Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: _paleface_    09/02/2015    1 recensioni
Era come se tutti volessero sbarazzarsi di me. Avevo nove anni.
Avevamo poco, ma io e lui ci bastavamo. Avevo diciassette anni.
Ero arrabbiata, avevamo litigato e lui era morto. Avevo ventitre anni.
Se per tutti la tristezza e la disperazione non possono altro che essere seguite da felicità e gioia, io non facevo parte del "tutti".
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ed Sheeran
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9.


“Cosa vi porto ragazzi?” ci chiese la cameriera senza staccare gli occhi da Ed. Era evidente che la domanda fosse riferita più a lui che a me, in quel momento sarei anche potuta sparire che la bionda non se ne sarebbe neanche accorta.

“Una pizza con peperoni e salsiccia per me e per lei…” si girò verso di me come per chiedermi cosa volessi.

“Io non prendo nulla” dissi senza staccare gli occhi dal parcheggio fuori la finestra.

“Prende una pizza con wurstel e patatine” concluse Ed. Lo fulminai con lo sguardo, ma lui neanche se ne accorse o fece finta di non accorgersene.

Avevo il vizio di mangiucchiarmi le pellicine delle dita quando ero nervosa e in quel momento, me le stavo letteralmente divorando. Si riuscivano quasi a vedere le ossa sotto alla pelle da quanto in profondità stavo piantando i denti. Non alzai lo sguardo su Ed neanche per mezzo secondo, ma riuscivo a percepire il suo sguardo su di me ogni tanto.
Un quarto d’ora dopo circa la biondona che aveva preso le ordinazioni, ci portò le pizze. Sono abbastanza sicura che fece l’occhiolino a Ed prima di andare via, ma al momento non me ne fregava nulla.

“Allora?” chiese Ed.

“Allora cosa?”

“Non so. Vuoi parlare o no?”

“Edward, io ti ho raccontato già tutto e mi hai proposto di venire a mangiare una pizza” sbottai.

“Se ti guardo con pietà non va bene, se ti invito a mangiare una pizza non va bene! Cosa vuoi che faccia?” chiese alzando leggermente la voce.

“Niente. Non voglio che tu faccia niente” gli risposi fredda.

“Perfetto. Mangiamo questa fottuta pizza allora.”

Sentivo qualcosa di caldo rigarmi il viso mentre addentavo un pezzo della mia pizza con la stessa forza di un pulcino. Ed mi asciugò la lacrima col palmo della mano e presa la mia stringendola forte.

“Io voglio sapere come stai, non altro” disse sorridendomi.

“Io sto bene. Cioè, stavo bene fino a quando non hai cominciato a…” mi venne un groppo in gola che mi impedì di proseguire la frase.

“Quando ho cominciato a… a sbottonare la camicia?” mi chiese. Non capivo se si sentisse in colpa o se fosse solo in imbarazzo. Mi limitai ad annuire. “Mi dispiace” aggiuse. Ok, si sentiva in colpa.

“Ed, è solo colpa mia. Non avrei dovuto permetterti di arrivare fino a quel punto. È solo che, credevo di stare bene. Pensavo che il mostro mi avesse finalmente lasciata, ma sento ancora le sue sporche mani addosso e tu me lo hai ricordato per un’istante. È a me che dispiace. Sono io che devo chiederti perdono. Mi perdoni?” gli chiesi.
Mi accarezzò il viso  e mimò un “Certo.”
****
Il gattino che avevamo deciso di adottare e di chiamare Gordon, era ormai cresciuto e diventato un’obeso coccolone. Passava la maggior parte delle sue giornate a mangiare, a dormire e a farsi accarezzare. Amavo quel gatto.

“Merda sono in ritardo! Il capo mi ucciderà! Ci vediamo stasera!” urlai a Ed prima di sbattere la porta di casa. Avevo il turno di mattina al bar e ovviamente, mi ero svegliata con ben mezzora di ritardo.

“Proprio sul filo del rasoio” rise Lisa.

“Non è ancora arrivato?” chiesi col fiatone.

“No. Sei stata fortunata anche questa volta.”

“Menomale, non posso permettermi di perdere questo lavoro. Ne ho bisogno.”

“Lo so” mi sorrise amorevolmente.

Avevo conosciuto Lisa quattro mesi prima. Era una ragazza stupenda. Capelli lunghi e ricci biondo platino e occhi verdi che farebbero impazzire chiunque. Sembravamo un hobbit e un elfo: lei 1,80 cm e io 1,59 cm. Aveva una bellezza invidiabile. Sì, la invidiavo. Tanto bella quanto gentile ed intelligente. Una ragazza proprio rara.

“Certo che potrebbe anche cercarselo un lavoro comunque eh” disse un po’ irritata. L’unico problema, era che a Lisa non piaceva Ed e viceversa. Lei pensava che Ed fosse solo un sognatore e che avrebbe dovuto darsi una svegliata. “Tu lavori e porti soldi a casa, mentre lui suona la chitarra e va in giro tutto il giorno a fare nulla” aggiunse con disprezzo.

“Non capisci, Lisa. Lui è davvero bravo e può farcela! E poi, non è vero che non fa nulla. Si dà da fare per fare show in giro” dissi un po’ brusca. Mi guardò con uno sguardo tipo se lo dici tu e si diresse al tavolo a prendere l’ordinazione dove si erano appena seduti due ragazzi.


Sono terribilmente in ritardo, lo so. Scusate, scusate, scusate e ancora scusate! Mi dispiace D: E so anche che il capitolo è corto, ma mi farò perdonare! Un grazie enorme a chi segue questa storia, a chi la aggiunta alle sue preferite, seguite e a chi l'ha recensita. Al prossimo capitolo ;)
 
   
 
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