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Autore: _neikos_    09/02/2015    5 recensioni
Un amore non corrisposto o forse solo un amore temuto da troppi.Un destino già scritto che non dà pace e non dà speranze. Una partenza sofferta e odiata, basteranno ad arrendersi?
Una nuova avventura ha inizio e stavolta Bunny prenderà da sola le sue decisioni.
In questa storia fonderò aspetti sia dell'anime che del manga.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio, Seiya, Usagi/Bunny | Coppie: Seiya/Usagi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Grazie a chiunque passi di qui, a chi segue e a chi ha messo questa mia stoiria tra le preferite. E un grazie particolare a chi recensisce, perchè la rende ancora più speciale per me!  




La cosiddetta vacanza era giunta al termine, Bunny aveva provato a non pensare a tutto quello che era successo, non c’erano state più discussioni, nessuna di loro aveva tirato fuori l’argomento, proprio come aveva chiesto. Avevano provato a divertirsi, ma non erano mancati i momenti in cui si isolava, persa nei suoi pensieri, e anche se tentava di nasconderlo, i suoi occhi non potevano mentire per lei. Rea era rimasta spettatrice discreta, senza provocare altri turbamenti, ma sapeva fin troppo bene cosa stesse provando la sua amica, e non avrebbe lasciato le redini del suo futuro in mano alla casualità. Ritornate a casa decise di lasciarle ancora tempo, ma per quanti giorni e quante settimane passassero, la luce negli occhi della principessa della Luna non si riaccendeva, la stella che aveva dentro di lei non brillava più. Nonostante andasse avanti con la sua vita, qualcosa si era spezzato. Rea non riusciva a capacitarsene, vedere quella ragazza piena di vita e piena di amore, andare avanti quasi per inerzia, le faceva stringere lo stomaco, e anche se temeva di perderla, qualcosa dentro di lei le urlava che l’idea che aveva cominciato a girarle in testa, non appena la vide su quella spiaggia, avrebbe potuto essere quella giusta, se non l’unica.

Fu così che la combattente del fuoco, si ritrovò un pomeriggio a fissare un campanello, indecisa e tormentata, ma ormai era lì e non si sarebbe tirata indietro. Il suo compito era difendere i reali e il regno, e quello avrebbe fatto. Suonò. «Rea, ma che sorpresa, non mi sarei mai aspettato di vederti qui.» «Ciao Marzio, io avrei bisogno di parlarti..» «Vieni.. entra.» La ragazza si accomodò sul divano in soggiorno guardandosi intorno, era tutto perfettamente ordinato, troppo ordinato. Non c’era spazio per l’esuberanza di Bunny in quell’appartamento impeccabile, non c’era traccia di lei, se non per una fotografia riposta su di uno scaffale pieno di libri sulla medicina, la ritraeva felice con il suo Marzio e la sua Chibiusa;  tra le due non si capiva quale fosse la bambina, e Rea, si accorse in quel momento, guardando quella fotografia, che in essa non riconosceva più la donna che Bunny era diventata. Solo in quel momento realizzò che non sarebbe potuta tornare indietro, che non era stata la lontananza di Marzio a cambiarla, ma la sua continua presenza. Ad irrigidirla a poco a poco, a legarle le ali con un filo sottile e invisibile, ma che le impediva comunque di volare. Che stesse sbagliando? Eppure la regina Serenity era così felice.. come poteva sbagliare? E quel faccino paffuto con i capelli rosa?.. Come avrebbero potuto impedire la nascita della piccola Lady? Principessa della Terra e della Luna, destinata già in fasce alla grandezza. Lei stessa ne aveva intravisto il futuro nel fuoco sacro, scoprendo che avrebbe protetto la pace sulla Terra per lungo tempo, anche dopo i suoi genitori. Come impedire il bene dell’umanità per quello che poteva essere un momentaneo sperdimento? I suoi pensieri furono interrotti da Marzio che le porgeva qualcosa di fresco da bere, «Oh.. grazie.» «Figurati, allora.. di cosa mi volevi parlare?» Marzio si sedette nella poltrona di fronte a lei, e attese paziente che Rea snocciolasse il discorso che era andata a fargli. Rea lo fissava con un po’ di sgomento, lo vedeva nella sua camicia bianca, perfettamente inamidata, senza una grinza, e neanche una goccia di sudore con 30 gradi all’ombra… Ma come