Ahloa, miei carissimi angeli! Passato un piacevole weekend,
e un’altrettanto gradevole serata? Mi auguro con tutto il cuore. Io sto bene – so che non frega niente a nessuno, ma lo dico
lo stesso – la storia è già avanti di due cappy sul pc e di dieci o undici su
carta, quindi, per me è un’ottima settimana. Inoltre, anche a scuola vado a
gonfie vele, e quindi, mejo me sento!! XD
Ok, seriamente, parliamo un po’ del capitoletto.
Questo affascinante capitolo 13 (che non porta sfortuna,
guai a chi lo pensa!) è diviso in due parti.
La prima, dal punto di vista di Edward, in cui si vedrà la “Riunione
Straordinaria dei Fratelli Cullen su Bella”. Questo è il nome in codice che gli
ha dato Emmett dietro le quinte, mentre leggeva il copione.
La seconda è la parte su Bella, quella in cui l’angelo
Carlisle farà la sua ascesa illuminando come un potente faro la notte buia et
spaventosa di Bella.
Spero gradiate, mie dilette.
E se non gradiate (oddio noooooooooooo!!!!!!!!! T______T)
ditemelo.
Ah, prima di ringraziare e di lasciare al capitolo, vi
propongo una sfida: SECONDO VOI, CHI RIUSCIRà A FAR APRIRE GLI OCCHI AD EDWARD SUI SUOI
SENTIMENTI?!?
Vediamo chi ci arriva. La sfida ha inizio!
E ora, si ringraziano:
Fin Fish: Contenta che stia meglio! Lo so, anche per me questo capitolo è un po’
bruttino. Non so che abbia che non va, ma non mi convince molto. Eppure, è
apprezzato. Meglio così ^^ si lo so, la scena finale migliora il tutto, ma
spero non crederai che IO possa farli svegliare così facilmente. Sono Sadica,
con
miki18: scusaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!! Non volevo farti attendere
tanto, ma ora ti accontento! Mio regaluccio per voi, spero gradiate!!
Bluking: Edward ne morirebbe? Ma quello appena vede che apre
bocca per dire “Ed, me ne vado!” muore! Cioè, altro che aprire bocca! Alla E
sopraggiungerà l’infarto! Vedremo cosa succede quando hai vampiri prende
l’infarto, sarà un’esperienza unica!!!! No, poverino. Comunque si, morirebbe, e
lo sappiamo tutti. Che Bella si consideri un mostro è naturale, è praticamente
vissuta nell’oscurità per i suoi primi tre ani da vampira, strappata alle cure
amorevoli della sua mamma… T___T che tristezza. Beh, spero che da qui capirai
un po’ meglio la storia!
Lion E Lamb: New Fan, New
EntrY! Welocome in uor big grazy family! Grazie per I complx e scusami 1
milione di volte per averti fatto impazzire. Proverò ad aggiornare più spesso…
E CI RIUSCIRò!
fofficina: Welocome in our
big crazy family! T___T Grazie di aver commentato, sono felicissima! Si, lo so,
mea culpa se ho aggiornato dopo troppo tempo, ma ho avuto da fare, e poi
pensavo che questo capitolo fosse da bruciare. Invece è
piaciuto! E parecchio! Spero che questo non vi rovino la bassa stima che
provate verso di me! ;) In quanto a Eddy e Bella… aspetta un po’. Ci sarà una
persona in particolare che li aiuterà, ma non indovineresti mai di chi si
tratta!
Wind: Grazie, i tuoi
commenti sono sempre apprezzatissimi!
Finleyna 4 Ever: Welcome in our big crazy family! Benvenuta, benvenuta, my friend! Non
preoccuparti per le tre volte che non leggi, hai recuperate tutto insieme,
senza farti prendere dall’ansia perchè non aggiorno – almeno una si è salvata!!
E per la scuola che brucia i neuroni, quanto ti capisco! Concordo! Troppo
studio, troppa roba… servisse a qualcosa! Bah! Comunque, Edward idiota non l’avevo
mai sentita. Carina! Abbiamo trovato un altro aggettivo per il nostro
super.imbranoto-dolce.-intelligente-sexy-amabile-eroico- coraggioso-
strabiliante-dalle mille e una risorse- e… che dicve? Ah, si Edward. Va beh, si
è capiro che io stravedo per lui!?
MimiMiaotwilight4e:
Lo so, lo so,
povera Bella… Così confusa e sola. Eh, compatiamola. Ma no, tranquilla,
Edward non crede che Bella si sia pappata la famigliola felice, altro che! Ha
solo una gran paura di perderla! Si è talente spaventato per quella remota
possibilità che ha piantato Alice in mezzo al bosco diciamo venti chilometri
più giù di dove a trovato Bella. Povera Alice! Lei è quella che più si impegna
per la sua felicità, e la ripagano in Questo modo! Ma lei poi si vendica.
Ihihihi!
