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Autore: DoctoRose91    07/02/2015    2 recensioni
Dopo che Regina ha gettato il suo sortilegio, tutti i personaggi delle favole si sono trovati privi di memoria in una cittadina di nome Storybrooke…compresa una giovane ragazza amante della bella vita e dell’alcol di nome Lacey, la quale non ricorda che un tempo era stata Belle. Come riuscirà Mr.Gold , una volta recuperata la memoria, ad aiutare Belle a recuperare la sua?! Speranzoso che lei , prima o poi, si ricorderà di lui!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricordati...'
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Capitolo 9: Separazioni

Quella mattina Emma arrivò prima in ufficio con in mano una confezione di ciambelle calde e due caffè presi da Granny.

-Ho portato la colazione! Spero che ti piacciano le ciambelle alla crema, erano le uniche che aveva Granny, quelle al cioccolato le aveva finite!- informò la bionda alla maestrina mentre percorreva il corridoio dell’ufficio.

Appena ci mise piede vide che la cella era vuota. Scioccata chiamò la ragazza la quale non rispose. Immediatamente prese il cellulare e compose il numero di Gold.

L’uomo era a casa steso nel letto a fissare il soffitto rimuginando su ciò che era accaduto la serata precedente. Una vena di gioia gli percorse l’intero corpo rendendolo felice dei progressi di Lacey. Stava cambiando e non solo negli atteggiamenti, ma anche nel modo di parlare. Come faceva Gaston a non accorgersi di tali cambiamenti? Era veramente un enorme cretino.
La suoneria del suo cellulare, posto sul comodino al suo fianco, lo disturbò.

-Pronto?!-rispose all’apparecchio.

-Gold! Mary Margarethe è scomparsa! Non so dove si trovi!- informò preoccupata la donna.

Regina aveva attuato il loro piano. Scosse la testa sogghignando.

-Ora vengo in ufficio, tu fa in modo di trovare quella ragazza o per lei saranno guai!- interpretò la sua parte e chiuse la cornetta.

Si avviò all’armadio e scelse l’abito da indossare compreso cravatta e fazzolettino da taschino. Dopo una doccia veloce indossò tutti i suoi gingilli e si avviò, senza aver fatto neanche colazione, all’ufficio dello sceriffo.
Era trascorso un’ora dalla telefonata e già Emma aveva coinvolto Ruby ed altri amici nella ricerca.

Raggiunse l’ufficio con la sua solita eleganza.

-Vedo che ancora non ci sono stati progressi- constatò lui avvicinandosi alla cella.

-Non ancora!- rispose adirata la donna mentre era al telefono con Ruby.

-Se non la troviamo entro domani mattina il procuratore la considererà colpevole!- affermò l’uomo allontanandosi dalla cella.

-Ieri sera mi sembrava giù di morale, le prove erano schiaccianti contro di lei e forse questo l’ha spinta a scappare!- informò lo sceriffo profondamente preoccupata.

-Fammi sapere come andranno le cose, io vado nel mio negozio a formulare un programma di difesa per domani!- rispose freddo e professionale lui avviandosi all’uscita.

Emma annuì raccogliendo giubbino, pistola e capello intenta a prepararsi per la ricerca. Il tempo non c’era e doveva trovare Mary Margarethe in fretta se non volva che fosse incriminata.
……
Il cinguettio degli uccelli fuori la sua finestra rallegrarono la ragazza che ,in camera sua, si stava vestendo. Indossò il suo solito abito blu regalatogli dal folletto qualche mese fa e raccolse alcune ciocche di capelli legandole dietro la nuca. Si lavò il viso con dell’acqua che aveva raccolto la sera precedente e si aggiunse un velo di rossetto rosso sulle labbra.
Aprì la finestra della sua stanza cercando di capire da dove provenisse quel meraviglioso canto. Si godette l’aria fresca e il profumo della primavera e si avviò ai suoi impegni.
Raggiunse la cucina saltellando per il castello contenta come la pasqua. Preparò la colazione del Signore Oscuro: pane fresco, marmellata di albicocca e tè caldo. Prese un cestino di vimini e posò la colazione insieme alla sua. Prese la coperta che si era procurata poco prima in camera e si avviò nel salone.

Come tutte le mattine Rumple era già sveglio vestito e seduto al suo arcolaio intento a filare.

