- Save
her.
- A
C.,
che mi è stata accanto in questi
anni difficili.
- Grazie
per avermi condotta fin qui.
- Chap. 1: Amelia Pond
- È domenica.
- Chissà perché le migliori storie
iniziano
sempre di domenica.
- Infatti è domenica quando Amelia Pond
conosce il Dottore.
- Amelia è “la Ragazza Senza
Senso”, una
bambina che a Pasqua prega Babbo Natale sperando di non averlo
svegliato e gli
chiede di mandare qualcuno ad
aggiustare
quella stupida crepa sul suo stupido muro che nemmeno la stupida zia
Sharon ha
mai compreso fino in fondo.
- Amelia è “la Ragazza Che Ha
Aspettato”,
infatti quella domenica aspetterà per tutta la notte il
ritorno dell’Uomo
Stropicciato, e così farà anche il giorno
seguente.
- E quello dopo ancora.
- E gli anni a venire.
- Chap. 2: River Song
- È domenica.
- Chissà perché le migliori storie
finiscono sempre di domenica.
- Infatti è domenica quando il Dottore
conosce River Song.
- River è un’archeologa: già
solo per
questo il Dottore non si fiderebbe di lei nemmeno se lo pagassero
profumatamente.
- – Cosa
che, puntualmente, nessuno fa mai. –
- È ancora domenica quando lei gli chiede
aiuto, e lui accorre perché, cazzo, lui è il
Dottore e quella è la maledetta
River Song, che lui sappia o non sappia cosa cazzo significhi
ciò in quel
preciso istante.
- È sempre la stessa domenica quando lei,
sull’orlo dell’esasperazione, decide di compiere
l’Estremo Gesto: gli sussurra
in un orecchio il suo nome, il nome del Dottore che, sbalordito, mette
in moto
il cervello: c’è una sola ragione per cui River
conosca il suo nome, ed è il
matrimonio.
- Come
non fidarsi della propria moglie?
- Sono tante le cose che il Dottore ancora
non sa, in confronto a quelle che non sa River: eppure, non
è forse meglio,
talvolta, vivere nella completa ignoranza, piuttosto che nella menzogna?
- ***
- Il destino è stato crudele con loro,
River se ne rende conto.
- Lei, la figlia dei suoi migliori amici,
figlia della Tardis, metà umana e metà Signore
del Tempo.
- Lui, l’ultimo della sua specie, sempre in
fuga dal passato, Signore del Tempo che si fa chiamare
“Dottore”.
- Lei, in carcere per l’omicidio del
miglior uomo che abbia mai conosciuto.
- Lui, la cui semplice presenza ha salvato
molte vite, il cui solo nome fa nascere la speranza in molti.
- Questo significa avere due vite che
scorrono su binari antiparalleli.
- River lo sa: quando il Dottore l’ha
incontrata per la prima volta, lei sapeva tutto di lui, che invece non
l’ha
nemmeno riconosciuta. Nemmeno si fidava di lei, neanche conosceva il
suo nome.
- River lo sa: le ultime volte che ha
vissuto insieme a lui sono state le sue prime, e viceversa.
- River
lo sa: è per questo che
ad ogni domanda del Dottore risponde sempre
“spoilers!” e sorride, perché vorrebbe
piangere, e ringrazia il Destino per quell’altra avventura
con lui, sperando
che non sia l’ultima.
- E invece, cazzo, lui ce l’aveva uno
spoiler per lei, lo sapeva, maledetto, lo sapeva e non ha detto niente
per
tutto questo tempo e lei non può far altro se non odiarlo ed
amarlo ancora di
più contemporaneamente.
- Anzi no, è stata lei stupida, perché
il
Dottore non ha parlato, ma eccome se ne ha dette di cose! Avrebbe
dovuto capirlo
da sola, da quelle lacrime traditrici la sera del loro ultimo incontro,
o dal
suo donargli il cacciavite sonico, quel maledetto aggeggio da cui non
si
separerebbe mai.