Shnusschen:
Welcome in our big crazy family! Anche tu,
benvenuta! Sono felice che apprezzi, e che sei felice che loro due rimangano
assieme! Anche loro sono felici di rimanerci, sai?
Railen:
LO SO! Il film mi è piaciuto, devo dire che mi
aspettavo molto peggio! Invece, è piuttosto ben fatto! Certo, non ci può far
sognare come il libro, ma va bene. Contenta che ti piaccia il capitolo, e che
ti abbia coinvolta tnato.
Tokiotwilighters:
Piacere che ti abbia tatto sognare il cap! ma..
davvero ti stai occupando ancora della mia statua?!?! T____T Grazie! Comunque,
io ho gli occhi color cioccolato. Fondente, però! Anzi, diciamo che
assomigliano a quelli di Edward quando non caccia. Almeno, così dicono! E mi
sei mancata moltissimo anche tu! Kiss
mylifeabeautifullie:
Olè! Grazie per i complimenti! E, per la tua salute
mentale, che mi sta molto a cuore, la riposta alla domanda “Chi è questa che ronza
nella mente di Bella” troverà risposta nel prossimo capitolo! Saprete tutto!!!
Ora ti lascio a quel bel pezzo di figo di Carlisle… speriamo che ti piaccia
artemis5: Welocome in our
big crazy family! Ciao, ciaoino, nuova vicina! T sei
intossicata anche tu con la mia storia! Lieta di creare assuefazione anche a
te! ^^ sono felice che ti piacciano le scene drammatiche spezzettate da
momenti di pura demenzialità, pensavo fosse un flop!” grazie che mi segui, un
bacione!
Helen
Cullen: Grazie per i complimenti, Elena, sei
dolce e gentile come tuo solito. E si, per la tua felicità, ti regalo il
Salvatore Carlisle. Spero di non rovinarti un mito! Aspetto con ansia e paura
la tua critica, sai? Spero che non t abbia fatto aspettare troppo!
Princesseelisil: Welcome in our
big crazy family, Fede! Ciao, picoola, benvenuta! Anche tu
innamorata di Carlisle, eh? Spero di non deludere neanche te, allora! Sono
contenta che ti piaccia anche la versione un po’ insicura del nostro Ed, grazie
per i compl. Ti lascio alla tua lettura, ora. Con calma, non preoccuparti se
haio il pc rotto. Sai quanto ci metterò ad aggiornare ancoras? Spero poco! Ma
spero che tu mi lascerai un mess appena avrai tempo!
Silver_Alchemist: Welcome in our
big crazy family! Attesa speranzosa finite, eccoti il cap!
Grazie per I complimenti graditissimi!
Edward’s pov.
“Ormai è quasi un giorno che si è rinchiusa lì dentro”
sospirò tristemente Rosalie, passandosi una mano tra i capelli per portarli
dietro le orecchie.
Tutti alzammo nuovamente lo sguardo dirigendolo verso la
vetrata della finestra di Bella.
Si era rinchiusa lì appena aveva messo piede in casa, senza
dare spiegazioni, senza parlare con nessuno, correndo come un fulmine nella sua
stanza, lasciandosi dietro solo una fragrante scia di profumo.
Vani erano stati i nostri tentativi di parlarle, di
calmarla, di fare qualsiasi cosa per farla sentire meglio. La porta era chiusa
a chiave, e nessuno di noi aveva osato provare a buttarla giù.
La sua porta bianca rimaneva chiusa, e Bella si limitava a
pregarci di non entrare con una cortesia infinita, nonostante la voce arrochita
dal troppo pianto.
E, incredibile ma vero, si sentiva colpevole anche di
questo.
“Mi dispiace darvi tanto fastidio, ma per favore...
lasciatemi sola. Vi prego...”
Nascosi il viso tra le ginocchia, impotente e frustrato.
Quella voce mi rimbombava nel cervello, e faceva un gran male.
Era tutta colpa mia.
“Sta malissimo” mormorò Jasper con voce dolente, massaggiandosi
con due dita le tempie nel vano tentativo di procurarsi sollievo. Si appoggiò
al tronco dell’albero, mentre Alice gli toccava la spalla con la delicatezza di
una farfalla.
Eravamo stati costretti a uscire di casa.
I sentimenti di Bella erano talmente forti e dolorosi che
Jasper si era sentito male; Emmett aveva dovuto sollevarlo di peso e portarlo
parecchio lontano prima che si riprendesse abbastanza da poter stare in piedi
da solo.
Li avevamo seguiti, lasciando Esme da sola con Bella. Io
sarei voluto rimanere, ma mia madre mi aveva esortato ad andare con i miei
fratelli.
“Sicuramente, non mi farà entrare, Edward” mi aveva detto
“Vai”. Purtroppo, per quanto dire e sofferte, quelle parole erano
maledettamente vere.
Così, mi era affrettato a raggiungere mio fratello,
continuando però a fermarmi per guardarmi alle spalle, la mente totalmente
concentrata su Bella.