-Buongiorno!- salutò squillante la fanciulla posando il cesto e la coperta sul tavolo.

-Buongiorno!- rispose freddo lui continuando a  filare.

Non la degnò neanche di uno sguardo.
Belle preoccupata del suo atteggiamento si avvicinò al suo interlocutore cercando di capirci meglio.  Lo vide perso tra i suoi pensieri girando la ruota.
Era da tempo che non lo vedeva così. Ormai vi era più serenità tra di loro, ma quella mattina era diverso.

-Tutto bene?!- chiese lei mettendosi di fronte a lui.

Il folletto continuò il suo lavoro senza risponderle.
Qualcosa non andava se lo sentiva e voleva provvedere.

-Rumple!-lo chiamò dolcemente sorridendogli.

Il tenero tono di voce della fanciulla costrinse il folletto ad alzare lo sguardo su di lei.
Come era carina, gli sorrideva teneramente, poté leggere ben nitido negli occhi  preoccupazione nei suoi confronti.

-Cosa c’è?!- chiese poi avvicinandosi all’arcolaio.

Era un dolce angelo caduto dal cielo, così bella e perfetta in tutte le sue forme. La luce del mattino creava intorno a lei un alone sovrannaturale e impalpabile rendendola una meravigliosa creatura.
Voleva mentirle, chiudere la conversazione con una frase sarcastica e liquidarla con una faccenda, ma non riuscì a trovare nulla per sviare a quella situazione.

-Facciamo così…se volete dirmelo io sono in giardino a fare colazione! Se volete farmi compagnia sapete dove trovarmi!- ideò poi lei allontanandosi.

Prese dal cestino la sua colazione apparecchiando a capo tavola e poi si avviò all’uscita.

Voleva fermarla, voleva abbracciarla e piangere tra le sue braccia. Aveva bisogno di conforto e tenerezza nel giorno più triste della sua vita, il  compleanno del suo caro Baelfire.

Ogni anno in quel girono riaffioravano in Rumple  ricordi più dolorosi e disperati. Ogni anno in quella data si rimproverava di aver lasciato la mano del figlio perdendolo per sempre. Ogni anno nel suo compleanno si sentiva più vulnerabile e sofferente del solito.
……
Uscendo dall’ufficio dello sceriffo notò Lacey camminare da sola in direzione del parco con in mano un cestino. Erano le 7:00 del mattino, cosa stava facendo a quell’ora per strada? La seguì con discrezione verso il parco. La vide sedersi sotto un albero e aprire il cestino. Tirò fuori una lattina di tè freddo alla pesca e una ciambella, portò all’orecchio delle cuffiette e prese il libro “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” che lui gli aveva regalato nella speranza che durante la lettura potesse ricordare la loro vita passata.

Non sapeva che a Lacey piacesse stare tra la natura e leggere, gli sembrava molto più un comportamento di Belle.
Era così carina, indossava un pinocchietto nero aderente, una maglietta bianca scollatissima e un lungo cardigan lilla chiuso sotto il petto. Portava un velo di trucco sul volto, molto carico e provocante e i capelli raccolti in uno chignon  posto sopra l’orecchio destro con qualche ciocca libera che le decorava il viso ed il collo. Non poté non pensare che era bellissima.
La vide incrociare le gambe ed aprire il libro iniziando a leggere.
Sorridendo si avvicinò all’albero a passo lento per non disturbarla o spaventarla.
……
La vide dalla terrazza uscire verso il giardino sorridente e spensierata. Si appoggiò al balcone sospirando. Quella giornata doveva piovere, doveva manifestare il suo dolore, ma per Belle avrebbe potuto accettare la luce del sole e la quiete.

La ragazza si appoggiò sotto un albero di pere, posò la coperta a terra e si sedette.  Prese dal cestino la sua colazione e si preparò per la lettura di un poema cavalleresco.
Ripensò al volto di Rumple dolorante e triste. Non voleva vederlo in quello stato,stava male per lui. Lesse il titolo del libro L’Orlando Furioso e curiosa iniziò a leggere la prefazione.