faceva?? Poi lo guardò negli occhi e si ricordò che lui era ancora lì in attesa. «Marzio sono qui per parlarti di Bunny.. per parlarti di te e Bunny.. so cosa è successo, ma non credo che tu voglia davvero buttare alle ortiche tutto quello che è stato e tutto quello che sarà per qualche incomprensione.» Marzio la guardava sconcertato, tuttavia era consapevole che quella storia non poteva essere chiusa con molta facilità «Rea… Bunny è stata molto chiara con me, non si tratta di incomprensioni.. lei non mi ama più, e io non la costringerò certo a stare con me. E poi sono altri i suoi “progetti”. Non sono più io l’uomo che vuole al suo fianco, e io onestamente me ne sto facendo una ragione...» «Io non credo sia così… non terresti quella fotografia in bella vista altrimenti.. e poi non ci sono “progetti” di nessun tipo». Non avrebbe dovuto farlo, non avrebbe dovuto violare così la fiducia della sua amica, ma decise di essere sincera con il suo futuro re, e gli raccontò ogni cosa, del viaggio e del ritorno, del dolore e della debolezza, finché Marzio non ne poté più! «Mi stai chiedendo di fare da ruota di scorta?» «No ti sto dicendo che Bunny sta soffrendo, e lo fa anche per sua figlia, per Tua figlia! Ti sto dicendo che è sola e che ha paura, e sto anche cercando di rammentarti il tuo dovere, il Vostro dovere! Quello che dovete compiere insieme! E se tu fossi l’uomo maturo che vanti tanto di essere, lo capiresti! Capiresti che hai sbagliato e che non sei così perfetto come credi! Capiresti che si è sentita abbandonata! E se l’amassi davvero cercheresti di riprendertela in un modo o nell’altro.» Come negare? Come negare tutti gli errori che anche lui sapeva di aver commesso..? Quegli stessi errori che Bunny gli aveva urlato addosso, dopo aver provato a reprimerli, ma senza riuscire più a farlo. Quegli stessi errori che si rispecchiavano nei loro occhi pieni di lacrime e rancore, solo un paio di mesi prima. Perse lo sguardo nel bicchiere, vedeva il ghiaccio sciogliersi, essere sovrastato sempre più dal liquido, e si sentiva allo stesso modo. Sovrastato da doveri più grandi di lui. Alla deriva, lontano dal porto sicuro che era sempre stato l’amore di Serenity, ma neanche lui sapeva più cosa fosse giusto o cosa fosse sbagliato. «Non lo so.. io ho bisogno di pensare da solo Rea…» La protetta di Marte si alzò e si diresse verso la porta, lasciandolo ancora lì, su quella poltrona a riflettere. «Non pensarci troppo Marzio..» poi uscì da quella casa. Credeva che si sarebbe tolta un peso, invece uno ancora più pesante gravava ora sul suo cuore. Poteva solo sperare che quella, davvero, fosse la cosa giusta, o avrebbe portato solo più sofferenza a due persone a cui teneva. Ma tornò a casa, alla sicurezza del suo tempio, e altri giorni passarono lenti.

Una mattina di ottobre Bunny si trovava ad un tavolino all’aperto di un bar davanti all’università. Aveva scelto di frequentare un corso da fumettista, ma aveva anche deciso di seguire qualche corso di storia dell’arte e arte contemporanea, il mondo della pittura in particolare l’aveva sempre affascinata, il modo in cui la tela si impregnava di colore, quelle piccole imperfezioni che rimanevano rialzate per una pennellata passata d’istinto, quell’amore sprigionato da immagini che erano frutto di artisti conosciuti solo per fama, ma che rispecchiavano i sogni di tutti.. le davano serenità e le riempivano gli occhi e lo spirito di passione. Avrebbe passato ore ad osservare “gli amanti” di Magritte.. ritrovava se stessa nell’opera, ritrovava Seiya. Due persone che si amavano, un bacio impedito da due teli bianchi che li separavano, e in tutto questo poesia, passione e tormento. Rivedeva il loro amore coperto da un cappuccio che voleva tenerli lontani, un destino e delle circostanze che non gli avrebbero mai permesso un contatto, nonostante il sentimento che li accomunasse. E lei era lì, con un caffè lasciato a raffreddare, mentre con il libro aperto sulla pagina che mostrava il dipinto, riproduceva con il carboncino uno schizzo della sua opera preferita. Incurante di cosa le accadeva attorno e della sedia di fronte che veniva spostata, finché una voce non reclamò la sua attenzione  «…Posso sedermi?»

