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Autore: _neikos_    06/02/2015    5 recensioni
Un amore non corrisposto o forse solo un amore temuto da troppi.Un destino già scritto che non dà pace e non dà speranze. Una partenza sofferta e odiata, basteranno ad arrendersi?
Una nuova avventura ha inizio e stavolta Bunny prenderà da sola le sue decisioni.
In questa storia fonderò aspetti sia dell'anime che del manga.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio, Seiya, Usagi/Bunny | Coppie: Seiya/Usagi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Beh che dire aggiornamento record!! Per Sakura: non ti puoi lamentare visto che per te non sto dormendo!! E.. prendi un bel respiro ;p
Per Olga: Grazie!!!
 
Taiky non era riuscito a parlare con Gioèl, anzi, sorprendendo tutti, si era presentato alla festa con un’ora di ritardo, era stato trattenuto per un esperimento impazzito in laboratorio, così i suoi piani erano andati in fumo. Yaten invece era arrivato puntualissimo, anche in anticipo, nervoso e scontroso per non essere rimasto a casa, come invece avrebbe preferito, ma visto che era dovuto uscire non vedeva l’ora di riabbracciare il fratello, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Seiya aveva fatto il suo ingresso verso le sette e mezzo, fiero e sicuro di sé, si era diretto verso la principessa, fece il saluto dovuto e poi le si affiancò. La cerimonia di encomio ebbe inizio, Kakyuu appuntò sul petto di ogni membro dell’equipaggio, una medaglia a forma di stella a sei punte argentata. Avanzavano verso di lei uno alla volta, e per ultimi sarebbe toccato prima al Primo Ufficiale e poi al capitano. Saphira avanzò orgogliosa, gli occhi le brillavano, come se lo stesse aspettando da tutta una vita, era severa e impeccabile nella sua alta uniforme, il mantello le conferiva un’aria autoritaria e di profondo rispetto, riscontrabile al pari, in pochi. Ma i capelli lasciati liberi, che mossi le contornavano il viso, parlavano di altro. Non di regole e non di un soldato, semplicemente di una bellissima ragazza che aveva intrapreso quella strada per avere delle avventure che le riempissero la vita, senza pensare ai doveri come donna, come figlia, o come moglie, ruolo che aveva fuggito senza pensarci su neanche un momento, scappando ad arruolarsi, per vivere la vita che lei aveva scelto per sé. La vita che aveva sognato fin da piccola, da quando le sue amiche si fingevano principesse in pericolo, e lei invece, si trasformava nell’impavida combattente pronta a soccorrerle, senza l’aiuto di nessun principe arrivato su qualche ronzino. Seiya aveva imparato bene a riconoscere quello sguardo compiaciuto, e la guardava sprezzante con il suo sorriso malizioso, sussurrandole che la sua medaglia era argentata come le altre, mentre quella del capitano sarebbe stata dorata. Saphira rimase impassibile, neanche un ghigno deturpò il suo viso, fino a quando Seiya non scese dal gradino per porsi difronte a Kakyuu, allora il primo ufficiale, in maniera furtiva, premette il tacco dello stivale sul piede del capitano, sussurrando anche lei: «ancora per poco stellina». Poi si defilò con il resto dell’equipaggio per godersi il resto della festa. All’arrivo di Taiky finalmente i tre fratelli si riunirono felici, perfino Yaten aveva messo da parte l’ostilità nei confronti di Seiya per godersi il momento; e quella fu l’occasione per presentare alla principessa e alle alte cariche le tre nuove Sailor Starlights. Tre ragazze si fecero avanti, tutte e tre visibilmente molto giovani, ma non per questo meno combattive. Erano tre gemelle, portavano tutte e tre i capelli legati in una treccia, con due ciuffi ai lati del viso che scendevano lunghi e arrivavano all’altezza del seno. Quello che le contraddistingueva era il colore della chioma, Akemy la futura Sailor Star Polvere di Stelle aveva i capelli di un biondo molto acceso; Hanae la futura Sailor Star Cuore del Futuro li aveva neri, ma con un vistoso riflesso blu; mentre quelli di Urako la futura Sailor Star Regina del Coraggio erano rosso fuoco. Le tre ragazze furono presentate da Yaten, che ne era particolarmente orgoglioso, essendo le giovani molto abili nel combattimento e molto rispettose dell’autorità, cosa che non avrebbe mai potuto dire di suo fratello. Una volta conclusa anche questa incombenza, gli invitati furono liberi di godersi finalmente la festa.  