Appena si era ripreso un po’, Jasper aveva insistito per
tornare a casa, perché sapeva che cosa stava provando Bella, e sapeva che era un nostro dovere
aiutarla.
Alice, per la prima volta, forse, in vita sua, si era
sentita divisa in due. Sapeva che Bella stava malissimo, e aveva un gran
bisogno di sostegno, e sapeva anche che Jasper aveva ragione, ma non gli avrebbe
mai fatto correre un pericolo così grande. La sola vista di lui gemente per
terra, in preda al dolore straziante che tormentava Bella l’aveva terrorizzata
a morte.
Jasper, però, l’aveva convinta ad andare.
E ci eravamo incamminati nuovamente verso casa, angosciati.
Purtroppo, appena poco prima del fiume, Jasper aveva iniziato a sentirsi poco
bene, di nuovo in balìa delle emozioni di Bella.
Ci eravamo dovuti fermare lì. Jasper non poteva sopportare
il dolore più di così, e nessuno di noi voleva vederlo ancora soffrire.
Vedevamo bene il retro della casa, ma non così tanto da
poter vedere attraverso le finestre.
Non poter vedere Bella mi stava letteralmente distruggendo;
il sapere di non poter aiutare mio fratello, inoltre, non mi aiutava.
Dopo più di tre ore, Esme ci aveva chiamato, dicendoci che andava
a prendere Carlisle.
Lui, forse, l’avrebbe saputa aiutare.
“Anche se ci provassi, non riusciresti a fare nulla per lei,
vero, Jazz?” domandò Emmett, anticipandomi
“Non riuscirei a fare nulla per Bella neanche se mi trovassi
accanto a lei” rispose lui fissando il terreno “Voi non potete capire. Quello
che sta provando Bella è... è un qualcosa ce va al di là del senso di colpa o
dello shock. Sono disperazione, paura
allo stato puro. Bella è seriamente terrorizzata da sé stessa”
“Perché stava per cedere al suo istinto?” chiese Emmett “Ma qui
tutti hanno provato il sangue umano almeno una volta. Beh, tranne te, Ali”
“Io non so che sapore abbia il sangue umano” confermò lei,
fissandoci con un luccichio opaco di curiosità negli occhi “So che alcuni hanno
un odorino davvero invitante, ma non ho mai provato il desiderio di assaggiarne
uno. Ho sempre saputo quale sarebbe stata la mia dieta”
“Si, ma non tutti sono dotati delle tue capacità
straordinarie, amore” disse Jasper con un sorriso tirato, intrecciando le sue
dita con quelle della consorte e baciandole il dorso della mano.
“È così buono?” chiese lei
“È… come ambrosia” cercai di spiegarle “Il nettare più buono
che esista nell’intero universo, almeno per noi. Ma, se vuoi nutrirtene, devi
essere conscio del fatto che una volta che toccherà le tue labbra, sarà come se
avessi compiuto un terribile sacrificio, nel nostro caso, umano”
“Ah” commentò lei, spostando lo sguardo verso la nostra casa
“Ora... credo di aver capito. Oh, povera Bella”
“Cosa?” domandò Rose
“Non capisci? Se davvero questa nostra tentazione è così
irresistibile, per noi, per Bella dev’essere... ancora peggio”
“Cioè?”
“Te lo spiego io” intervenni
Ora mi era chiaro come il sole il perché della disperazione
di Bella.
Perché era quello che, tanto tempo fa, avevo letto negli
occhi sinceri di Carlisle...
“... più cercavo di
resistervi, e più, una volta giunto al culmine della sopportazione, diventavo
una bestia assassina. E il disgusto che provavo nei miei riguardi aumentava”
Si poggiò stancamente
alla balconata, reggendosi con una mano la testa.
Nei suoi pensieri
riuscivo a leggere tutta la sua storia, tutto il tormento che per anni lo aveva
dilaniato. Soffrivo per lui.
Finalmente lo capivo.
Ma dovevo
chiederglielo.
“Non capisco,
Carlisle” mormorai, sconcertato “è nella nostra natura nutrirci di umani. Sono
come cervi, per noi. Ci limitiamo a seguire l’istinto”
Un sorriso divertito
comparve sul volto stanco di Carlisle. Lo fissai confuso, mentre si voltava per
fissarmi.
Gli occhi d’oro
risplendettero di intelligenza.
“In parte hai ragione,
Edward” mi disse “Ma dimmi: cosa credi che ci differenzi dagli animali?”
Fissai il cielo scuro,
meditabondo.
“La ragione” risposi
poi “Ci permette di compiere scelte logiche e razionali”
Sorrise. “E con
logica, e giusto sacrificare la vita di un essere senziente, innocente e che per
di più una volta era un tuo simile, solo
per cedere all’istinto?”
“... no” risposi
“A questo sono giunto
io” disse Carlisle comprensivo “Ricorda sempre: la ragione domina l’istinto”
Annuii, ammirato. Lui
mi sorrise. Come un padre.
Come mio padre.