- River a volte si è interrogata su come
possa amare un tale personaggio.
- È stata creata ed allevata con il solo
scopo di uccidere il Dottore e, paradossalmente, di lui e lui soltanto
s’è
innamorata.
- Ha avuto altri uomini? No, certo che no!
Come potrebbe mai tradire lui, come?!
- Il suo angelo.
- Suo
marito.
- ***
- River allunga una mano verso il suo
collo, lì dove dovrebbe trovarsi il papillon.
- E
trova il vuoto.
- E quasi non ha più voglia di convincere
questo Dottore che non è il Dottore,
questo Dottore che non porta le bretelle e non crede che i fez e i
papillon
siano cool, questo Dottore che non
parla a raffica come se pensasse costantemente ad alta voce, questo
Dottore che
è così sentimentale, questo Dottore che non
l’ha riconosciuta, anzi peggio, non
sapeva nemmeno che lei esistesse, questo Dottore che fatica a fidarsi
di lei.
- Ma River è abituata a sorridere alla vita
anche mentre la sta prendendo a calci in faccia così,
semplicemente, glielo
dice.
- E nonostante le sue dita siano poggiate
sulla carne e non sulla stoffa, pare che le cose vadano un
po’ meglio.
- River l’ha amato, il Dottore.
- È cominciato tutto così, con il suo
attacco
dolce e lui che la respingeva, scandalizzato, impaurito.
- È nata per ucciderlo, invece gli ha
salvato la vita.
- E lui l’ha sposata.
- Le piaceva evadere dalla cella ed
incontrarlo, viaggiare con lui e prendersi cura di quell’uomo
– sì, sua madre
ci aveva visto giusto – stropicciato.
- Avrebbe voluto più tempo con lui?
- Certo, chi non ne vorrebbe?
- Sarebbero invecchiati insieme, magari
avrebbero avuto dei figli?
- River non ci ha mai pensato, in effetti.
- Sa solo che darebbe un organo per un
altro giorno col Dottore, il suo
Dottore.
- Non gli ha nemmeno detto addio.
- E ora è arrivato il suo momento.
- River è comunque soddisfatta della vita
che ha vissuto.
- Le rimane un ultimo, solo atto d’amore
per lui.
- ***
- “No, River!”
- Non è questo, ciò che vuole.
- “Non puoi fare niente.”
- Lui scamperà alla morte, l’ha fatto
innumerevoli volte, perché non dovrebbe riuscirci anche
stavolta?
- “PUOI LASCIARLO FARE A ME!”
- Guardare tua moglie morire è
un’esperienza lancinante, anche se – giustamente
– il Dottore non può dire
realmente che quella sia sua moglie.
- Ma quel modo in cui lei dice
“spoilers!”
quando lui le chiede delle manette, quel suo sorriso beffardo ed
accattivante
allo stesso tempo, hanno un che di così familiare,
dentro, che il Dottore vorrebbe quasi urlare e chiamare ingiustizia il
fatto
che lui, di lei, non sa niente.
- È un addio straziante, il loro: è
solo in
quel momento che il Dottore realizza effettivamente che quella
sarà sua moglie,
un giorno, e vederla sacrificarsi per lui è insopportabile.
In più, c’è tanto
di quell’amore che trasuda da ogni gesto, ogni sua parola che
lui non riesce a
far altro se non “ti prego, River, no” pregarla.
- “Se tu muori qui, significherà che non
ti
ho mai incontrato!”
- Cercare di aggrapparsi ad una flebile
speranza e “il tempo può essere
riscritto” sputare tra i denti, cercando di
liberarsi dalle manette.
- “Non il nostro tempo, non osare!”
- E poi, docilmente, lasciarsi andare.
Cercare di trattenerla, di saltare a piè pari
l’autodistruzione della
Biblioteca, distraendola per fare in modo che si dimentichi della
follia che
sta per fare.
