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Autore: MissSaade    08/02/2015    4 recensioni
London High School...
Gabriella Styles: cheerleader, bella, popolare... tanto buona da non essere indifferente alle cattiverie che Liam, ogni giorno, è costretto a subire.
Amy Horan: migliore amica di Gabriella, dolce, sensibile, timida...triste perchè non riceve affetto dal fratello e per essersi innamorata di chi è già impegnato in una relazione complicata.
Liam Payne: vittima, solo, testardo...che presto conoscerà la vera amicizia e poi l'amore, quello che guarisce anche le ferite più profonde.
Harry Styles: bello, affascinante, popolare, seduttore... un gioco di sesso che coinvolgerà, poi, anche i sentimenti con un'insegnate e che si complicherà con l'arrivo di qualcun'altra.
Niall Horan: migliore amico di Harry, egoista, arrogante, antipatico...inizialmente menefreghista nei confronti della sorella e poi geloso non appena un ragazzo poserà i suoi occhi su di lei.
Louis Tomlinson: allenatore di calcio, frequentatore di casa Styles e con un matrimonio in vista.
Celine Brums: coach delle cheerlaeders, fidanzata di Louis e presto mamma.
Zayn Malik: proprietario del bar più esclusivo di Londra, grande amico di Niall e Harry e sarà colui che aiuterà Liam a credere di nuovo in se stesso.
Buona lettura.
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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I love you
 
 
L’acqua del mare era fredda e Gabriella aveva i piedi piantati nella sabbia con l’acqua che le arrivava alle ginocchia. Liam era poco più avanti e la incitava a proseguire.
Erano arrivati di mattina presto e dopo essersi sistemati nel villaggio, Liam e Gabriella si erano diretti in spiaggia per poter fare il primo bagno di quella stagione.
« Amore, dai vieni. » le disse Liam, porgendole una mano.
« Ho i miei tempi. »
Liam si lasciò andare in una risata e Gabriella non poté fare a meno di pensare a quanto fosse bello sotto i raggi del sole. I suoi capelli sembravano ancora più chiari, i suoi occhi delle deliziose gocce di cioccolato. Era stato così naturale mettersi in costume, senza imbarazzo. Si perse a guardare i suoi addominali, le spalle, le braccia toniche, le labbra sottili e così deliziose da baciare.
« Amore. » la chiamò Liam, dato che era imbambolata a fissare chissà cosa.
Gabriella sembrava non averlo sentito e così Liam riprovò a chiamarla.
« Amore! »
Il cuore della ragazza palpitava a mille e dei brividi percorrevano la sua schiena scura. Già altre volte aveva fantasticato sul corpo di Liam e in quell’istante lo desiderava con tutta se stessa. Ricordò per un attimo alla sua prima volta e a quanto fosse stata incosciente ma innamorata di quel ragazzo che l’aveva solo usata. Con Liam sarebbe stato diverso.
« Liam, usciamo…»
Il ragazzo la guardò stranito e poi acconsentì, seguendola e  raggiungendo la spiaggia dove c’erano l’ombrellone con i due lettini.
« Cos’hai? » chiese Liam ad un certo punto, dato che Gabriella aveva rimesso i vestiti che pochi attimi prima aveva tolto, con una certa fretta.
« Voglio andare al villaggio. »
Liam sbuffò. « Amore ma i tuoi stanno venendo qui. »
Gabriella lo guardò negli occhi profondamente. « Appunto. »
Prese Liam per una mano e lo attirò a se, costringendolo a seguirla. Il ragazzo la lasciò fare, senza lamentarsi. Gabriella stava per compiere una pazzia e questo la elettrizzava, poiché voleva in un certo senso inaugurare quel primo giorno di vacanza e rendere la loro relazione più completa. Negò a se stessa l’idea che stava forzando le cose poiché sapeva che anche Liam lo voleva.
Tornati al villaggio Gabriella corse in camera e si accertò che non ci fosse nessuno in casa. Poi chiamò Liam dal piano di sotto e non appena varcò la porta si catapultò sulle sue labbra.
« Voglio fare l’amore con te. » disse, velocemente e un po’ in imbarazzo.
Liam parve sorpreso e per un momento rimase immobile di fronte a quella frase che aveva riempito la stanza e aveva fatto perdere un colpo di battito al suo cuore.
Gabriella, lo spinse sul letto e si mise sopra di lui, a cavalcioni. Iniziò a baciargli il collo, poi la guancia, fino ad arrivare alle labbra. Liam, dal canto suo, si era svegliato da quello stato iniziale di trans e così cominciò ad accarezzarle la schiena, dolcemente e lentamente.
Presto i loro baci divennero più passionali e disperati; la ragazza si tolse la maglietta e lo stesso fece con Liam, sfilandogliela lei stessa. I loro corpi aderivano perfettamente l’uno sull’altro.
Poi Gabriella passò alla cerniera dei jeans, facendosi aiutare da Liam a toglierlo completamente. Approfittò per sfilarsi la gonnellina azzurra che aveva messo per andare in spiaggia. Erano rimasti in costume, come se fossero in intimo e la loro voglia aumentava.
« Sei teso? » gli chiese tra un bacio e l’altro.
Liam scosse la testa. « Non vorrei deluderti.»
Gabriella alzò di scatto il capo. « Cosa dici, il fatto che tu sia…»
« Non sono vergine. »
Di certo non se lo aspettava. Aveva sempre pensato che, dato che aveva avuto problemi a scuola e non lo aveva mai visto in compagnia di una ragazza, Liam non aveva mai rapportato neanche in quel senso. Invece si era sbagliata.
« Oh, e…»
« È successo ad un campus estivo, durante il mio primo anno alla London High School.»
Gabriella si lasciò cadere lentamente su di lui, appoggiando la testa sul suo pettorale e iniziando a fare dei piccoli cerchi con le dita sopra la sua pelle chiara.
« Sei delusa? » chiese Liam.
« No, solo un po’ gelosa. »
Liam scoppiò a ridere. « Potrei esserlo anche io di te. »
Gabriella constatò che in quel caso Liam aveva ragione e così, svelta si sfilò il pezzo di sopra del costume e lasciò che il suo ragazzo le procurasse piacere con i suoi baci. Poco dopo furono nudi e in un attimo di dolcezza e amore, Liam entrò in lei lentamente e con il cuore che batteva forte. Le loro mani erano intrecciate.
Non si preoccuparono del possibile arrivo degli Styles, né dell’aver perso una giornata di mare per restare chiusi in quella camera che in quel momento era piena di sospiri di piacere.
Liam ribaltò la situazione e si avvicinò all’orecchio della ragazza. « Ti amo. »
Gabriella sorrise e inarcò di più la schiena. « Ti amo anche io, Liam. »
Il ragazzo non aveva provato queste sensazioni con la ragazza che lo aveva reso uomo. Con Gabriella era qualcosa di indescrivibile, bellissimo e che aveva voglia di rifare in ogni momento. Ormai erano una sola cosa e quella mattina avevano rafforzato il loro rapporto ancora di più. Continuarono a baciarsi per tutto il tempo e quando il culmine della loro passione arrivò, Liam fu costretto a stendersi di fianco a lei rinunciando a sfogare il suo piacere e non potendo condividerlo con lei direttamente.
« È stato bello! » disse Gabriella, abbracciando il suo ragazzo.
Liam sorrise esausto. « Anche di più. »
 
