di Pazienza, Bob Noorda, Massimo Vignelli e Bruno Munari.
Un artista e tre designe, tutto Made in Italy. Tre grandi artisti italiani.
Nella biblioteca spiccavano anche dei libri di Bruno Munari, un genio, uno dei massimi protagonisti dell'arte, del design e della grafica del XX secolo. Che diede contributi fondamentali in diversi campi dell'espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, design industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca multiforme sul tema dello sviluppo della creatività e della fantasia nell'infanzia attraverso il gioco.
Una delle sue frasi più celebri era incorniciata e appesa a una delle pareti della stanza. Un foglio di carta vuoto con una scritta in obliquo « La fantasia l’invenzione la creatività pensano, l’immaginazione vede».
Una frase enigmatica che racchiude il pensiero dell’abitante di quella stanza. Che esortava il modus vivente del suo artista preferito.
Si avvicinò alla scrivania e rispose al telefono.
Una voce femminile dall’altro lato della cornetta iniziò a parlare.
… - Amore, allora com’è andata?
Gary: Bene! È migliorata parecchio! Soprattutto fisicamente!
… - Ehy! Lascia stare mia sorella!
Gary: Lo sai che è diventata proprio un bel bocconcino, ha un corpo da favola, un culo e delle tette da urlo.
….: Ti ripeto, lascia stare Kaori. La mia sorellina non è per te … e poi scusa non ti basto io?
Gary: Che centra, certo che basti però sai com’è … è proprio “bona” tua sorella … e lo sfizio di portarmela a letto non mi dispiacerebbe per niente.
Sayuri: Ripeto, se non vuoi morire prima del tempo, lascia stare Kaori. Mia sorella non fa per te.
1) È innamorata persa del suo Ryo e non riuscirebbe mai a tradirlo.
2) Se lei non s’innamora, non va a letto con una persona
3) Ryo è super geloso quindi se vuoi vivere, ti conviene non toccare la sua donna
4) Lui e Mick ti ammazzano prima che tu possa dire “A” se ti scoprono interessati a Kaori.
5) Se provi a sfiorare mia sorella con un dito giuro che ti ammazzo io con le mie stesse mani.
6) Dopo averti dato una bella lezione da parte mia avverto la banda al completo, i nostri amici di New York, miei e di Kaori, di farti la festa.
7) Avverto i tre sweeper n.1 del Giappone. Falco, Angel e City Hunter.
8) Avrai la polizia Giapponese alle calcagna, nello specifico dovrai subirti l’ira della Nogami e in più quella della migliore amica di mia sorella Miki ex mercenaria.
Scegli tu … t’interessa ancora mia sorella?
Gary: Mmm … mi alletta ma m’interessa ancor di più sua sorella … dove sei? Ho una maledetta voglia di vederti!
Sayuri: In giro, dovrai aspettare fino a domani per vederci, questi erano i patti. Ci possiamo incontrare solo tre volte la settimana.
Gary: Dai è da tre settimane che non ti vedo, ti desidero! Ho voglia di sentire il sapore della tua pelle.
Ho voglia di vederti godere su di me, sentire le tue unghie graffiarmi.
Sentire la tua bocca calda e infuocata sulla mia pelle mentre lascia degli umidi baci ardenti di passione.
Gemere di eccitazione e di godimento mentre sono dentro te.
Ho voglia di te! Ora! Subito! Sono tutto eccitato al solo pensiero di fare l’amore con te, tu di questo passo mi ucciderai.
Sayuri: Heheh! Con me questi giochini non attaccano. In queste tre settimane tu sei stato con la tua bella fidanzatina alle Hawai.
I patti sono chiari, noi siamo amanti ci incontriamo tre volte a settimana per un unico scopo … trombare.
Jane non sa e non saprà mai niente, non ho voglia di perdere un’amica per una scopata.
Davanti a tutti siamo tre amici e tu sei anche il mio migliore amico.
Ora ho chiamato il mio migliore amico, per parlare con lui. Domani chiamerò il mio amante per fissare un orario e luogo d’incontro.
Mi sta chiamando Kaori sull’altra linea quindi ti saluto a domani.
Sayuri attaccò la telefonata sbuffando e posando il cellulare in borsa, aveva mentito e anche lui lo sapeva.
Sì lui lo sapeva che la sua amante aveva mentito, perché Kaori in quel momento era ancora sotto il palazzo abbracciata al suo ragazzo felice e raggiante per aver avuto un altro dono, oltre alle rose.
Kaori era raggiante perché Ryo si era presentato con un mazzo di 24 rose rosse e mentre le annusava, le aveva scoperto all’interno una scatola di velluto blu con scritto Cartier.
La stessa scatola che teneva Kazue con mani tremanti.  Quei due pazzi, incoscienti, innamorati pazzi di quelle due ragazze, così diverse ma così simili avevano comprato da Cartier un regalo per entrambe le donne della loro vita.
Kazue aprì la scatola e con mani tremanti sollevò una catenina di oro rosa con un ciondolo a forma di orchidea con un diamantino centrale.