I tre fratelli si stavano dirigendo al buffet quando Taiky si fermò di colpo :«Caspita mi stavo dimenticando.. devo ancora trovare Gioèl!» «Ma come non le hai ancora parlato? Sei uscito prestissimo..» «No Yaten, ero andato a cercarla in laboratorio ma poi c’è stato un imprevisto e ho avuto da fare, devo sbrigarmi, sarà da Kakyuu..» «Ragazzi, volete spiegare anche a me cosa sta succedendo? Anche Kakyuu mi ha detto che avresti avuto una sorpresa, allora? Di che si tratta?» «Yaten spiegaglielo tu io vado a cercarla!» Taiky scappò via, e Seiya rimase a guardare Yaten sconcertato, «Ma che gli prende?» «Ehh Seiya Seiya… state diventando troppo complicati per i miei gusti..» Yaten spiegò la situazione per filo e per segno, poi però furono interrotti dagli amici di Seiya che si erano avvicinati a loro per brindare tutti insieme. I due fratelli presero da bere, mettendo la situazione sentimentale di Taiky da parte, tanto non avrebbero potuto farci niente, e iniziarono a ridere e a scherzare, divertendosi insieme, come non succedeva da troppo tempo.
Taiky intanto aveva trovato la sua ragazza, Gioèl gli corse in contro felice come non mai, e in più era bellissima. Il che non rendeva certo più facile il compito di Taiky, anzi.. glielo rese impossibile, la guardava ridere e stringergli la mano, emozionata, in quel vestito lungo e blu che aveva cercato per giorni e giorni, quei boccoli castano chiaro che aveva acconciato di lato per l’occasione, e gli occhi nocciola che brillavano come se avesse visto la cosa più bella del mondo! Lei lo abbracciò: «tesoro va tutto bene? Sei un po’ nervoso? Anche io sono emozionatissima, non vedo l’ora!» Lui mentì: «Va tutto benissimo. Sono solo molto emozionato, come te!» La strinse più forte, non riuscì a fare altro. Infondo era molto legato a lei, infondo la amava, infondo Amy sarebbe stata sempre un’illusione impossibile da vivere, magari per quello il suo ricordo rimaneva ancora avvinghiato al suo cuore. Ma lui era un uomo maturo, un uomo razionale. Non ostinato come Seiya. Sapeva che il posto delle guerriere era sulla terra, a difendere la futura regina! E sapeva che il loro di posto era su Kinmoku, a difendere il loro pianeta. Sapeva che stava facendo la scelta giusta. Non poteva distruggere un rapporto vero per l’infatuazione di un ragazzino, ormai era cresciuto anche lui. Si incamminarono insieme, abbracciati, per giungere nel salone centrale, prese in mano due calici porgendone uno alla donna che stringeva al suo fianco e poi attirò l’attenzione su di sé, «Scusatemi, vorrei fare un brindisi. Un brindisi a mio fratello Seiya e al suo equipaggio che ci hanno evitato non poche seccature! Un brindisi alle tre future Sailor Starlights: Vi aspettano dei sacrifici, ma anche un grande onore, per noi lo è stato e lo è tutt’ora. E infine un brindisi a questa magnifica donna che mi è affianco, a lei toccherà il compito più difficile, perché sarà la mia bellissima sposa!!» si chinò per darle un bacio mentre tutta la sala rimbombò di applausi e di urla di felicitazioni. Seiya e Yaten erano infondo, e anche a causa del troppo alcool ingerito in troppo poco tempo, rimasero un po’ spiazzati dalla notizia, scoppiando poi a ridere «Mi sa che non ci è riuscito a parlare eh Yaten??» «EH Già.. E a me sa che ci tocca andare a congratularci con nostra cognata». Si staccarono dal gruppo correndo verso i futuri sposi, saltando addosso a loro fratello, e poi abbracciare delicatamente la ragazza che da lì a poco sarebbe entrata a far parte della loro famiglia. Poi ripresero a bere, a ridere, a scherzare e a bere ancora! La serata alla fine si era rivelata un successo e davvero divertente, Seiya e Saphira si ritrovarono spesso a raccontare del viaggio e dei loro battibecchi, finanche del loro primo