Marzio stava uscendo dalla facoltà, aveva sostenuto un esame di anatomia che ovviamente aveva superato con un 30 e lode, e stava per prendere un caffè dopo la lunga mattinata. Lo pagò al bancone e lo portò fuori, per consumarlo al sole tiepido di ottobre che ancora lo consentiva, quando, alzando lo sguardo la vide. Seduta ad un tavolino poco distante, c’era una ragazza che non avrebbe mai creduto di rivedere proprio lì, quella che era stata la sua ragazza, la sua compagna di battaglie e di vita. Pensò di rientrare per posare la tazzina e andare via, ma qualcosa glielo impedì. Non erano state le parole di Rea, anche se quel discorso ancora lo risentiva tutte le volte che non riusciva a dormire, ma fu qualcos’altro a tenerlo lì. La donna che aveva amato, la donna con cui credeva che avrebbe condiviso la sua intera esistenza, era a pochi passi da lui, ed era così bella! Concentrata su un foglio, le dita sporche di nero per sfumare i punti d’ombra, i piedi incrociati sotto la sedia e il peso appoggiato sul braccio sinistro, mentre con la mano destra impugnava la matita nera, e si arrabbiava gonfiando le guance perché qualcosa non stava venendo come avrebbe desiderato. Si accorse in quel momento quanto gli fosse mancata in quei mesi, e si avvicinò. Lei era troppo presa, non si accorse che qualcuno le si fosse avvicinato, scostando la sedia delicatamente, e chiedendole di potersi accomodare. Quando sentì la sua voce alzò subito lo sguardo, intrappolando i suoi occhi in quelli di lui. Non sapeva bene cosa fare, non si aspettava di vederlo proprio lì, non si aspettava che lui le chiedesse di potersi sedere. Non aveva voglia di affrontare ancora tutto questo, di ricadere in uno stato d’animo che a fatica stava provando a rialzarsi, ma non riuscì a negargli la compagnia per un caffè, così annuì. Lui prese posto, senza smettere di osservarla, mise lo zucchero nel suo caffè, e mentre girava il cucchiaino per mescolarlo, cominciò a parlarle con serenità, come un vecchio amico che non la vedeva da tempo. «Allora.. come stai Bunny?» Lei sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori: «Molto bene, grazie.. tu invece? Che ci fai qui? Non dovresti essere in ospedale?» Sapeva benissimo come stava, sapeva benissimo che quel sorriso nascondeva molto, troppo. Ma decise di ascoltare le sue bugie, senza mostrare dubbi. «No, avevo un esame, ho finito da poco.. e tu invece?» «Io sto seguendo dei corsi sull’arte, avevo un’ora di buco tra una lezione e l’altra e quindi eccomi qui ad aspettare.. com’è andato l’esame?» Lui sorrise compiaciuto, «Molto bene.» «Già… quasi retorica come domanda eh?» Rimasero lì a parlare tranquillamente, dell’università, del corso da fumettista, dell’ospedale, di tutte le cose che potevano sembrare banali, ma che alla fine riempivano una vita quotidiana. Senza drammi o colpi di scena, solo normalità, forse proprio quello che era sempre mancato nella loro di vita. Ridevano per qualche battuta, non sapendo con precisione neanche quanto tempo fosse passato, finché non furono interrotti. «Buongiorno..» «Sidya, Galaxia, ma cosa ci fate voi qui?» «Eravamo venute a cercarti a casa, tua madre ci ha detto che avremmo potuto trovarti qui, e dobbiamo parlarti Bunny, abbiamo aspettato anche troppo. Ma sono felice di trovarvi insieme.» Già insieme, entrambi ascoltarono quelle parole, ma ne rimasero colpiti in modi diversi. Marzio la guardò e sorrise, posandole una mano sulla sua. Lei guardò le loro mani vicine, quasi come se fosse all’esterno della situazione, e mentre in lui si accendeva la speranza di recuperare qualcosa, in lei si riaccendeva il timore di ritrovarsi di nuovo in trappola. Doveva fare qualcosa. Scansò la mano e guardò l’orologio, «mi dispiace, ma sono già in ritardo per la mia lezione. Ci possiamo vedere stasera al santuario da Rea. Alle nove sarò lì.» Raccolse le sue cose in fretta e si diresse con passo svelto verso la sua aula. Marzio rimase a guardarla andare via, poi si alzò cercando di defilarsi il prima possibile, augurò una buona giornata e andò via anche lui senza voltarsi.