CollanaKazue

CollanaKaori

Il significato di questo ciondolo era: “Grazie per esserti concessa amore mio; ti amerò per l’eternità”.
L’oro rosa era per l’amore, l’orchidea simboleggiava l’eleganza, la passione e la sensualità. Il diamante l’eternità associato all’oro rosa dell’orchidea e della catenina significava amore eterno.
Mick l’aiutò a indossarla e quando lei alzò i capelli non poté evitare di baciarla sul collo, provocandole un lungo brivido dietro alla schiena.
Kaori invece dopo aver guardato Ryo con una faccia che diceva: “Ti amo amore mio ma non hai bisogno di ricoprirmi di gioielli per farti amare; ti amerò, anche se non spendi tutti i soldi per me.”
Ryo però ignorando il rammarico di Kaori, la baciò e lei si sciolse completamente lasciando posto a un sorriso su quel viso corrucciato. Lui aprì la scatola e quando vide la sua collana Kaori non poté far altro che mettersi due mani davanti alla bocca per lo stupore.
Era una rivisitazione a ciondolo dell’anello Trinity, tre cerchietti d’oro: bianco, giallo e rosa. Fedeltà, amore e amicizia ma significava anche l’inizio del loro cammino da marito e moglie simboleggiato dall’anello di oro giallo, quelle di bronzo simboleggiate dall’oro rosa e quelle di argento dall’oro bianco.
Potevano avere vari significati diversi, secondo chi le interpretava, ma per lei e Ryo significava amore eterno. Ryo le aveva donato questi anelli come simbolo del loro amore e della sua volontà di farla diventare sua moglie appena lei sarebbe stata pronta per il grande passo.
Soprattutto però Ryo passando davanti a quella vetrina, appena vide quel collier penso subito a lei e come le potesse donare.
Era uscito pazzo per lei, era come una droga. Non riusciva più a non pensare a lei, ogni cosa ogni minima cose le ricordava lei.
L’amava alla follia era questo che pensava mentre tenendo stretta a se la sua amata stava percorrendo l’ingresso della zona in cui quella sera si sarebbe tenuta la serata dedicata ai giovani emergenti del New York Fashion Week.
Una settimana dedicata alla moda. Una settimana in cui tutti i riflettori del mondo sono puntati su New York.
Eriko appena li vide arrivare, aveva un’aria furibonda e si avvicinò a loro.
Eriko: Dove siete finiti? È tardi!
Kaori: Avevo un appuntamento di lavoro, lo sapevi. Ora però, abbiamo un altro appuntamento ma per mezzogiorno siamo da te.
Mick: Tranquilla Eri, per le dodici siamo da te, non facciamo tardi. Ora respira e calmati.
Ryo: Kazue, portala dentro e dalle qualcosa per calmarla o le viene un colpo apoplettico di questo passo.
Kazue: Non vi preoccupate ci penso io a lei. Guardate chi sta arrivando?
Tutti si girarono verso la strada e videro arrivare i bimbi di corsa accompagnati dai loro genitori.
Anthony e Vale attraversarono di corsa la strada senza badare alle macchine che sfrecciavano ad alta velocità.
Kaori sbiancò e Ryo e Mick dovettero reggerla per non farla cadere, anche loro condividevano la preoccupazione di Kaori, erano stati incoscienti quei bimbi che ora erano tra le braccia degli zii ed erano coccolati dopo aver ricevuto una bella ramanzina.
Salutarono Susan e Luke e Kaori lì accompagno nel backstage della sfilata di Eri.
Quando fu dentro Eriko, la braccò e le ordinò categoricamente di cambiarsi, poiché, citando testualmente, così conciata, era impresentabile.
La costrinse a cambiarsi minacciandola di non farla più uscire dì lì.
Le fece indossare delle autoreggenti nere sotto una minigonna nera con balze di tulle e con dei nastri viola intrecciati, inseriti tra una balza e un'altra, stile gothic.
Le fece cambiare perfino l’intimo.
Kaori indossò un reggiseno pushup e un tanga a vita bassissima e micro con degli strass lungo la vita e dietro era un filo alla cui sommità, quando raggiungeva la vita, si richiudeva con un diamante.
Il davanti era ricamato e velato. Il tutto rigorosamente nero. Sopra le fece indossare un esclusivo corsetto, grigio perla, in raso con maniche in pizzo, con chiusura anteriore tramite gancetti e stringature, c’era anche un reggicalze che Kaori fece eliminare.
L’amica non fece obiezioni perché trovava poco chic e raffinato.
Si guardò allo specchio e si riscoprì una bomba sexy, grazie anche a quei fantastici stivali sexy in pelle color grigio fumo. Con dei tacchi a spillo alti 10,5 cm.