incontro facendo ridere tutti come pazzi. Finché, tra una risata e un bicchiere di troppo che gli stava per scivolare dalle dita, Seiya decise di uscire per prendere una boccata d’aria. Si sedette su un gradino che affacciava sul giardino del retro del palazzo, poco distanti da lui diverse persone chiacchieravano e ridevano spensierate, qualcuno alzava il bicchiere per salutarlo, ma lui si era richiuso nei suoi pensieri, senza neanche badarci. Con una mano reggeva il largo calice, specchiandosi nel liquido chiaro che faceva oscillare roteando l’oggetto, con l’altra stringeva l’orecchio sinistro, toccando l’orecchino a forma di mezza luna con i polpastrelli, pensando a quanto si stesse divertendo, pensando che forse era arrivato il momento di lasciarsi il passato alle spalle, che anche la vita che gli si prospettava non era male, anche se non era quella che avrebbe voluto scegliere. Saphira gli arrivò alle spalle, sedendosi poi sullo stesso gradino «Sei pensieroso capitano? Ti stavano cercando..» «..No avevo solo bisogno di un po’ d’aria, credo di aver bevuto troppo, non ci sono abituato..» «ohh il nostro impavido Seiya sconfitto da un bicchiere di vino!!» lei si mise a ridere, e lui la guardò sereno, pensando che forse Taiky stava facendo la cosa migliore a lasciarsi andare senza troppi pensieri, e che forse avrebbe dovuto farlo anche lui, in fondo non avrebbe fatto del male a nessuno. Fu un attimo e la baciò. Come avrebbe potuto pensare che invece quel bacio a qualcuno avrebbe fatto male davvero? Come avrebbe mai potuto immaginare che a causa di quel piccolo gesto, a pochi metri da lui un cuore si era appena spezzato, un’anima stava cadendo nell’oblio.
 
Le ragazze erano arrivate nella villetta al mare, avevano sistemato le loro cose e Bunny le aveva aiutate per smorzare un po’ la tensione. Aveva passato addirittura un’intera ora guardando i vestiti buttati sul letto di Morea, per scegliere quello che avrebbe indossato, consapevole che probabilmente in realtà si sarebbe presentata da lui con indosso ancora il suo sailor fuku, ciononostante tutte e quattro le sue amiche erano alle sue spalle consigliando questo o quell’abbinamento, non volendo concentrarsi neanche loro sulla pazzia che stava per fare. Bunny era così nervosa da non riuscire a smettere di tremare, finchè non prese tutto il coraggio che le era rimasto in corpo, decidendo di andare, perché se non fosse partita in quel momento non sarebbe partita più. Le ragazze avevano chiuso tutte le finestre, sapevano che il cristallo d’argento, una volta sprigionato il suo potere, avrebbe emesso un bagliore fortissimo, e non volevano certo che qualche curioso fosse richiamato dal suo brillare. Bunny si era trasformata, ed era al centro della stanza, le sue compagne la guardavano febbricitanti anche loro. Era lei quella che doveva partire, ma non si erano mai separate, e l’idea che lei dovesse affrontare tutto questo da sola non le tranquillizzava affatto. Marta era sull’orlo della crisi e le afferrò la gonna, come una bimba impaurita che si attacca alla mamma, «Ma sei sicura che non vuoi che veniamo con te?» Rea subito la spalleggiò, anche lei sarebbe stata molto più tranquilla sapendosi al suo fianco, «Si Bunny, noi potremmo esserti di aiuto», «Facci venire con te. Se ti perdi? Non ci sei mai stata, non sai neanche dove andare, se non lo trovi??» disse preoccupatissima Morea. «Morea, non ho bisogno di sapere dove sarò, io lo troverei ovunque, mi basterà concentrarmi su di lui, e io conosco ogni lineamento del suo viso, conosco a memoria ogni ciuffo ribelle, niente di lui è confuso o sfuocato nella mia mente». Sorrise infondendo un po’ di tranquillità in ognuna di loro. Sapevano che diceva la verità, avevano accettato il sentimento incondizionato che la loro principessa provava per quel ragazzo, contro ogni destino e contro ogni difficoltà. Amy le si avvicinò prendendole le mani, poi rivolgendosi alle altre: «Lasciatela stare, è una cosa che deve fare da sola, è giusto così. Bunny, noi ti aspetteremo qui! Buona fortuna amica mia» La abbracciò stretta, con