Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: _ Arya _    08/02/2015    9 recensioni
Emma Swan è una specializzanda al quarto anno di chirurgia. Durante un tragico incidente dove presterà soccorso, riuscirà a salvare il timoniere della Jolly Roger: Killian Jones. Non ci si dovrebbe mai innamorare di un paziente, ma le regole sono fatte per essere infrante...
"-Sono la dottoressa Swan. Emma. E le prometto che la tirerò fuori di qui- cercai di sorridergli incoraggiante.
-Lei è bellissima dottoressa- sorrise di rimando, e solo allora notai i suoi bellissimi occhi blu." [dal 1° capitolo]
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Stairway to Heaven... just don't fall down

 

Sentii il suo respiro fermarsi, ma le sue braccia non lasciarono la presa dell'abbraccio in cui mi aveva avvolta.
Tirai su col naso e alzai lo sguardo per assicurarmi che stesse bene: i suoi occhi color oceano incontrarono i miei... e io ebbi paura.
Ebbi paura che dopo questa rivelazione non mi volesse più. Che non volesse una donna incapace di dargli un figlio, se le cose tra noi fossero andate bene.
-E' meglio che me ne vada. Vero?- mi sforzai di non piangere, ma la mia voce tremò lo stesso.
Lui non rispose, quindi feci per alzarmi, ma non me lo permise. Mi trattenne tra le sue braccia e mi baciò i capelli, poi la fronte.

KILLIAN POV

Non riuscii a credere alle mie orecchie. Dopo tutto quello che aveva passato, ora la vita le stava negando anche di poter essere madre di altri bambini... ed era così giovane.
Non stava piangendo, o almeno tentava di non farlo, e non sembrava neanche convinta di ciò che stesse provando.
Trattenni il fiato non sapendo cosa dirle: avevo mille parole quanto neanche una, perché nulla sarebbe cambiato, qualsiasi cosa io avessi detto. Avrei voluto stringerla più forte, baciarla e rassicurarla, ma non ne ebbi le forze.
Vederla così fragile e distrutta mi scombussolò.
Alzò il suo sguardo, e lo incrociai perdendomi nei suoi occhi verdi tristi e lucidi.
Vidi il suo sguardo trasformarsi, e la tristezza lasciò il posto alla paura;
-E' meglio che me ne vada. Vero?- la sua voce tremò fino a spezzarsi sull'ultima parola, ma non le permisi di alzarsi nel momento in cui ci provò. Invece la strinsi e le baciai i capelli, per poi scendere alla fronte.
E allora scoppiò a piangere, cingendomi il collo con le braccia. Lasciai che affondasse la testa nella mia spalla e sfogasse tutte le sue lacrime, mentre le accarezzavo la schiena e la testa.
Mi distruggeva vederla in quello stato: non era la prima volta che piangeva davanti a me, ma mai in maniera così devastante.
Continuò a lungo, alle lacrime si unirono i singhiozzi, e io non smisi mai di accarezzarla: volevo sapesse che ero lì per lei, con lei, che non l'avrei lasciata da sola.