Fece un grosso respiro e uscì dal camerino, dove trovò Eriko entusiasta.
Con gambe tremolanti si avviò da Ryo.
Tutti gli occhi degli uomini erano puntati su di lei, ma non solo degli uomini anche le donne la guardavano invidiosa.
Tutte volevano essere belle come lei, magre, fisico tonico e slanciate da far invidia alle più belle modelle del mondo.
Ryo quando la vide rimase a bocca aperta, talmente era concentrato sulle sensazioni che il suo corpo esprimeva alla vista di Kaori che non si accorse dell’attacco mokkori di Mick.
Mick dal canto suo appena la vide ancora più bella che mai non riuscì più a resistere e si lanciò in uno dei mitici attacchi mokkori che non andò a buon fine, causa un repentino e brusca deviazione di Kaori.
Ora, però, dalla sua attuale posizione, poteva ammirare uno spettacolo meraviglioso, le gambe di Kaori e poté notare e ammirare il micro tanga nero semitrasparente.
A quella visione anche il suo mokkori power s’impennò e Ryo uscendo dallo stato di trans vedendo quella scena, in cui Kaori cercava di coprirsi con le mani lì dove non batte il sole e Mick faceva “‘o strunz” sbirciando sotto la gonna.
Incazzato come una bestia in un paio di falcate arrivò da Mick e lo prese per il bavero della camicia con l’intenzione di strozzarlo se non prometteva seduta stante, di lasciar stare la sua donna.
In quell’istante arrivò Anthony Dinozzo, per gli amici Tony.
Tony Dinozzo: ex agente del NCIS, ora sweeper già da qualche anno.
Alto castano occhi grigio/verdi, capelli corti e a spazzola.
Sempre elegante nel vestire, come Mick, e anche per l’incontro con i suoi due amici non si era fatto trovare impreparato.
Difatti indossava un pantalone nero, abbinato a una camicia nera, con il colletto sbottonato, a righe sottili bianche. Ai piedi indossava delle scarpe classiche anch’esse nere come la cintura . Per terminare il tutto indossava una giacca a due bottoni aperta.
Tony è stato un ex agente della Squadra Omicidi di Baltimora, ma è stato sempre più conosciuto per la sua tendenza a flirtare con quasi tutte le donne che incontra.
Tony ha sempre pensato che non ci sia niente di male nel mettere a soqquadro gli oggetti dei colleghi o nel rivelare i loro segreti se ciò può essere fonte di divertimento. Sebbene abbia quasi 30 anni, mostra solitamente un atteggiamento da teenager. È stato molto leale nei confronti dei suoi colleghi al NCIS, specialmente con Gibbs, il suo supervisore.
Gibbs è stato sempre un punto di riferimento per Tony, un padre, una persona da imitare.
Quando quest’ultimo andò in congedo anticipato per malattia, Tony per un certo periodo occupò il suo posto a capo della squadra, ma quando Gibbs tornò, gli cedette il suo posto.
Tony in quel periodo ebbe anche una proposta per gestire una squadra tutta sua ma non accettò dichiarandosi non ancora pronto per fare il capo.
Il tempo passò e Gibbs andò definitivamente in pensione lasciando il comando a Dinozzo.
Tony per la tua particolarità di playboy è sempre andato d’accordo con tutte le donne della squadra soprattutto con il Direttore del NCIS Jenny Shepard ma quando lei morì, la squadra fu divisa e Tony si ritrovò con un nuovo capo.
Un direttore maschile, che voleva imitare il rapporto che sia la Shepard sia Gibbs avevano con la squadra.
Tony a quel punto, non accettando più quelle condizioni di lavoro, diede le dimissioni e decise di trasferirsi a New York e fare lo sweeper.
L’incontro con Ryo e Mick avvenne mentre lui era ancora al NCIS, per un caso in cui stava indagando sia City Hunter sia l’NCIS.
Collaborarono per un periodo insieme e divennero grandi amici avendo una passione in comune, le donne.
Tony arrivò sul luogo dell'appuntamento mentre Ryo e Mick stavano litigando come due bambini, sotto gli occhi di una sempre più divertita Kaori.
Tony vide Kaori e da bravo gentiluomo qual'era si avvicinò a lei e con un galante baciamano si presentò, ignorando completamente i due sweeper.
Kaori arrossì a qual gesto di galanteria pura e non poté fare a meno di sorridere timidamente.