Sidya e Galaxia stavano davvero perdendo la pazienza; dopo un’altra discussione con Heles e con Milena, la quale aveva appoggiato la sua compagna, avevano aspettato ancora prima di andare da Bunny. Le avevano concesso addirittura due mesi di tempo per riprendersi, dopo aver saputo quello che era accaduto dalle due ragazze. Ma ora basta, non potevano più aspettare, Chronos in persona le aveva riprese sulla mancata presentazione di Sailor Cosmos. E benché sembrassero tutti dimentichi dei loro ruoli, era tempo di assumersi le proprie responsabilità. E di ricordarsi che non erano semplici terrestri, ma Guerriere al servizio della giustizia, dedite alla salvaguardia del bene, e come tali, ognuna di loro avrebbe dovuto prendere coscienza del proprio compito e rispettarlo. Sidya si rivolse a Galaxia «Stasera risolveremo una volta per tutte questa situazione, domani stesso partiremo per radunare tutte le guerriere. E poi hai visto.. non tutto è perduto, il futuro non cambierà ancora!» «Come fai ad esserne certa?» «Perché ognuno farà ciò che deve! E non sarò certo io a mancare al mio dovere!» Galaxia sospirò.. avevano visioni diverse su quello che doveva essere il futuro, e su come questo sarebbe stato delineato. Ma non si oppose a Sailor Pluto, lei non poteva comprendere ciò che era dato conoscere solo alla custode del Tempo e dello Spazio!

Anche la sera era giunta. Come d’accordo tutte le guerriere si erano radunate al tempio di Rea. Anche Ottavia era stata richiamata, ed era arrivata con Sidya e Galaxia, le quali l’avevano messa a parte degli ultimi avvenimenti. Sedute intorno al tavolo, tutte ascoltavano Sidya che spiegava cosa sarebbe successo da lì a poco. «Bunny dovremo andare sulla Luna, e stavolta ci andremo tutte!» «Io non posso Sidya.. il cristallo d’argento è andato distrutto, non riesco più a trasformarmi in Sailor Moon» «Certo che non puoi, ma non per quello che pensi tu. Il cristallo non è perso.. ha solo abbandonato la forma che imprigionava il suo vero potere. Ora è pura essenza e credo che tu lo abbia visto. Ora è il Cristallo del Cosmo! Lo hai assorbito, è dentro di te. È come il tuo cristallo, anche tu hai mutato forma, anche il tuo spirito ora è quello del cosmo, perché tu non appartieni più solo alla Luna.. tu ora sei Sailor Cosmos, prova ad invocare il suo potere se non mi credi. Le ragazze erano attente, ma non stupite, ormai nulla che riguardasse Serenity poteva sconvolgerle, sapevano che il suo potere fosse grandissimo, era già riuscita a sconfiggere il caos, forse in passato non era ancora maturo, ma dopo quello che avevano visto e percepito su quella spiaggia, sapevano che fosse immenso! Bunny si alzò, non tanto perché non credeva alle sue parole, ma più per rendersi conto di quello che ormai era diventata. Così fece ciò che le era stato suggerito. Aprì la mano e la rivolse verso l’alto «Potere del Cristallo del Cosmo vieni a me!» La luce che si sprigionò era così abbagliante che le altre dovettero coprirsi gli occhi. Quando li riaprirono davanti a loro, bellissima e raggiante, c’era Sailor Cosmos. I capelli erano bianchi e luminosi, proprio come li avevano intravisti in precedenza, sulla fronte era comparsa una stella dorata a 8 punte, la stessa che compariva sul suo collarino. Il sailor Fuku era bianco, ma le spalline erano dorate, e la gonna si apriva sul davanti  a ventaglio, mostrando i colori che caratterizzavano le sue guerriere. Al posto delle ali ora portava un mantello, anch’esso bianco, e appuntata al centro del petto una  spilla alata che ritraeva ancora la stella che la caratterizzava. Stesso vessillo che chiudeva la cintura che portava in vita. Anche gli stivali erano spariti e ora indossava