“Sarà difficile,
all’inizio” disse Carlisle fissando il cielo “Ma ti aiuterò. Anzi, ti
aiuteremo. Lo sai che Esme non ti permetterà di allontanarti da lei per più di
tre metri per i prossimi cento, mille anni?”
“Grazie” sorrisi “Perdonami
se sono stato lontano, in questi tre anni”
Mi posò una mano sulla
spalla. “Sei tornato. Solo questo è l’importante... figlio mio”
“Scusami, papà” dissi,
prima di abbracciarlo.
Lui mi strinse a sé,
protettivo.
“Stai tranquillo. Ci
siamo noi” sussurrò
“Immagina, Rose” iniziai, fissando mia sorella “Per
principio, anzi, per istinto, sai che
uccidere gli esseri umani è sbagliato, crudele. È una scelta che hai compiuto
di tua spontanea volontà, per di più, nel caso di Bella, dalla nascita. Tutti,
qui, abbiamo fatto una scelta, come vampiri: non nutrirci di umani”
“Si” risposero tutti, attenti
“Beh, immagina che tu ti sia sempre opposta con tutte le tue
forze a questo abominio, nonostante tutte le volte in cui hanno cercato di
plagiarti, di farti abbandonare il tuo credo, di piegarti al loro modo di essere, e che tu, pur sempre con
grandi fatiche e sopportando atroci dolori, non ti sia mai, mai venduta. Non
hai mai abbandonato le tue idee, le hai difese fino allo stremo. Quella vita
per te era deplorevole e immonda, come potevi farla tua? Avresti preferito
morire di stenti piuttosto che nutrirti in quel modo.
“Ma ti obbligavano. Con la forza, con l’inganno, con la
violenza. E sebbene eri conscia del fatto che non era colpa tua se ti era stato
inflitto quel pasto, ti sentivi sporca, contaminata, indegna di camminare
ancora su questo pianeta, infettandolo con la tua esistenza. Il senso di colpa
ti dilaniava”
Feci una pausa, sospirando.
Quel racconto non era solo la storia di Bella. Era la storia
di Carlisle, di Emmett, di Jasper, di Rose… la mia.
Tutti noi sapevamo ciò che si provava nel bere sangue umano.
Tutti sapevamo come ci si sentiva dopo. Eppure, per tutti, il tormento di Bella
era davvero troppo intenso.
Ma io la capivo.
Non potevo abbandonare il mio angelo in quello stato.
L’impressione di fragilità che emanava, e che avevo percepito dal primo momento
in cui avevo incrociato i suoi occhi, non era esatta. Avevo sbagliato.
Lei era molto, molto più delicata. E io non me ne ero
accorto.
Io l’avevo ferita, scegliendo una strada che secondo me era la più giusta, per la sua
felicità.
Che stupido.
Non avevo capito niente.
Alice aveva ragione, come sempre. Non me lo sarei mai
perdonato.
Avessi dovuto impiegarci mille anni, l’avrei fatta sorridere
di nuovo.
“Ora, immagina di trovarti per la prima volta in libertà da
quando la tua esistenza è stata costretta alle tenebre” continuai “Sei liberà,
per la prima volta. Non riesci neanche a immaginarti completamente il suo pieno
significato. Non riesci neanche a capire se lo sei davvero, o se tutto ciò si
tratta di una splendida illusione. Ma te lo godi. O meglio, inizi a pensare che
forse la tua vita può cambiare, per la prima volta in meglio. Ti senti felice.
“E poi all’improvviso, proprio quando ti stai lasciando
andare all’idea di aver meritato un’altra chance lo avverti. È l’odore più
sublime che tu abbia mai sentito, e per nulla al mondo te lo lascerai sfuggire.
Dovrà essere tuo, qualsiasi cosa esso sia, e qualsiasi azione tu debba compiere
pur di ottenerlo. Diventi…”
“… una bestia” completò tristemente Jasper, guardando l’erba
“Incapace di dominarti, schiavo della tua stessa sete. Un mostro orribile. Uno schifoso assassino. E così facendo,
vai contro tutto ciò in cui hai sempre creduto, contro tutti gli obbiettivi che
ti ero prefissato… deludendo le persone che ami…”
Sospirò. “Dopo ti senti uno schifo”
“Jasper”. Il
pensiero di Alice mi rimbombò nel cervello, eco del suo dolore. Non sopportava
vedere suo marito rimproverarsi di quella sua debolezza.
Alice lo abbracciò dolcemente, nascondendo il volto nella
sua spalla. Jasper sorrise e le accarezzò i capelli.
“Calmati, mostriciattolo” la rassicurò “Sto bene”
Lo fissai con mezzo sorriso. “Anche perché, stanne certa,
Alice, non permetterei mai che Jasper commetta qualche pazzia. Sete o meno, è
pur sempre il mio fratellino minore”
Jasper fece una smorfia. “Sono molto più grande di te”
ribatté, facendomi la linguaccia, e strappando una risatina ad Alice
Risi anch’io. “Io parlavo in ordine di arrivo”
“Ciò non toglie che sono il maggiore, tra noi due”
“Siete due mocciosi” si intromise Alice “I miei bambinetti
piccini picciò”
E ci diede un buffetto sulla guancia.