Si conobbero meglio, ridendo e scherzando del più e del meno. Tony era anche molto galante, la riempiva di complimenti e quando un vento un po’ fresco si alzò facendo rabbrividire Kaori, lui da galantuomo, qual’era, si tose la giacca e la poggio sulle sue spalle.
Kaori ringraziando Tony per il gesto appena compiuto, arrossì e sorrise felice, per aver trovato una persona gentile tra gli amici di Ryo e Mick.
Kaori: Grazie Tony, sei stato molto gentile. Ora scusami, ma devo richiamare all’ordine, quei due bambini un po’ troppo cresciuti.
Tony: Se li conosco bene, litigheranno ancora per un bel po’. Perché non andiamo da qualche parte a parlare del caso.
Kaori: Mi dispiace dover declinare il tuo invito, ma davvero devo riportare sulla retta via, quei due. Ho un metodo infallibile per farli smettere di litigare.
Tony: Allora promettimi, che dopo almeno un caffè te lo farai offrire.
Kaori: Volentieri, accetto con piacere il tuo invito.
Kaori si avvicinò con Tony verso i due sweeper e iniziò a tentare con le buone a farli staccare.
Kaori: Bambini, la smettete di litigare per favore? Forza, fate i bravi non mi costringete a usare i martelloni.
Niente i due sweeper non davano segno di volersi staccare.            
Kaori alzando leggermente la voce calcando le parole: VA BENE! TONY ALLORA ANDIAMO? MI AVEVI PARLATO DI UN CAFFÈ O SBAGLIO?
Tony: No, non sbagli, conosco una caffetteria che è poco distante da qui che fa un ottimo cappuccino all’italiana.
Kaori: CIAO RYO, NOI ANDIAMO! CI VEDIAMO PIÙ TARDI! – sussurrando – Tony per favore stai al mio gioco, per favore. – TONY VEDI QUELLA COPPIA LAGGIÙ – quando in realtà non c’era proprio nessuno – SONO LA MIA AMICA KAZUE E IL SUO NUOVO COMPAGNO MAMORU GUARDA CHE BELLA COPPIA SONO INSIEME.
Nel frattempo, mentre Kaori e Tony parlavano e si allontanavano lentamente a braccetto, i due bimbi in un battibaleno avevano rinunciato alla lotta e stavano raggiungendo la coppia.
Ryo dando una pacca sulla spalla Tony, facendogli perdere l’equilibrio: Ehi, amico da quanto tempo!
Tony: Sempre il solito, vedo, non cambi mai. Non sai neanche essere gentile e galante davanti a una bella donna, che mi porge gentilmente il braccio.
Ryo: No, se la donna in questione è LA MIA DONNA. Sai com’è non mi va che qualcuno, ci provi con LA MIA FIDANZATA!
Kaori: Ryo! Insomma, calmati, non è successo nulla di male. Tony è stato gentile mi ha visto un po’ in difficoltà causa il terreno sconnesso e i miei tacchi e mi ha aiutato. Tu piuttosto dov’eri? Eri a litigare come un bambino dell’asilo con Mick per cazzate.
Mick: Amico, ha ragione Kaori, eravamo tutti presi dai nostri battibecchi che l’abbiamo completamente ignorata.
Ryo: Allora sapete che vi dico, tenetevela tutta per voi. Non m’interessano, per niente, i virago. Non mi sono mai piaciuti gli uomini.
Kaori si voltò verso Ryo e lui automaticamente si mise in posizione per ricevere la solita martellata che arrivava puntualmente ogni volta che dava fiato alle sue cazzate.
Questa volta, però, la martellata non avvenne.
Kaori si girò con una faccia talmente seria che Mick capì subito che Ryo l’aveva combinata grossa questa volta.
Kaori: Benissimo, se è questo che pensi, non dovrai più preoccuparti di me. So badare benissimo a me stessa.
Ryo: Tsk, ho visto come sai badare a te stessa, è bastato che ti mettessi in casa il primo deficiente per farti diventare succube di lui e una drogata di psicofarmaci. Per non parlare di tutto il resto. Si ho visto proprio.
Kaori con voce calma e pacata, che non traspariva nessuna emozione: Ryo, basta per favore questa volta ha superato il limite. Non voglio sapere più nulla, non aggiungere un'altra parola per favore. Ti ringrazio per la collana che mi hai regalato, ma davvero non posso più accettarla, come del resto quest’anello.
Restituì la collana e l’anello di fidanzamento e si girò verso gli altri con un sorriso forzato.
- Scusatemi, avete dovuto assistere a una scena poco simpatica. Ora, se non vi dispiace, abbiamo un lavoro da svolgere.