le parole le diceva di andare, ma quella stretta sembrava volerla tenere lì per sempre, al sicuro! Si avvicinarono anche le altre, abbracciandosi tutte insieme per qualche minuto, poi la lasciarono libera, magari.. prima sarebbe andata, prima sarebbe tornata, e anche se non fosse tornata… sapevano che sarebbe stata felice, e questo in fondo, per il grande amore che le legava, bastava a tutte. Lei richiamò a sé il cristallo d’argento che rimaneva sospeso nelle sue mani con l’aspetto di una bellissima ninfea, «A presto ragazze!» Lo strinse e chiuse gli occhi. Davanti a lei l’immagine di Seiya le sorrideva. Vedeva il suo corpo, quel corpo che l’aveva sempre protetta, e che si era parato davanti a lei, incurante di qualsiasi attacco e di qualsiasi ferita. Vedeva le sue mani, quelle mani che tante volte l’avevano stretta per darle conforto, che tante volte l’avevano accarezzata innocenti, senza chiedere niente di più e niente di meno, solo la sua vicinanza. Vedeva il suo sorriso, quel sorriso che non le aveva negato neanche il giorno della sua partenza, quel sorriso che non riusciva a negare nessun sentimento che cercava di celarsi alla vista di tutti quelli che avevano provato a dividerli, senza poterci riuscire. Vedeva i suoi occhi, quegli occhi blu come l’oceano dove sarebbe annegata volentieri se solo avesse avuto il coraggio di farlo, e che ora voleva rincontrare disperatamente, per potercisi specchiare anche solo un’ultima volta. Vedeva Lui e desiderò solo di poterlo raggiungere. Il cristallo nelle sue mani cominciò a brillare, sempre di più, finché la luce abbagliante non la avvolse completamente. Toccò il suo picco più alto per poi dissolversi nel nulla. Lasciando la stanza completamente al buio. Amy accese la luce. Era andata. Si guardarono tutte «Speriamo che vada tutto bene.» Nessuna aggiunse altro. Non gli rimaneva che avere fiducia in lei. Non gli rimaneva che attendere.

Si aspettava di ritrovarsi a casa di Seiya.. invece si rialzò tossendo e togliendosi di dosso erba e terriccio. Il viaggio, anche quello era stato molto più lungo di quello che si aspettasse.. non si rendeva bene conto di quanto fosse durato, ma guardando il cielo capì che la notte ormai era scesa da un po’, già il cielo.. il cielo di Kinmoku l’aveva lasciata senza parole, non vi era la luna a illuminarlo, ma decisamente comprese in quel momento, perché lo chiamavano il pianeta delle stelle. Ogni stella era più bella di quelle a cui era abituata, ognuna di esse era più grande e più luminosa. Di fronte a quello spettacolo.. la sua luna era poca cosa.. Ma dovette distogliere lo sguardo, diverse voci e diversi rumori attirarono la sua attenzione. La trasformazione, per lo sforzo del duro viaggio, si stava sciogliendo, non voleva farsi vedere da sconosciuti in quel frangente.  Si nascose meglio che poté dietro una grande quercia che si trovava proprio lì vicino, e quando la trasformazione fu completamente sciolta ridandole un aspetto, non comune, ma quasi.. si sporse per capire meglio quale fosse la situazione in cui si trovava. Si mise di lato all’albero, lasciando la mano e il braccio sinistro nascosti dietro la pianta, poi si guardò intorno. La serata pareva ricca di eventi che non si sarebbe mai aspettata, quella dove era arrivata sembrava una festa, sfarzosa ed importante, tanto da sentirsi inadeguata, l’unica cosa che riusciva a pensare era che con tutto quello che aveva portato si sarebbe presentata a lui, a quella festa, con un paio di jeans a vita bassa, strappati e con i risvolti, una maglietta dell’hard rock blu, e delle converse basse e gialle ai piedi! Si riparò di nuovo dietro la quercia, vi si appoggiò contro con le braccia incrociate e diede un paio di lievi testate al tronco, cercando di parlare a se stessa:  “ok Bunny, ora calmati! Queste sono solo sciocchezze! Hai fatto tanto la dura.. e ora che fai? Ti rintani come un coniglio?? NO!!! Hai fatto troppa strada!! Ora esci da questo stupido albero e vai a cercarlo!!! Sicuramente il primo che passa lo conoscerà.. è pur sempre Seiya, si farebbe riconoscere ovunque..”