 
***
 
 
 
 
« Louis, è pronto! »
Celine chiamò il suo ragazzo dalla cucina e poi riempì i piatti di pasta al sugo. I suoi genitori erano andati a Manchester insieme a due coppie della comunità, era rimasta da sola in casa e aveva invitato Louis per pranzo. Il ragazzo ne aveva approfittato per farsi una doccia dato che era appena tornato da una partita a calcetto con i suoi colleghi.
Louis si diresse in cucina e si accomodò al tavolo, sorridente. « Ho una fame da lupi. »
« Io invece no, ho un po’ di nausea. »
Il ragazzo iniziò a mangiare. « Avrei potuto cucinare io. »
Celine scosse la testa. « Adesso ho avvertito il sintomo, non preoccuparti. »
Le nausee erano sempre più frequenti negli ultimi giorni. Si alzò e riempì una brocca di vetro con dell’acqua. « Avete vinto? »
Louis annuì soddisfatto. « Si, abbiamo schiacciato la squadra di Miller. »
Il giorno prima, dopo gli esami, i professori maschi avevano deciso di organizzare una partita per salutarsi in un modo carino. Louis era stato entusiasta della proposta e subito aveva scelto i componenti del suo team. Avevano deciso di creare un nome a entrambe le squadre e Louis e gli altri colleghi avevano scelto “ i gladiatori”, mentre la squadra avversaria “ i selvaggi”.
« Immagino la faccia di Luke. Come l’ha presa la sconfitta? »
Louis riempì il suo piatto di altra pasta. « È buonissima! – disse, tornando al suo posto – comunque diciamo che se ne è andato con la coda fra le gambe. »
Celine sorrise. « Va bene. Senti, ma come mai ci hai messo tanto a farti la doccia? »
Louis quasi si strozzò. « Ehm, niente. Ero molto sudato. »
Lei alzò le sopracciglia e bevve un sorso d’acqua. Si alzò da tavola e andò al piano di sopra per sciacquarsi il viso. Le nausee aumentavano e il caldo non l’aiutava di certo.
Non appena lasciò la cucina, Louis sorrise soddisfatto e si preparò a quello che sarebbe potuto accadere.
Celine andò in bagno e tamponò la fronte con un’ asciugamano bagnata. Massaggiò il ventre e poi si diresse in camera. Aprì la porta e la sua attenzione fu attirata da una busta rossa al centro del letto. Chiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò, prendendo la piccola busta e aprendola. All’interno c’era una lettera.
 