Decise di scendere e andare da lei. La solitudine lo soffocava e non riusciva a respirare. Preferiva passare il tempo con la sua domestica, invece di rimuginare e contorcersi dal dolore, ormai non poteva fare niente, al momento doveva solo attendere la maledizione.
Si avviò al giardino speranzoso di essere ben accolto dalla ragazza.
La vide sotto un albero completamente assorta nella sua lettura.  Sembrava irreale, un qualcosa di irraggiungibile e meraviglioso.
Sorridendo si avvicinò all’albero a passo lento per non disturbarla o spaventarla.
……
Una leggera brezza le portò il dolce e amato profumo di muschio selvatico.
La ragazza chiuse gli occhi assaporandosi la fragranza. Solo dopo pochi istanti realizzò la presenza di Gold. Aprì gli occhi e si tolse le cuffiette.
Lo vide in piedi poco distante da lei sorridendole.

-Gold!- disse poi la brunetta sorridendo e arrossendo. Si vergognava di quello che aveva fatto, sperava tanto che lui non se fosse accorto.

Rispose teneramente al suo sorriso avvicinandosi.

-Ti vedevo leggere e non volevo disturbarti!- si scusò lui.

-Nessun disturbo non preoccuparti!- rispose educatamente chiudendo il suo mp3.

“Tu non disturbi mai Gold!” pensò  fissandolo negli occhi.

-Vieni siediti!- l’invitò poi spostandosi.

Gold educatamente si avvicinò alla ragazza e appoggiandosi al bastone si sedette vicino a lei.

-Allora come va la lettura?!-chiese per aprire un discorso.

-Bene sono quasi a metà libro!- annuì accarezzando la copertina.

-Ti piace?!- continuò lui.

-Sì è una bella storia d’amore! Mi sta appassionando, e non lo dico sempre…di solito odio leggere, ma questo libro mi ha catturata!- si confidò  appoggiandosi al tronco.

Come era carino, un cucciolo le sembrava, un tenero e indifeso cucciolo da coccolare e accarezzare. Il taglio dei suoi occhi era bellissimo, l’attirava sempre. Non poteva fare a meno di non fermarsi ad osservarli. Le sembrava che la leggessero dentro, fino in fondo all’anima e che la conoscessero di più di quanto si conoscesse lei.
Voleva accarezzargli il viso, appoggiarsi alla sua spalla e chiudere  gli occhi abbandonandosi a qualche meraviglioso sogno condiviso insieme.

“Ti prego baciami, accarezzami…!” supplicava lei fissandolo teneramente.
…….
Lo vide arrivare con un passo lento e indeciso. Chiuse il libro e gli sorrise. Si spostò per farlo sedere accanto a lei.

-Ti ho visto che leggevi e non volevo disturbarti!- si scusò il folletto adagiandosi affianco a lei.

-Nessun disturbo, anzi… speravo che veniste!- gli rispose felicissima che avesse accettato il suo invito.

-E’ una bella storia?!- iniziò a chiedere lui per rompere la situazione.

-Sono solo all’inizio, ma mi sembra promettente!- annuì  accarezzando la copertina del volume.

Quella sua aria da prepotente lo proteggeva dalla sua fragilità e dalla sua solitudine. Era un uomo molto chiuso che non riponeva fiducia negli altri. Assomigliava ad un cucciolo tenero e indifeso che lei doveva curare e coccolare. Quei suoi occhi da rettile l’attiravano sempre, e non per il loro aspetto, ma per quello che vi leggeva dentro, un uomo disperato e solo in cerca della felicità. Voleva stringerlo a sé, abbracciandolo e rincuorarlo. Cosa lo faceva stare così male, chi si era permesso di ferire Rumpelstiltskin ?

-Che ne dici se me lo leggi?- chiese poi  distraendola dai suoi pensieri.

-Ma certo volentieri!- sorrise  iniziando a leggere la prima pagina.

La voce soave e  delicata  di lei era molto gradevole da ascoltare. Per il suo orecchio era una candida melodia di un angelo meraviglioso.
La guardava animarsi nella lettura cercando di interpretare gli stati d’animo dei personaggi e delle vicende, facendolo ridere e divertirsi nell’immaginarsi quei cavalieri alla volta del loro destino.

Quella ragazza gli aveva rallegrato la giornata.
Come aveva fatto a vivere senza di lei per tutto quel tempo?
……
-Hai fatto colazione?!-  chiese Lacey aprendo il suo piccolo cestino.

Gold negò osservandola prendere due ciambelle. Gliene diede una.

-Spero ti piacciano al cioccolato!- si preoccupò  prendendo un fazzoletto.