Il momento di allegria durò poco, giusto il tempo di
distogliere Jasper dal suo dolore. Lui più di tutti soffriva per l’astinenza
dal sangue umano, essendo l’ultimo arrivato e avendo passato la maggior parte
della sua esistenza sui campi di battaglia, nutrendosi come un vampiro, beh,
“onnivoro”.
“Ma lei è riuscita a resistere” disse Rosalie tornado a
fissare la stanza di Bella “Ha resistito alla tentazione. È fuggita, no? E anche al centro commerciale, è stata fantastica! Ha un autocontrollo unico per una vampira così
giovane!”
“Non se ne rende conto” sospirò Jasper
“E in più, c’è da dire che ora Bella crede di averci deluso”
sospirò Alice
“Perché mai?” chiese Emmett, corrugando le sopracciglia
“Capita a tutti di sbagliare”
“Già, non penserà mica che la discrimineremo per questo…”
aggiunse Jasper
“No, ragazzi, non avete capito” scosse il capo Alice “Per
Bella, quello era… l’unica cosa positiva che fosse riuscita a compiere nella
sua vita da vampira. Il non aver mai ammazzato un essere umano le dava modo di
tirare avanti, a sopportare tutto ciò a cui la costringevano. Ma è stata lei ha
provare l’istinto di nutrirsi di un innocente. Lei, e solo lei, si ritiene
responsabile”
“Ma potrebbe… potrebbe provare a parlarne con noi” sospirò
Rosalie, gli occhi lucidi. Si appoggiò ad Emmett, che la circondo con un
braccio, cullandola. “Siamo la sua famiglia, dopotutto”
“No, Rose” rispose Alice”Per quanto noi già la consideriamo
nostra sorella, Bella è ancora molto lontana dall’esserlo. È stata sola troppo
a lungo. Ci vorrà molto prima che riesca ad aprirsi con noi. Prima che riesca a
capire che noi siamo la sua famiglia”
Fissai la finestra nera di Bella.
Altre parole maledettamente vere.
Maledizione. Quel giorno, la verità mi stava completamente
distruggendo per il dolore che procurava.
Esme aveva ragione.
Alice aveva ragione. Come sempre, avevano ragione entrambe.
Bella stava male, e non potevo aiutarla. E la causa ero io.
Se non mi fossi intestardito su una mia idea del giusto, se
non avessi voluto agire secondo ciò che io ritenevo corretto, se solo ne avessi
parlato prima con qualcuno forse ora non sarebbe accaduto nulla.
Avremmo cacciato insieme, ci saremmo anche divertiti.
L’avrei protetta.
Invece, ora, rischiavo solo di perderla.
“È arrivato Carlisle” disse Emmett alzando lo sguardo,
sentendo, come tutti, la portiera sbattere “Esme ha fatto presto”
“Secondo voi riuscirà a fare qualcosa?” chiese Jasper
“Certo” risposi “Carlisle è sicuramente il più indicato per
parlargli. Sapete che ci è passato anche lui. Bella gli darà ascolto”
L’avrebbe dovuto fare. A qualsiasi costo.
“Speriamo” sospirarono i miei fratelli
Tornai a fissare la finestra.
Ti prego, Carlisle,
convincila a restare, pregai con ogni fibra del mio essere, Falle capire quanto sia importante. Falle
ricordare che splendido angelo che è.
Bella’s pov.
Appena tornammo a casa corsi a rinchiudermi nella mia
stanza, facendo una violenza su me stessa rifiutando di salutare gli altri,
tutti pronti ad accoglierci con dei grandi sorrisi.
Non riuscivo a sopportare l’idea di vedere quei loro sorrisi
allegri spegnersi nell’istante in cui avessero saputo cosa stavo per combinare,
come stavo per mandare in fumo la loro copertura.
Non volevo rovinare il dolce ricordo che avevo di loro.
Non se un mio sbaglio doveva costare la loro felicità.
Era bastato il silenzio che era regnato per tutto il viaggio
di ritorno.
Lo occhiate preoccupate che mi lanciava Alice, al volante,
in continuazione.
O la stretta salda di Edward, seduto vicino a me, che mi
teneva incollata al suo corpo.
Non capii perché lo stesse facendo, ma non mi scostai. Non
ne avevo le forze. Non le avevo neanche per realizzare in che splendida
situazione mi trovavo.
Provavo solo un enorme disgusto per me stessa.
Mi gettai sul letto e iniziai a piangere, il volto
seppellito nei cuscini. Mi sembrò la fine di una delle mie tante giornate a
Volterra.
L’unica differenza fu che tutti i membri della famiglia
Cullen vennero e bussarono per ore alla mia porta.
Mi parlavano, chiedevano di entrare, tentavano in tutti i
modi di rassicurarmi.