Non fui in grado di dire quanto tempo passò prima che si calmasse e il suo respiro tornasse semi regolare.
-Mi dispiace tanto tesoro mio... tu non meriti tutto questo. Ma io sono qui per te, e ci sarò sempre...- le sussurrai all'orecchio, e finalmente si fece coraggio e mi guardò.
I suoi occhi erano gonfi e arrossati, e le sue guance ancora umide delle lacrime che aveva versato.
-Killian- fece a voce bassa -io non so neanche perché sto così di merda. Non avevo mai valutato l'idea di avere altri figli... con August... è successo. Ma dopo l'aborto non ho pensato “prima o poi riproverò”. Magari non ne avrei anche mai voluti, o non lo so... perché mi sento uno straccio allora?- mi domandò quasi supplichevole, desiderosa di una risposta che non sapeva o non voleva darsi da sola.
-Perdere qualcosa è sempre doloroso Emma. Aggiungici il dubbio... magari nel tuo inconscio ne avresti voluti.- dissi, cercando di essere serio, e non abbandonarmi solo nelle parole di conforto.
La ragazza annuì, e chiuse gli occhi per poi cercare di riprendere fiato e ritrovare il controllo di sé.
-Mi sento incompleta. Una donna... deve poter avere figli. Probabilmente tu hai ragione, avrei voluto avere un altro bambino... in maniera più consapevole. Io amo Henry, ma è successo per caso... e ne sono felice. Però ecco...
-Ho capito cosa intendi- la fermai sentendola in difficoltà. Si sentiva in colpa perché Henry era stato un caso nonostante lo amasse, e non sapeva come dire che forse un giorno avrebbe voluto poter decidere di dargli un fratellino o una sorellina.
-Ma tesoro... hai detto che “potresti” non avere più figli. Te la sentiresti di spiegarmi meglio?
-Non penso ne capiresti molto. Ma diciamo che il mio utero ha subito dei danni che hanno causato questa emorragia... e al momento sembra non siano risolvibili. In futuro non lo so. Credo dovrò fare altre analisi e schifezze del genere, ma non credo che cambierà qualcosa.- cercò di spiegarmi tutto in parole povere, e con successo dato che riuscii a capire il concetto.
-Non devi perdere la speranza. Io sono certo che un giorno tu avrai un bellissimo bambino dagli occhioni grandi e verdi, come i tuoi. E sarai ancora una volta una mamma fantastica, con Henry sei stata bravissima.
-Sì, e con chi? Quale uomo vorrebbe stare con una donna che al 90% non potrà farlo diventare padre...- fece in una risata sarcastica, priva di allegria.