-Sono le mie preferite!- rispose teneramente avvolgendo la ciambella nel fazzoletto.

Agguantò delicatamente il dolce assaporandosi il gusto. Lacey lo guardava immobile godendosi lo spettacolo. A Gold piaceva il cioccolato, si leggeva ben nitido in faccia. Sorrise contenta.

-Vuoi bere?!- chiese poi voltandosi verso il cestino.

Gold si rese conto che  si era portata solo una lattina per lei.

-No sto bene così!- affermò poi continuando a mangiare la ciambella.

Gli porse la lattina appena finì di bere.

-Dai… avanti… lo so che hai sete!!- sottolineò lei allungandogli la lattina davanti.

Imbarazzato da un così stretto contatto intimo prese la lattina e bevve proprio dove c’era il segno del suo rossetto rosso, illudendosi  di poterlo bere dalle sue labbra.
Appena finì Lacey scoppiò a ridere.

-Scusami forse era meglio che bevevi prima tu e poi io!- continuava ridendo.

Gold non capiva il significato di quella frase e la guardava stranito.
La ragazza si mise sulle ginocchia davanti a lui.

-Hai tutto il labbro rosso per colpa del mio rossetto. Che penserà la gente se vedrà te con il labbro sporco del mio rossetto?!- rideva prendendo un fazzoletto.

-Penserebbe che ci siamo baciati!-  fu serio lui guardandola.

Lacey si fermò realizzando la frase e lentamente tirò il fazzoletto dal pacchetto. Aveva il cuore che batteva a mille nel petto e sentiva il calore invaderle il corpo.

-Sì proprio così!- rispose  scemando la situazione.

Avvicinò il volto al suo e con molta delicatezza pulì le sue labbra. Come erano soffici e morbide,non aveva avuto modo quella sera di godersele.
Lentamente fece cadere il fazzoletto continuando però a toccargli le labbra con il pollice. Era affascinata dalla sua bocca perfetta e invitante. Percorse lentamente i bordi delle labbra godendosi la delicata sensazione di velluto sotto il suo tocco. Voleva baciarle, morderle, leccarle, non capiva il perché ma quelle labbra erano motivo di tormento e frustrazione. Doveva averle, doveva averlo.

Con uno strattone la fece sedere sulle sue gambe stringendole la vita. Aveva gli occhi solo per le sue labbra e non sentiva nulla che le accadeva intorno.
Le mani di lui iniziarono a percorrerle la schiena diminuendo lo spazio tra di loro. Da ventotto anni che non accarezzava in quel modo il corpo di lei. Sentire le sue curve riempirgli le mani era una splendida sensazione. Non respirava più, aveva bloccato il suo respiro in gola preoccupato che potesse rovinare quell’intenso momento.

Lei portò l’altra mano nei suoi capelli percependo la loro sostanza e si avvicinò al suo volto lentamente chiudendo gli occhi.
Gold notò una piccola lacrima scendere a rigarle il viso. Non stava piangendo, e non era una lacrima di dolore o scontentezza, sembrava più una lacrima di gioia, di felicità. Era come se Belle, rinchiusa in Lacey, sapesse cosa stesse succedendo. Era come se fosse contenta che quel momento fosse arrivato. Come se fosse atteso da lui quanto da lei. Non poté essere più lusingato da tale comportamento. Portò la mano sulla sua testa tirandosela vicino a sé, mentre con l’altra la stringeva al suo corpo.

“Belle amore mio!” pensò emozionatissimo.

La campana della scuola lì vicino disturbò il loro momento. Lacey realizzò la situazione e come un fulmine si spostò dall’uomo interrompendo il contatto visivo. Posò il libro nel cestino e si alzò senza dire una parola buttando la lattina nella spazzatura.

Gold aiutandosi con il bastone si mise in piedi raccogliendo il cestino della ragazza.

-Scusami Gold scusami!- disse poi  prendendogli il cestino da mano correndo via.

Non riuscì a fermarla, talmente fu veloce che neanche chiamarla servì.
Perché si era comportata in quel modo? Cosa c’era che non andava? Forse la maledizione su di lei aveva preso il sopravvento?
Amareggiato si diresse al negozio raccogliendo i documenti per l’incontro di domani.
……
Arrivò a metà libro l’aveva divorato in meno di un secondo. Con lei le ore passavano come se fossero minuti. Era tutto così fuori dal tempo che si perdeva proprio la cognizione. 