Ciò non faceva che aumentare il disgusto che provavo verso
me stessa.
Come potevo aver anche solo sperato di poter vivere a
contatto con tanti splendidi angeli, come lo erano loro? Come potevo voler
inquinare la loro esistenza con la mia presenza malsana?
Non meritavo compagnia; men che mai la loro, e men che mai
in quel momento.
Li avevo mandati via. Avevo tentato di ignorare il loro tono
preoccupato, le loro parole gentili, le loro attenzioni. Tutto quel calore,
tutta quella preoccupazione per me… era inconcepibile.
Non potevo accettarla.
Non a me.
E piangevo, stringendo sempre più forte il cuscino.
Il sole sorse dietro le spesse coltri del cielo, ma ben
presto si fece buio, a causa di un pesante temporale che colpì Forks.
E loro continuavano a parlarmi.
Ogni loro dolce parola, ogni loro conforto, non faceva che
aumentare il disgusto che provavo nei miei riguardi. Li avevo delusi.
Continuavo a farlo.
E il culmine, poi, fu quando sentii l’urlo terrorizzato di
Alice che chiamava Jasper per nome.
L’avevo fatto addirittura sentire male.
Che schifo.
Ero una persona orrenda.
Li avevo costretti a uscire dalla loro casa, per un mio
sbaglio.
Che essere disgustosi.
Mi resi conto di quanto mi fosse facile ferire le persone.
Tutti, vivendo al mio fianco, finivano irreparabilmente con l’essere feriti, o
messi in pericolo.
Prima Edward, poi Carlisle, Jasper, Alice, Rose e Emmett..
Non li meritavo proprio. Non meritavo niente di quello che
in tre giorni mi era stato concesso di assaporare.
Aro aveva ragione. Marcus aveva ragione. Caius aveva ragione.
Io ero una macchia.
Ero nata per distruggere, per ferire, per fare del male. Tutto
ciò con cui entravo in contatto, che lo volessi o meno, finiva con l’essere
danneggiato in qualche modo. Nemmeno se mi fossi impegnata avrei potuto fare
qualcosa per fermarmi.
“Sei solo un’arma…”
“Non vali niente…”
“Nessuno ti vorrà mai
al suo fianco…”
“Sei sola…”
“Basta, basta…” piansi, raggomitolandomi su me stessa, sotto
le coperte.
Fuori, il diluvio continuava.
Presi una decisione, in un mio breve lampo di lucidità.
Me ne sarei andata.
Lunedì, quando tutti sarebbero stati fuori, chi a scuola,
chi al lavoro, avrei lasciato casa Cullen. Avrei fatto ritorno a Volterra. Era
meglio così. Senza spiegazioni, senza addii…
“Edward”
Fino al quel momento, sarei rimasta in isolamento, la mia
punizione, prigioniera della mia stanza.
Sola con me stessa.
Allo scoppio di un altro tuono mi raggomitolai ancora di più
sotto la trapunta, in lacrime. Stringevo forte le coperte, terrorizzata. Anche
il cielo ce l’aveva con me.
Nella stanza solo buio..
Fuori, pioggia incessante.
Tutto era avvolto nelle tenebre, come la mia anima.
Davanti ai miei occhi scorrevano senza freni le immagini di
quella maledetta notte, di quella maledettissima battuta di caccia. Rivivevo
tutto con terribile chiarezza.
L’odore del sangue.
Il veleno nella mia gola.
La voglia bramosa di porre fine con le mi stessa mani alla
vita di quel uomo, e di sua figlia.
La sua risata, nella
mie orecchie….
Chiusi gli occhi, nuovamente sopraffatta dalle lacrime.
Avevo deluso anche lui.
Non ero diventata ciò che lui voleva che fossi. L’avevo
completamente scordato, seppellendolo nei meandri della mia memoria, come un
oggetto di poca importanza. Evitavo di proposito di pensare a lui, lo
ricacciavo indietro ogni volta che mi tornava alla mente. Invece di ringraziare
per quei pochi momenti in cui mi era permesso di ricordarlo, lo mandavo via,
quassi con furia, facendolo tornare in fondo alla mia mente.
E anche dopo tutto questo tempo, lui mi era venuto in
soccorso senza esitare un attimo.
Chissà se quelle immagini erano reali.
Era davvero esistito un periodo della mia vita in cui ero
stata cos felice? In cui tutto aveva un senso, e in cui il futuro non faceva
paura?
“Papà… Mamma…” singhiozzai, stringendo il cuscino.
Toc toc.
“Bella? Posso entrare?”
No, ti prego,
implorai mentalmente, Non provare ad
alleviare le mie sofferenze, per favore. Me le merito tutte, devo soffrire. Tu
non c’entri nulla, tu sei innocente. Scappa, io non ti merito…
Non sentii precisamente la porta richiudersi, ma qualche
istante dopo avvertii un leggero peso abbassare il materasso, e una mano
gentile posarsi sulla mia spalla, sopra le coperte.