delle decolté bianche con due piccole ali ai lati dei talloni. Si osservò per un attimo anche lei, poi portò il braccio in avanti e con la mano aperta richiamò il suo scettro. Quello che impugnava non era più lo scettro lunare, ma quello del cosmo, lungo e bianco, alla sua sommità vi era una luna piena alata, sormontata dalla stella a otto punte. Ora era completa! Sidya si alzò in piedi e le si pose di fronte, «Serenity, ora conosci il tuo vero ruolo. Sei la protettrice del cosmo e la custode del suo spirito. Tra dieci giorni verrai presentata a tutte le guerriere sailor esistenti nell’universo. Una nuova alleanza contro il male e contro l’oscurità avrà vita, e tu ne sarai a capo e ne sarai la conservatrice. Ora ne hai la forza, ora ne sei degna! Ora sai qual è il tuo compito!» Un solo gesto del suo capo seguì quelle parole. E poi non più Sidya, ma in un attimo Sailor Pluto, si inchinò! E così la imitarono anche le atre guerriere Sailor, tutte emozionate, Venus, Mercury, Mars, Jupiter, Uranus, Neptuno, Saturn e per ultima anche Sailor Galaxia. Sailor Cosmos guardò la scena quasi con rammarico, poi si chinò su entrambe le ginocchia anche lei, posando le mani sulle spalle di Venus, la leader delle Inners, la più forte e la più fragile allo stesso tempo. Ormai con gli occhi lucidi, colmi di commozione come quelli di tutte le altre: «No Marta, questo no vi prego…» poi si rivolse a tutte «Alzatevi subito.. non è necessario tutto questo, per favore.» Si alzò e si diresse verso la porta, mentre afferrava la maniglia sciolse la trasformazione ed uscì.

Era seduta su uno dei gradini della scalinata, appoggiandosi sulle mani che aveva portato verso dietro. Guardava la luna completamente assorta, Galaxia prese posto accanto a lei in silenzio. Mentre Sidya spiegava alle altre i dettagli della cerimonia ormai prossima. Senza guardarla poi chiese: « Perché io? Dimmi  Galaxia.. perché ora? Credevo di essere appena riuscita a decidere della mia vita invece… cosa succederà?» «Bunny io non ho tutte queste risposte. Tu sei stata prescelta perché, come me e come le nostre compagne, sei in grado di sopportare tutto questo. Anzi più di noi! Hai in te una forza che neanche tu conosci.. ma guarda il tuo passato, guarda tutto quello che sei riuscita a fare, io stessa ti devo la mia vita Bunny. Ti giuro che non ti abbandoneremo mai, saremo noi la tua forza se tu sarai la nostra!» Bunny rimase molto colpita da quelle parole e le strinse la mano. «Grazie!» «Bunny… ma com’è successo? Insomma.. Sidya mi ha detto che solo la regina un giorno avrebbe sprigionato il cristallo del cosmo..» «Io non ne ho idea.. so solo che volevo tornare sulla terra, che non potevo rimanere su Kinmoku, che non avrei potuto restarci un attimo in più dopo quello che avevo visto… il cristallo d’argento non funzionava, e io volevo solo più potere per potermi salvare da tutto quello che mi stava circondando.» «Capisco. E ora forse puoi capire anche perché sei tu la prescelta! » «Galaxia ti prego illuminami» le disse con un sorriso ironico.. «Perché il Cristallo del Cosmo è venuto fuori dalla tua forza di volontà! Ti bastava solo quello… non essere regina! Perché sei unica Bunny! E ora andiamo, vieni dentro con me, dobbiamo parlare ancora di alcune cose, domani io e Sidya partiremo per radunare le guerriere» «Galaxia aspetta, io.. io ho fatto tutto questo solo per non vedere lui e ora…» «Non ti preoccupare, non credo che ci sarà, sono state presentate tre nuove Sailor Starlights su Kinmoku, mi ha informata Kakyuu.» «Oh… certo capisco… perché?» «Perché Seiya voleva rinunciare a quel ruolo, lui…» «Lui ha preferito diventare Capitano, già… è facile così..» «No Bunny, io non credo