EMMA POV

-Beh, chiunque siano dovranno mettersi in fila tesoro, perché io non cedo il primo posto a nessuno.
Se possibile, il mio cuore si riempì di gioia e tristezza allo stesso tempo.
Gioia, perché lui continuava a volermi come prima, quell'esitazione che avevo visto all'inizio non era stata repulsione. Era stata sofferenza, soffriva per me più di quanto facessi io stessa.
Tristezza, perché nonostante fossi contenta come non mai di non averlo perso, non potevo infliggergli il dolore di non poter essere mai padre. Non sapevo dire se tra di noi avrebbe funzionato, ma non potevo rischiare, e neanche lo volevo. L'avevo visto con Henry, era stato dolce e paterno, e un giorno sarebbe potuto diventare un papà meraviglioso. Non avevo le forze di negarglielo.
-No. Tra di noi deve finire oggi. Qualunque cosa stia nascendo... deve finire. Tu devi trovarti di meglio.- dissi decisa, nonostante mi si spezzasse il cuore dover rinunciare a lui. Ma lo stavo facendo proprio perché era troppo importante per me, e un giorno mi avrebbe ringraziata.
-Stai scherzando.- disse quello semplicemente.
Avrei voluto scoppiare a ridere e dirgli di sì, che stavo scherzando, ma in tal modo gli avrei rovinato la vita.
Mi infusi coraggio e mi alzai in piedi, senza dire niente. Se non lo capiva con le parole, forse ci sarebbe riuscito coi gesti, e prima o poi avrebbe dovuto accettarlo.
Ignorai il dolore che mi percorse tutta la gamba e raggiunsi la porta a passo svelto, per uscire da lì il prima possibile.
Avevo la mano ormai sulla maniglia, e sarei corsa via se non fosse per il rumore di un tonfo che mi costrinse a voltarmi.
Killian era steso a terra con le braccia avanti e il lenzuolo ancora avvolto a una gamba. Doveva aver cercato di raggiungermi e nel farlo troppo velocemente era inciampato.
Accorsi immediatamente e mi chinai su di lui, che però non mi permise di aiutarlo e si tirò su da solo.
-Stai... bene? Ti sei fatto male?- gli domandai allarmata, vedendo il suo viso contratto dal dolore. Feci per poggiargli una mano sulla spalla, ma lui mi tirò con forza verso di sé, prendendo le mie.
-Tu non mi allontanerai solo perché credi di sapere cosa sia meglio per me!- esclamò, guardandomi con rabbia -Non puoi prendere e andartene, e decidere di far finire tutto come se niente fosse! Non hai il diritto di farmi questo, Emma! Tu non mi piaci perché puoi darmi dei bei bambini... per averne c'è l'adozione, ci sono tanti altri modi! Ma c'è un'unica Emma Swan, e io non ho la minima intenzione di rinunciarci! Quindi non ti lascerò scappare così, e se ci proverai io continuerò a correrti dietro e a fermarti!- gridò disperato ma deciso, e mi strinse forte a sé unendo le nostre labbra in un bacio violento, un bacio carico d'amore e di passione a cui io non potei fare a meno di cedere.
Lasciai che mi stringesse forte, e poi feci lo stesso con lui, continuando a baciarlo senza averne mai abbastanza.
Scoppiai di nuovo a piangere, ma stavolta spinta dall'emozione per quelle parole così forti: non riuscivo a credere di essere così importante per lui, nessuno mi aveva mai fatta sentire così unica, così speciale.
Mi strinse forte al suo petto e cercò di asciugarmi le lacrime con la mano, invano ovviamente, dato che non riuscivo a smettere di piangere.
-Promettimi che non proverai più a lasciarmi solo... tu sei perfetta così come sei tesoro- sussurrò dolcemente sulle mie labbra, e io riuscii a sorridere.
-Te lo prometto. Mi dispiace Killian...- singhiozzai, cercando di riprendere il controllo delle mie emozioni. Lo baciai ancora un po', e le sue labbra e la sua lingua fecero effetto più velocemente di un sedativo.
Senza parlare, e senza lasciar andare la stretta intorno a lui lo riaccompagnai a letto e lo feci stendere, tornandogli accanto.
-Ti sei fatto qualcosa cadendo?- gli chiesi intimorita, facendo scorrere la mano lungo il suo petto, fino all'altezza dell'ombelico. Sentii il suo corpo rabbrividire sotto il mio tocco.
-A parte una gran figura di merda intendi?- sorrise per rassicurarmi, e scoppiai a ridere seguita da lui.