“Per favore, va via, Carlisle…” singhiozzai.
“Vuoi restare da sola?” domandò con dolcezza
“Si” mentii
“Davvero?”
Non risposi. Lui non se ne andò.
“Perché sono così sbagliata?” mormorai dopo un po’
“Tu non sei sbagliata” mi rispose con lo stesso tono basso
“Non mi conosci, allora!” piansi, alzando la voce “Io sono
un mostro, una bestia! Non merito di trovarmi con voi, io.…”
Tirai fuori tutto, alzando man mano la voce. Il dolore, il
disgusto, il senso di colpa che mi attanagliava il cuore… parlai con lui per
ore, piangendo, tremando, gridando. E come la prima volta, Carlisle mi ascoltò
in silenzio, limitandosi a starmi vicino, a farmi forza.
“Io ho… ho deciso, Carlisle” dissi poi, alla fine “Me ne… me
ne andrò, da qui. Lunedì”
Lo sentii irrigidirsi, ma quando parlò la sua voce era
calma.
“E dove vorresti andare?” mi domando gentilmente
“Lontano. In Italia” dissi, con un groppo in gola “A
Volterra. Torno a… lì, dov’è giusto
che stia. Non vi darò mai più fastidio”
“Edward”
“A Volterra? Davvero?”. Stavolta era palesemente scettico.
“Forse no” risposi dopo un attimo “Ma non posso restare qui,
Carlisle. Non posso”
“Abbiamo forse fatto qualcosa di sbagliato?”
Incredibile: io ero il mostro, e loro si sentivano
responsabili!
“NO! Ci mancherebbe!” esclamai, uscendo finalmente dal mio
bunker per guardarlo.”Carlisle, non pensarlo mai più! Voi siete… persone così….
Semplicemente fantastiche. Sono io che non vado bene. Sono io che non merito di
trovarmi qui”
Chinai il capo, coprendomi il volto con i capelli per
nascondergli le lacrime.
“Chi ti ha messo in testa quest’idiozia?” esclamò
Lo fissai di nuovo: ero accigliato, in qualche modo irritato
e infastidito da ciò che avevo appena detto.
“Lo penso io” mormorai “Io non ho… nulla a che fare con voi”
“Ne sei convinta solo tu, Bells”
“Ma guardami!” esclamai “Vi ho deluso tutti! Alla prima
occasione, ecco che non riesco a controllarmi e provo l’istinto di uccidere un
umano! E poi, prima ancora, faccio preoccupare i tuoi figli perdendomi come una
bambina, e facendomi comparire strani sintomi assurdi e faccio diventare Edward
un robot apatico! Non credo esista al mondo un’altra persona che in meno di due
giorni sia riuscita a fare tutto questo casino!” I singhiozzi erano diventati
così frequenti che saltellavo sul materasso come una molla.
“Oh, e mi sono scordata di dirti che ho fatto anche sentir
male Jasper, e che ti sto facendo perdere una giornata di lavoro!” aggiunsi
“No… sicuramente starete meglio, una volta che me ne sarò andata”
“Bella, adesso basta” mi disse Carlisle con dolcezza, ma
deciso “Non credo che tu sia il miglior giudice per valutare questa situazione.
E detto francamente, non hai neanche una buona percezione di te stessa”
Non seppi cosa ribattere, e lui ne approfittò per continuare.
“Tu non riesci a capire quanto tu sia forte, Bella” iniziò
“Non hai idea di quanto autocontrollo tu sia dotata. Ma questo non è colpa tua.
Hai vissuto fino ad oggi nella convinzione di essere semplicemente un’arma, un
essere demoniaco, ma non sai quanto ti sbagli. Tu, e tutti gli altri sciocchi
che lo pensano.
“Prendi ieri, per esempio. Quando sei andata in giro per
Seattle: non hai mai provato l’istinto di nutrirti, benché la sete fosse molto
più forte di ieri sera”
“Ma…”
“Bella, per tutti noi l’odore del sangue è una continua
fonte di tentazione” disse Carlisle con un mezzo sorriso
“A te, però….” Mormorai
“Beh, Bella, io ho quasi 362 anni!” rise “Sai quanto tempo
ci ho messo per diventare completamente immune? Beh, diciamo i tre quarti
abbondanti della mia esistenza!” mi sorrise più dolcemente “Per la tua giovane
età, sei straordinaria. Sei riuscita a resistere, e per di più a scappare,
piuttosto che obbedire al tuo istinto e attaccare quei due. Sono fiero di te”
“Non me lo merito”
“Si, invece” ribatté convinto Carlisle “E credimi, lo siamo
tutti. Jasper è persino un po’ invidioso di te”
“Di me?!”. Come
poteva essere geloso di me?!
“Vedi, lui è l’ultimo arrivato, e ha ancora qualche problema ad adattarsi alla
nostra dieta” mimò le virgolette sull’ultima
parola “Ancora oggi, l’astinenza lo fa soffrire molto”
“Mi dispiace… ma non mi sembra che abbia molti problemi”
Alzò le spalle. “Era un soldato. Conosce il valore
dell’autodisciplina, e la usa su sé stesso” spiegò
Ecco, Jasper si che era da ammirare.