Era quasi ora di pranzo e Belle non aveva ancora preparato nulla. Chiuse il libro amareggiata, ma i doveri arrivavano prima di tutto.

-Scusatemi con la mia parlantina ho costretto voi ad allontanarvi dai vostri impegni ed io dalle mie faccende. Provvederò subito a prepararvi il pasto!- affermò la principessa alzandosi da terra. Prese il cestino e si diresse all’ingresso.

Si voltò guardando un Rumple confuso e disorientato.

-Potreste portare voi la coperta? Grazie!- chiese infine  sorridendo correndo via come un fulmine.

Talmente fu veloce che neanche chiamarla servì.
Si alzò addolorato che la loro colazione fosse finita. Raccolse la copertina da terra e  si diresse nuovamente al salone in attesa che la fanciulla venisse per il pranzo.

Ormai da quella famosa sera mangiavano sempre insieme. Era diventata un’abitudine, come il tè delle cinque.
Si sedette all’arcolaio continuando il suo filare. La ragazza lo raggiunse dopo un bel po’ con due piatti fumanti e una brocca di vino rosso.
Apparecchiò per due e iniziarono a mangiare.
……
Ormai si era fatto pomeriggio e Lacey non si era fatta viva. Era preoccupato,ma non voleva disturbarla. Se aveva deciso di non presentarsi quel giorno a lavoro aveva le sue buone spiegazioni.

Il cellulare dell’uomo squillò interrompendo i suoi pensieri. Era Emma che l’avvertiva del ritrovamento di Mary Margarethe. Si precipitò nel suo ufficio per constatare l’accaduto.

-Complimenti signorina Swan ha fatto un ottimo lavoro!- si complimentò stupito appena arrivò.
In quell’istante si presentarono Regina e il procuratore. La donna era convinta che la maestrina non fosse nella cella, ma per sua sfortuna la ragazza era nella sua prigione.

-Ma com…? Bene spero che domani verrà fatta giustizia!- si augurò il sindaco lasciando l’ufficio con il procuratore.

La seguì Gold per il corridoio. Dopo che la bruna salutò il procuratore si diresse da lui.

-Non erano questi i piani…lei non doveva esserci in prigione cosa è accaduto?!- chiese infuriata la donna.

Gold alzò le spalle in segno di non esserne a conoscenza.

-Non faccia il doppio  gioco Gold!- l’indicò poi lei lasciandolo da solo.

L’uomo la fissò andarsene con un sorriso sulle labbra.
Dopo aver lasciato Emma e la detenuta ritornò al negozio per chiuderlo.
Vide appoggiata al muro del suo negozio Lacey che guardava in basso attendendo il suo ritorno.

-Ciao!- salutò lui avvicinandosi.
-Scusami se oggi non sono venuta!- si scusò  continuando a guardare per terra.
-Vieni dentro!- l’invitò ad entrare.

La ragazza chiuse la porta dietro di sé addentrandosi. Gold posò le chiavi sul bancone e aiutandosi con il bastone si voltò verso di lei. La vedeva strana, combattuta, confusa e disorientata. Non gli piaceva vederla in quel modo. Forse la sua presenza era motivo di tanto squilibrio, uno squilibrio che lui non voleva che la sua Belle provasse.
……
Era ormai pomeriggio e come al solito si presero una tazza di tè, ma questa volta lo consumarono nel salone.
La ragazza si sedette sull’enorme tavolo guadando il folletto gustarsi la bevanda.

-Perché mi volevate con voi?!- prese la parola  rompendo il silenzio.

-C’è sporcizia ovunque!- rispose sogghignando  continuando a bere.

La ragazza socchiuse gli occhi scrutandolo dolcemente.

-Io credo perché vi sentivate solo…qualunque uomo si sentirebbe solo!- arrivò alla sua conclusione.

-Può darsi, ma io non sono un uomo!- sottolineò appoggiandosi al tavolo.

-Sapete è da un po’ che mi trovo qui e mi sono guardata intorno…ho visto in una stanza un abito piccolo. Apparteneva  a voi o ad un bambino?!- quella domanda gli fece riaffiorare tristi ricordi, soprattutto nel giorno del compleanno del suo Bae.