Si avvicinò di qualche passo a dei ragazzi, li scelse perché anche loro erano vicini ad un altro albero, e quella sera sembrava che gli alberi le fossero amici, poi con molta timidezza e la voce tremante si decise a interrompere la loro conversazione: «ehm.. per..perdonatemi, credo.. di essermi persa.. io starei cercando un ragazzo, si chiama Seiya.. Seiya Kou» i ragazzi la squadrarono da capo a piedi, non era proprio la tipica ragazza che si vedeva in giro, non da quelle parti.. non vestita in quel modo almeno.. e poi uno singhiozzando finalmente rispose «Ma il capitano Seiya Kou?» Lei rimase un po’ incerta, «Capitano?.. » che fosse la stessa persona? «io veramente credevo che.. che fosse un cantante!» «Guarda biondina, su cantanti non so che dirti.. (un altro singhiozzo) ma se cerchi il capitano è lì infondo stiamo festeggiando il rientro da una missione, e poi quel pazzo di Kou ha anche annunciato il suo fidanzamento, dopo appena un anno» tutti cominciarono a ridere, offrendole anche da bere, poi una ragazza, molto più gentile le disse «Ah guarda è proprio lì, seduto!» La testa già le scoppiava, FIDANZAMENTO??? Ma di cosa parlavano?? Girò il viso verso destra, alzò lo sguardo e lo vide. Era lui, era lì a pochi passi, era bellissimo, e lei ricominciò a tremare. Stava per fare un passo avanti quando si fermò, non era solo, guardava sorridente una ragazza seduta vicino a lui. Lei rideva e lui……. Lui la baciò.

La ragazza la guardò preoccupandosi, la vedeva tremare, gli occhi sbarrati «ehi?? Ti senti bene?» «Cosa?» «Dico, ti senti bene? Vuoi un po’ d’acqua? Io non lo conosco di persona, ma se vuoi te lo chiamo..» «NO! No scusa, cioè.. non serve, non è lui, mi..mi.. mi sono sbagliata… Ho sbagliato tutto» Bunny indietreggiò di qualche passo poi non potendo reggere più quella scena, si girò di spalle e corse via. Correva, non sapeva verso quale direzione, ma continuava a correre, lontano da lui, lontano da tutto quel dolore, lontano da tutti gli sbagli che aveva commesso, lontano dal tempo che non aveva cambiato lei, ma che, a quanto pareva, aveva cambiato lui! Nella testa solo quella maledetta frase “quel pazzo di Kou ha annunciato il suo fidanzamento” Negli occhi solo quella maledetta scena: l’amore della sua vita che baciava un’altra donna. Si fermò per un attimo, voleva tornare a casa, al sicuro, da chi ancora la amasse, ma chiudendo gli occhi la scena non cambiava. Lui era sempre lì e tra le sue braccia c’era la sua fidanzata. Allora continuò a correre, finché la sua corsa non fu arrestata da un laghetto, era in trappola, e il cristallo d’argento non riusciva a brillare. Si inginocchiò sulla riva, le lacrime le appannavano la vista, ma lo stringeva forte a sé implorando, dondolando con la schiena avanti e in dietro «Ti prego, ti prego, ti prego portami via, portami via da qui, portami a casa» Lo fissò e delle lacrime di disperazione caddero sul cristallo. Il cristallò le assorbì e finalmente iniziò a brillare, la bellissima ninfea apriva sempre di più i suoi petali, ed altre lacrime caddero, stavolta però senza posarsi, cominciarono a volteggiare intorno alla ninfea, creando delle orbite, due, quattro, sei, otto. Otto lacrime si erano trasformate in otto piccoli diamanti, ognuno di un colore diverso. Ciascuno di essi tracciava un’orbita intorno al cristallo continuando a muoversi, sempre più velocemente,  e quest’ultimo prendeva sempre più luminosità, fino ad avvolgere completamente la sua custode, per poi dileguarsi un’altra volta.