“In quanto alla tua, ehm, decisione di andartene” proseguì
Carlisle “Sappi che sono assolutamente contrario, e che farò tutto ciò che è in
mio potere per trattenerti qui. Questo” mi interruppe, posandomi un dito sulle
labbra “è perché tu non hai ancora capito che ruolo importante ha assunto nella
nostra famiglia”
“Ma sono solo due giorni che sono qui” ribattei
“Ti rivelo un piccolo segreto” bisbigliò, in tono
cospiratorio.
Si avvicinò a me portandosi una mano sul viso, come se
volesse confessarmi un segreto.
“Sai come i vampiri stringono nuovi legami con i propri
simili?” mormorò con un sorriso.
Scossi il capo.
“Al primo sguardo” svelò con un sorriso “O meglio, a prima
annusata. Vedi, Bella, se uno come noi viene a contatto con un altro vampiro,
riesce a capire con una sola annusata che tipo di legame lo unirà con il nuovo
venuto. È istintivo, capisci? Ed è sicuro al 99,9% delle volte che
l’impressione che ti ha fatto è quella giusta. Così capisci se i nuovi venuti
sono amici, nemici o semplici comparse”
“E… riguardo a me, cosa…?” chiesi, titubante
Sorrise. “Credimi, Bella, se tu dico che tutti ti hanno
subito considerato una della famiglia. Sei nata per stare con noi”
Arrossii. “Ma io… vi ho messo in pericolo… stavo per farvi
scoprire…”
“Bella, è per questo che ci siamo noi” disse Carlisle “Noi
siamo e saremo sempre qui per te, Bella. Ricordatelo: qualsiasi cosa tu faccia
o ti succeda, noi saremo sempre pronti ad aiutarti. Credo che si il caso che ti
abitui a noi. Devi accettare il fatto che ormai siamo la tua famiglia, che ti
piaccia o meno”
Si può morire dalla felicità? Credo che a me sarebbe
capitato molto presto.
Gli gettai le braccia al collo, grondante di lacrime, e lo
strinsi forte a me. Lui emise uno sbuffò divertito, cullandomi.
“Grazie! Grazie, Carlisle!” continuavo a ripetergli,
baciandogli una guancia
“Balla, ma passi da un eccesso all’altro?” mi prese bonariamente
in giro lui “Un secondo prima sei semidistrutta dal dolore, quello dopo mi
uccidi per a gioia!”
“È che… non lo so, mi sento così sbagliata” dissi “Ho una
gran paura di non essere alla vostra altezza, di dover fare di tutto pur di
provarvi che posso stare con voi, che non vi farò sfigurare. Mi state dando
così tanto, e io non ho la minima idea di come ripagarvi. E poi, ho la tremenda
paura di deludervi, o peggio ancora, che vi possa capitare qualcosa a causa
mia. Sento che… che la decisione più giusta è quella di andarmene, ma non so…
non riesco a farlo…”
“Sai benissimo perché non ci riesci, Bella” disse lui,
serio.
Mi irrigidii, raggelando.
Certo che lo sapevo. Ma non volevo affrontarla.
Non di nuovo.
“Sai bene, Bella, che non puoi continuare così. Devi affrontarla,
se vuoi vincere. Se vuoi essere felice” proseguì lui, posandomi una mano sui
capelli, intuendo la mia paura. “Non puoi vivere serenamente, se continui a
farti suggestionare da lei”
Sapevo benissimo che ero così, che le sue parole erano vere.
Lo sapevo da tanto, eppure non facevo nulla per combattere. Mi lasciavo
sopraffare.
Non avevo nulla per cui valesse la pensa vincere, quindi,
perché sforzarsi?
Alla fine, avrebbe vinto comunque lei.
“Non posso… affrontarla, da sola” mormorai, terrorizzata “Ci
ho già provato, e ho fallito. Io sono… debole….”
“Non è vero. Smettila di ripeterlo” mi bloccò Carlisle “Non
sei debole, Bella, e soprattutto non è vero che sei da sola”
“Ho paura, Carlisle” ammisi
“Lo so” rispose lui “Ma è una battaglia che devi affrontare
da sola. Credimi, lo so. Lo sappiamo tutti. L’abbiamo fatto anche noi. È alla
base della nostra scelta”
“Ma se non ce la faccio? Se non riesco a vincerla?” singhiozzai,
abbracciandolo più forte
“Ci sono io, con te”
E se mio padre era con me, avrei potuto affrontare qualsiasi
cosa.
Angolino-ino-ino:
Bene, bene, bene, spero che abbiate gradito. Nel prossimo svelerò il mistero della voce ch sente Bella.
Si chiamerà
BELLA VS BELLA
Qualcuno a capito di chi sto parlando?
un kiss
la dolce Usagi