-A dire la verità era di mio figlio!- si confidò chinando il capo.

-Cosa gli è successo?!-continuò a chiedere lei.

-L’ho perso come ho perduto sua madre!-

-Mi dispiace!- soffriva per lui. Non sapeva che avesse un figlio e che l’avesse perso.

-Questo significa che eravate un uomo… un uomo normale!- concluse lei.

Lui non rispose continuava a fissare la tazza sbeccata che aveva in mano.

-Se devo rimanere rinchiusa per il resto della mia vita, vorrei almeno conoscere voi!- l’incitò a parlare.

-Può essere, ma può anche essere che vuoi scoprire le debolezze del mostro…confessa!- ammonì lui posando la tazza sul tavolo.

-Non siete un mostro sapete? E’ per questo che avete coperto tutti gli specchi…eh?- rispose  sorridendogli teneramente.

Un bussare alla porta disturbò la loro chiacchierata.
La lasciò per un istante  arrivando poi con una rosa rossa in mano. Era bellissima.

-Per te…prendila!- incitò lui.
-E’ bellissima grazie!- la prese lusingata annusando il suo fresco profumo.

Si avvicinò alla vetrina per prendere un piccolo vaso per infilarla dentro.
……
-Scusami per oggi…non era mia intensione!- iniziò lei cercando di trovare le parole giuste.
-Non devi preoccup…!-
-No aspetta vorrei finire!- chiese poi lei.
-Va bene!-  si appoggiò al bastone pronto ad ascoltarla.
-Io qui mi trovo bene, ma ultimamente non mi sento più me stessa. Ho cambiato le mie abitudini, il mio modo di fare e non riesco più a capire chi sono! Mi sento confusa e strana. Mi sembra di vivere una vita di un’altra persona, ricca di nuove e strane sensazioni. Non riesco più ad essere me stessa Gold e questo mi spaventa!- confessò lei guardandolo fisso negli occhi.

Gold era dispiaciuto, l’unica cosa che non voleva era far star male la sua Belle. Erano troppe le cose che erano successe in quell’ultimo periodo e vivere con due personalità non era di certo ottimale. Questo non l’aveva calcolato. Credeva che stando con lui si sarebbe lasciata andare completamente e che dopo il bacio si sarebbe svegliata. Non aveva messo in conto che c’era una potente maledizione su di lei.
Ci doveva andare con cautela, di certo non voleva che scappasse da lui senza più rivederla.
…….
-Scusatemi stavate finendo di raccontarmi la storia di vostro figlio!- realizzò la fanciulla dopo il suo enorme monologo sulla vita e sull’amore.

Rumple si rese conto di quanto amasse quella ragazza e di come era stato un mostro strappandola dalla sua vita e dai suoi affetti.

-Facciamo così!- catturò l’attenzione della domestica.
-Va in città e prendimi della paglia…quando tornerai finirò la mia storia!- disse poi lui teneramente.

Belle realizzò la cosa e scioccata spalancò gli occhi.

-Avete pensato che potrei scappare?!- ribadì lei.
-Ma certo mia cara e mi aspetto di non rivederti mai più!- disse poi alzandosi da tavolo e sedendosi all’arcolaio.

Era una fitta nel cuore, ma per amor suo doveva lasciarla libera.

La ragazza profondamente confusa guardò per l’ultima volta il suo carceriere e con lentezza si avviò sperando che lui la fermasse, ma ciò non avvenne. Andò in camera sua a prendere il mantello e il cestino di vimini che aveva nella stalla.
Con una malinconia nel cuore salutò quel bellissimo giardino raccogliendo un petalo di rosa da uno di quelle nel cespuglio (cosa che faceva abitualmente). Prima di abbandonare quel castello che l’aveva accolta per molti mesi, passò per la biblioteca. Prese il libro dell’Orlando furioso e mise il petalo* in mezzo ai fogli dove aveva lasciato la lettura. Voleva lasciare qualcosa in sospeso, per non mettere la parola fine.
Appoggiò il libro sul tavolo e dopo aver dato un ultimo saluto alla stanza si avviò all’uscita senza sosta. Percorse con un peso nel cuore il vialetto senza mai guardarsi indietro, ignara del fatto che alla finestra della biblioteca c’era lui che con amarezza e sofferenza la vedeva andar via per sempre dalla sua vita.
……
Si era comportato come un mostro. L’aveva strappata ad una vita serena, spensierata e senza problemi, senza pensare che se mai avesse recuperato la memoria avrebbe dovuto portare con sé quel pesante fardello. Doveva vivere con la consapevolezza di due vite e lui sapeva bene come era difficile. Aveva pensato solo a sé stesso e non alla sua Belle.