Una luce fortissima investì la spiaggia, un bagliore mai visto prima di allora. Era notte fonda e Marta che aveva lasciato la finestra aperta ne fu investita e svegliata, si guardò un attimo intorno per comprendere cosa stesse succedendo poi urlò:«Ragazze!! Ragazze svegliatevi».  Si precipitarono in spiaggia, l’energia emanata sembrava simile a quella di Serenity ma era molto più forte, molto più intensa. Anche i capelli che riuscivano ad intravedere, sembravano quelli della principessa, ma non erano dorati, erano bianchi, eterei, come la luce che si stava sprigionando. Poi il bagliore cominciò a ritrarsi, tutta quell’iridescenza stava tornando indietro, al suo punto d’origine, richiamando a sé anche il biancore dei capelli. E quando sulla spiaggia tornò la quiete, era rimasta solo Bunny, con i capelli ancora dorati e con in mano i frammenti di quello che era stato il cristallo d’argento. Corsero ad abbracciarla, non sapevano cosa fosse successo, ma la vedevano disperata. Lei ripeteva solo «è troppo tardi, è troppo tardi!»

Entrambi si allontanarono, Seiya ci aveva provato, ma non era quello il sapore che avrebbe voluto sentire in un bacio, non era quello il profumo che lo faceva impazzire ogni volta, si scusò immediatamente. Saphira si era ritratta ancor prima, aveva imparato ad apprezzarlo ma l’affetto che gli rivolgeva era molto più simile a quello che si prova per un fratello minore che non per un amante. «Seiya no, ma che ti prende?» «Scusami! o dio.. scusami, Saphira non volevo davvero! Sono ubriaco e non ci capisco più niente». Non voleva perdere la sua amicizia per quel gesto sconsiderato, dettato solo dalla tristezza e dai fumi dell’alcool, così per farle comprendere il suo rammarico decise di raccontarle la sua storia, la storia della donna alla quale aveva dovuto rinunciare, la storia del suo amore e del suo dolore.
La storia di colei che aveva perso in quell’istante, senza che lui se ne accorgesse. Ma forse questo non lo avrebbe mai saputo.
 
In due punti opposti della galassia due donne aprirono gli occhi di scatto, due donne avevano captato un’energia che non doveva apparire, non ancora.
In due punti opposti della galassia due donne decisero di partire nello stesso momento.
Si ritrovarono davanti alle porte del tempo, arrivate contemporaneamente,  si fissarono a lungo, poi una delle due prese la parola «Non doveva rivelarsi, non ancora!» «Qualcosa è cambiato» «Dobbiamo andare da lei Pluto». Sailor Pluto guardava il suo portale, il suo scettro e non capiva! Niente di tutto quello che era appena successo sarebbe dovuto accadere. Ma allora perché? «Io non capisco, com’è possibile?» «Pluto, dobbiamo andare da lei. E tutti dovranno sapere.» «è troppo presto» «No, è giunto il suo tempo, non è il suo passato e non è il suo futuro. È il suo tempo» La protetta di Plutone rimase in silenzio a riflettere su quelle parole, poi la guardò «Hai ragione Galaxia, andremo da lei!»
   
 
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