***

Dopo aver salutato Regina assicurandole di star bene e che non avrei tentato il suicidio, infilai la chiave nella serratura e aprii la porta di casa, aspettandomi di trovare la sala buia tra Henry che doveva essere a letto dato che erano le 10, e gli altri di turno o da Granny.
Invece mio figlio e Neal erano sistemati sul divano di fronte alla TV.
-Ciao mamma!- esclamò il ragazzino saltando giù e venendomi ad abbracciare -non volevo dormire prima che tornassi a casa!
-Sei perdonato solo perché anch'io voglio stare un po' con te! Cosa guardate?- gli domandai scompigliandogli i capelli, e raggiungendo il divano insieme a lui.
-Il signore degli anelli- fece Neal -possiamo parlare Emma? Mi serve un minuto.
Lo guardai esitando, non ero sicura di aver voglia di discutere con lui ora, ma in fondo un minuto potevo anche concederglielo.
-Ok. Ragazzino, va ad aspettarmi in camera... tra un po' salgo con due belle cioccolate calde per noi due e mi racconti tutto!- mi rivolsi a lui per fare in modo che ci lasciasse soli e non rischiasse di ascoltare discorsi poco piacevoli.
Mi rivolse uno sguardo incerto, ma annuì e andò verso le scale, quindi mi sedetti accanto a Neal.
-Cosa volevi dirmi?
-Volevo ricordarti che stai infrangendo le regole. Non puoi farti coinvolgere da un tuo paziente Emma, lo sai vero?- il suo tono tranquillo fu perfino più irritante che se avesse deciso di urlarmi contro. Con che coraggio veniva a farmi la paternale; era solo un mio collega, non un mio superiore.
-Non credo siano affari tuoi.- dissi semplicemente, cercando di mantenere la calma.
-Sì che lo sono. Ti farai licenziare, è questo che vuoi?
Scoppiai in una risata ironica che non potei contenere: pretendeva che credessi mi stesse facendo quel discorso solo perché voleva evitare che perdessi il lavoro!?
-Neal, avanti. Almeno non prendiamoci in giro. Dimmi quello che pensi davvero, così forse riusciamo a parlare da persone adulte.- lo guardai negli occhi nella speranza che avesse il coraggio di fare l'uomo una volta tanto. Gli volevo bene, volevo continuare a essergli amica, ma per farlo dovevamo prima mettere tutto in chiaro per non creare fraintendimenti.
-Ok. Senti. Io sono ancora innamorato di te Emma. Mi sono fatto da parte perché tu amavi August... non volevo darti fastidio... ma davvero valgo meno di un paziente che conosci da due settimane? Un paziente Emma! Credevo di averti dimostrato di essere cambiato, che puoi fidarti di me, pensavo provassi anche tu qualcosa per me... e invece ti chiudi nelle camere a baciarti i pazienti!- esclamò furioso alzandosi in piedi, e io feci lo stesso.
Lo guardai non sapendo se sentirmi in pena per lui o arrabbiata; certo, mi faceva male sapere che provava per me dei sentimenti che non potevo ricambiare, ma non aveva neanche il diritto di parlarmi in quel modo.
-Questo paziente è un uomo prima di tutto! Un uomo che senza conoscermi mi ha messa al primo posto! Un uomo che più volte, quando è stato più vicino alla morte che alla vita, ha pensato prima a me!
-Avevo 18 anni Emma, ero giovane! Sono cambiato! Anch'io ti metto davanti a tutto!
-Anch'io avevo 18 anni, eppure non ho lasciato nessuno prendere le decisioni al posto mio! Sei stato il mio primo amore, e questo non cambierà mai. Ma hai avuto la tua possibilità e l'hai sprecata! Io non ti amo più, e non è qualcosa che puoi cambiare! Mi dispiace davvero tanto, ma non posso farci proprio nulla!- gli urlai in faccia con ormai le lacrime agli occhi per l'esasperazione.
-Sì certo, il tipo senza una mano ti ha fuso il cervello! Hai lasciato anche tuo figlio per rimanere a procreare con lui!
In quell'istante persi la poca lucidità che mi era rimasta e lo spinsi violentemente contro il muro, per poi trattenerlo per le spalle guardandolo negli occhi con odio.
-Io sono rimasta perché un uomo, un amico che poco prima ha rischiato la vita insieme a me ha voluto vedermi! E mi dispiace, ma credo mi verrebbe difficile procreare dato che probabilmente non potrò mai più avere figli! Quindi sta' tranquillo, non succederà!- gridai per poi lasciarlo andare, lasciandolo completamente sconvolto.
-Sono rimasta di più perché ho aspettato che Trilli mi dicesse cosa non andava nelle mie analisi. Avevo lasciato perdere quando è arrivato Henry. E beh, ecco qui. Contento?
-Emma... io... mi... mi dispiace, non avevo idea...- non seppi cos'altro volesse aggiungere, perché sentii un tonfo lungo le scale e voltandomi vidi Henry che aveva fatto cadere uno dei suoi dvd.
Spalancai gli occhi, lui era rimasto a bocca aperta, e non osai chiedergli da quanto fosse lì ad ascoltarci.
Spinsi da parte Neal, ignorando i suoi tentativi di fermarmi e salii le scale per raggiungere mio figlio. Senza dire niente lo accompagnai in camera e mi sedetti sul suo letto insieme a lui, guardandolo preoccupata.
Non disse una parola e si spostò a sedere sulle mie gambe per poi abbracciarmi forte e darmi un bacio sulla guancia. Io ricambiai la stretta del mio bambino, commuovendomi per la sua infinita dolcezza, e il suo sapermi capire nonostante avesse soltanto dieci anni.
Forse non avrei potuto avere altri figli, ma quello che avevo era il migliore che avrei mai potuto desiderare.
-Ora vado a fare quella cioccolata...- sussurrai dopo avergli stampato un bacio sulla testa.
-Andiamo insieme. Non essere triste mamma, se vuoi un bambino lo possiamo adottare no? Ci sono tanti bambini che non hanno una mamma.
Sorrisi per l'ennesima volta, contenta di averlo di nuovo insieme a me. Riusciva a rendere semplici anche i problemi più brutti o difficili.
-Ah, e non fa niente se baci Killian- aggiunse con un gran sorriso mentre ci alzavamo -solo papà si è arrabbiato. A me piace, è simpatico! Tutti i miei compagni mi invidieranno tantissimo per avere la mamma fidanzata con Capitan Uncino!