- E, invece, sentirla dire “spoilers”
un’ultima volta, osservare impotente una lacrima rotolarle
giù dalle ciglia,
mentre le sue mani collegano i cavi.
- ***
- L’ha ammanettato: non può lasciargli
fare
una cosa del genere ed, in ogni caso, lui è pur sempre il
Dottore, che sia o
non sia il suo.
- È bello ed orribile allo stesso tempo
sentirlo mentre la prega di non farlo.
- È bello ed orribile allo stesso tempo
raccontargli come funzionano le cose tra di loro.
- È bello ed orribile allo stesso tempo
rassicurarlo, dirgli che lui la vedrà ancora.
- È bello ed orribile allo stesso tempo
ripercorrere il loro ultimo incontro, ricordarsi delle sue lacrime
– oh, dolce amore mio!
– guardare il suo
cacciavite che giace sul taccuino che lui le aveva regalato tempo
addietro,
guardare negli occhi dell’uomo che le sta di fronte e vederci
qualcosa, un
millesimo della scintilla che vedeva nei suoi
occhi.
- È solo orribile avere la consapevolezza
di aver esaurito il suo tempo con lui.
- Ma, è bellissimo e anche struggente e
tristissimo poter rispondere “spoilers!” alla sua
ultima domanda, sorridere di
nuovo a quella vita che la sta prendendo un’ultima volta a
calci in faccia e,
infine, collegare i cavi.
- Lasciando per sempre questo mondo.
- Lasciando
per sempre il Dottore.
- ***
- È questo, ciò che caratterizza il
Dottore: il dolore che prova nel vedere che tutti cadono, ma lui rimane
sempre.
- È questa consapevolezza, che minaccia di
farlo impazzire: deve aver amato molto River, eppure che differenza ha
fatto?
Nessuna.
- E allora, quante Rose, quante River,
quanti Jack ci saranno ancora nella sua vita?
- Ma, soprattutto, come ha fatto a vivere
la sua vita con River già conoscendo la sua morte?
- Perché
sapevi che avresti potuto salvarla, Dottore.
- River ha detto che il loro tempo non può
essere riscritto.
- Eppure ha anche scritto: “Regola numero
uno: il Dottore mente” e, piccolo piccolo, ha aggiunto
“e così anch’io.”
- È questo dettaglio che fa sì che il
Dottore decida di riscrivere il loro tempo, di combattere quel destino
che non
ha concesso loro abbastanza tempo, di non scappare semplicemente
perché
non è da
lui.
- Pensaci
bene, Dottore: se River avesse voluto che tu la mantenessi in vita
perché non
chiedertelo, semplicemente? Perché darti il cacciavite che
il tuo io futuro le
aveva dato?
- Perché
piangere, durante il vostro ultimo incontro?
- Pensa,
Dottore: seppure tu la riportassi in vita, cosa succederebbe?
- “…”
- Sì,
vivrebbe ancora, ma… ricordi? Vite antiparallele.
- Non
incontrerebbe mai più il suo
Dottore.
- “E…
allora?”
- E,
allora, meglio la morte.
- “No,
no. No.”
- Salvala.
- Salvala,
Dottore!
- Io ti salverò, River Song.
- N.d.A.
- Ebbene sì, sono una Whovian.
- (Nonostante io non ami particolarmente
Ten perché credo che RiverxEleven sia il massimo, ho scelto
di scrivere sulla
morte di River Song perché ho sempre ritenuto Ten il
più emotivo e il più
sentimentale tra i Dottori e, quindi, perfetto per lo scopo letterario
di
questa fan fiction.)
- Mi scuso per la brevità, ma soprattutto
per il pezzo su Amy che ha un suo senso, infatti vi spiego brevemente
il
perché: innanzitutto, è con lei che è
cominciata la vita di Eleven, quindi la
vita del Dottore che ha amato River e che l’ha sposata, ma
specialmente perché
Amy è la madre di River, ergo anche – e
soprattutto – il suo punto d’inizio.
- Grazie di essere giunti fin qui!
- F.