Colonna Sonora: The Sound of Silence - Simon & Garfunkel



Kaori riprese sotto braccio Tony e si avviò con lui alla caffetteria.
Lasciando un Ryo inebetito che guardava il risultato della sua stupidità.
Mick si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla, Ryo come se avesse razionalizzato gli ultimi minuti si accasciò a terra e rimase a fissare quegli oggetti, quei simboli che rappresentavano tutto l’amore che provava per quella donna.
Ryo: Sono stato un vero coglione, che cazzo ho fatto, che cavolo ho detto. Ho tirato in ballo anche la storia di Aleck. Come un deficiente l’ho accusata di cose non vere e l’ho ferita dove è più scoperta. Io che normalmente, faccio, dico. Io che voglio essere un supereroe, io che voglio proteggerla … ma che cazzo voglio fare, come pretendo di difenderla e calmarla dal terrore di quell’individuo se non riesco neanche a tenere a freno la mia lingua e a collegare il cervello alla bocca.
… e ora che ho “accocchiato”!  Che ho risolto! Che cazzo ho fatto!? L’ho persa, e questa volta per sempre, perché l’ho delusa ferendola nel suo punto debole.
Mick: Calmati, non l’hai persa, vedrai che farete pace, lei ti ama. Se tu ti scuserai e riuscirai per una volta a non dire cazzate, lei ti perdonerà. Ora coraggio raggiungiamoli, vedrai che andrà tutto bene. Tu però la prossima volta pensa prima di parlare, potevi evitare di dire tutte quelle cose ma ora è tardi e piangersi addosso, non serve a niente. Cerchiamo di salvare il salvabile. Se ti scusi, forse non è troppo tardi.
Raggiunsero gli altri e Ryo come un cane bastonato, tentò di avvicinarsi a Kaori ma lei lo respingeva, era ancora troppo arrabbiata.
Lei sapeva che Ryo non pensava veramente quelle parole e che lui fosse soltanto geloso della situazione ma l’avevano ferita al punto tale da prendere quella decisione istintiva.
Arrivarono alla caffetteria e si sedettero a un tavolo tutti e quattro. 
Mick si mise all’interno vicino alla finestra di fronte a Tony che sedeva vicino a Kaori.
Ryo e Kaori si ritrovarono l’uno di fronte all’altro ma nessuno dei due riusciva a guardarsi negli occhi.
Dopo che ebbero discusso di un po’ di cose. Kaori non riuscendo più a reggere quella situazione si scusò e si alzò per andare alla toilette.
Quando si chiuse dentro, scoppiò in un pianto senza fine ma le lacrime non aiutavano a lenire il dolore, scavò nella borsetta e trovò delle forbicine e dei fazzoletti.

“Si siede disperata per terra e comincia a tagliarsi come un tempo.
Apre la forbicina e con la punta premuta contro la carne comincia a muoversi lentamente.
Piange mentre sente la carne lacerarsi sotto il suo passaggio ma si sente anche meglio, ogni altro dolore sta svanendo dalla sua vita.
Il sangue che esce rappresenta tutto il dolore che ha dentro e che man mano sta svanendo.
Arriva fino in fondo e fa cadere la forbicina per terra e comincia tamponare il sangue con un fazzoletto.
Ora si sente bene, non ha più nessuna sensazione, il dolore del taglio è più forte del male che ha dentro.
Il dolore del taglio, però, svanisce e troppo in fretta per lei.
Sta male, si sente offesa, delusa, umiliata e ferita nell’anima dall’uomo che fino a poche ore fa diceva di amarla e di voler passare tutta la vita con lei.”