***

REGINA POV

Raggiunsi Emma in mensa e dopo aver riempito un vassoio mi sedetti accanto a lei, sembrava stanca, distrutta.
Chiaramente non aveva preso neanche questo secondo giorno di riposo, e per di più era stata insieme a me e suo padre a operare un tumore ai polmoni per quattro ore. Entrambi avevamo cercato di convincerla almeno a fare qualcosa di più semplice dato il suo pallore tremendo, ma non ci aveva neanche voluti ascoltare. Aveva portato a termine l'intervento senza lamentarsi neanche una volta.
Avevo provato a parlarle una volta finito, ma mi aveva liquidata dicendo di avere appuntamento da Zelena.
-Emma, come stai?- le chiesi prendendo posto sulla sedia di fronte a lei.
-A che ora passa a prenderti Robin?- mi domandò quella evitando esplicitamente la mia domanda.
-Lo dimetto dopo pranzo... e poi passa a prendermi alle 20, a fine turno. Ma rispondimi per piacere.
-Come vuoi che stia... sto bene Regina, sono solo state due settimane estenuanti... ma si tira avanti!- fece alzando le spalle e addentando il suo hamburger.
Ero seriamente preoccupata per lei, voleva mostrarsi forte e non cedere, ma continuando a tirare troppo la corda prima o poi si sarebbe spezzata. Era pur sempre un essere umano, per quanto forte potesse essere.
Sarebbe arrivato il momento in cui non ce l'avrebbe più fatta, e allora sarebbe stato molto peggio che prendersi una o due giornate di pausa.
-Nel pomeriggio va' da Killian, passa del tempo con lui invece di lavorare...- cercai di proporle, sapendo quanto le piacesse trascorrere gli istanti liberi lì. Certo, non si sarebbe proprio riposata ma sempre meglio che sforzarsi sul lavoro.
-Certo che ci vado. Inizia con la riabilitazione oggi... quindi do' una mano.
-Recupera in fretta il ragazzo... mi ricorda vagamente qualcuno- alzai un sopracciglio guardandola, e lei non poté che sorridere.
E quando pensai che non mi avrebbe detto più nulla, ecco che cominciò a riversare un fiume di parole sul giorno passato.
Mi raccontò del suo sfogo con Killian, di come aveva cercato di allontanarlo per il suo bene, e di come lui non gliel'aveva permesso. Ricordò a memoria le parole che le aveva detto, ed ebbi perfino io un brivido nell'udirle.
Quell'uomo non era solo coinvolto, era innamorato, e lei sembrava non rendersene conto.
-Ho sbagliato a cedere?- mi domandò infine e io fui incredula. Quando si trattava degli altri era sveglia e preparata, ma quando si trattava di lei era una delle persone più ingenue che conoscessi.
-Emma, scherzi? Un uomo così non devi neanche provare a fartelo scappare! È te che vuole, non dei bambini.
Fissò il vuoto ticchettando con due dita sul tavolo, in quel momento avrei voluto picchiarla. A me aveva detto di non lasciarmi scappare Robin, e adesso aveva davvero dei dubbi su una relazione con Killian?
-Dio, Emma, se non fossi già ridotta male di tuo giuro che ti prenderei a schiaffi!
-Anche Henry approva...- disse voltandosi verso di me, e ciò mi fece arrabbiare ancora di più. Perfino a suo figlio piaceva il suo nuovo possibile fidanzato, e non era comunque convinta.
La guardai esasperata e senza parole, possibile che dovessi essere io a dirle cose fare? Come poteva non essere in grado di arrivarci da sola?!
-Senti Swan. Tu un giorno te lo devi prendere, magari ti schiarisci le idee. La stanchezza ti rende parecchio idiota se vuoi saperlo, e devi smetterla di fingere che vada tutto bene quando non è così. Io ti capisco, siamo uguali in questo, ma tu hai superato il limite da un po', puoi concederti di cedere. Cos'altro aspetti? Di avere un incidente mentre guidi verso casa perché sei troppo stanca?!
Alla fine non riuscii più a tenermi dentro quello che pensavo, feci voltare tutti i colleghi che erano a mangiare con noi, ma poco m'interessò. Qualcuno prima o poi avrebbe dovuto farglielo notare, ed essere teneri con lei non sarebbe servito a niente.
Sbarrò gli occhi guardandomi incredula, per poi coprirsi il viso per la vergogna.
-Dovevi farmi questo davanti a tutti?!- si lamentò alzandosi in piedi, pronta a scappare da lì.
-Sì, dovevo. Ora odiami pure se vuoi... ma pensaci prima che sia troppo tardi!
La vidi esitare un istante, ma infine decise di correre via da lì, probabilmente in lacrime.
Mi dispiacque molto, farla sentire a disagio non era stata mia intenzione, ma se fosse servito a farla riflettere non avrei avuto rimpianti.
E poi mi venne un'idea.
C'era un solo modo per convincerla a concedersi un po' di tranquillità, e io sapevo esattamente come fare.
Il suo uomo stava abbastanza bene a meno che non ci fossero stati peggioramenti nelle ultime ore, quindi non riuscii a trovare un motivo per cui il mio piano non dovesse funzionare.
Nulla sarebbe andato storto stavolta.