che per lui sia stato facile..» «Galaxia, venite dentro per favore!!» Bunny avrebbe preferito parlarle ancora, forse lei era l’unica a sapere qualcosa di lui, essendo a contatto con Kakyuu, ma Sidya le interruppe, richiamandole dentro e guardando in modo severo Galaxia per un secondo, ma fu quasi impercettibile, tanto che Bunny non si accorse di nulla. Entrarono e molto tranquillamente ripresero la conversazione. Sidya spiegò che lei e Galaxia sarebbero andate ad informare tutte le guerriere che da lì a dieci giorni, si sarebbe tenuta la cerimonia di presentazione, e la firma del trattato di alleanza tra i vari pianeti che avessero aderito. Le Sailor stesse ne avrebbero fatto da garanti. Poi aggiunse che sarebbero dovute partire almeno due giorni prima per la Luna, per i preparativi, e che il giorno prima della cerimonia probabilmente il palazzo argentato avrebbe ospitato le guerriere che fossero arrivate da lontano, per riposarsi per i rispettivi lunghi viaggi. «Quindi chi vorrà, potrà fermarsi per qualche giorno..» «Si Bunny.. almeno per due giorni sicuramente, poi noi torneremo con calma…» «Qui ci vuole una bella scusa stavolta, senti Sidya, ma non posso semplicemente rivelare chi sono ai miei e via..» «No Bunny non è ancora il caso, e poi esci di casa tranquilla, anche se Luna e Arthemis verranno con noi, al vostro rientro nessuno si accorgerà che siete mancate. Ora Bunny, c’è un’altra questione che dobbiamo sottoporti» «Dimmi» «L’incoronazione Bunny, Sailor Cosmos è l’alter ego della Regina Serenity, quindi devi essere incoronata, poi oggi ti ho visto con Marzio.. non credo che per voi sarà un problema anticipare un po’ le cose..» Bunny storse il muso in un ghigno sarcastico, e poi con molta semplicità le rispose: «Sidya… oggi io e Marzio ci siamo incontrati per puro caso, e sappiamo tutte e due, anzi, tutte in questa stanza sappiamo che non c’è niente da anticipare… Non ci sarà nessuna incoronazione, non per me, non indosserò alcuna corona. A meno che mia madre, la Regina Selene, non mi voglia prestare la sua… ma ne dubito. Sono già Sailor Cosmos, quindi mi pare di aver già dimostrato abbastanza che non mi serve diventare regina per esserne “degna”. Per dimostrare che le cose possono cambiare, e che in realtà sono già cambiate. Ora resta solo che tu te ne faccia una ragione come tutti noi! Ti dirò di più.. quando Endimyon sarà il re della terra, continuerò a proteggere lui e la regina che sarà al suo fianco. E con questo credo che sia tutto, giusto?» Bunny era serena, quello che le aveva detto Galaxia sulla sua forza di volontà le aveva dato una nuova carica. Galaxia senza farsi notare da Sidya fece un sorriso modesto ma compiaciuto. Mentre la protetta di Plutone era completamente basita e spiazzata. Effettivamente il discorso non faceva una piega. Ottavia era un po’ spaesata.. infondo per lei era tutto nuovo, ancora doveva assimilare molte cose. Le Inners erano tutte orgogliose di lei, anche Rea, che la vedeva sotto una luce nuova, non sofferente e disperata, ma forte e sicura di se. Mentre Heles a stento riuscì a trattenere una risata, cercando di coprirsi il viso con una mano, quando finalmente riuscì a controllare gli zigomi, si avvicinò a Milena e le sussurrò « Allora?? Avevo ragione o no? Cosa ti avevo detto??» e le fece un occhiolino.  «Beh ragazze… si è fatto davvero tardi.. poi voi due domani dovete anche partire giusto? Tutte a riposare, ci vogliono energie per girare l’universo.» Bunny uscì, strizzando un occhio verso Galaxia e verso Sidya, la quale ancora rimaneva incredula, e non trovava in quel momento, un’argomentazione valida per contraddirla. 
   
 
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