Riprese in mano le forbicine e ricominciò a tagliarsi, a ogni taglio che s’infliggeva, stava sempre peggio, il dolore tornava e più forte di prima.
Stava male, sempre più male il suo mondo era crollato come un castello di sabbia. Non sarebbe riuscita a mettere di nuovo insieme i pezzi della sua vita. Tutta l’illusione creatasi era svanita in una bolla di sapone. Era stanca di tutto, di essere sempre ferita e di dover per l’ennesima volta ricominciare tutto d’accapo. Il tagliarsi non riusciva neanche a scalfire tutto il dolore che aveva dentro. Qualcosa in lei si era spezzato definitivamente … stava male aveva solo voglia di morire e di non pensare più a niente e l’unica persona che poteva far qualcosa per farle tornare la voglia di vivere era la stessa che l’aveva ridotta in quello stato.
Kaori al limite della disperazione, prese il suo flacone di psicofarmaci e ne prese quanto bastava per morire.
Con fatica si alzò da terra aggrappandosi al lavabo, si guardò allo specchio e non si riconobbe più era lo spettro di se stessa.
Da quando Aleck era tornato nella sua vita aveva iniziato un lento decadimento, accelerato bruscamente dalla rottura con Ryo.
Come si suol dire: “ La goccia che ha fatto traboccare il vaso”.
La goccia era stata la rottura con Ryo che aveva fatto definitivamente cedere Kaori, scossa da vari avvenimenti.
Il ritorno di Aleck con la sua ossessione e il terrore che si ripopolava lentamente dentro di sé.
La scoperta di una gravidanza, tanto attesa e desiderata, con la relativa felicità provata per quella sensazione di completezza.
Gravidanza terminata, poi, in poche ore con un aborto spontaneo.
Il sentimento di sentirsi imperfetta, di non essere capace di essere una vera donna.
Le minacce di Aleck di uccidere chiunque le stesse vicino e di uccidere anche suo figlio. Si sentiva osservata da lui, che sembrava conoscere tutti i suoi movimenti.
L’arrivo a New York e l’intensificarsi dei messaggi e ancora quella sensazione di non andare bene, di non essere all’altezza della persona che amava. Il ritorno delle calugne da parte di Aleck che era tornato a dirle che era una grandissima puttana e nessuno l’amava veramente, solo lui l’amava.
Nessuno, poi, in questo periodo si era accorto che lei faceva finta di mangiare, era dimagrita e quando ingeriva cibo, perché costretta, si chiudeva in bagno senza che nessuno potesse accorgersene e mettendosi due dita in gola rigettava tutto quello che aveva ingerito.
Nessuno si era accorto di nulla, neanche Ryo aveva notato i segni, le cicatrici che aveva sulla mano causate dal vomito autoindotto.

Kaori:* Nessuno mi ama davvero, mi vuole bene sul serio. Sono solo un peso per loro. Ecco anche ora che sto chiusa in questo bagno da un’ora, nessuno mi ha cercato … molto probabilmente Ryo sarà già andato via a cercarsi qualcuna con cui scopare e io sto qui come una scema a struggermi d’amore per lui. Sto male e nessuno riesce a capirlo, neanche io riesco a capire questo dolore dentro da dove viene … basta sono stanca … voglio dormire per sempre.*

Prese le prime due pillole e con un sorso d’acqua, prelevata dalla fontana, le ingoiò.
Fece la stessa cosa con altre due pillole, in totale per ora ne aveva ingerite quattro.
Due secondi dopo ne aveva ingerite sei. Una dopo l’altra aveva ingerito in totale, nel giro di pochi minuti, sei compresse calmanti.
Nel giro di qualche minuto avrebbero cominciato a farle effetto e per velocizzare il tutto prese altre due compresse e si accovacciò per terra chiudendo gli occhi, in attesa della morte.

"In sogni agitati camminavo solo
In strade strette e ciottolose
Nell’alone della luce del lampione
Ho alzato il mio colletto per il freddo e per l’umidità
Quando I miei occhi furono colpiti dal flash di un neon
Che attraversò la notte
E toccò il suono del silenzio"

   
 
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