-Mi dispiace Lacey, l’ultima cosa che vorrei e che tu stai male. Facciamo così, prenditi un po’ di tempo per riflettere, riposati, svagati se vuoi. – pensò lui abbassando per un attimo la testa.

Era una fitta nel cuore, ma per amor suo doveva lasciarla libera.

-E se poi ritrovando chi sono non vorrò più venire a lavorare per te?!- chiese lei vulnerabile.
-Allora accetterò la tua decisione senza replicare!- rispose addolorato.

La ragazza profondamente confusa annuì voltandosi verso l’uscita sperando che lui la fermasse, ma ciò non avvenne. Appoggiò la mano sulla maniglia chiudendo gli occhi lasciando che una lacrima le solcasse il viso.
Aprì la porta senza voltarsi allontanandosi dal suo negozio, ignara che dalla finestra vi era Gold addolorato e sofferente che la vedeva andar via da lui con la vana speranza di stringerla nuovamente fra le braccia.

 
 
*Questo momento è antecedente a quello narrato nel primo capitolo in cui Rumple era in biblioteca sperando che Belle tornasse. Se vi ricordate aveva visto un libro su quel tavolo con un petalo di rosa fresco al suo interno…beh eccovi spiegato come ci era arrivato quel petalo ;)
 
Angolo dell’autrice
Ed eccomi di nuovo qui a postare un capitolo abbastanza sofferente. Non linciatemi, ma doveva arrivare prima o poi un capitolo del genere. Nonostante la vena triste di questo capitolo ci sono stati momenti di forte attrazione tra i due. Lacey sta sempre di più desiderando Gold, ma allo stesso tempo la maledizione contrasta le sue volontà facendola confondere e disorientare. Beh non è facile vivere in questa situazione, basti pensare agli Snowing della prima stagione ;) Gold ora ha realizzato veramente la cosa, fino a poco tempo prima era determinato a far innamorare Lacey di lui così che il bacio del vero amore funzionasse e far ritornare Belle, ed ora vedendo la confusione negli occhi della sua amata, ha capito che sta commettendo nuovamente un errore. Le sta stravolgendo la vita come ha fatto in passato e questo non può perdonarselo. È solo per questo che ha gettato la spugna o per meglio dire ha rinunciato (temporaneamente) a lei; la sua codardia è ritornata a farsi sentire e ad influenzarlo nelle sue decisioni. Beh cos’è Gold senza codardia?! ;) Passando alla parentesi del passato, come avevo già annunciato nell’angolo dell’autrice del capitolo 8, ci sono stati dei momenti classici di Skin Deep: la chiacchierata sul tavolo e Gaston trasformato in una bellissima rosa. Volevo precisare che ho voluto inserire la maggior parte dei discorsi dell’episodio cercando di rimanere fedele (non del tutto ovviamente) all’originale per facilitarvi la lettura e farvi immergere meglio nella vicenda.

Sono veramente contenta di esserci riuscita anche questa settimana a postare e cercherò di farlo anche la prossima settimana. Vi lascio con qualche anticipazione del prossimo capitolo: Lacey farà un importante chiacchierata con qualcuno che le aprirà gli occhi sulla sua situazione con Gold; nel passato invece vedremo cosa ha fatto (o per meglio dire pensato) Belle da quando ha lasciato il castello oscuro dopo che ha litigato con Rumple per il bacio del vero amore,  e cosa ha fatto Rumple dal momento che il suo amore l’ha lasciato per sempre.

PS: voglio ringraziare tutti coloro che seguono la mia storia e chi l’ha aggiunta tra le preferite-seguite-ricordate e a tutti quelli che provengono dalle due pagine di facebook che gestisco con le altre due amministratrici: I will see you again Rumbelle , e All crazy for Rumbelle. E un saluto speciale va a libellula.s e a libellula.a che sono le prime sostenitrici di questa mia storia! Grazie raga!! :*

Bene vi saluto!!
À bientôt!! :)   
DR!
  
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