Amore mio,
sai quanto amo scrivere e soprattutto scriverti. In questo momento tu stai cucinando per me mentre io ti sto preparando questa sorpresa per farti capire quanto sei importante per me e come vorrei che il nostro rapporto si evolvesse in qualcosa di più profondo e solidale. Innanzitutto mi scuso per non essermi accorto subito di quello che era successo e di aver detto qualcosa che possa averti fatta soffrire. Scusa Celine, perdonami cercherò di rimediare ogni giorno che trascorreremo insieme. La mia vita da quando ti ho conosciuta ha un senso e ora che diventeremo in tre sarà ancora più importante. Voglio restarti accanto fino alla fine dei miei giorni e invecchiare con te, vedere nostro figlio crescere e diventare a sua volta madre o padre che sia. Sei la cosa più bella che mi sia capitata e per questo che voglio che mi sposi. Se scendi giù e non mi avrai scoperto prima, mi troverai in ginocchio con un anello e spero che la tua risposta sia si.
Ti amo, con amore Louis.

 
Gli occhi di Celine si riempirono di lacrime e portò una mano alla bocca. Strinse sul petto la lettera e rimase per qualche minuto a contemplare quelle parole, rileggendole.
« Ho il ginocchio che mi fa male! » urlò Louis dalla cucina.
Celine scoppiò a ridere e pensò che si, la sua vita sarebbe stata affianco a quell’uomo che anche in un momento serio e dolce come quello sapeva farla sorridere di gusto. Corse di sotto e raggiunse la cucina con il cuore a mille.
« Finalmente. »
Louis era inginocchiato e nella mano teneva una piccola scatolina blu.
La ragazza si avvicinò lentamente e allungò la mano per farsi mettere l’anello. Lui capì al volo la sua intenzione e quindi sorridente aprì la scatolina ed estrasse il piccolo anello, delicato e perfetto per Celine.
« Vuoi sposarmi? »
Si guardò la mano e poi una lacrima le solcò la guancia. Si inginocchiò e puntò i suoi occhi in quelli del fidanzato-futuro marito. Gli carezzò una guancia e prima di buttarsi tra le sue braccia gridò felice un « SI! »
 
 
 