***

EMMA POV

-Emma! Devi andare immediatamente da Killian!
Non feci neanche in tempo a rendermene conto che Regina mi aveva raggiunta con una corsa, nonostante i tacchi e il vestito.
-Che è successo? Sono stata da lui neanche un'ora fa!- esclamai spaventata, dimenticandomi di avercela ancora con lei.
-Non c'è tempo, tu vai! Mi dispiace lo so che volevi riposarti ma dovevo dirtelo nonostante tuo padre non volesse. Ma ha bisogno di te...
-I... io... e tu? Roland? Come faccio...- balbettai sempre più spaventata, non sapendo cosa fare.
-Se ne occuperà tua sorella, non ti preoccupare. Vai!

 



I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare.
Ci uniscono anche quando sembra che i legami si debbano spezzare.
Certi legami sfidano le distanze e il tempo e la logica.
Perché ci sono legami che sono semplicemente... destinati ad essere. (cit. Grey's Anatomy 5x08)


























 




Angolo dell'autrice.
Voglio scusarmi in anticipo per la schifosità (passatemi il termine xD) di questo capitolo. In realtà l'ho scritto abbastanza di getto, e non sono per niente sicura che il susseguirsi degli eventi sia ben concentrato... forse è troppo. Per il prossimo ho già le idee abbastanza chiare, quindi farà decisamente meno schifo di questo xD
Buonanotte/Buongiorno come sempre!

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: _ Arya _