***
 
Erano trascorse già due ore da quando si era messo in viaggio. Dopo una mezza mattinata al mare, si era reso conto che doveva smetterla di fare il codardo e doveva agire per ottenere qualcosa, così si era messo in macchina e stava ritornando a casa, più precisamente da Amy.
Nella sua mente si insinuavano diversi discorsi da farle e nessuno di essi gli sembrava adatto, si convinse che le parole sarebbero uscite da sole nel momento in cui l’avrebbe avuta di fronte a sé.
Nella vita aveva dato sempre importanza ad altre cose: come l’amicizia, la famiglia, il calcio, il sesso…niente a che vedere con l’amore. Era la prima volta che provava un sentimento del genere verso una ragazza e non voleva di certo farsi scappare questa opportunità.
Amy era diventata parte integrante della sua vita mentale. Ogni minuto, un pensiero andava a lei anche se si perdeva a fissare una semplice fotografia.
Accese lo stereo e canticchiò una delle canzoni che passavano in radio, per ammazzare il tempo e per distrarsi dai suoi pensieri. Perse il conto del numero di sigarette che aveva fumato per il nervosismo. Controllava il telefono ogni cinque minuti e si chiese se i suoi o Liam o Gabriella avessero trovato il bigliettino sopra al frigo che li avvisava che sarebbe tornato sul tardi e aveva preso la macchina. Harry sperava di ritornare al villaggio insieme ad Amy, però non si convinse di questo perché poi, in caso non accadesse, sicuramente ne sarebbe rimasto deluso.
Amy, intanto, si trovava fuori al balcone della sua stanza a guardare la gente che passava. Gabriella, la sua migliore amica, era andata in vacanza e in quel momento avrebbe voluto averla di fianco per poter parlare con lei. Maryssa, che ormai era diventata un’altra persona di cui fidarsi, era uscita con Niall e non aveva avuto il coraggio di chiederle se dopo sarebbe rimasta a dormire lì per potersi sfogare un po’, Niall ne avrebbe approfittato e Amy sapeva in cuor suo che Maryssa avrebbe preferito restare chiusa in camera con il suo fidanzato. Harry, invece, Harry era lontano ed era l’ultimo a cui poteva chiedere aiuto poiché era lui fondamentalmente il centro dei suoi pensieri e dei suoi sbalzi di umore.
Quindi, armandosi di coraggio, attraversò la stanza e andò a bussare alla porta di suo fratello.
« Entra. »
E lo fece.
« Niall…»
Era imbambolato alla televisione, stava giocando ad uno dei tanti videogiochi che gli aveva prestato Bill e dato che avevano una scadenza, trascorreva giorno e notte a giocare come se non ci fosse un domani, speranzoso di potermi concludere tutti.
« Pensavo fosse Maryssa, comunque…dimmi.»
Amy si accomodò sul letto. « Mi manca. »
Il biondo mise il gioco in pausa e si voltò lentamente. « Chi? Gabriella?» fece il finto tondo.
Amy scosse la testa. « Lo sai a chi mi riferisco. »
Niall annuì tenendo la testa abbassata. Lo aveva capito, non era imbecille. Sapeva che sua sorella stava soffrendo, così come il suo migliore amico ed era conscio anche del fatto che se si fossero messi insieme, allora li avrebbe visti sorridere un po’ di più. Sapeva cosa frenasse Harry però non comprendeva perché sua sorella non si imponeva e decideva finalmente della sua vita senza farsi influenzare dagli altri.
« Perché me lo stai dicendo? » chiese, mettendo le braccia conserte.
Amy sospirò. « Dovevo dirlo a qualcuno. »
« Magari, dirlo solo ad alta voce. »
La bionda sorrise amara. « Può darsi.»
Niall si avvicinò alla sorella e l’abbracciò forte. « Amy, io voglio che tu sia felice e se è Harry la persona che lo fa, allora io non potrei che accettare la cosa. »
Vennero interrotti da Terrie che li chiamò per la cena. Quando entrambi scesero giù, il campanello di casa suonò e Amy andò ad aprire la porta, non aspettandosi di certo una visita da parte sua.
Quando gli fu davanti, con una scusa disse ai suoi di non aver fame e chiuse il portone di casa alle sue spalle, costringendo Harry ad indietreggiare.
In realtà la famiglia Horan, si era affacciata alla finestra e come spettatori si godevano lo spettacolo. Niall compreso.
« Che ci fai qui? » chiese Amy.
Harry passò una mano fra i capelli. « Mi sono messo in viaggio questo pomeriggio per arrivare qui.»
Amy allargò gli occhi. « Per?» le uscì un sussurro.
Harry si avvicinò e le carezzò la guancia. « Mi sono stancato di questa situazione. Voglio stare con te, non mi importa di quello che dirà Niall o Gabriella. Io mi sono innamorato di te e ti amo Amy!»
La bionda non rispose ma si limitò ad avvicinarsi alle sue labbra e a stampargli una bacio, piccolo e innocente.
« Anche io ti amo e hai ragione. »
Harry sorrise e prese il volto della ragazza tra le mani, baciandola con amore e finalmente lasciandosi andare completamente. Nonostante il caldo, dei brividi percorsero la sua schiena e si sentì sollevato, leggero. Amy si aggrappò a lui e con un piccolo saltò si mise a cavalcioni. Harry la teneva come se fosse una bambina e intanto la continuava a baciare, mentre Amy aveva incrociato i piedi dietro la schiena del ragazzo.
Terrie aveva gli occhi lucidi e batté le mani, mentre Niall scosse la testa.
« Che c’è? » chiese innocentemente.
« Niente, niente. »
Amy e Harry continuarono a baciarsi sotto la luna e le stelle, ignari che gli Horan li stavano guardando dalla finestra della cucina. 

 
  
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